PRIMA PAGINA- Pagina 5

Programma Operativo Regionale, gli investimenti per la competitività delle imprese

Con oltre un miliardo di euro di investimenti attivati, il Programma Operativo Regionale (POR) del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) 2014–2020 ha rappresentato uno dei principali strumenti di programmazione per lo sviluppo economico e territoriale del Piemonte.

 

Le risorse sono state impiegate per rafforzare la competitività delle imprese, incentivare la ricerca e l’innovazione, accompagnare la transizione digitale e promuovere un modello di crescita sostenibile. Il volume complessivo dei fondi gestiti è stato pari a 965 milioni di euro, ripartiti tra contributi europei, statali e regionali. A fronte di questi finanziamenti, gli investimenti approvati hanno superato 1,086 miliardi di euro.

Il programma si è articolato su sei assi strategici, in coerenza con gli obiettivi della strategia Europa 2020: Ricerca, Sviluppo Tecnologico e Innovazione (1), Agenda digitale (2), Competitività dei sistemi produttivi (3), Energia sostenibile e qualità della vita (4), Tutela dell’ambiente e valorizzazione delle risorse culturali e ambientali (5), Sviluppo urbano sostenibile (6). Per ottenere il finanziamento dei loro progetti, imprese ed enti pubblici hanno dovuto partecipare a bandi dedicati.

«Il POR FESR 2014-2020 è stato uno dei principali motori dello sviluppo economico del Piemonte, accompagnando le imprese lungo un percorso di crescita, innovazione e apertura ai mercati internazionalidichiara il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio –. Oggi possiamo affermare che le risorse europee sono state utilizzate con una visione strategica e orientata ai risultati. Questo programma ha rappresentato un progetto organico, costruito su basi solide, pensato per guidare la trasformazione del Piemonte verso un modello di regione moderna, competitiva, sostenibile e pronta alle sfide futureconclude Cirio –. Con l’esperienza acquisita e la volontà di continuare a investire nella crescita dei territori, nell’innovazione e nella qualità della vita dei cittadini stiamo affrontando la nuova programmazione 2021-2027, di cui siamo a metà percorso».

«I numeri parlano chiaro: le imprese piemontesi hanno creduto nelle opportunità offerte dalla programmazione europea, contribuendo con capitale proprio in misura crescente afferma Andrea Tronzano, assessore allo Sviluppo delle Attività Produttive. Il rapporto di 1,43 euro privati per ogni euro pubblico investito in Ricerca e Sviluppo dimostra che gli strumenti introdotti hanno saputo attivare fiducia, visione e capacità progettuale. Questo è il modello da cui siamo ripartiti, puntando sempre di più sul coinvolgimento attivo del sistema produttivo».

«Con gli investimenti in ricerca, digitale e tecnologie emergenti abbiamo posto le fondamenta di un Piemonte più moderno, sostenibile e competitivo sottolinea Matteo Marnati, assessore all’Innovazione -. Le nuove infrastrutture di ricerca e le piattaforme digitali hanno rafforzato l’interconnessione tra mondo scientifico, imprese e pubblica amministrazione. Forti di questa esperienza stiamo proseguendo nella nuova programmazione 2021–2027, con strumenti ancora più mirati e un forte orientamento all’innovazione».

L’attuazione del Programma è stata ovviamente condizionata anche dalla pandemia da Covid 19 che ha generato nuovi e urgenti fabbisogni dovuti alla crisi sanitaria che ne è derivata e alle conseguenti ripercussioni di breve e medio termine sul sistema socioeconomico. In tal senso è da segnalare la capacità “reattiva” del Programma nel convogliare in brevissimo tempo la più ampia parte di risorse libere o liberabili sulle diverse azioni in risposta all’emergenza sanitaria, per un totale di 160 milioni di euro destinati a misure specifiche in campo sanitario e altri 64 milioni in favore del sistema produttivo per fronteggiare la crisi attraverso il sostegno alle garanzie per i prestiti.

