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Il bollettino Covid: nuove vittime ma contagi e ricoveri in calo. I guariti sono oltre tremila

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17.30

65.346 PAZIENTI GUARITI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti guariti sono complessivamente 65.346 (+3.272 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: Alessandria 5.816, Asti 3.152, Biella 2.023 Cuneo 7.355 Novara 4.840, Torino 37.143, Vercelli 2.453, Verbano-Cusio-Ossola 1.866, extraregione 367, oltre a 331 in fase di definizione.

I DECESSI SONO 5.496

Sono 77 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 11 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora 5.496 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 850 Alessandria, 326 Asti, 266 Biella, 590 Cuneo, 511 Novara, 2.454 Torino, 280 Vercelli, 168 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 51 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 146.934(+ 2.896 rispetto a ieri, di cui 861, il 30%, sono asintomatici).

I casi sono così ripartiti: 557 screening, 1.114 contatti di caso, 1.195 con indagine in corso; per ambito: 219 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 156 scolastico, 2.521 popolazione generale.

La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 12.652 Alessandria, 6.750 Asti, 5.180 Biella, 19.191 Cuneo, 11.059 Novara, 79.629 Torino, 5.525 Vercelli, 4.669 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 856 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1.423 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 390( –3 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 5.150(75rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 70.552

I tamponi diagnostici finora processati sono 1.405.087(+ 18.889rispetto a ieri), di cui 743.791 risultati negativi.

Diciassettenne adescava bambini su internet

Un ragazzo di 17 anni ha adescato bambini via internet convincendoli a produrre immagini a contenuto pedopornografico

A luglio era iniziata l’indagine condotta dal commissariato di Rivoli  in collaborazione con le polizie postali del Piemonte e del Veneto.

La scorsa primavera, durante il primo lockdown, il giovane attraverso la piattaforma del videogioco Fortnite ha contattato  i bambini, trasferendo poi la comunicazione su Tik-Tok, Instagram e Whatsapp.
La mamma di uno dei bambini, tutti attorno ai dieci anni, ha presentato  la denuncia che ha dato il via alle indagini.

La Regione pronta a fare causa per il ritardo nella consegna dei vaccini antinfluenzali


Intanto il Piemonte si candida con il distretto del freddo di Casale Monferrato a essere capofila nella distribuzione e conservazione dei vaccini Covid-19

Non siamo disposti a tollerare inadempienze contrattuali quando è in gioco la salute dei cittadini e ricorreremo a tutti gli strumenti legali a nostra disposizione per garantire a coloro che ne hanno diritto il vaccino contro l’influenza”: non usa mezzi termini il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, di fronte alle difficoltà rappresentate in queste ore dalla Sanofi, vincitrice della gara regionale per la fornitura di 1 milione e 320 mila dosi di vaccino antinfluenzale, di riuscire a garantire la puntualità delle consegne dell’antidoto.

“A maggio – continua il presidente nel corso di una conferenza stampa indetta per fare il punto sulla questione – l’Assessorato alla Sanità ha sottoscritto un contratto che ci assicurava un numero di dosi capace di garantire l’immunizzazione, considerata ottimale dal ministero della Salute, di oltre il 94% della popolazione a rischio. Finora, però, ci sono state consegnate solo 900 mila dosi e senza rispettare il cronoprogramma delle forniture, creando situazioni di tensioni tra farmacisti, medici e pazienti, mentre la responsabilità è solo della ditta che non sta mantenendo gli impegni assunti”.

L’assessore alla sanità, Luigi Genesio Icardi, ha evidenziato che: “Nonostante le difficoltà, in 3 settimane di campagna sono state comunque già vaccinate in Piemonte oltre 613.000 persone, un numero vicino ai soggetti vaccinati in tutto il 2019 che sono stati 700.000. Sanofi ci ha comunicato oggi l’estrema difficoltà a consegnarci le 400.000 dosi restanti e, pertanto, non vedo altra strada che agire per via legale richiedendo l’adempimento degli impegni contrattuali che l’azienda aveva assunto a maggio con la Regione”.

