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Cardiologi e cardiochirurghi delle Molinette di Torino a Tokyo per insegnare una nuovissima tecnica di riparazione  della valvola mitrale

Trasferta di lavoro a Tokyo nei giorni scorsi per i dottori Stefano Salizzoni ed Alessandro Vairo, rispettivamente cardiochirurgo e cardiologo dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino.

Il viaggio ha avuto lo scopo di insegnare l’innovativa tecnica micro-invasiva di riparazione della valvola mitrale a cuore battente mediante posizionamento di corde artificiali in quattro ospedali della capitale nipponica: Juntendo University, St. Luke’s Hospital, Tokyo University School of Medicine e New Heart Watanabe Institute. Grazie agli insegnamenti ed alla supervisione dei due medici torinesi, il dottor Ryuta Seguchi, membro dell’équipe del professor Go Watanabe, è stato certificato quale primo operatore indipendente in Giappone.
La stretta collaborazione tra cardiologi e cardiochirurghi ha permesso alle Molinette di essere nell’élite mondiale per le tecniche di riparazione della valvola mitrale, oltre che centro di riferimento per il trapianto di cuore e per il trattamento dello scompenso cardiaco avanzato. Questa tecnica a cuore battente, importata in Italia dagli Stati Uniti dal dottor Stefano Salizzoni, permette di eseguire, mediante una incisione di 5-6 cm nel torace di sinistra, lo stesso intervento di riparazione che invece tradizionalmente viene eseguito a “cuore aperto” e con il supporto della circolazione extracorporea. Questo approccio innovativo é molto vantaggioso rispetto alla sostituzione della valvola, poichè preserva la funzione dell’apparato valvolare nel suo complesso con effetti benefici sulla funzione cardiaca nel lungo periodo, limita l’utilizzo di anticoagulanti ed i tempi di degenza e di recupero. Insomma questa tecnica ha il grande vantaggio di ricostruire l’anatomia normale della valvola mitrale senza fermare il cuore. I pazienti che possono essere operati con questa tecnica devono essere affetti da insufficienza mitralica dovuta a prolasso del lembo posteriore, patologia di cui é affetto circa il 2% della popolazione. Alle Molinette vengono eseguiti circa 250 casi all’anno di interventi sulla valvola mitrale e circa il 10% vengono eseguiti con questa tipologia di intervento a cuore battente. A limitare questa tecnica, oltre ad un follow-up ancora relativamente breve (circa 5 anni, rispetto ad esperienze di più di 40 anni della chirurgia tradizionale), vi sono anche i costi elevati dovuti all’utilizzo delle nuove tecnologie. Per questo motivo i pazienti al momento vengono selezionati in base al profilo di rischio. Le Molinette è tra i primi centri al mondo per quantità e qualità di questa tipologia di intervento.
Grazie all’esperienza maturata in questi anni i dottori Salizzoni e Vairo vengono spesso chiamati in altri ospedali per eseguire, insegnare e supervisionare questo intervento innovativo. Finora i due giovani medici hanno divulgato questa tecnica in numerosi centri italiani e tedeschi, in Olanda, Austria, Lituania, Slovenia e Belgio. Hanno inoltre eseguito i primi interventi in Portogallo, Irlanda del Nord, Cina, Hong Kong e Giappone.
Un aspetto determinante é la strettissima collaborazione tra il cardiochirurgo ed un cardiologo ecocardiografista esperto, che valuti il paziente prima dell’intervento e che guidi il cardiochirurgo stesso durante l’operazione nel corretto posizionamento delle cosiddette “neocorde” e nella giusta tensione da dare alle corde stesse.
“L’evoluzione tecnologica e la volontà di ridurre sempre di più l’invasività degli interventi, complice l’innalzamento dell’età media della popolazione, l’incremento del numero di patologie per singolo paziente e quindi del rischio operatorio, hanno portato allo sviluppo di tecniche micro-invasive di riparazione a cuore battente che permettono di diminuire in maniera consistente il rischio operatorio e le giornate di degenza, spesso evitando anche il transito in terapia intensiva ” – spiega il professor Mauro Rinaldi (Direttore Cardiochirurgia ospedale Molinette).
“Venendo alle Molinette – chiarisce il professor Gaetano Maria De Ferrari (Direttore Cardiologia universitaria ospedale Molinette) – un paziente ha la certezza di essere valutato in uno dei pochi centri al mondo dove si ha l’esperienza in ogni tipo di approccio per la patologia valvolare mitralica. Grazie allo strettissimo rapporto tra cardiologi e cardiochirurghi, è così possibile proporre un trattamento individualizzato per ogni singolo paziente, offrendo ad ognuno la migliore opzione, bilanciando attentamente i rischi ed i benefici.”
“E’ un orgoglio per la nostra Azienda che il team di cardiologi e cardiochirurghi sia richiesto a livello mondiale in Nazioni quali il Giappone, che più spesso esportano tecnologie verso l’Italia piuttosto che viceversa – dichiara il dottor Giovanni La Valle (Direttore generale Città della Salute di Torino) – Tutto ciò costituisce un’ulteriore conferma delle eccellenze in questi campi e non solo dei nostri ospedali”.

