POLITICA- Pagina 551

Il Paese del possibile dove boom e recessione coesistono

Nella politica italiana e torinese tutto si muove e tutto sta fermo. Gli stessi politici dicono ma non fanno, non fanno e dicono che hanno fatto. In un teatrino con tutti i comici del caso, da Fregoli (Salvini) agli epigoni del capocomico ( Beppe Grillo). Lui non ha studiato la Commedia dell’Arte come il grande Dario Fo con la riedizione del grammelot
Ha vinto il premio Nobel e passerà alla Storia come un grande: non si è presentato in politica. Un conto è far ridere e far pensare gli individui. Un conto é governare e fare delle scelte nel governare. Magari Il Beppe Nazuinale ha vinto con Casaleggio una scommessa. Ha messo il famoso cavallo di Caligola ed ora siamo non governati, tanto il cavallo è stato votato. Poi arriva la Tav e il sommo Toninelli. Fatti due calcoli, a spanne si spende di più nel non fare niente che completare l’opera. Ricapitolando: si spende di più senza avere niente. Si spende di meno avendo una linea funzionante. Miracoli grillini. Ed il presidente della fantomatica commissione Marco Ponti assurto a ruolo di scienziato grazie a Giggino, anche un po’ infastidito sostiene di aver poco tempo. Corre nel dare consigli agli inebetititi consiglieri dei Trasporti grillini che non sanno ribattere a Foietta. Sparano numeri a vanvera.  Come sparano date e poi regolarmente disattendono. Giovedì decreti attuativi. Tutto regolarmente rinviato. Mi sembrano il protagonista de La coscienza di Zeno di  Italo Svevo. Con le sue date dove avrebbe dovuto smettere di fare. Ed ora, anziano, le cita come incontrovertibili segni del suo fallimento esistenziale. E il Beppe Nazionale chiede agli psichiatri di interpretare la realtà. Altra cosa il nostro Fregoli (Salvini) che parla con tutti. A cena con i renziani . Significato? Mi sembra chiaro… tutto é possibile. Magari improbabile ma pur sempre possibile. Intanto per il Piemonte l’accordo è fatto con  Il centro destra unito. Candidato scelto da Forza Italia e per i sindaci man bassa leghista. I Fratelli d’ Italia frenano e chiedono in ginocchio a Crosetto di candidarsi. Ma Lui manda il suo sodale Alessandro Meluzzi psichiatria sovranista e diacono, quasi l’unto del Signore che prenota un assessorato per sé. Altre voci danno metà delle madamine pasionarie nella lista civica del Chiampa e  Bartolomeo Giachino che non si capacita. Lo chiamano. In fondo ( lui pensa ) è il migliore. Magari si accontenterà’ di un posto in lista.
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Poi arriva la notizia : il consiglio dei Ministri ha deliberato. Quota 100 per le pensioni e il reddito di cittadinanza si farà, due  ore dopo disponibile sul sito il relativo testo e poi la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Leggo. Non sono esperto ma mi pare buono. C’ è l’ inghippo? Meglio fare alcune telefonate a chi sa più di me. Come si può suol dire scottato con l’acqua calda si ha paura anche dell’ acqua fredda. Funzionari Inps all unisono mi rispondono: aspettiamo l’ ufficialità. Tanto molto preparati non siamo. Caf sindacali: la stessa solfa. Le opposizioni sostengono una penalità del 30 % . Matteo Salvini dice: ma non esiste proprio, nessuna detrazione. Conclusioni, si vedrà poi alla fine cosa riusciranno a fare, quanto è quanti saranno soddisfatti. Mi sembra che la strada sia indicata ma ad oggi non tracciata. Più complicata la gestione del reddito di cittadinanza. Complicata se si parte dalle condizioni del nostro Paese e non solo per questioni di soldi. Ammettiamolo, noi italiani siamo un po’ debolucci sull’oraganizzazione. Spero che non me voglia chicchessia. In particolare al Sud dove… ma del resto si sa. E possiamo dirla in un altro modo, la teutonica idea dello Stato è un’ altra cosa. Per il resto mi pare scritto bene anche se non soprattutto per gli sbarramenti e i tempi prestabiliti. Sbarramenti di criteri e di tempo. Primi fra tutti i 18 mesi. Esattamente la metà di ciò che avevano detto i pentastellati. Secondo, decadenza del contributo in caso di rifiuto di un lavoro. Limite di generi di spesa. Vedremo come i Centri dell’ impiego lavoreranno. Taluni non hanno manco il computer. Come faranno la scrematura delle domande e soprattutto i controlli? La parte del leone probabilmente la faranno i caf. Una cosa ad oggi é certa: il paese è più indebitato. Per cui almeno ad oggi siamo tutti un p’ più poveri. Magari per una buona causa (ed è cosa buona e giusta) o magari per nulla, o per briciole che non accontenteranno pochi o tutti che sia. E ciò è veramente e solamente stupido e la stupidità è solo dannosa. Per ora Giggino parla di nuovo boom economico. Banca d’ Italia, invece,  di recessione. Mi sa che la maggioranza degli italiani  vede in Banckitalia più  credibile di Giggino. Personalmente mi colloco in questa maggioranza. Ed anche per questo continuo a vedere il bicchiere mezzo vuoto. Anzi con poca,  pochissima acqua.  Praticamente non ce n’è più.
Patrizio Tosetto

