POLITICA- Pagina 6

ITALDESIGN, Canalis (PD): L’ad Casu venga in Consiglio regionale

Si temeva che già oggi il Consiglio di Sorveglianza di Audi-Volkswagen deliberasse la vendita.

 

14.11.2025 – «Italdesign di Moncalieri ha 1.300 dipendenti, 3.000 con l’indotto. Da mesi si rincorrono voci di una volontà di vendita, da Audi-Volkswagen a UST global, azienda americana, con cuore indiano. Oggi ho partecipato al presidio organizzato da FIOM CGIL e FIM CISL e in seguito ho fatto formale richiesta per audire urgentemente nella Commissione lavoro e attività produttive del Consiglio regionale, di cui sono vice presidente, l’amministratore delegato di Italdesign, Antonio Casu. Il futuro del design automobilistico italiano e del lavoro di migliaia di persone non può essere deciso in Germania, senza alcun confronto con le istituzioni piemontesi. Occorre far presto: il consiglio e la giunta regionale intervengano per ottenere garanzie».

Paola Ambrogio (FDI): “Salute mentale dei giovani è una priorità”

“Ansia, tentati suicidi e disturbi alimentari in forte aumento tra i giovani torinesi, con il 33% che arriva al pronto soccorso in stato di agitazione psicomotoria, il 17% per tentato suicidio e il 16% per ansia, mentre un ragazzo su dieci soffre di disturbi alimentari.

Il Governo Meloni – ricorda il Senatore piemontese di Fratelli d’Italia Paola Ambrogio, membro della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza – ha reso strutturale il bonus psicologo fino a 1.500 euro, stanziato 80 milioni per i dipartimenti di salute mentale e inserito la salute psicologica dei minori tra le priorità del nuovo Piano nazionale 2025-2027.

Mentre proprio a Torino si discute di agevolare le tossicodipendenze mettendo a disposizione luoghi dove consumare sostanze, noi lavoriamo a interventi strutturali, alla formazione di personale qualificato e a un sistema di presa in carico più efficiente. La salute mentale dei nostri giovani non può più attendere”.

Pil, Giachino: “la Colpa non è di Cirio, il calo inizia ai primi anni 2000”

Gentile Onorevole GRIBAUDO,
capisco la rivalità politica nella Granda ma le responsabilità della bocciatura europea relativamente al calo del PIL procapite del Piemonte va rivolta a chi ha governato perlomeno negli ultimi vent’anni . Se avesse seguito anno per anno le relazioni della sede torinese di Banca d’Italia avrebbe potuto vedere che nel 2003, il PIL procapite piemontese era 120 su 100 della media europea, una media europea tenuta bassa dai Paesi ex comunisti. In  ventun anni il PIL procapite nella nostra Regione è sceso di oltre 20 punti ma come ha detto la dottoressa Fabrizi di Banca d’Italia lo scorso anno il calo maggiore si riferisce alla Area metropolitana torinese dove la crisi del settore auto pesa molto.  Io per primo denunciai la decrescita del PIL piemontese , inaugurando il Salone del TOSM a maggio 2009 , ma la allora Presidente Bresso e l’allora Sindaco Chiamparino invece di studiare i miei dati mi presero a male parole. Se si fosse capito allora che il turismo non riusciva assolutamente a pareggiare cosa stavamo perdendo nell’industria si potevano accelerare i lavori della TAV e il progetto della Linea 2 oltre a difendere maggiormente il settore auto. Non solo non si è capito cosa stava capitando nella economia piemontese ma addirittura la sinistra approvò’ in Europa una delibera GREEN assurda .
Io e Paolo Damilano provammo a maggio  2022 a avvertire che quella delibera ci avrebbe fatto male,  con un convegno agli Artigianelli, ma pochi ci dettero retta. Lo stesso sindacato non ha mai scioperato a difesa del settore auto, la più importante filiera industriale italiana. E meno male che nel 2018 noi SITAV portammo in piazza Castello 40.000 persone per salvare la TAV,  l’opera del futuro quella che ci porterà più logistica e più turismo oltre a renderci economicamente più attrattivi.
Ora ,invece di pensare alla patrimoniale , si agisca uniti , tutte le forze politiche , in Europa a chiedere due cose, la modifica sul settore auto e un Piano europeo straordinario di sostituzione del vecchi parco auto (40 milioni solo in Italia e quasi 200 milioni in Europa) con auto euro 6 ultima generazione. Daremmo dieci anni di spazio al nostro sistema industriale , diminuiremmo l’inquinamento e renderemmo il traffico più sicuro. Nella Legge Finanziaria si trovino le risorse per istituire un FONDO di GARANZIA al credito per le aziende dell’indotto .
Questa lezione europea serva inoltre alle forze politiche per recuperare la sensibilità sociale , che invece era forte tra le correnti dello scudo crociato, per selezionare candidati che sappiano leggere i dati economici in tempo e non accorgersi con venti anni di ritardo solo perché lo dice l’Europa. Fu la prima lezione che imparai dal grande Ministro DonatCattin , seguire i dati del PIL e del risparmio degli italiani oltreché l’andamento del produzione. Perché chi sta pagando le conseguenze di questo calo del PIL procapite sono da anni  decine di migliaia di famiglie che fanno un fatica boia ad arrivare a fine mese e che abitano nei Quartieri più svantaggiati. Quartieri dove non si portano attività economiche con posti di lavoro veri e dove non si portano neanche le luminarie di Natale. Ma la solidarietà deve arrivare , come ha detto il Cardinal Repole, anche da chi detiene importanti capitali privati realizzati nelle aziende torinesi e che oggi vengono investiti nelle attività finanziarie estere. Sarebbe il modo migliore di ricordare Alberto Bertone , grande imprenditore che abbiamo salutato per l’ultima volta stamane con grande tristezza.
Mino GIACHINO
SITAV SILAVORO

