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Covid, il bollettino di lunedì 25 gennaio

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16:30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 600 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 48 dopo test antigenico), pari al 5,8% dei 10.313 tamponi eseguiti, di cui 5.146 antigenici. Dei 600 nuovi casi, gli asintomatici sono 248 (41,3%).

I casi sono così ripartiti: 166 screening, 277 contatti di caso, 157 con indagine in corso; per ambito: 45 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 51 scolastico, 504 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 222.305 così suddivisi su base provinciale: 19.894 Alessandria, 11543 Asti, 7655 Biella, 30.694 Cuneo, 17.411 Novara, 115.929 Torino, 8306 Vercelli, 7963 Verbano-Cusio-Ossola, oltre 1138 a residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1772 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 163 (+ 7 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2364 (+ 19 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 10.674

I tamponi diagnostici finora processati sono 2.378.770(+ 10.313 rispetto a ieri), di cui 1.003.928 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 8604

Sono 21 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 4 verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 8604 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1305 Alessandria, 563 Asti, 366 Biella, 982 Cuneo, 720 Novara, 3917 Torino, 395 Vercelli, 275 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 81 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

200.500 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 200.500 (+ 707 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 17.503 Alessandria, 10.218 Asti, 6925 Biella, 28.017 Cuneo, 15.704 Novara, 104.872 Torino, 7.512 Vercelli, 7.093 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1034 extraregione e 1622 in fase di definizione.

Nel terzo trimestre si attenua il calo dell’export nei distretti piemontesi

Il terzo trimestre 2020 registra il calo delle esportazioni rispetto ai  primi due trimestri nei dodici distretti e nei due poli tecnologici del Piemonte.

Il comparto agroalimentare sale rispetto allo stesso periodo del 2019 e le difficoltà maggiori riguardano l’oreficeria e il tessile.

 

I dati del terzo trimestre dello scorso anno, elaborati dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, disegnano un quadro delle esportazioni con perdite  più contenute rispetto ai primi sei mesi dell’anno.

Le perdite subite nel 2020 sono il prezzo delle difficoltà legate alla pandemia.

In Piemonte quasi mille imprese in meno

Sono un migliaio in meno le imprese in Piemonte.

I dati, riferiti al 2020, sono del Registro imprese delle Camere di commercio, dal quale emerge un crollo sia delle iscrizioni sia delle cessazioni: sono nate 20.942 aziende, ossia  il 19,4% in meno rispetto al 2019, e  le cessazioni sono state 21.913 (-20,3% ).

Tra i settori in crescita  il turismo (+0,74%) e le costruzioni (+0,83%). Il commercio scende del -1,04%, l’industria e l’agricoltura registrano flessioni più consistenti,  pari a -1,46% e -1,47%. Invece la provincia di Torino segna una sostanziale stabilità (+0,16%).

Situazione critica nelle carceri, il garante: “Recuperare le strutture esistenti”

“Occorre valutare attentamente come utilizzare al meglio le strutture esistenti e le risorse in campo, a cominciare da quelle del personale. Siamo ancora in tempo: meglio puntare sul recupero degli spazi esistenti nelle carceri di Alba, Cuneo e Alessandria.

Senza contare che i progetti faraonici di Savona e l’ipotesi di convertire in carcere una caserma di Casale Monferrato rischiano di rivoluzionare il panorama carcerario piemontese senza risolvere le criticità da noi denunciate”. Lo ha dichiarato il garante regionale delle persone detenute Bruno Mellano al termine dell’incontro, svoltosi nella sede del Comune di Asti, tra il sindaco Maurizio Rasero e il provveditore dell’Amministrazione penitenziaria Pierpaolo D’Andria, alla presenza della garante comunale dei detenuti Paola Ferlauto.

Focus della riunione: il progetto del nuovo padiglione da 120 posti, da edificare al posto dell’attuale campo da calcio della Casa di reclusione di Asti.

Mellano ha auspicato che l’ipotesi di costruzione del padiglione venga riconsiderata e alle sue perplessità si sono unite quelle dall’Amministrazione comunale, preoccupata che il progetto non sia utile a risolvere le criticità già note, andando a peggiorare una situazione già di per sé precaria e già nota a livello nazionale.

Al termine dell’incontro Mellano ha chiesto a Rasero “un aiuto da parte del Comune per interventi di accoglienza dei familiari dei detenuti, dal momento che il carcere di Asti ospita detenuti appartenenti a circuiti di diversi livelli di sicurezza e provenienti da altre zone d’Italia”.