Rispetto alla Programmazione 2021-2027 del FESR Piemonte, a fronte di una dotazione del Programma di quasi 1,5 miliardi di euro, i bandi rivolti a imprese, organismi e infrastrutture di ricerca ammontano a circa 600 milioni. Se si estende il monitoraggio anche alle misure che hanno gli enti pubblici come beneficiari, la quota di risorse messe in circolo raggiunge quasi 920 milioni, quindi oltre la metà dell’intero Programma.

In particolare, guardando specificamente al sistema delle imprese, sono stati attivati più di 20 bandi e il territorio ha risposto con oltre 12.000 progetti presentati. Tra le misure che hanno in poche ore saturato la quota di risorse disponibili, in termini di domande presentate, ci sono il “Sostegno alla prima crescita delle start up innovative” e il “Voucher digitalizzazione”. Ottima anche la risposta sul bando attrazione investimenti, operazione di importanza strategica del Programma, chiuso recentemente per aver esaurito la dotazione. Il valore degli investimenti delle pratiche già ammesse e di quelle in istruttoria si attesta intorno agli 80 milioni di euro. 79 le domande presentate.

Numeri importanti, che hanno consentito il raggiungimento del target di spesa per il 2025 (cosiddetto “n+3”) con sei mesi di anticipo. Sono cifre che cresceranno ancora nel corso dei prossimi mesi, considerate alcune misure sull’innovazione appena avviate e molto attese come ad esempio INFRA+, che sostiene le infrastrutture di ricerca e che già nel ciclo precedente avevano consentito importanti investimenti.

 cs 

Askatasuna, il Tar (per ora) dà ragione al sindaco

A proposito della querelle sull’edificio di corso Regina da anni occupato dagli antagonisti di Askatasuna, il ricorso al Tar presentato dai consiglieri di Fdi della Circoscrizione 7 per bloccare la trasformazione del centro sociale in bene comune voluta dalla Città di Torino è stato bocciato. Soddisfatto il sindaco Stefano Lo Russo: “La procedura amministrativa che abbiamo sin qui seguito è stata corretta ed è stata seguita nel pieno rispetto della normativa vigente . Quindi prosegue il percorso di restituzione alla comunità della piena fruizione dell’immobile pubblico, che peraltro è già libero”. E soddisfatta pure Gianna Pentenero, capogruppo del Pd, già candidadata del centrosinistra alla presideneza della Regione: “ la sentenza del Tar Piemonte conferma la correttezza della procedura amministrativa seguita dal Comune di Torino nel pieno rispetto della normativa vigente. Auspichiamo che, da questo momento, possa continuare senza problemi e senza inutili conflitti istituzionali fra Regione e Comune il percorso di legalità intrapreso dal Comune di Torino”. Replica l’assessore Maurizio Marrone di Fdi: “Se  la bocciatura della sospensiva parte dall’idea che la palazzina di Askatasuna sia vuota, spiace constatare come il Tar ignori che, alla faccia dello stesso patto sottoscritto con il Comune, gli antagonisti continuano ad abitarla, come confermato dalla notifica penale recentemente recapitata proprio lì ad una occupante dalla Digos”.

La battaglia legale prosegue.

Cambiamento climatico, Torino al confronto tra 9 città e il Governo

Si è concluso con la condivisione di creare un tavolo permanente dove confrontarsi sulle misure da adottare per raggiungere gli obiettivi climatici il confronto tra il Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica e le nove città italiane che prendono parte alla missione dell’UE “100 climate-neutral and smart cities by 2030“.

L’occasione l’ha offerta l’evento “Accelerare la risposta delle città italiane alla crisi climatica” nel corso del quale i sindaci e gli assessori di Torino, Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato e Roma presentato le loro raccomandazioni per il governo con l’obiettivo di accelerare la transizione energetica locale e rafforzare il ruolo delle città nel contrasto alla crisi climatica.

“L’incontro ha segnato un passo importante verso la creazione di una rete nazionale di città italiane per la neutralità climatica, che si propone come laboratorio di innovazione e piattaforma di dialogo istituzionale per raggiungere gli obiettivi climatici e migliorare la qualità della vita dei cittadini”, spiega l’assessora alla Transizione Ecologica Chiara Foglietta, presente all’incontro nella storica Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano della Camera di Commercio di Roma.

