L’audizione dei Revisori dei Conti in commissione si è svolta in un clima a dir poco lunare. I consiglieri grillini si sono inalberati contro le cifre e le spiegazioni fornite dai Revisori sul bilancio preventivo della giunta pentastellata. Ma è stato assurdo e, ripeto, lunare il clima complessivo in cui si è svolta l’audizione. Le cose sono messe in modo molto più chiaro di quanto non vogliono far apparire i grillini. Delle due l’una: o la maggioranza ritiene infondate le osservazioni dei Revisori, e allora dovrà decidere, per coerenza e in tempi rapidi, la loro eventuale revoca secondo le norme di legge; oppure, la giunta grillina ritiene fondate le osservazioni e allora non deve far altro che uniformare il bilancio ad esse. Tertium non datur.Quello che non è consentito è questo penoso rimpiattino fra giunta e Revisori perché a uscirne umiliato è il diritto dei cittadini torinesi di conoscere la realtà delle cose e non la sua rappresentazione. Entro il 30 novembre il consiglio deve approvare il documento contabile. L’M5s per coerenza deve “rischiare” di votarlo senza in parte l’assenso dei revisori dei conti. Diversamente, in automatico, sarà la Corte dei Conti a doversi muovere per fare quegli accertamenti ulteriori che si renderanno necessari per dire se le osservazioni dei revisori sono giuste oppure se le rimostranze del M5s hanno un fondamento. Una cosa è certa, o la giunta o i revisori faranno una brutta figura.
Gentiloni in Piemonte: “Tutelare i piccoli comuni”
“L’impegno che prendiamo qui oggi è quello di tutelare i piccoli comuni perché sono una risorsa per tutto il Paese”. Sono le parole del presidente del Consiglio dei ministri, Paolo Gentiloni, che hanno chiuso – a Volpedo in Provincia di Alessandria – la sua giornata subalpina di lunedì 20 novembre che aveva avuto come tappe l’assemblea delle associazioni industriali riunite di Vercelli, Novara ed Alessandria a Vercelli, poi l’Università degli studi di Scienze Gastronomiche a Pollenzo (Cuneo) e, infine, il paese che ha dato i natali a Pellizza, l’autore del “Quarto Stato”. L’intervento del presidente Gentiloni era stato preceduto dall’appassionata introduzione del sindaco di Volpedo, Giancarlo Caldone, del presidente dell’Anci, Aldo De Caro che ha ricordato come in Piemonte ci siano 1068 comuni ed un elevato numero di cittadini viva in essi, e di Ermete Realacci, promotore della legge che è stata recentemente approvata dal Parlamento. E proprio quest’ultimo ha ricordato che “questo è soltanto l’inizio di un percorso”. Tra i presenti in rappresentanza della Valcerrina, alessandrina e torinese, i sindaci di Gabiano, Domenico Priora, di Ponzano, Paolo Lavagno, con l’assessore Pierfelice Penazzi, il consigliere Massimo Iaretti di Villamiroglio in rappresentanza del sindaco Paolo Monchietto e il sindaco di Lauriano, Matilde Casa
PER PREVENZIONE, INFORMAZIONE, CURA E ASSISTENZA
Ricorre oggi, 20 novembre, la “Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, giunta alla sua ventottesima edizione. Sono oltre 190 i Paesi del mondo che hanno ratificato la Convenzione dell’Onu per garantire ai più piccoli condizioni di vita migliori. Ancora oggi, però, molti bambini e adolescenti, anche nel nostro Paese e in Piemonte, sono vittime di violenze e abusi, sono discriminati, emarginati, o vivono in condizioni di grave trascuratezza. I numeri del disagio sono altissimi: in Italia si parla di 2.297.000 minorenni in povertà relativa e 1.292.000 in povertà assoluta. Per un bambino essere povero in un Paese come l’Italia significa carenza di cure sanitarie adeguate, condizioni abitative non idonee, alimentazione non corretta. Ma anche mancanza di accesso a luoghi di svago, a un’istruzione, a una protezione sociale e di inclusione. Per dare ai nostri giovani quella serenità di cui hanno bisogno c’è quindi ancora tanta strada da fare, e soprattutto la politica deve rimboccarsi le maniche. E’ necessario investire maggiori risorse in iniziative di prevenzione, informazione, assistenza e cura. Con un occhio di riguardo anche verso problematiche che vanno al di là della povertà. Spesso, infatti, i pericoli per i bambini si nascondono proprio in quei luoghi che si ritengono più sicuri, come la scuola, terreno fertile per gli episodi di bullismo. Bullismo che oggi non si limita all’ambiente scolastico, ma si insinua completamente nella quotidianità dei ragazzi perché arriva dalla rete e prende il nome di cyberbullismo, ovvero bullismo elettronico. In via di miglioramento, invece, la tutela dei minori stranieri non accompagnati: con l’approvazione della Legge Zampa, nel marzo scorso, l’Italia è diventato il primo Paese in Europa a dotarsi di un sistema organico che considera i bambini migranti, prima di tutto, bambini.
