<<L’Italia ha bisogno di infrastrutture che la portino a competere con il resto del mondo. Fermare opere strategiche come la TAV non è cambiamento ma rimanere fermi mentre gli altri paesi vanno avanti. Nell’analisi costi-benefici, il Ministro Tonelli ci metta anche le somme già versate, i finanziamenti che andrebbero persi ma sopratutto i posti di lavoro – 2000 circa – che verrebbero cancellati immediatamente se non quelli indiretti e nel lungo periodo.>> dichiara Augusta Montaruli deputato di Fratelli d’Italia che prosegue:<< Nel giorno in cui in Parlamento si discute del programma di Governo e della fiducia ci preoccupa questo ulteriore tentennare sulla Torino – Lione. Tutto, anzitutto il buon senso, pone a favore della realizzazione della TAV opera di cui l’Italia tutta, anzitutto la zona della Val Susa fortemente depressa, ha bisogno. Oggi auguriamo al Governo Conte buon lavoro ma la maggioranza grilloleghista ci troverà fermi a tutelare gli interessi dei piemontesi e degli italiani>>
Chi guida lo sviluppo della mobilità intelligente?
Torino in Comune nel programma elettorale aveva avanzato la proposta di un distretto dell’automotive, connesso ai principi della mobilità sostenibile, della applicazione della ricerca sulle produzioni ecocompatibili, delle competenze locali in ambito universitario e della manifattura della filiera dell’auto. Il protocollo sottoscritto dalla Città coi centri di ricerca e alcune realtà industriali rispetto alla guida autonoma ci interroga sulle prospettive, sui risvolti occupazionali, sulla continuità, sulla relazione tra città dell’innovazione e città della produzione.
Per approfondire:
Chi guida lo sviluppo della mobilità intelligente? Mercoledì 6 giugno 2018 – Ore 16,30 Comune di Torino – Sala Carpanini
Piazza Palazzo di Città 1 – Torino
Intervengono:
Giorgio Airaudo
Torino in Comune – La Sinistra
Eleonora Artesio Capogruppo consiliare Torino in Comune – La Sinistra
Marco Grimaldi
Consigliere regionale Liberi e Uguali
Ne discutono con:
Federico Bellono, Segretario Fiom-Cgil Torino
Silvia Bodoardo, Prof.ssa
Dipartimento Scienza Applicata e Tecnologia – Collegio di Ingegneria Energetica
Salvatore Tropea, giornalista
Sarà presente Paola Pisano, Assessora al Progetto Smart City, Innovazione del Comune di Torino
Organizza:
GRUPPO CONSILIARE TORINO IN COMUNE – LA SINISTRA
Un’alleanza per il cambiamento? L’idea è giusta
.
Enzo Ghigo, che conosco e apprezzo come persona perbene e sinceramente democratica, sulle pagine di “Repubblica” ha posto un tema che non va sottovalutato. E Sergio Chiamparino, con il quale ho avuto l’opportunità di collaborare in passato, ha rilanciato l’ipotesi di una sua ricandidatura alla guida della Regione. Entrambi, di fronte ad una deriva non tanto populista quanto confusionaria e tardo-giacobina dove si è promesso tutto e l’esatto contrario, mettendo in campo un progetto e un’idea di paese che mi preoccupano, pongono il tema della prospettiva e del possibile “big bang” qualora – eventualità possibile – l’alleanza di governo si riproponga anche nell’area subalpina. E’ una riflessione, ovviamente, e occorrerà vedere cosa accadrà nei prossimi mesi. Il tempo, seppur breve, può macinare certezze che oggi sembrano granitiche e occorrerà vedere se e come l’alleanza giallo-verde riuscirà a dar corpo a quanto hanno scritto nel loro “contratto”. Da ciò che accadrà in tempi relativamente brevi si vedrà se il modello Cinque Stelle-Lega sarà esportabile dal centro alla periferia. Ghigo auspica, in prima battuta, un’alleanza di centrodestra ed è comprensibile. Io sono tra coloro che ritengono urgente una ricomposizione su basi nuove, non autoreferenziali del centrosinistra e il suo allargamento. Ma, al di là delle dinamiche dei partiti e delle coalizioni, ogni ragionamento deve partire dall’esigenza di offrire risposte concrete a temi di primaria importanza: quello del lavoro che non c’è e, quando c’è, si presenta con il volto della precarietà sottopagata e della temporaneità; quello dello sviluppo economico che non può prescindere dalla capacità di immaginare quale futuro assegnare ad un Paese – e nel nostro caso a una regione transfrontaliera come il Piemonte – dove le scelte sulle politiche industriali, energetiche, trasportistiche non possono penalizzare l’innovazione e, al tempo stesso, una più equa redistribuzione di risorse e possibilità per tutti, a partire dai più giovani.
