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Altre 60 mila mascherine consegnate a Rsa e presìdi socio-assistenziali

Le residenze e i presidi socio assistenziali presenti sul territorio piemontese da ieri sono stati dotati di altre 60mila mascherine

Si tratta della seconda tranche che riguarda la tipologia “chirurgica” e che fa seguito a una prima distribuzione di 42mila dispositivi “lavabili”.

La Protezione civile della Regione, con l’ausilio dei volontari, ha consegnato a tutti i presidi del Piemonte, comprese le Rsa, una dotazione complessiva di circa 102mila mascherine per consentire agli operatori di poter lavorare in sicurezza.

«Questa fornitura – sottolinea Chiara Caucino, assessore al Welfare – è un passo importante per dare adeguata protezione a chi rischia la propria vita quotidianamente, mettendosi al servizio di chi ha più bisogno in questo momento. È segno che la macchina regionale si sta muovendo con tutti i mezzi a disposizione, per supportare la gestione della salvaguardia e della tutela dei lavoratori e degli ospiti dei presidi socio-assistenziali. Gli assessorati regionali lavorano costantemente in sinergia e sono pienamente operativi per affrontare nel modo più incisivo e concreto possibile questa importante emergenza».

« Colgo l’occasione – commenta l’assessore regionale alla Protezione civile Marco Gabusi – per ringraziare quanti stanno lavorando nelle strutture e nei presidi e i volontari del Coordinamento regionale della Protezione civile, della Croce Rossa italiana, dell’Associazione nazionale carabinieri, dell’Associazione nazionale alpini, del Corpo Volontari Antincendi Boschivi e dell’Anpas. Donne e uomini di grande coraggio, che non si risparmiano mai, dedicandosi agli altri senza indugio e senza paura. Sono tutti i giorni sul territorio a supporto dell’Unità di Crisi per gestire i grandi e piccoli problemi che coinvolgono i cittadini a tutti i livelli. Un supporto che si esprime non solo con le operazioni logistiche assegnate, ma che va ben oltre e si manifesta nelle parole di incoraggiamento, nei sorrisi e nei gesti di umanità che possono davvero fare la differenza».

dierre

In preghiera davanti alla Sindone: diretta tv e social sabato 11 aprile

Nel «giorno della Sindone», il Sabato Santo, l’Arcivescovo di Torino, Custode pontificio, sarà a pregare davanti alla Sindone, nella cappella dove il Telo è custodito

Il prossimo 11 aprile alle 17 mons. Nosiglia guida dalla Cattedrale una liturgia di preghiera e contemplazione, trasmessa sia in diretta televisiva sia sui canali e le piattaforme social. Al termine della diretta tv, sui social il dialogo e la riflessione continueranno con l’intervento di esperti e voci di «testimoni» del momento che stiamo vivendo. La piattaforma social è realizzata con il contributo della Regione Piemonte. La regia delle immagini è a cura dell’équipe di Pastorale Giovanile della diocesi di Torino, che sta preparando l’incontro europeo dei giovani di Taizé previsto per il prossimo dicembre 2020 (E anche in quell’occasione sarà offerta ai giovani l’opportunità di contemplare il Telo; la Città di Torino ha già avviato una collaborazione con la diocesi e la Comunità di Taizé per l’organizzazione dell’incontro).

Un segno di speranza

La preghiera davanti alla Sindone è, per la Chiesa, un modo per ricordare nella liturgia il Cristo morto, in attesa della risurrezione di Pasqua. Ma è anche, in questi giorni, la strada efficace per raccogliersi tutti, credenti e non, in una riflessione di fronte alla pandemia che sconvolge le nostre vite. La  Sindone ci offre  un messaggio di speranza che parte della passione e morte  del Signore ma  che diventa fonte della vita nuova offerta a chiunque crede. Una speranza che ci è tanto più necessaria oggi, di fronte ai lutti e alle sofferenze provocate in tutto il mondo dal contagio. L’amore  che ci manifesta la Sindone ci sostiene nel credere che alla fine la luce vincerà le tenebre dello scoraggiamento e delle paure e la vita vincerà  la morte e ogni altro male che assilla l’umanità.