Solidarietà, Opportunità, Inclusione: convegno di Forza Italia

TORINO, Novembre 2025 – Solidarietà, Opportunità, Inclusione. Insieme per il Cambiamento è il titolo dell’importante evento promosso dal Dipartimento Solidarietà di Forza Italia che si terrà a Torino il prossimo 17 Novembre 2025, a partire dalle ore 18:30, presso lo Starhotel Majestic di Corso Vittorio Emanuele, 54.

L’incontro, al quale hanno già aderito oltre 200 ospiti, sarà un momento di profonda riflessione e azione concreta sui temi della solidarietà e dell’inclusione sociale, focalizzando l’attenzione sulle fasce più deboli della popolazione e su coloro che vivono in situazioni di disagio economico e sociale. L’obiettivo è quello di “tendere la mano agli ultimi”, trasformando la solidarietà in un veicolo di reali opportunità e di cambiamento duraturo.

Alla base dell’evento, come detto, la solidarietà, le opportunità e l’inclusione. Sarà un confronto aperto, che ha l’obiettivo di affrontare – in un’ottica costruttiva e innovativa – le nuove vulnerabilità della nostra società. “Per noi la solidarietà è partecipazione concreta alla costruzione del bene comune, è riconoscimento del valore di ogni individuo, è responsabilità collettiva, una visione in cui il contributo di ognuno è determinante per tracciare una nuova strada”.

Seguirà un momento di relax con unapericena di networking: un’occasione informale per continuare il dialogo, scambiarsi visioni e costruire nuove opportunità.

Da sempre sensibile a queste tematiche, Forza Italia, attraverso il suo Dipartimento Solidarietà coordinato a livello nazionale, è impegnata in molteplici iniziative sul territorio volte a promuovere una società più equa e inclusiva. L’evento di Torino si inserisce in questo percorso, coinvolgendo figure autorevoli per un dibattito costruttivo, in questa occasione con il supporto di Italia Migliore.

L’evento vedrà la partecipazione di una nutrita rappresentanza istituzionale e di importanti figure attive nel settore della solidarietà e dell’inclusione sociale:

  • On. Paolo Zangrillo, Ministro della Pubblica Amministrazione;
  • On. Roberto Rosso, Senatore Forza Italia;
  • On. Cristina Rossello, Responsabile del Dipartimento Solidarietà FI;
  • On. Alessandro Cattaneo, Responsabile Nazionale Dipartimenti FI;
  • Avv. Nicola Spadafora, Presidente Italia Migliore e Vice Responsabile Dipartimento Solidarietà FI;
  • Dr.ssa Giovanna Bongiovanni, Responsabile Dipartimento Solidarietà FI Piemonte;
  • Dr. Luca Pantanella, Responsabile Dipartimento Solidarietà FI Torino;
  • Dr. Andrea Giacone, Responsabile Dipartimento Solidarietà FI Cuneo.

L’incontro rappresenta un’occasione fondamentale per discutere strategie, presentare i risultati delle azioni intraprese e delineare le future linee guida del Dipartimento, riaffermando il ruolo centrale della solidarietà nell’agenda politica di Forza Italia.