Questo significa ragionare su un’intesa, chiamiamola repubblicana o “ragionevole” che freni la deriva sulla quale ci si è incamminati, riportando all’attenzione di cittadine e cittadini proposte e valutazioni realistiche sull’oggi, su quanto è necessario e utile fare, su quale dovrà e potrà essere il futuro del Piemonte? Anche. Un sano realismo suggerirebbe l’abbandono di pregiudizi e un franco e leale confronto con tutti per trovare una risposta alternativa a chi promette mari e monti, sapendo che gran parte di queste promesse sono difficilmente realizzabili ( e in alcuni casi risulterebbero pure dannose) e che produrre danni al tessuto democratico e alla tenuta del Paese quando la “grande illusione” finirà, rischierebbe di lasciare in eredità un grumo di sentimenti di frustrazione e rabbia. Oggi su pochi punti qualificati si possono trovare intese larghe e provare a costruire proposte che non parlino solo al ceto politico ma alla gente comune, alle moltitudini che provano sulla propria pelle l’urticante realtà delle conseguenze della peggior crisi economica e sociale di sempre. In democrazia lo scettro rimane nelle mani del popolo-elettore e, leggi elettorali a parte, se si desidera riconquistarne un consenso che non sia solo rispondente agli umori del momento occorrono realismo e serietà, ma anche una forte capacità di offrire una visione, un’idea di futuro che non faccia sognare una notte, ma riapra lo spiraglio di una possibile speranza. Da qui discende il bisogno di riportare la politica al suo senso vero, al di là dei simboli e delle sigle di partito, vale a dire “l’attività pratica relativa all’organizzazione e amministrazione della vita pubblica”. In due parole, l’arte del governo.
*già dirigente della sinistra piemontese
“Comprendo che il Movimento Cinque Stelle abbia ottenuto voti cavalcando la questione NO TAV, ma deve essere chiaro che, pur rispettando il voto popolare, procedendo in questa direzione i grillini marginalizzano il Piemonte, condannandolo all’isolazionismo nei confronti della Lombardia e del Veneto”. Ad affermarlo Andrea Tronzano, vicecapogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte durante le comunicazioni dell’assessore Balocco sulla TAV.
Spiega Tronzano: “C’è qualcuno che crede di avere la verità in tasca ma continua a fornire dati differenti da quelli comunicati dagli Enti istituzionali legittimati a farlo. Si dice che non esistono penali, se si cancella l’opera, peccato che non si tratti di penali ma di rimborsi per un valore di 2miliardi di euro come ricordato anche da autorevoli esponenti francesi. Mi pare ci sia chi fa il gioco delle tre carte sulle virgole e sui numeri, per accarezzare il proprio elettorato”. Conclude Tronzano: “Il Movimento ci deve dire come intende far crescere il Piemonte se lo isola dal resto dell’Europa e del Nord d’Italia. Lombardia e Veneto non piangerebbero se noi mettiamo uno stop in Val di Susa alla Torino-Lione, perché loro le infrastrutture le hanno. Piangerebbero invece i cittadini della provincia di Torino, in particolare Orbassano e Beinasco che hanno iniziato costruire sulla logistica una occasione di occupazione”.
“Nei giorni scorsi, è stato finalmente assegnato il servizio di ristorazione delle mense scolastiche di Torino ed è stata scelta la linea del risparmio, affidando i lotti ad aziende che hanno abbattuto i costi, proponendo pasti ad un prezzo irrisorio compreso tra i 3,90 e i 4 euro. Mi chiedo quale potrà essere la qualità di questi pasti, frutto di una gara al massimo ribasso e se questa scelta non finirà per incentivare, ulteriormente, la fuga delle famiglie dalle mense scolastiche a favore del “panino da casa”” ha spiegato il Consigliere regionale del Gruppo Pd Luca Cassiani.
“Accanto alle apprensioni per le ricadute qualitative del nuovo servizio – ha proseguito il Consigliere Cassiani – è molto forte la preoccupazione per il futuro delle lavoratrici del servizio mensa dal momento che, pur garantendo il capitolato di gara la piena occupazione a tutte le addette, tuttavia questa potrebbe non avvenire alle stesse condizioni economiche e non rispettare i medesimi orari di lavoro”.
“Ho presentato, pertanto – ha affermato Luca Cassiani – un’interrogazione a risposta immediata in Consiglio regionale al fine di sapere dall’Assessore al Lavoro Gianna Pentenero come intenda attivarsi, per quanto di sua competenza, affinchè sia pienamente garantito il futuro occupazionale delle lavoratrici addette al servizio di ristorazione scolastica della città di Torino, nel pieno rispetto delle attuali condizioni orarie ed economiche”.
“Rispondendo all’interrogazione – ha concluso Cassiani – l’Assessore Pentenero, pur precisando che “l’Assessorato regionale al Lavoro non ha competenza diretta in materia di gestione degli appalti della Città di Torino, né titolo ad intervenire sull’organizzazione del lavoro dell’impresa subentrante”, si è resa disponibile “qualora ce ne fosse necessità, a convocare un incontro per affrontare il tema e supportare le parti nella ricerca di ogni possibile soluzione””
Torino al governo: non pervenuta


“A RISCHIO LA RICETTIVITA’ TURISTICA DI INTERE AREE DEL PIEMONTE”
“Il regolamento sulle attività extra alberghiere che il centro sinistra ha approvato oggi in III Commissione rappresenta l’ennesimo errore di un’amministrazione incapace a cui bisognerà in futuro porre rimedio” lo dichiara il presidente del gruppo regionale del Movimento Nazionale per la Sovranità, Gian Luca Vignale.
