Non essendo un negazionista, ma neppure un tifoso del virus, rimango sconcertato come molti italiani nell’apprendere che il ministro Speranza ha firmato un’ordinanza che ripristina il distanziamento sociale sui treni.
Sconcertato non perché io sia contrario all’ordinanza, ma perché dagli atti confusi del nostro governo ho appreso che il Covid viaggia in treno e disdegna l’aereo. Perché sui voli aerei non esiste nessuna misura restrittiva, tranne l’uso della mascherina. Per il resto si sta tutti seduti, gomito a gomito, rassicurati dal fatto che il Covid non è salito sull’aereo, presumo, in ottemperanza a qualche disposizione del ministro Speranza.
Fuori di ironia, un governo all’altezza non può continuare a creare scompiglio nei comportamenti dei cittadini. Si vedono spiagge più che affollate, bagnanti felicemente a mollo e assembrati come sardine, e i controlli dove sono? Sui treni distanziati, sugli aerei e sulle spiagge accatastati, come nei supermercati o nei bus. In Chiesa, però, tutti distanziati, con mascherine e senza ventilazione perché non si sa mai. Il contrasto al Covid non richiede particolare lungimiranza, ma un pizzico di coerenza e di serietà, sì.
on. Osvaldo Napoli, del direttivo di Forza Italia alla Camera
Oggi sarei quasi tentato dal difendere Salvini (o chiunque altro al suo posto) perché l’attacco del presidente del Consiglio Conte nei suoi confronti è inaudito e senza precedenti per un capo del Governo nella storia repubblicana. Accusare Salvini di lavorare contro l’interesse nazionale, perché crea sfiducia e giungere a parlare di obblighi morali significa delegittimare totalmente un leader dell‘opposizione. La morale non c’entra, in politica valgono i ragionamenti politici e non altro. Il capo del Governo ha degli obblighi istituzionali dai quali non si può derogare, pena l’accusa di voler creare un clima che è l’anticamera di una possibile dittatura, camuffata da democrazia ,aggravata dalle regole costrittive del Covid. L’accusa di essere antinazionale è infatti l’accusa che Mussolini riservò ai suoi oppositori, in primis a Gobetti. Forse un giurista come Conte non lo sa perché pochi giuristi hanno una forma mentis storiografica e quindi sono poco attenti alla storia. Non ho mai letto che nessun presidente del Consiglio italiano abbia mai usato quell’argomento polemico, sebbene molti comunisti furono dichiaratamente antinazionali. Sarei tentato di difendere Salvini, ma non lo faccio e mi limito a dire che le polemiche di Conte non mi piacciono. Non lo difendo perché anche lui ama le spacconate, da qualche tempo arricchite da citazioni colte che qualcuno gli suggerisce. Essere esagerati in questi tempi difficili non è consentito a nessuno. Il dire che tra un anno ritornerà da premier a Milano Marittima è una delle tante battute fuori posto che non rivelano qualità politiche che vadano oltre il parlare alla pancia degli Italiani.Essere statisti è cosa impensabile per Salvini, ma le accuse di Conte evocano il regime e non rivelano per nulla le qualità di Conte come statista. Il liberale Isaiah Berlin sosteneva la necessità di relativizzare le proprie convinzioni perché il modo con cui le si sostiene fa la differenza tra il barbaro e il civilizzato. Siamo oggi in Italia davvero molto distanti da quello spirito laico e liberale che è l’antidoto agli estremismi verbali e all’intolleranza.