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Caputo (PD): “La Regione fissa tempi certi per la concessione dei contributi”

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA SU CONTRIBUTI PER LA ROTTAMAZIONE DEI VEICOLI COMMERCIALI INQUINANTI

 “In Consiglio regionale, ho presentato un’interrogazione a risposta immediata finalizzata a sapere dall’Assessore Valmaggia quali siano i tempi per l’attuazione delle misure relative alla concessione dei contributi a fondo perduto e per l’operatività del fondo di garanzia finalizzati a sostenere le micro, piccole e medie imprese nella rottamazione dei veicoli commerciali inquinanti” ha spiegato la Consigliera regionale del Partito Democratico Valentina Caputo. “Il Consiglio regionale, infatti – ha proseguito la Consigliera Caputo – il 23 ottobre scorso ha approvato il disegno di legge che prevede l’utilizzo di 200 milioni resi disponibili dalla riduzione del capitale sociale di Finpiemonte, in favore dell’economia piemontese. Tra gli interventi che verranno finanziati, sono stati stanziati 5,4 milioni di euro per la modernizzazione del parco auto delle realtà produttive che si sono aggiunti ai 4 milioni di euro a fondo perduto già previsti per questo scopo. In una condizione di bilancio molto complessa queste risorse rappresentano un sostegno importante per le imprese che devono sostituire auto e veicoli inquinanti che sono o saranno bloccati dalle misure per la lotta allo smog”. “Rispondendo al mio quesito – ha concluso Valentina Caputo – l’Assessore ha affermato che il bando riguardante la concessione dei contributi per il rinnovo dei veicoli commerciali N1 e N2 sarà pubblicato entro la metà di dicembre 2018 e rimarrà attivo fino all’esaurimento delle risorse finanziarie e, comunque, non oltre 12 mesi e che, per quanto riguarda i 200 milioni derivati dalla riduzione del capitale sociale di Finpiemonte e destinati all’economia piemontese, le tipologie di investimento ammesse e le modalità di accesso ai fondi di garanzia verranno discusse in un incontro programmato per il 20 novembre prossimo tra le direzioni regionali coinvolte e le associazioni di categoria delle diverse filiere interessate, in un’ottica di confronto e condivisione. Infine, Valmaggia ha precisato che, per quanto riguarda i fondi di garanzia, si utilizzeranno le misure già attivate “Accesso al Fondo PMI” e “Tranched Cover””.

Rete Bianca: “Tav, sabato in piazza ma senza padrini politici”

“Rete Bianca Piemonte sabato prossimo sarà in piazza Castello per dire un si’ convinto alla TorinoLione. Senza tentennamenti e senza strumentalizzazioni. È positivo, del resto, che attorno ad un tema così importante ci sia una mobilitazione popolare e di base perché le infrastrutture rappresentano, da sempre, un passaggio decisivo per qualificare e rilanciare un territorio. Nel caso specifico, di Torino, del Piemonte e di tutto il Nord Italia. Purché l’importante manifestazione di sabato non veda il solito protagonismo personale di politici torinesi e piemontesi che avrebbero come unico esito quello di piegare una riunione di popolo ai calcoli elettorali in vista delle prossime consultazioni locali e nazionali. E, al contempo, risparmiarci anche le solite prediche degli strapagati membri dell’Osservatorio. Semmai, la manifestazione per la Tav rappresenta anche un momento di riflessione politica per tutti coloro, e nello specifico per alcune forze politiche e categorie professionali, che appoggiarono il progetto dei 5 stelle al ballottaggio per la scelta del Sindaco di Torino nel giugno del 2016. Una manifestazione che, comunque, può segnare anche per Torino e il Piemonte una ripartenza di una politica popolare e autenticamente democratica. Cioè che parte dal basso senza condizionamenti politici e partitici”.

Giorgio Merlo,  Mauro Carmagnola, Giampiero Leo

Rete Bianca Piemonte

LA SALA ROSSA ESPRIME SOLIDARIETA’ ALLA SINDACA

In relazione alla lettera di minacce ricevuta nei giorni scorsi dalla sindaca Chiara Appendino, il Consiglio comunale di Torino, attraverso le parole del presidente Fabio Versaci, ha espresso solidarietà alla prima cittadina.“Come sempre il Consiglio comunale esprime ferma condanna contro ogni forma di violenza, ha esordito Versaci, e invita tutti ad abbassare i toni e a rimanere nella normale dialettica politica”.

