

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo
Facciamo subito una premessa d’obbligo per non ingenerare equivoci e fraintendimenti vari. Non
esiste affatto una correlazione tra un Centro – meglio definirlo come un ipotetico ed ancora
indefinito Centro – nella politica italiana e un centro di governo nella Chiesa cattolica. Ma questo
tema, piaccia o non piaccia, ha iniziato a far breccia in questi giorni su molti organi di
informazione del nostro paese, per non dire su tutti, parlando dell’eredità di Papa Francesco. E, di
conseguenza, della individuazione della nuova guida spirituale della Chiesa cattolica a livello
mondiale. Certo, parliamo prevalentemente di quello che comunemente viene definito come
“fantapapa” ma che, tuttavia, interessa non solo i cattolici ed i credenti di tutto il mondo ma
anche, e soprattutto, i credenti e i non credenti del nostro paese.
Ora, se è vero com’è vero che in Italia, anche in una fase caratterizzata da una forte
polarizzazione ideologica e radicalizzazione della lotta politica, si continua a sostenere – e
giustamente – che si può e si deve governare “dal centro e al centro”, comincia a farsi largo,
almeno stando alle più diverse interpretazioni, che anche nella individuazione del successore di
Francesco è sempre più necessaria una figura che sappia rappresentare le diverse e molteplici
anime presenti oggi nella Chiesa cattolica universale e che, probabilmente, si può tranquillamente
definire come una figura “che si colloca al centro” nel panorama composito e articolato della
Chiesa stessa. Centro, in questo caso, che non coincide affatto con le categorie politiche a noi
consuete ma che, semmai, individua nel futuro Pontefice una guida che sia in grado di farsi carico
di tutte le diverse sensibilità che compongono l’arcipelago cattolico mondiale. Una complessità
che, come tutti ben sappiamo e non solo i cattolici e i credenti, richiede una figura apicale
fortemente carismatica e, al contempo, in grado di rappresentare le varie anime nella concreta
declinazione del messaggio evangelico e nella predicazione teologica e pastorale.
Certo, le dinamiche che precedono l’elezione di un Papa non sono minimamente paragonabili
rispetto a quelle che vengono scelte per la guida politica di un partito o di una coalizione. Ma è
pur vero che, seppur in assenza dello Spirito Santo per quanto riguarda le concrete scelte della
politica, ci sono delle modalità organizzative che non appaiono poi così distanti. Mi riferisco,
almeno sotto il profilo del metodo, al dibattito, al confronto e agli accordi che necessariamente
precedono l’elezione del Pontefice e alle dinamiche concrete che sono sotto gli occhi di tutto il
mondo e di cui ci deliziano propio le cronache giornalistiche quotidiane.
Ecco perchè, tanto nella politica quanto nella Chiesa cattolica, le categorie che appaiono così
desuete, antiche o addirittura fuori moda, a volte ritornano protagoniste e di grande attualità. E,
nel caso specifico, la ricchezza, la mission e il ruolo specifico che possono rivestire il centro o la
politica di centro o una figura di centro nella capacità di sciogliere nodi che apparentemente
appaiono insolubili. Ieri come oggi e come sempre.
Duro affondo della Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale, Federica SCANDEREBECH, contro l’Amministrazione comunale, dopo l’inaugurazione dei lavori di riqualificazione di Villa Genero. La Capogruppo ha presentato un’interpellanza per chiedere conto dello stato reale del parco, definendo l’intervento appena concluso “una vetrina mediatica che nasconde un quadro di degrado tutt’altro che risolto”.
“Mi sono recata personalmente a Villa Genero e ciò che ho trovato è sconfortante. Oltre l’area appena sistemata, il parco resta in condizioni gravemente compromesse. Cestini divelti, tronchi d’albero abbandonati, pavimentazioni sconnesse, panchine imbrattate, statue danneggiate e tombini otturati. L’inaugurazione è sembrata più una passerella politica che un vero atto di riqualificazione”.
Prosegue SCANDEREBECH (FI): “Non basta ricostruire un muro per parlare di riqualificazione. Villa Genero è un luogo di straordinaria bellezza, con terrazze che offrono viste mozzafiato sulla città, ma viene trattata come una periferia dimenticata. Anche l’area verde è lasciata all’incuria, con erba alta e materiali abbandonati. E poi c’è il caso emblematico del tempietto, ancora murato e pericolante, lasciato in stato di abbandono nonostante il suo valore storico e simbolico”.
“Già nel 2021 avevo sollevato il tema con un’interpellanza analoga sollecitando interventi di sicurezza e decoro. Sono passati tre anni e i problemi sono esattamente gli stessi. Paradossalmente, l’attuale Assessore – che all’epoca sedeva tra i banchi dell’opposizione durante il mandato Appendino – aveva presentato proprio su questo tema un atto per sollecitare interventi straordinari e urgenti (mecc. 0099/2021)”.
SCANDEREBECH (FI) conclude con un appello all’Amministrazione “Villa Genero dovrebbe essere inserita nei circuiti turistici ufficiali della città e all’interno dei tour “le terrazze panoramiche“, come già accade in tutti i più famosi capoluoghi europei, rispetto ai quali la nostra città non è certo da meno. È uno dei luoghi più affascinanti di Torino, eppure viene lasciato ai margini, senza una visione, senza una strategia, senza un piano strutturato di valorizzazione. Non servono spot, servono interventi seri e duraturi. Villa Genero ha un potenziale enorme, ma servono risorse, manutenzione programmata e un progetto serio per restituire dignità a questo spazio pubblico.”