Scorporo Sant’Anna (Pd): “Tempi più lunghi per il Parco Salute”

11 novembre 2025 – Isolato, costretto a duplicare i costi e, soprattutto, a pagare per consulenze che oggi sono gratuite. Il progetto di trasformare l’OIRM (Ospedale Infantile Regina Margherita) in un IRCCS autonomo, a cui ora si aggiunge l’incomprensibile accorpamento con l’Ospedale Sant’Anna, scorporandolo gestionalmente dal futuro Parco della Salute, nasconde un paradosso economico. Se sulla carta l’obiettivo è creare un polo d’eccellenza, un’analisi critica rivela che la nuova entità si troverebbe a dover “acquistare” come prestazioni esterne tutte le consulenze specialistiche del polo per adulti. Un’operazione che, ora estesa anche al Sant’Anna e sommata alla necessità di duplicare l’intera macchina amministrativa (a causa dell’autonomia gestionale) e di costruire da zero un nuovo ospedale pediatrico – stimato in almeno 100 milioni solo per l’edificio, dato che l’attuale Regina non è antisismico – solleva seri dubbi sulla sua sostenibilità finanziaria.

Il nodo cruciale è proprio questo scorporo gestionale e la separazione fisica dell’OIRM. L’Assessore Riboldi ha infatti confermato che si creerà un’azienda unica, ma con due presidi separati: il Sant’Anna dentro il Parco della Salute, come già appaltato, e l’OIRM in un nuovo edificio adiacente. Far uscire l’OIRM dal perimetro unico della Città della Salute significa rinunciare volontariamente al più grande vantaggio di un hub integrato – ovvero un ospedale ad alta complessità capace di gestire tutte le specialità – perdendo le economie di scala e la sinergia clinica.

Il nuovo IRCCS si troverebbe clinicamente più solo. Un ospedale pediatrico non è un’isola e deve poter contare sugli specialisti dell’adulto. Nel momento in cui l’OIRM diventasse un’entità giuridica separata, ogni consulenza richiesta al Parco della Salute – dalla neurochirurgia alla diagnostica avanzata – non sarà più una collaborazione interna, ma una prestazione da fatturare. Il bilancio del nuovo istituto sarà immediatamente gravato da milioni di euro di costi per servizi che oggi, sono forniti, semplicemente, attraversando un corridoio.

A questo si aggiunge la necessità di duplicare da zero l’intera macchina gestionale-amministrativa. Servizi oggi centralizzati e condivisi – come i servizi informatici, l’Ufficio Gare, la manutenzione, l’ingegneria clinica e la farmacia – dovrebbero essere ricreati ex novo, con costi ingenti e non chiaramente quantificati nel progetto.

Ma le criticità non sono solo economiche. L’intera impalcatura logica del progetto appare invertita. Si afferma che l’OIRM diventerà eccellente grazie al titolo di IRCCS. La realtà, però, insegna che il riconoscimento è la conseguenza di un’eccellenza già dimostrata, non la causa. Nemmeno la motivazione dell’ “umanizzazione delle cure” regge: “prendersi cura” del paziente e della famiglia deve essere lo standard minimo di qualsiasi ospedale pediatrico, non un traguardo da IRCCS.

A smentire le ambizioni sono, infine, i numeri attuali, contenuti nello stesso documento progettuale. Il confronto con gli altri IRCCS pediatrici è impietoso: l’OIRM ha circa 13.000 ricoveri annui, contro i 30.000 di Gaslini e Meyer e i 75.000 del Bambin Gesù. Ancora più netto il divario sull’attrattività da fuori regione, ferma a un modesto 6% contro medie che arrivano al 43% (Gaslini). Il dato del Burlo-Garofalo di Trieste (bassi volumi e 18% di attrattività pur essendo IRCCS da anni) dimostra che il titolo da solo non basta a generare flussi, tesi che invece è centrale nel progetto di scorporo. Questa scarsa attrattività ha una traduzione economica diretta: la Regione Piemonte spende 13,6 milioni di euro per i 5.285 ricoveri di pazienti che vanno in altre Regioni (mobilità passiva), ma l’OIRM ne attira solo per 1,88 milioni (mobilità attiva). In pratica, l’attrattività nazionale dell’OIRM copre a stento la mobilità passiva proveniente dalla sola Provincia di Torino (1,6 milioni di euro). Anche la casistica trattata non è da polo nazionale: l’OIRM gestisce solo il 50% dei casi complessi (DRG > 2) della propria provincia, mentre, al contrario, assorbe il 50% dei casi a bassa complessità. Questo significa che sui quasi 13.000 ricoveri totali, solo 800 (il 6%) sono ad elevata complessità. Nonostante questi volumi bassi, il progetto chiede un aumento di risorse: attualmente l’occupazione media dei posti letto è molto bassa (66%), e crolla al 48% nell’area chirurgica, con sale operatorie usate al massimo al 67%; eppure, si propongono nuovi posti letto e nuove sale. Si chiede inoltre un aumento del personale sanitario, ma l’analisi basata sui volumi (ricoveri/medico) dimostra che l’OIRM è già oggi ampiamente sovradotato (77 ricoveri/medico) rispetto ai benchmark nazionali come Gaslini (107) o Meyer (114).

