POLITICA- Pagina 5

Ca’ Foscari, conformismo intollerabile. Un Paese in preda agli estremisti

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Quello che è capitato all’Universita’ Ca’ Foscari di Venezia in cui si pretende di imporre ai docenti una presa di posizione politica anti Israele, offende il mondo accademico italiano e vanifica quella libertà di insegnamento senza la quale l’Universita’ perde la sua stessa funzione. Il giuramento del 1931 richiesto ai professori dal fascismo e’ nulla al confronto. Chi ha a cuore la libertà degli studi e della cultura deve ribellarsi a imposizioni da regime totalitario che va ben oltre l’autoritarismo del fascismo.
Un altro aspetto appare ancora più allarmante dopo le occupazioni illegali del 3 ottobre in tutta Italia. Occupare strade, autostrade, scuole, università è vietato dalla legge e il recente “decreto sicurezza” va applicato perché senza una doverosa fermezza dello Stato a tutela dei pubblici servizi, della libera circolazione dei cittadini e del lavoro di tutti salta il presupposto stesso su cui si regge la libera democrazia. E’ violenza intollerabile occupare e “bloccare tutto”. Già questa espressione appare allarmante ed espressione di una forma mentis prepotente, inconciliabile con la democrazia e la stessa Costituzione della Repubblica. Il caos generato nel Biennio rosso dopo la prima guerra mondiale ha favorito il fascismo.
Non ci sto a rivivere le scene a cui ho assistito nel 1967 quando Giovanni Getto venne interrotto nella sua lezione. Il docente chiamò la polizia per garantire il pubblico servizio, ma venne attaccato da giornali e politici in modo vergognoso.Venne messo alla berlina e così nacque a palazzo Campana la Contestazione. Tanti anni dopo Luigi Bobbio che interruppe Getto ,riconobbe con me in privato l’errore commesso . Di lì in poi l’Universita’ divenne il bivacco di ragazze e ragazzi in eskimo che bloccarono la vita accademica per quasi due anni. Sono un testimone oculare di quello che accadde. Stiamo tornando a quel clima pesante che generò il terrorismo.
I democratici devono svegliarsi e il ministro degli Interni e la Magistratura devono intervenire non in modo esemplare (espressione sempre sbagliata), ma imponendo il rispetto della legge. I cortei del 3 ottobre hanno lasciato molti segni di violenza e di vandalismo anche a Torino. La statua del Padre della Patria Vittorio Emanuele ll è stato fatto oggetto di scritte. Anche il semplice monumento roccioso, sconosciuto ai più, dedicato ai Caduti in Russia è stato vandalizzato con una scritta. Giustamente l’Unione dei Reduci in Russia la ritiene un’offesa ai Caduti e alla loro memoria storica. Non credo tuttavia che i giovani manifestanti abbiano voluto offendere scientemente una pagina di storia che non conoscono. Hanno trovato una superficie su cui utilizzare lo spray e ne hanno approfittato. L’ignoranza storica è immensa. Se avessero saputo a chi è dedicato quel monumento non si sarebbero limitati a vandalizzarlo, ma lo avrebbero abbattuto. Quei Caduti nelle steppe russe come nei deserti africani sarebbero considerati nel modo peggiore possibile. Il loro eroismo è cosa che i giovani manifestanti non riescono neppure concepire.

Lega Giovani Piemonte condanna attacco alle Ogr

“La Lega Giovani Piemonte condanna con assoluta fermezza l’assalto alle OGR di Torino, dove manifestanti pro-Palestina hanno devastato spazi e strutture durante l’Italian Tech Week. Non è libertà di espressione, non è protesta: è violenza pura, organizzata e inaccettabile.

Colpire un evento dedicato all’innovazione e al futuro del nostro Paese significa attaccare la libertà di tutti. Chi usa la forza per imporre le proprie idee non porta avanti una causa, ma dimostra solo di non avere argomenti.

Lo stesso vale per le occupazioni di scuole e università, che bloccano studenti e famiglie e impediscono il normale svolgimento delle lezioni. Per questo annunciamo che saremo presto in presidio davanti ai poli universitari occupati, per difendere il diritto allo studio, al lavoro e alla crescita, contro chi vuole imporre il caos e la violenza.

Torino e il Piemonte meritano sicurezza, futuro e confronto civile. Saremo sempre dalla parte di chi studia, lavora e costruisce, mai di chi distrugge.