Regina Margherita, Tronzano: "materno-infantile e pediatria perdono identità"

“Cercheremo di aiutare la riflessione, come è giusto che avvenga in un confronto politico su un tema strategico”

Andrea Tronzano, vicepresidente del gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, interviene nuovamente sul futuro dell’ospedale Regina Margherita: “confermo che ad oggi il materno infantile, la pediatria perdono la loro identità. Gli atti progettuali parlano più di mille loro parole e addirittura appelli alla comunità scientifica. La petizione (avviata online dallo stesso Tronzano – ndr) ha dato la stura a un problema serio, vero, sentito e ha avuto un merito: solleva un problema di fondo, culturale che parte dall’assunto che i bambini non sono adulti in miniatura e necessitano pertanto di una progettualità strutturale e funzionale specifica e mirata, che tenga anche conto dei genitori. Pare che non per tutti sia così! Cercheremo di aiutare la riflessione, come è giusto che avvenga in un confronto politico su un tema strategico.”

Regina Margherita, Tronzano: “materno-infantile e pediatria perdono identità”

“Cercheremo di aiutare la riflessione, come è giusto che avvenga in un confronto politico su un tema strategico”

Andrea Tronzano, vicepresidente del gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, interviene nuovamente sul futuro dell’ospedale Regina Margherita: “confermo che ad oggi il materno infantile, la pediatria perdono la loro identità. Gli atti progettuali parlano più di mille loro parole e addirittura appelli alla comunità scientifica. La petizione (avviata online dallo stesso Tronzano – ndr) ha dato la stura a un problema serio, vero, sentito e ha avuto un merito: solleva un problema di fondo, culturale che parte dall’assunto che i bambini non sono adulti in miniatura e necessitano pertanto di una progettualità strutturale e funzionale specifica e mirata, che tenga anche conto dei genitori. Pare che non per tutti sia così! Cercheremo di aiutare la riflessione, come è giusto che avvenga in un confronto politico su un tema strategico.”

Saragat, un torinese europeo

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Lunedì 21 gennaio alle ore 18, al Centro “Pannunzio” in via Maria Vittoria 35H, Danilo De Masi, Enrico Morbelli,Pier Franco Quaglieni, Piero Craveri e Valter Vecellio parleranno di “Giuseppe Saragat socialista torinese e statista europeo”. Presiede Salvatore Vullo. Nato a Torino nel 1898, e’ stato uno dei più prestigiosi leader socialisti italiani. Antifascista della prima ora a Torino a fianco di Matteotti e Turati, fu esule a Vienna e a Parigi. Rientrato in Italia dopo la caduta del fascismo, venne arrestato e imprigionato insieme a Sandro Pertini, riuscendo ad evadere da “Regina Coeli”. Fu Presidente dell’Assemblea Costituente nel 1946 , Ambasciatore d’Italia a Parigi, più volte vice presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Esteri.Fu eletto Presidente della Repubblica nel 1964 e rimase in carica fino al 1971. Mori’ a Roma nel 1988. L’evento si tiene a trent’anni dalla morte e cento vent’anni dalla nascita dello statista torinese.