Se la logica dell’IRCCS pediatrico è già così debole e smentita dai dati, diventa incomprensibile l’aggiunta del Sant’Anna: non si capisce perché un ospedale ginecologico debba essere fuso in un progetto di ricerca pediatrica, se non per complicare ulteriormente il dossier.

A questa confusione si aggiunge l’incertezza logistica: si parla di una “torre pediatrica” esterna al Parco ma “adiacente”, approvando un piano senza nemmeno un indirizzo. L’unica conseguenza oggettiva di questa operazione è che allungherà i tempi per la creazione del Parco della Salute. Si sta frenando il vero progetto strategico atteso da anni con un’operazione “satellite” confusa, costosa e clinicamente pericolosa, ed è su questo ritardo che dovremo vigilare.

Mauro SALIZZONI – Consigliere regionale del Partito Democratico

Gianna PENTENERO – Presidente del Gruppo Partito Democratico del Consiglio regionale

Non è Vannacci a poter riscrivere la storia del fascismo

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
Il generale Vannacci, in cerca di facile pubblicità,  annuncia sui social una riscrittura della storia del fascismo, tema sul quale non ha la ben minima competenza. La tendenza degli ex militari a scrivere di storia non è così rara. Ma Vannacci ha superato tutti.
Forse dimentica che è diventato anche un politico e che quindi in quanto tale non può invadere il campo degli studiosi o utilizzare i medesimi con citazioni parziali che ne stravolgono il pensiero. Una lettura difficile come l’immensa opera di Renzo de Felice non è pane per i suoi denti. Farne a sua volta una vulgata significa tradire il grande storico che rifiutò sempre le semplificazioni manichee di Tranfaglia ed associati.
Vannacci riduce l’elemento eversivo della Marcia su Roma, dimenticando che il ministro della Guerra Marcello Soleri stilò lo Stato d’assedio per impedire la marcia manu militari, documento che il re non firmò.
Vannacci dimentica che il parlamento del 1938 si era trasformato in Camera dei fasci e delle corporazioni: la parola stessa  dovrebbe evocargli di cosa si trattasse, certo non di  un libero parlamento eletto.  Errore in cui era incorso lo storico ottuagenario di Saluzzo che non merita neppure una citazione. La verità è che la dittatura aveva tradito la lettera e lo spirito dello Statuto Albertino. E’  fuor di dubbio la complicità della monarchia che non fu un “capro espiatorio” perché ebbe evidenti responsabilità. Con il 25 luglio il Re mandò  a casa Mussolini, un merito indiscusso,  ma tardivo. Si può anche vedere dopo l’8 settembre il trasferimento al Sud del Re non come una semplice fuga perché quel trasferimento consentì la continuità dello Stato ma su questo tema  il generale si astiene.
Vannacci ignora  anche un altro fatto importante: la guerra civile fu provocata da Mussolini con la creazione della RSI al servizio dei tedeschi. E’ un fatto di non poco conto. Alla fine c’è una unica conclusione: la storia non può essere riscritta dai militari e dai politici. Certe faziosità del passato vanno superate, ma non da Vannacci che fa scadere il tutto in “caciara”.