CACCIA, ON. BRAMBILLA: “ANCORA UN OMICIDIO VENATORIO, E’ ORA DI APPROVARE LA MIA PROPOSTA”

“Continua, tra l’indifferenza delle autorità preposte, lo stillicidio dei morti e dei feriti “da caccia”. In questi giorni  l’ennesimo “omicidio venatorio” è toccato ad un cacciatore, ucciso nella campagna romana dal proiettile partito dal fucile di un compagno di battuta. Il numero delle vittime – almeno sette in questa stagione, tra cui due ragazzi di vent’anni – richiede l’intervento del governo e del Parlamento, che dovrebbe esaminare le mie proposte per l’introduzione di restrizioni alla caccia e, appunto, del reato di omicidio venatorio. Basta con le stragi di animali e di persone”. Lo afferma l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, che intanto invita a fermare del tutto la stagione di caccia “in considerazione delle eccezionali condizioni di maltempo”: “Molti ecosistemi sono già in ginocchio, senza bisogno dei cacciatori”. Il bollettino della “guerra” nei boschi e nelle campagne è in effetti pesante, considerando che mancano ancora tre mesi alla chiusura ufficiale della stagione venatoria. Oltre ai sei morti, sono decine i feriti, compresi due bambini colpiti da pallini da caccia, nelle province di Forlì-Cesena e di Ancona. L’ultima piccola vittima, di 9 anni, è uscita dalla rianimazione pediatrica giovedì scorso. “Fermo restando l’obiettivo a medio-lungo termine di abolire del tutto la caccia – spiega l’on. Brambilla – ho presentato due proposte di legge di cui le cronache suggeriscono l’esame con urgenza. La prima riguarda l’omicidio venatorio. Chi spara nelle campagne e nei boschi e colpisce una persona dev’essere punito più severamente di chi commette un “normale” omicidio colposo, proprio perché il cacciatore tiene legittimamente in mano un’arma letale, cioè ha una responsabilità in più. E’ lo stesso principio seguìto per dare vita al reato di omicidio stradale e la pena base che vorrei applicare è la stessa: da due e sette anni di reclusione. Del resto, secondo un’inchiesta di “National geographic”, la percentuale dei morti “da caccia” è, fatte le debite proporzioni, simile a quella delle vittime per incidenti automobilistici, con la differenza che oggi spostarsi in automobile è quasi sempre una necessità mentre la caccia non è affatto necessaria”.   “La seconda proposta – prosegue l’ex ministro – riguarda il silenzio venatorio il sabato e la domenica, per tutelare chi nei boschi e nelle campagna va per godersi la natura e non per distruggerla, e alcune misure restrittive. Oggi le distanze di sicurezza da potenziali bersagli come case, strade, ferrovie, mezzi agricoli o animali domestici variano secondo i casi da 50 a 150 metri: vanno sistematicamente raddoppiate, con controlli rigorosi. Riguardo al porto d’armi: mentre le procedure per le richieste motivate da esigenze di difesa personale sono rigidissime, una licenza per uso sportivo si ottiene più facilmente. Vale cinque anni e il certificato medico di idoneità è necessario solo al momento del rinnovo. Troppo poco, soprattutto perché la maggior parte dei cacciatori ha un’età compresa tra 65 e 78 anni”. Nelle 11 stagioni di caccia tra il 2007 e il 2018, secondo l’Associazione vittime della caccia, ci sono stati 217 morti e 804 feriti, senza contare gli incidenti con armi da caccia fuori dall’ambito venatorio.

Tertium non datur (una terza cosa non esiste)

