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In attesa del nuovo Prg: costruire in deroga? Si’, ma per rigenerare Torino

La Giunta Comunale ha approvato su proposta dell’Assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni una delibera con la quale propone al Consiglio comunale una serie di integrazioni agli indirizzi e ai criteri applicativi in tema di permesso di costruire in deroga.

“L’obiettivo è quello di migliorare ulteriormente lo strumento urbanistico della deroga, agevolando e promuovendo una riqualificazione urbana di qualità e anticipando così quelle che saranno le linee guida del Nuovo Piano Regolatore Generale, su cui siamo al lavoro”, spiega l’Assessore Mazzoleni.

Si tratta di un istituto che consente al Consiglio Comunale, “limitatamente alle finalità di rigenerazione urbana, di contenimento del consumo del suolo e di recupero sociale e urbano” di autorizzare comunque un intervento edilizio che abbia maggiore aderenza alla visione di sviluppo della città e dell’interesse collettivo.

Disciplinato dell’articolo 5, commi 9-14, del decreto Legge n. 70/2011, convertito in legge n.106/2011 del c.d. “Decreto Sviluppo” il permesso di costruire in deroga è regolato anche dall’articolo 3 della Legge Regionale n. 16/2018 come sostituito dall’articolo 5 della Legge Regionale 7/2022.

Con la deliberazione approvata questa mattina la Giunta prende atto delle modifiche normative intervenute nel frattempo e intende consolidare, attraverso nuove prescrizioni, le linee di lavoro attuate in questi primi due anni dall’Amministrazione e dal Consiglio.

Tutto ciò permetterà di lavorare sulla qualità delle proposte progettuali elevandone il livello generale e renderà più virtuosi gli interventi, residenziali, commerciali, misti, mentre l’utilizzo dei criteri ambientali minimi e di altri protocolli promuoverà un altissimo grado di sostenibilità e consentirà al Consiglio Comunale e alle Commissioni Edilizia e Paesaggio della Città di avere più elementi per valutarli.”

Accorciare le liste d’attesa in sanità: come verranno impiegati i 25 milioni della Regione?

La questione liste d’attesa in Sanità entra nel Bilancio con 25 milioni

Come verranno utilizzati i 25 milioni messi a Bilancio per combattere le liste d’attesa in ambito sanitario: questo uno dei punti del dibattito, aperto in prima Commissione in Consiglio regionale presieduta da Carlo Riva Vercellotti. Diego Sarno (Pd) ha chiesto all’assessore Andrea Tronzano le modalità di spesa della cifra, annunciata ai commissari, nell’aprire la discussione generale sul Bilancio di previsione 24-26.

Per questo motivo, s’è concordato, sarà convocata una Commissione sanità, al fine di illustrare nel dettaglio le azioni che la Giunta intende intraprendere in tema liste d’attesa. In generale, l’assessore ha spiegato che tra le priorità della manovra “abbiamo le borse di studio, che vogliamo coprire al 100 per cento, quindi ci sarà l’integrazione. Poi, appunto, 25 milioni sulle liste d’attesa, senza dimenticare il leasing del nuovo palazzo della Regione, che diventerà mutuo, ma che per il 2024 ammonta a 7,2 milioni”.

Come termine ultimo per l’approvazione del Bilancio, è stato dato quello della fine di marzo, “perché poi ci saranno le elezioni e l’attività del Consiglio sarà sospesa”, ha ricordato Tronzano, che comunque è in attesa dell’accordo con il Governo per i fondi Fsc, “che potrebbero essere di 20-25 milioni. Prima di tale accordo è difficile presentare il maxiemendamento finale”.

