POLITICA- Pagina 396

Sopralluogo dei consiglieri Grimaldi (LUV) e Rossi (PD) al CPR

“Moussa vittima a Ventimiglia, sconosciuto a Torino. I CPR sono non luoghi disumanizzanti, vanno chiusi”

“Un luogo come questo non è in grado di gestire la sofferenza, ma la fa esplodere, a maggior ragione per chi viene da una storia di vulnerabilità. La detenzione amministrativa è una profonda ingiustizia e chi la subisce lo avverte. Pensate a cosa significa per chi è stato anche vittima di una violenza” – dichiarano il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, e il consigliere del Partito Democratico e Vicepresidente della Commissione Sanità Domenico Rossi, al termine di un sopralluogo effettuato  al Centro di Permanenza per il Rimpatrio di corso Brunelleschi.

A quanto risulta, da gennaio a oggi sono passate dal centro 1070 persone di più di 50 diverse nazionalità, di cui un quarto provenienti da precedenti esperienze in carcere. La capienza è diminuita da 160 a 112 posti, di cui a oggi ne sono occupati 105. Il Decreto Salvini del 2018 ha ridotto drasticamente i servizi e il rapporto fra i detenuti e gli operatori: 16 ore settimanali di assistenza psicologica per 100 persone, altrettante di assistenza legale, 5 ore al giorno di presenza medica (integrata da un protocollo della struttura con l’ordine dei medici), 36 ore settimanali di mediazione culturale, 24 di direzione; gli operatori diurni sono 4, solo due quelli notturni.

“Noi pensiamo che queste strutture vadano chiuse, ma finché resteranno aperte lo Stato deve disporre le risorse per garantire la tutela dei diritti fondamentali e la dignità delle persone” – proseguono i consiglieri – “e non si può accettare che esistano luoghi così separati dal contesto esterno, da cui le persone escono e si trovano in uno stato di totale abbandono anche se vivono una condizione di fragilità”.

Nelle due ore e mezza di sopralluogo i consiglieri hanno ascoltato gli operatori, alcuni funzionari della Prefettura e le storie di alcuni detenuti. “Abbiamo sentito la voce di chi, con un regolare contratto, si trova qui perché gli è scaduto il permesso di soggiorno, di chi ci è finito perché ha attraversato il confine dalla Francia per salutare la fidanzata, di chi vi si trova dopo aver scontato una lunga pena in carcere senza essere stato identificato, di chi vive in Italia da anni e ha figli nati qui che nemmeno parlano la lingua del paese di provenienza, di chi appena compiuti 18 anni è uscito dalla comunità per finire al CPR” – continuano i consiglieri. – “Sulla vicenda di Moussa abbiamo appreso qualcosa che, se confermato, sarebbe molto grave: al momento del suo arrivo al CPR e probabilmente fino alla fine, chi aveva in custodia il ragazzo non è stato messo a conoscenza nè dalla Questura di Imperia nè dall’ASL dell’aggressione che aveva subito e ne aveva determinato il ricovero. Com’è possibile che tra istituzioni si perda un’informazione così importante e la vittima di una violenza a Ventimiglia diventi uno sconosciuto quando mette piede nel CPR di Torino?”

“Abbiamo anche appreso che negli ospedaletti, la struttura di isolamento dove si trovava Moussa, continuano a non esserci dispositivi di videosorveglianza” – aggiunge Grimaldi, che già due anni fa aveva denunciato la condizione degli ospedaletti dopo la morte di Hossain Faisal. “Dopo la mia denuncia di allora sono stati installati dei pulsanti di allarme, peccato che, purtroppo, chi vuole togliersi la vita non schiaccerà quel bottone”.

“Per poter ottenere il permesso per questo sopralluogo ci è voluta una settimana” – concludono i consiglieri – “una settimana di fughe di notizie in cui una maggiore trasparenza avrebbe forse aiutato a capire prima gli eventi. Le istituzioni devono avere libertà di accesso immediata in questi luoghi”.