Matteo Gagliasso – Coordinatore Lega Giovani Piemonte 

Manolo Maugeri – Coordinatore Lega Giovani Provincia di Torino

Gian Marco Moschella – Coordinatore Lega Giovani Torino”

La dubbia prospettiva del massimalismo di sinistra

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

Il massimalismo, l’estremismo, il radicalismo e il populismo sono la nuova ed esclusiva cifra
politica della sinistra italiana. Intesa in tutta la sua diversità e pluralità. Ovvero, la sinistra
televisiva, accademica, intellettuale, giornalistica, sindacale e, come ovvio e scontata, politica.
Cioè i partiti che oggi rappresentano autenticamente l’universo della sinistra italiana e che si
riassume con il cosiddetto “campo largo”: Pd, Avs, 5 stelle e la Cgil di Landini. In più, seppur in
una posizione meno ufficiale ma, comunque sia, contigua e in perfetta sintonia con quell’area
politica, tutte quelle sigle dell’estremismo più o meno violento e barricadero che caratterizzano
ormai il mondo della sinistra italiana.

Ora, è di tutta evidenza che in un contesto del genere è difficile, molto difficile, distinguere una
legittima differenza tra il manifestare liberamente il proprio pensiero o la propria indignazione
politica e il ricorso a quella violenza che, purtroppo, campeggia in moltissime manifestazioni di
piazza organizzate da sigle della sinistra stessa. E questo perchè, al di là delle stesse mille
manifestazioni di piazza che ormai attraversano tutta l’Italia, è indubbio che ci troviamo di fronte
ad una situazione dove è l’intera sinistra che si orienta sotto il vestito di un massimalismo e di un
radicalismo che può tranquillamente sfociare in momenti anche virulenti: dall’attacco violento alle
forze dell’ordine alla criminalizzazione del nemico, dalla devastazione delle città alla sistematica
interruzione dei servizi pubblici essenziali per la vita normale e quotidiana dei cittadini italiani.

Ed è proprio questa concreta situazione che porta ad una semplice conclusione al di là e al di
fuori di qualsiasi valutazione politica, culturale ed ideologica sul profilo dell’attuale sinistra italiana,
seppur nella varietà che la contraddistingue. E cioè, possono essere il massimalismo, il
radicalismo e l’estremismo l’orizzonte entro il quale la sinistra ex e post comunista italiana può
essere oggi e domani una vera e propria alternativa democratica all’attuale coalizione di centro
destra a guida Giorgia Meloni? Possono essere l’estremismo, il radicalismo e il massimalismo una
ricetta credibile per dispiegare sino in fondo una altrettanto credibile cultura di governo? E, infine,
possono essere l’estremismo, il radicalismo e il massimalismo la strada più coerente e più
credibile per mantenere il nostro paese in un quadro e in una cornice democratica e
costituzionale?
Sono domande, queste, credo legittime anche alla luce delle concrete vicende politiche che
emergono dalla nostra società nelle sue multiformi espressioni. Perchè un conto era la
tradizionale coalizione di centro sinistra. E cioè, una allenza democratica, riformista e di governo.
Altra cosa, tutt’altra cosa, è l’attuale coalizione della sinistra estremista, massimalista e radicale
dove non c’è più alcun paletto a sinistra e tutto viene inglobato nel cosiddetto ‘campo largo’: dai
partiti al sindacato di riferimento, dai conduttori televisivi agli intellettuali cosiddetti organici, dai
gruppi spontanei ai centri sociali agli stessi organi di informazione che supportano questa
alternativa politica.

Per queste ragioni, semplici ma essenziali, resta una domanda aperta anche in vista delle
prossime elezioni politiche. E cioè, è con questo progetto politico e con questo profilo culturale
che la sinistra italiana si prepara ai prossimi appuntamenti elettorali? Se così fosse, prepariamoci
ad un clima di fortissima radicalizzazione politica e di marcata polarizzazione ideologica. Con
conseguenze non indifferenti per la stessa qualità della nostra democrazia e la solidità delle nostre
istituzioni democratiche. Per non parlare dell’efficacia dell’azione di governo.

Bartoli: “Dal Piemonte un appello alla chiarezza e alla responsabilità nella gestione dei rifiuti radioattivi”

Torino, 3 ottobre 2025 – Audizione in V Commissione – Ambiente del Consiglio regionale, presieduta da Sergio Bartoli (Lista Civica Cirio Presidente PML) dei rappresentanti di Sogin in merito al Deposito unico nazionale per le scorie nucleari. Sogin è la Società pubblica specializzata nel settore nucleare che si occupa del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi, compresi quelli prodotti dalle attività industriali, di ricerca e di medicina nucleare.

