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In venti tentano di bloccare l’arresto di uno spacciatore Tre poliziotti feriti

Un gruppo di 20 persone la notte scorsa, ha tentato di fermare  l’arresto di un presunto spacciatore  in corso Regina Margherita, in un edificio vicino al  Rondò della Forca. 

Il ragazzo, mentre gli agenti della  Squadra mobile  stavano perquisendo l’alloggio è uscito sul balcone e ha avvisato i suoi “sodali” urlando.

A quel punto una ventina  tra amici, vicini e parenti hanno cercato di allontanare la polizia con calci e sputi. Uno di loro con una condanna per omicidio, ha cercato di prendere la pistola di uno dei poliziotti. Tre agenti sono rimasti feriti e sono stati trasferiti in ospedale.

 

IL COMUNICATO DEL SIULP, SINDACATO DI POLIZIA

Secondo il Segretario Generale del SIULP di Torino Eugenio Bravo, lo scontro tra i criminali e le forze dell’ordine si inasprisce sempre di più e sempre di più si annoverano uomini e donne dello Stato gravemente feriti. Nel caso di specie i poliziotti venivano presi a calci in faccia e feriti gravemente al naso, alle sopracciglia, all’addome, alle braccia, presi a morsi e spintonati nel tentativo di buttarli giù dal ballatoio, un vero e proprio attacco senza remore, all’interno di un condominio, da parte di soggetti stranieri. Quello che è successo in corso regina Margherita è una vera e propria azione violenta realizzata da una compartecipazione di persone volta ad impedire a tre rappresentanti dello Stato di adempiere al proprio dovere.

E’ la plastica dimostrazione di quello che ripetiamo ormai come un mantra circa l’inadeguatezza di una politica della sicurezza, agevolata da politiche troppo tolleranti e buoniste che sottovalutano la gravità di questi fatti e si rifiutano di assumere seri, incisivi è responsabili cambiamenti legislativi.
La legge penale ha una forza deterrente vicino allo zero e soprattutto per quanto riguarda la violenza a pubblico ufficiale; se poi guardiamo all’organico, con assunzioni centellinate, attesi gli scorrimenti dei concorso degli anni precedenti che non sono stati effettuati adeguatamente, nonostante le promesse, espongono ed esporranno sempre più a rischio della propria vita i servitori dello Stato.

Ci chiediamo come possano le forze dell’ordine garantire la sicurezza dei cittadini se hanno serie difficoltà a garantire ormai la propria.

Qualcuno dovrà pur porsi prima o poi l’obiettivo di modificare le leggi, gli strumenti, e gli organici perché diversamente il rischio di una vera e propria debacle della sicurezza urbana è sempre più vicino.

La situazione ha raggiunto livelli insostenibili per Torino e non è più possibile limitarsi a dichiarazioni scritte ma occorre un’azione di sensibilizzazione decisamente più forte e più visibile.

Tutto quello che vorreste sapere sull’Eurovision Song Contest ma non osate chiedere

Torino sarà la città ospitante dell’ESC, l’Eurovision, considerata, non a torto, la manifestazione canora più seguita al mondo.

Se non ne avete mai sentito parlare è perché la kermesse ha riconquistato terreno in Italia solo negli ultimi anni, sino ad esplodere la primavera scorsa con la vittoria dei Maneskin.

Due giorni fa è trapelata la notizia che forse quest’anno a presentare ci sarà Mika e ieri i social sono letteralmente impazziti quando l’ente organizzatore ha confermato il capoluogo sabaudo a città ospitante. Se vi siete sentiti esclusi dalle discussioni, niente paura vi forniamo una guida essenziale per far bella figura al bar e sui social.