Sul testo, già oggi ci sono 52 emendamenti, tutti presentati dal Pd, che insistono sull’articolo 2, “motivo per cui per ora è inutile iniziare a votare l’articolato”, ha considerato il presidente Riva Vercellotti. Del resto, gli interventi di opposizione, con Giorgio Bertola (Ev), Francesca Frediani (Up), Silvana Accossato (Luv) hanno sottolineato come sia opportuno attendere il maxiemendamento per avere una visione complessiva del provvedimento. Tronzano non ha potuto dare tempi certi in tal senso, “in attesa appunto che si perfezioni l’accordo con il governo”.

Intanto sono stati definiti i relatori del Bilancio in Aula, con Alessandra Biletta (Fi) per la maggioranza, Frediani Raffaele Gallo (Pd) per l’opposizione.

Torino inaugura la cabina di regia per lo sviluppo industriale

Speriamo che non sia uno dei soliti tavoli di lavoro, a volte inconcludenti. Le premesse sono serie: avviare la costruzione di una cabina di regia tra la Città di Torino e le organizzazioni sindacali che veda coinvolti a più livelli anche il mondo dell’industria, dell’impresa, le università, le organizzazioni datoriali e il terzo settore per condividere strategie per lo sviluppo industriale di Torino e dell’area metropolitana.

È la decisione maturata in incontro a Palazzo Civico tra il sindaco Stefano Lo Russo, insieme con l’assessora al Lavoro Gianna Pentenero, e i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil Torino. Al centro dell’incontro alcune situazioni di crisi industriale a Torino e nell’area metropolitana, le relative ricadute sull’occupazione e le strategie di sviluppo e rilancio per il futuro.

“È stata un’importante occasione di confronto – commenta il Sindaco – che ci dà l’opportunità di avviare congiuntamente iniziative concrete, con il coinvolgimento di tutte le parti interessate. La vocazione industriale produce oltre il 30 per cento del PIL della città e va promossa e rafforzata in modo sinergico tra istituzioni. Occorre lavorare in questa direzione, tenendo conto anche delle due grandi emergenze che ci troviamo ad affrontare, ovvero la lotta al cambiamento climatico e la crisi demografica. In questa cornice il confronto con le parti sociali è davvero molto importante, insieme individueremo le priorità da seguire».

I rappresentanti dei sindacati Gabriella Semeraro (CGIL), Domenico Lo Bianco (CISL), Gianni Cortese (UIL): “È positivo che il sindaco Stefano Lo Russo abbia accolto la nostra richiesta per la costituzione di una cabina di Regia finalizzata ad affrontare le crisi industriali dell’Area Metropolitana di Torino e per ragionare concretamente su un percorso che metta al centro lo sviluppo della Città. Tra le priorità individuate c’è la crisi di Stellantis e dell’indotto, la mobilità e la transizione ecologica, la sanità e le strutture ospedaliere. Questo incontro rappresenta l’inizio di un percorso di confronto che dovrà produrre azioni politiche e industriali capaci di ridare slancio alla Città, tutelando il lavoro di qualità e l’accesso ai servizi delle cittadine e dei cittadini”.

Senza fissa dimora: dalla Regione 150mila euro per i tutor sociosanitari

Il quarta Commissione, presieduta da Alessandro Stecco, il Consiglio regionale ha espresso parere consultivo favorevole sulle materie di propria competenza del Bilancio di previsione finanziario 2024-2026.

Dopo le relazioni degli assessori alle Pari opportunità Chiara Caucino e alla Sanità Lugi Icardi, svolte nelle scorse settimane, questa mattina è toccato all’assessore alle Politiche sociali Maurizio Marrone, che ha dichiarato “che non sono previste variazioni rispetto al bilancio pluriennale”.

Illustrando gli interventi più significativi, ha evidenziato “la necessità di migliorare i sistemi informativi rafforzando le procedure per la rendicontazione dei fondi ministeriali degli enti gestori, la cui fluidità pesa sull’erogazione dei fondi statali”.

“Gli interventi per la disabilità – ha aggiunto – sono sostanzialmente confermati con 13 milioni di euro, così come i progetti per la vita indipendente”.