Primarie: Boni in vetrina

PRIMARIE TORINO/DOMANI “BONI IN VETRINA”: FESTA DELLA REPUBBLICA SIA ANCHE FESTA DELLA TRASPARENZA POLITICA.

“I cittadini potranno dialogare con il candidato che si posizionerà dietro la vetrina della propria sede elettorale. Dialogo in presenza o on-line.

Al mattino sesta tappa della BoniMarathon, dal Municipio al Parco Ruffini con la bandiera europea”

 

Domani, mercoledì 2 giugno, dalle ore 16 alle ore 18, Igor Boni, candidato alla primarie del centrosinistra del 12 e 13 giugno, si metterà in vetrina, nella sede del suo comitato elettorale (Torino, via San Dalmazzo n. 9 bis/b), per dialogare con i cittadini, che potranno venire direttamente nella sede o fare domande collegandosi in diretta sulla pagina Facebook di Igor Boni e di RARA (Radio Associazione Radicale Aglietta).

 

Igor  Boni ha dichiarato:

“Questa mattina si è tenuto il primo dibattito pubblico fra i quattro candidati alle primarie. Spero che nei dieci giorni che ci separano dal voto ce ne siano tanti altri, per permettere al maggior numero di persone di conoscere le nostre storie e le nostre idee. A questo servono le primarie, per la cui tenuta mi sono battuto per 10 mesi, giorno dopo giorno, scontrandomi con l’incredulità, lo scetticismo e la rassegnazione di tanti che ora esaltano le primarie come ‘grande prova di democrazia’.

 

Domani voglio festeggiare non solo la festa della Repubblica ma anche una festa della trasparenza politica. Senza trasparenza della politica non c’è democrazia compiuta. Chi vorrà venire in via San Dalmazzo mi troverà in vetrina, disponibile a rispondere alle sue domande, alle sue curiosità, ma anche per recepire suggerimenti, idee e proposte per il mio programma da sindaco. Chi non potrà fare due passi in centro, potrà collegarsi grazie alla mia pagina social. Da giugno scorso abbiamo attraversato la città in lungo e in largo per raccontare il progetto della nuova Torino, connessa, umana e sostenibile. L’ho fatto, come da oltre 30 anni, dialogando e ascoltando. “Boni in Vetrina” sarà una ulteriore occasione per far vedere e toccare con mano una politica diversa, una politica fatta con e non sopra le persone”.

 

  1. B. Domani mattina si svolgerà la sesta tappa della “BoniMarathon”: alle 11:00, Igor Boni partirà con un gruppo di sostenitori dal Municipio di Torino e, attraversando la città di corsa, sventolando una bandiera dell’Unione Europea, arriverà al Parco Ruffini. Chiunque può partecipare a una corsa in cui vincono tutti!

 

Per ogni approfondimento: www.bonisindaco.it

Rossi – Gallo (Pd): “circoli ricreativi, superare discriminazione rispetto a bar e ristoranti”

“Per molte comunità, soprattutto quelle più piccole, i circoli, culturali e sociali come quelli gestiti da Arci, Acli e Aics, rappresentano l’unico luogo di incontro e condivisione

soprattutto per la popolazione più anziana per questo occorre intervenire sulla decisione di consentire l’apertura dei circoli ricreativi per anziani soltanto a partire dal 1 luglio 2021” dichiara il Vicepresidente della Commissione Sanità Domenico Rossi che ha presentato un Ordine del Giorno per impegnare la Giunta a farsi parte attiva nella Conferenza Stato-Regioni e nei confronti del Governo al fine di porre fine a quella che appare come una vera e propria discriminazione.

“I circoli hanno incontrato in questi mesi le stesse difficoltà economiche e di gestione di tutti gli esercizi ad essi assimilabili quali bar e ristoranti” aggiunge il capogruppo del Partito Democratico, Raffaele Gallo evidenziando come “non si spiega una diversità di trattamento che, peraltro, dura da tempo poiché la maggioranza dei circoli (sprovvisti di partita Iva) non ha ricevuto alcun ristoro economico pur essendo pronti alla ripresa poiché hanno adempiuto a tutte le disposizioni di legge”.