Un po’ di storia

L’Eurovision affonda le sue radici negli anni 50 quando il giornalista e drammaturgo Sergio Pugliese suggerisce di organizzare una gara canora a livello europeo, prendendo come esempio il festival di Sanremo. Sono gli anni del dopoguerra e l’UER, Unione Europea di Radiodiffusione, abbraccia l’idea di un progetto che possa simboleggiare unione, fratellanza e, perché no, spensieratezza. La prima edizione si terrà a Lugano con la partecipazione di 7 nazioni tra cui l’Italia, considerata, ancora oggi, tra i paesi fondatori (attenzione perché questo particolare ci tornerà utile per capire il meccanismo di gara).

ESC si sussegue di anno in anno, viaggia per l’Europa, assiste a proteste e cambiamenti epocali. Vede la partecipazione di grandi nomi come l’indimenticabile Modugno o gli iconici Abba. E riscuote successi anche al di fuori dell’Unione Europea. Israele e Australia impazziscono per la gara canora tanto che a un certo punto si decide di far partecipare anche loro. I paesi vanno e vengono, si ritirano come fa l’Italia negli anni ’80, ’90 e 2000, per poi ritornare trovando mamma ESC sempre a braccia aperte. Questo è il festival della libertà e dell’unione dei popoli. Anche se su San Marino avremmo da ridire (tenete a mente anche questo dettaglio).

La partecipazione discontinua del nostro paese ha relegato la manifestazione in un angolino nella memoria degli Italiani. Ma negli ultimi dieci anni, il festival ha saputo riguadagnare terreno, dando vita a gruppi di ascolto, serate tra amici per assistere alla finale e persino un Fantaeurovision ufficiale, a cui prossimamente potrete prendere parte anche voi cliccando qui.

Perché Eurovision sarà a Torino e cosa dobbiamo aspettarci

Lievitano i prezzi delle stanze

Secondo il regolamento di ESC, il Paese ospitante è quello del vincitore dell’edizione precedente. In poche parole, a riportarlo in Italia sono stati i Maneskin con la loro Zitti e Buoni. L’EBU ha poi selezionato Torino in base a criteri come: la presenza di una struttura al coperto con una capienza di 8-10.000 persone, aria condizionata, altezze che consentono le riprese dall’alto, ottima acustica e poi ancora la possibilità di allestire un media centre, la presenza di strutture ricettive e infrastrutture per consentire gli spostamenti. E Torino ha approfittato dei lasciti delle Olimpiadi 2006, con buona pace di chi in questi giorni si attribuisce molti meriti della nomina a città ospitante. Tuttavia, ringraziamo il sindaco uscente per aver fatto il nome della nostra città ma non quelli che sostengono che ESC riempirà solo le tasche di ristoratori e albergatori per un paio di giorni.

La manifestazione infatti arriverà in città per almeno tre settimane, ovvero le due precedenti di allestimento e prove e quella vera e propria della gara che non si svolge in due giorni ma prevede eliminazioni e finale. Ci sono artisti, manager, case discografiche, maestranze e sponsor. Tanti sponsor. Perché il festival consente di raggiungere una platea infinita. Vi basti pensare che la finale dello scorso anno è stata seguita in TV da 69 milioni di spettatori. Senza contare tutte le interazione su Facebook, Twitter e Instagram. Gli artisti in gara diventano celebrità a livello mondiale con tour che registrano il tutto esaurito nelle settimane successive alla partecipazione. Provate a prendere i biglietti per un concerto di Dady Freyr, il concorrente islandese. E dire che lui, lo scorso anno, non si è nemmeno esibito. Uno dei suoi musicisti è infatti risultato positivo al Covid e l’intera band è stata messa in quarantena.  Al posto loro, la regia ha trasmesso il video delle prove.

Arrivano le prenotazioni

E per Torino cosa significa? Beh, ormai lo abbiamo capito: un gigantesco spot commerciale. Ieri dopo l’annuncio, le camere di alcune strutture ricettive hanno visto i prezzi lievitare e su Twitter, pochi minuti dopo, c’era già chi aveva prenotato il volo per la nostra città. Non male per dare ossigeno a quelle categorie commerciali che ruotano intorno alla ricettività e che più han sofferto durante la pandemia.