Climate Social Camp e Meeting Europeo di Fridays For Future, ecco il programma

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A Torino dal 25 al 29 luglio.

Saranno due eventi chiave per il movimento per il clima a livello globale, e vedranno la partecipazione di attivisti e attiviste da tutto il mondo. Si tratta di 5 giorni di confronto e discussione sul futuro della lotta climatica, di socialità e protesta, in un momento storico in cui le temperature altissime sono chiaro indicatore del fatto che la crisi climatica è già presente e che ci riguarda tutti.

Il programma è diviso in due parti: al Campus Luigi Einaudi si terranno le sessioni di discussione del meeting europeo di Fridays For Future, mentre al Parco Colletta – nella cornice del Climate Social Camp – si terranno conferenze, laboratori e proiezioni su temi collegati alla crisi climatica.

LA SETTIMANA AL CAMPUS LUIGI EINAUDI

TAVOLI DI DISCUSSIONE

“COSTRUIRE LA MOBILITAZIONE PER IL CLIMA”
MARTEDÌ 26 LUGLIO – ORE 9.30 e MERCOLEDÌ 27 LUGLIO – ORE 9.30
Dopo 3 anni di mobilitazione, gli attivisti di Fridays For Future discutono di come riuscire ad
accelerare il cambiamento e arrestare la crisi climatica nel poco tempo che ci rimane. Ci
saranno due gruppi di discussione:

• Le lotte per il clima dell’Africa, del Sudamerica e dell’Asia: come far sì che la politica e
i media occidentali diano voce agli attivisti che rischiano la vita per difendere i loro
territori.
Speaker: Patience Nabukalu, attivista di FFF in Uganda
• Agire locale, pensare globale: organizzarsi per fermare le multinazionali del fossile che
speculano sul nostro futuro
Speaker: Luisa Santi, attivista di FFF in Amazzonia, Brasile

“LE SFIDE DEL FUTURO”
MERCOLEDÌ 27 LUGLIO – ORE 14.30 e GIOVEDÌ 28 LUGLIO – ORE 9.30
Due sessioni di discussione su due temi specifici per delineare il futuro dei movimenti per
il clima. I dibattiti saranno incentrati su:
• Giustizia climatica ed economia fossile: quali sono le alternative all’attuale sistema
economico per coniugare il benessere e il rispetto degli ecosistemi?
Speaker: Raksita Rajagopal, attivista di FFF nel Rajasthan, India
• Strategie di mobilitazione: quali sono i metodi di azione più efficaci per aumentare la
consapevolezza e favorire il cambiamento, a livello individuale e politico?
Speaker: Yashila Govender, attivista di FFF in Sud Africa

WORKSHOP E FORMAZIONI
MARTEDÌ 26 LUGLIO – ORE 14.30 (Campus Luigi Einaudi)
Nove workshop e formazioni su nove temi specifici per comprendere le diverse
sfaccettature della crisi climatica: “Stop EACOP: il più grande oleodotto al mondo mette a
rischio l’Africa orientale”; “La difesa dei territori delle comunità indigene in Messico e
Indonesia”; “Il conflitto del Sahara Occidentale e le radici della crisi climatica”; “Greenpeace
Roots: come trasformare l’ansia climatica in azione”; “Le migrazioni climatiche e i flussi nel
Mediterraneo”; “Il ruolo delle foreste per arginare il riscaldamento globale”.

CONFERENZE
MARTEDÌ 26 LUGLIO – ORE 17.30 – Aula magna Campus Luigi Einaudi
2022 – 2030: OTTO ANNI PER FERMARE LA CRISI CLIMATICA
Da 3 anni il movimento Fridays For Future unisce ragazzi e ragazze in tutto il mondo che
hanno a cuore il futuro del nostro Pianeta. In questi anni, in cui però abbiamo vissuto anche
una pandemia globale e una nuova guerra in Europa, è cambiata la sensibilità sul tema della
crisi climatica?
Qual è il ruolo della scienza, dell’università, del mondo associativo, del sindacato
nell’affrontare la crisi climatica? Cosa devono fare queste realtà per evitare che il collasso
climatico metta a repentaglio la sopravvivenza stessa della nostra specie?