Da un lato l’aspetto economico, dall’altro quello sociale e sanitario. “L’attività dei centri per gli anziani è fondamentale per il benessere psicofisico di questi ultimi, in quanto i centri stessi sono luoghi di coesione sociale dopo lunghi mesi di isolamento” spiega Rossi. “Non dimentichiamo – aggiunge il consigliere – che la quasi totalità dei soci si è sottoposta alla seconda somministrazione del vaccino per cui le possibilità di contagio da Covid 19 sarebbero minime. Non solo l’accesso ai circoli è limitato ai soli soci e ciò permette controllo e tracciabilità rispetto alle iniziative aperte al pubblico”.

“Occorre superare, quindi, quella che da più parti viene considerata una discriminazione nei confronti di una fascia di popolazione fragile che combatte contro solitudine e isolamento da troppo tempo” concludono i rappresentanti Dem.

Legislatura difficile ma “costituente” per il futuro

Viviamo in una fase politica dove una cosa è certa: l’incertezza.

Al di là dei giochi di parole, purtroppo è così. Del resto, abbiamo un Governo guidato dalla più prestigiosa personalità di cui oggi gode l’Italia, che deve però fare i conti con una maggioranza che non “ha una formula politica” per le motivazioni che tutti conosciamo. E un Governo con queste caratteristiche non può, comprensibilmente, sprigionare una maggioranza politica in vista delle prossime elezioni politiche generali. Ma è proprio in una fase come questa che le forze politiche, quelle che ci sono e quelle che nasceranno, hanno il dovere di pensare e costruire il futuro. E, sotto questo versante, le cose si stanno lentamente ma irreversibilmente muovendo.

Se nell’area della sinistra italiana l’alleanza tra il Partito democratico con il populismo e l’anti politica dei 5 stelle pare essere una prospettiva abbastanza consolidata – anche se l’alleanza con il partito di Grillo e quasi di Conte è saltata in quasi tutta Italia in vista delle amministrative di ottobre -, nel campo del centro destra l’equilibrio politico è ancora in fase di costruzione, al di là delle massiccia ascesa del partito della Meloni e della sostanziale tenuta della Lega. Ma è sul fronte del “centro” che il processo di costruzione politica è in piena evoluzione. Un luogo politico che richiede ancora di essere definito nella sua articolazione e soprattutto nella sua leadership. Certo, non può essere, per fare un solo esempio, uno come Renzi a pensare di rappresentare quest’area decisiva per le sorti del sistema politico italiano. E questo per una gamma di motivi, a tutti noti, su cui non vale neanche di pena di soffermarsi. Ma se sulla leadership il nodo non è determinante, diventa decisivo invece il capitolo dell’offerta politica. E il futuro “centro” non potrà che essere plurale, cioè frutto e conseguenza di più apporti culturali e politici. E soprattutto un luogo politico che mette in discussione le tradizionali appartenenze – ovviamente riconducibili a questo campo – per dar vita ad un nuovo e rinnovato soggetto politico. O lista. E, non a caso, le avvisaglie già sono evidenti in alcune formazioni politiche riconducibili a questa cultura e a questo orizzonte programmatico. Centrista e riformista. Non un luogo identitario, quindi, nè puramente testimoniale che sarebbe la semplice negazione di qualsiasi ipotesi che punta ad una logica coalizionale.
Ecco perchè, nella fase finale di questa turbolenta e complicata legislatura, la riflessione non può che avvenire anche sul versante della definizione di un nuovo assetto che, soprattutto, dopo questa terribile e devastante pandemia, non può non avere anche una forte ricaduta sul terreno della politica e, di conseguenza, del governo. E, quasi sicuramente, sarà proprio l’area di centro quella che subirà la maggior ristrutturazione e il maggior cambiamento in vista delle elezioni. Perchè, per quanto risguarda il resto, il copione è già sin troppo noto per essere affrontato. Le novità principali non arriveranno da quelle parti ma da chi, dopo molto tempo, saprà recuperare un patrimonio culturale ed un progetto politico colpevolmente ed irresponsabilmente abbandonati per troppi anni.
Giorgio Merlo

Tav: Maccanti – Benvenuto (Lega), commissariamento grazie a pressing Lega al governo

 “Esprimiamo grandissima soddisfazione per il prossimo commissariamento della tratta nazionale della Tav annunciato dal ministro Giovannini, frutto dell’insistente lavoro della Lega e del pressing di noi parlamentari.