La questione è stata posta all’attenzione del coordinatore dell’area giuridico-amministrativa dell’Unità di crisi, Antonio Rinaudo, che ha individuato diverse strade da percorrere: “Oltre alla diffida, c’è la possibilità dell’acquisto in danno: la Regione si rivolge ad un’altra ditta per l’acquisto e i costi, anche se superiori, se li accolla la Sanofi. Ma data la penuria di vaccini sul mercato internazionale, potrebbe essere difficile trovare un’azienda presso cui comperare le dosi mancanti. C’è poi l’azione civile di risarcimento danni e quella penale, la più immediata, perché ci troviamo di fronte a un reato previsto dall’articolo 355 del codice penale, che punisce gli inadempimenti di contratti di pubbliche forniture”.

“Il ritardo nella consegna dei vaccini antinfluenzali non è responsabilità né dei medici di famiglia, né delle farmacie e tantomeno della Regione Piemonte – ha sottolineato Massimo Mana, presidente di Federfarma Piemonte -. Siamo perfettamente consapevoli della criticità della situazione e, per questo, siamo disponibili, anche a mettere nuovamente a disposizione della Regione Piemonte, come ci è stato richiesto, le 16.000 dosi di vaccino che ci erano state destinate straordinariamente, in base all’accordo Stato-Regioni, per la vendita in farmacia sul libero mercato a soggetti non a rischio, affinché possano essere garantite in questo momento alle fasce più a rischio della popolazione che devono essere vaccinate dal servizio sanitario pubblico”.

L’importanza invece di non farsi prendere dall’ansia, essendoci ancora ampio margine di tempo per essere vaccinati con efficacia è stata sottolineata dal prof. Giovanni Di Perri, infettivologo e responsabile Malattie infettive dell’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino: “Manca più di un mese prima di arrivare al picco influenzale e il vaccino inizia ad avere effetto già dopo 10-15 giorni”.

La conferenza stampa è stata anche l’occasione per parlare del prossimo arrivo del vaccino anti-covid.

Su questo fronte, la Regione Piemonte non si limiterà a consegnare al commissario Arcuri il proprio piano per la prima fase di somministrazione con il vaccino contro il covid messo a punto dalla Pfeizer (previsto in consegna a fine gennaio), ma candiderà anche il Distretto del freddo di Casale Monferrato, con le sue 30 aziende del settore della refrigerazione, 2.500 addetti e un miliardo e mezzo di fatturato l’anno, a diventare protagonista a livello nazionale della conservazione e distribuzione sicura del vaccino, che deve avvenire a – 80 gradi.

Ad annunciarlo insieme al presidente, il sindaco di Casale, Federico Riboldi, e il casalese Marco Buoni, presidente di AREA (Air Conditioning and Refigeration European Association), che stanno mettendo a punto, insieme a una task force di cui fa parte anche l’assessore regionale alle attività produttive, Andrea Tronzano, un progetto da presentare ad Arcuri per partecipare attivamente alla redazione del piano nazionale.

“Su indicazione del presidente Cirio – ha dichiarato l’assessore Tronzano – con il sindaco di Casale abbiamo subito creato un gruppo di lavoro all’interno del cluster del freddo che produrrà uno studio entro la prossima settimana e si incentrerà su diverse ipotesi di stoccaggio e trasporto di vaccini che vanno dal -80 al +4 gradi. Naturalmente il dossier è aperto a tutti i contributi delle aziende piemontesi con know how nel settore. Lavoriamo perché il governo scelga anche l’eccellenza piemontese”.

Ritorno a scuola e protocolli di sicurezza: cosa ne pensano i bambini?

In occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia,  SOS Villaggi dei Bambini diffonde l’indagine Ipsos sulle nuove consapevolezze degli italiani in materia di povertà educativa e divario digitale, cibo e alimentazione a casa e a scuola.

In Piemonte, a ottobre l’86% di bambini e ragazzi era contento di ripartire e il 52% ha affrontato con “entusiasmo” il ritorno tra i banchi. Quasi 8 su 10 i ragazzi piemontesi che si sentono “molto” o “abbastanza” al sicuro in classe, e il 73% dimostra piena comprensione e adesione verso i protocolli di sicurezza e l’uso dei DPI a scuola. 