Tra le principali proposte presentate ai ministri: il rafforzamento del coordinamento multilivello tra Comuni, Regioni e Governo per allineare il quadro normativo nazionale alle direttive UE; la creazione di un Tavolo nazionale sui dati, per migliorare l’accesso e l’uso dei dati utili al monitoraggio delle politiche climatiche locali; il supporto delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CACER) con misure normative e incentivi semplificati, oltre a strutture di supporto tecnico-economico; l’attivazione di un Tavolo nazionale sui finanziamenti, per promuovere modelli innovativi e superare le barriere all’adozione di soluzioni di transizione energetica da parte dei Comuni.

Torino, Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato e Roma hanno firmato un Climate City Contract che le impegna a mettere in campo competenze e risorse per abbassare soprattutto le emissioni che nelle aree urbane vengono prodotte in larga parte, per circa i tre quarti del totale, dal settore degli edifici, e in particolare dal gas delle caldaie, seguito da quello dei trasporti.

La transizione verso un modello di sviluppo più sostenibile passa obbligatoriamente attraverso queste 9 città che si sono impegnate a raggiungere una neutralità climatica già al 2030, e sono hub di sperimentazione e innovazione dove elaborare strategie e tracciare nuovi percorsi, che una volta rodati potranno venire copiati da tutti gli altri.

Grazie allo sviluppo dei Contratti Climatici di Città, che stanno ricoprendo un ruolo innovativo e determinante, le nove hanno avviato un percorso ambizioso che integra visione strategica, pianificazione e investimenti, attraverso un processo co-creativo che coinvolge attori pubblici, privati e sociali. Insieme, hanno già pianificato oltre 1.000 azioni concrete per decarbonizzare i settori chiave – dalla mobilità all’edilizia, dall’energia all’economia circolare – e hanno raccolto l’adesione di oltre 600 firmatari e sostenitori, tra imprese, enti pubblici, università e rappresentanti della società civile.

I piani d’azione messi in campo dalle città hanno un valore stimato di circa 40 miliardi di euro, e già oggi sono stati mobilitati 4,8 miliardi di fondi europei, di cui 3 miliardi attraverso il PNRR e 1,8 miliardi da altri strumenti dell’Unione Europea. Un lavoro senza precedenti, che rende le città interlocutori strategici imprescindibili per il Governo nazionale nel disegno delle politiche di transizione energetica e climatica.

Dopo i saluti istituzionali di Fabrizio Penna, capo del Dipartimento Unità di Missione PNRR del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, l’evento ha ospitato il videomessaggio del commissario Europeo al Clima Wopke Hoekstra e gli interventi di Philippe Froissard della Commissione Europea e di Andrea Durante della Banca Europea degli Investimenti.

Anna Lisa Boni, assessora del Comune di Bologna e referente della Missione Clima 2030, ha presentato i risultati del lavoro svolto dalle città italiane coinvolte, evidenziando le esperienze innovative sviluppate in questi ultimi tre anni da ognuna con il proprio contratto climatico locale.

Il cuore della mattinata è stato dedicato al dialogo tra i sindaci delle città italiane partecipanti alla missione, – al quale hanno preso parte anche il sindaco di Napoli e Presidente ANCI Gaetano Manfredi e il sindaco dell’Aquila – e i ministri Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente e Sicurezza Energetica) e Tommaso Foti (Affari Europei, Coesione e PNRR).

L’incontro è stato coordinato da Benedetta Brighenti, direttrice generale RENAEL e membro del board italiano del Patto dei Sindaci.

TORINO  CLICK

Quanto tempo ci vuole per vendere una casa a Torino?

Secondo Tecnocasa i tempi di vendita degli immobili sono in media di 109 giorni. Bologna e Milano sono le più veloci con 79 e 83 giorni, Torino vanta 112 giorni

Secondo l’Ufficio Studi del gruppo Tecnocasa i tempi di vendita degli immobili, nelle grandi città, a gennaio 2025, sono di 109 giorni. Si tratta di un dato simile a quello di un anno fa  (108 giorni).

