Grimaldi interviene sullo screening tumorale al seno

Grimaldi (LUV): Quasi tremila donne si accorgeranno tardi di essere ammalate, tornino al più presto a pieno regime screening e controlli in presenza per tutte le donne.

La sospensione e il rallentamento degli screening per il tumore al seno, dovuti all’emergenza Covid, faranno sì che quasi tremila donne si accorgeranno tardi di essere ammalate, benché questa sia la prima causa di morte oncologica fra le donne. Per recuperare gli screening perduti ci vorranno quasi quattro mesi e dovremo essere in grado di riorganizzare personale, attrezzature e posti letto in ospedale. Nel frattempo, chi può ricorre al privato, ma sono in tante a non poterselo permettere” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, illustrando in Aula il suo question time sulla ripartenza degli screening oncologici e per la diagnosi precoce del tumore alla mammella.

Come si legge nel testo presentato, l’emergenza Covid ha significato un’interruzione degli screening per la diagnosi precoce del tumore alla mammella per le donne fra i 50 e i 69 anni: secondo i dati dell’Osservatorio nazionale screening, a settembre 2020 si contavano ancora 610.803 esami in meno (meno 43%) del 2019, che si stima corrispondano alla mancata diagnosi di 2.793 nuovi casi di tumore. Nella risposta al question time, l’Assessore Icardi ha confermato che l’attività di screening è ripresa solo a giugno con volumi ridotti e nuovi protocolli che tengono conto della situazione pandemica, cosicché nel 2020 la quota di popolazione femminile raggiunta dall’invito a effettuare la mammografia è del 58%, a fronte del 100% degli anni precedenti e, anche nel 2021, l’attività mammografica erogata è aumentata dal 40% al 70% del target ma non ha raggiunto il 100%.

Già oggi a pagare le carenze del sistema sanitario sono soprattutto le categorie più vulnerabili e, in particolare, le donne. Penso anche alle tante donne affette dalla mutazione del gene Brca 1 e Brca 2 che, per ragioni burocratiche e organizzative, non riescono a godere del diritto all’esenzione D99, come da tempo denuncia la onlus Mettiamoci le Tette – prosegue Grimaldi. – “Come nel mondo del lavoro, dove nel solo mese di dicembre gli occupati sono diminuiti di 101mila unità e ben 99mila sono donne (dati Istat), anche per quanto riguarda il diritto alla salute il Covid mostra un impatto differente fra i generi. Ecco perché ho chiesto alla Giunta un’analisi della situazione piemontese, con l’impegno a sostenere la sanità pubblica per far ripartire al più presto screening a pieno regime e controlli in presenza per tutte le donne”.

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