Dopo lo sgombero del centro sociale dell’Asilo, la città sta attraversando “un momento non ordinario nella gestione dell’ordine pubblico, un momento delicato in cui ogni manifestazione può diventare diversa da quella che è sempre stata. E per questo tutte le istituzioni faranno di tutto per permettere ai cittadini di avere gli spazi per manifestare legittimamente e in modo pacifico”. Sono le parole della sindaca Chiara Appendino in apertura del consiglio comunale, a proposito delle tensioni alla Critical Mass dei riders a fine marzo. Sul tema sicurezza interviene anche la prefettura, che evidenzia come nei prossimi mesi in Valle di Susa ci saranno contestazioni no Tav “tali da determinare un forte pericolo di compromissione dell’ordine e della sicurezza pubblica”. Per questo è stato ribadito il divieto di circolazione nelle ore notturne in alcune zone vicine al cantiere di Chiomonte. Nell’ordinanza prefettizia viene citato il rapporto della questura che sottolinea la possibilità di una crescita, in estate, delle dimostrazioni che potrebbero costituire “motivo di forte aggregazione” per l’appoggio del movimento No Tav alla campagna dei ‘no border’ che appoggiano i “migranti che cercano di attraversare il confine”.
Clelia Ventimiglia
Mariagrazia Chiri, madre di Stefano Leo, la vittima dei Murazzi, esprime “la massima fiducia nel lavoro dei magistrati e dei carabinieri e sono sicura che porteranno a termine l’indagine nel migliore dei modi”. Ma aggiunge che è grave che “chi ha confessato il delitto sarebbe dovuto entrare in carcere già mesi fa”, riferendosi al reo confesso Said Mechaquat, il 27enne che si è costituito alle forze dell’ordine confessando l’assassinio del figlio, e che aveva già subito una condanna per la quale doveva essere in prigione. “E’ molto importante – così l’Ansa riporta le parole della madre di Stefano – che sia stata fatta luce sull’identità del responsabile di questo atroce gesto che è una grave ferita per la nostra comunità, una sconfitta per tutti. Ora ci vuole una grande vittoria di tutti”.
Il Piemonte a Vinitaly con 600 produttori
Il Piemonte vitivinicolo è presente alla 53° edizione del Vinitaly, dal 7 al 10 aprile a Verona, la più importante fiera internazionale del settore, con la partecipazione di oltre 600 espositori piemontesi che occupano l’intero Padiglione 10 della fiera. Lunedì visita del presidente della regione Sergio Chiamparino. Sono in gran parte piccole e medie aziende, alle quali si aggiungono una ventina di Cantine cooperative, Consorzi di tutela, Associazioni di produttori, organizzazioni economiche e professionali dei produttori, e numerosi enti e istituzioni a rappresentare il territorio regionale. Una partecipazione, quella piemontese, forte e unitaria che si rinnova fin dalle prime edizioni dando continuità al rapporto di collaborazione tra le istituzioni piemontesi e le rappresentanze dei produttori. Al Vinitaly il progetto si esplicita nella collaborazione tra Regione Piemonte, Piemonte Land of Perfection e Unioncamere Piemonte, per organizzare la presenza di circa 200 produttori in un’area espositiva collettiva, dove si promuove l’immagine coordinata del sistema Piemonte.
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Il corteo del popolo Sì Tav (sono state stimate circa 15 mila persone) è iniziato in piazza Vittorio con le note dell’ Inno alla gioia di Beethoven, inno dell’Unione europea. Molti gli striscioni, con gli slogan “Sì tav subito”, “Sì al futuro di lavoro”. In piazza Castello c’era il presidente Sergio Chiamparino. Non ha partecipato invece il suo competitor Alberto Cirio che ha dichiarato il suo sì convinto all’opera sostenendo però che la manifestazione rischiava di essere strumentalizzata. Sono intervenuti anche lavoratori, studenti e rappresentanti delle organizzazioni sindacali e di categoria. In piazza le “madamine”, l’ex ministro Maria Elena Boschi e il promotore della petizione online a favore della Torino-Lione, Mino Giachino.
La quasi totalità degli incendi che hanno riguardato il Piemonte dall’ inizio dell’anno è di natura volontaria. I roghi sono stati 341, dei quali 143 nella sola area metropolitana di Torino. Sono andati distrutti centinaia di ettari di bosco, con un danno ambientale incalcolabile ed elevatissimi costi di spegnimento. I carabinieri forestali del Gruppo di Torino hanno denunciato un uomo di 65 anni di Avigliana, ritenuto responsabile dell’incendio dello scorso 22 marzo nel territorio di Giaveno. E’ stato infatti individuato il punto di partenza dell’incendio, un’area verde che l’uomo voleva ripulire dei residui vegetali presenti. Ora rischia una condanna da uno a cinque anni di reclusione, che aumenta da quattro a dieci quando l’incendio è innescato dolosamente.
Busta sospetta anche a consigliere leghista
Un nuovo plico sospetto simile a quello inviato nei giorni scorsi alla sindaca Appendino, è stato ricevuto dal capogruppo della Lega della Circoscrizione 6 di Torino, Alessandro Sciretti. Il mittente sarebbe lo stesso: ‘Scuola A.Diaz Genova’. Gli artificieri hanno esaminato il contenuto che sembra lo stesso, con fili elettrici sospetti. L’esponente leghista era finito al centro delle polemiche per avere evocato la scuola Diaz per gli anarchici che il 9 febbraio devastarono la città.