“Tanti ritardi , una forte disoccupazione giovanile e la speranza che gli investimenti privati sistemino parte della Città dopo anni di bassa crescita economica e di degrado…”
In questi giorni le aziende , i gruppi politici si ritrovano attorno a panettoni o a cene più o meno spartane a scambiarsi auguri e auspici sul futuro in un mondo che sta cambiando alla velocità della luce grazie o a causa di leader come Trump, Putin, etc. I Paesi europei sono su una nave che sta navigando in mezzo a marosi sempre più forti tra gli USA di Trump, la Russia di Putin e la crescita delle potenze asiatiche e la polveriera del Medio oriente. La politica estera è sempre più importante per la sicurezza ma anche per il nostro lavoro e il nostro benessere perché oltre un terzo del nostro PIL è quindi del nostro lavoro dipendono dal mercato mondiale. Lo han capito tutti salvo tremila valsusini No Tav e qualche centinaio dei centri sociali che oltre a impegnarsi a lanciare di tutto ai cantieri del lavoro del futuro oggi dietro le manifestazioni Pro PAL bloccano stazioni ferroviarie e il centro della Città come sabato scorso. Non so se basterà cambiare alcuni Questori. Il Decreto sicurezza che aveva spaventato qualcuno non mi pare riesca a funzionare.
I dati dicono che le importazioni degli USA quest’anno sono in calo e che l’Europa che vale solo il 5% della popolazione globale, detiene il 20% della ricchezza globale e ha un PIL che vale il 14% del PIL mondiale superato da Cina e USA. Verso L’Europa si dirigono 2/3 delle nostre esportazioni. Per noi l’Europa è quindi fondamentale e quindi non deve più sbagliare un colpo come la decisione sul settore auto (votato e voluto dalla Schlein , da Lorusso e da Tavares) . Una Europa che guardi all’Africa il continente che crescerà di più in tutto questo secolo, Medio Oriente e Asia. Nella attesa che si aprano nuovi collegamenti ferroviari con l’Asia dalla Via del cotone in la, il Canale di Suez e’ più che fondamentale. Lo dico chiaro le Infrastrutture , i trasporti e la logistica saranno ancora più importanti che in passato perché per un Paese che cresce dello zero virgola come il nostro essere collegati al mercato mondiale che cresce del 3% all’anno e’ una garanzia di lavoro e di sviluppo. la TAV è ancora più importante di 20 anni fa anche se molti politici hanno paura di dirlo. Chi , anche del mondo cattolico , non ha il coraggio di dirlo ai valsusini e lì vellica con titoli giornalisti sbagliati e non reali sbaglia della grossa.
In questa situazione Torino è il Piemonte , malgrado ci siano belle realtà, vanno piano, molto piano perché si è sottovalutato il peso e la importanza della industria. L’industria da un valore aggiunto tre volte il turismo e aveva generato un importantissimo indotto. Chi ha puntato tutto solo sul turismo e sugli eventi non ha capito che non potevano sostituire tutto ciò che ci dava l’industria. E questo errore si ripercuoterà in futuro perché purtroppo molti non riusciranno ad avere le pensioni come quelle dei lavoratori FIAT.
Ecco perché è gravissimo il disimpegno della grande famiglia che pare abbia a cuore ormai solo la JUVE, che per l’Avvocato Agnelli era una questione della domenica.
Ecco oerche’ aveva ragione il Cardinale Repole a chiedere ai torinesi che dispongono di importanti patrimoni di investire e credere di più sulla Città in cui hanno prosperato.
La crescita economica è bassa perché gli investimenti in infrastrutture viaggiano con tempi scandalosi, mentre per cento anni (dal 1848 al 1975j siamo stati ai primi posti per qualità della classe politica e efficienza amministrativa.
Dopo 4 Anni dalla elezione della Giunta Lo Russo i quartieri svantaggiati lo sono ancora di più, finalmente ci sono dei lavori in corso a partire da piazza Baldissera , le ore passate alla guida in auto sono aumentate , la povertà è in aumento mentre le donazioni diminuiscono. Tutti effetti della bassa crescita economica della Città certificate dal forte calo del PIL procapite..
Ora speriamo in due investitori privati uno interessato all’area ex Gondrand e l’altro alla Piscina Sempione.
Sono contento che la mia proposta di puntare sulla MOBILITÀ del futuro frutto della applicazione della IA con il settore auto verso la guida autonoma ma non solo , sia stat fatta propria da Sindaco e Presidente della Regione.
