POLITICA- Pagina 431

FdI: “La sindaca costruisce le fognature per i nomadi”

 Riceviamo e pubblichiamo / MONTARULI-MARRONE (FDI): “ALTRO CHE SGOMBERO”

“Altro che sgombero, Appendino sta costruendo le fognature nuove ai rom”. Ad andare all’attacco della giunta grillina sono la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli, e il capogruppo di Fdi in Regione Piemonte Maurizio Marrone, dopo che al campo rom in strada dell’Aeroporto è iniziato il cantiere per i nuovi allacci idrici.

“Altro che progetti di sgombero e di “superamento” degli insediamenti – lancia l’allarme Montaruli -, in questi giorni gli operai mandati dal Comune hanno iniziato i lavori per dotare il campo rom di strada dell’Aeroporto di una fognatura nuova di zecca. Un progetto costoso che necessiterà di mesi di lavori e che conferma i nostri sospetti: Appendino non avrebbe intenzione di superare i campi rom. Chi spenderebbe i soldi pubblici per dotare di una maxi fognatura un campo che si ha in progetto di chiudere? Per fare luce sulla vicenda presenterò un’interrogazione alla Camera, ma Appendino deve rispondere ai torinesi di questa presa in giro. Basta spreco soldi pubblici che vengono destinati perennemente a luoghi poi distrutti e trattati incivilmente. Sgombero subito”. E a chiedere chiarezza e anche il capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte Maurizio Marrone: “I lavori iniziati in strada dell’Aeroporto sono un campanello d’allarme. Come Fratelli d’Italia pretendiamo un impegno chiaro di Appendino allo sgombero totale prima di far uscire dalle casse regionali anche un solo euro. I soldi devono servire per rimuovere da Torino i campi dell’indecenza.  Appendino mica vorrà dalla Regione centinaia di migliaia di euro solo per cambiare il cartello sul cancello del campi rom da ‘insediamento autorizzato’ ad ‘area sosta’”.

Segre, FdI: “Da lei lezione per memoria e rispetto dei vinti”

Dal Consiglio regionale

“Abbiamo accolto con favore la proposta del PD di conferire il Sigillo della Regione Piemonte a Liliana Segre, siamo in linea con la nostra leader Giorgia Meloni che ha ribadito di essere al fianco della senatrice sopravvissuta ai lager nel contrasto ad ogni forma di antisemitismo, comprese quelle che provengono dalla sinistra radicale e dal fondamentalismo islamico” annuncia Maurizio Marrone, capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte, che aggiunge “Siamo a maggior ragione felici di firmare e approvare la delibera, alla luce della grande lezione di stile che Liliana Segre ha impartito a tutti, quando ha recentemente replicato che i morti sono tutti uguali, di fronte alle polemiche sui fiori depositati dal Comune di Rapallo sulle tombe dei caduti di entrambe le parti della guerra civile: proprio lei che ha vissuto il dolore della Shoah dimostra come la forza della memoria sia davvero condivisa quando può fare a meno dell’eterno sciacallaggio contro i vinti”.

Alla ricerca del futuro dell’Europa

La “Conferenza sul futuro dell’Europa” che si potrebbe aprire il 9 maggio prossimo – Festa dell’Europa e settantennale della Dichiarazione Schuman – dovrà molto alla visione e alla pervicacia di Emmanuel Macron

A inizio marzo 2019, nel suo appello “per un Rinascimento europeo” (pubblicato nel sito dell’Eliseo in tutte le lingue dell’Ue), il Presidente francese invitava a lanciare “una Conferenza per l’Europa al fine di proporre tutti i cambiamenti necessari al nostro progetto politico, senza tabù, neanche quello della revisione dei trattati”.

 

L’appello di Macron ha trovato il sostegno della (allora candidata) Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, davanti al Parlamento europeo, il 16 luglio scorso: “voglio che i cittadini europei svolgano un ruolo attivo e determinante nella costruzione del futuro della nostra Unione. Voglio che possano dire la loro in una conferenza sul futuro dell’Europa, da avviare nel 2020 per una durata di due anni”. Un impegno ribadito negli “Orientamenti politici 2019-2024” della sua Commissione, nei quali sottolinea che è “pronta a dar seguito a quanto verrà deciso, se opportuno anche mediante un’azione legislativa” ed è “aperta a eventuali modifiche del trattato”.