Ancora una volta Bologna e Milano si confermano le città più veloci, con 79 e 83 giorni, in aumento di 11 giorni rispetto a un anno fa.

I tempi più lunghi si segnalano a Genova (142 giorni), che si conferma così la città  in cui occorre più tempo per vendere un immobile, seguita da Palermo con 128 giorni. Nelle realtà dell’hinterland delle metropoli occorrono 142 giorni contro i 137 di un anno fa.

I tempi di vendita più brevi si segnalano nell’hinterland di Firenze (117 giorni), che migliora di tre giorni, soprattutto al traino del mercato della casa vacanza. A seguire ci sono Verona con 125 giorni e Bologna con 126. Per Torino città occorrono 112 giorni, per la provincia 159 giorni.

Nei capoluoghi di provincia chi decide di vendere un immobile deve mettere in conto mediamente 132 giorni, in leggero aumento rispetto a un anno fa quando ne occorrevano 131.

In generale si evidenzia un aumento dei tempi di vendita che confermerebbe una maggiore prudenza da parte dei potenziali acquirenti, soprattutto per determinate tipologie immobiliari.

Mara Martellotta

Blocco Diesel Euro 5:  Piemonte, Lombardia e Veneto cercano di evitarlo

AL LAVORO PER SCONGIURARE LO STOP CHE DANNEGGEREBBE FAMIGLIE E IMPRESE 
“In una intervista al Corriere della Sera, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha ribadito l’intenzione di inserire nella legge di conversione del decreto infrastrutture un emendamento per evitare il blocco dei veicoli diesel Euro 5 attualmente previsto il 1 ottobre in Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto aprendo anche alla possibilità di individuare misure alternative che garantiscano analoghi effetti sulla qualità dell’aria senza bloccare le auto, penalizzando famiglie e imprese. È apprezzabile che dal Governo giunga una proposta che, procedendo nella direzione che come presidenti di Regione condividiamo e sosteniamo da tempo, intende farsi carico di una situazione che impatterebbe sulla vita di milioni di cittadini”.
Così, i presidenti delle Regioni Piemonte, Alberto Cirio, Lombardia, Attilio Fontana, e Veneto, Luca Zaia, in una nota congiunta, in merito alla necessità di prorogare il blocco alla circolazione delle auto che rientrano nelle categorie oggetto del provvedimento restrittivo imposto dalla Commissione europea.

Vuelta a España 2025: il Piemonte fa la storia del ciclismo internazionale

/

Il conto alla rovescia è iniziato: per la prima volta nella sua lunga storia, la Vuelta a España partirà dall’Italia, e precisamente dal Piemonte. Torino-Venaria Reale sarà il suggestivo punto di partenza di una delle competizioni ciclistiche a tappe più prestigiose al mondo, un evento che segna un momento storico per lo sport e per il territorio.

Con la Grand Départ del Tour de France e la partenza del Giro d’Italia già ospitate in passato, l’arrivo della Vuelta consente al Piemonte di completare un trittico straordinario, diventando l’unica regione italiana ad aver accolto le partenze di tutti e tre i Grandi Giri. Un traguardo che conferma il suo ruolo di polo internazionale per lo sport e il turismo, capace di attrarre milioni di visitatori e di valorizzare il patrimonio paesaggistico, culturale ed enogastronomico.

La corsa spagnola, celebre per l’ambita maglia roja, rappresenta una vetrina senza eguali: ogni tappa è seguita da un pubblico globale in oltre 190 Paesi, portando il Piemonte sotto i riflettori della scena sportiva mondiale.

Non è un caso che questa terra, culla di grandi campioni come Costante Girardengo, Fausto Coppi, Giovanni Brunero e Franco Balmamion, oggi possa vantare protagonisti contemporanei come Filippo Ganna, Elisa Longo Borghini ed Elisa Balsamo. Senza dimenticare il torinese Angelo Conterno, primo italiano a trionfare alla Vuelta nel 1956, e Fabio Aru, ultimo vincitore azzurro e attuale ambasciatore della corsa in Italia.