Nel dibattito e negli eventi, dopo tante parole i sostenitori del Sì sono passati all’azione ed  ai fatti, che si stanno susseguendo a Torino sul tema , oramai annoso, della TAV, se ne sentono di tutti i colori.  Da un lato paragoni e parallelismi facili e per questo banali e sbagliati come quello di paragonare la manifestazione , o le manifestazioni, prevista per il prossimo 10 novembre , alla ” marcia dei quarantamila “. Hanno la memoria corta o peggio ancora non conoscono i fatti e la storia. Non si intravede né un Vittorio Merloni o un Cesare Romiti oppure un Vittorio Ghidella, non c’è un altro Giovanni Agnelli o  un Luigi Arisio.  Con tutta la simpatia  per Mino Giachino o Massimo Giuntoli e per il “quartetto” di donne, Giovanna Giordano, Simonetta Carbone, Patrizia Ghiazza e Giovanna Giordano , non rappresentano , almeno per il momento, quello che rappresentò Luigi Arisio. Dietro non c’è la Fiat a sostenere, favorire ed organizzare la “marcia”. È vero c’è la “rete” , ci sono i Social ma non è la stessa cosa. Dall’altra parte , ancora più importante , non ci sono i lavoratori, i sindacati, a parte la CGIL torinese , e con tutta la considerazione possibile per quel “Barnum Partito” che è il M5S (movimento cinque stelle ) non è assolutamente paragonabile a quello che era  allora il P.C.I. ( Partito Comunista Italiano). Hanno avuto il merito , quello  sì, di lanciare l’iniziativa che ad oggi sta andando verso le centomila adesioni.  

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Di conseguenza e per fortuna non vale la  famosa  citazione : la storia si ripete prima in tragedia e poi in farsa. Non è però sostenibile ne accettabile chi prova a barattare la realizzazione dell’opera con il potenziamento del trasporto locale e la realizzazione della seconda linea della metropolitana torinese. Una cosa non può e non deve , a questo punto, escludere l’altra . Un trasporto pubblico locale efficiente e dignitoso per i pendolari , così come la realizzazione della seconda linea di metropolitana a Torino , non sono né in alternativa né in sostituzione del completamento del collegamento ferroviario ad alta velocità con la Francia. Ricordo che, anche in previsione della costruzione  dell’opera sono stati realizzati il S.IT.O. ( Interporto di Torino), il C.A.A.T ( centro agroalimentare ) in prossimità dello snodo ferroviario di Orbassano. Per realizzare queste opere , con ingenti risorse pubbliche, sono stati sacrificati terreni agricoli di pregio ( prima classe) , compromettendo l’area e creando le condizioni affinché si collocasse  poi il Termovalorizzatore di Torino per i rifiuti solidi urbani (RSU).  Tutti questi interventi  ed investimenti, oltre a migliorare  l’efficienza e la redditività economica di alcuni settori, erano e sono finalizzati a ridurre il trasporto merci su gomma. Una cosa è chiara, oramai la stragrande maggioranza dei torinesi oltre ad essere delusi da un Sindaco , Chiara Appendino, evidentemente inadeguato e per di più sostenuto da una maggioranza consiliare che definire eterogenea ed estemporanea  è poco, ha trovato un collante nella realizzazione della TAV. Collante  che va anche oltre la realizzazione della stessa opera ferroviaria ed è stato facilitato dalla incredibile vicenda della candidatura olimpica . Si è spostata quella importante parte di popolazione che non aveva ancora preso una posizione definita  o che non la evidenziava. Tutto questo in una grande e fragorosa assenza dei partiti che anzi , insieme ad i suoi esponenti, vengono invitati a restarne ufficialmente estranei. Sancendone così il loro fallimento , pericoloso per una democrazia,  e facendo venire meno il loro ruolo di rappresentanza ed organizzazione dei cittadini. Quanto prima bisognerà rimediare a questa situazione pericolosa e se si vuole evitare di correre rischi plebiscitari se non peggiori. Una cosa è comunque certa, in questa vicenda,  tra le due posizioni a favore , SI , e contro, NO , alla realizzazione della TAV  una terza  via non esiste praticamente più e comunque non ha più né spazio né cittadinanza . Non solo nel giornalismo il “terzismo” è finito. Tertium non datur!

TAV, LARA COMI: “LA LEGA? PER LO SVILUPPO DEL NORD OPPURE OSTAGGIO DI DI MAIO”

“La TAV si fa o non si fa? È ora che la Lega si esponga e dimostri con i fatti se è a favore o contro la Tav o se vuole restare ostaggio di Di Maio”. Lo scrive sui suoi profili social Lara Comi, europarlamentare di Forza Italia e vicepresidente del Gruppo PPE. “Noi di Forza Italia siamo per le infrastrutture e lo sviluppo e lo è sempre stato anche il centrodestra – aggiunge Lara Comi – ora la Lega deve decidere se restare coerente con i propri principi e con il proprio elettorato del Nord e se intende rispettare le esigenze di sviluppo e crescita del Piemonte e del Nord-ovest del Paese, oppure se preferisce accodarsi alle necessità elettorali e di consenso interno di Luigi Di Maio”.