Una ostensione «nuova»

Non si tratterà di una ostensione come quelle del passato. La Sindone rimane nella teca in cui è custodita normalmente ma sarà possibile contemplarla attraverso le immagini televisive. I precedenti più immediati (con malati e giovani nel 2013, con i giovani nel 2018) si sono svolti con modalità leggermente diverse. Nella speciale preghiera dell’11 aprile prossimo una novità assoluta è rappresentata dalla «diretta social» che si propone di coinvolgere… tutto il mondo, perché la Sindone è davvero un «segno globale» e le piattaforme che renderanno disponibili la diretta possono raggiungere l’intero pianeta.

Nei prossimi giorni forniremo informazioni dettagliate sui canali tv e sugli indirizzi web attraverso cui sarà possibile seguire in diretta la preghiera davanti alla Sindone.

Colombe e uova artigianali, la disfatta pasquale

Quest’anno spariranno dalle nostre tavole, uova, colombe e pasticceria artigianale pasquale

E’ vietata la vendita da un’interpretazione governativa del Dpcm dell’11 marzo sul contenimento dell’emergenza coronavirus, secondo cui le imprese artigiane di pasticceria, obbligate alla chiusura, non possono vendere i loro prodotti neppure attraverso la modalità di asporto, consentita invece ad altre attività.

Confartigianato ritiene che “lo stop alla produzione e vendita delle pasticcerie sia un’assurda discriminazione rispetto ai negozi e alla grande distribuzione, ai quali è  permessa la commercializzazione di prodotti dolciari”.

In base ai calcoli il divieto alle colombe, uova e dolci tipici pasquali causa in Piemonte perdite per circa 40 milioni di euro in un mese, a danno di 1.600 pasticcerie e gelaterie, delle quali 1.200 sono imprese artigiane, circa il 76% dell’intero  settore.

Coronavirus, pronti i kit dell’Università per eseguire i tamponi

I due Atenei piemontesi rispondono alla richiesta di screening sul territorio della Regione Piemonte. Il kit con i reagenti per il rilevamento del virus COVID-19 è stato progettato nei laboratori dal Centro Interdipartimentale di Biotecnologie Molecolari di UniTo.

L’Università degli Studi di Torino (UniTo) e l’Università del Piemonte Orientale (Upo) hanno allestito un test «in house» per l’identificazione del Coronavirus dai tamponi eseguiti sul territorio. Le due università piemontesi si sono coordinate per rispondere alla richiesta della Regione Piemonte di effettuare test diffusi per lo screening del virus COVID-19. Ad annunciarlo è il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio assieme con l’Assessore regionale all’Innovazione e agli Atenei, Matteo Marnati.

“In questo modo – ha spiegato il presidente Cirio – la Regione riesce a fare fronte all’esigenza di fare più tamponi sapendo che più test si faranno, più reagenti saranno necessari, ed è per questa ragione che abbiamo coinvolto le nostre eccellenze come le due Università di Torino e del Piemonte Orientale. In pochi giorni abbiamo incrementato l’attivazione dei laboratori da 2 a 18 e soltanto ieri abbiamo eseguito oltre 3600 tamponi”.

«L’idea di coinvolgere gli atenei – ha aggiunto Marnati – deriva dal fatto che in questo momento servono soluzioni rapide per effettuare i test. La sperimentazione ha certificato la validità di tutti i test che sono stati messi al confronto con quelli presenti sul mercato. Questa è la dimostrazione che la ricerca e la scienza sanno dare le giuste risposte a ogni fabbisogno, con orgoglio il Piemonte dimostra di essere sempre all’avanguardia dimostrando di avere un modello universitario eccellente».

La capacità di condurre questi test da parte del Sistema sanitario potrebbe essere limitata a causa della carenza di reagenti. Le Università del Piemonte, con questo impegno, intendono mettere a disposizione le proprie conoscenze e strutture per aumentare la potenzialità di svolgere i test di coronavirus sul territorio fornendo un servizio cruciale teso a combattere la pandemia.

