POLITICA- Pagina 529

Più risorse al Comitato Resistenza e Costituzione

Da Palazzo Lascaris

“Per valorizzare  e dare nuovo impulso al lavoro di  Comitati e organismi di questo Consiglio, annuncio che ho già anticipato all’Ufficio di presidenza l’intenzione di ragionare su una revisione delle risorse stanziate per tutte le consulte, compreso il Comitato, con un aumento di almeno il 10%” . E’ quanto annunciato dal presidente Stefano Allasia, presiedendo la cerimonia di insediamento del nuovo Comitato per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione del Consiglio regionale, per l’undicesima legislatura.

“Presiedere questo organismo è un privilegio e una responsabilità. Il Comitato – ha aggiunto Allasia – ha operato e opera per portare alla luce storie e fatti che hanno segnato profondamente la coscienza del Paese e che rischiano di uscire dalla memoria collettiva, con la scomparsa dei testimoni diretti. Un approccio non solo di rievocazione celebrativa, ma di ricerca di percorsi e linguaggi innovativi in grado di toccare anche i tasti delle emozioni per coinvolgere, comunicare e tramandare la memoria”.

“La nostra Costituzione  – ha proseguito il presidente – contiene un progetto di società futura e di visione del mondo attualissima.  Affianca alla tutela dei diritti individuali i diritti sociali, intesi come una moderna e attuale questione di giustizia. Per questa ragione fare memoria è un dovere civile. Un’attenzione particolare dovrà essere dedicata ai giovani, consolidando i nostri rapporti con il mondo della scuola e con l’Ufficio Scolastico Regionale, una collaborazione che ci vedrà nuovamente impegnati già nel mese di settembre con l’avvio del consueto Progetto di Storia Contemporanea rivolto agli studenti degli Istituti di istruzione secondaria di II grado e degli Enti di formazione professionale. Presteremo inoltre molta attenzione alla Costituzione, non solo nella parte e negli aspetti legati ai principi e ai diritti, ma anche e soprattutto nelle parti su regionalismo, autonomie ed identità”.

“Stiamo assistendo da troppo tempo ad un clima di intolleranza e rancore, e al ritorno di gesti, simboli, parole che credevano far parte di un lontano passato – ha poi aggiunto Mauro Salizzoni, vice presidente Consiglio regionale del Piemonte –  Occorre un grande impegno istituzionale e culturale per svelenire il clima, e per questo il ruolo del Comitato Resistenza e Costituzione diventa ancora più prezioso e rilevante. Bisogna dare continuità al lavoro fatto in questi anni, non deve esserci nessun arretramento, anzi, occorre continuare ad essere sostenitori e promotori di iniziative ed eventi, cercando di utilizzare nuovi linguaggi e formule in grado di parlare alle giovani generazioni”.

In rappresentanza della Giunta regionale è intervenuto inoltre l’assessore ai rapporti con il Consiglio regionale, Roberto Rosso “La nostra civiltà che nasce dalla Resistenza non deve essere escludente. La posizione che affermo è che il 25 aprile diventi festa della libertà degli italiani, di tutti gli italiani. Certo, senza la Resistenza e la difesa eroica di quei giovani non saremmo qui oggi. Affermiamo però la capacità di estendere la conoscenza e la presenza dei valori anche a quei mondi che oggi ancora non possono esporre un’affermazione di identità partigiana sulle proprie bandiere. Estendiamo ai giovani il concetto che ci sia possibilità di condividere il concetto di libertà e democrazia”.

Istituito nel 1976 per conservare e valorizzare la memoria storica della Resistenza e promuovere la conoscenza dei principi alla base della Costituzione repubblicana, il Comitato è composto da rappresentanti di associazioni antifasciste e combattentistiche, Istituti storici della Resistenza, istituzioni culturali, sindacali, politiche e degli enti locali. Il Comitato oltre ad avvalersi  della preziosa collaborazione degli Istituti Storici della Resistenza Piemontesi (che ringraziamo una volta di più per l’apporto culturale e di ricerca) ha stipulato cinque convenzioni con enti preposti alla tutela della memoria sul territorio piemontese, al fine di dare vita ad una collaborazione stabile incentrata sulla realizzazione di iniziative congiunte. Gli enti convenzionati sono la Casa della Resistenza di Verbania Fondotoce, l’Associazione memoria della Benedica, l’AssociazIone Colle del Lys (Torino), il Museo Diffuso della Resistenza di Torino e la Casa della Memoria di Vinchio d’Asti.

