Ormai da diversi anni è invalsa l’insana abitudine di trasformare i Musei, anche quelli più ricchi di opere, talmente carichi che resta difficile visitarli in un giorno, in Mostre a tema.

Torino, 2 Luglio I Carabinieri della Compagnia di Ivrea hanno denunciato alla locale Procura della Repubblica un rumeno di 42 anni, residente a Moncalieri, responsabile di un furto in abitazione avvenuto a Cuorgnè nel 2004.
Il furto era stato messo a segno nell’agosto 2004 all’interno di una villa , dove ignoti, dopo aver rotto una finestra, erano entrati ed erano riusciti a rubare quattro fucili (legalmente detenuti dalla vittima), televisori, macchine fotografiche, oggetti in oro e argento, strumenti musicali, il tutto per un valore pari a 30.000 euro circa.
I rilievi all’interno dell’abitazione permisero ai militari dell’Arma di repertare e sequestrare due mozziconi di sigarette. I carabinieri del RIS di Parma erano riusciti a estrarre il relativo profilo genetico, senza riuscire tuttavia ad associarlo a un nome. Almeno fino ad oggi.
A seguito di approfondite indagini biologiche, richieste anche a seguito degli ulteriori e recenti sviluppi investigativi, acquisiti durante le continue indagini, mai interrotte nel corso degli anni, è stato finalmente possibile dare un’identità all’autore del furto, essendo emersa la piena concordanza tra il genotipo del DNA estratto da un campione salivare dell’indagato con quello genetico risultante dal mozzicone di sigaretta repertato moltissimi anni prima: l’autore, un 42enne, di origine rumena, è stato quindi denunciato dai Carabinieri della Stazione di Cuorgnè all’A.G. eporediese.
LA SITUAZIONE DEI CONTAGI
Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 25nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 4 dopo test antigenico), pari allo 0,1% di 20.961 tamponi eseguiti, di cui 15.316 antigenici. Dei 25 nuovi casi, gli asintomatici sono 9 (36%).
I casi sono così ripartiti: 5 screening, 17 contatti di caso, 3 con indagine in corso; per ambito: 1 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 1 scolastico, 23 popolazione generale.
Il totale dei casi positivi diventa quindi 366.997 così suddivisi su base provinciale: 29.600 Alessandria, 17.496 Asti, 11.533 Biella, 52.949 Cuneo, 28.271 Novara, 196.416 Torino, 13.748 Vercelli, 12.984 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.503 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.497 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.
I ricoverati in terapia intensiva sono 11(invariatirispetto a ieri).
I ricoverati non in terapia intensiva sono 139( – 6 rispetto a ieri).
Le persone in isolamento domiciliare sono 614.
I tamponi diagnostici finora processati sono 5.459.306 (+ 20.961 rispetto a ieri), di cui 1.780.051 risultati negativi.
I DECESSI RESTANO 11.696
Nessun decesso di persone positive al test del Covid-19 è stato comunicato dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte.
Il totale resta quindi di 11.696 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.566 Alessandria, 713 Asti, 432 Biella, 1.454 Cuneo, 943 Novara, 5.590 Torino, 525 Vercelli, 373 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 100 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.
354.537 GUARITI
I pazienti guariti sono complessivamente 354.537(+ 49 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 27.968 Alessandria, 16.760 Asti, 11.040 Biella, 51.432 Cuneo, 27.279 Novara, 190.429 Torino, 13.179 Vercelli, 12.594 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.437 extraregione e 2.419 in fase di definizione.
Il Gruppo CDC è leader nel settore della medicina del lavoro, delle analisi di laboratorio e della sanità privata in Piemonte. Affidea ha annunciato l’acquisizione del 100% del Centro Diagnostico Cernaia |CDC Group, rinomato erogatore di prestazioni ambulatoriali in Piemonte. Con questa operazione Affidea rafforza la sua presenza in Italia, diventando il più grande gruppo sanitario di assistenza specialistica ambulatoriale del Paese, con un’offerta di servizi ampia e diversificata.