«Il Piemonte – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – dimostra ancora una volta la capacità di fare sistema. Le migliori eccellenze regionali della Ricerca, dell’Industria e della Sanità hanno saputo unire le forze e fare la differenza in questo momento di grave emergenza per il Piemonte. Siamo grati a tutti coloro che hanno collaborato a questo importante progetto, che ci permette di muoverci in autonomia su un fronte strategico come quello dei reagenti per i test sul virus».

Il test si basa sulla tecnica nota come reazione a catena della polimerasi per trascrizione inversa (RT-PCR) utilizzando un kit per la diagnosi del virus, assemblato e testato per la sua validità in laboratorio. Ed è proprio questo kit che è stato progettato ed allestito in questa settimana, nei laboratori del Centro Interdipartimentale di Biotecnologie Molecolari (MBC) dell’Università di Torino.

Il kit comprende reagenti identificati come ottimali per il rilevamento dell’RNA del virus e attualmente reperibili per assicurare ai laboratori diagnostici un costante e sicuro rifornimento. Inoltre, il kit è stato progettato per essere utilizzabile dalle diverse strumentazioni di cui sono dotati i centri diagnostici. A questo proposito, i ricercatori si sono coordinati con i Direttori dei Laboratori diagnostici della Città della SaluteZooprofilatticoNovaraCuneo e altri ancora.

Il Centro Interdipartimentale di Biotecnologie Molecolare, di cui il dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze della Salute è il maggior afferente, e il Centro di Ricerca Traslazionale sulle malattie autoimmuni e allergiche (CAAD-UPO) possiedono laboratori attrezzati e ricercatori altamente specializzati che hanno risposto numerosissimi, con entusiasmo, mettendosi a disposizione immediatamente.

Il Rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna ha dichiarato: «Questa iniziativa è una pronta risposta all’eccezionale emergenza causata dalla pandemia COVID-19 ed è nata dalla relazione virtuosa tra le Università, la Regione e il territorio. UniTo ha subito messo a disposizione tutte le sue competenze, i laboratori e gli strumenti per l’allestimento di un test “in house” per l’identificazione del Coronavirus, progettando il kit con i reagenti ottimali per il rilevamento del virus. La capacità di condurre questi test da parte del Sistema sanitario è, infatti, attualmente a rischio a causa anche della carenza di kit reperibili. Per questo motivo, il nostro Ateneo, che conta una comunità di oltre 80 mila persone, ha voluto fare la sua parte, partecipando direttamente, con le proprie competenze, alla lotta contro il Covid-19».

Il Rettore dell’Università del Piemonte Orientale Gian Carlo Avanzi ha dichiarato: «UPO ha risposto all’appello della nostra Regione attraverso l’impegno, l’entusiasmo e l’abnegazione dei suoi ricercatori, che hanno messo in campo il loro elevato profilo professionale per arrivare in brevissimo tempo a questo importante risultato. Come medico e come rettore sono davvero orgoglioso che le competenze presenti nel nostro Ateneo e le strutture altamente specializzate possano contribuire a superare questo momento di emergenza per la nostra comunità».

IL VIDEO:

https://we.tl/t-WePvp4C2y9

La Regione inasprisce le restrizioni: “Non tutti capiscono che siamo in piena emergenza”

Ulteriori restrizioni: al mercato solo una persona per famiglia e brevi uscite all’aria aperta non oltre i 200 metri da casa. In fase di verifica la possibilità di raddoppiare il valore delle sanzioni. Il presidente Cirio: “Siamo ancora in emergenza piena, ma in troppi sembrano non capirlo”

Firmata dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio la proroga dell’ordinanza sulle misure di contenimento al coronavirus valide su tutto il territorio. Avrà efficacia fino al 13 aprile in linea con il decreto del Governo.

In Piemonte restano valide tutte le restrizioni già previste nella precedente ordinanza

Alcune novità  stringono ulteriormente le maglie del contenimento:

Vietata ogni attività sportiva all’aria aperta, salvo brevi uscite nei pressi della propria abitazione che sono consentite solo entro una distanza massima di 200 metri.

