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La Scuola di Formazione politica di “Nazione futura”

Con una serie di 12 incontri a partire da sabato 19 febbraio 2022 verrà avviata una Scuola di Formazione politica, con un calendario settimanale  Il Corso è organizzato dall’Associazione “Nazione futura” di Torino in collaborazione con Rinascimento Europeo ed avrà sede nel “Centro Studi San Carlo”, via Monte di Pietà 1 a Torino.

Scopo del Corso quello di contribuire alla rinascita di una classe dirigente, attraverso il ripensamento dei significati di una tradizione vivente, in tutti i sensi ispirata ai valori comunitari, capace di misurarsi con i problemi della contemporaneità, e nell’apertura al futuro, per questo il titolo “Pensare per costruire il Futuro”.

Promosso dalla recente pubblicazione di un volume dedicato ai problemi politico-culturali della nostra città (“M. Croce – F. De Benedictis, Ritrovare Torino, ediz. Historica / Giubilei Regnani, 2021”), le lezioni del Corso saranno tenute da figure eminenti del mondo della cultura, della politica e delle professioni, gran parte delle quali hanno contribuito alla sua stesura.

 

MINI MASTER DI FORMAZIONE POLITICA
Pensare per costruire il futuro
Il Corso comprende 22 lezioni orarie e si svolgerà nei mesi di febbraio, marzo, aprile e maggio 2022. Esso è
rivolto alla formazione delle classi dirigenti in genere, e in particolare dei futuri amministratori delle istituzioni
locali. Il programma del Corso si estende in quattro aree dipartimentali: Rapporto fra economia e politica (A),
Ambiente (B), Intelligenza Artificiale (C), Enti locali (D).
PROGRAMMA
Le lezioni, due per ogni giornata, si svolgono
dalle 9.30 alle 12 presso il Centro Studi San Carlo, Via Monte di
Pietà, 1.
Esse comprendono un intervallo di 10 minuti. Ogni lezione è di 50 minuti seguita da un dibattito di
20 minuti.
– Sabato 19 febbraio 2022, Introduzione
Avv. Ennio Galasso,
l’importanza della formazione in politica
Avv. Stefano Commodo,
Uno sguardo rivolto al futuro
.
Prof. Mauro Ronco,
Torino ieri e oggi.
– Sabato 26 febbraio 2022, Area Dip. A, lezioni 1 – 2
Prof. Marcello Croce,
La Politica di Aristotele.
Ing. Ferrante De Benedictis,
La globalizzazione.
– Sabato 5 marzo 2022, Area Dip. A, lezioni 3 – 4
Prof. Aldo Rizza
, Il processo politico-culturale italiano fino alla Seconda guerra mondiale.
Prof. Marcello Croce
, L’Italia unitaria dalla Seconda guerra mondiale alla fine del XX secolo.
– Sabato 12 marzo 2022, Area Dip. A, lezioni 5 – 6
Ing. Ferrante De Benedictis,
Rapporto tra Uomo e Natura e le nuove frontiere della scienza
Prof. Marcello Croce
, La svolta epocale: Galileo e Cartesio.
– Sabato 19 marzo 2022, Area Dip. B, lezioni 7 – 8
Dott. Daniele Dell’orco –
I confini della nuova guerra fredda tra Nato e Russia
Dott.ssa Michela Mercuri –
Gli interessi italiani nel Mediterraneo
– Sabato 26 marzo 2022, Area Dip. B, lezioni 9 – 10
Dott. Augusto Grandi,
Il sistema Torino.
Dott. Federico Iadicicco
, Italia Futura: nuove sfide per il nostro Paese.
– Sabato 2 aprile 2022, Area Dip. C, lezioni 11 – 12
Dott. Riccardo Lala,
Intelligenza Artificiale e agenda digitale.
Dott.ssa Enrica Perucchiett
i, Transumanesimo e Cyber-uomo.
– Sabato 9 aprile 2022, Area Dip. D, lezioni 13 – 14
Prof. Carlo Manacorda
, Amministrazione e finanza della città
Avv. Ferdinando Leotta
, Quale fiscalità per il futuro?
– Sabato 30 aprile 2022, Area Dip. D, lezioni 15 – 16
Arch. Alberto Pazzagli,
Trasformazione urbanistica della città.
Dott. Maurizio Pedrini
, Il tema dell’abitare.
– Sabato 7 maggio 2022, Area Dip. D, lezioni 17 – 18
Dott. Bruno Labate
, Le comunità straniere emigrate a Torino: la comunità romena.
Dott. Enrico Galoppini,
La Destra e i nuovi italiani: la presenza islamica a Torino.
– Sabato 14 maggio 2022, Area Dip. D, lezioni 19-20
Prof. Corrado Ocone
, Liberali e conservatori: affinità, differenze, convergenze
Dott. Vincenzo D’Anna
, I principi del Marketing Politico
– Sabato 21 maggio 2022, Area Dip. D, lezioni 21 – 22
Prof. Aldo Rizza
, Prospettive odierne di politica internazionale.
Prof. Francesco Giubilei
– Il conservatorismo Italiano.
Al termine del Corso verrà rilasciato ai partecipanti un attestato di frequenza.