“Anche per gli anziani – ha spiegato – è previsto un milione di euro per il mantenimento del benessere in attuazione del Piano per l’invecchiamento attivo”.

“Confermati anche – ha sottolineato – gli interventi per le persone con specifiche fragilità sociali e i 150.000 euro per interventi di supporto alla presa in carico del Servizio sanitario regionale per i senza fissa dimora, in particolare per la formazione dei tutor sociosanitari”.

“Confermati – ha concluso – il rifinanziamento, con 940 mila euro, del progetto ‘Vita nascente’”.

Sono intervenuti, per richieste di spiegazioni, Monica Canalis (Pd), Francesca Frediani (Up) e Sarah Disabato (M5s).

 

La Commissione ha inoltre audito Antonio Rinaudo, coordinatore del gruppo tecnico regionale finalizzato alla definizione di linee di indirizzo in materia di fine vita.

Ha spiegato che il compito del gruppo di lavoro, costituito nell’agosto scorso, è produrre le linee guida e operative per indicare alle Aziende ospedaliere e alle Aziende sanitarie regionali come intervenire in riferimento alla sentenza della Corte costituzionale 242/2019.

Sono intervenuti, per richieste di chiarimenti, il presidente Stecco (Lega), Silvana Accossato (Luv), Diego SarnoMauro Salizzoni (Pd), Frediani (Up), Giorgio Bertola (Ev), Disabato (M5s) e Carlo Riva Vercellotti (Fdi).

Tutti i numeri del Piemonte nell’annuario

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Si rinnova l’appuntamento on-line con l’Annuario Statistico Regionale “I numeri del Piemonte”. La pubblicazione, giunta alla settima edizione, fornisce ad un’ampia utenza un quadro sintetico di dati territoriali. Le informazioni aggiornate e facilmente scaricabili includono centinaia di elaborazioni, tabelle e cartografie, organizzate in 17 sezioni tematiche, come ambiente, demografia, salute e stili di vita, sicurezza, istruzione e cultura, sport, turismo, lavoro, economia, ma anche ricerca e innovazione, mercato immobiliare, trasporti e telecomunicazioni.

Ampio spazio è dedicato agli indicatori territoriali di misura del Benessere equo e sostenibile (BES) e agli indicatori Istat per gli obiettivi di sviluppo sostenibile per il 2030 (SDGs – Sustainable Development Goals) delle Nazioni Unite.

L’Annuario è realizzato dall’Ufficio di Statistica della Direzione Risorse finanziarie e patrimonio della Regione Piemonte e dalla Sede di Torino dell’Istat, Ufficio territoriale Area Nord-ovest: Piemonte e Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste, Liguria, Lombardia. Per facilitare la lettura delle tavole e dei grafici, ogni sezione include un glossario dei termini utilizzati.  Nella logica di economicità e sostenibilità ambientale non è prevista una versione cartacea dell’Annuario, ma i dati sono consultabili al seguente link:

http://www.regione.piemonte.it/annuariostatisticoregionale

“L’Annuario Statistico ‘I numeri del Piemonte’ è frutto di una continua e consolidata collaborazione tra Istat e Regione Piemonte. Mette a disposizione le principali statistiche riferite al territorio piemontese ed è pertanto un utile strumento di lavoro per decisori pubblici e privati, università ed enti di ricerca, cittadini e studenti con finalità divulgative, scientifiche e professionali – afferma l’Assessore alla Programmazione Finanziaria della Regione Piemonte, Andrea Tronzano – L’Annuario può essere considerato un valido supporto alla programmazione delle politiche e degli interventi regionali”.

Anche a Torino andremo tutti a 30 all’ora?

Nei giorni scorsi è stato approvato  in Sala Rossa un documento (prima firmataria, Elena Apollonio) sulla promozione dell’educazione alla sicurezza stradale. L’ordine del giorno ricorda tra l’altro come una mozione del Consiglio comunale del novembre 2022 abbia impegnato la Città a portare il limite di velocità a 30 km/h e a proclamare Torino “Città 30 all’ora”. È quello approvato di recente è un nuovo documento che va nella stessa direzione. Inoltre, sottolinea come l’anno scorso si siano verificati in città 4132 incidenti stradali, con 22 persone decedute e 2755 ferite.