I primi Paesi membri a muoversi sono stati, come prevedibile, Francia e Germania, con un “non-paper on key questions and guidelines” sulla Conferenza. Un documento utile sia per delinearne i primi aspetti di metodo e di merito sia per intuire i paletti che potrebbero essere frapposti dagli Stati agli obiettivi della Conferenza. Francia e Germania sposano la proposta della Presidente von der Leyen di partire da un accordo inter-istituzionale e paritetico Commissione-Consiglio-Parlamento europeo e ipotizzano due fasi, la prima dedicata al funzionamento democratico dell’Ue (in particolare sul metodo degli Spitzenkandidaten e su possibili liste transnazionali), la seconda alle priorità nelle politiche dell’Unione. Questo con la partecipazione di tutti gli Stati membri (anche attraverso conferenze tematiche) e con un approccio bottom-upche coinvolga i cittadini europei.

Il Consiglio europeo del 12 dicembre scorso, nelle sue Conclusioni, ha chiesto “alla presidenza croata del Consiglio di adoperarsi per definire una posizione del Consiglio sui contenuti, la portata, la composizione e il funzionamento di tale conferenza e di avviare il dialogo con il Parlamento europeo e la Commissione su tale base”. Per il Consiglio europeo il documento di riferimento, in vista della Conferenza, rimane la poco ambiziosa “Nuova Agenda Strategica 2019-2024”, approvata nel giugno scorso. Non occorre essere dei profeti per capire che la partita critica per l’esito finale della Conferenza si giocherà sul “peso politico” con cui le sue proposte arriveranno sul tavolo del Consiglio europeo nel 2022.

L’istituzione che dovrà – e sembra intenzionata a – giocare un ruolo chiave per i lavori e il successo della Conferenza è quella che rappresenta i cittadini dell’Unione, ovvero il Parlamento europeo. Ricordiamo che la Commissione ha già espresso il proprio assenso “qualora venisse proposto un membro del Parlamento europeo per presiedere la Conferenza”. I primi passi sono stati compiuti dalla Commissione Affari Costituzionali (AFCO), che il 3 ottobre scorso ha ascoltato e approvato la Commissaria (designata) Dubravka Šuica, delegata a seguire la Conferenza per la Commissione. La stessa AFCO ha poi tenuto altre audizioni, fino ad arrivare all’approvazione, il 9 dicembre, di un parere per la definizione della strategia del Parlamento sulla Conferenza.

Ieri il Parlamento, in seduta plenaria, ha adottato una importante risoluzione, con 494 voti a favore, 147 contro e 49 astensioni (la “fiducia” alla Commissione von der Leyen era passata con 461 voti a favore), su organizzazione e priorità tematiche della Conferenza. Diventa così la prima delle istituzioni europee a prendere una posizione ufficiale: la Commissione diffonderà la propria Comunicazione sulla Conferenza il 22 gennaio; il Consiglio Affari Generali ne discuterà il 28 gennaio. Il Parlamento ha insistito – incontrando l’assenso della Commissaria Šuica – sulla necessità che la Conferenza abbia un mandato aperto, senza esiti prestabiliti. Ha inoltre ribadito l’importanza di coinvolgere davvero la società civile, sia con una “fase di ascolto” che preceda l’avvio della Conferenza sia con delle “agorà” dei cittadini e dei giovani in grado di interloquire con i rappresentanti di tutte le istituzioni europee e nazionali coinvolte nella Conferenza.

A chi segue da anni le vicende europee è inevitabile che la memoria corra alla “Convenzione sul futuro dell’Europa”, varata a fine febbraio 2002, sotto la presidenza di Valéry Giscard d’Estaing, che elaborò il progetto di “Costituzione europea” poi affossato dai referendum francese e olandese. Un precedente che ci deve mettere in guardia sui possibili cortocircuiti fra livello europeo e livelli nazionali, fra opinione pubblica europe(ist)a e frastagliate opinioni pubbliche nazionali. D’altro canto, all’inizio del XXI secolo non vivevamo ancora immersi in un mondo della comunicazione globale, innervato dai social media, che moltiplica sia i rischi di cacofonie e “rumore” sia le possibilità di intervento, trasparenza e controllo. Opportunità che starà alla società civile pro-europeista e ai movimenti federalisti saper valorizzare.

Ci sarà tempo e modo di entrare nei contenuti della Conferenza. Ma le sfide che abbiamo di fronte saranno decisive per affermare il ruolo dell’Unione europea nel nuovo scenario internazionale. La involuzione in atto, che mina le basi del multilateralismo, rischia di intaccare alla radice lo spirito del progetto europeo, fatto di leale collaborazione e regole condivise. Anche per questo, rispetto alla Conferenza, ci si deve guardare da un doppio rischio: quello di rappresentare l’Unione come un soggetto oggi impotente, il che non corrisponde alla realtà dei fatti, in molti campi, e finisce con il minarne la credibilità; quello di non capire che su molti temi e problemi nei mesi a venire sarà indispensabile un’azione incisiva dell’Unione, che non potrà essere rimandata a riforme che prenderanno avvio, bene che vada, a fine 2022.