Alla ripresa dell’anno scolastico, in Piemonte il 53% degli studenti di elementari e medie usufruiva del servizio mensa, ben 10 punti in più della media nazionale (43%). Un servizio essenziale per molti: in più di 1 caso su 10 in Italia la disattivazione della refezione scolastica comporta la mancanza di un pasto giornaliero ben bilanciato, che la famiglia fa fatica a garantire a causa delle difficoltà economiche.

 

Cresce rapidamente l’attenzione degli italiani per quelle che saranno le scelte del Governo sulla Scuola, con conseguenze che vanno oltre la funzione educativa. Guardando al dato nazionale, in Italia i ragazzi sono stati contenti di tornare a scuola (90%), un rientro affrontato con entusiasmo (50%), nonostante le stringenti misure di sicurezza, verso le quali c’è stata una sostanziale adesione e comprensione (70%).

Più preoccupati i genitori, i cui timori per il rischio di contagi (25%) supera quello per i possibili problemi di apprendimento legati alla didattica a distanza (14%). Mentre il pasto consumato a scuola si conferma un elemento fondamentale nella vita familiare, sotto l’aspetto organizzativo ma soprattutto nutrizionale, laddove per molti ragazzi esso rappresenta l’unico pasto veramente completo della giornata (11%).

Sono alcuni dei dati emersi dal sondaggio “Nutrire l’Infanzia. Povertà educativa, divario digitale”[1], realizzato da Ipsos per conto di SOS Villaggi dei Bambini per indagare, alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Infanzia, le dinamiche all’interno delle famiglie italiane dopo la ripresa dell’anno scolastico in questa nuova fase pandemica. Attraverso questa indagine, l’Organizzazione intende intervenire e sensibilizzare il grande pubblico sul fondamentale ruolo della Scuola nel garantire ai bambini e ai ragazzi la possibilità di costruirsi un solido bagaglio di competenze e di conoscenze, con un’attenzione specifica a quanti vivono in condizioni di fragilità e di marginalità.

È stato un ritorno tra i banchi tra luci e ombre – spiega Samantha Tedesco, Responsabile Programmi e Advocacy di SOS Villaggi dei Bambini – tra la paura del contagio e la consapevolezza del ruolo insostituibile dell’istruzione. Abbiamo scelto di divulgare questi dati in occasione del 20 novembre, anniversario dell’adozione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’Infanzia, per celebrare il protagonismo dei bambini e invitare i Governi a rinnovare i loro impegni per i diritti dei più piccoli, primo fra tutti quello allo studio, riconosciuto anche dal quarto Obiettivo di Sviluppo delle Nazioni Unite (“Fornire un’educazione di qualità, equa e inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento eque per tutti”, ndr). La profonda crisi globale che stiamo vivendo rischia di sospingere i temi dell’Infanzia ai margini dell’agenda. Per questo – conclude Tedesco – oggi è più importante che mai, per SOS Villaggi dei Bambini, rivendicare il diritto dei più giovani a partecipare ai processi che incidono, o incideranno, sulla loro vita”.

A SCUOLA IN TEMPI DI PANDEMIA: L’ENTUSIASMO DEI FIGLI, LE PAURE DEI GENITORI

9 genitori su 10 dichiarano che il proprio figlio era molto (53%) o abbastanza (37%) contento di rientrare a scuola (86% in Piemonte), indipendentemente dal ciclo di studi o classe frequentata. 1 genitore su 2 parla di “entusiasmo” come stato d’animo prevalente nei figli che hanno affrontato il rientro a scuola. Il 16% dei genitori ritiene invece che il proprio figlio abbia affrontato il rientro con incertezza su ciò che avrebbe potuto aspettarsi, e l’8% dei genitori parla addirittura di un rientro con paura.

Guardando al ciclo scolastico/classe frequentata, maggiore l’entusiasmo riconosciuto ai più piccoli (58% per i bambini di prima e seconda elementare), a fronte di un maggior senso del dovere dei più grandi (dalla terza elementare alle medie).