L’edizione 2025 sarà una grande festa popolare che coniuga sport, cultura e turismo. Il percorso piemontese attraverserà le province di Torino, Biella, Vercelli, Novara e Cuneo, offrendo panorami mozzafiato tra Alpi, colline, laghi e borghi storici.

Le tappe piemontesi della Vuelta 2025

  • 23 agosto – Prima tappa: la “Salida Oficial” parte dalla Reggia di Venaria Reale con arrivo a Novara, attraversando Torino, l’Eporediese, Biella, il Vercellese e le sponde del Lago Maggiore. Tappa pianeggiante di 189 km, con un solo GPM e un probabile arrivo in volata. Il Km 0 sarà al Motovelodromo di Torino, davanti al monumento a Fausto Coppi.

  • 24 agosto – Seconda tappa: 160 km da Alba a Limone Piemonte, passando per le colline del Roero e del Cuneese. Il finale in salita, a 1.881 metri, è il primo vero banco di prova per gli uomini di classifica.

  • 25 agosto – Terza tappa: da San Maurizio Canavese a Ceres, per un totale di 135 km tra saliscendi e un GPM a Castelnuovo Nigra. Un tracciato variegato che promette sorprese.

  • 26 agosto – Quarta tappa: 207 km da Susa verso la Francia, passando per Exilles, Cesana, Claviere e il Monginevro. Una frazione alpina che collega due terre ciclisticamente affini.

Le istituzioni parlano della Vuelta

“Ospitare la partenza ufficiale della Vuelta a España 2025 rappresenta per il Piemonte un’occasione straordinaria di visibilità globale e un riconoscimento al nostro impegno nel promuovere lo sport e il territorio – dichiara il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio – […] Siamo pronti ad accogliere questa sfida con entusiasmo e professionalità”.

“Per la prima volta nella sua storia il prossimo 23 agosto la Vuelta a España attraverserà la città di Torino – afferma il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo – […] Un’atmosfera di festa che vogliamo far vivere a tutta la città”.

“La Vuelta 2025 rappresenta un’altra occasione straordinaria per valorizzare tutte le eccellenze del nostro territorio su scala internazionale – sottolinea l’assessore regionale allo Sport e al Turismo, Marina Chiarelli – […] Il ciclismo è nel dna del Piemonte”.

“Siamo entusiasti di annunciare il passaggio della Vuelta a Torino e ci inorgoglisce ancora di più che il chilometro zero della tappa parta proprio dal Motovelodromo Fausto Coppi – dichiara l’assessore torinese Domenico Carretta – […] una scelta che testimonia il nostro impegno nel promuovere e arricchire di nuove storie luoghi storici della nostra città”.

“Siamo molto soddisfatti dell’accoglienza che la Regione Piemonte ha riservato a La Vuelta – dice Javier Guillén, direttore de La Vuelta – […] Torino e tutte le città piemontesi che visiteremo avranno l’opportunità di vivere in prima persona lo spirito della Vuelta”.

Team Presentation e quartier generale

La presentazione ufficiale delle squadre avverrà giovedì 21 agosto in piazzetta Reale a Torino, tra Palazzo Reale e la Galleria Sabauda. I 22 team sfileranno sul palco davanti al pubblico e ai media mondiali, in un evento aperto a tutti e trasmesso in diretta TV e streaming.

Il Grattacielo Piemonte fungerà da quartier generale per la gestione logistica dell’evento: ospiterà la sala stampa, le riunioni tecniche e le operazioni di accredito. La Sala Trasparenza diventerà il cuore operativo della Vuelta nei giorni precedenti la partenza ufficiale.

Sapori in corsa: il Piemonte incontra la Spagna

Accanto alla competizione sportiva, prenderà vita un’iniziativa enogastronomica che coinvolgerà chef e produttori locali. Un menù speciale, ideato in collaborazione con i Cuochi della Mole, renderà omaggio ai sapori di Spagna e Piemonte: dalle tapas all’aperitivo, passando per riso e carne, fino a un dessert che unisce churros e zabaione. Un’occasione per celebrare il gusto e lo spirito conviviale dello sport.

La Vuelta a España 2025 non sarà solo una corsa: sarà un viaggio attraverso paesaggi, sapori e passioni, che segnerà un nuovo capitolo nella storia ciclistica del Piemonte.