La procedura di identificazione del sito che dura ormai da 15 anni è giunta a una rosa di 51 aree in 6 regioni italiane. Al momento il Ministero ha dato il via alla procedura di VAS – Valutazione Ambientale Speciale: per il 2027 è prevista la scelta dell’area su cui sorgerà l’impianto, nel 2029 dovrebbe concludersi la procedura di autorizzazione a cui seguiranno circa 8 anni di lavori, più altri 2 per avere la licenza di operare dalle autorità internazionali.

Il Deposito, di circa 110 ettari complessivi, potrà contenere fino a 90.000 m³ di rifiuti radioattivi, per un tempo di esercizio previsto pari a 40 anni, più 300 anni di sorveglianza post-operativa. Il sito comprenderà anche edifici di stoccaggio per rifiuti a media e alta attività, destinati a permanere fino alla futura costruzione di un deposito geologico europeo.

Sergio Bartoli, Presidente della V Commissione Ambiente, dichiara: «Grazie all’interlocuzione con Sogin ora è chiaro che il Deposito unico è necessario per chiudere definitivamente tutte le aree su cui vengono stoccati rifiuti nucleari, circa una ventina in tutta Italia. In sostanza, quindi, le scorie radioattive sono già sul territorio, in siti temporanei come ad esempio le centrali nucleari non più operative. Il Deposito unico sorgerà su un’area scelta in base a criteri molto più stringenti rispetto a quelli in vigore in altri paesi europei, per esempio Spagna e Francia».

Bartoli ha sottolineato come il Deposito unico nazionale possa avere anche ricadute sul territorio: «Sogin ha ribadito più volte che, qualunque delle 51 aree venga scelta, qualsiasi attività sarà concordata con enti locali e territori: per la scelta stessa, per esempio, sarà aperta una seconda fase di autocandidatura per Regioni e Comuni all’interno della rosa delle aree idonee. Anche le compensazioni saranno condivise con il territorio, in base alle esigenze rappresentate dagli Enti locali e non includeranno le opere di viabilità e altre infrastrutture di trasporto che dovessero rendersi necessarie che non ricadranno nel computo».

«L’audizione ha messo in luce la complessità tecnica e politica del progetto. Come V Commissione vigileremo con attenzione, affinché siano sempre garantiti i massimi standard di sicurezza e trasparenza, e venga assicurato un reale coinvolgimento delle comunità interessate. Il Piemonte ha già un carico radioattivo elevatissimo: la nostra Regione merita rispetto e piena condivisione su ogni passaggio», ha concluso Bartoli.

Giachino: “attacchi contro Ogr, Leonardo e Tav sono contro il lavoro”

Gli attacchi dei Comitati di Base alle OGR, a Leonardo, alla TAV e alle autostrade sono contro il lavoro e contro il futuro di Torino e del Paese e dimostrano come i manifestanti non sappiano cosa è l’interesse generale che è il lavoro.   Dov’erano  quando noi scendevano in piazza a difendere la TAV e il trasporto green?   E negli ultimi vent’anni zero scioperi contro la riduzione di personale e contro la decrescita. Contraddittori e diseducativi.
Mino GIACHINO (SITAV SILAVORO)

Torino, Forza Italia: “Parlano di pace e scatenano la guerriglia”


«Parlare di pace mentre si semina odio e caos nelle piazze italiane è un ossimoro corrosivo e incomprensibile: chi sceglie la violenza non chiede giustizia, ma la nega e la calpesta.
Torino è stata trasformata, ancora una volta, in un teatro di occupazioni e aggressioni alle Forze dell’Ordine, uomini e donne in divisa a cui va la nostra solidarietà e gratitudine.
Bloccare porti, aeroporti, stazioni, scuole e università non aiuta il popolo palestinese e non porta alcun beneficio. Auspichiamo che prevalga una rapida soluzione di pace e ci appelliamo a sostenere con responsabilità l’iniziativa messa in campo dagli Stati Uniti, che oggi rappresenta l’unica prospettiva realistica per porre fine a un conflitto sanguinoso» dichiarano congiuntamente il senatore Roberto Rosso, vicecapogruppo di Forza Italia in Senato e vicesegretario del partito in Piemonte, e Marco Fontana, segretario cittadino di Forza Italia a Torino.

«È urgente fermarsi e spegnere questa spirale di violenza, alimentata dai soliti gruppi eversivi legati ai centri sociali che da anni flagellano Torino. Questi atti non sono voce del popolo, ma eco di un disordine organizzato: anche chi ha manifestato pacificamente deve dissociarsi e isolare chi trasforma le piazze in campi di battaglia» proseguono Rosso e Fontana.