OMICIDIO AL MOI, MARRONE-MONTARULI (FDI): “LUNEDÌ FIACCOLATA PER SGOMBERO SUBITO!”

“INEVITABILE CHE FINISSE COSÌ CON FINTO SGOMBERO FARSA DI APPENDINO”
“Scenderemo in piazza lunedì sera da piazza Galimberti direzione ex Moi con una fiaccolata per esigere lo sgombero immediato! Lo sosteniamo da sempre e alla fine è successo: è scappato il morto nella polveriera dell’ex Moi occupato da un migliaio di immigrati, dopo una serie interminabile di fatti di sangue meno gravi ma continui. Inevitabile che finisse così con la farsa del finto sgombero soft firmato Appendino, con il solito business milionario per le cooperative del business accoglienza ed il Villaggio Olimpico lasciato terra di nessuno in mano a immigranti abusivi e centri sociali” attaccano Maurizio Marrone, dirigente nazionale FDI, è Augusta Montaruli, parlamentare FDI, che ricordano “Eppure c’era il precedente della ragazza disabile sequestrata e stuprata per giorni, ma anche allora solo noi scendemmo in piazza con il quartiere. Invece i grillini hanno preferito la piena continuità con le politiche buoniste del centrosinistra e questo il risultato: altro sangue a imbrattare Torino, dopo piazza San Carlo ed il suk di via Carcano. con l’incompetenza al potere qui a Torino si muore”.

OMICIDIO AL MOI, MARRONE-MONTARULI (FDI): "LUNEDÌ FIACCOLATA PER SGOMBERO SUBITO!"

“INEVITABILE CHE FINISSE COSÌ CON FINTO SGOMBERO FARSA DI APPENDINO”
“Scenderemo in piazza lunedì sera da piazza Galimberti direzione ex Moi con una fiaccolata per esigere lo sgombero immediato! Lo sosteniamo da sempre e alla fine è successo: è scappato il morto nella polveriera dell’ex Moi occupato da un migliaio di immigrati, dopo una serie interminabile di fatti di sangue meno gravi ma continui. Inevitabile che finisse così con la farsa del finto sgombero soft firmato Appendino, con il solito business milionario per le cooperative del business accoglienza ed il Villaggio Olimpico lasciato terra di nessuno in mano a immigranti abusivi e centri sociali” attaccano Maurizio Marrone, dirigente nazionale FDI, è Augusta Montaruli, parlamentare FDI, che ricordano “Eppure c’era il precedente della ragazza disabile sequestrata e stuprata per giorni, ma anche allora solo noi scendemmo in piazza con il quartiere. Invece i grillini hanno preferito la piena continuità con le politiche buoniste del centrosinistra e questo il risultato: altro sangue a imbrattare Torino, dopo piazza San Carlo ed il suk di via Carcano. con l’incompetenza al potere qui a Torino si muore”.

Popolari, Pd, Zingaretti e i cattolici

Di Giorgio Merlo

Senza alcuna presunzione e senza alcuna arroganza culturale e politica credo sia corretto chiarire qualche equivoco che continuano ad aleggiare quando si parla di Pd, di partito plurale e della prospettiva politica dei cattolici popolari.
Voglio essere volutamente schematico per essere il più chiaro possibile. Le elezioni del 4 marzo scorso hanno archiviato, almeno per il momento, la stagione dei “partiti plurali”. Nello specifico mi riferisco alla vicenda del Partito democratico. Come, sul versante per così dire alternativo, si potrebbe tranquillamente parlare di Forza Italia. Ma, per fermarsi al Pd, e’ chiaro che la stagione del partito veltroniano e’ ormai alle nostre spalle. E mi riferisco, per essere ancora più esplicito, al tramonto della “vocazione maggioritaria”, del “partito plurale” come sintesi tra le grandi culture politiche del novecento, della identificazione tra il capo del partito e il candidato a Premier e della sostanziale cancellazione della “cultura della coalizione”. Cioè delle alleanze. Tutto semplicemente cancellato.