Regolamento, curiosità e qualche polemica

Ma veniamo alla manifestazione in sé. Come dicevo ESC prevede eliminatorie e finale per tutti tranne che per i paesi fondatori, ovvero quelli che sin dall’inizio hanno creduto in questa avventura. L’Italia dunque passa direttamente alla serata conclusiva, con buona pace di alcuni paesi che negli anni avevano polemizzato dal momento che, secondo loro, dopo essersi ritirata, l’Italia doveva passare per le fasi eliminatorie. Purtroppo per loro, ESC non ama i litigi e all’Italia ha sempre riservato un posticino in prima fila.

Durante la gara, i paesi partecipanti votano gli altri paesi spesso facendo “cartello”: quelli del nord votano quelli del nord e così fanno quelli dell’est verso i loro vicini di casa. San Marino tende a non votare per l’Italia ma noi li perdoniamo. Siamo amatissimi nel nord Europa. E noi adoriamo la Finlandia, ma soprattutto quei cuore di panna degli islandesi.

Tuttavia nella serata conclusiva sono i voti del pubblico a decretare il vincitore. E spesso il pubblico riesce a ribaltare la situazione, talvolta infierendo severe lezioni. Sapete quanti voti ha preso l’Inghilterra del dopo Brexit? Zero. Questo divorzio non ci è piaciuto e non abbiamo perso l’occasione per farglielo sapere.

L’artista partecipante viene scelto secondo modalità diverse nei singoli paesi. Per noi si tratta del vincitore del Festival di Sanremo. Una nazione può però decidere di schierare un artista straniero. Nel 1988 la canadese Celine Dion rappresentò la Svizzera e vinse pure.

Non ci sono limiti all’esibizione che spesso coinvolge ballerini, scenografie surreali e fuochi d’artificio. I Maneskin lo scorso anno parteciparono all’insegna della sobrietà, nonostante le tutine in pelle rossa.

Vi è forse venuta la voglia di assistere all’Eurovision?

La Mole: foto R. Barranca

Se il divano di casa e la compagnia di amici e parenti non vi basta, tenete d’occhio il sito ufficiale di ESC. I biglietti sono molti, sia per le serate sia per le prove, ma vanno a ruba in pochissimo tempo. Vi suggerisco per tanto di iscrivervi alla loro newsletter per essere aggiornati su quando saranno disponibili. Sul sito di Eurovision invece è presente una sezione lavoro nel caso desideriate candidarvi, ma qualcosa mi dice che la città organizzerà anche gruppi di volontari, dunque attenzione a possibili bandi istituzionali.

E per iniziare ad immergervi nell’atmosfera di festa e follia, vi invito a guardare l’esilarante Fire Saga su Netflix, un film che se non vi farà venir voglia di seguire l’Eurovision Song Contest di certo vi strapperà qualche risata.

Lori Barozzino

Alla Città della Salute 400 trapianti di polmoni: un altro importante traguardo raggiunto

Era il 4 settembre 1993, quando è stato eseguito il primo trapianto di polmoni all’ospedale Molinette di Torino, e dopo quasi 28 anni il numero complessivo dei trapianti di polmoni ha raggiunto e superato quota 400. Pochi Centri in Europa hanno raggiunto questo traguardo, che dà una misura di come si consolidi sempre più il ruolo di leader in campo trapiantologico dell’ospedale torinese. In questo momento l’ospedale Molinette è il primo Centro in Italia ogni anno per numero di polmoni trapiantati.