Più di 7 genitori su 10 ritengono che il proprio figlio si senta molto (14%) o abbastanza (62%) sicuro a scuola. Tra quelli invece che ritengono che il proprio figlio non si senta abbastanza sicuro (1 su 4), il 55% attribuisce l’insicurezza alla paura che i compagni non rispettino le misure precauzionali (soprattutto nelle scuole medie), il 27% lamenta misure di prevenzione e, in generale, di organizzazione poco chiare (specie nelle elementari) e il restante 18% crede che il proprio figlio tema di non poter rispettare le misure previste (soprattutto in prima e seconda elementare).

Per quanto concerne protocolli e misure, 7 genitori su 10 pensano che i propri figli stiano rispettando le regole con entusiasmo. L’impossibilità di organizzare gite e uscite scolastiche rappresenta la restrizione che più infastidisce bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie (67%). Seguono: il distanziamento sociale, che non permette la socializzazione con i compagni (63%); l’impossibilità di scambiarsi oggetti coi compagni (58%); l’uso delle mascherine (52%). Decisamente meno impattanti l’utilizzo dei gel disinfettanti, gli ingressi e le uscite scaglionati, il lavaggio delle mani e la misurazione della temperatura corporea.

Meno sereni dei ragazzi sembrano essere i genitori: la totalità di mamme e papà in Italia lamenta almeno una preoccupazione. Tra questi, il 25% (il 32% in Piemonte) dichiara di essere preoccupato per il rischio di contagio all’interno degli istituti e il 17% (12% in Piemonte) negli assembramenti fuori (specialmente i genitori dei ragazzi delle medie). In misura minore si temono possibili problemi di apprendimento collegati all’attivazione della DAD (14%), che con il nuovo anno scolastico ha assunto la veste di Didattica Digitale Integrata (DDI).

4 genitori su 10 riportano della scoperta di effettivi casi di Covid-19 nella scuola del proprio figlio, di più tra i genitori con figli frequentanti le scuole medie piuttosto che le elementari (47% vs il 37%). Alle scuole medie troviamo anche una maggior quota di genitori che riporta più di un caso per scuola (28% a fronte di un 19% delle elementari). Guardando invece alla presenza di casi Covid-19 nella classe del proprio figlio, la quota di genitori che riporta di almeno un caso si riduce al 14% (di cui 8% con più di un caso positivo).

Secondo mamme e papà, il 75% dei ragazzi di elementari e medie ha vissuto tale evento con preoccupazione (molta o moderata). Dal punto di vista dell’organizzazione familiare, le quarantene hanno generato difficoltà per quasi 8 famiglie su 10, prevedibilmente con maggiore impatto per i genitori degli alunni delle elementari.

 

NUTRIRE L’INFANZIA: L’IMPORTANZA DEL PASTO A MENSA

In Italia quasi 6 genitori su 10 hanno dichiarato che nel periodo di rilevazione il proprio figlio non stava fruendo del servizio mensa, o per scelta (20%) o perché non previsto dalla scuola (37%). In Piemonte questa la percentuale di quanti usufruivano del servizio era più alta però di ben 10 punti (53%) rispetto alla media nazionale.

Il pasto a scuola rappresenta un aiuto valido, talvolta indispensabile: in poco più di una famiglia su dieci (12%) la disattivazione del servizio di refezione comporta l’incapacità di garantire ai ragazzi un pasto giornaliero ben bilanciato in termini nutrizionali (7%) o addirittura la mancanza del principale pasto giornaliero (5%) a causa delle difficoltà economiche in cui versa la famiglia.

L’assenza del servizio mensa ha comportato anche altri problemi per le famiglie: doversi organizzare affinché il figlio torni a casa per pranzo (44% dei casi), la necessità di trovare il tempo per preparare il pranzo al sacco da portare a scuola (23%), il disagio che il figlio debba pranzare a casa da solo (13%).