I garanti hanno inoltre chiesto che l’Ufficio detenuti del Provveditorato fornisca numeri ed elenchi di detenuti astigiani presenti nelle altre carceri del Piemonte per poter dare la migliore assistenza possibile alle situazioni di fragilità sociale magari ancora sconosciute all’Amministrazione comunale.

Il bollettino Covid di domenica 24 gennaio

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 619 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 54 dopo test antigenico), pari al 5,1% dei 12.023 tamponi eseguiti, di cui 5285 antigenici. Dei 619 nuovi casi, gli asintomatici sono 228 (36,8%).

I casi sono così ripartiti: 122 screening, 339 contatti di caso, 158 con indagine in corso; per ambito: 28 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 51 scolastico, 540 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 221.705 così suddivisi su base provinciale: 19.862 Alessandria, 11.482 Asti, 7651 Biella, 30.670 Cuneo, 17.370 Novara, 115.525 Torino, 8299 Vercelli, 7932 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1137 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1777 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 156 (come ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2345 (+8rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 10.828.

I tamponi diagnostici finora processati sono 2.368.457 (+12.023 rispetto a ieri), di cui 1.001.593 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 8583

Sono 9 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1 verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 8583 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1301 Alessandria, 560 Asti, 364 Biella, 981 Cuneo, 719 Novara, 3908 Torino, 395 Vercelli, 274 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 81 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

199.793 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 199.793 (+719 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 17.446 Alessandria, 10.164 Asti, 6906 Biella, 27.912 Cuneo, 15.634 Novara, 104.527 Torino, 7492 Vercelli, 7056 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1034 extraregione e 1622 in fase di definizione.

All’ospedale Regina Margherita un macchinario che “aggiusta” le fratture dei piccoli pazienti

Grazie ad un nuovo macchinario dal nome “fluoroscopio”, gli ortopedici dell’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino possono direttamente in Pronto soccorso “aggiustare” le fratture dei piccoli pazienti guardando in tempo reale come si comportano le ossa mentre viene confezionato il gesso.

Questo apparecchio di brillanza per la sala gessi, a basso impatto di radiazioni, non solo permette le riduzioni di fratture in modo ottimale con guarigioni più tempestive, ma evita anche in alcuni casi il ricovero e l’intervento chirurgico.

L’acquisto di questo innovativo ma costoso macchinario, donato al Dipartimento Patologia e cura del bambino “Regina Margherita” (diretto dalla professoressa Franca Fagioli), è stato possibile grazie al contributo di “Ortobi Onlus”, “Per Nia Onlus”, “Io sto con il Regina Margherita Onlus”, “1Caffè Onlus” e Kia Motor Italia.

In precedenza in assenza del fluoroscopio il paziente veniva sottoposto a radiografie iniziali in pronto soccorso, ed inviato in sala gessi. In caso di fratture con perdita del normale allineamento del segmento, in sala gessi veniva eseguita una manovra di riallineamento e confezionato un gesso. Una volta completata questa procedura, il paziente veniva reinviato in radiologia per eseguire nuove radiografie e su tali radiografie controllare la buona riuscita della manovra di riduzione. Nel caso la manovra di riallineamento non fosse stata efficace o l’allineamento fosse peggiorato durante il confezionamento del gesso l’unica soluzione era di togliere il gesso e ripetere tutta la procedura (anche più volte) fino ad ottenere un risultato soddisfacente.

Ora con il fluoroscopio, il paziente, giunto in sala gessi con una radiografia eseguita in pronto soccorso, viene sottoposto alla manovra di riallineamento ed al confezionamento del gesso direttamente sotto il controllo radiografico del fluoroscopio. Pertanto l’ortopedico può costantemente controllare radiograficamente sia la correttezza della manovra di riallineamento sia che non si perda l’allineamento ottenuto durante il confezionamento del gesso. Oltre a questo vantaggio, il fluoroscopio permette anche di ridurre la dose di radiazioni assorbita dal paziente e dagli operatori, se confrontato con le radiografie standard.

 

Il bollettino Covid di sabato 23 gennaio

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 931 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 114 dopo test antigenico), pari al 3,9% dei 23.769 tamponi eseguiti, di cui 15.116 antigenici. Degli 931 nuovi casi, gli asintomatici sono 364 (39,1%).

I casi sono così ripartiti: 198 screening, 452 contatti di caso, 281 con indagine in corso; per ambito: 49 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 71 scolastico, 811 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 221.086 così suddivisi su base provinciale: 19.784 Alessandria, 11.453 Asti, 7629 Biella, 30.637 Cuneo, 17.331 Novara, 115.154 Torino, 8.287 Vercelli, 7897 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.137 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1.777 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 156 (+4 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.337(5 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 10.945.