Gioco d’azzardo patologico, AVS: “I dati confermano gravità della situazione”

I dati del report di Libera diffuso su gioco d’azzardo e guadagni mafiosi su questo fenomeno dovrebbero fare impallidire la Giunta Cirio e la maggioranza piemontese.
La Giunta Cirio ha cancellato nel precedente mandato la legge regionale sul gioco d’azzardo n. 9 del 2016, l’unica che aveva saputo contrastare il fenomeno, facendo risparmiare ai e alle piemontesi oltre 200 milioni di Euro. Come abbiamo sempre detto, la nuova legge approvata nel 2021 è una liberalizzazione di fatto del gioco d’azzardo e un vero e proprio favore alle lobby del gioco.
Il risultato è che in Piemonte nel 2024 si è giocato più di 9 miliardi e 501 milioni (4 miliardi e 250 milioni di giocato fisico e 5 miliardi e 251 milioni di giocato telematico). In media in Piemonte si spende 2.232 euro all’anno per abitante, bambini compresi. E il Piemonte risulta la penultima regione in Italia per efficacia della legge regionale nella regolamentazione del gioco d’azzardo, e dunque anche nella prevenzione del gioco d’azzardo patologico.
Oltre 12.000 cittadini piemontesi avevano firmato per la proposta di legge di iniziativa popolare che riportava ai parametri del 2016, archiviata in dieci minuti dalla destra nella precedente legislatura.
Le norme attuali stanno creando enormi problemi, economici e di salute a migliaia di persone fragili in Piemonte. La ludopatia, che colpisce le persone più fragili e spesso molto giovani, porta a indebitamento, favorisce le mafie e l’usura, ed è un dramma sociale su cui non si può restare a guardare. Ci aspettiamo che la maggioranza non resti sorda a questi problemi e abbia il coraggio rimediare all’errore fatto, mettendo la salute e la fragilità economica della popolazione piemontese al primo posto rispetto agli interessi delle lobby del gioco d’azzardo. Noi faremo la nostra parte, anche a fronte dell’appello fatto da Libera, Arci, Acli e tante altre associazioni nello scorso mese giugno, per riaprire la discussione sulla modifica della legge regionale, i cui risultati sono fallimentari.


Alice Ravinale

Presidente Gruppo consiliare regionale
Alleanza Verdi Sinistra

Da Vito Marcantonio a Zohran Mamdani

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PAROLE ROSSE di Roberto Placido

Mi manda Vito, mi manda Marcantonio

Leonard Coviello, sociologo-educatore Vito Marcantonio

Harlem Italia, Renato Cantore, Rubettino

(Venerdì 19 maggio 2023)

Zohran Mamdani eletto sindaco di New York nel nome di Vito Marcantonio

Nel maggio di due anni fa fui invitato, da Renato Cantore, ex direttore del TG3 Basilicata, al Salone del Libro per presentare il suo libro “Harlem Italia” editore Rubettino.  Leggendo il libro scoprii la storia  di due uomini  straordinari, Leonard Coviello, nato a fine ‘800 ad Avigliano (Potenza), cresciuto e naturalizzato in America e Vito Marcantonio, nato a New York da genitori di Picerno  (Potenza). Legati dalle comuni origini lucane, cresciuti nello stesso quartiere, East Harlem dove viveva la più numerosa e identitaria comunità di italo-americani di New York. Una comunità forte, dignitosa, gelosa della propria identità ma aperta al confronto  con altri popoli e altre culture,  guidata da leader illuminati e visionari. .Contrariamente a tanti italiani di successo  Leonard Coviello, storpiato dall’anagrafe statunitense in Covello, grande pedagogo  ed educatore di fama internazionale e Vito Marcantonio, avvocato e uomo politico, pur avendone la possibilità decisero di non lasciare  mai il ghetto dei migranti, di condividerne la vita e le speranze.