Ne discutiamo con:
Panel scienza e università
• Antonello Provenzale, Direttore dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR
• Elisa Palazzi, Docente di Fisica del Clima all’Università di Torino
• Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino
• Guido Saracco, Rettore del Politecnico di Torino
• Patrizia Lombardi, Presidente del Comitato di Coordinamento RUS
Panel associazionismo e mondo del lavoro: il modello di sviluppo
• Carlo Petrini, Fondatore di Slow Food
• Luciana Castellina, Presidentessa onoraria di ARCI, Fondatrice de Il Manifesto
• Michele De Palma, Segretario Fiom

Panel associazionismo e mondo del lavoro: pratiche locali di iniziativa e costruzione di reti
territoriali per affrontare la crisi climatica
• Walter Massa, Presidenza nazionale ARCI
• Dario Salvetti, Rappresentante Sindacale Unitario GKN
• Maria Josè Fava, Referente Libera Piemonte
VENERDÌ 29 LUGLIO – ORE 14.30 – Aula magna Campus Luigi Einaudi
“LA GRANDE CECITÀ”: COME RACCONTARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI NEI MEDIA
Chi comunica il cambiamento climatico trova davanti a sé diversi ostacoli, che non
riguardano solo la caratteristica complessità di un argomento scientifico. Ci sono barriere
da superare, innalzate dalla natura intrinseca del problema. Distanze psicologiche,
temporali e fisiche da colmare. In che modo possono i media e le principali testate
giornalistiche comunicare l’urgenza del nostro tempo?
Ne discutiamo con:
• Agnese Pini, direttrice de La Nazione
• Maurizio Molinari, direttore di La Repubblica
• Riccardo Luna, direttore di Green&Blue
• Elena Ciccarello, direttrice di La Via Libera
• Salvatore Cannavò, vice direttore de Il Fatto Quotidiano
Modera: Ferdinando Cotugno, giornalista

VENERDÌ 29 LUGLIO – ORE 17 – Aula magna Campus Luigi Einaudi
LA CRISI CLIMATICA È UNA CRISI SANITARIA
Pochi mesi fa la prestigiosa rivista Lancet ha pubblicato un rapporto intitolato “Codice rosso
per un futuro sano”: secondo lo studio, l’impatto del cambiamento climatico in tutto il mondo
sta diventando il fattore che più di ogni altro definisce la qualità della salute. Gli impatti della
crisi climatica sulla salute umana saranno sempre più pericolosi, causando l’aumento dei
decessi per le ondate di calore, una maggiore incidenza di alcune patologie invalidanti o letali,
e – non ultimo – la diffusione di epidemie. Quali sono, nello specifico, i rischi che correranno
nei prossimi anni i paesi come l’Italia? Che effetto hanno le azioni di contrasto alle emissioni
sulla salute delle persone?

Ne discutiamo con:
• Paolo Vineis, ordinario di Epidemiologia Ambientale presso l’Imperial College di Londra
• Anna Ravetti, Medico e coordinatrice della commissione ambiente dell’Ordine dei Medici di
Torino
• Guido Giustetto, Presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Torino
• Claudio Gianotti, Medico – ISDE Giovani

La Città chiede aiuto ai circoli remieri per liberare il Po dalle alghe

Le perduranti condizioni climatiche estreme hanno aggravato ulteriormente il fenomeno della proliferazione abnorme di vegetazione acquatica nel tratto cittadino del Po.

Gli sfalci predisposti dalla Città nei mesi scorsi non sono stati risolutivi, anche a causa della persistente mancanza di precipitazioni. Nell’ultimo sopralluogo effettuato sul fiume, è emersa inoltre una significativa presenza della specie esotica invasiva Elodea nuttallii, caratterizzata da una forte capacità riproduttiva, che rende quindi pericoloso effettuare operazioni di sfalcio di tipo meccanico.

A seguito di un tavolo tecnico convocato dall’assessore alla Cura della Città Francesco Tresso insieme agli uffici del servizio Ponti e Vie d’Acqua – a cui hanno partecipato rappresentanti del Parco del Po piemontese, GdL Specie Vegetali Esotiche della Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino, ARPA Piemonte, ENEA, Università di Torino – si è deciso di effettuare un intervento coordinato di rimozione manuale (tramite sradicamento) di porzioni di vegetazione, laddove questa è presente con le bancate più cospicue.

È stata chiesta la collaborazione dei circoli remieri, che hanno un rapporto speciale e quotidiano con il fiume. Tutti insieme stanno svolgendo un ruolo attivo fondamentale nelle operazioni di estirpazione che si svolgono nelle giornate di venerdì 22, sabato 23 e lunedì 25 luglio. Le società Esperia, Amici del Fiume, Cerea, Caprera, Armida, Canottieri Torino, CUS Torino, Eridano, oltre al personale hanno fornito le imbarcazioni utilizzate per le operazioni nel tratto di fiume compreso tra la passerella Turin Marathon e il Ponte Vittorio Emanuele I.