“Il testo praticamente imposto dalla giunta Chiamparino e dall’intero Pd – prosegue Vignale – pone nuove limitazioni, aumenta gli oneri burocratici e amministrativi e innalza i costi di gestione al punto tale da mettere a rischio le strutture extralberghiere piemontesi”.
” L’extra alberghiero – tuona – in Piemonte conta oltre 6000 attività e l’anno scorso ha ospitato oltre 1,3 milioni di turisti, garantendo l’offerta turistica anche in piccole e medie realtà collinari e montane che altrimenti non avrebbero alcuna ricettività. Si tratta quindi di un settore che andrebbe difeso e potenziato e non certo limitato e imbrigliato”.
” Il Piemonte ha un numero di posti letto e quindi una capacità ricettiva e turistica inferiore rispetto ad altre regioni simili – attacca il capogruppo – . Poiché il turismo garantisce entrate economiche, nuovi posti di lavoro e quindi ricchezza al Piemonte, una giunta lungimirante dovrebbe incentivare l’offerta ricettiva regionale, alberghiera e extralberghiera, agevolandola e promuovendola il più possibile. Chiamparino e il centro sinistra invece fanno l’esatto opposto”.
Tra le misure più criticate da Vignale il numero di giorni di apertura inizialmente previsti in 180, l’obbligo di superamento delle barriere architettoniche, il dover rispettare il regolamento europeo sull’HACCP, l’obbligo di profilassi per la legionellosi, l’imposizione di volumetrie e altezze (18 metri quadri per stanza alta almeno 270 cm) che escluderanno gran parte del patrimonio abitativo montano da queste attività.
“Nei lavori in Commissione – continua Vignale – siamo riusciti, con grande fatica, a migliorare un po’ il testo, portando i giorni di apertura da 180 a 240, evitando che fino a 6 camere si fosse obbligati al superamento delle barriere architettoniche, evitando l’imposizione della tv in ogni camera da letto e levando tutta una parte di nuova burocrazia. Ma la verità è che questo testo dovrebbe essere completamente cambiato, perché penalizza un settore che l’hanno scorso ha garantito 5,6 milioni di notti, coprendo circa il 30% dell’offerta turistica regionale”.
“Continueremo – conclude Vignale – a lavorare per difendere le attività extralberghiere piemontesi, per dare nuova vitalità alle nostre vallate e garantire un’offerta turistica adeguata alla nostra regione. Ciò sarà possibile solo cambiando radicalmente un Regolamento vecchio, sbagliato, pieno di nuova burocrazia e di nuovi costi. Se i piemontesi l’anno prossimo ci faranno governare la nostra regione sarà un provvedimento a cui mettere subito mano”.
Nasce “Rete Bianca” anche a Torino
LA LETTERA “Anche a Torino e in Piemonte nasce “Rete Bianca”, il movimento politico e culturale decollato recentemente a livello nazionale che ha come obiettivo principale quello di favorire la “ricomposizione” di movimenti di base, gruppi organizzati e associazioni del mondo cattolico democratico, cattolico popolare e cattolico sociale disseminati in tutto il paese e rilanciare, al contempo, l’impegno politico dei
cattolici. Una iniziativa, ovviamente laica, che nasce dopo la presa d’atto della sostanziale irrilevanza politica dei cattolici democratici e popolari nella società contemporanea. In particolare nel dibattito politico. Una carenza di iniziativa, di ruolo e di presenza politica denunciata recentemente anche dal Presidente della Cei, cardinal Bassetti, che ha invitato i laici cattolici italiani ad intraprendere la strada dell’impegno politico senza titubanze e senza rassegnazione. Ma è l’intero associazionismo che chiede adesso un impegno politico diretto, abbandonando la tradizionale riservatezza. Nessuna riproposizione comunque della Dc o,
peggio ancora, di un partito vagamente confessionale ma l’assunzione di una iniziativa che non potrà non avere una ricaduta politica concreta nei prossimi mesi. Aperta a tutti, come ovvio, ma partendo dalla cultura di quel “cattolicesimo politico” che adesso non può più assentarsi dalla dialettica politica italiana. Rete Bianca e’ nata con questo preciso obiettivo. A livello nazionale come a livello locale. A cominciare da Torino e dal Piemonte dove è necessario assumere una iniziativa politica e culturale che da troppo tempo e’ sbiadita ed appannata. Dalle prossime settimane saranno attivate iniziative di base per illustrare questo progetto politico e culturale. A Torino e in Piemonte”.
Giorgio Merlo
Mauro Carmagnola
Giampiero Leo
Contrordine: (forse) non si vota più