Il loro “sogno americano” non era quello di salvarsi da soli, ma di crescere insieme  alla comunità, verso importanti conquiste : il riconoscimento della lingua italiana, la scuola di comunità, alloggi dignitosi, i diritti di cittadinanza, una rete di protezione sociale, condizioni migliori di vita e di lavoro,  Un’amicizia per tutta la vita, due destini indissolubilmente legati a quello del popolo di Harlem , dove i  “lazzaroni indesiderabili” provarono e riuscirono a diventare  buoni cittadini americani senza rinnegare la propria identità I due amici, Coviello e Marcantonio scelsero di impegnarsi, vivere e lottare vivendo e condividendo con la gente del loro quartiere. Questa in sintesi la trama del libro, emozionante nel ripercorrere, la vita, i sacrifici, le umiliazioni di un’intera comunità e la loro lotta per il riscatto.  Non avrei mai immaginato, due anni dopo,  che la storia, esemplare, di Vito Marcantonio sarebbe diventata, attuale e, addirittura, il riferimento politico ed ideale del nuovo Sindaco di New York, Zohran Mamdani. Vito Marcantonio, fu il  braccio destro del più grande Sindaco di New York Fiorello La Guardia e ne prese il posto, essendo eletto, prendendo alla Camera dei Deputati, il Congresso americano. Per sette mandati. Per quattordici anni fu il rappresentante di East Harlem a Congresso. Candidato indipendente, lui faceva riferimento all’American Labour Party (socialista) e più precisamente alla corrente comunista, dei repubblicani ed in qualche caso dei democratici. Allora la cosa non era strana, specialmente per un personaggio “scomodo” per l’establishment politico. Per sconfiggerlo, come provano a fare di nuovo ora  inegli USA, modificarono i confini del collegio, unendo ad East Harlem un quartiere “borghese” con una forte presenza di cittadini di origine tedesca. Il tentativo fallì. Lui italo americano, votò contro il “piano Marshall” di aiuti americani all’Italia perché vedeva , come poi è stato ed è ancora, la sudditanza e la dipendenza  dell’Italia agli Stati Uniti. Sostenne l’indipendenza di Porto Rico, difendendo, come avvocato, il leader nazionalista portoricano Pedro Albizu Campos. Nel 1949 si candidò a Sindaco a Sindaco di New York per i laburisti ma non riuscì nell’impresa. Oltre i confini di Harlem era più difficile. L’anno successivo, dopo quattordici anni e sette legislature, fu sconfitto anche alle elezioni politiche per il seggio di East Harlem. Le cause furono due, la violentissima campagna mediatica che subì per essere stato l’unico parlamentare americano di tutti i tempi, fino ad i nostri tempi, a votare contro l’intervento americano in una guerra, nel caso quella di Corea (1950).

La seconda, mai successo nella storia statunitense, per sconfiggerlo , repubblicani e democratici presentarono un unico candidato. Finì 42,2$ a 57,8$ per James G. Donovan. Terminata la sua carriera politica Marcantonio continuò a vivere nel suo quartiere aiutando, italiani, portoricani, neri e chiunque ne avesse bisogno fino al 0 agosto 1954. Nel suo nome ed in suo ricordo, Zohran Mamdani, facendo riferimento al suo programma politico, da socialista come lui, con un’attenzione particolare ai poveri, ai problemi concreti e reali, ha chiuso la campagna elettorale, come si vede nel bellissimo video con il link https://www.instagram.com/reel/DQubDEtAbrL/, in strada, all’incrocio della Lexington Avenue con il Vito Marcantonio Lucky Corner. La vittoria di Mambani, candidato socialista indipendente su Andrew Cuomo, ex governatore dello Stato di New York. Parlamentare, ministro con Bill Clinton, figlio del potentissimo Mario Cuomo, sposata con una delle figlie di Robert Kennedy, appoggiato da tutto il Partito Democratico del quale è uno dei dirigenti di punta ha perso. Zohran Mamdani 51,2% , Andrew Cuomo  39,7%. E’ riuscito a realizzare il sogno di Vito Marcantonio, di diventare Sindaco in rappresentanza degli ultimi, dei più deboli. Nel video di chiusura della sua campagna elettorale ha detto praticamente : mi manda Vito, mi manda Marcantonio ed ha vinto. Ha dimostrato, al mondo intero che è possibile cambiare. Ha dimostrato che un trentaquattrenne  nato in Africa e di religione musulmana può battere l’establishment Una lezione ed una speranza per tutti e che può valere anche a Torino e sulla quale bisogna riflettere e studiare.

Separazione carriere, Europa radicale e Camere penali per il Sì

Lunedì 10 novembre alle ore 11 presso la sede dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta, in via San Dalmazzo 9/bis/b – Torino, si svolgerà la conferenza stampa di Europa Radicale con la Camera Penale del Piemonte Occidentale e Valle d’Aosta a sostegno del SÌ al referendum sulla separazione delle carriere dei magistrati.
Europa Radicale ha aderito al Comitato per il SÌ promosso a livello nazionale dall’Unione delle Camere Penali italiane; una scelta senza tentennamenti data la ultra-quarantennale battaglia per la giustizia giusta lanciata dai Radicali a partire dal Caso Tortora.

Interverranno:
Avv. Roberto CAPRA, Presidente della Camera Penale del Piemonte Occidentale e Valle d’Aosta
Avv. Emilia Rossi, Europa Radicale
Igor Boni, Coordinatore di Europa Radicale