Per la Giunta regionale faranno parte del Comitato  l’assessore ai rapporti con il Consiglio regionale, Roberto Rosso,  mentre i gruppi consiliari saranno rappresentati da Daniele Valle (Pd), Federico Perugini (Lega), Marco Grimaldi (Luv), Mario Giaccone (gruppo Chiamparino per il Piemonte) e Silvio Magliano (Moderati).

 

Il Pd: “Più sostegno al Fondo sanitario”

“Ho presentato un ordine del giorno, che è stato approvato nella seduta del Consiglio regionale di oggi, finalizzato ad impegnare la Giunta Cirio ad attivarsi con urgenza nei confronti del Parlamento affinché, nella prossima legge di Bilancio nazionale, venga previsto un incremento del fondo sanitario pluriennale necessario a garantire il diritto alle cure sanitarie, a contrastare l’annoso problema delle liste d’attesa e a dare continuità al piano di edilizia sanitaria avviato dalla Giunta Chiamparino” ha spiegato il portavoce Pd in Commissione Sanità Raffaele Gallo.

“Ci troviamo di fronte ad una società in continua evoluzione – ha proseguito Gallo – l’aspettativa di vita è aumentata e, in base ai dati dell’OMS, entro il 2025 una persona su 5 sarà over60. I progressi scientifici, le nuove terapie e le tecnologie all’avanguardia migliorano sensibilmente la cura del paziente, riducono i tempi di ricovero e di guarigione, ma hanno costi elevati. Inoltre, nei prossimi anni, sarà inevitabile e necessario un grande piano di assunzioni per fare fronte alla carenza di medici e infermieri. Tutto questo richiede maggiori investimenti”.

“La sanità pubblica rimane una priorità del PD per il Piemonte e del nostro Paese – ha concluso il Consigliere Raffaele Gallo – e ritengo inevitabile che si discuta di un incremento delle risorse dedicate al fondo sanitario nazionale e al suo riparto regionale.  Nell’ordine del giorno è stato confermato il proseguimento degli investimenti della rete territoriale e di quelli in edilizia sanitaria, capisaldi delle nostre politiche in materia sanitaria”.

Caso Guglieri, Grimaldi (LUV): “Dov’è la responsabilità sociale di un’azienda?”

Riceviamo e pubblichiamo

“Si sbarazza di un lavoratore malato? La Regione si esponga”

Giovanni Guglieri ha 53 anni, di cui 27 passati alla Icap Sira di San Mauro, dove guidava il muletto ed era responsabile della sicurezza. Gli è stato diagnosticato il diabete, che cura regolarmente. Ma a giugno una visita medica aziendale ha stravolto la sua vita: un malore e alcuni valori del sangue più alti del normale hanno indotto i medici a decretare un peggioramento delle sue condizioni di salute, benché non si trattasse di altro che di tachicardia e glicemia alta. Eppure è stato dichiarato non più idoneo a svolgere la sua mansione.

Ciò ha significato una cosa sola: per lui non c’era più posto nell’azienda. Così, da due mesi è sospeso, senza nessun tentativo di ricollocamento in altre mansioni, a cui lui si era reso disponibile.

A nulla sono valse le spiegazioni del lavoratore, che la mattina del mancamento aveva dimenticato le medicine per il cuore; a nulla è valsa la successiva controperizia del medico legale, che non ha riscontrato alcun peggioramento.

Lunedì scorso, Guglieri ha incrociato le braccia davanti all’azienda, insieme a tanti colleghi e alle rappresentanze sindacali. Se il responso del servizio Spresal dell’Asl, da lui richiesto, gli darà ragione, l’azienda sarà costretta a riammetterlo in servizio.