L’attività si sta svolgendo con il coordinamento della Città, che fornisce ai numerosi volontari l’attrezzatura necessaria alle operazioni; con il supporto dei tecnici di ENEA, Città Metropolitana ed Ente Parco Po, che hanno fornito ai partecipanti tutte le indicazioni utili per svolgere correttamente lo sradicamento; della Protezione Civile comunale che fornisce supporto logistico, informativo e di ristoro ai volontari; della Pattuglia Fluviale della Polizia Municipale che supervisiona le operazioni in acqua; di AMIAT che provvederà alla rimozione giornaliera del materiale vegetale trasportato dalle varie imbarcazioni.

L’assessore Francesco Tresso ha dichiarato: “Questa iniziativa nasce da un’emergenza, dovuta al gravissimo momento di siccità e di crisi climatica che stiamo vivendo. La cooperazione tra tutti è indice di un bel percorso di collaborazione avviato con i diversi enti che hanno risposto prontamente alla nostra chiamata, dedicando tempo e risorse, insieme ai tanti cittadini volontari, per prendersi insieme cura dei nostri fiumi e della nostra città”.

Torino – Ceres, il ritorno. Interventi cantierabili grazie ai fondi Pnrr

Esprimono soddisfazione i Sindaci che hanno partecipato al primo incontro del Comitato di Monitoraggio della linea ferroviaria Torino – Ceres, insediato venerdì e composto, oltre che dai Sindaci interessati dal tracciato, da Regione Piemonte, RFI, Trenitalia, GTT e Agenzia della Mobilità Piemontese.

Oggi, in particolare, sono stati illustrati ai Sindaci i capisaldi degli interventi in corso e il cronoprogramma delle opere per allineare tutti su una base di riflessione comune.

«Il Comitato – ha precisato l’assessore ai Trasporti e Infrastrutture della Regione Piemonte Marco Gabusi – sarà il luogo in cui si confronteranno i territori. Tra i primi temi affrontati già oggi, il cronoprogramma, di cui si è letto molto in questi giorni sui giornali. Partiamo da un dato consolidato: la linea passerà in gestione da GTT a RFI il 1° gennaio 2024 connettendosi così all’infrastruttura ferroviaria nazionale».

Come è stato spiegato, i tempi di riattivazione della linea nel suo complesso tengono conto di importanti interventi aggiuntivi ora finalmente cantierabili grazie ai 140,5 milioni di fondi PNRR per le linee in concessione alla Regione. «Sono aumentate le risorse a disposizione e quindi i lavori sulla linea – ha spiegato l’assessore Marco Gabusi – e inevitabilmente c’è anche una modifica del cronoprogramma. Tutto ciò ci consente davvero di restituire ai territori un servizio decisamente più performante rispetto a quello inizialmente previsto. In particolare, possiamo ora mettere a terra l’interconnessione con la rete nazionale e la banalizzazione dei binari».

Il Comitato di Monitoraggio si riunirà ogni tre mesi per seguire da vicino l’evoluzione del cantiere e per monitorare il servizio. «Le amministrazioni locali – ha concluso l’assessore Marco Gabusi – rivestono un ruolo fondamentale, che la Regione Piemonte intende valorizzare il più possibile. È stata, infatti, sostenuta da questa amministrazione regionale la richiesta pervenuta dal territorio di volere attestare la linea con la definizione della Stazione Porta a Ciriè, con conseguente finanziamento di oltre 10 milioni di euro per il sottopasso che consentirà di non bloccare totalmente il traffico cittadino».

Alti livelli di ozono nell’aria. I consigli: poca attività fisica all’aperto e preferire le zone ombreggiate

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A causa dell’elevata temperatura  a Torino si sono verificati dei superamenti della soglia di informazione dell’ozono.

Perdurando le attuali condizioni di forte irraggiamento solare ed elevate temperature, altri superamenti potrebbero aver luogo nei prossimi giorni.

L’assessorato all’Ambiente ricorda pertanto di evitare attività ricreative con esercizio fisico intenso all’aperto nei luoghi soleggiati; di evitare, nei lavori all’aperto, di concentrare nelle ore di maggior soleggiamento (indicativamente tra le 11 e le 17) le attività faticose; di effettuare pause in zone o strutture ombreggiate.

Ai soggetti più sensibili (bambini, anziani, cardiopatici, asmatici o persone affette da malattie dell’apparato respiratorio) si rammenta inoltre di evitare la permanenza all’aria aperta nei luoghi soleggiati.

Il suggerimento per tutti è di integrare la propria dieta con cibi contenenti sostanze antiossidanti, come frutta e ortaggi freschi.

La situazione è monitorata dall’Arpa Piemonte: qui di seguito i bollettini che evidenziano la situazione:

Bollettino ozono: http://www.arpa.piemonte.it/bollettini/bollettino_ozono.pdf/at_download/file

Bollettino ondate di calore: http://www.arpa.piemonte.it/bollettini/bollettino_calore_comune_torino.pdf/at_download/file

(foto Vincenzo Solano)

Mattarella: compleanno al giuramento dei carabinieri in piazza Castello

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 Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel giorno del suo 81esimo compleanno, ha partecipato in piazza Castello a Torino, alla cerimonia del giuramento degli Allievi carabinieri del 140/o corso.