L’Italia deve saper svolgere un ruolo attivo nell’ambito della Conferenza, in linea con quanto ha saputo fare più volte nel passato. Un ruolo che a livello delle istituzioni si afferma non con dichiarazioni estemporanee, ma con impegno e capacità costanti di proposta e di costruzione di alleanze. Anche i think tank italiani possono dare un contributo significativo. L’esperienza che, prima delle elezioni europee del 2019, li aveva uniti nel progetto “Europea”, piattaforma indipendente d’informazione sui rapporti fra Italia e Ue (che ha visto insieme IAI, CSF, CeSPI, ECFR Italia, Formiche, ISPI, Villa Vigoni), può costituire un precedente prezioso.

Di fronte all’appuntamento con la “Conferenza sul futuro dell’Europa” è quindi inutile attardarsi in discussioni generiche fra ottimisti e pessimisti. Proprio l’insoddisfazione per il presente deve spronarci a mettere da parte il facile scetticismo. Per dirla con la frase forse più nota e più cara a ogni federalista europeo: “La via da percorrere non è facile, né sicura. Ma deve essere percorsa e…” … e ognuno è chiamato a dare il proprio contributo affinché lo sia nel modo più lungimirante possibile, nell’interesse nostro e delle future generazioni di europei.

 

Flavio Brugnoli 
Direttore Centro Studi sul federalismo

Rettifica

I nostri errori

A proposito dell’articolo a firma Patrizio Tosetto apparso il 20 gennaio su “Il Torinese”, dal titolo “Politici allo sbando nell’era dei monopattini” si faceva, tra l’altro,  riferimento all’attività politica del  senatore Mauro Laus  e del segretario metropolitano del Pd Domenico Carretta. In tale contesto l’autore scrive erroneamente che quest’ultimo ricopre il ruolo di vicepresidente della società Rear, di cui Laus fu in passato presidente. Ce ne scusiamo con gli interessati e con i lettori.

IL TORINESE

Forza Italia: “Il Governo dimentica la montagna”

Ruffino: “Il programma di digitalizzazione sempre annunciato ma di cui non si vede l’ombra potrebbe essere un punto di svolta per molte comunità montane”

Fra le tante dimenticanze di questo governo, una su tutte merita un biasimo particolare: le condizioni di vita di quei 13 milioni circa di italiani che vivono nelle zone interne, nelle aree montane del Paese o in quelle marittime interne ancora non riconosciute da nessun provvedimento legislativo

Nella politica del governo Conte quegli italiani evidentemente sono di serie B (anche se è difficile, con la legge di bilancio, capire dove siano quelli di serie A) Io non conosco, non so se per mia distrazione, provvedimenti di sostegno per quelle aree vittime più di altre di un progressivo impoverimento economico e sociale: servizi assenti o lacunosi, emigrazione costante da borghi di una bellezza mozzafiato ma resi invivibili da una dimenticanza di anni. Il presidente Conte ha qualche misura in serbo per questi concittadini? Il programma di digitalizzazione sempre annunciato ma di cui non si vede l’ombra potrebbe essere un punto di svolta per molte comunità montane. Come deputata di Forza Italia sono impegnata a sostenere ogni iniziativa parlamentare capace di restituire una speranza a quegli italiani desiderosi di non abbandonare la loro terra. Il governo, però, batta un colpo.
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on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

LUV: “Dopo il porcellum in frantumi anche il blitz di Salvini”

Riceviamo e pubblichiamo / “La Consulta boccia il Papetellum”

“La nostra opposizione nel merito era fondata; per due volte ci siamo opposti in maniera ferma, con un ostruzionismo nel merito della questione, per evitare l’approvazione dello scempio che la Lega aveva presentato in Aula, ma la maggioranza ha preferito andare avanti per la propria strada, inchiodando il Consiglio regionale del Piemonte in inutili sedute notturne”.

“In Regione Piemonte zero leggi, zero provvedimenti e mesi di tempo buttati per rispondere agli ordini di via Bellerio. Noi lo avevamo detto e ripetuto più volte: il quesito lanciato dal palco di Pontida era ed è incostituzionale. Ora questo scempio è finalmente archiviato”.