Con questa acquisizione, a livello europeo, la rete di Affidea conterà 308 centri, quasi 11.000 professionisti e assisterà circa 10 milioni di pazienti ogni anno. Affidea vanta una lunga esperienza avendo integrato oltre 125 nuovi centri negli ultimi 5 anni.
Da quasi 50 anni il Gruppo CDC (www.gruppocdc.it) è una delle realtà sanitarie più significative e dinamiche dell’area Nord-Ovest dell’Italia; con le sue 32 sedi sparse nel territorio piemontese ha sviluppato un’assistenza sanitaria integrata. CDC offre, ai suoi 1,2 milioni di pazienti, un’ampia gamma di servizi medici: analisi di laboratorio, specialistica ambulatoriale, diagnostica per immagini, fisioterapia e medicina del lavoro. L’azienda esegue ogni anno più di 3,7 milioni di test di laboratorio, 420.000 visite specialistiche e circa 500.000 esami di diagnostica per immagini. Collabora con oltre 1.300 professionisti, di cui 900 sono medici. Le competenze del suo staff medico, l’alta qualità dei servizi erogati, l’approccio di cura paziente-centrico, fanno di CDC l’erogatore preferenziale di fondi e assicurazioni sanitarie private, nonché di oltre 8.000 aziende distribuite sul territorio settentrionale.
In Italia, Affidea e CDC potranno contare – grazie all’acquisizione – su un team costituito da oltre 2500 professionisti, di cui quasi 2.000 sono medici.
Con una rete di 54 centri e 60 punti prelievo, l’azienda potrà assistere in totale circa 2,2 milioni di pazienti all’anno, diversificando l’offerta sanitaria di Affidea aggiungendo un’importante gamma di prestazioni specialistiche, di fisioterapia, di assistenza domiciliare, di diagnostica oncologica e di laboratorio, rafforzando al contempo il comparto di medicina del lavoro, rendendo così Affidea il fornitore preferenziale di aziende e assicurazioni sanitare private.
LA SITUAZIONE DEI CONTAGI
Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 20 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 7 dopo test antigenico), pari allo 0,1% di 13.411 tamponi eseguiti, di cui 9.803 antigenici. Dei 20 nuovi casi, gli asintomatici sono 12 (60%).
I casi sono così ripartiti:10 screening, 9 contatti di caso, 1 con indagine in corso; per ambito: 1 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 0 scolastico, 19 popolazione generale.
Il totale dei casi positivi diventa quindi 366.972 così suddivisi su base provinciale: 29.597 Alessandria, 17.496 Asti, 11.532 Biella, 52.948 Cuneo, 28.267 Novara, 196.406 Torino, 13.744 Vercelli, 12.983 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.502 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.497 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.
I ricoverati in terapia intensiva sono 11 ( -3 rispetto a ieri).
I ricoverati non in terapia intensiva sono 145 ( -7 rispetto a ieri).
Le persone in isolamento domiciliare sono 629.
I tamponi diagnostici finora processati sono 5.438.345 (+ 13.411 rispetto a ieri), di cui 1.774.196 risultati negativi.
I DECESSI RESTANO 11.696
Nessun decesso di persone positive al test del Covid-19 è stato comunicato dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte.
Il totale resta quindi di 11.696 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.566 Alessandria, 713 Asti, 432 Biella, 1.454 Cuneo, 943 Novara, 5.590 Torino, 525 Vercelli, 373 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 100 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.
354.422 GUARITI
I pazienti guariti sono complessivamente 354.491 (+ 69 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 27.960 Alessandria, 16.760 Asti, 11.038 Biella, 51.425 Cuneo, 27.275 Novara, 190.405 Torino, 13.179 Vercelli, 12.594 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.436 extraregione e 2.419 in fase di definizione.