«Un appello che rivolgiamo anche a una certa sinistra, troppo spesso complice e silenziosa di fronte a queste degenerazioni. È tempo che il buon senso prevalga sulla propaganda, che la ragione prenda il posto dell’ideologia e che ciascuno si assuma la responsabilità civile che il momento impone. Il medesimo invito lo facciamo a Landini e ad un sindacato che sta alzando i toni oltre il livello di guardia. Peraltro entrando in un campo non suo visto che qua non si parla di diritti dei lavoratori. Un film già visto in altre epoche tristi per l’Italia. Il sindacato speriamo che torni a fare il sindacato invece di aspirare alle spallate politiche: in primis lo auspichiamo per i lavoratori italiani e torinesi» concludono Rosso e Fontana.

Pro Pal a Caselle, Ricca (Lega): “situazione a Torino sta diventando insostenibile”

Torino, 2 Ott – “Occupazione dei binari dei treni, blocco delle strade per raggiungere l’aeroporto di Caselle e oggi addirittura l’invasione in bici della pista di atterraggio all’aeroporto con tanto di danneggiamento della recinzione. I torinesi sono stanchi di dover subire questi atti dimostrativi da parte dei manifestanti Pro Pal. Un conto è il diritto ad avere le proprie idee, un altro è costringere le persone perbene a subire le conseguenze di atti di teppismo che impediscono il regolare svolgimento dei pubblici servizi e mettono a repentaglio la sicurezza dell’aviazione civile. La città è stanca, chiediamo provvedimenti urgenti contro chi sta rendendo impossibile la vita dei cittadini”. Così Fabrizio Ricca, capogruppo Lega in Piemonte.

Lo sciopero generale in Italia è un unicum 

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

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L’impresa politico – umanitaria della Flotilla si è conclusa senza danni e con una visibilità mediatica senza precedenti. I dimostranti sono stati abili nel catalizzare attorno a sé tanto interesse. Il problema di Gaza ha avuto modo di emergere come mai era accaduto prima. C’è da domandarsi perché la Cgil di Landini abbia seguito pedissequamente i Cobas nella proclamazione dello sciopero generale, diritto costituzionale che va usato con raziocinio, come seppero fare Di Vittorio e Lama e non solo loro. Le esperienze post sessantottine dell’autunno caldo furono un errore del sindacato che si lasciò assorbire irrazionalmente dal clima della contestazione studentesca. Landini che già con i  referendum falliti in modo clamoroso, aveva dimostrato la sua pochezza politica, si è appiattito sui Cobas , un precedente grave che snatura la Cgil e la sua storia. L’estremismo non è mai l’atteggiamento proprio di un grande sindacato europeo. I tempi del primo sciopero generale del 1904 sono lontani e dovrebbero essere motivo di riflessione come anche il “biennio rosso”, che finì di favorire il fascismo, dovrebbe essere un altro motivo di confronto critico. Il realismo di Palmiro Togliatti fu cosa molto diversa. Non voglio utilizzare Togliatti a fini attuali perché sarebbe scorretto ,ma un pensierino su Togliatti andrebbe fatto. Soprattutto c’è da domandarsi perché solo in Italia sia stato proclamato lo sciopero generale. La Flotilla  – dicevano -era un’ impresa internazionale, ma in nessun paese del mondo è accaduto qualcosa di simile. Perché lo sciopero generale solo in Italia? C’è già chi rievoca la maggioranza silenziosa degli anni ‘ 70 e la marcia dei 40mila. Una reazione che va  a cozzare contro la strategia di Landini, protagonista di una stagione politica che può solo favorire la destra che, malgrado i suoi error , può trarre giovamento dall’estremismo velleitario di sinistra. Anzi, uno dei motivi della tenuta elettorale della destra è proprio ascrivibile all’avventurismo politico di Landini. Gaza si difende in altri modi, contribuendo a portare la pace. Lo sciopero generale in Italia non da’ nulla ai Palestinesi. Il movimentismo della ambientalista svedese è cosa inconciliabile con le scelte di un grande sindacato (di massa  si diceva un tempo) in cui purtroppo i pensionati e non gli operai sono la maggioranza. Un sindacato che pensa di destarsi a nuova vita, affidandosi ai giovani delle scuole e dei centri sociali, ha smarrito per strada la sua funzione storica.