Viene estesa in modo specifico anche ai mercati la regola che vi si possa recare una sola persona per nucleo familiare, esattamente come già previsto per tutti gli altri esercizi commerciali.

Badanti e colf possono proseguire l’attività lavorativa solo in caso di assistenza necessaria per persone non autosufficienti o parzialmente autosufficienti.

Accanto alle nuove restrizioni sono stati previsti, inoltre, alcuni chiarimenti che verranno pubblicati come FAQ sul sito della Regione.

Gli spostamenti dei volontari sono consentiti, ma solo se strettamente connessi alla gestione dell’emergenza Coronavirus.

La priorità di accesso agli esercizi commerciali è valida per tutti gli operatori impegnati in prima linea nell’emergenza e in possesso di regolare tesserino: volontari della protezione civile e operatori sanitari, tra cui medici, infermieri e anche farmacisti.

Insieme alla Prefettura si sta inoltre valutando la possibilità di incrementare il regime sanzionatorio. La proposta del Presidente della Regione è di raddoppiare il valore delle sanzioni su tutto il territorio piemontese.

“Sono sinceramente molto preoccupato – dichiara il presidente Cirio -. Temo che molte persone non abbiano ancora capito che questa è una guerra e che in guerra si sta a casa. Ho visto troppa gente a passeggio in queste ultime ore. Ne va della salute di tutti e ogni leggerezza vanifica gli sforzi enormi che tutto il sistema sta facendo in una situazione che non ha precedenti. Stare a casa non è un appello, è la regola che vale per tutti”.

Coronavirus: 265 pazienti guariti, 450 in terapia intensiva. Le nuove vittime sono 70

Il bollettino della Regione Piemonte delle ore 19 di venerdì 3 aprile

 

265 PAZIENTI GUARITI, 487 IN VIA DI GUARIGIONE

Questo pomeriggio l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che il numero complessivo di pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, è salito a 265, cosi suddiviso su base provinciale: 15 in provincia di Alessandria, 15 in provincia di Asti, 14 in provincia di Biella, 26 in provincia di Cuneo, 17 in provincia di Novara, 138 in provincia di Torino, 10 in provincia di Vercelli, 24 nel Verbano-Cusio-Ossola, 6 provenienti da altre regioni.

Altri 487 sono “in via di guarigione”, cioè risultati negativi al primo tampone di verifica dopo la malattia e in attesa ora dell’esito del secondo.

70 DECESSI, COMPLESSIVAMENTE 1.088

Sono 70 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 14 in provincia di Alessandria, 4 in provincia di Asti, 1 in provincia di Biella, 5 in provincia di Cuneo, 4 in provincia di Novara, 38 in provincia di Torino, 1 in provincia di Vercelli, 2 nel Verbano-Cusio-Ossola, 1 proveniente da altra regione.

Il totale complessivo è ora di 1.088 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 202 ad Alessandria, 52 ad Asti, 82 a Biella, 75 a Cuneo, 128 a Novara, 416 a Torino, 59 a Vercelli, 55 nel Verbano-Cusio-Ossola, 19 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

SITUAZIONE CONTAGI

Sono 11.082  le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 1.525 in provincia di Alessandria, 529 in provincia di Asti, 550 in provincia di Biella, 861 in provincia di Cuneo, 937 in provincia di Novara, 5.389 in provincia di Torino, 577 in provincia di Vercelli, 517 nel Verbano-Cusio-Ossola, 164 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 33 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 450.

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 36.547, di cui 20.642 risultati negativi.

Emergenza sanitaria, reclutati più di 1700 medici e infermieri

Sono complessivamente 1.739 le risorse umane aggiuntive reclutate fino ad ora, con diverse forme contrattuali, dalle Aziende sanitarie regionali del Piemonte per l’emergenza coronavirus covid19

LUIGI ICARDI: «GRAZIE AL PERSONALE SANITARIO CHE SI E’ MESSO A DISPOSIZIONE, COMBATTIAMO INSIEME LA BATTAGLIA PIU’ DURA»

Sono complessivamente 1.739 le risorse umane aggiuntive reclutate fino ad ora, con diverse forme contrattuali, dalle Aziende sanitarie regionali del Piemonte per l’emergenza coronavirus covid19. Tra queste, 323 medici, 835 infermieri e 581 altre professionalità, comprendenti personale medico laureato, biologi, farmacisti, operatori socio sanitari, tecnici di laboratorio e fisioterapisti.