In generale, la valutazione del pasto a scuola e del suo ruolo per la famiglia è positiva. I due terzi dei genitori intervistati lo considerano tutto sommato equilibrato (66%); al pasto consumato nella mensa scolastica viene inoltre attribuita una funzione educativa (64%), in quanto utile ad abituare i figli a una alimentazione sana e completa. Allo stesso tempo la maggioranza dei genitori riconosce un buon livello di qualità (57%) ai pasti serviti nella scuola (il 29% li considera addirittura di ottima qualità). E per buona parte del campione i pasti serviti nella mensa scolastica possono essere anche fonte di ispirazione (56%) per imparare a equilibrare l’alimentazione del proprio figlio.

LA DIDATTICA A DISTANZA

Prima della suddivisione dell’Italia in regioni rosse, gialle e arancioni, fra gli intervistati di tutta Italia, 1 studente su 4 ha sperimentato la Didattica Digitale Integrata; in un caso su 10 come unica modalità di didattica.

Ripensando al lockdown della scorsa primavera, il 66% dei genitori valuta positivamente l’esperienza dei propri figli con la DAD, modalità di didattica attivata nella quasi totalità delle scuole. 9 studenti su 10 avevano avuto la possibilità di seguire le lezioni online in modo regolare, seppur con alcune differenze legate alla classe frequentata: inferiore la quota di bambini di prima e seconda elementare che hanno frequentato le lezioni online in modo regolare durante il lockdown di primavera (79% vs quasi il 90% dei bambini più grandi). Tra chi non aveva potuto seguire regolarmente le lezioni, i principali impedimenti erano stati problemi di connessione internet e strumentazione inadeguata/scarsa/assente.

La DAD si conferma molto impattante rispetto al coinvolgimento dei genitori: quasi 9 intervistati su 10 dichiarano di aver aiutato il proprio figlio con le lezioni online, durante il lockdown di primavera e/o al momento della rilevazione, “spesso” in quasi 4 casi su 10. Non manca però, anche se largamente minoritario, il segmento di genitori privi di educazione tecnologica e quindi incapaci di aiutare il proprio figlio con la didattica a distanza: 1 famiglia su 10.

 

ALTRI ASPETTI ORGANIZZATIVI: ORARI E TRASPORTI

A settembre, il 63% degli studenti di elementari e medie avevano ripreso la didattica secondo l’orario canonico, in termini sia di numero di ore sia di fascia oraria (7 su 10 gli studenti di 1a e 2a elementare. Invece, tra le famiglie che hanno subito una modifica, parziale o totale, dell’orario scolastico, il 74% ha dovuto fronteggiare problemi legati principalmente alla necessità di accompagnare e riprendere i figli a scuola.

Infatti, tra i mezzi di trasporto, il più utilizzato al momento dell’indagine risultava l’automobile (per più di 1 studente su 2)In Piemonte più di un terzo degli studenti (36%) si recava a scuola a piedi o in bici, dato più alto rispetto alla media nazionale (29%). Invece, il trasporto pubblico è utilizzato in modo marginale (solo dal 6% degli studenti di elementari e medie) e il trasporto scolastico in circa 1 caso su 10. Nel dettaglio, era pari al 46% la quota di ragazzi delle medie che raggiungevano la scuola accompagnati in macchina; minoritario, infine, il ricorso al trasporto pubblico (2%) per i bambini delle prime classi elementari.

Il bollettino: 88 vittime, 3861 contagi e 4465 guariti

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

62.074 PAZIENTI GUARITI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti guariti sono complessivamente 62.074 (+4.465 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: Alessandria 5.666, Asti 3.074, Biella 1.949 Cuneo 7.084 Novara 4.525, Torino 35.004, Vercelli 2.326, Verbano-Cusio-Ossola 1.803, extraregione 326, oltre a 317 in fase di definizione.

I DECESSI SONO 5.419

Sono 88 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 11 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora 5.419 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 841 Alessandria, 322 Asti, 266 Biella, 590 Cuneo, 508 Novara, 2.393 Torino, 280 Vercelli, 168 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 51 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 144.038 (+ 3.861 rispetto a ieri, di cui 1.273 (33%) sono asintomatici).