Amianto, dalla Regione nuove misure sanitarie e ambientali

/

Novità sul fronte sanitario per quanto riguarda l’amianto: gli assessori Riboldi e Marnati alla riunione del Comitato Strategico

Si è svolta ieri mattina, presso il Grattacielo Piemonte, la riunione del Comitato Strategico Amianto, alla quale hanno preso parte l’assessore alla Sanità Luigi Icardi e l’assessore all’Ambiente ed Energia Matteo Marnati. Al centro dell’incontro, l’approvazione di importanti misure sul fronte sanitario e ambientale.

«Abbiamo approvato il progetto operativo di ottimizzazione delle gestione dell’iter diagnostico-terapeutico-assistenziale e dell’attività di ricerca in pazienti con sospetto di mesotelioma. E’ un passaggio importante al quale tengo particolarmente anche come ex sindaco della Città di Casale Monferrato. La Regione è fortemente impegnata sul fronte della ricerca del mesotelioma con la Rete Oncologica, con l’AOU Alessandria, con l’Asl di Alessandria e con tutte le istituzioni e le associazioni del territorio che ringrazio per l’attenzione costante sul tema: un impegno che è ulteriormente rafforzato dalla prossima istituzione dell’IRCCS Alessandria-Casale Monferrato dedicato alle patologie polmonari il cui iter è stato avviato nel 2023 e prosegue con il lavoro del Commissario straordinario Antonio Maconi.»

Con queste parole, l’assessore alla Sanità ha commentato i risultati della riunione, sottolineando l’importanza strategica del nuovo progetto operativo approvato, che rafforza il ruolo della Regione Piemonte nella lotta contro il mesotelioma, malattia legata all’esposizione all’amianto.

Nel corso dell’incontro, si è discusso anche dello stato attuale e delle prospettive legate agli interventi di bonifica dell’amianto, sia sotto il profilo sanitario sia ambientale. In particolare, è in fase di predisposizione un nuovo bando destinato alla bonifica di manufatti contenenti amianto presenti negli edifici pubblici, per i quali è prevista una dotazione di circa 3 milioni di euro nel triennio 2025-2027.

Parallelamente, la Regione intende attivare iniziative volte a incentivare interventi anche sugli edifici privati, con una strategia integrata che prevede la rimozione delle coperture in amianto e l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, in particolare fotovoltaici.

«Stiamo proseguendo con l’attività di mappatura dell’amianto – ha sottolineato l’assessore all’Ambiente ed Energia Matteo Marnati – rispetto alle quale intendiamo fare ricorso anche a nuove modalità e tecnologie e, grazie alla riorganizzazione della struttura della Regione, è stato individuato un settore che a breve avvierà i lavori per la redazione del nuovo Piano Regionale Amianto.»

In riferimento alle bonifiche nei Siti di Interesse Nazionale, proseguono le attività nel SIN di Casale Monferrato, dove si registra un avanzato stato di attuazione degli interventi sui cosiddetti “polverini”, ovvero gli sfridi delle lavorazioni prodotte dallo stabilimento Eternit. Anche nel SIN di Balangero si procede con la bonifica degli impianti e si valutano le possibilità di recupero e riutilizzo delle aree già messe in sicurezza.

Caldo africano (e qualche temporale) nel mese di giugno a Torino e in Piemonte

/

La prima parte di giugno sarà all’insegna del bel tempo su gran parte del Piemonte, con condizioni che si manterranno in prevalenza stabili e soleggiate, accompagnate da un graduale aumento delle temperature dovuto all’arrivo di un’intensa ondata di caldo africano.

Oggi  martedì 10 giugno, correnti più umide provenienti da est portano un temporaneo aumento della nuvolosità, specie al mattino. Non sono però previste precipitazioni significative, e già dal pomeriggio il cielo è tornato a schiarirsi a partire dalle pianure orientali.