I tamponi diagnostici finora processati sono 2.354.634 (+23.769 rispetto a ieri), di cui 998.516 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 8.574

Sono 26 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1 verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 8.574 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.298 Alessandria, 560 Asti, 364 Biella, 981 Cuneo, 719 Novara, 3903 Torino, 395 Vercelli, 273 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 81 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

199.074 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 199.074 (+806 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 17.374 Alessandria, 10.099 Asti, 6867 Biella, 27.820 Cuneo, 15.587 Novara, 104.225 Torino, 7.455 Vercelli, 6.996 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.031 extraregione e 1.620 in fase di definizione.

Piemonte verso la zona gialla. Cirio: “Avanti con attenzione e prudenza”

Il presidente Cirio: “I sacrifici dei piemontesi stanno dando i loro frutti, ma continuiamo con attenzione e prudenza massima”

Nella settimana 11-17 gennaio in Piemonte si registra una riduzione dell’incidenza delle diagnosi di COVID-19 rispetto alla settimana precedente. I nuovi casi segnalati all’ISS sono stati 5.178 (-24% rispetto alla settimana 4-10 gennaio), pari a un’incidenza di 119 per 100.000 abitanti, di questi il 40% risulta asintomatico.
La frequenza degli ultraottantenni sul totale dei casi si riduce dal 13% al 10%.
Il valore dell’Rt puntuale (dalla data di inizio sintomi) si riduce rispetto alla settimana scorsa passando da 1.14 a 1.04 e quello medio (basato sulla curva degli ultimi 15 giorni) passa da 1.09 a 1.05.
Si riduce rispetto alla settimana precedente il numero dei focolai attivi, sia i nuovi che quelli dei casi non collegati a catene di trasmissione note ricostruiti dall’attività di contact tracing dei SISP. Diminuisce, passando da 12.7% a 8.8%, la quota di tamponi positivi sul totale dei tamponi effettuati. Questa riduzione si registra sia per il setting territoriale sia per quello ospedaliero.
Resta ancora alto il carico sui servizi ospedalieri: sotto soglia (30%) e stabile al 27% il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva; diminuisce ulteriormente quello dei posti letto in area medica (43%, era 46% la settimana precedente) restando però ancora oltre soglia (40%).

“Nel Report del Ministero il Piemonte migliora tutti i suoi parametri sanitari *- evidenzia il presidente della Regione Alberto Cirio -*. Scende l’Rt, calano focolai ed incidenza e continua a ridursi anche la pressione ospedaliera, che resta però ancora alta. I sacrifici dei piemontesi stanno dando i loro frutti, ma continuiamo con attenzione e prudenza massima”.

Il Report 36 riporta una valutazione della probabilità di diffusione Bassa (per la riduzione dell’incidenza e dei nuovi focolai), riguardo alla resilienza dei servizi sanitari territoriali non sono segnalate Allerte, la valutazione di impatto sui servizi ospedalieri resta valutata Alta (perché il tasso di occupazione dei posti letto ordinari scende, ma è ancora oltre soglia) e la classificazione complessiva di rischio di questa settimana passa da Alta a Moderata. Il Piemonte risulta nello Scenario 1.

Coronavirus, il bollettino di venerdì 22 gennaio

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 849 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 143 dopo test antigenico), pari al 4% dei 21.060 tamponi eseguiti, di cui 13.908 antigenici. Degli 849 nuovi casi gli asintomatici sono 370 (43,6%).

I casi sono così ripartiti: 208 screening, 434 contatti di caso, 207 con indagine in corso; per ambito: 84 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 74 scolastico, 691 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 220.155 così suddivisi su base provinciale: 19.696 Alessandria, 11.407 Asti, 7618 Biella, 30.535 Cuneo, 17.200 Novara, 114.698 Torino, 8263 Vercelli, 7847 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1132 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1759 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 152 (-7 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2342 (-77 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 10.845.

I tamponi diagnostici finora processati sono 2.332.667 (+21.060 rispetto a ieri), di cui 993.711 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 8548

Sono 23 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 3verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 8548 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1297 Alessandria, 560 Asti, 364 Biella, 977 Cuneo, 712 Novara, 3890 Torino, 395 Vercelli, 272 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 81 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

198.268 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 198.268 (+1063 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 17.292 Alessandria, 10.040 Asti,6840Biella, 27.698 Cuneo, 15.490 Novara, 103.907 Torino, 7425 Vercelli, 6937 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1027 extraregione e 1612 in fase di definizione.

