Genova e la Liguria valgono molto di più del PIL che producono e dei posti di lavoro che hanno. La Liguria con i suoi porti serve al 70% della industria italiana sia per le importazioni di materie prime e semilavorati sia per le esportazioni. A chi se lo fosse scordato ricordo che senza l’aumento delle esportazioni la crescita del PIL italiano negli ultimi dieci anni sarebbe stata negativa. Ecco perché la condizione dei suoi porti , della sua rete autostradale e della sua rete ferroviaria sono una questione nazionale. Le concessionarie autostradali hanno sicuramente molte responsabilità nel non aver fatto, per tempo, le manutenzioni necessarie e nel non aver avvertito della urgenza di lavori straordinari ma grosse responsabilità hanno Toninelli che subito dopo la tragica caduta del Ponte Morandi avrebbe dovuto far fare le verifiche a tutte le gallerie, ai ponti e ai viadotti che la Ministra Demicheli sta facendo fare in questi giorni, dopo alcune mie lettere scritte al Premier e alla Ministra , perché è chiaro che dal 15 Agosto del 2018 Chi ha viaggiato per lavoro come i trasportatori, come il sottoscritto e tanti altri colleghi, che viaggiano ogni giorno sulla rete autostradale abbiamo viaggiato in condizioni di insicurezza. Ringrazio il Cielo che la caduta del viadotto sulla A6 e la caduta dei calcinacci (2 tonn.) della galleria di Masone (fine anno 2019) non abbiano fatto vittime oltre alle 43 sfortunatissime vittime del 14.8.2018.In tutta questa situazione la Gronda di Genova non è stata inserita nel Pacchetto delle opere che da mesi attende di essere sbloccato dal Governo, mentre il Governo ha dovuto inserire la TAV l’opera più avversata dai 5 Stelle perché dopo le nostre grandi Manifestazioni SITAV, il Senato a stragrande maggioranza aveva bocciato la mozione NoTav dei Grillini .Ecco perché Sono sempre più convinto che alla Liguria oltre al Metodo Genova serva il Metodo TAV che noi SITAV torinesi abbiamo utilizzato per convincere il Paese e il Parlamento sulla strategicita’ della Linea Ferroviaria Torino Lione, mettendo fine a vent’anni di No a tutto.
Il ministro Azzolina si impegni a mantenere le classi, attivandosi presso le regioni e gli uffici scolastici regionali perché queste realtà vengano tutelate. Sono numerosi i sindaci che, in Piemonte ed altre regioni d’Italia, come quello di Angrogna, in provincia di Torino, rischiano il taglio delle monoclassi, in virtù dei nuovi regolamenti dettati dall’emergenza Covid. Molti sindaci sono impossibilitati ad avere classi numerose ma proprio in virtù della loro specificità vanno tutelati, con risorse adeguate, non penalizzati. Occorre dare certezze alle famiglie e agli studenti di tutto il territorio nazionale: per questo, chiediamo al Governo un cambio di rotta nei confronti dei piccoli comuni, a cominciare dalla scuola”.
FRECCIATE