Finalmente, dopo l’inspiegabile esclusione nell’elenco delle opere strategiche da parte del Pd e dei 5Stelle durante il Conte1, oggi con la Lega al governo è stata giustamente inserita. Una vittoria del nostro Movimento e un significativo cambio di passo rispetto al precedente esecutivo ma, soprattutto, un traguardo davvero importante non solo per il Piemonte ma per tutto il Paese. Adesso è d’obbligo proseguire senza indugi e senza ulteriori perdite di tempo anche per non rischiare di perdere gli ulteriori finanziamenti Europei.

Lo dichiarano in una nota i deputati piemontesi della Lega: Elena Maccanti, capogruppo in Commissione Trasporti, e Alessandro Benvenuto, componente della Commissione Ambiente e Infrastrutture.

Grimaldi: “Attendo di entrare, CPR peggio delle carceri, vanno chiusi”

Poco dopo aver saputo della morte di Moussa Balde, nella notte del 23 maggio, ho mandato richiesta al Prefetto per visitare il Centro di Corso Brunelleschi”

Ciò accadeva martedì 25. A oggi, dopo una settimana, non mi è ancora stata concessa l’autorizzazione a entrare, nonostante abbia fornito i documenti miei e della mia collaboratrice, un attestato della Regione sul mio status di consigliere e la garanzia di presentarmi in possesso di tampone. Le procedure di autorizzazione impediscono di fatto a soggetti istituzionali del territorio di effettuare un sopralluogo in tempi celeri*. Non è che una delle tante violazioni di diritti che si consumano in quei luoghi, ora pretendiamo di entrare” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi.

“Moussa Balde era chiuso nei così detti ospedaletti** del CPR di Torino, vere e proprie celle di isolamento non previste dalla normativa” – prosegue Grimaldi. – “La sua condizione di persona offesa è stata immediatamente dimenticata, non è stato informato sulla possibilità di sporgere denuncia e su altri diritti di cui avrebbe goduto, all’ingresso nel CPR è stato privato del telefono cellulare, non è stato sottoposto ad alcuna valutazione preliminare sulle sue condizioni psichiche. Diciamo ormai da anni che i C.P.R. sono luoghi di privazione dell’umanità e della dignità, dove persone che non hanno commesso alcun reato se non quello (amministrativo) di non possedere documenti, vengono abbandonate e dimenticate in condizioni peggiori che in carcere, senza alcuna conoscenza dei propri diritti e del proprio destino. Vanno chiusi immediatamente”.

*Lo stesso Garante regionale dei detenuti ha fatto presente due anni fa al Prefetto che il DL 13/2017 consente ai consiglieri regionali la visita senza autorizzazione e preventiva comunicazione, richiamando l’articolo 67 dell’Ordinamento Penitenziario, superando quindi le distinzioni del Regolamento sui CIE del 2014.

**Il consigliere Grimaldi aveva già denunciato quei luoghi nel 2019, dopo la morte di Hossain Faisal, giovane bengalese senza fissa dimora segnato dalla vita di strada e da difficoltà psicologiche e comportamentali.

Tav: Gariglio (Pd), con Commissario nuove risorse dall’Ue

“Con il prossimo commissariamento della tratta italiana della Torino – Lione, richiesto da mesi dal PD, viene data finalmente una accelerazione decisiva al completamento della Tav”:

è quanto dichiara Davide Gariglio, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Trasporti di Montecitorio, sull’annuncio del governo.
“Sarà ora necessario procedere rapidamente alla progettazione del tratto da Bussoleno a Torino ed utilizzare le ulteriori risorse messe a disposizione dall’Unione Europea”: conclude Davide Gariglio.