“Non è la prima volta che ci troviamo di fronte a casi come questo: un lavoratore a cui è diagnosticata una malattia viene semplicemente ‘fatto fuori’ dall’azienda” – dichiara il Capogruppo di LUV Marco Grimaldi. – “È questa la responsabilità sociale d’impresa nei confronti di un ultracinquantenne lontano dalla pensione, che a quel lavoro ha dedicato tutta la vita? Martedì prossimo porteremo questa vicenda all’attenzione del Consiglio Regionale e chiederemo alla Regione di esporsi”.

+Europa: “Prima i piemontesi? Prima la legge!”

Sulla richiesta della maggioranza di centrodestra in Regione di dare precedenza alle aziende piemontesi, intervengono Marco Cavaletto (Coordinatore +Europa Torino) e Igor Boni (Direttivo +Europa Torino):

“Costruire bandi pubblici che limitano la partecipazione alle sole aziende piemontesi è illegale, basta dare un’occhiata alla normativa sugli appalti. In alcuni casi c’è l’obbligo di gare europee, altro che regionali! Se poi questo criterio ridicolo fosse attuato da tutte le regioni, bisognerà andare a spiegare la ratio di questa decisione alle tante aziende piemontesi che perderanno il lavoro fuori dal Piemonte. Gli slogan populisti sono insopportabili in campagna elettorale, ma perseverare sulla stessa strada quando si governa significa produrre danni gravissimi per tutti”.

Fusione di Comuni: MPP convocato a Torino

AUDIZIONE IN CONSIGLIO REGIONALE
A PARELLA VOTA CONTRO IL PROGETTO BOLLETTINO
E’ arrivata a tempo di record la risposta della Regione Piemonte alla lettera inviata a
inizio settembre dal Movimento Progetto Piemonte (e sottoscritta da Comitato
Autonomia Piemont, dai comitati contro le fusioni di Cuccaro Monferrato e Gavazzana,
dal gruppo consigliare ‘Cassano e Gavazzana Insieme’) alla Regione Piemonte nella
quale si chiedeva una modifica dell’iter legislativo del Piemonte sulle fusioni nel
passaggio referendario che oggi è meramente consultivo e di prevedere la possibilità di
fermare il percorso qualora i cittadini anche di un solo comune si esprimessero in senso
contrario.
Il tutto per evitare quanto avvenuto nelle fusioni di Lu e Cuccaro Monferrato
(con i voti contrari alla fusione maggioranza a Cuccaro), Cassano Spinola e Gavazzana
(con i voti contrari maggioritari a Gavazzana) e Gattico e Veruno (dove si espressero in
modo contrario la maggioranza dei cittadini in entrambi i comuni).
Il presidente della I Commissione – Programmazione, Bilancio, Enti Locali – del
Consiglio Regionale del Piemonte, Carlo Riva Vercellotti, ha convocato per mercoledì
18 settembre, alle ore 9.30, nella Sala dei Morando del Consiglio Regionale del
Piemonte, una audizione con il Movimento Progetto Piemonte per approfondire
l’argomento della fusione dei comuni. All’incontro dovrebbe presenziare anche
l’assessore agli Enti Locali e vice presidente della giunta regionale, Fabio Carosso.
“Ringraziamo il presidente Riva Vercellotti e l’assessore Carosso – dice il presidente del
Movimento Progetto Piemonte, Massimo Iaretti – per la sensibilità istituzionale
dimostrata su un argomento così delicato qual è quello della fusione di comuni e per
darci la possibilità di esprimere il nostro punto di vista in sede di audizione in tempi
veramente brevi rispetto alla richiesta. In quella sede consegneremo alla Commissione
anche una memoria scritta nella quale saranno dettagliate ulteriormente le nostre
ragioni”.
A proposito di fusioni, invece, a Parella, comune della Città Metropolitana di Torino, il
gruppo consigliare di Progetto Parella MPP, nella seduta che si è svolta mercoledì 11, ha
votato contro la delibera che, sostanzialmente, dà l’avvio ad un percorso di fusione tra i
comuni della Pedanea.
Il capogruppo Bruno Tegano, che aveva depositato sin da inizio agosto una
interpellanza evidenziando come tale proposta sia partita dal sindaco di Parella e
presidente dell’Unione delle Terre del Chiusella, Marco Bollettino, ma non sia mai stata
condivisa con la popolazione.
“E’ un principio di fusione fredda e calata dall’altro in tutti i sensi –dice ancora
Massimo Iaretti – ed è paradossale che avvenga proprio quando la ‘moda’ delle fusioni
di comuni tanto in auge nella passata legislatura regionale sembra essere terminata.
Oltre tutto dubbi e posizioni contrarie a questa impostazione sono venute anche delle
minoranze di Colleretto Giacosa e di Strambinello e dall’intera amministrazione di
Quagliuzzo, maggioranza ed opposizione, che non aderendo ha di fatto tolto la
continuità territoriale con Strambinello. A Parella, nonostante l’esito della delibera
 consigliare continueremo ad opporci in tutte le sedi e con i mezzi democratici a nostra
disposizione, fatto salvo quella che sarà la volontà della popolazione, da rispettarsi in
ogni caso”.