Stefania Batzella
Presidente della Consulta delle Elette del Piemonte
Consigliera regionale Movimento Libero Indipendente
Il pd metropolitano al presidio Gtt
Il Partito Democratico Metropolitano di Torino lunedì 20 novembre, sarà presente al presidio in piazza Castello, dalle ore 15, a fianco dei lavoratori GTT che chiedono di conoscere la reale situazione dell’azienda e le intenzioni future della proprietà, il Comune di Torino. Da mesi i cinquemila lavoratori della più grande partecipata pubblica piemontese, e le loro famiglie, assistono con preoccupazione al susseguirsi di notizie sullo stato dell’azienda. Tram e bus necessitano di manutenzioni, si sono registrati nei primi sei mesi del 2017 numerosi incidenti, senza pari rispetto agli anni passati. Il servizio è sempre più precario con corse cancellate e ritardi, soprattutto nelle zone più periferiche e popolate della città. Gli amministratori del PD, non sottraendosi alle proprie responsabilità, lavorano da mesi trasversalmente a tutti i livelli per salvare e rilanciare l’azienda, tutelare un importante servizio pubblico e qualche migliaia di posti di lavoro. Il PD si aspetta che ogni soggetto faccia la sua parte e, in primo luogo, lo faccia l’amministrazione comunale, azionista unico di GTT. L’annunciata riorganizzazione, che prevede il taglio e l’esternalizzazione di alcune linee e l’aumento del prezzo dei biglietti, scaricano il problema sui soggetti più deboli, cioè gli utenti e i lavoratori, aumentando le inefficienze, con effetti incerti sul risanamento del bilancio dell’azienda e senza prospettive di investimento.
Vince chi perde!
Dopo sessant’anni, per la precisione cinquantanove, l’Italia non parteciperà alla fase finale dei mondiali di calcio di “Russia 2018”. Una nazionale mediocre, priva di gioco e di risultati, è stata giustamente eliminata dalla modesta squadra svedese. Una “tragedia” per il calcio nazionale già in profonda crisi, un avvenimento che si sta rivelando peggiore dell’eliminazione da parte della Corea di molti anni fa. Un grave danno economico e d’immagine. La reazione dei responsabili del naufragio, dei novelli “Schettino” , è stata inqualificabile e indegna. L’allenatore Giampiero Ventura aveva una sola possibilità, per non essere ricordato negli anni a venire solo con ignominia: rassegnare immediatamente le dimissioni. Invece cos’ha fatto? Ha preferito attendere e farsi esonerare per “vincere” la buonuscita economica. Il Presidente della Federazione Calcio -FIGC- Carlo Tavecchio, già agli onori della cronaca nazionale ed internazionale per le sue gaffes razziste e omofobe, peggio ancora: si è auto assolto, attaccato come una cozza alla poltrona. Il comportamento di Tavecchio e Ventura mi ha ricordato il comportamento di alcuni noti personaggi pubblici. Il Ministro della Difesa Roberta Pinotti nel 2011 sfidò la sua “amica” Marta Vincenzi nelle primarie per la carica a Sindaco di Genova, dichiarando che, in caso di sconfitta, si sarebbe ritirata dalla politica. Già lei allora! Fu travolta dalla Vincenzi e invece di mantenere fede e ritirarsi, pretese una candidatura alle elezioni politiche senza passare al vaglio delle primarie, con conseguente carica di Sottosegretario prima e Ministro poi. E che dire dell’attuale Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni, che alle Primarie per il Sindaco di Roma del 2013, vinte da Ignazio Marino, arrivò solo terzo con un modestissimo risultato? E che dire, di nuovo, del secondo