All’Amministrazione si richiede la promozione di ulteriori azioni ed interventi a sostegno della sicurezza stradale. Fra i provvedimenti portati ad esempio, la realizzazione della Città 30 all’ora, così come avvenuto a Bologna non senza polemiche. Poi, il monitoraggio degli attraversamenti con scarsa visibilità, l’adeguamento dei limiti di velocità alle condizioni di visibilità, la creazione di isole salvagente al centro delle carreggiate “ed ogni utile azione e iniziativa che favorisca la cultura della sicurezza stradale del pedone”.

Inoltre, all’esecutivo di Palazzo Civico si chiede di sollecitare la Regione Piemonte, di concerto con Amministrazioni comunali e Ufficio Regionale Scolastico (coinvolgendo inoltre le Associazioni per la mobilità ciclabile e sostenibile), a un investimento straordinario sull’educazione dei giovani, in particolare studenti degli ultimi due anni delle scuole medie superiori. Occorre inoltre, sottolinea il testo approvato in aula, una sensibilizzazione a larga scala per combattere le cause delle morti, quali eccesso di velocità, uso dei telefonini e distrazione, guida sotto gli effetti dovuti all’assunzione di bevande alcoliche o droghe.

Nei prossimi due anni 650 mila nuove piante nel territorio della Città Metropolitana

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Il 2024 si è aperto con notizie positive sul fronte della tutela dell’ambiente: la Città metropolitana di Torino ha avuto conferma dell’erogazione dei 22 milioni e 220.000 euro che erano stati richiesti al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per la realizzazione di 5 progetti di forestazione urbana ed extraurbana presentati a fine settembre. I progetti (relativi alla Missione 4.2.3.1 del bando) consentiranno di intervenire su 5 ambiti metropolitani per mettere a dimora 650.000 piante nei prossimi due anni.

torrente Stura – Comune di Borgaro Città di Torino, SMAT con la riforestazione dell’area del lago Villaretto, del parco Chico Mendes e dell’area SMAT Stura, per una spesa di 4.515.000 euro

torrente Chiusella e fiume Dora Baltea – Comune di Montalto Dora, Comune di Pavone Canavese e in aree del Demanio regionale, con il ripristino dei corridoi ecologici del Chiusella e della Dora Baltea, per una spesa di 2.881.000 euro

torrente Orco – Comune di Foglizzo, Comune di Montanaro, Comune di San Benigno e aree del Demanio regionale, con il ripristino del corridoio ecologico dell’Orco, per una spesa di 6.450.000 euro

Alta Valle di Susa – Comune di Salbertrand, Comune Sauze di Cesana, Comune di Chiomonte, Comune di Exilles, con il ripristino di boschi danneggiati da valanghe in alta Valsusa, per una spesa di 2.365.000 euro

fiume Po – ripristino del corridoio ecologico in aree del Demanio Regionale e del Parco del Po nel tratto tra Città di Chivasso e il confine con la provincia di Vercelli, per una spesa di 7.009.000 euro.

ℹ Per approndire https://bit.ly/3vQHRNK

Nuovo Dea Molinette, il più grande pronto soccorso: a marzo la gara avvio lavori

In merito ai lavori del nuovo DEA dell’ospedale Molinette, Citta della Salute sottolinea in una notte che “nel mese di dicembre SCR, Società di Committenza regionale, ha aggiudicato la progettazione dei lavori, che a metà gennaio ha dato mandato ai progettisti di predisporre il progetto definitivo. In linea con quanto comunicato dalla Regione quindi, si conferma che, nei primi mesi dell’anno, e in particolare a marzo, sarà avviata la gara per l’avvio dei lavori.
Alla luce del fatto che si tratta del Pronto soccorso più importante della Città Metropolitana, l’Azienda Città della Salute di Torino sta lavorando in sinergia con Azienda Zero per individuare una soluzione organizzativa che punti a garantire, in ogni modo, il maggior numero di prestazioni di Pronto soccorso. Il tutto con un solo ed unico principio di fondo: quello di poter garantire la sicurezza dei cittadini, dei pazienti e dei lavoratori”.