Dal 1 luglio scatta infatti il “Piano operativo per l’emergenza caldo 2021” realizzato dalla Città di Torino che, integrando le attività sanitarie dell’Asl Città di Torino e dei medici di famiglia, aiuta gli anziani a fronteggiare le difficoltà provocate da afa ed alte temperature da luglio a settembre, quando arriva in città il gran caldo e la percentuale di umidità raggiunge livelli molto alti.
Più nel dettaglio, tra i principali strumenti del “Piano emergenza caldo” c’è il call center del Servizio Aiuto Anziani, che risponde al numero 0118123131 ed è operativo tutti i giorni dalle ore 9.00 alle 17.00 (dopo le 17.00 e nei fine settimana risponde il centralino della Polizia Municipale).
Questo servizio assolve a una funzione di vera e propria “sentinella telefonica”, sia durante l’estate, sia nel resto dell’anno: ascolta, consiglia, fornisce informazioni, accoglie richieste di aiuto con la collaborazione di una “squadra” costituita da associazioni di volontariato: una “task force” che può assicurare, in particolar modo agli anziani soli, servizi di accompagnamento per visite mediche, piccole commissioni, ritiro della pensione e qualche ora di compagnia al domicilio.
L’assessorato al Welfare, in collaborazione con l’Asl Città di Torino e i medici di famiglia, ha inoltre previsto, su indicazione degli stessi medici di base, di attivare una serie di interventi domiciliari per gli anziani autosufficienti, sia ricorrendo a operatori professionali sia ad associazioni di volontariato.
A quest’iniziativa, per le persone in condizioni di non autosufficienza e con gravi problemi di salute, si aggiungono prestazioni di tipo sanitario o di aiuto domiciliare attivate direttamente dall’Asl.
Nel corso dell’estate e in base all’andamento climatico la Protezione Civile Comunale fornirà ulteriori informazioni sugli interventi e le iniziative utili ad affrontare eventuali ondate di particolare caldo che si dovessero verificare.
Il “Piano operativo per l’emergenza caldo 2021” – il cui obiettivo è quello di creare una rete di protezione che aiuti l’anziano a fronteggiare meglio i disagi provocati dal caldo e lo sostenga nel quotidiano, non lasciandolo solo – è stato predisposto e curato dall’assessorato al Welfare della Città di Torino, in collaborazione con l’Asl, ed è attivo dal 1 luglio al 30 settembre.
mco – Ufficio stampa Palazzo Civico
si terrà venerdì 2 luglio dalle ore 20 alle ore 24 nel centro vaccinale della Fondazione Compagnia di San Paolo, in via Gorizia a Torino.
Prenotazioni dalle ore 9 di giovedì 1° luglio su www.ilPiemontetivaccina.it
L’altro giorno, nella lunga sala del Centrale, seduti alla rinfusa nelle rosse poltrone dove da troppo tempo si accomodano in pochi, succedeva una cosa più o meno strana, anzi strana davvero, un gruppo di esercenti cinematografici torinesi a ritrovarsi (sorrisi alla mano, dopo più o meno un mesetto di preparativi) a discutere di un problema che suona come la loro idea di sopravvivenza.
Idea generale in Italia – quella della sopravvivenza -, ma idea – quella della riunione – unica in Italia tanto che già in più parti del mondo dorato del cinema che più tanto dorato non è si parla di “caso Torino”. Approcci, telefonate, incontri, riunioni per trovare un punto d’equilibrio comune, un’area su cui confrontarsi una volta deposte le armi e riunirsi a coorte per tamponare le falle, anzi per tentare di dare una solenne spallata al nemico comune. Le piattaforme e i colossi della vecchia celluloide. Ma che è successo, insomma?