arrivato sempre in quelle primarie, David Sassoli, che è attualmente Vice Presidente del Parlamento Europeo? Chi quelle primarie le vinse (Ignazio Marino) fu cacciato con una congiura “notarile” organizzata dal suo stesso partito. E poi come dimenticare la straordinaria sconfitta di Renzi al Referendum costituzionale del 4 dicembre 2016? “Se perdo, mi ritiro dalla politica”, affermò. Un vizio, quello del dichiarare, evidentemente non solo suo: insieme a Maria Elena Boschi ed all’allora Vice Presidente del Senato furono tutti premiati con sottosegretariati e ministeri. In un Paese, l’Italia, dove molti, troppi hanno smarrito la dignità, evidentemente vince chi perde!
PD, Carretta: “Ci occuperemo di forma partito”
Si è svolta ieri sera la prima direzione metropolitana del PD
“Voglio ringraziare chi ha fatto parte della direzione precedente e il passato presidente, Alessandro Altamura – ha dichiarato il segretario Mimmo Carretta in apertura – La direzione oggi è più snella e nasce dopo un percorso unitario”. “Parte del nostro impegno – continua Carretta – sarà dedicato alla forma partito su cui lavorerà il dipartimento organizzazione nato a supporto della segreteria. L’esperienza di MapToMap [www.maptomap.it] sarà il punto di partenza di quel percorso. Un percorso iniziato in qualche modo già con la prima segreteria riunitasi a Casellette. C’è un partito deciso a muoversi. Il dipartimento si occuperà, inoltre, di comunicazione, tesseramento, rapporto coi circoli, festa de L’Unità, manifestazioni e sicurezza”. Nel resto della relazione tanti i punti toccati: dagli episodi di razzismo, fascismo e violenza avvenuti a Torino, ma anche a Rivalta e a Nichelino, alla situazione di Moncalieri, con il ritiro delle dimissioni di Montagna dopo un lavoro politico importante, dai metodi per la selezione della futura classe dirigente in vista delle prossime elezioni politiche (in allegato l’ordine del giorno votato in direzione), con l’utilizzo delle primarie, strumento fondamentale del nostro partito che permetterà ai territori di esprimere la propria voce, alla situazione politica torinese con la necessità di costruire una strategia e una nuova visione. È poi intervenuto Saverio Mazza, responsabile organizzativo, che ha presentato il regolamento tipo per i circoli e il regolamento che istituisce i coordinamenti di zona: “È l’avvio di nuova forma organizzativa: il PD si costituisce in zone omogenee e regolamenta il rapporto dove affronta le elezioni con liste civiche”
Osvaldo Napoli, capogruppo Forza Italia al comune di Torino, Alessandro Iocola Consigliere Seconda Circoscrizione dichiarano:
Siamo a conoscenza dell’occupazione dei sei appartamenti e un negozio di via G. Reni di proprietà o di gestione della XENIA srl. Non entriamo in merito alla legittimità dell’occupazione. Siamo sicuri che la prefettura e gli organi competenti abbiano svolto il loro compito di controllo. Vorremmo, comunque, la certezza che tali controlli vi siano stati. Ci chiediamo, però, perché nessuno degli organi preposti abbia ritenuto di avvisare la circoscrizione di quanto sta avvenendo. Tutti sappiamo che i cittadini sono in tensione, e allora perché non avvisare l’organo locale di queste occupazioni? Il comune ne era a conoscenza? Se sì, è grave che non abbia avvisato la circoscrizione. Presenteremo un’interrogazione, sia in circoscrizione sia in comune, per conoscere lo stato della situazione al riguardo e l’iter burocratico che è stato seguito.