Covid, di nuovo possibili le visite ai parenti in ospedale in caso di condizioni critiche

Gli ospedali del Piemonte riaprono parzialmente le porte alle visite dei familiari ai pazienti.Il Dirmei ha infatti inviato a tutte le aziende sanitarie delle linee guida da applicare presso le proprie strutture, per consentire innanzitutto l’incontro tra ricoverati in particolari criticità cliniche o psicologiche e i loro congiunti e per l’assistenza alle donne che debbano partorire, indicando rigide regole da seguire perché questi momenti si svolgano nella massima sicurezza.

«Superare l’isolamento estremo dei pazienti in ospedale – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – anche se solo per una parte selezionata di malati, risponde alla necessità di reintrodurre un elemento di naturale, ma ‘cruciale’ umanità nel vissuto dei contagiati e dei loro famigliari, augurandoci che possa trattarsi di un primo passo verso il graduale ritorno alla normalità. Il conforto degli affetti è un aspetto da tenere nella massima considerazione, compatibilmente con lo stato di necessità degli ospedali».

A valutare quando per un paziente, covid o non covid, sia opportuno, dato lo stadio della sua malattia, incontrare un membro della propria famiglia sarà un’equipe multidisciplinare di reparto composta da medico, infermiere e psicologo clinico. La presenza di quest’ultimo è giudicato fondamentale nel caso dei malati covid-19 e dei loro parenti, con cui questi ultimi possono avere, se necessario, un colloquio preliminare sia telefonico, sia “in presenza”. Nel caso dell’accesso a un reparto Covid, per un congiunto le condizioni indispensabili sono l’assenza di sintomatologia riferibile a una possibile infezione da coronavirus e l’esecuzione, presso la struttura ospedaliera, di un tampone rapido, che ovviamente deve essere negativo.
A quel punto, dopo l’incontro con lo psicologo, l’infermiere guida il congiunto nelle operazioni di vestizione dei Dpi in un’area “filtro”, che prevedono: camice idrorepellente, guanti, mascherina filtrante FP2/FP3, visore e cuffia.
Il parente può così essere introdotto in reparto, per un incontro che può durare 20 minuti. In situazioni cliniche terminali o di grave malessere psichico, in caso di congiunti anch’essi positivi a domicilio, è possibile per i Sisp, su richiesta del medico di reparto, derogare all’isolamento, purché la persona possa spostarsi autonomamente con mezzo proprio e lo psicologo clinico e l’infermiere indossino fin dal primo momento i Dpi.

Non molto differente la procedura per la visita a un congiunto non affetto da coronavirus, ad eccezione di una vestizione che comprende solo mascherina FP2 e camice visitatore, a condizione ovviamente che il tampone rapido d’ingresso sia negativo.

Infine, il documento adottato dal Dirmei, prescrive le modalità perché d’ora in poi anche le donne durante il travaglio e il parto possano essere assistite da una persona di loro fiducia, elemento considerato fondamentale per il loro benessere dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Nel caso né la partoriente, né la persona scelta siano positivi al coronavirus, è sufficiente per l’accompagnatore indossare mascherina FP2 e camice filtrante. Nel caso contrario che uno dei due sia positivo, il visitatore dovrà indossare una dotazione di Dpi completa. Anche in questo caso, in situazioni cliniche complesse e di particolare disagio, il Sisp può decidere di sospendere l’isolamento di una persona positiva che debba assistere una partoriente.

«L’isolamento in ospedale – sottolinea Emilpaolo Manno, direttore del Dirmei, che ha guidato il gruppo di lavoro, con il contributo fondamentale della referente di psicologia dell’Unità di crisi, Monica Agnesone, e dell’urgentista Fabio De Iaco – costituisce una condizione inedita, con la quale si devono confrontare i pazienti, i loro congiunti, ma anche gli operatori sanitari, spesso costretti a giocare ruoli per i quali non sono sufficientemente preparati e che, nel contempo, possono generare vissuti di difficile elaborazione. Non dimentichiamoci poi che, pur se molto difficile da dimostrare scientificamente, è opinione comune che il recupero, sia pure parziale, della socialità e degli affetti da parte di pazienti clinici, possa concorrere a un miglioramento della loro condizione. In tutto questo, non dobbiamo dimenticare la primaria esigenza di mantenere un rigido controllo sulle possibilità di trasmissione del virus. Le nostre linee guida cercano di coniugare queste due insopprimibili necessità: avviare un processo di ‘riumanizzazione’ all’interno dei presidi e farlo nella massima sicurezza».