 

Marco Grimaldi

Consigliere regionale

Le Sardine e il popolo in cerca d’autore

Ed ora tocca alle “Sardine. Hanno sfondato anche a Torino. In tutte le città d’ Italia Vedremo. Ad oggi un successo innegabile

4 ragazzotti (con tutto rispetto, sia ben chiaro) che dal nulla, con un’ ottima idea di marketing, e tanto internet, riempiono le piazze.

Cattivello Matteo Salvini:
fanno quello che il PD non è più capace. Ha ragione. Ragazzi che hanno intercettato un intero
popolo in cerca d’ autore. Un popolo esasperato dai toni esasperati di questa continua ed eterna
campagna elettorale. Ad oggi un risultato lo  hanno già portato a casa: è finita l’ egemonia della Destra
nelle piazze  Avanti, c’ è posto per tutti. I leader sono oramai diventati star televisive. Persino
Prodi li blandisce. Esasperato dall’ odio e rancore. Anche qui,  forse, se n’e’ pure accorto il
nostro Matteo Salvini che smorzando i toni vira al centro. Ci tenta anche la Meloni con scarsi
risultati. Lei lotta contro il suo Dna. Complementari gli anarcoidi ed alternativi in generale.
Occupazioni e sopraffazioni di vario genere. Violenze non solo verbali.
Ma se la politica e/o i politici non stanno bene anche la società civile non è da meno. Genitori che
picchiano l’ avversario sportivo del proprio figlio.

Picchiano professori colpevoli di fare il loro dovere o ci sono  professori che inneggiano alla morte
di carabinieri o minacciano di ritorsioni i propri studenti se non la pensano politicamente
come loro. E ( purtroppo ) non è finita. Femminicidi, violenza sulle donne. Anche qui
con il suo tragico perché: le donne non fanno o non sono quello che l uomo violento vuole che siano.
Violenze, sopraffazioni, insulti, prevaricazioni, omicidi . La violenza si alimenta con l’ ignoranza.
Ben vengano manifestazioni dove si invitano i partecipanti nel portare un libro da regalare. Nel
cercare caciara ci si mettono quelli di Casa Pound. Veniamo anche noi. Pronta la risposta
delle Sardine . Mai e poi mai, noi siamo antifascisti. Si metteranno in proprio le Sardine?
Per ora sembra di no. Gioisce la sinistra e decisamente irritata la destra. Zingaretti ci si
fionda e vuole riformare il PD partendo dalle Sardine. Qualcosa gli sfugge. Matteo Renzi
gongola : avanti c’e’ posto al centro. Se poi passa il proporzionale puro con sbarramento si
rimescola tutto. Trent’ anni di politica italiana buttata via. Dalla sbornia per il maggioritario al
ritorno alle origini del proporzionale.

Le Sardine dicono di essere in linea con gli europeisti ed antisovranisti.
Traducendo in soldoni sono di sinistra , sinistra variegata e multicolore , forse sinistra nuova.
Come i leghisti contenti della vittoria dei conservatori inglesi alle elezioni. Maggioranza
blindata. Ora l’ Europa la pagherà cara. E  vedremo cosa succederà anche sul
Mef. I laburisti perdono 11 punti. Soprattutto alcune storiche roccaforti rosse cadono e
diventano fieramente anti Europa. Non che Corbin da buon britannico l’ abbia mai amata. Si
continua a scherzare con il fuoco. Immigrazione? Anche in Inghilterra ha pesato, anche se
la maggioranza dei non inglesi arrivano dall’ex Commonwealth. Si noti che su 64 milioni di abitanti
30 hanno diritto al voto. Ne vedremo delle belle, o brutte. Per ora, un po’ alla chetichella
ex pentastellati passano alla Lega. Con l’ Italia intera che continua nel perdere colpi. Altre crisi
industriali hanno colpito anche il Friuli. Sinistra, destra, sovranisti e Sardine, fascisti e neonazisti
Europa e Trump che ora vuole fare l’ accordo con i Cinesi: è un grande calderone, una
matassa difficile difficile da districarsi. Si possono fare paralleli tra Sardine e Podemos
spagnoli? Non so, forse. Difficile in questo bailamme avere certezze. In Spagna prima
Podemos e Socialisti hanno bisticciato, poi dopo le elezioni sono al governo insieme. In
Italia si stanno già interrogando su che cosa diventerà il movimento delle piazze sardinesche. La
destra li sfida: vedremo cosa farete alle elezioni. Loro , sorridendo, rispondono che qualche
cosa hanno già ottenuto: risvegliare un popolo stufo di assistere davanti a televisioni e
computer lo sfascio esistente. Un popolo che ha preferito scendere in piazza e dire che cosa
ne pensa. Se sono rose fioriranno per loro e magari per la democrazia del nostro paese.