Dalla Regione la nuova legge sull’emergenza casa
La Seconda Commissione, presieduta da Nadia Conticelli, ha approvato all’unanimità in sede legislativa, un disegno di legge molto atteso dai Comuni che devono fornire risposte concrete alle situazioni di emergenza abitativa.
La legge interviene sulle assegnazioni, da parte dei Comuni, delle case popolari “extra-bando”, ossia a quelle famiglie che si trovano in particolari situazioni di disagio, già prorogate nel 2015 e ora scadute. Sono circa cento in Piemonte (70 a Torino) le famiglie che tuttora non sono in grado di sostenere un affitto sul libero mercato. Il provvedimento mira a una soluzione definitiva del problema, prevedendo una proroga in attesa della modifica del regolamento che includerà questi casi tra quelli considerati di emergenza abitativa che possono dare orgine ad un’assegnazione definitiva, sempre che il Comune non trovi una sistemazione abitativa diversa.
L’assessore alle Politiche sociali Augusto Ferrari ha parlato di “un provvedimento di assoluta necessità sia per le famiglie sia per i Comuni in cui sono in scadenza le assegnazioni provvisorie. Si tratta di una norma che conduce ad una soluzione strutturale del problema infatti la proroga è finalizzata soltanto alla modifica del regolamento che introdurrà entro poche settimane una nuova fattispecie. Verranno così regolarizzate le posizioni degli occupanti rimasti senza titolo”.
Nella discussione sono intervenuti i relatori della legge Silvana Accossato (Pd) per la maggioranza, Davide Bono(M5s) e Gianluca Vignale (Mns) per l’opposizione.
Al termine la presidente Conticelli ha espresso la propria soddisfazione “per un buon lavoro che abbiamo svolto tutti insieme. Abbiamo affrontato due temi importanti: le assegnazioni provvisorie che escono dalle sequenza delle proroghe e il problema delle cento famiglie di assegnatari che, pur avendo sempre pagato l’affitto e senza aver mai causato danni all’Atc, sono rimaste senza titolo per la scadenza dell’assegnazione provvisoria. Questa legge – conclude Conticelli – porterà in primavera all’obiettivo finale della revisione dei criteri di assegnazione delle case popolari”.
FC – www.cr.piemonte.it
“Prima della votazione finale sul testo dell’Assestamento di Bilancio, il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno che impegna la Giunta ad avviare tutte le iniziative possibili tese alla salvaguardia e alla valorizzazione del sito religioso, naturalistico, culturale e architettonico del Sacro Monte di Belmonte, anche valutando lo stanziamento di risorse in sede di bilancio di previsione 2018-2019” ha dichiarato la Consigliera regionale Pd Valentina Caputo, prima firmataria dell’atto di indirizzo. “Il Sacro Monte di Belmonte – ha proseguito la Consigliera Caputo – necessita di urgenti e consistenti lavori di ristrutturazione per mantenere inalterato o, quanto meno, non aggravare lo stato di degrado del suo complesso e la comunità dei frati francescani che vi abita ha manifestato l’intenzione di abbandonare il sito a causa della carenza di religiosi, fatto che comporterebbe la chiusura del convento e del santuario e, di conseguenza, il completo abbandono di un Sacro Monte inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. E’ fondamentale evitare il degrado di un bene artistico tanto importante, fatto che metterebbe anche a rischio il riconoscimento di tutti gli altri Sacri Monti, dal momento che la candidatura è stata avanzata in un unico dossier alla Commissione Mondiale UNESCO”. “L’ordine del giorno che il Gruppo Pd ha presentato e che è stato approvato dal Consiglio regionale – ha concluso Valentina Caputo – ha lo scopo di individuare iniziative concrete per salvare il Sacro Monte di Belmonte, sito che rappresenta anche un volano di sviluppo dal punto di vista sociale, culturale, turistico ed economico per i Comuni della zona che, da tempo, si sono mobilitati per trovare una soluzione, sollecitando un intervento da parte della Regione”.