Il corso è intitolato ad Alberto La Rocca,  Medaglia d’Oro al Valor Militare. Il carabiniere nell’agosto 1944 si consegnò ai tedeschi a Fiesole per salvare la vita di dieci ostaggi civili che sarebbero stati uccisi per la sua fuga per unirsi ai partigiani.

Oggi è il bicentenario dalla fondazione della prima scuola di formazione dell’Arma dei carabinieri, presso la caserma Cernaia, che Torino ospita dal 1822. Il 12 ottobre 1822 il re Carlo Felice emanò a Torino le Regie Patenti con le quali istituì la figura dell’Allievo carabiniere.

Alla cerimonia era presente anche il ministro della Difesa Guerini.

Tav Torino – Lione: formazione in valle, attesi 1000 posti di lavoro dal 2023 a fine cantieri

LA REGIONE ATTIVA IN UN ACCOMPAGNAMENTO PARTECIPATO E DETERMINATO. PRONTA LA RETE DI SERVIZI PER LA FORMAZIONE DEI LAVORATORI IN VALLE

Presentato all’Osservatorio “Una rete per la Valle di Susa”, l’accordo approvato  tra Regione Piemonte, Agenzia Piemonte Lavoro e TELT.  Strategico il completamento del nodo di Torino per rendere efficaci i benefici della nuova linea per il territorio

Un accompagnamento alla realizzazione della Torino-Lione ‘partecipato’ ma anche ‘determinato’ nelle decisioni e con l’attenzione puntata fermamente sulle opportunità lavorative per la Valle. Questi i temi portati dagli assessori della Regione Piemonte ai Trasporti e Infrastrutture, Marco Gabusi, e al Lavoro e Formazione professionale, Elena Chiorino, al secondo incontro dell’Osservatorio per l’Asse ferroviario Torino-Lione sotto la guida del Presidente Calogero Mauceri svoltosi oggi a Torino.

«Siamo entrati in una fase, per nulla scontata – sottolineano gli assessori Marco Gabusi ed Elena Chiorino – in cui la realizzazione della Torino-Lione vede finalmente avanzare anche la tratta nazionale italiana. È una fase cruciale sia perché vediamo crescere un’infrastruttura strategica in grado di rendere il Piemonte il cuore pulsante della logistica europea, sia perché possiamo veramente accompagnare il territorio creando opportunità importanti di ricadute in Valle».

Fondamentale per il territorio è, secondo l’assessore Marco Gabusi, «considerare parte integrante della Torino Lione i lavori relativi al nodo di Torino, senza il quale l’opera non può esprimere a pieno tutti i benefici che porta con sé per i territori dalla Valle in giù».

Tra i benefici immediati per il territorio al primo posto c’è senza dubbio la ricaduta occupazione dei cantieri. È stata definita una linea ben chiara di supporto e accompagnamento allo sviluppo economico e occupazionale sul territorio della Val di Susa. L’obiettivo dell’accordo “Una rete per la Valle di Susa” tra Regione Piemonte, Agenzia Piemonte Lavoro e TELT approvato oggi dalla giunta regionale ė concreto: incrociare le necessità di professionalità delle imprese, che vi operano oggi e che vi opereranno nei prossimi anni, e declinare tutte le tipologie di percorsi formativi cogliendo tutto il ventaglio di opportunità che si creeranno grazie alla linea Torino Lione. L’intesa attua la Legge Regionale 4/2011 e il “Patto per il Territorio”, un programma coordinato, organico e congiunto volto a rendere i cantieri della Torino-Lione un motore di sviluppo per l’economia locale.

I lavori inerenti all’asse Torino-Lione rappresentano una concreta opportunità per costruire una rete pubblico-privata capace di sviluppare una logica di sistema, affrontare adeguatamente la complessità dei mercati del lavoro locali e soddisfare le richieste delle persone alla ricerca di prima o nuova occupazione. In questa traiettoria, per rispondere ai fabbisogni professionali prospettati da TELT, l’assessorato al lavoro e alla formazione professionale guidato da Elena Chiorino metterà al servizio della rete per la Valle di Susa tutti gli strumenti “di nuova generazione” che ha sviluppato e sostenuto in questi anni, dall’apprendistato duale al nuovo sistema della formazione professionale e alle innovative Academy di filiera, oltre ai percorsi di alta formazione specialistica degli istituti ITS. L’iniziativa è rivolta non solo ai giovani che si stanno formando, ma anche alle persone in cerca di lavoro (perché disoccupate o da ricollocare).