In secondo luogo, piaccia o non piaccia, sono ritornate le identità. Certamente rinnovate e
modernizzate rispetto anche solo ad un recente passato. Ma sono ritornate. Innanzitutto la sinistra. Come dicono giustamente, e comprensibilmente, i due candidati alla segretaria nazionale del Pd, cioè Zingaretti e Martina. Ovvero, entrambi si impegnano e auspicano “la rifondazione, la riscoperta e il rilancio del pensiero e della cultura della sinistra italiana”. È ritornata, in chiave fortemente minoritaria, la sinistra radicale. Grazie alla intelligenza e alla abilità di Salvini e’ in campo una destra europea, moderna, di governo e chiaramente identificabile. Resiste una ideologia, la definisco così per comodità, antisistema, populista e fortemente antipolitica. Cioè i 5 stelle. In un quadro del genere può restare a bordo campo la cultura, la tradizione e la ricchezza ideale del cattolicesimo democratico, sociale e popolare del nostro paese? In ultimo, la domanda di un rinnovato protagonismo – ovviamente laico, aconfessionale, riformista e moderno – dei cattolici italiani, nel pieno rispetto di un ormai consolidato ed acquisito pluralismo della scelte politiche, richiede una risposta credibile. Politica e forse, adesso, anche organizzativa. Una domanda che non parte dall’alto di qualche pulpito. Certo, anche da alcuni settori della gerarchia. Ma soprattutto dalla base, da settori sempre più consistenti dell’associazionismo, da una moltitudine di elettori delusi e senza più alcuna rappresentanza politica credibile e coerente e da persone, gruppi sociali e “movimenti civici” che non intendono più, nell’attuale fase storica italiana, consegnare agli archivi una storia e una cultura politica che continua a conservare una bruciante attualità e anche modernità. Anche e soprattutto nell’affrontare e cercare di risolvere i problemi che attraversano la società contemporanea. E a questa domanda politica, quindi, va data una risposta politica. Ecco perché, di fronte al tentativo, peraltro legittimo anche se un po’ curioso, di Zingaretti e altri di accreditare il futuro Pd come partito che può farsi anche tranquillamente carico del popolarismo di ispirazione cristiana o della cultura cattolico democratica e sociale, e’ bene essere chiari e coerenti. Certo, il problema non riguarda quei popolari e cattolici democratici che hanno la necessità, e la priorità – peraltro comprensibili – di conservare e consolidare il proprio spazio di potere all’interno del futuro Pd, o Pds che dir si voglia. Comportamento ovviamente legittimo ma che non va affatto confuso con la riscoperta, la rifondazione e il rilancio della cultura politica popolare di ispirazione cristiana.


È giunto, cioè, il momento della chiarezza e anche del coraggio. Il profondo cambiamento della
geografia politica italiana accompagnato da un nuovo riassetto delle varie forze politiche, ha
definitivamente aperto una nuova fase. È inutile, e forse anche inconsapevolmente un po’ patetico, riproporre le stesse formule del passato fingendo che tutto è rimasto uguale rispetto ai tempi della fondazione del Partito democratico nel lontano 2007. Dopo la felice e feconda stagione veltroniana  c’è stata la lunga stagione renziana che ha sostanzialmente distrutto quel Pd e con il Pd anche il tradizionale centro sinistra. Pensare oggi, come mi pare sostengano a giorni alterni i futuri leader del Pd, che si può riportare tranquillamente indietro le lancette della storia, mi pare più una operazione da furbacchioni che non una credibile e consapevole operazione politica. È cambiata una fase politica e storica. Dobbiamo prenderne atto tutti. Da Zingaretti ai Popolari, dal futuro Pds, oggi ancora Pd, al mondo cattolico seppur variegato e complesso, dagli altri partiti di centro sinistra allo stesso episcopato. Pensare che dopo il voto del 4 marzo tutto si può aggiustare oltre che un gesto politico irresponsabile sarebbe anche disonesto a livello intellettuale. E i futuri capi del Pd certamente non lo sono.