 

Patrizio Tosetto

Sanità privata. L’assessore risponde alle polemiche

Così l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, sull’ipotesi di affidare ai privati il servizio di Pronto Soccorso in talune realtà territoriali

«TROPPE SCIOCCHEZZE NEL DIBATTITO, NESSUNO CHIEDERA’ LA CARTA DI CREDITO AL PRONTO SOCCORSO»

«Vedo che il dibattito sul ruolo dei privati nella Sanità sta generando una serie di sciocchezze che rischiano di inquinare il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati, soprattutto quando a parlare sono sindaci, rappresentanti istituzionali e delle associazioni sindacali. Deve essere chiaro che in Piemonte nessuno chiederà mai la carta di credito a chi si presenta per essere curato in un Pronto Soccorso. Il servizio reso dai privati, come nel caso dell’ospedale Gradenigo di Torino, è e sarà sempre gratuito. E’ mio dovere, come assessore, garantire l’erogazione delle prestazioni di Pronto Soccorso anche con l’attuale carenza di medici pubblici. Non si tratta di far pagare il servizio, ma di mantenerlo. Quando è necessario, non vedo cosa ci sia di scandaloso nel valutare l’ipotesi di affidare ai privati già convenzionati un servizio che il pubblico non riesce più a garantire, naturalmente nel rispetto dei criteri e dei controlli sull’appropriatezza delle prestazioni. Ragioniamo sui costi e sulle modalità, peraltro ben inquadrati dalle normative nazionali, ma non lasciamoci condizionare da pregiudizi ideologici che non hanno motivo di esistere, perchè è il pubblico a dettare le condizioni al privato e non viceversa. Insinuare il contrario, lasciando intendere che la Sanità piemontese va verso una deriva privatistica selvaggia e dispendiosa è disonesto verso il cittadino, che ha diritto a un Pronto Soccorso sempre aperto ed efficiente, pubblico o privato che sia, che non deve essere chiuso».

 

Sigillo Regione a Liliana Segre, FdI: “Accogliamo la proposta”

Riceviamo e pubblichiamo 

MARRONE : DA LEI GRANDE LEZIONE PER MEMORIA CONDIVISA E RISPETTO PER I VINTI

“Accogliamo con favore la proposta del PD di conferire il Sigillo della Regione Piemonte a Liliana Segre, siamo in linea con la nostra leader Giorgia Meloni che ha ribadito di essere al fianco della senatrice sopravvissuta ai lager nel contrasto ad ogni forma di antisemitismo, comprese quelle che provengono dalla sinistra radicale e dal fondamentalismo islamico” annuncia Maurizio Marrone, capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte, che aggiunge “Saremo a maggior ragione felici di firmare e approvare la delibera, alla luce della grande lezione di stile che Liliana Segre ha impartito a tutti, quando ha recentemente replicato che i morti sono tutti uguali, di fronte alle polemiche sui fiori depositati dal Comune di Rapallo sulle tombe dei caduti di entrambe le parti della guerra civile: proprio lei che ha vissuto il dolore della Shoa’ dimostra come la forza della memoria sia davvero condivisa quando può fare a meno dell’eterno sciacallaggio contro i vinti”.

Smog: i giovani di Europa Verde in piazza

Riceviamo e pubblichiamo

In questi giorni di emergenza smog in tutta la Pianura Padana, i giovani dei Verdi – Europa Verde Piemonte hanno distribuito volantini nel centro di Torino con l” iniziativa chiamata ” GREEN THURSDAY “, per sensibilizzare e far veicolare LE TEMATICHE CENTRALI del partito ecologista: lavoro, sanità, ambiente, istruzione, diritti sociali.

“Come ecologisti, mettiamo ancora una volta al centro le persone, la questione dell’inquinamento atmosferico e del cambiamento climatico. – ha spiegato Antonio Fiore, referente di Europa Verde Torino – Tutti i cittadini devono avere il diritto di vivere in un ambiente pulito e sano.”

“Per ottenere risultati migliorativi sul fronte ambientale – prosegue Co-portavoce Regionale dei Verdi – Europa Verde Piemonte Tiziana Mossa-,  è inutile bloccare le automobili ma bensì è fondamentale attuare azioni concrete e strutturali: investire nel TRASPORTO PUBBLICO, nella riforestazione urbana – piantando un albero per ogni residente -, destinare nuove risorse per sostituzione delle vecchie caldaie così come nell’estensione del teleriscaldamento. Senza dimenticare che è importante estendere anche la rete di piste ciclabili, creare nuove aree pedonali nel centro e nelle periferie”