Giustizia: “Organici carenti, la criminalità ne approfitta”

In occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario ieri a Torino presso il Palazzo di Giustizia il presidente della corte d’appello di Torino Edoardo Barelli Innocenti ha posto l’accento sulla carenza di personale: “Il personale è carente, mancano i dirigenti amministrativi e sono da assumere a tempo indeterminato gli addetti all’ufficio del processo”. La situazione di difficoltà è nota al mondo del crimine che se ne approfitta. Alla cerimonia erano presenti il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, il sindaco Stefano Lorusso e il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. Ha commentato il sindaco di Torino: “Le risorse umane, in particolare, sono una profonda criticità: la crisi di organico della Procura di Ivrea è una situazione che non è più tollerabile, che rischia non solo di favorire la criminalità comune e organizzata ma anche di vedere i cittadini privati di quelle tutele che lo stato di diritto deve garantire. Sono poi necessari investimenti sul sistema carcerario, per affrontare il problema del sovraffollamento e intervenire su edifici non più adatti a svolgere la loro funzione ma, soprattutto, per lavorare su efficaci misure di re-inserimento.
Soltanto così, con un sistema carcerario che punti anche a rieducare e non semplicemente a punire, possiamo ridurre la recidiva degli ex detenuti e aumentare quindi la sicurezza.
La crescita e la competitività del nostro Paese passano anche dell’efficienza e dall’equità del sistema giustizia nel suo complesso.
Una giustizia che per essere tale deve essere messa nelle condizioni di poter lavorare e deve avere le adeguate risorse”.  (Foto Facebook)

 

Addio a Bruno Segre, l’uomo che nacque “quando ancora tuonavano i cannoni della Grande guerra”

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A 105 anni è morto Bruno Segre. Intellettuale, avvocato, partigiano.

Si era laureato  in Giurisprudenza all’Università di Torino, dove fu allievo di Luigi Einaudi.

Le leggi razziali, essendo di famiglia ebrea non gli permisero di svolgere la professione di avvocato. Per decenni  pubblicò il giornale L’incontro, rivista di confronto di idee.

Di seguito, il ricordo di Marco Travaglini.

 

E’ morto Bruno Segre, l’uomo che nacque “quando ancora tuonavano i cannoni della Grande guerra”