I casi sono così ripartiti: 965 screening, 1.402 contatti di caso, 1.494 con indagine in corso; per ambito: 373 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 227 scolastico, 3.261 popolazione generale.

La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 12.452 Alessandria, 6.564 Asti, 5.076 Biella, 18.643 Cuneo, 10.841 Novara, 78.293 Torino, 5.443 Vercelli, 4.490 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 839 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1.397 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 393 ( + 3 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 5.225 (+ 78 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 70.927

I tamponi diagnostici finora processati sono 1.386.198 (+ 21.513 rispetto a ieri), di cui 731.191 risultati negativi.

Tragedia di piazza San Carlo, il pm chiede un anno e otto mesi per la sindaca Appendino

Il pubblico ministero Vincenzo Pacileo ha chiesto per la sindaca di Torino, Chiara Appendino,  un anno e otto mesi.

Questa la richiesta di condanna al processo per i fatti drammatici di Piazza San Carlo del 3 giugno 2017.

L’udienza si tiene nell’aula magna del palazzo di giustizia di Torino con il rito abbreviato che prevede lo sconto di pena di un terzo.

La prima cittadina è accusata di omicidio, lesioni e disastro colposo.

Il Torino Film Festival ai tempi del Covid apre i battenti negli studi Rai

20 novembre alle  ore 18:30

https://www.raiplay.it/programmi/torinofilmfestival

La cerimonia di apertura del 38 Torino Film Festival è stata realizzata dallo studio TV1 del Centro di Produzione Rai di Torino che ospita il programma “Che succ3de?” condotto da Geppi Cucciari su Rai3.

Una scenografia mozzafiato, con un vidiwall che si anima con tutte le immagini del festival, sei telecamere e un allestimento tecnologico da programma di prime time.

 

La cerimonia sarà visibile il 20 novembre 2020 alle ore 18:30 sul sito di RaiPlay nello spazio dedicato al TFF e curato da Rai Movie.

 

A fare gli onori di casa Stefano Francia di Celle, direttore del TFF; con lui la vicedirettrice Fedra Fateh e il direttore del Museo Nazionale del Cinema Domenico De Gaetano.

In collegamento il presidente del Museo Nazionale del Cinema Enzo Ghigo, la sindaca di Torino Chiara Appendino e il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.

 

Nel corso della cerimonia viene raccontato il passato e il presente del cinema, con un particolare e sentito pensiero a tutti i grandi artisti che ci hanno prematuramente lasciato.  Viene presentata la giuria tutta al femminile e si ricordano alcuni dei temi di questa edizione. In rappresentanza di tutti gli autori, interviene da remoto Davide Bongiovanni che nel suo corto (R)esisti affronta la drammatica contemporaneità dell’emergenza Covid.

 

La cerimonia si chiude con il collegamento dal Messico con la regista Fernanda Valadez e parte del cast tutto al femminile del film d’apertura Sin señas particulares: la produttrice e montatrice Astrid Rondero, l’autrice della colonna sonora Clarice Jensen e l’attrice protagonista Mercedes Hernández.

Per maggiori informazioni e la visione del film:

https://www.torinofilmfest.org/it/38-torino-film-festival/film/sin-se%C3%91as-particulares/41023/

 

Nello studio di “Che succ3de?” è stato anche realizzato parte del programma speciale per il conferimento a Isabella Rossellini del Premio Stella della Mole per l’innovazione artistica, che sarà possibile seguire venerdì 27 novembre alle ore 18:00 sempre sul sito di RaiPlay nello spazio dedicato al TFF e curato da Rai Movie.

Rai è main media partner del 38 Torino Film Festival.

 

Revocati i blocchi del traffico per i diesel euro 4 ed euro 5

L’ordinanza ha efficacia da domani venerdì , 20 novembre. Cirio e Marnati: “Una decisione di buon senso in un momento di emergenza”

Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, d’intesa con gli assessori competenti all’Ambiente e alla Sanità, Matteo Marnati e Luigi Genesio Icardi, ha firmato questa sera un’ordinanza con la quale vengono sospese le limitazioni alla circolazione per i veicoli diesel euro 4 ed euro 5. La decisione è stata condivisa con il ministro dell’Ambiente Sergio Costa alla luce dei disagi affrontati dalla cittadinanza  per la situazione emergenziale dovuta alla diffusione della pandemia, che ha determinato importanti impatti sanitari e socio-economici a tutti i livelli, regionale, nazionale e internazionale.

