IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
L’attacco sciocco e volgare all’on. Fiano di un signor nessuno che siede in Parlamento – non si sa bene in base a quali meriti e quali competenze- per il suo ddl contro i “rigurgiti di fascismo” ha fatto sì che la simpatia verso Fiano sia cresciuta, almeno sui social, mettendo in ombra i limiti della proposta. Se il signor nessuno fosse in grado di capire si dovrebbe parlare di eterogenesi dei fini, vulgariter di un’azione che produce un effetto opposto a quello per cui era stata voluta. Abbiamo già affrontato l’argomento in modo abbastanza compiuto nei giorni scorsi sul Torinese nell’articolo dal titolo “Vera democrazia è libertà di opinione”, ma ritengo necessario sviluppare ulteriormente alcuni ragionamenti. Me ne offre l’opportunità Nadia Urbinati, sottile politologa italo-americana, un tempo liberale, poi, via via nel corso degli anni, spostatasi sempre più a sinistra, fino a far perdere la traccia del suo originario liberalismo. Nadia ,come diceva Zanone, che era un liberale di sinistra, ma era ben consapevole che la sinistra era illiberale, è diventata un’azionista senza nemici a sinistra come è tradizione dei giellisti che finirono di scegliere il socialismo rispetto al liberalismo. L’aver presieduto “Libertà e Giustizia”, covo del giacobinismo italiano tagliateste, appare l’ultimo chilometro di un lungo percorso.
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LA DEMOCRAZIA IN ITALIA
L’Urbinati ha scritto che “la democrazia italiana è nata dalla lotta antifascista”. Un’affermazione che ci porta indietro di decine d’anni perché fu solo Parri, un uomo culturalmente e politicamente poco attrezzato, a sostenere che in Italia prima del 1946 non c’era stata democrazia. Era una frase storicamente falsa, come gli disse Benedetto Croce all’assemblea Costituente, perché l’età giolittiana segna una pagina sicuramente democratica culminata con il suffragio universale maschile. Nel giolittismo c’erano dei limiti democratici perché a volte le elezioni venivano un po’ troppo guidate dai prefetti giolittiani specie nel Sud, ma sicuramente aveva torto Salvemini a definire Giolitti “ministro
della mala vita”. L’età giolittiana fu una pagina complessivamente molto positiva per la storia italiana.
E’ vero che con la Costituzione nasce una nuova democrazia, ma è falso che l’unico motivo ispiratore di questa nuova democrazia sia l’antifascismo. Ci sono ,qua e là, motivi ispiratori che si legano al Risorgimento, come disse Calamandrei, ci sono motivi ispiratori cattolici, socialisti, comunisti e in misura minima anche liberali. I costituenti seppero, magari non sempre, a fare la sintesi. La presenza liberale alla Costituente fu così ridotta numericamente che era impossibile che uomini come Croce ed Einaudi potessero lasciare una maggiore traccia. Per altri versi l’antifascismo stesso aveva matrici diverse e variegate: è stato un gravissimo errore della sinistra essersi annesso ,per motivi di convenienza politica momentanea, il monopolio dell’antifascismo. Nel momento della crisi dell’ideologia comunista è stata così messa in dubbio anche la cultura dell’antifascismo ad essa collegata.
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IL PRESENTE NUTRE IL PASSATO
Nel suo scritto Nadia Urbinati scrive :”Il fascismo non è mai morto .Rappresenta il bisogno di certezza comunitaria e gerarchica in una società individualistica .E, nonostante i simboli sbandierati, non è un ritorno al passato. (…) Alimentare il bisogno di identità comunitaria è un bisogno che il fascismo in parte rappresenta.” Ed ancora :” La struttura corporativa è’ il cardine di una struttura sociale retta su luoghi comunitari, come la famiglia o la nazione. Questi luoghi sono diventati gusci vuoti “. Sono frasi che rivelano le doti dell’analista accademica che riesce ad andare oltre le interpretazioni ideologiche dei ripetitori di luoghi comuni come tanti amici di Nadia. L’Urbinati sente, ad un certo punto, la necessità di precisare che “non si vuole con questo giustificare la rinascita del fascismo e dell’esaltazione dei simboli del passato. Quello che si vuole dire, invece e al contrario, è che quel che sembra un ritorno nostalgico è un fenomeno nuovo e tutto presente dettato da problemi che la società democratica incontra nel presente”. Sono riflessioni che dovrebbero leggere l’on. Fiano e i sostenitori del suo ddl che intenderebbe risolvere i problemi del presente con un divieto
rivolto al passato. Se vale la riflessione dell’Urbinati, e sicuramente vale, gli intenti dell’on. Fiano, e non solo i suoi ,dovrebbero essere rivolti in ben altre direzioni e con fini politici che sono estranei al ddl Fiano che si limita ,a colpi di divieti, ad affrontare un fenomeno complesso che non ha tanto radici nel ventennio definitivamente archiviato nel 1945,ma nelle fragilità della società odierna.