I trapianti di polmone possono essere eseguiti monolateralmente (il 39% di quelli eseguiti alle Molinette) oppure bilateralmente (il 59%). Caratteristica del Centro torinese è anche l’esecuzione di trapianti combinati: nel 2% dei casi i polmoni sono stati trapiantati con altri organi (2 volte con il fegato, 3 con il cuore, 1 con il rene ed in 3 casi con fegato e pancreas).
Nella maggior parte dei casi si trattava di pazienti adulti, 22 sono stati i trapianti pediatrici. In 17 occasioni è stato eseguito un secondo trapianto, a favore di pazienti nei quali i primi trapianti non erano andati a buon fine.
La qualità del programma di trapianto di polmoni è testimoniata dalla valutazione degli esiti, che sono più che significativi: 64% dei trapianti eseguiti dal 2001 in poi è funzionante a 1 anno, in linea con i migliori dati nazionali ed europei.
La medicina dei trapianti è stata sovente un impulso importante di innovazione per la medicina in genere. Ad esempio, dal 2011 il Centro di Torino ha introdotto, tra i primi in Italia, una nuova modalità di rigenerazione dei polmoni, che sono stati ricondizionati con particolari dispositivi una volta prelevati. In questo modo è stato possibile incrementare i trapianti con 41 polmoni che altrimenti non sarebbero stati utilizzati: la sopravvivenza di questi organi ricondizionati è perfettamente sovrapponibile a quella degli organi trapiantati senza ricondizionamento.
La fotografia di coloro che hanno beneficiato dei trapianti di polmone ci dimostra che 2 volte su 3 si tratta di soggetti di sesso maschile, con età media di 50 anni, nel 38% dei casi residenti in regioni diverse dal Piemonte. Le malattie che più frequentemente hanno determinato la necessità di trapianto risultano essere l’enfisema (32% dei casi) e la fibrosi polmonare idiopatica (32%), seguita dalla fibrosi cistica (18%).
Purtroppo, è ancora ampio il divario tra gli organi disponibili e coloro che attendono un trapianto: oggi in Piemonte sono 72 i pazienti in attesa.
“Di qui l’importanza dell’impegno delle istituzioni per sensibilizzare ogni cittadino all’importanza ed al valore della donazione dei propri organi dopo la morte” sottolinea il professor Antonio Amoroso, Responsabile del Centro Regionale Trapianti della Regione Piemonte, “Ancora un cittadino ogni tre si dichiara in Italia contrario alla donazione, questo significa che ogni anno più di mille pazienti non possono beneficiare di un trapianto nella nostra nazione”.
“Siamo grati a quanti in vita hanno espresso parere favorevole alla donazione, ed ai loro familiari che ne hanno testimoniato la volontà, perché questo ci ha consentito di offrire un’opportunità di cura e di vita a chi non ne aveva”, afferma il professor Mauro Rinaldi, Responsabile del Programma di Trapianto di Organi Toracici delle Molinette, “molti dei nostri pazienti considerano la loro rinascita il giorno in cui hanno ricevuto il trapianto, che da quel momento viene festeggiato come il nuovo compleanno”.
Il Direttore Generale della Città della Salute, dottor Giovanni La Valle, si complimenta con tutti i sanitari che hanno reso possibile il raggiungimento di questo importante traguardo, precisando “in realtà un trapianto non è solo il lavoro del chirurgo che lo esegue, ma è l’espressione dell’efficace organizzazione, del buon funzionamento e dell’elevata professionalità di tutto l’ospedale”.

Il bollettino Covid di sabato 9 ottobre

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 196 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 96 dopo test antigenico), pari allo 0.5% di 41.540 tamponi eseguiti, di cui 35.983 antigenici. Dei 196 nuovi casi, gli asintomatici sono 112 (57,1%).

I casi sono così ripartiti: 94 screening, 75 contatti di caso, 27 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 384.491,così suddivisi su base provinciale: 31.601 Alessandria, 18.363 Asti, 12.143 Biella, 55.418 Cuneo, 29.879 Novara, 204.727 Torino, 14.320 Vercelli, 13.718 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.586 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.736 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 16 (-rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 162 (+8 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 3.144

I tamponi diagnostici finora processati sono 7.341.69(+41.540 rispetto a ieri), di cui 2.222.054risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.778

decessi di persone positive al test del Covid-19, nessuno di oggi, comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi 11.77deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.578 Alessandria, 720 Asti, 435 Biella, 1.463 Cuneo, 949 Novara, 5.625 Torino, 533 Vercelli, 375 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 100 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

369.391 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 369.39(+23rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 29.708 Alessandria, 17.455 Asti, 11.622 Biella, 53.442 Cuneo, 28.780 Novara, 197.445 Torino, 13.681 Vercelli, 13.241 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.498 extraregione e 2.519 in fase di definizione.