Alleanze locali Pd-M5S? Si, no, forse

Il Piemonte è rappresentato al governo principalmente dai pentastellati. La paura dell’isolamento diventa terrore. Dopo l’elenco dei sottosegretari questo è il responso. Furibondi alcuni del PD con relative richieste di dimissioni di Furia, giovane segretario Regionale.
Fin tanto che sono i renziani doc pazienza. Ma tra gli arrabbiati anche Canalis, sua vice. Lei in particolare è amareggiata per l’assenza del suo sodale Lepri ed al tempo stesso della componente che ha reso possibile l’elezione di Furia. Lubatti se quando Richetti lascia ed il loro nuovo leader è Calenda. Volano gli stracci in casa del PD. Il perché è molto semplice. Il territorio conta poco o nulla. Manuale cancelli tra le correnti dem ed i relativi cerchi magici che si formano intorno al capo corrente. Sia ben chiaro non tutto é solo lottizzazione. Il Prof Andrea Giorgis è la persona giusta al posto giusto. Non possibile se non fosse
un amico di Gianni Cuperlo grande signore oltre
che politico correttissimo che (probabilmente) ha anteposto questione di contenuto. Come è stato l’ex ministro Orlando che ritirando la sua candidatura ha reso possibile la composizione del governo. Ciò é il presente. Non voglio sminuire l’attuale compagine governativa ma sicuramente il mantenimento del proprio scranno in Camera o Senato ha fatto la differenza. Rimane un problema. Il Nord produttivo con le maggiori attività professionali e commerciali nel nostro Paese è sottorappresentato a Roma. Con le negative conseguenze sia per il Nord come per il Governo. Se poi anche in Umbria ed Emilia Romagna vincerà il centro Destra la diarchia tra Roma ed il resto del Paese sarà totale. Il neo Ministro Franceschini insiste: accordo subito anche sul territorio tra Pd è pentastellati.
Levata di scudi a Torino. Mai e poi mai anche
perché un conto sono le elezioni regionali, un conto quelle comunali dove c’è il ballottaggio. Niente da
fare, almeno per ora il matrimonio romano di interesse non diventa un matrimonio d’amore. Soprattutto in periferia da Fassino in poi sono perentori quelli
del PD torinesi e piemontesi : mai con i pentastellati le alleanze locali. Tanto quel mai vale solo per il momento. Poi si vedrà. Come non pensare alle dichiarazioni di Di Maio o Zingaretti. Mai e poi mai.
Poi come si è visto. Prima nel giro di una settimana dicevano tutto ed il contrario di tutto.
Ora nello stesso giorno tutto ed il contrario di tutto.
In fondo la politica è diventata una gigantesca
partita a dadi.
Casualità fatta a sistema. Esponenti della sinistra del Pd si accalorano nel motivare esortando all’ unità.
Ma se qualcuno non si sente motivato,  motivato
non è. Forse è banale ma realistico. Eppure il PD Piemontese pur perdendo le elezioni aveva perso di meno che in altre regioni.
Eppure la manifestazioni pro Tav erano state eloquenti. Ed ora vedere solo i pentastellati piemontesi premiati è deprimente. E fa tenerezza Furia segretario regionale che ammette la più totale impotenza nelle trattative sui sottosegretari. Affare di Zingaretti con i capi corrente.

Per noi non rimane che ricordare i vecchi e saggi proverbi. Chi va con lo zoppo impara a zoppicare. Diamo tempo a questo governo. Ma  almeno per noi piemontesi non nasce nei migliore degli auspici.