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SCUOLA E ANTIFASCISMO
Voglio richiamare infine una riflessione sulla scuola. Come dovrebbe comportarsi la scuola sul tema dell’antifascismo? E l’Università in particolare come dovrebbe atteggiarsi ? Nella scuola e nell’Università valgono i principi della libertà di insegnamento (sempre più minacciata) e della libertà di apprendimento degli studenti. Altre regole aggiuntive sono fuori posto. Nella scuola e soprattutto nell’Università non si può vietare il confronto critico tra opinioni diverse, anzi contrastanti. La scuola pubblica soprattutto ha dei doveri precisi, quelli di garantire che venga innanzi tutto applicato l’articolo 3 della Costituzione. Il filosofo socialista Rodolfo Mondolfo osservava che la conquista essenziale del pensiero moderno raggiunta attraverso aspri travagli e sanguinosi conflitti religiosi e politici, consiste nella affermazione nel diritto di ognuno alla ricerca indipendente della libertà. La scuola ,secondo Dino Cofrancesco, è un laboratorio di conoscenze, non una fucina di credenze. Gli indottrinamenti ideologici e /o religiosi coatti, le censure nei confronti del libero pensiero nella scuola e nella società sono, tra l’altro, l’esatto opposto di quello che nella Carta costituzionale sta scritto all’ art. 33:”L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”. All’art. 34 nel primo comma si afferma che “la scuola è aperta a tutti”. Un principio che negli anni in cui al liceo “Segrè “ di Torino la sinistra giovanile precollinare – finita poi invischiata nel terrorismo- impediva ad un ragazzo neofascista di partecipare alle lezioni, veniva violato in modo palese ,senza che preside, provveditore, prefetto e questore intervenissero.


impianti di innevamento artificiale, l’eventuale impiego di sostanze chimiche e la gestione dei rifiuti. Insomma, nelle nostre “terre alte” esistono eccellenze che devono essere valorizzate in chiave anticrisi.”
Emma Bonino a Torino per presentare il progetto il prossimo 26 luglio
Il Governo Gentiloni presenta il Piano Nazionale di Integrazione per i titolari di protezione internazionale: in programma assistenza sanitaria, educativa e sociale gratuita per i clandestini e aumento dei luoghi di culto. Molinari: “Dopo il rifiuto categorico di Lombardia, Liguria e Veneto, ci lascia sgomenti il silenzio della Regione Piemonte”
sociale. Più che un piano di accoglienza ed integrazione, però, una simile proposta ha i contorni di una resa nei confronti dell’invasione che l’Italia sta, ormai da troppo tempo, subendo. “Desta non poche preoccupazioni il silenzio della Regione Piemonte– commenta Riccardo Molinari, segretario nazionale Lega Nord Piemont – che non ha mosso obiezioni ad un piano insensato che non solo non tiene conto delle difficoltà e dei disagi che quotidianamente gli italiani affrontano, ma assume addirittura grotteschi tratti di razzismo al contrario. Mentre Liguria, Lombardia e Veneto si oppongono a questa insensata pretesa – prosegue – non è arrivata nessuna obiezione da parte di chi si dovrebbe occupare della Regione Piemonte e, ovvio, ma a quanto pare non così ovvio, dei suoi abitanti. La speranza, ora, è che anche il Piemonte si renda conto della follia proposta dal Governo, e opponga una seria resistenza ad un sistema che danneggia tutta la società, lucrando sulle spalle della povera gente ed esacerbando un quadro sociale già insostenibile”
La Commissione Legalità ha discusso la Proposta di Deliberazione sull’erogazione di contributi per il riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata.