Tra venerdì 13 e sabato 14 giugno, sarà possibile lo sviluppo di locali temporali di calore, soprattutto sulle zone alpine, con possibili sconfinamenti verso le aree pedemontane tra Torinese e Cuneese. Fenomeni isolati potrebbero interessare anche i rilievi del Rosa e dell’Ossola, mentre il tempo dovrebbe rimanere più stabile tra il Verbano e il Novarese.

Domenica 15 giugno potrebbe segnare un cambio più significativo: un possibile cedimento dell’anticiclone potrebbe favorire la formazione di temporali più diffusi e localmente intensi nel tardo pomeriggio e in serata. Tuttavia, data la distanza temporale, si tratta ancora di una tendenza da confermare nei prossimi aggiornamenti.

Temperature in netto aumento con picchi fino a 35°C

Le giornate centrali della settimana, in particolare mercoledì 11 e giovedì 12 giugno, saranno dominate dal caldo africano, con temperature in forte rialzo. Si prevedono punte di 33-34°C nel Torinese, Cuneese e Biellese, 31-33°C su Verbano e Novarese, e fino a 34-35°C tra Vercellese, Astigiano e Alessandrino.

L’aumento termico sarà accompagnato da senso di afa, data l’umidità presente sulla Pianura Padana, con un impatto maggiore nelle ore serali e nei centri urbani. Un lieve calo delle temperature è possibile nel fine settimana, specie domenica, ma il clima resterà comunque caldo e afoso su tutta la regione.

Mirafiori, più di 600 operai in esubero incentivati a lasciare il posto

Se il buongiorno si vede dal mattino… il nuovo ad di Stellantis, Antonio Filosa, aveva annunciato il rilancio di Mirafiori. Ma la notizia delle scorse ore è di oltre 600 operai in esubero nello storico stabilimento. L’azienda ha comunicato l’avvio di una procedura di licenziamento collettivo, con incentivi all’esodo. Riguarda 250 operai delle Carrozzerie, 19 del reparto Presse e a 31 della Costruzione Stampi. Sono 212 a doversene andare dagli enti centrali, 20 lavoratori al Services, 16 al Centro Ricerche Fiat. Sono invece 53 gli operai in esubero alla PCMA di San Benigno e 9 alla ex Tea a Grugliasco. Il  polo produttivo torinese di Stellantis conta circa 12mila dipendenti.

Morti sul lavoro, il Piemonte tra le regioni a rischio: VCO, Alessandria e Cuneo in zona rossa

/

Il Piemonte si conferma tra le regioni italiane più colpite dal fenomeno delle morti sul lavoro. Secondo i dati aggiornati ad aprile 2025 dell’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega, la regione si trova in zona arancione, con un’incidenza di mortalità pari a 9,2 decessi ogni milione di occupati, superiore alla media nazionale di 8,8.

“Con un’incidenza di mortalità per milione di lavoratori pari a 9,2, superiore al dato medio nazionale di 8,8, il Piemonte si colloca in zona arancione nella mappatura dell’emergenza”, ha dichiarato l’ingegner Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Vega.

Nel primo quadrimestre del 2025 si contano 17 vittime in occasione di lavoro e 9 morti in itinere, per un totale di 26 decessi. A livello provinciale, la situazione più critica riguarda Verbano-Cusio-Ossola (14,8), Alessandria (11,5) e Cuneo (11,4), tutte in zona rossa. Seguono Asti (10,8) e Torino (10,4) in zona arancione. Le province di Biella, Novara e Vercelli registrano invece zero decessi e rientrano in zona bianca.

In termini assoluti, Torino è la provincia con il numero più alto di vittime: 16 morti complessivi, di cui 10 avvenuti durante l’attività lavorativa.

Il settore più colpito è quello delle Attività Manifatturiere, con 1.466 denunce di infortunio in occasione di lavoro nel periodo gennaio-aprile 2025.

La classificazione adottata dall’Osservatorio Vega divide le regioni in quattro fasce di rischio (bianca, gialla, arancione, rossa) sulla base dell’incidenza degli infortuni mortali per milione di occupati, consentendo un confronto proporzionato tra territori con diversa densità lavorativa. Il dato del Piemonte, ancora una volta, richiama l’urgenza di intensificare le misure di prevenzione e sicurezza sul lavoro.