Nell’incontro che insieme al Comitato Barriera di Milano abbiamo avuto in Comune, il Sindaco ha concordato con la mia proposta di spostare una iniziativa economica tra Barriera e Aurora con la speranza che la moneta buona (il lavoro) possa scacciare la moneta cattiva ..
Invitiamo il Sindaco ad aprire bene a tutti il dibattito sul nuovo Piano Regolatore che dovrà disegnare la Torino di domani e ad evitare che sia frutto di manovre trasversali.
La grande sala delle OGR venga organizzata seriamente con l’intervento di tutte le associazioni produttive e con tutti i partiti in una forma di Stati generali della Città per definire democraticamente il Piano di rilancio , ascoltando tutte le voci soprattutto di quelle che in questi anni a Torino hanno dato qualcosa di concreto, dalla Autorità dei Trasporri alla grande Piazza della TAV. Noi UDC abbiamo proposte concrete per rilanciare economia, lavoro e benessere nella sicurezza.
Per un anno nuovo migliore dovremo impegnarci ancora di più ma i tanti che sabato sono venuti a portarci borse e pacchi di generi alimentari ci danno una grossa spinta per ridare lo politica un’anima più sensibile ai problemi dei giovani , del lavoro e degli ultimi .
La elezione di un Papa che si rifà alla Rerum Novarum, la enciclica della Dottrina sociale della Chiesa deve spingerci a essere più vicini alla gente e a recuperare gli ideali e le proposte che fecero rinascere Torino e l’Italia con i governi dello scudo crociato.
Con questo spirito auguro a tutti un Buon Natale Buon anno nuovo.
Mino GIACHINO
Commissario UDC Torino
tanti anni fa, più di mezzo secolo, ci trovammo giovanissimi a militare nella Gioventù Liberale Italiana. Non ci trovammo sulle stesse posizioni, ma rimase sempre inalterato un rispetto reciproco, anche quando fummo su posizioni lontane. Ho letto con la dovuta attenzione l’articolo scritto insieme al tuo collega Mittone sul referendum relativo alla magistratura in seguito alla Legge Nordio. Il limite di questa legge è che essa non riguarda la responsabilità dei giudici, tema mai affrontato e risolto, ma non mi pare di cogliere un tuo particolare interesse per questo argomento come, invece, dimostrarono i radicali con Tortora che venne abbandonato a sé stesso proprio dai liberali di Zanone. Un momento infelice della storia del PLI, se si esclude Alfredo Biondi che fu uno dei difensori di Enzo. Si può discutere sulla Legge Nordio ed anch’io non la considero l’optimum; essa tuttavia è un lodevole tentativo di superare l’esagerato potere delle correnti politiche all’interno della Magistratura, un potere davvero patologico se si pensa allo scandalo devastante di Palamara che non si può accantonare come un incidente casuale e solo personale. L’eccessiva politicizzazione di una parte di Magistrati va arginata a tutela del diritto da parte del cittadino ad una giustizia giusta e indipendente. L’ indipendenza del giudice non è solo un diritto, ma un dovere dei magistrati. Molte delle tue osservazioni possono essere condivisibili anche perché provengono da un’esperienza di mezzo secolo di avvocatura iniziata nello studio della comune amica Magnani Noya, sicuramente garantista anche nelle sue scelte politiche che non esitò a stare dalla parte di Craxi dopo il suo tramonto politico e le condanne. Quello che si stenta a capire è se tu e il tuo collega voterete Sì o No al referendum. La stragrande maggioranza degli avvocati voterà Sì, anche ambienti qualificati della sinistra hanno annunciato un voto favorevole alla separazione delle carriere e ai due CSM che rappresentano il punto più importante della riforma. Tu sembri a metà strada tra il Sì e il No, anzi più favorevole al No come l’avvocato Grosso che ha scelto di presiedere il Comitato per il No, memore anche dei suoi illustri precedenti famigliari. Io invece non posso dimenticare la grande lezione liberale di Vittorio Chiusano, principe del Foro, che accompagnò con favore la riforma Vassalli, vedendone tuttavia la incompletezza. Vorrei anche ricordare la lezione di Pannella e di Sciascia e la tragedia di Tortora che sembrano interessarvi poco. Ma per i liberali valgono più che mai quelle posizioni autenticamente radicali nel senso storico della parola: da Pannunzio a Pannella, a Mellini. Quei nomi restano una guida e una bandiera più che mai oggi.
L’unità sindacale, da sempre, è stato quasi un totem delle grandi organizzazioni sindacali del