Salone Off 2021 La grande festa della cultura torna tra le vie torinesi

Anche nella Città Metropolitana e in tutta la Regione da venerdì 8 a giovedì 21 ottobre 2021

 

Tra i tanti protagonisti: Enaiatollah Akbari, Alicia Giménez-Bartlett, Giulia Blasi, Matteo Caccia, Lella Costa, Arben Dedja, Paolo Di Paolo, Donatella Di Pietrantonio, Caterina Edwards, Francesco Erbani, Ernesto Ferrero, Maurizio Francesconi, Frankie Hi-nrg mc, Fumettibrutti, Alessia Gazzola, Georgi Gospodinov, Gabriella Greison, Simonetta Agnello Hornby, Michela Marzano, Sara Mesa, Anna Nadotti, Sacha Naspini, Moni Ovadia, Francesco Pacifico, Alan Pauls, Vanni Santoni, Igiaba Scego, Pajtim Statovci, Ece Temelkuran, Guido Tonelli, Nadeesha Uyangoda, Maddalena Vianello.

 

 

E’ disponibile da oggi il programma del Salone Off 2021 che tornerà dall’8 al 21 ottobre con quasi 300 appuntamenti in oltre 100 location distribuite tra le 8 circoscrizioni torinesi, l’area metropolitana e il territorio regionale.

 

Il Salone Off 2021 porterà la cultura dappertutto, sotto forma di incontri con autori, reading, letture, proiezioni cinematografiche, concerti, spettacoli teatrali e molto altro, in numerosissimi spazi diversi tra loro: dalle biblioteche ai circoli, dalle strade alle case di quartiere, passando per carceri, musei e teatri.

Tra le novità di questa edizione: il progetto di lettura Il Ballatoio – storie a domicilio che vuole riportare la letteratura negli spazi del vissuto quotidiano e raccontare i libri come occasione di scambio e aggregazione tra condòmini.

 

Quest’anno, poi, musica e cinema si coniugano in un evento speciale all’alba in collaborazione con il Museo del Cinema: il 17 ottobre il Cinema Massimo ospiterà Sacramento un nuovo progetto di IOSONOUNCANE.

 

E ancora, dopo il grande successo online, per la prima volta in presenza l’atteso spettacolo tratto dall’ultimo libro di Alessandro D’Avenia, L’appello, edito da Mondadori.

 

Il programma completo del Salone Off è disponibile su salonelibro.it.

 

Per partecipare agli appuntamenti in programma è necessario fare riferimento alle sedi degli incontri, il dettaglio è specificato sul programma digitale. L’ingresso sarà consentito previa esibizione di certificazione Green Pass.

 

Al link qui di seguito è disponibile il presskit con il comunicato completo di racconto di tutta la manifestazione.

 

Una preview di Salone OFF è disponibile in questo video.

(foto Claudio Benedetto)

 

Covid, il bollettino di venerdì 8 ottobre

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16,45

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 118 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 45 dopo test antigenico), pari allo 0.5% di 23.423tamponi eseguiti, di cui 19.458antigenici. Dei 118 nuovi casi, gli asintomatici sono 66 (55,9%).