Agenzia Piemonte Lavoro, ente strumentale del medesimo assessorato regionale, attraverso i Centri per l’impiego coinvolti (Susa, Rivoli e Chivasso), predisporrà degli sportelli dedicati sia alle persone interessate a ricoprire le mansioni offerte, sia alle imprese richiedenti personale. Tutti gli attori territoriali coinvolti – soggetti istituzionali, enti scolastici e atenei- daranno il proprio contributo per favorire l’incrocio tra la domanda e l’offerta di lavoro che scaturirà da questa preziosa opportunità di sviluppo. Anche le imprese della Torino-Lione saranno coinvolte nelle attività di continuo aggiornamento dei fabbisogni delle figure professionali necessarie, così che l’intero sistema possa beneficiare delle opportunità lavorative che si creano.

Secondo le prime stime di TELT, dal 2023 alla fine dei lavori, per lo scavo del tratto italiano del tunnel di base saranno impiegati circa mille lavoratori. Diverse le figure professionali che saranno interessate: per circa il 60% si tratta di manodopera impiegata nello scavo meccanizzato e nella logistica interna (minatori, addetti alla fresa, elettricisti, ecc.); un altro 20% riguarda figure della logistica esterna (autotrasportatori, escavatoristi, addetti agli approvvigionamenti, ecc.), mentre il restante 20% sono quadri, impiegati e personale tecnico. In una prospettiva di lungo periodo invece, i mestieri e le figure professionali da formare – e poi impiegare – evolveranno verso le professionalità dell’esercizio ferroviario (manutentori, manovratori, addetti alla sicurezza e alla circolazione ferroviaria, ecc.).

I contenuti dell’accordo, che sarà firmato prossimamente, verranno condivisi con tutte le parti interessate.

Gioco d’azzardo: dalla Regione il piano per ridurre la dipendenza

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Su proposta del presidente della Regione, Alberto Cirio, e dell’assessore alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, la Giunta regionale ha approvato  gli indirizzi per le azioni di comunicazione, informazione ed educazione finalizzate alla sensibilizzazione della popolazione sul gioco d’azzardo patologico per il biennio 2022-2023.

«Le iniziative di comunicazione e informazione – spiegano il presidente Cirio e l’assessore Icardi – rientrano nell’ambito della prevenzione e della riduzione del rischio di dipendenza dal gioco d’azzardo patologico. Vogliamo informare in modo  capillare la collettività su cosa sia il gioco d’azzardo e su quali conseguenze possa scatenare, stimolare la presa di coscienza dei giocatori problematici e delle loro famiglie sulla gravità della situazione e sulle sue possibili ripercussioni, promuovendo percorsi di avvicinamento e presa in carico da parte di strutture specialistiche di diagnosi e cura, attuare un sistema integrato di comunicazione e sensibilizzazione più ramificato sui territori, in modo da far emergere i soggetti maggiormente a rischio di dipendenza».

Le azioni di sensibilizzazione riguarderanno tutta la popolazione dai 15 ai 64 attraverso strumenti e messaggi differenziati a seconda della fascia di età. L’attività di informazione verrà svolta anche negli istituti scolastici, con un coinvolgimento attivo soprattutto degli studenti delle scuole superiori.

In dettaglio, ecco le attività a cui verrà dato corso nel il biennio 2022-2023, in coerenza con la Legge regionale 19/2021 e in attuazione del Piano regionale approvato dal Ministero della Salute:

–  Predisposizione e distribuzione del materiale informativo dedicato al Gap

– Organizzazione tour informativi sul territorio piemontese (Gap Tour) in luoghi ad alta frequentazione

– Organizzazione di incontri informativi presso i Comuni piemontesi e le associazioni interessate

– Spot televisivi e radiofonici

– Campagne sui media locali e nazionali e sui social media

– Attività informativa e partecipativa presso gli istituti scolastici con spettacoli tematici rivolti agli studenti delle scuole superiori

La spesa complessiva sarà di 580 mila euro. Inoltre, per il servizio di numero verde regionale e la formazione degli operatori è prevista una spesa massima di 20 mila euro per il 2022.

Per i diversi ambiti di intervento, saranno coinvolti le pubbliche Amministrazioni locali, le Asl, gli Ordini professionali, le Associazioni di consumatori, l’Ires, l’Ufficio scolastico regionale, le Associazioni di categoria (Confcommercio e Confesercenti), le Organizzazioni del Terzo Settore, le Parrocchie, il Volontariato Sociale e gli altri soggetti interessati.