“Gravissimo quanto sta accadendo alla sede di Fratelli d’Italia a Torino, sita a Barriera, assediata all’esterno da estremisti di sinistra con cartelli inneggianti “ai fascisti fuori dai quartieri” e che ha costretto chi era all’interno a barricarsi per evitare di essere travolto dalle violenze – a dichiararlo è la vicecapogruppo di Fdi alla Camera Augusta Montaruli, che prosegue -. E’ l’ennesima dimostrazione che aveva ragione il Governo ad invitare alla sobrietà in questa giornata, ben consapevole che ormai le manifestazioni organizzate dalla sinistra si accompagnano ad eccessi e provocazioni. In particolare, preoccupa Torino dove siamo in presenza di una deriva che non conosce sosta e che non risparmia nessuno, nemmeno le Forze dell’Ordine come confermano le violenze di stanotte. E’ già grave l’assalto ad una sede di partito ma è inqualificabile che ciò avvenga nella consapevolezza di persone all’interno con l’unico intento di intimorirle. Mi auguro che arrivi una pronta e decisa censura da parte di tutte le forze politiche, in particolare dalla sinistra che troppo spesso si è caratterizzata per i propri ambigui silenzi anche a fronte della rivendicazione dei facinorosi che si sono permessi di esaltare il gesto affermando esplicitamente come questo episodio sia una “sanzione” verso Fdi. Ciò aggiunge alla gravità inquietudine ma chi si è reso responsabile non sa che quel luogo non solo rimarrà aperto e vivo ogni giorno ma ci motiva ulteriormente a non lasciare la città in mano a simili soggetti che troppo spesso attirano la simpatia della sinistra che amministra, per ora, Torino.
“MARTEDI’ L’ASSESSORE NON SARA’ SOLO PIU’ UNA SAGOMA E L’OPPOSIZIONE CESSERA’ DI ASPETTARE GODOT”
23 aprile 2025 – “Dopo mesi di attesa e di annunci affidati agli organi di informazione, sembra che l’Assessore alla Sanità Riboldi abbia finalmente deciso di incontrarci e di confrontarsi con noi sul futuro della sanità piemontese e sul nuovo piano sociosanitario, annunciato prima entro marzo, poi entro Pasqua, ora forse entro l’estate” afferma la Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Gianna Pentenero
“L’appuntamento, richiesto più e più volte da Pd e dalle Opposizioni, è fissato per martedì prossimo. Ci aspettiamo che venga mantenuto e che l’Assessore sia pronto a rispondere alle nostre richieste e a illustrarci le sue proposte per la sanità piemontese. Finalmente Riboldi cesserà di essere solo una sagoma e noi smetteremo di “aspettare Godot”. Speriamo che possa essere l’inizio di quella discussione che abbiamo tante volte proposto” conclude Pentenero.
“Fin dalla sua istituzione la sinistra si è impossessata della Festa della Liberazione distorcendone storia e significato e strumentalizzandone, a scopo propagandistico, la celebrazione. Parte della colpa risiede anche nel centrodestra, ma quest’anno il centrosinistra istituzionale, e le varie propagazioni della sinistra radicale, hanno superato il segno. Non solo con le futili ed infantili polemiche riguardanti il lutto nazionale proclamato per la morte di Papa Francesco, ma arrivando a distorcerne il valore e condividendo ufficialmente le piazze con i sostenitori del terrorismo islamico di Hamas, propagazione diretta degli alleati di Hitler “, così Claudio Desirò, Segretario di Italia Liberale e Popolare, commenta la presenza di diverse organizzazioni filo-hamas nelle celebrazioni ufficiali del 25 Aprile e gli slogan inneggianti alla presunta causa palestinese.
Spot, tagli e pronto soccorso trasformati in infermerie
«A quasi un anno dalle promesse elettorali, il piano sanitario piemontese resta un’illusione: nessun progetto, nessuna idea concreta, solo propaganda e conferenze stampa. Mentre i nostri cittadini attendono cure e risposte, l’unica vera operazione compiuta dalla Giunta Cirio è un’operazione chirurgica… sui servizi di emergenza.»
Torna ad attaccare le politiche sanitarie della maggioranza il coordinatore regionale di Indipendenza, Giuseppe Lauria:
«Il dossier dell’Università Bocconi, che pare destinato a ispirare il nuovo piano regionale, parla chiaro: declassamenti a raffica per sette Pronto Soccorso, da Acqui a Saluzzo, da Susa a Venaria. Ospedali ridotti a punti di primo intervento, con accessi contingentati e ricoveri impossibili. Tradotto: chi vive lontano dai grandi centri dovrà sperare nella buona sorte o sobbarcarsi decine di chilometri per essere curato.
Nel frattempo, i referenti politici romani della stessa maggioranza – facendo finta di pensarla diversamente – ci spiegano che l’Italia deve spendere centinaia di milioni in armamenti. I nostri ospedali chiudono, ma i missili no.»
Secondo il Movimento Indipendenza, l’assessore Riboldi dovrebbe iniziare a rispondere alla sua comunità: tre pronto soccorso dell’ASL di Alessandria sono destinati al declassamento, proprio nella sua provincia. Ma evidentemente, per questa maggioranza, i cittadini piemontesi valgono meno di una simulazione strategica.
Indipendenza Piemonte chiede un immediato stop a qualsiasi ipotesi di taglio e una revisione totale del modello, partendo dai territori e dalle vere esigenze delle comunità locali. Non accetteremo che Torino segua alla lettera ricette scritte a Milano e digitate da chi non ha mai atteso sei ore su una barella.
La salute dei piemontesi non si declassa.