I casi sono così ripartiti: 49 screening, 57 contatti di caso, 12 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 384.295,così suddivisi su base provinciale: 31.591 Alessandria, 18.344 Asti, 12.140 Biella, 55.378 Cuneo, 29.860 Novara, 204.630 Torino, 14.316 Vercelli, 13.714 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.585 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.737 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 19 (-1 rispetto aieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 154 (-7rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 3.186

I tamponi diagnostici finora processati sono 7.300.152(+ 23.423rispetto a ieri), di cui 2.213.733risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.776

2 decessidi persone positive al test del Covid-19, nessuno di oggi, sono stati comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi 11.776deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.578 Alessandria, 720Asti, 435 Biella, 1.463 Cuneo, 949 Novara,5.623 Torino, 533 Vercelli, 375 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 100 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

369.043 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 369.160(+117rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 29.693 Alessandria, 17.430 Asti, 11.611 Biella, 53.418 Cuneo, 28.764 Novara, 197.321 Torino, 13.676 Vercelli, 13.235 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.497 extraregione e 2.515 in fase di definizione.

Torino Capitale della musica si aggiudica Eurovision

Torino ospiterà l’edizione 2022 dell’Eurovision, il contest musicale europeo organizzato ogni anno  dall’Ebu (European Broadcasting Union). La candidatura era stata presentata nei mesi scorsi dalla sindaca Chiara Appendino. Le altre candidate erano Bologna, Milano, Pesaro e Rimini. L’Eurovision è il contest non sportivo più seguito a livello mondiale: l’ultima edizione è stata vinta dalla band romana dei Maneskin.

Campus Einaudi, antagonisti nei guai

Nella mattinata odierna, la Digos della Questura di Torino, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, sta eseguendo n.15 misure cautelari (15 obblighi di presentazione alla P.G.) nei riguardi di militanti di Askatasuna e della sua articolazione universitaria “C.U.A.”   responsabili, a vario titolo, di minaccia ad incaricato di pubblico servizio, violenza privata, danneggiamento, invasione di terreni ed edifici e violazione di sigilli aggravati.

Per gli stessi episodi sono denunciati in stato di libertà anche altri 7 aderenti ai  sodalizi antagonisti.

In concomitanza con l’esecuzione delle misure è stata anche perquisita e sequestrata, su delega dell’Autorità Giudiziaria di Torino, la nuova aula occupata “Break”.

I fatti fanno seguito agli episodi delittuosi verificatisi il 13 e il 14 febbraio 2020 all’interno del Campus universitario “Einaudi”, quando, in occasione di un volantinaggio sulla tematica delle Foibe effettuato da esponenti del FUAN, una quarantina di antagonisti e studenti avevano circondato i reparti mobili posti a tutela dei giovani del FUAN, mentre una gruppo si era introdotto all’interno del plesso universitario e, dopo aver aggredito due guardie giurate con calci e spintoni, avevano sfondato la porta di accesso dell’aula “Paolo Borsellino” assegnata ai rappresentanti del FUAN, danneggiandola e occupandola.

Per i citati episodi questa Digos, a seguito di mirate indagini, aveva denunciato 33 militanti di Askatasuna, del CUA e dell’area anarchica eseguendo anche nr.21 misure cautelari sequestrando anche la storica aula “C1”.

Nel successivo maggio 2021, l’ aula è stata più volte rioccupata dai militanti di Askatasuna, previa rimozione dei sigilli, e liberata ogni volta dalla Digos di Torino, fino al 24 maggio, quando è stata invece occupata una diversa aula universitaria denominata “Break”.

Edilizia-Superbonus 110%: Piemonte al decimo posto con 370 milioni ammessi a detrazione

Giorgio Felici (Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte): “Ci allarma l’incertezza sui bonus casa: cancellarli o ridurli sarebbe un colpo durissimo alla ripresa del settore”

 

2.369 edifici, 369,9 milioni di euro di investimenti ammessi a detrazione. Sono i numeri del Piemonte del Superbonus 110%, resi noti dall’ultimo report dell’Enea e del ministero per la Transizione ecologica, aggiornato al 31 agosto 2021 che posizionano il Piemonte solo al decimo posto della classifica regionale.