L’Osservatorio per l’asse ferroviario Torino – Lione entra nel vivo

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IL NUOVO OSSERVATORIO PER L’ASSE FERROVIARIO TORINO -LIONE ENTRA NEL VIVO. OGGI IL SECONDO INCONTRO 

  • Prima seduta operativa con l’ingresso di alte professionalità  

  • Istituiti cinque tavoli tecnici su tematiche di interesse generale 

  • Accelerazione per delineare le opere di accompagnamento già finanziate  

Torino, 22 luglio 2022

 Si è svolto questa mattina a Torino il secondo incontro dell’Osservatorio per l’Asse ferroviario Torino-Lione sotto la guida del Presidente Calogero Mauceri. Erano presenti, tra gli altri, il Presidente e l’Assessore alle Infrastrutture e Trasporti della Regione Piemonte, Albero Cirio e Marco Gabusi, il Presidente della Città Metropolitana, Stefano Lo Russo, il Prefetto di Torino, Raffaele Ruberto, i Sindaci del territorio, i Rettori delle università torinesi – Politecnico e università di Torino-, i Presidenti delle Unioni montane Val Susa, il Direttore Generale di Telt, Mario Virano, i rappresentanti di Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS), le categorie produttive e i Sindacati.

Un primo appuntamento operativo che ha sancito il nuovo corso dell’Osservatorio, con la partecipazione delle parti sociali, delle Università e del Ministero della Salute, ma anche l’istituzione di cinque tavoli tematici. L’obiettivo del presidente Mauceri e di tutti i componenti si conferma quello di informare in modo chiaro, completo e trasparente tutti i soggetti coinvolti, fornendo le risposte utili ai cittadini, alle Istituzioni locali e alle Comunità interessate dall’opera la cui realizzazione deve essere compatibile e sostenibile anche sul piano sociale, accompagnando l’opera con interventi di sviluppo economico-sociale e territoriale che ne assicurino la sostenibilità.

Questi i principali argomenti discussi dai partecipanti, che sono stati aggiornati sull’andamento dei lavori della tratta transnazionale, nazionale, delle opere di accompagnamento; si è anche dialogato sulla decisione di esecuzione che in ambito europeo dovrà assicurare il cofinanziamento europeo alle tratte nazionali, la cui progettazione definitiva è stata già cofinanziata.

Novità rilevante l’istituzione dei cinque tavoli tecnici tematici avviati per fornire risposte adeguate e concrete su importanti tematiche anche territoriali:

  • legalità, trasparenza e anticorruzione;
  • ambiente e sostenibilità;
  • sviluppo economico-sociale e territoriale;
  • informazione e comunicazione con il territorio
  • sostenibilità dei cantieri (con focus specifici su cantierizzazione tratta transnazionale, tratta Bussoleno-Avigliana e tratta Avigliana-Orbassano).

Si tratta di gruppi di lavoro, che potranno avvalersi del supporto tecnico-professionale di qualificati docenti e ricercatori del mondo universitario e non solo per aspetti più squisitamente tecnici, di sviluppo economico e sociale, urbanistica, di assetto del territorio e formazione.

Subito al lavoro il gruppo di professionisti che si occuperà di legalità coordinati da Antonio Rinaudo, ex magistrato con una lunga esperienza e competenza, mentre Francesco Laio, capo dipartimento ambiente e territorio del Politecnico di riconosciuta fama e competenza professionale, sarà a capo del tavolo Ambiente e Sostenibilità. Partito anche il tavolo della comunicazione, coordinato dallo stesso Presidente Mauceri, con la predisposizione periodica di una rinnovata newsletter indirizzata a tutti i Comuni e a tutti i soggetti istituzionali e alle Associazioni.

Istituiti, infine, specifici e distinti gruppi di lavoro dedicati alle cantierizzazioni delle singole tratte con il coinvolgimento di tutti i sindaci interessati.

Durante i lavori si è discusso anche della terza fase delle opere di accompagnamento, già finanziate ma per le quali è necessario declinare in progetti condivisi che garantiscano lo sviluppo economico e sociale del territorio. Su questo aspetto diventa importate la tempistica che il Presidente vorrebbe contenere entro la fine dell’anno, partendo da un dato acquisto agli atti: 16 milioni già destinati ad interventi individuati in puntuali prescrizioni del CIPE nella delibera 39 del 2018.

L’artigianato piemontese alle prese con la crisi Ma non mancano indicatori positivi

Al 31 dicembre 2021 le imprese artigiane piemontesi ammontavano a 117.286; le proiezioni prevedono che nel secondo semestre 2022 vi sarà una leggera diminuzione nel numero di imprese pari a 63 unità produttive.

 

A luglio 2022 l’occupazione nel comparto artigiano piemontese si posiziona a 238.895 unità lavorative, di cui 128.977 autonomi e 109.918 dipendenti. Nel 2007 gli addetti, tra titolari e dipendenti, erano 313.533, con una perdita complessiva, in 15 anni, di 74.638 posti di lavoro

 

Giorgio Felici (Presidente Confartigianato Imprese Piemonte): “Il periodo di crisi va a sommarsi alle problematiche di lunga data che caratterizzano il mercato italiano: un cuneo fiscale insostenibile, burocrazia eccessiva, una mancanza di investimenti in formazione dei giovani che negli ultimi mesi ha portato ad un’enorme difficoltà nel reperire le risorse umane necessarie, nonché l’assenza di una politica industriale coerente e su misura per i territori”.