Lettera aperta ai cristiani di Torino

Caro Direttore, nel prossimo autunno noi torinesi andremo alle urne per rinnovare il Consiglio Comunale e scegliere il nuovo Sindaco.

Nella scheda elettorale ritroveremo lo Scudo-Crociato della Democrazia Cristiana, il partito che si ispira alla Dottrina sociale della Chiesa.
Se nella Chiesa, come sosteneva il cardinal Ruini, si è fatto strada “un pluralismo marcato”, non si può escludere, tra le altre, l’opzione a favore di chi assume come riferimento l’intero messaggio sociale del Cristianesimo.

Possono esserci forze politiche che, in misura maggiore o minore, accettano taluni aspetti della Dottrina sociale, ma solo la Democrazia Cristiana fa integralmente proprio il suo insegnamento, efficacemente sintetizzato nel Compendio, dove – a sostegno di un’ispirazione permanente e non episodica – l’autore maggiormente citato resta San Tommaso.
Questo rafforza la scelta a favore di una presenza pubblica non effimera ed ancillare, supportando la concezione del partito come occasione per una testimonianza integrale, non parziale.
Dal pluralismo delle scelte dei credenti si è passati repentinamente all’auspicio secondo cui “sta al singolo cattolico essere capace di portare avanti i valori fondamentali all’interno del partito”, senza che questa ulteriore metamorfosi abbia sortito i risultati attesi.
Affermava giustamente Luigi Sturzo: “La mia esperienza mi ha sempre provato che i cattolici che entrano in partiti strettamente politici, non solo perdono il senso dell’apostolato sociale che si trova nei partiti di ispirazione cristiana, ma si attaccano troppo agli aspetti materiali e utilitari della politica (…) questi cattolici diventano spesso una minoranza isolata in mezzo a una maggioranza troppo materialista e realista”.
La profonda crisi degli attuali partiti, dove i credenti non sono riusciti a diventare “sale e lievito”, ha portato all’immiserimento della vita pubblica italiana.
Essa si è allontanata dai fondamenti cristiani ed è ostaggio di modesti contendenti agnostici. La crescente denatalità minaccia l’estinzione del Paese e contribuisce a deprimere ulteriormente un’economia nazionale asfittica, priva di scelte innovative e coraggiose. Il tessuto sociale regista disgregazione e rancore, mentre lo slancio del volontariato, spesso di matrice cristiana, riesce con fatica a lenire ferite ed ingiustizie crescenti. Il degrado culturale, anche nei suoi fenomeni popolari, assume toni sempre più ostili, irridenti, di ostentata avversione nei confronti dei simboli, della sensibilità e della tradizione cristiana.
Gli appelli ad un indefinito rinascimento, fondati su presupposti deboli ed effimeri, cadono nel vuoto.
La consapevolezza di non riuscire a rappresentare adeguatamente il messaggio sociale del cristianesimo non può costituire un alibi per sottrarsi all’impegno politico, “la più alta forma di carità”, come affermava San Paolo VI.
L’impegno politico, non canalizzato in un partito organizzato e popolare, resta subalterno ad una visione padronale ed oligarchica della politica, supina e compiacente nei confronti del pensiero unico, estraneo ai veri bisogni popolari.
Come diceva il cardinal Bagnasco, introducendo l’incontro di Todi, il fondamento della presenza sociale e civile dei cristiani “è quel guardare fermamente al volto di Cristo che con la forza del suo Spirito sprigiona dinamismi virtuosi d’intelligenza e di dedizione. Qualora si sbiadisse questo primato, i cristiani sarebbero omologati alla cultura dominante e a interessi particolari”.
Riprendendo Luigi Amicone intendiamo cultura e politica non “supplementi d’anima pia”, ma “coscienza critica e sistematica della realtà. In pratica: scuole libere, opere di carità, giornali, musica, letteratura, scienza”. E non solo.
Questa premessa si collega strettamente al ruolo delle amministrazioni locali, soprattutto quelle dei grandi centri del Paese, dove i Consigli comunali rappresentano il luogo immediato dell’indirizzo della società e la sede delle scelte in materia di educazione infantile, assistenza sociale, ambiente, salute, sicurezza, programmazione, uso e promozione del territorio.
Anche a Torino.
Dove giudichiamo negativamente le scelte degli ultimi venticinque anni, coincidenti con l’assenza della Democrazia Cristiana.
Ad eccezione dell’effimera stagione dell’evento olimpico, per il quale la città ha pagato un conto salato e sproporzionato, riteniamo che una politica estranea all’ispirazione cristiana abbia avuto conseguenze pesanti e negative.
Scandite da una triste sequenza:
la deindustrializzazione che ha privato del lavoro i ceti più deboli, limitando le prospettive delle generazioni più giovani, avvalendosi addirittura della compiacenza dell’amministrazione comunale;
l’illusione determinata da modelli di sviluppo alternativi impraticabili o perseguibili molto marginalmente (turismo ed effimero);
la disattenzione nei confronti di quanto era rimasto (sistema fieristico, cultura e formazione di qualità);
il perseguimento degli interessi di una minoranza a discapito degli altri (Sistema Torino);
la disattenzione verso servizi e fiscalità favorevoli alle famiglie e la prevalenza dello statalismo sul privato sociale;
il passaggio dall’eccesso progettuale (mai concretizzato) al completo immobilismo;
l’estraneità, se non l’ostilità, nei confronti dei temi propri dell’etica cristiana (difesa della vita, attenzione ai più deboli, sostegno alle famiglie con figli e libertà di educazione).