«Siamo grati al personale sanitario che ha risposto così generosamente ai bandi dell’Unità di crisi della Regione Piemonte – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi -, tutti stanno lavorando al meglio delle proprie capacità, con sforzi enormi, in condizioni di massima emergenza. Ringraziamo di cuore i volontari e quanti sono arrivati dall’estero per offrire il loro contributo. Il Piemonte sta affrontando la crisi più difficile, con il massimo delle forze disponibili».

Tampone a seimila operatori sanitari, 800 risultano positivi

Sono 6.064 gli operatori sanitari del Piemonte già sottoposti al tampone diagnostico sul coronavirus covid-19. Tra questi, 811 (13%) sono risultati positivi

Complessivamente, sono 55 mila i dipendenti della Sanità regionale (tra cui 34.800 operatori sanitari) per i quali l’Unità di crisi della Regione Piemonte ha chiesto l’effettuazione del tampone, secondo un protocollo concordato con le associazioni sindacali e di categoria.

Il modello condiviso prevede per gli operatori sanitari e i tecnici della Regione Piemonte l’esecuzione del tampone su coloro che presentano sintomi riconducibili al Covid-19 o che abbiano avuto contatti stretti con soggetti positivi e, in parallelo, anche per tutti i medici di famiglia convenzionati che siano sintomatici. Analoghe disposizioni anche per gli operatori del 118.

«Il personale del Sistema sanitario regionale – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi -, sta compiendo uno sforzo senza precedenti. Siamo riconoscenti e grati per il generoso impegno di medici, infermieri, tecnici e operatori sanitari nell’estenuante lotta quotidiana contro il virus. E’ nostro dovere fare tutto quanto è nelle nostre possibilità per prenderci cura di chi si sta prendendo cura di tutti».

Didattica a distanza, dal Governo i fondi per le scuole del Piemonte

Oltre 5,6 milioni di euro: sono  le risorse destinate alle scuole del Piemonte per il potenziamento della didattica a distanza

E’ quanto previsto dal riparto degli 85 milioni stanziati dal governo attraverso il decreto Cura Italia.

“Si lavora con rapidità per potenziare la didattica a distanza, per mettere tutti gli studenti in grado di poterla seguire e dando a tutti gli insegnanti le conoscenze per poterla effettuare”. Così la ministra Azzolina. Per la ripartizione delle risorse è stato scelto un criterio che permetta di raggiungere meglio le zone del Paese e le famiglie dove c’è maggiore necessità.  In Piemonte, sul totale,  672mila euro sono destinati alle piattaforme e agli strumenti digitali, 4,6 milioni alla connettività di rete e ai dispositivi digitali e  336 mila euro alla formazione del personale scolastico.

Cultura alla riscossa. La Reggia di Venaria e i teatri “a reti unificate” per ripartire

La Venaria Reale, il Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, il Teatro Regio Torino, la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani, il Teatro Concordia – Fondazione Via Maestra – Venaria Reale oggi sono chiusi al pubblico

Ma la loro programmazione di eventi e iniziative prosegue  per un pubblico che sempre più numeroso segue le diverse attività proposte in streaming, in attesa della loro riapertura. Nelle domeniche 3 e 10 maggio, a partire dalle 17, condivideranno le loro piattaforme social per proporre “a reti unificate” l’iniziativa Facciamo luce tutti insieme. Saranno proposte  in diretta streaming dalla Galleria Grande della Reggia di Venaria,  una serie di concerti, letture recitate e performance teatrali registrate su diversi temi. Un modo originale per rilanciare  progetti culturali comuni, con rimandi e scambi reciproci di suggestioni e di pubblico.