PD: Il Cresci Piemonte sia coerente con impegni enunciati: ascoltare il territorio”

“Auspichiamo che il confronto ampio e di merito che si è svolto oggi in Commissione Urbanistica trovi riscontro nel testo di legge regionale 94 , che andremo a discutere e a votare. Il cosiddetto Cresci Piemonte nel titolo mira all’accelerazione dello sviluppo economico ma nella sostanza da un lato rischia di proporre strumenti di scarsa efficaci a e dall’altro introduce percorsi agevolati per macro investimenti definiti strategici senza che ne siano definiti i criteri , ma lasciandoli alla sola discrezionalità politica della Giunta regionale.
“Anche la cabina di regia proposta per i capoluoghi di Provincia , richiesta e suggerita dal Comune di Asti, potrebbe forse rivestire una qualche utilità per tutti i comuni ma non è lo strumento su cui si era impegnato il Presidente Cirio per accompagnare e agevolare il percorso avviato ormai da due legislature dal Comune capoluogo, che aveva posto l’accento sul fatto che la Regione nella seconda conferenza di co-pianificazione si esprimesse solo sulla coerenza nelle materie di sua competenza. Un intervento nel merito che consentirebbe realmente di aiutare rispetto alla tempistica spesa ridurre i tempi delle consultazioni e del confronto col territorio.
“La proposta del Cresci Piemonte giungerà naturalmente a termine nel 2030,  ed è emersa in maniera unanime  la necessità di una riscrittura completa della legge urbanistica e non di una semplice manutenzione che rischierebbe di creare incoerenza interne e quindi lungaggini e fumosità legislative. Ribadiamo che accanto al tavolo tecnico convocato dall’assessore è necessario avviare da subito un confronto politico sulla nuova visione che si vuole dare alla legge urbanistica , che accompagni realmente lo sviluppo e insieme la tutela e la valorizzazione del nostro territorio”.
Nadia Conticelli, Vicepresidente II commissione Urbanistica e consigliera regionale PD
Daniele Valle, consigliere regionale PD
cs

Restituiamo Futuro e Dignità a Barriera di Milano

CONFERENZA STAMPA DC e UDC 

 
Mino GIACHINO, Mauro Carmagnola (DC), Paolo GRECO LUCCHINA (UDC) hanno presentato stamane in corso Vercelli 121 la PETIZIONE “Per Ridare Dignità e Futuro a Barriera di Milano” che Mino GIACHINO , Riccardo CARITÀ’, Ilaria BLEGI e Lodovico AMBROIS hanno lanciato su change.org due mesi fa e che ha già raggiunto 1019 firme verificate. La novità  della Petizione è che oltre alla SICUREZZA i firmatari chiedono al Sindaco, al Presidente della Regione e al Presidente degli Industriali torinesi di spostare in Barriera il nuovo Centro per la Intelligenza Artificiale assegnato recentemente dal Governo di Centro Destra a Torino.
E’ ora che Torino la guardiamo dai Quartieri dimenticati e svantaggiati come Barriera, Aurora, Falcherà, Vallette, Mirafiori, ha detto Mino Giachino.
Torino negli ultimi trent’anni non ha difeso la sua industria , ha puntato tutto sul turismo e la crescita economica della Città si è abbassata sotto la media nazionale . Dal 2001 al 2019 Bologna ha distaccato Torino di ben 19 punti.
 La bassa crescita ha impoverito la Città, a partire dal commercio ..Torino capitale della cassa integrazione , con una delle più alte quote di disoccupazione giovanile , con molto lavoro a tempo parziale o povero come lo ha definito il Cardinal Repole. La metà della Città che sta male come denuncio l ‘Arcivescovo Cesare Nosiglia oggi sta peggio rispetto a quando venne eletto l’attuale Sindaco. In Barriera oltre al problema della sicurezza lo sviluppo economico si è abbassato sotto le regioni del Sud, vi è un’alta disoccupazione , secondo l ‘ISTAT la popolazione si ammala di più e ha una speranza di vita inferiore. A questo proposito La PETIZIONE chiede al Comune di spostare nuove occasioni di lavoro in Barriera e sottolinea la grande proposta di spostare in Barriera il Centro per la IA, una iniziativa che ridarebbe lustro al quartiere e darebbe entusiasmo e orgoglio a chi vi abita a partire dalle migliaia di ragazzi che frequentano i Licei della zona.

A questa proposta  appoggiata dalla DC e dalla UDC si affiancheranno altre proposte per i lanciare Torino a partire dalla sua periferia .

 
Mauro CARMANOLA, segretario DC
Paolo GRECO LUCCHINA, vice segretario nazionale UDC 
Mino GIACHINO ideatore della PETIZIONE Restituiamo Futuro e Dignità a Barriera.
La PETIZIONE Online  per  RILANCIARE BARRIERA DI MILANO portando lì il Centro per la Intelligenza Artificiale ha superato le  1019 firme verificate.
Per informazioni 335.6063313