Forza Italia: “Il Piemonte realizzi la Tav”

Forza Italia chiede che la Regione Piemonte dichiari la Torino-Lione “opera di interesse strategico e acquisisca dal governo la titolarità per la parte italiana della sua realizzazione, sostituendo in tutto o in parte lo Stato nella compagine societaria e partecipando alla suddivisione dei futuri ricavi”. La richiesta è contenuta nell’ ordine del giorno di Andrea Fluttero e Luca Bona, capogruppo e consigliere regionale di Forza Italia e sottoscritto anche dai consiglieri Francesco Graglia, Andrea Tronzano e Luca Rossi. Sostengono gli azzurri che:”se siamo in trattativa con lo Stato per la concessione di autonomia differenziata, allora la Tav rientri nella partita e la Regione ridiscutendo i residui fiscali, quasi 10 miliardi l’anno che il Piemonte versa più di quanto riceve dallo Stato, chieda al Governo un’adeguata cifra pluriennale che utilizzeremo per cofinanziare l’opera”. “Se la Regione entrerà nella società che realizza e gestirà il tunnel della Torino-Lione, anche i ricavi dei passaggi dei treni dovranno restare per quota parte al Piemonte per migliorare le infrastrutture piemontesi”. Con un tempismo “sospetto” il presidente Chiamparino, appena uscita la proposta di Forza Italia ha rilanciato annunciando: “La Tav la faranno le Regioni del Nord”. Il vicepresidente del gruppo di Forza Italia, Andrea Tronzano (nella foto) osserva: “La proposta è nostra e bisogna farla circolare tra i cittadini piemontesi. E’ inutile che Chiamparino cerchi di vendersela come fosse sua. Forza Italia sarà sempre in prima fila nel sostenere la Torino-Lione, indispensabile per il rilancio economico e territoriale”.

Una giornata al Senato

Entrando al Senato si entra dentro ad un’altra dimensione. Una certa emozione ci pervade, ci si lascia dietro il caos di una Roma solare. A due passi Piazza Navona piena di turisti. Gentilezza ed attenzione dei commessi e forze di polizia. Diventa naturale il rispetto per il silenzio che non prevede minimamente il rumore, meno che mai la voce alta. Sembra quasi di non essere in Italia. A parte le battute si respira aria di serietà. Sapete, le istituzioni sono sempre le istituzioni. Terzo piano e siamo arrivati: appuntamento alle 15 30 con la vice Presidente del Senato, Anna Rossomando. Puntualissima ci fa entrare, non abbiamo molto tempo. Alle 16,30 iniziano i lavori d’aula. Inizia il confronto tra due generazioni. Anna Rossomando da 40 anni è in politica. Sara Tosetto, di 21 anni, è al secondo anno di Scienze politiche indirizzo internazionale, Università 3 di Roma.Passione comune, appunto, la politica. Più che confronto è Sara (emozionatissima) che fa mille domande tra curiosità e voglia di conoscere per capire.

Presidente, da quanto è in politica e perché si è appassionata alla politica?

Verso i 15 16 anni, per passione, ero al liceo classico Massimo Dazeglio, anni di fortissime tensioni e contrasti. La famiglia mi ha instradato,  mio padre avvocato e mia madre insegnante. Elemento unificante era ed è credere nella democrazia. Anni contro il terrorismo di destra e di sinistra, gli anni del rapimento Moro come gli anni dei 35 giorni alla Fiat per la difesa del posto di lavoro. Anni in cui il conflitto ti formava, ti  temprava.

A Che cosa non ha mai rinunciato?

A studiare. Dammi pure del tu, Sara. Per me conoscere e soprattutto approfondire è sempre stato un imperativo categorico. E mi sono sempre trovata bene. Un consiglio che ti do Sara, è quello di studiare e poi ancora studiare.

Orgogliosa e contenta d’essere stata eletta Vicepresidente del Senato?

Eletta.  Ecco la parola ” magica “. E’ un momento complesso questo, per il mio partito (il PD) e per la stessa tenuta democratica del nostro Paese. Essere eletta in un momento così delicato mi dà una grande responsabilità verso chi mi ha eletto e soprattutto verso il Paese. Ti assicuro non è retorica. Desidero assolvere appieno le mie funzioni istituzionali, una delle quali è quella di garantire la piena dialettica tra le parti politiche in Parlamento.