È successo che, liberatici un tantinello della pandemia, il 26 aprile scorso i cinema – non tutti, per carità – hanno riaperto i battenti ma le risse per entrare non si sono viste (benché il numero degli spettatori abbia superato la media precedente al covid: oggi ci aggiriamo amaramente attorno alla ventina di spettatori a spettacolo) e la riapertura non ha coinciso con una corroborante affluenza. È in bilico la cultura – sempre che in alto qualcuno abbia compreso che il cinema, un certo cinema, è cultura e come tale voglia trattarlo, è in bilico un’economia, i posti di lavoro che sempre qualcuno sbandiera a gran voce, la voglia di ritrovarsi al di là della schiavitù della poltrona di casa e delle piattaforme. Ecco il vero nemico. Che si è visto fin da subito, dal momento che alla riapertura si giocava con il riciclo delle stesse, proponendo in parte titoli che già s’erano visti sullo schermo di casa – per altri è mancato persino il coraggio di un riciclo, vedi il caso Verdone -, si combatteva contro il vizio di scaricare pellicole, certo alimentato dal lungo periodo di solitudini che abbiamo attraversato, dall’uso dei telefonini formato bonsai. Non siamo certo ad un punto di non ritorno, ma qualcuno si chiedeva nella chiacchierata di un paio di giorni fa sino a quando sopravviverà la “comune” sala cinematografica, antica, confortevole, accogliente. Gaetano Renda del Centrale elencava tra l’altro, in un rincorrersi di toni ora battaglieri ora con una percepibile buona dose di disperazione, le ammodernature che negli anni sono state fatte ma che a poco sono servite.
Con lui, con la parola d’ordine “Riproviamoci!”, i responsabili dell’Ambrosio, del Massaua, del Massimo e del Romano (il Classico e il Greenwich si sono fatti vivi?). Il mesetto di preparativi ha partorito le “Notti bianche del Cinema”, appuntamento dal 2 al 4 luglio, ovvero 48 ore (ricordate? anche loro si sono dati dei tempi precisi, come Nick Nolte a riportare in cella Eddie Murphy) di film non-stop (o quasi), nell’intento di creare per un fine settimana – ma non è detto che l’iniziativa non sia ripetuta -, a mo’ di un ombrello riparatore, un ideale, auspicabile schermo che riconduca nelle sale lo spettatore svogliato o disattento. Interessati i papaveri cittadini? La politica, locale e no, difetta, è latente, non aiuta in maniera tangibile (come quella d’oltralpe, ad esempio, viene ripetuto più di una volta); se si pensa che il progetto “è realizzato in collaborazione con” l’Aiace di Torino, ANEC, Museo del Cinema, Film Commission e Glocal Film Festival, Seeyousound Internazional Music Film Festival e TOHorror Fantastic Film Fest e UECI-Piemonte rientrando nella grande iniziativa nazionale organizzata da “Alice nelle Città”, mi pare che la partecipazione e la sostenibilità non siano poi così profondi. Aggiunge Renda: “Ognuno di noi si paga i propri film, il costo della sala e dei dipendenti”. Chi fa per sé. Gli altri stanno più o meno a guardare. Ma anche all’interno di questi carbonari del nuovo millennio non mi sembra di poter cogliere un’anima strenuamente compatta pronta a svenarsi per raggiungere lo scopo. Se guardo al programma, la carretta la tirano Ambrosio, Massimo e Centrale, il Romano (lungi dallo scomodare i confratelli Eliseo e Nazionale) programma sabato 3 luglio alle ore 21 unicamente “Manuale di storie del cinema” di D’Antuono e Ugioli, 97’ di documentario in collaborazione con Piemonte Movie, mentre il Massaua, ancora sabato, con partenza alle 20,45 (“School of mafia”, presenza in sala del regista Alessandro Pondi, a seguire in anteprima nazionale “Penguin Bloom”, paralisi e resurrezione postdepressiva da parte di Naomi Watts, diretto da Glendyn Ivin, ingressi euro 8,00 ridotti Aiace euro 4,00) e scavalcando di parecchio la mezzanotte, ingressi euro 2,00, allinea un paio di titoli del vecchio buon Dario Argento alle origini, con le paure di sempre, e altri titoli già in programmazione nelle sue sale da un paio di settimane.