La presidente del gruppo Lega Nord in Consiglio regionale del Piemonte, Gianna Gancia, ha interrogato l’assessore ai Trasporti del Piemonte, Francesco Balocco, sulla situazione di stabilità delle infrastrutture regionali,
L’approvazione della Camera dei deputati della legge che introduce nell’ordinamento dello Stato il delitto di tortura contro la persona e la libertà morale mette in grande difficoltà le forze dell’Ordine che, senza alcun Protocollo operativo, rischieranno di doversi difendere da chi delinque a scapito della tutela dei cittadini
tortura e modificando l’articolo 19 del testo unico dell’immigrazione, non sarà più possibile emanare provvedimenti di espulsione nei confronti di persone che hanno commesso reati provenienti da paesi in cui potrebbero rischiare di essere sottoposta a tortura” continua Marco Botta, Commissario regionale del MNS. “Per questo motivo abbiamo presentato un Ordine del Giorno – concludono Vignale e Botta – che impegna il Governo nazionale a predisporre repentinamente Protocolli operativi che limitino al minimo l’alone di incertezza normativa che rischia di frenare sempre più l’attività delle Forze dell’Ordine per la sicurezza dei cittadini e a garantire, fino alla conclusione del procedimento penale, il gratuito patrocinio alle Forze dell’Ordine”.
protetta” sia nei confronti dei neofascisti, sia soprattutto nei confronti dei comunisti.
disponibili è sintomo ,oltre che di incultura, di settarismo miope. Il settarismo, in era post ideologica, sembrava essersi ridotto, poi la discesa in campo di Berlusconi ha riacceso gli animi e il passo avanti degli anni ’90 si è come cristallizzato, per non dire che si sia tradotto in un passo indietro. Io ricordo alcune affermazioni coraggiose di Bobbio, ad esempio(che nessuno prese più in considerazione, malgrado stesse crescendo il suo mito) sulla necessità di storicizzare la Resistenza, il che non significa ridurne l’importanza,ma esprimere la necessità di scindere il mito dalla verità storica. Abbiamo dovuto assistere alle crociate contro Renzo de Felice ,uno dei maggiori storici italiani del secondo ‘900,a cui certe gazzarre impedirono persino di far lezione. Massimo e finora insuperato storico del fascismo, de Felice venne accusato di aver “sdoganato il fascismo”, ignorando il fatto che i suoi tomi, scritti a volte in modo contorto ,erano letti da pochissimi studiosi e che neppure le sue interviste erano oggetto di vasto interesse. Solo Rosario Romeo,il grande storico di Cavour, difese De Felice a viso aperto ,anche rispetto alle congiure tramate contro di lui dal mondo accademico.
fornicazione) era considerato un grave peccato, ma certo non poteva essere considerato un reato. Infrangere il vincolo indissolubile del sacramento del matrimonio era (o è?) un peccato, ma la legge Fortuna -Baslini ha consentito ai cittadini italiani di sciogliere il matrimonio naufragato senza ricorrere a sotterfugi. Ma la laicità non è solo questione di rapporti tra stato e chiesa, è anche un modo di approcciarsi alla realtà. Un modo di leggere ,quasi dissacrare, le stesse ideologie,rifiutando i pregiudizi dottrinari, diceva il liberale Zanone. Se si vede il discorso in modo laico, appare più che accettabile,ad esempio, il rifiuto del Movimento grillino che si è riscoperto in questa occasione, sorprendentemente, persino liberale. Le dichiarazioni della presidenta della Camera Boldrini che avrebbe il dovere di tacere su un disegno di legge in discussione alla Camera, rivelano invece uno spirito settario che fa pensare alla famosa frase di Flaiano. Forse oggi in Italia i pericoli, senza sottovalutare assolutamente Casa Pound, sono il populismo e l’estremismo islamico che insanguina l’Europa. Riconfermando più che mai i valori dell’antifascismo che ho appreso alla scuola di Garosci e Galante Garrone, non mi sento tuttavia di approvare il ddl Fiano. In passato vennero ammesse persino delle liste elettorali che contenevano la parola fascismo senza particolari problemi.
simpatizzato con il fascismo gli costò carissimo proprio per iniziativa dei suoi compatrioti americani che lo dileggiarono. Ma essere stato vicino a Mussolini anche durante la repubblica di Salò non poteva non avere dei costi, anche per un poeta che diventò , di fatto ,un propagandista del regime nazifascista.
certa paccottiglia, ma la tomba al cimitero e’ piena di ragnatele e quasi in stato di abbandono. Un contrasto da non sottovalutare. Il ddl Fiano ha già messo in allerta persino i collezionisti di francobolli, perché certe emissioni celebrative del ventennale della marcia su Roma o dell’impero sui colli fatali di Roma potrebbero, a detta dei filatelici, non essere più commerciabili. Un’autentica idiozia.