In definitiva nell’ultimo quarto di secolo la politica locale ha favorito il declino della città, manifestando uno scarso senso del bene comune ed una preclusione alla sussidiarietà ed ai valori tipici dell’umanesimo cristiano.
Per questo riproponiamo la Democrazia Cristiana, rivolgendoci a quanti intendono scrivere insieme a noi una pagina nuova fondata sulla condivisione e sulla promozione di una presenza ispirata all’insegnamento sociale della Chiesa.
Esso costituisce il fondamento di un programma che, partendo dalla Storia della nostra comunità – di cui siamo stati protagonisti – attraverso la Solidarietà, la Sostenibilità, i Servizi e la Sicurezza, riesca ad attrarre Investimenti e Lavoro.
Un’ispirazione capace di animare numerosi e concreti progetti, in piena sintonia con quella cultura dell’ascoltare e del fare tipica dell’azione della Democrazia Cristiana.

La Dc torinese

La Tangenziale Est è una priorità per il nostro territorio

Considero di buon senso la proposta, avanzata dall’Onorevole Giacometto, di inserire come condizione per potersi aggiudicare la gestione del sistema autostradale tangenziale torinese la chiusura a est dell’anello.

L’infrastruttura, esclusa dal Recovery Plan della Regione e della Città Metropolitana, è fondamentale per la mobilità a est di Torino, attualmente penalizzata da una rete stradale totalmente inadeguata. Come Moderati continueremo a chiedere con forza a tutti i livelli istituzionali la realizzazione di quest’opera strategica.
La Tangenziale Est serve come il pane al nostro territorio: come Moderati abbiamo a più riprese posto questo tema con forza sia in Consiglio Regionale sia in Consiglio Metropolitano. L’Osservatorio Territoriale Infrastrutture Nord-Ovest di Confindustria ha inserito la Tangenziale Est tra le opere finite in coda al dibattito pubblico e politico. Lo stesso deputato Carlo Giacometto ha lanciato un appello affinché l’opera torni ai vertici dell’agenda politica regionale e nazionale. La sua proposta di vincolare l’assegnazione del possibile nuovo bando per la gestione del sistema autostradale tangenziale torinese alla realizzazione dell’opera è ragionevole e di assoluto buon senso. I Moderati continueranno a chiedere in tutti i Consigli presso i quali sono rappresentati la realizzazione di un’opera che manca nel Recovery Plan della Regione Piemonte e della Città Metropolitana di Torino e che da troppo tempo non è al centro del dibattito politico. Lo studio di fattibilità esista dal 2009. Nel frattempo, sulle nostre strade collinari e precollinari i problemi continuano a non essere risolti. Solo realizzando questi 22 chilometri di strada potremo sgravare la locale rete di strade dai mezzi pesanti (e inquinanti). Insieme a noi, chiedono questo intervento il tessuto imprenditoriale, i residenti, le prospettive stesse di un territorio che deve affrontare tutte le criticità connesse al transito di mezzi pesanti su una rete stradale attualmente non strutturata per quel tipo di traffico.
Silvio Magliano – Capogruppo dei Moderati in Consiglio Regionale del Piemonte, Consigliere della Città Metropolitana di Torino.