Patrizio Tosetto

Napoli (FI): “Il Pd corteggia chi accusa di avere distrutto Torino”

Riceviamo e pubblichiamo

La corrispondenza di amorosi sensi fra Pd e M5s costruita in tutta fretta a Roma non lascia indifferenti le periferie d’Italia. Certo, non senza qualche imbarazzo come, per fare un esempio, quello di Stefano Lo Russo impegnato a corteggiare quel mondo grillino contro il quale ha combattuto epiche battaglie in Consiglio comunale. C’è qualcosa di più: l’apertura al dialogo verso quei consiglieri grillini meno radicali è la conferma della debolezza strutturale del Pd evidentemente consapevole di non avere forza attrattiva verso l’elettorato pentastellato.

Capisco gli esponenti del Pd, comprendo le urgenze imposte dalla realpolitik, però l’idea di continuare a bombardare il quartier generale per poi presentarsi al giudizio degli elettori insieme ai bombardati suona un po’ bislacca. Se i torinesi sono più che amareggiati per il malgoverno dei Cinquestelle in questi anni, sarà dura spiegargli che poi, tutto sommato, si possono fare alleanze con chi ha male amministrato per riportarli di nuovo al governo di Torino. Forza Italia continuerà a fare l’opposizione di sempre: dura e concreta, senza pregiudizi ideologici. Non so se il Pd potrà continuare a svolgere il suo ruolo con la stessa efficacia.

 

Osvaldo Napoli, capogruppo di Forza Italia al Comune

È in arrivo l’Apocalisse?

“2 minuti all’Apocalisse, guerra nucleare e catastrofe ambientale” è il titolo del dibattito  che si terrà domenica 15 settembre presso la Festa dell’Unità. Si prenderà spunto dal famoso libro di Noam Chomsky e a discuterne saranno i rappresentanti dei “movimenti” più rappresentativi e impegnati su questo tema, fra i quali Paolo Candelari e Giampiero Leo.