 

A livello nazionale, le asseverazioni interessate all’incentivo sono 37.128, il totale del investimenti ammessi a detrazione ammonta a 5,685 miliardi di euro, mentre quelli relativi a lavori conclusi ammessi a detrazione sono pari a 3,9 miliardi circa. Dati che sono raddoppiati (+95%) in meno di 5 mesi.

 

“La spinta dei bonus è indiscutibile – sottolinea Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – ma non mancano le criticità. La prima è sui tempi. Bene la proroga del superbonus al 2023 decisa in Consiglio dei Ministri ma è il complesso dei bonus/detrazioni (facciate, ecobonus, sismabonus e ristrutturazioni) che vanno fatti diventare strutturali. Se così non fosse, il rischio è che tutto questo si riduca a un fuoco di paglia, deleterio per le nostre imprese e inutile per la ripresa del settore. Non dimentichiamo poi il problema del rincaro dei prezzi delle materie prime. Nei lavori pubblici abbiamo ottenuto una revisione dei prezzi dell’8% per le lavorazioni che rientrano nel rincaro, ma l’ambito privato resta escluso da questo piccolo beneficio”.

 

“I ponteggi e le materie prime scarseggiano– commenta Enzo Tanino, Presidente di Confartigianato edilizia del Piemonte – e i loro prezzi sono alle stelle. I rincari sono arrivati a toccare in alcuni casi anche oltre il 100%. In particolare, a giugno 2021, i costi delle commodities non energetiche risultano in crescita del 39,1% su base annua, mentre le attese sui prezzi delle costruzioni ad agosto 2021 balzano ai massimi da settembre del 2004. L’attività di quasi un’impresa su dieci è ostacolata proprio dalla difficoltà di reperimento delle materie prime. A tutto ciò si aggiunge il nodo della manodopera: mancano le figure professionali specializzate. Senza la forza lavoro adeguata e con tutto il personale già impiegato in altri incarichi, per le nostre imprese è impossibile accettare nuove commesse”.

 

La difficoltà di reperimento del personale, a livello nazionale, ad agosto 2021 arriva al 44,5% delle entrate di operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici, oltre nove punti superiore al 35,3% di un anno prima e risultando ampiamente superiore al 39,7% della media degli operai specializzati.

 

“Occorre – osserva Tanino – fare un ragionamento insieme agli enti di formazione. Non solo in termini di numero e di adeguatezza dei corsi, ma anche per lavorare sotto l’aspetto culturale: il mestiere artigiano deve essere più valorizzato tra i giovani e le famiglie”.

 

Ci sta allarmando – conclude Felici – l’incertezza legata al futuro dei bonus casa, che rappresenta il vero volano per il rilancio dell’edilizia. Non vorremo che questa incertezza fosse legata al pensiero di cancellare gli incentivi perché come Confartigianato ci batteremo non solo per la loro proroga ma anche perché questi possano diventare strutturali. Sono queste le vere leve che sostengono le imprese e invitano le famiglie agli investimenti. Una loro eventuale cancellazione o riduzione, oltre a essere un vero autogol, porrebbe seri problemi per la ripresa del settore che, solo in questo ultimo periodo, sta rivedendo la luce”.

 

 

Il Piemonte resta in zona bianca

Il Pre-Report settimanale Ministero Salute-Istituto Superiore di Sanità rileva che in Piemonte, nella settimana 27 settembre-3 ottobre, il numero dei nuovi casi segnalati e dei focolai attivi risulta in riduzione rispetto alla settimana precedente.

La percentuale di positività dei tamponi si conferma all’1% e l’Rt puntuale calcolato sulla data di inizio sintomi risulta inferiore a 1, pari a 0.86.

Stabile il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e dei posti letto ordinari (per entrambi 3% calcolato sui dati di oggi).

Il valore dell’incidenza (alla data di ieri è di 25,67 casi ogni 100 mila abitanti) e il numero dei ricoveri ancora contenuti concorrono favorevolmente a mantenere il Piemonte in zona bianca.