Bruno Segre è morto a 105 anni, proprio nel giorno in cui si celebra la memoria della Shoah dopo una vita da protagonista che ha attraversato il ‘900 ( era nato a Torino il 4 settembre del 1918) e i primi vent’anni del Duemila senza rinunciare alle sue battaglie per la libertà, i diritti, la laicità, contro ogni autoritarismo e discriminazione. Un raro esempio di coerenza e forza che ha raccontato in “Non mi sono mai arreso” (Editrice Il Punto/ Piemonte in Bancarella). Il volume, a cura di Nico Ivaldi, riflette una vita straordinaria di avvocato e giornalista distintosi come una delle più limpide e coraggiose personalità dell’antifascismo italiano. Il racconto, sotto forma d’intervista, ripercorre la sua storia offrendo al lettore un ritratto lucido e appassionato di Segre dalla Torino degli anni Venti e del “lessico famigliare” della sua famiglia ai due decenni del fascismo con l’ignominia delle leggi razziali, la guerra, la Resistenza e il lungo cammino che ha visto impegnato per numerosi decenni il caparbio protagonista tra mille impegni e interessi. Nato a Torino “quando ancora tuonavano i cannoni della Prima guerra mondiale”, ha vissuto quegli anni in una casa di via Barbaroux con i balconi che “si affacciavano su piazza Castello”. Laureato in legge, allievo di Luigi Einaudi, antifascista discriminato dalle leggi razziali in quanto figlio di genitore ebreo, durante il Secondo conflitto mondiale Segre conobbe due volte, nel 1942 e nel 1944, la costrizione del carcere fascista e partecipò alla Resistenza nelle file di Giustizia e Libertà. Un’esperienza sulla quale, nell’estate del 1946, scrisse un memoriale che pubblicò soltanto qualche anno fa, nel 2013, in un volume intitolato “Quelli di via Asti”. Dalle pagine del libro e dal ritmo incalzante dell’intervista emerge il profilo di quest’uomo colto e intelligente, innamorato del concetto del movimento di Giustizia e Libertà, saldamente ispirato da quell’esprit républicain che ne ha sempre orientato le scelte, a partire dall’insopprimibile impegno a difesa dei principi di laicità e all’intransigente fedeltà ai valori di un socialismo capace di garantire i diritti individuali, ripudiando ogni settarismo e dogmatismo. La narrazione autobiografica offre un’infinità di spunti, suggestioni, aneddoti ironici. Giornalista e avvocato, negli anni del dopoguerra Segre si è impegnato nella difesa dell’obiezione di coscienza e nella battaglia per il divorzio. Come giornalista ha intervistato un’infinità di personalità importanti e ben pochi possono vantare come lui di aver potuto intervistare Joséphine Baker, la “venere nera” della Parigi degli “années folles” resi immortali da Hemingway nel suo “Festa mobile”. E soprattutto di averla intervistata nel contesto che lui stesso descrive e che non è il caso di anticipare per non togliere al lettore la curiosità di scoprirlo da solo. Bruno Segre, oltre a collaborare a diverse testate (tra le altre L’Opinione, diretta da Franco Antonicelli e Giulio De Benedetti, Paese Sera, Il Corriere di Trieste e il Corriere di Sicilia) è stato il fondatore e direttore del mensile “L’Incontro”, una esperienza editoriale più unica che rara durata settant’anni, trasformatasi in giornale online dopo aver cessato la pubblicazione cartacea. Quel “periodico politico-culturale” stampato su foglio unico in formato grande e con la testata in rosso ha segnato più di un’epoca, accompagnando per ben quattordici lustri gli affezionati lettori con riflessioni e articoli dedicati alle battaglie contro l’intolleranza religiosa e il razzismo, per la pace, i diritti civili e la laicità. Quando il 4 settembre del 2018 l’avvocato Segre ha festeggiato i suoi cento anni ha voluto ringraziare tutti gli amici “che con me condividono ideali democratici, pensieri di libertà e di antirazzismo, di fedeltà a quelle che furono le conseguenze della Liberazione: cioè la fedeltà alla Costituzione e la fiducia nella Repubblica”. E aggiunse: “l’auspicio che mi permetto di esprimere, in questo momento solenne per la mia vita, per il futuro e per l’umanità, è questo: viva la libertà!”. Un breve, sintetico e chiaro messaggio da parte di un uomo che ha attraversato un intero secolo a testa alta e che non si è mai sottratto ai suoi doveri di democratico offrendo un lucido contributo sui temi a lui cari, iniziando dalla libertà di stampa anche in questi periodi difficili segnati da crisi, guerre ed enormi incognite sul futuro. Nelle ultime righe di quella sua intervista autobiografica affermava di voler essere ricordato come una persona che si è sempre opposta a tutti i tentativi di prevaricazione e d’imposizione forzata sia essa politica o religiosa. Con una punta di scaramantica civetteria aveva rivelato che sul suo sepolcro voleva fosse inciso un motto di Saul Bellow: “Qui giace un vinto  dalla morte  che non si è mai arreso”. Ed effettivamente è stato così.

Marco Travaglini