Decreto sicurezza, la posizione di Grimaldi (SI-LeU)

“Contento che il Consiglio si sia espresso per impugnare il DL, meno che i 5 Stelle lo difendano”

Martedì l’Assessora Cerutti ha dato comunicazioni in aula in merito alla posizione della Regione sul decreto sicurezza. Alcuni giorni fa la Giunta ha fatto sapere di valutare il ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto, dopo l’istituzione di un tavolo di crisi con l’Anci regionale per valutare l’impatto della legge sul territorio. Oggi l’aula ha accolto positivamente questa volontà. Il 18 dicembre scorso il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno che esprime contrarietà rispetto al decreto e impegna a proseguire i programmi di accoglienza avviati dalla Regione. In Piemonte risultano 10.380 persone nei Centri di accoglienza, di cui 5000 sarebbero prive del titolo previsto dal DL, dunque a rischio legalità. A Torino oltre 200 minori non accompagnati rischiano, al compimento dei 18 anni, di uscire dal percorso di accoglienza e finire in strada. Il decreto sicurezza minerà gli sforzi regionali per una distribuzione su tutto il territorio dell’accoglienza e smantellerà gli SPRAR gestiti dai Comuni, che hanno favorito percorsi di integrazione e relazione, ingolfando i Centri di Permanenza per Rimpatri (ex CIE), già luogo di numerose violazioni dei diritti fondamentali delle persone. Impedendo il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi umanitari, avrà inoltre ripercussioni sulla gestione dei servizi sanitari e assistenziali di competenza regionale. “Con questa legge odiosa si vuole negare in modo discriminatorio ad alcuni il diritto fondamentale alla salute, la possibilità di cercare o mantenere un contratto di lavoro, l’accesso ai servizi del territorio (i centri per l’impiego, un conto in banca, gli asili nido e le scuole dell’infanzia) e creare un esercito di invisibili” – dichiara il Capogruppo di LeU Marco Grimaldi. – “Per questo in Piemonte dobbiamo proseguire lungo la strada dell’accoglienza diffusa, continuare a fornire cure e servizi e impugnare il decreto. Sono orgoglioso che il Consiglio abbia sostenuto questa decisione, molto meno che il Movimento 5 Stelle si arrabatti per difendere il decreto sicurezza”.

Tav, Toninelli: “Spreco di denaro. Ne parlerò con la Lega”

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Il ministro delle infrastrutture e trasporti Danilo Toninelli intervistato da Omnibus su La7 ha detto a proposito di Tav  che  “M5s è sempre stato contro un’opera che è uno spreco di denaro assoluto. Se l’analisi costi-benefici sarà negativa, ne parleremo con la Francia, la Commissione Ue e  all’interno del Governo, e ne parleremo assolutamente con la Lega, senza alcun pregiudizio”. E ha aggiunto: “è importante per me oggi  gestire bene il portafoglio di denaro pubblico, cosa che prima non è mai stata fatta. L’analisi è arrivata. La stiamo analizzando, ci vorranno pochi giorni per dire se è ok”.

Tav, Toninelli: "Spreco di denaro. Ne parlerò con la Lega"

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Il ministro delle infrastrutture e trasporti Danilo Toninelli intervistato da Omnibus su La7 ha detto a proposito di Tav  che  “M5s è sempre stato contro un’opera che è uno spreco di denaro assoluto. Se l’analisi costi-benefici sarà negativa, ne parleremo con la Francia, la Commissione Ue e  all’interno del Governo, e ne parleremo assolutamente con la Lega, senza alcun pregiudizio”. E ha aggiunto: “è importante per me oggi  gestire bene il portafoglio di denaro pubblico, cosa che prima non è mai stata fatta. L’analisi è arrivata. La stiamo analizzando, ci vorranno pochi giorni per dire se è ok”.