“Ho appena firmato l’ordinanza che revoca in tutto il Piemonte i blocchi del traffico per la circolazione dei Diesel euro 4 ed euro 5 – dichiara il presidente della Regione Alberto Cirio -. Una decisione di buonsenso in un momento d’emergenza già difficile da affrontare per ogni cittadino. Ringrazio il ministro dell’Ambiente Costa per aver condiviso questa scelta e il nostro assessore all’Ambiente Matteo Marnati per il prezioso lavoro che ha portato a questo risultato”.

Nell’ordinanza, in particolare, si legge “allo scopo di contrastare il diffondersi del virus Covid-19 su tutto il territorio della regione Piemonte, sono sospese le misure temporanee di limitazione delle emissioni relative al settore mobilità privata, per spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o d’urgenza”.

“In un momento così delicato per la nostra regione, sia da un punto di vista sanitario che economico – commenta Matteo Marnati, assessore regionale all’Ambiente –  è passata la linea della Giunta di poter revocare i blocchi del traffico. Una giusta misura che, finché saremo in Zona Rossa o Arancione, non aggraverà il disagio legato allo spostamento delle persone per motivi di lavoro e necessità. Tutelare la qualità dell’aria rimane una priorità dell’assessorato all’Ambiente con misure di contrasto all’inquinamento”.

Covid Piemonte: nell’ultimo bollettino 78 vittime, 5349 contagi, 3098 guariti e 61 ricoveri in meno

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 18,30

57.609 PAZIENTI GUARITI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti guariti sono complessivamente 57.609 (+3098 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: Alessandria 5225, Asti 2854, Biella 1818 Cuneo 6699 Novara 4008, Torino 32.432 Vercelli 2213, Verbano-Cusio-Ossola 1742, extraregione 311, oltre a 307 in fase di definizione.

I DECESSI SONO 5331

Sono 78 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 10 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora 5331 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 835 Alessandria, 317 Asti, 263 Biella, 576 Cuneo, 505 Novara, 2348 Torino, 274 Vercelli, 162 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 51 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

I casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte sono 140.177(+ 5.349 rispetto a ieri, di cui 1629, il 30% sono asintomatici).

I casi sono così ripartiti: 1177 screening, 2168 contatti di caso, 2004 con indagine in corso; per ambito: 416 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 256 scolastico, 4677 popolazione generale.

La suddivisione complessiva su base provinciale diventa: 12.235 Alessandria, 6.425 Asti, 4.879 Biella, 18.107 Cuneo, 10.434 Novara, 76.237 Torino, 5.306 Vercelli, 4.336 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 831 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1.369 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 390(+2 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 5.147(-61 rispetto a ieri, saldo comprensivo dei posti nelle strutture pubbliche e private).

Le persone in isolamento domiciliare sono 71.700

I tamponi diagnostici finora processati sono 1.364.685 (+41.876 rispetto a ieri), di cui 725.251 risultati negativi.

NB Il numero odierno di tamponi effettuati in Piemonte risulta sensibilmente superiore alla media giornaliera, perché include il caricamento di una quota di dati relativa agli screening effettuati nei giorni scorsi all’interno delle RSA.

L’indice Rt Covid sta scendendo verso quota 1. Cirio vede avvicinarsi la zona arancione

Il governatore  Alberto Cirio annuncia che l’indice Rt del Covid in Piemonte  è oggi “molto vicino all’1.

Si stanno vedendo gli effetti, molto buoni, delle misure prese ancora prima della creazione della zona rossa”.

Aggiunge il presidente della Regione: “Il 13 novembre abbiamo toccato parametri da zona arancione, ora sta a noi mantenerli nei prossimi giorni per poterci passare il 27 novembre”.