L’unica cosa che funziona sono i vaccini

Persino Giggino ammette che hanno sbagliato nel condannare i politici che sono stati indagati. Lettera al Foglio dopo l’assoluzione dell’ex sindaco di Lodi in quota PD.

Simone Uggetti. Veramente pentito ?Possibile,  fare il ministro con relativo aereo fa maturare. Ma poco è risolto.  Il solito Toninelli: tanto non mi avete convinto. Prima devo leggere le motivazioni.  Pusillanime.  Altri 2 morti sul lavoro,  e dopo la tragedia del Mottarone molto in Italia non funziona. Proprio vero, del resto come si è sempre detto,  i nodi vengono al pettine. Troppa tragica approssimazione si paga salata. A Torino,  molto più modestamente l’11 e  12 primarie del PD o per meglio dire del centro sinistra o più  precisamente del popolo dem. Ovviamente fa sempre bene rimarcare che manca la quota rosa.  La raccolta di firme ha fatto chiarezza su un punto : unico candidato ufficiale del PD è Stefano lo Russo.
Enzo La Volta e Tresso hanno fatto tutto da soli. Ora dicono che se ogni sottoscrittore porta 5 amici a votare è fatta.  Igor Boni con quelle 3 o 4 tessere diverse , qualcosa porta a casa. Gran movimento in Azione perché metà non vuole andare con Damilano e Matteo Salvini lancia mille gazebo in Piemonte.
Se ho capito bene anche per il tesseramento.
Lui il mestiere l’ha imparato bene. I cinquestelle,  a Torino sono accreditati al 7 % .
Per me non superano il 5. Si accettano scommesse. E da dietro le quinte,  Guido Crosetto rassicura Damilano.  Si può fare,  si può fare. Incredibile no? Destra galvanizzata e sinistra boccheggiante.  A mia memoria è la prima volta che succede nella Capitale Subalpina dal tempi del Risorgimento. Ma come si dice: c è sempre una prima volta.
Altra cosa che si sa su Torino.  Il buco di bilancio è  stratosferico.  La quasi totale assenza di servizi.  Strada piene di buche e di rifiuti. Burocrazia in comune azzerata.  Totale immobilismo dei dipendenti.  Anagrafe boccheggiante. Sembra che l’unica cosa che stia funzionando sono i vaccini. Che poi, a detta di molti dipende dalla regione e dall’oramai mitico generale Figliolo. Molti mi hanno raccontato di essere stati sballottati in diversi punti della città molto distanti tra di loro. Ma comunque va bene così.  Non si puo avere tutto dalla vita. Ciò che sembra abbia decisamente toppato è il rapporto con i medici di base.  Chi voleva vaccinare non ha ricevuto i vaccini e chi non voleva vaccinare (magari) lì ha ricevuti buttandoli via.
Sta di fatto che Cirio ( governatore) sta molto arrabbiato con l’assessore alla Sanità.
E sul Tav siamo ancora alla fase di incontro con il ministro competente. Pazzesco.
Ed allora diciamocelo in un altro modo: è da pazzi essere ottimisti o possibilisti. Tragicamente vero.  Ma a volte la pazzia non guasta e noi speriamo che Torino posso risorgere.  Ecco la parola magica: risurrezione.  Vedremo.

Patrizo Tosetto