E per la carriera politica?

Non ho mai inteso la politica come carriera.

Il PD ti aiuta nel tuo lavoro?

Come Vice presidente no e non sarebbe neppure logico farlo. Come senatrice cerco io di aiutarlo, ammesso che si voglia far aiutare. Il mio partito sta vivendo uno dei momenti più difficili della storia della sinistra nel nostro Paese, dobbiamo darci tutti, politici e non, da fare. Ci sono ancora militanti che con la loro passione possono rivendicare con ragione di tornare ad essere protagonisti. Ripeto, io non voglio lasciare nulla di intentato.

Prima hai parlato di questione democratica. Spiegati meglio…

Ho esagerato? Non penso proprio. Le dichiarazioni di Casaleggio contro l’attuale sistema parlamentare sono un esempio, Grillo che un giorno e l’altro pure attacca il Presidente della Repubblica ne è un altro. Poi, Salvini e Di Maio che attaccano i poteri di garanzia democratica dello Stato. Quando si levano critiche, queste sono rimandate al mittente con la motivazione: “si facciano eleggere!” Affermazione in contrasto con la concezione liberal democratica della nostra Democrazia.

Ultima domanda: sei ottimista o pessimista?

Realista. Non voglio cadere e non cado nel cinismo, ma trovo nel lavoro le risposte possibili ai problemi.

Anna Rossomando è  stata molto esaustiva. Ci congeda.

“Vi chiedo scusa ma ora vi debbo proprio lasciare. Ma voi continuate il vostro giro al Senato”.

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Mi dice Matteo (suo strettissimo collaboratore) che possiamo assistere all Seduta. Così una commessa d’aula ci scorta non prima d averci invitato a lasciare i dispositivi elettronici. Per il pubblico è vietato. Come sono altre le regole da rispettare. Come silenzio, cravatta ed abbigliamento adeguato. Inizia la seduta. E i nostri occhi inseguono l insieme dell emiciclo.  Come si comportano i senatori mentre “scorrono” i vari interventi? Non tutti sono attenti. Anzi direi la maggioranza particolarmente distratta. Ma si sa, anche le democrazie hanno difetti. Sara mi guarda decisamente stupita. Ma obbediente al silenzio rimanda le eventuali domande usciti. Usciti Roma come al solito è bellissima. È il tempo delle risposte. Camminiamo molto, diverse le domande. Le risposte sono riassunte nella famosa frase del Presidente partigiano Sandro Pertini. Preferisco la più imperfetta democrazia, alla più perfetta delle dittature. Ci accorgiamo di transitare sotto la casa dove visse Giacomo Matteotti, me lo fa notare Sara. Matteotti ucciso dai fascisti. Casuale forse l’incontro con la Storia. Ma non casuale la difesa anche morale di questa Storia. E Roma è ancora più bella.

 