Canalis: “Giunta Cirio faccia di più per formare e reperire operatori”

Non solo carenza di operatori, ma anche assenza delle necessarie qualifiche. La consigliera Monica Canalis (Pd): “OSS a cui viene chiesto di somministrare i farmaci o infermieri stranieri senza l’equipollenza dei titoli mettono a rischio la sicurezza dei pazienti e degli operatori”.

«La pandemia ha messo in evidenza i punti di debolezza del sistema sociosanitario piemontese, rendendo eclatanti problemi che erano preesistenti, in particolare la carenza di medici, infermieri ed OSS. Un tema che colpisce pericolosamente le strutture residenziali e semi residenziali sanitarie e socio sanitarie del Piemonte, come emerso nell’audizione odierna con la Funzione Pubblica Terzo Settore di CGIL, CISL e UIL.

Non sono rari gli OSS a cui viene chiesto di somministrare i farmaci o gli infermieri stranieri senza l’equipollenza dei titoli, situazioni che possono mettere a rischio la sicurezza dei pazienti e degli operatori, perché non garantiscono le necessarie qualifiche e competenze.

Eppure, a fronte di un consistente spostamento di operatori dalle RSA alle ASL, in risposta ai recenti bandi, la Giunta Cirio non ha finora messo in atto alcuna misura seria per sostenere la formazione degli infermieri arrivati dall’estero per tamponare i vuoti di forza lavoro e operanti senza avere l’equipollenza dei titoli, né per avviare analoghe iniziative formative per coloro che sono stati assunti durante l’emergenza pandemica per operare in deroga come OSS senza avere i titoli.

Sarebbero necessari urgenti interventi di qualificazione, per garantire la qualità del servizio in strutture che operano su autorizzazione delle ASL ed evitare incidenti sanitari e dolorose implicazioni penali.

In questi anni abbiamo assistito a una grande negligenza da parte della Giunta Cirio nei confronti delle RSA, al punto di dichiararne assurdamente l’estraneità rispetto al Sistema Sanitario Regionale e di arrivare in ritardo nella protezione dei loro ospiti, ma adesso è il momento di recuperare il tempo perso, di far pressione sul Governo nazionale per rivedere i blocchi formativi e assunzionali, di assumersi la responsabilità, tutta regionale, di una revisione dei minutaggi e delle tariffe (che condizionano le assunzioni) e di effettuare una seria vigilanza sulle autorizzazioni date a strutture non corrispondenti agli standards assistenziali, di promuovere più corsi per OSS.

La Giunta non può limitarsi a proporre il distacco, poco efficace, di personale dal pubblico al privato o impiegare il personale non qualificato in deroga. A distanza di due anni dall’inizio della pandemia e di due anni e mezzo dall’inizio del mandato, Cirio, Icardi e Caucino devono finalmente occuparsi di Rsa e confrontarsi con tutti gli attori coinvolti.

Non è possibile una riforma del modello di cura in assenza di condizioni soddisfacenti della forza lavoro»..

Monica CANALIS – Vice segretaria Pd Piemonte e consigliera regionale

Rifondazione in piazza contro il caro bollette

SABATO 12 FEBBRAIO RIFONDAZIONE COMUNISTA IN TUTTE LE PIAZZE D’ITALIA CONTRO IL CARO-VITA.
TORINO banchetto di raccolta firme dalle 10 alle 13 in via GARIBALDI angolo mercato di corso PALESTRO.
CONFERENZA STAMPA ore 11.15
per presentare le nostre proposte per abbattere l’aumento insostenibile per singoli e famiglie della luce e del gas e del conseguente carovita.
 
L’aumento delle bollette e di conseguenza di tutti beni che ricade su singoli e famiglie diventa sempre più insostenibile: nel primo trimestre 2022 ci sarà un aumento del +55% per la luce e del +41,8% per il gas (fonte Arera).
Le risposte del governo Draghi sono largamente insufficienti!
Non bastano i “ristori” e gli interventi temporanei, occorrono interventi strutturali.
Bisogna:
  • abolire accise e oneri generali
  • combattere la speculazione sui prezzi dell’energia
  • usare gli extra profitti delle aziende che producono e distribuiscono energia per combattere gli aumenti
  • ripristinare il controllo pubblico delle tariffe
  • bloccare il passaggio al “mercato libero”.
Occorre costruire un movimento in difesa dei salari e contro il “lavoro povero”.
Per tutto questo Rifondazione Comunista prosegue e rilancia la sua campagna nazionale di raccolta firme popolare contro il carovita da presentare ai Prefetti e ai Sindaci delle città.
Rifondazione Comunista