L’elogio del trasformismo e la coerenza politica

Il Conte bis e’ nato, come noto e quasi scontato, come la più grande e plateale operazione
trasformistica della politica italiana dopo il secondo dopoguerra. Certo, giustificata con la nobile, e
anche se un po’ patetica, lotta contro la “minaccia fascista”, il “rischio dittatura”, la “compressione
delle libertà democratiche” e simili amenità. Ma, al di là di una operazione che è nata con
motivazioni ormai conosciute dalla stragrande maggioranza della pubblica opinione italiana – e
cioè, il terrore del voto anticipato, la perdita dello stipendio per i parlamentari e la potenziale e
quasi certa riduzione secca di seggi dei due partiti contraenti la nuova maggioranza di governo – e’
indubbio che con l’irruzione del trasformismo sono le stesse regole della politica a mutare. E a
mutare profondamente. Perché la prassi e la cultura trasformistica prevedono e impongono, per un
certo arco di tempo, la sospensione e la rimozione della categoria della “coerenza” nella dialettica
politica. Non a caso, Pd e 5 stelle sono costretti a cancellare tutto ciò che hanno detto, scritto,
teorizzato, sostenuto e urlato nelle piazze negli ultimi 10 anni. Una operazione ne’ semplice e ne’
facile perché si tratta di una pianificazione politica, culturale e giornalistica che si scontra, al di là
degli sforzi degli organizzatori e dei protagonisti dell’operazione, con la realtà delle cose. E questo
per un semplice motivo, anche se piccolo e banale: non tutti devono difendere il seggio
parlamentare e il relativo stipendio nel sostenere queste tesi. E la realtà delle cose prima o poi
ritorna a galla.
Però la deriva trasformistica nel frattempo cambia i connotati fondamentali e abitudinari della
politica. Nel caso specifico della politica italiana a livello nazionale e a livello locale. Che senso ha,
oggi, per fare qualche esempio concreto, sostenere in un partito che una scelta politica e’ credibile,
netta e di lunga durata perche’ è stata assunta dagli organismi preposti di quel partito? Abbiamo
tutti in mente le solenni dichiarazioni dei candidati alla segreteria nazionale del Pd, delle loro
mozioni congressuali, delle loro deliberazioni votate alla unanimità dalle segreterie e dalle direzioni
sino a poche settimane fa che escludevano in modo categorico per motivi politici, culturali, etici,
programmatici e storici qualsiasi alleanza politica con i 5 stelle. E poi, cosa è capitato? Appunto,
era una pura finzione. Dei 5 stelle e’ inutile parlare perché ormai tutti conosciamo i giudizi poco
lusinghieri scagliati contro il Pd in questi ultimi 10 anni e sino a pochi giorni fa. Anche qui, cosa è
capitato? Semplice, tutto rimosso. Ho fatto questo banale esempio, del testo noto a tutti, per
arrivare ad una semplice conclusione. E cioè, qualsiasi dichiarazione, deliberazione congressuale,
impegno solenne assunti negli organismi preposti da parte dei vertici del Pd, o di altri partiti,
saranno solo e soltanto parole al vento destinate a cadere nell’arco di poche ore o di pochi giorni.
Come è capitato, concretamente, con l’alleanza “strategica, di lungo termine, politica,
programmatica e storica” con i 5 stelle siglata la sborsa settimana. Parole al vento, appunto.
Insisto su questo versante perché la scomparsa, seppur momentanea, della categoria della
“coerenza” nella concreta dialettica politica italiana non aiuta a ridare qualità alla democrazia,
credibilità alle istituzioni democratiche e, sopratutto, a individuare la politica come luogo capace di
affrontare e risolvere i problemi delle persone comuni. Una degenerazione che rischia di indebolire
lo stesso tessuto democratico e di rafforzare la scorciatoia populista, antidemocratica e autoritaria.
Ora di fronte al ritorno di una prassi e di un costume marcatamente trasformistici, si tratta di
impegnarsi affinché questa degenerazione venga non fermata ma almeno attenuata. E quindi la
nascita di partiti, o movimenti, politici che puntano e mirano a ripristinare un minimo di coerenza e
di trasparenza nella dialettica politica italiana va indubbiamente incoraggiata e sostenuta. Sia sul
versante dell’ex centro sinistra – che ormai è stato consegnato alla storia e agli archivi degli storici –
e sia sul versante dell’ex centro destra. Una operazione che è già partita e che ha come obiettivo,
almeno nell’immediato, quello di rallentare l’ondata trasformistica e di ripristinare un minimo di
coerenza nel confronto politico italiano. Sia a livello nazionale come a livello locale.
Giorgio Merlo

Tra le priorità regionali ricerca e cultura

DALL’UFFICIO STAMPA DI PALAZZO LASCARIS

Investire sui poli di innovazione, focalizzare risorse sullo sviluppo di nuove tecnologie in campo ambientale e sanitario, favorire il collegamento e il trasferimento di competenze tra gli Atenei piemontesi e il sistema imprenditoriale: l’assessore alla Ricerca e ai rapporti con gli Atenei, Matteo Marnati, ha illustrato oggi pomeriggio in sesta Commissione le linee di indirizzo nelle materie di competenza.

Punto di partenza l’ascolto delle esigenze dei territori, per poi elaborare dei piani di azione attraverso un processo partecipato su alcuni grandi temi: cambiamenti climatici, sovranità digitale, green economy, industria 4.0, biotecnologie e tecnologie per le eccellenze enogastronomiche piemontesi.

Sul fronte cultura, l’assessore Vittoria Poggio ha annunciato in Commissione la volontà di rivedere le modalità di finanziamento agli enti culturali partecipati, parlando della necessità di ridurre progressivamente il numero di convenzioni in essere e riconvertire gli interventi di sostegno all’interno dei bandi, il cui sistema andrà dunque rivisto. Tra le priorità la valorizzazione del patrimonio culturale, l’ottimizzazione e innovazione del sistema museale, anche attraverso la realizzazione di un programma “Museo vivo” che preveda brevi cicli di rappresentazioni artistiche dentro alle sedi museali, la salvaguardia delle tradizioni piemontesi e delle piccole manifestazioni locali con un dispositivo ad hoc, il supporto alla produzione cinematografica, per far crescere l’identità del territorio e favorirne la conoscenza.

Molti gli interventi dei consiglieri di opposizione sulle due relazioni.