Patrizio Tosetto

Il pentimento degli industriali che scelsero Chiara

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STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
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Luigi Di Maio ha paura che i pentastellati implodano.Chiara Appendino è avanti su tutto: lei è già esplosa. Prima su molte cose, ma tutte negative. Ha tentato di imporre il suo volere sul gruppo pentastellato con un totale flop.  Non le é rimasta che la fuga, ottenendo il top del consenso negativo.  I no Tav arrabbiati per la sua assenza. Tutte le forze sindacali favorevoli alla Tav. Veramente sta venendo fuori che tutta la città e per la Tav. Del resto il ragionamento è semplicissimo. Per produrre ed esportare bisogna utilizzare ed avere efficienti infrastrutture, e un tunnel realizzato a metà dell’Ottocento non è proprio il massimo.  E perché i pentastellati hanno orgogliosamente votato all’unanimità l’ordine del giorno anti Tav? Innanzitutto molto ferrato sulla materia non sono, non è una novità che sono un po’ naif.  Soprattutto questa mozione non ha effetti pratici sull’opera. Tranne una credibilità della classe politica locale che ora è sottozero.
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E i leghisti Hanno votato contro e hanno ragione.  Peccato che la nostra città stia sempre più sprofondando nell’oblio del generale disinteresse per la totale non credibilità. Mi rimane una sola ultima domanda : ma gli industriali o operai che hanno votato gli epigoni di Beppe Grillo che dicono? Sostenendo che Piero Fassino era oramai inadeguato hanno puntato sulla giovane Sindachessa, laurea alla Bocconi, e ora si pentono? Sì, proprio così, si pentono amaramente. Ma oramai la frittata è fatta.E il treno della credibilità è partito per altri lidi. In soccorso dei pentastellati arriva la sinistra sbrindellata. Fratoianni parlamentare torinese di Sel insiste: siamo sempre stati contrari alla Torino-Lione. Oramai liberi ed uguali non c’è più. Bersani e company rimangono con il cerino in mano.
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La notizia del giorno è la Cgil: 163 favorevoli, 44 contrari e 22 astenuti. A larghissima maggioranza i figli di Giuseppe Di Vittorio, Luciano lama e Bruno Trentin sono contro la Tav. Come mai? Non sono più i figli di questi grandi sindacalisti.  Ora camminano da soli. Si perdono posti di lavoro? I ” rivoluzionari” non si preoccupano.Tanto la Cgil ha più del 60 % degli iscritti pensionati. Lo stipendio a fine mese è assicurato. Non è del resto una novità: alcuni sindacalisti hanno sempre avuto un debole per i centri sociali.Ed ora sono diventati maggioranza.Quasi sicuramente la Tav si completerà. Impossibile dire ai francesi che le opere che hanno realizzato sul loro territorio non servono a nulla.Dire all’Europa che abbiamo scherzato.Perché questo è il punto.  Per l’Europa, per i francesi, i pentastellati non sono solo gli epigoni del comico Beppe Grillo. Chi nasce comico muore comico e ricerca l’applauso del pubblico pagante. Per gli altri Paesi europei sono i governanti Italiani. Essendo tali rappresentano un problema dell’ Italia e degli Italiani. Difficilmente si voterà a Torino per il Comune. I pentastellati, come gli altri, sono troppo affezionati al loro indennità amministrativa. Anche loro tengono famiglia. Ma tra un po’ si voterà per Regione ed Europa. Vedremo cosa capiterà.

BIMBO COLPITO DA PALLINI DA CACCIA, ON. BRAMBILLA: “INTRODURRE IL REATO DI OMICIDIO VENATORIO DURANTE LA CACCIA”

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“Dato che questo governo afferma di aver a cuore la sicurezza dei cittadini, mandiamo in carcere chi uccide o ferisce una persona mentre caccia per divertimento. Ho appena depositato una proposta di legge per introdurre, sul modello dell’omicidio stradale, il reato di omicidio venatorio, con la fattispecie collegata di lesioni gravi o gravissime procurate durante l’esercizio della caccia, anche in forma non consentita”. Lo ha detto l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento Animalista e della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, commentando il caso del bambino di Osimo, colpito ieri da alcuni pallini da caccia e ricoverato nel riparto di rianimazione pediatrica dell’ospedale di Ancona. “Quando si tratta di caccia – aggiunge l’ex ministro – certe forze politiche fanno sconti, anche in tema di sicurezza. Siamo stanchi della sostanziale indifferenza, quando non si tratta di vera e propria connivenza con cui le autorità competenti, dalle Regioni ai ministeri, assistono allo stillicidio di morti e feriti, anche persone di minore età, provocate dalle doppiette dei cacciatori. E’ ora di dire basta. Allo scopo non solo propongo di prevedere, a questo punto per legge, con un progetto che ho già scritto, il silenzio venatorio il sabato e la domenica, una stretta nelle concessioni delle licenze di porto d’armi per uso “sportivo” o di caccia insieme a controlli medici annuali, ma anche i reati di omicidio venatorio, lesioni gravissime e gravi. Chi spara nelle campagne e nei boschi e colpisce una persona dev’essere punito più gravemente di chi commette un “normale” omicidio colposo, proprio perché il cacciatore tiene legittimamente in mano un’arma letale. In analogia con l’omicidio stradale, la pena base ipotizzata è fino a 7 anni di reclusione. In aggiunta, sono previste numerose circostanze aggravanti”.”Alla piccola vittima – conclude l’on. Brambilla – auguro pronta guarigione, alla famiglia esprimo la mia vicinanza, a chi deve decidere chiedo: fino a quando dovremo sopportare tutto questo? Solo perché non ci sono di mezzo gli immigrati, il divertimento di pochi vale più della sicurezza di tutti? L’abolizione della caccia è e resta il nostro unico obiettivo”.