Un’occasione per rivedere all’Ambrosio “La notte” di Antonioni (1961) e “Le notti bianche” di Visconti (1957), “La notte dei morti viventi” di George Romero (1968) e un omaggio con tre titoli a Susanna Nichiarelli (fresca di tre David di Donatello per il non trascinante “Miss Marx”, uno dei quali per il miglior compositore a Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo: il gruppo presenterà il film domenica 4 luglio alle 21,00). Il Centrale nella tre giorni passa da “Edoné – La sindrome di Eva” a “”Un colpo all’italiana” di Collinson, da “Torino violenta” di Carlo Ausino a “Quadrophenia” di Roddam, da “Frankenstein junior” capolavoro di Mel Brooks al “Processo ai Chicago 7” firmato da Aaron Sorkin. Mentre il Massimo si affida tra gli altri a “Disco Ruin – 40 anni di club culture italiana” di Lisa Bozi e Francesca Zerbetto, alla “Casa rosa” di Francesco Catarinolo e ad un omaggio al sottovalutato Lucio Fulci. “È necessario rivedere le nostre scelte, ci vogliono nuove regole” suona l’augurio o l’imperativo di Ambra Troiano dell’Ambrosio: ma se poi continua “abbiamo ricevuti aiuti da parte dello Stato e molte sale hanno potuto riaprire”, Renda ha qualche dubbio e tentenna la testa, in attesa del futuro. Intanto lui stesso tiene sbarrate le sale dei Fratelli Marx e dei Due Giardini, il Reposi ha le serrande giù come l’Ideal dove Luigi Boggio preferisce scommettere in positivo ricavando una settima sala.
Elio Rabbione
Tra i titoli proposti nella maratona di “48 ore”, nelle immagini, “La notte”, “Frankenstein junior” , “Miss Marx” e “La notte dei morti viventi”
COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17
LA SITUAZIONE DEI CONTAGI
Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 30 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 2 dopo test antigenico), pari allo 0,2% di 13.319 tamponi eseguiti, di cui 7.861 antigenici. Dei 30 nuovi casi, gli asintomatici sono 16 (53,3%).
I casi sono così ripartiti: 10 screening, 14 contatti di caso, 6 con indagine in corso; per ambito: 0 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 3 scolastico, 27 popolazione generale.
Il totale dei casi positivi diventa quindi 366.952 così suddivisi su base provinciale: 29.594 Alessandria, 17.495 Asti, 11.532 Biella, 52.947 Cuneo, 28.266 Novara, 196.399 Torino, 13.742 Vercelli, 12.981 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.502 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.494 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.
I ricoverati in terapia intensiva sono 14 (invariati rispetto a ieri).
I ricoverati non in terapia intensiva sono 152 (– 10 rispetto a ieri).
Le persone in isolamento domiciliare sono 668
I tamponi diagnostici finora processati sono 5.424.934(+ 13.319 rispetto a ieri), di cui 1.769.837 risultati negativi.
I DECESSI RESTANO 11.696
Nessun decesso di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, 0 verificatisi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).
Il totale resta quindi di 11.696 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.566 Alessandria, 713 Asti, 432 Biella, 1.454 Cuneo, 943 Novara, 5.590 Torino, 525 Vercelli, 373 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 100 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.
354.422 GUARITI
I pazienti guariti sono complessivamente 354.422(+96 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 27.951 Alessandria, 16.755 Asti, 11.038 Biella, 51.420 Cuneo, 27.270 Novara, 190.365 Torino, 13.175 Vercelli, 12.593 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.436 extraregione e 2.419 in fase di definizione.