 

L’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte ha redatto il compendio dei dati statistici del primo semestre 2022 in relazione agli indicatori maggiormente significativi per l’andamento del comparto dell’artigianato piemontese.

Osservando quanto emerso nelle indagini congiunturali trimestrali realizzate da Confartigianato Imprese Piemonte, nell’ultimo trimestre 2021 e nel primo semestre del 2022 è possibile osservare il perdurare di un forte clima di pessimismo nonostante il leggero miglioramento di taluni indicatori, che rimangono pur sempre negativi. Tali percezioni delle imprese sono presumibilmente riconducibili al permanere dell’incertezza della situazione geopolitica, delle conseguenze della latente crisi pandemica e delle nuove ed altrettanto gravi problematiche emerse in questa prima parte dell’anno, sia per quanto riguarda la crisi energetica che l’aumento dei prezzi, oltre al più recente problema della siccità.

“Il comparto dell’artigianato piemontese – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – nonostante le importanti manifestazioni di forza e resistenza osservate nelle ultime analisi congiunturali, è sottoposto ad una fortissima pressione dettata dalle concause dell’enorme crisi che investe tutti i settori. Tale congiuntura va a sommarsi alle problematiche di lunga data che caratterizzano il mercato italiano: un cuneo fiscale insostenibile, burocrazia eccessiva, una mancanza di investimenti in formazione dei giovani che negli ultimi mesi ha portato ad un’enorme difficoltà nel reperire le risorse umane necessarie, nonché l’assenza di una politica industriale coerente e su misura per i territori”.

“Il credito – continua Felici – si conferma strategico per le micro e piccole imprese. A livello territoriale si registra un aumento dei prestiti alle piccole imprese in diciassette regioni, con una crescita tre volte la media per Campania (+4,5%) e Sardegna (+3,9%) seguite dal Lazio (+3,2%), mentre il Piemonte si colloca al sedicesimo posto con un +0,6%. All’opposto, si rilevano flessioni per Friuli-Venezia Giulia (-2,6%), Veneto (-1,5%), Provincia Autonoma di Trento (-1,1%) ed Emilia-Romagna (-0,4%)”.

Secondo quanto rilevato dall’Osservatorio dell’Artigianato della Regione Piemonte, al 31 dicembre 2021 le imprese artigiane piemontesi ammontavano a 117.286; le proiezioni dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte prevedono che nel secondo semestre 2022 vi sarà una leggera diminuzione nel numero di imprese pari a 63 unità produttive.

 

Dalle indagini dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro della Regione Piemonte, aggiornate a luglio 2022, emerge che gli apprendisti sono 17.482.

A luglio 2022 l’occupazione nel comparto artigiano piemontese si posiziona a 238.895 unità lavorative, di cui 128.977 autonomi e 109.918 dipendenti. Nel 2007 gli addetti, tra titolari e dipendenti, erano 313.533, con una perdita complessiva, nel periodo preso in esame, di 74.638 posti di lavoro.

 

Le previsioni di primavera della Commissione europea propongono una severa revisione della crescita dell’economia italiana, con un ribasso di 1,9 punti della crescita del PIL per quest’anno rispetto alle previsioni dello scorso novembre, mentre è ampia la revisione al rialzo dei prezzi delle commodities energetiche sottostanti alle previsioni di maggio dello Spring 2022 Economic Forecast. Queste oscillazioni evidenziano l’amplificazione, causata dalla guerra, degli effetti della crisi energetica scoppiata lo scorso anno.

“Tutto il tessuto produttivo, nazionale e locale, è frenato da inefficienze radicate e ritardi rimasti sopiti – continua Felici – ma che oggi devono essere tempestivamente affrontati per riuscire a raggiungere la tanto ricercata ripartenza economica. I nostri imprenditori sono in attesa di segnali concreti per riattivarsi, sia attraverso misure strutturali di riduzione del cuneo fiscale e di snellimento della burocrazia, sia tramite una facilitazione all’accesso di nuovi strumenti di finanza d’impresa, alla ricerca e ai progetti di innovazione digitale e tecnologica, di transizione ecologica e di internazionalizzazione”.

“Non possono più essere rinviate nuove politiche di rilancio per tutto il Paese e per i diversi territori che lo compongono” – conclude Felici. “È necessario prendere una precisa direzione con una visione chiara, impegni prestabiliti e coerenti. Senza dubbio non bisogna ricadere nell’errore di fare ‘passi indietro’, come per i bonus edilizi, che dopo mesi di titubanza da parte del Legislatore oggi hanno portato migliaia di imprenditori ad avere i crediti fiscali bloccati in balia dell’incertezza. Non saremmo imprenditori se non avessimo la forza di metterci alla prova ogni giorno, ma quello che vogliamo è costruire un Paese che sostenga convintamente quell’enorme numero di artigiani che contribuiscono a fare dell’Italia una delle più importanti manifatture europee”.