E’ finalmente uscito su L’Espresso online l’elenco completo degli italiani clienti di Appleby, la grande fabbrica di società anonime dalle Bermuda alle isole Cook, dopo che domenica scorsa Espresso e Report hanno rilevato i più eclatanti casi italiani coinvolti nei “Paradise Papers”, la recente inchiesta giornalistica internazionale firmata dallo stesso network dei Panama Papers.
La lista di italiani eccellenti, beneficiari di ricchi investimenti in società offshore, esentasse e anonime, con sede nell’arcipelago ormai vastissimo dei paradisi fiscali, è lunga, e include Silvio Berlusconi, le eredi del manager Camillo Crociani, il finanziere Andrea Bonomi, la famiglia Rovelli, i Legionari di Cristo. Ciò che emerge, soprattutto, è che le catena di controllo di società strategiche per il Paese è offshore, grazie a un’élite finora intoccabile che ha imparato a nascondere enormi ricchezze nei paradisi fiscali.
L’anno scorso i “Panama Papers” sono arrivati fin qui in Piemonte: il Nucleo Polizia Tributaria di Torino è stato incaricato dalla Procura di acquisire la lista ed esaminarla, in ordine alla presenza di 214.000 società schermo curate dallo studio “MOSSACK & FONSECA” con sede a Panama. I nomi di residenti in Piemonte citati nei documenti dello studio Mossack Fonseca sono più di cinquanta.
Dall’elenco apparso oggi sui Paradise Papers, sono otto i nomi di piemontesi coinvolti: imprenditori, manager, diplomatici. Varie sono le attività lecite e legalmente riconosciute in Italia da cui provengono: dal mondo dell’informatica ai super alcolici, dell’energia, al caffè, alla finanza. Saranno lecite anche le operazioni? Di questo, certamente, si occuperà la magistratura. C’è da attendersi e da augurarsi l’apertura di un’inchiesta gemella a quella derivata dai Panama Papers.
Non si tratta di casi isolati, ma semplicemente di quelli per ora emersi. Inoltre, come già rilevato da altre inchieste, spesso i nomi sono semplicemente “teste di legno” di altri imperi “economici e finanziari”.
“Non è certo una novità” – dichiara il Segretario di Sinistra Italiana Marco Grimaldi: – “oltre la metà di tutti gli attivi bancari e un terzo dell’investimento diretto estero, effettuati dalle imprese multinazionali, vengono dirottati offshore. Proprio per questo, per noi il problema ora è un altro: i rapporti IRES sull’Irap mostrano un’evidente erosione dell’imponibile domestico relativo alla tassazione d’impresa, dipendente dalla localizzazione degli asset produttivi, ossia dal fenomeno del “profit shifting”. Qualcuno se ne vuole occupare?”
“La settimana scorsa abbiamo presentato un accesso agli atti per conoscere la situazione fiscale di tutti i piemontesi coinvolti nei Panama Papers. Oggi abbiamo chiesto di integrare la richiesta con l’aggiunta dei nomi che compaiono nei Paradise Papers. I Presidenti di Regione e il Parlamento però, invece che disquisire di autonomia fiscale e statuti speciali, pensino ad aprire una grande inchiesta sull’elusione e l’evasione attraverso una Commissione di indagine, e inizino a immaginare il cambiamento del nostro sistema di tassazione a partire dall’IRAP. Ci dicono che il problema è il costo della sanità pubblica, o la pensione a 67 anni, o la presenza di rifugiati e migranti, mentre c’è chi indisturbato porta i miliardi all’estero. I generatori di crisi beneficiano molto spesso di accordi, leggi o vuoti normativi, protezioni, per questo la politica non può delegare alla sola magistratura il compito di puntare il dito su di loro e sulle loro pratiche elusive.”