Maurizio Marello (Pd): Lettera Aperta in occasione del Giorno del Ricordo

 

Alba, 10 febbraio 2022

Dalle esecuzioni nelle foibe qualcuno uscì miracolosamente vivo. Uno dei pochissimi casi conosciuti raccontava:  

«Cadendo, non toccai fondo, e tornato a galla potei nascondermi sotto una roccia. Subito dopo vidi precipitare altri quattro compagni colpiti da raffiche di mitra. Poco dopo fu gettata nella cavità una bomba che scoppiò sott’acqua schiacciandomi con la pressione dell’aria contro la roccia. Verso sera riuscii ad arrampicarmi per la parete scoscesa e a guadagnare la campagna, dove rimasi per quattro giorni e quattro notti consecutivi, celato in una buca. Tornato nascostamente al mio paese per timore di ricadere nelle grinfie dei miei persecutori, fuggii a Pola. E solo allora potei dire di essere veramente salvo».  

Le vittime delle “foibe” sono morte per le loro origini, tra atrocità.

Commemorarle oggi, nel “Giorno del Ricordo” consente di conservare e rinnovare la memoria di questa tragedia e dell’esodo dalle loro terre di istriani, fiumani e dalmati, rendendo loro giustizia.

Questo spaccato del nostro passato ha calpestato i principi di pace, uguaglianza e dignità: diritti e valori che si devono a ciascuna vita umana.

Maurizio Marello

 

Franco Marini, l’attualità del suo magistero

Un anno fa ci lasciava Franco Marini. Un grande sindacalista, un leader politico, un
uomo delle istituzioni. Una vita intera caratterizzata dall’impegno pubblico nelle sue
varie articolazioni ma sempre ispirata ad una cultura politica, ad un preciso fiocine
ideale e, soprattutto, ad uno “stile” che l’ha sempre contraddistinto.
Uno stile, cioè, sobrio e trasparente, ma sempre coerente e coraggioso. E questo filone ideale si
chiama semplicemente cattolicesimo sociale.
Ecco, Franco Marini – come prima di lui Carlo Donat-Cattin, il “suo maestro politico” – è
stato, sin dai primi passi nella Cisl, un interprete autorevole e significativo di questa
cultura che non tramonta con la scomparsa dei suoi leader ma continua a fermentare
e a lievitare l’intera politica italiana.
E il magistero politico, sociale, culturale ed istituzionale di Marini è destinato a lasciare
il segno nella concreta dialettica politica, in particolare nell’area cattolica italiana.
Anche se variegata e composita. Perchè i due caposaldi di fondo attorno ai quali si è
concentrata l’azione di Marini nella sua lunga esperienza pubblica sono sempre stati
quelli di porre la “questione sociale” al centro dell’iniziativa politica da un lato e la
difesa, la promozione e la tutela dei ceti popolari dall’altro. E quindi, una forte
attenzione alle ragioni, alle istanze, ai problemi che attraversano i ceti popolari nel
nostro paese. Non in chiave classista ma con l’obiettivo, parallelo, di favorire la
crescita, lo sviluppo e il progresso del nostro paese senza dimenticare però chi è più
difficoltà, chi vive ai margini e soprattutto chi rischia di uscire sconfitto o emarginato
dal divenire della storia. Il tutto senza cedere nulla alla retorica, alla propaganda o al
solo richiamo burocratico e protocollare della propria cultura. No, Franco Marini è
sempre stato esplicito su questo versante, ai limiti della ruvidezza. Non amava la sola
testimonianza, anche se la rispettava. La riteneva impotente e sterile. Perchè la sua
formazione è sempre stata ispirata ad un criterio ben definito. E cioè, la cultura
politica, un filone ideale – nel caso specifico il cattolicesimo sociale e popolare – hanno
un senso se sono accompagnati dall’azione. Dall’impegno sindacale a quello politico in
un partito, dalla presenza nelle sedi istituzionali al ruolo nei vari organi di governo.
Insomma, per Marini la difesa e la promozione dei ceti popolari richiede la conoscenza
e la condivisione di quelle domande e di quelle istanze e la capacità, al contempo, di
saper dare delle risposte concrete. E questo richiede alcuni elementi costitutivi del
modo d’essere in politica: radicamento territoriale, rappresentanza sociale, militanza
popolare, disponibilità all’ascolto e, infine, elaborazione politica e traduzione
legislativa. Elementi che portano ad una conclusione: la politica “popolare” è l’esatta
alternativa della deriva populista, demagogica, antiparlamentare e qualunquista.
Marini, come ovvio, non assecondava le mode che sono sempre fluide, passeggere ed
insignificanti. Perchè Marini è sempre stato l’interprete per eccellenza di una
tradizione che affondava la sua credibilità nella rete popolare della nostra società. Una
concezione che non è destinata a tramontare se non si vuol ridurre la politica alla sola
personalizzazione e spettacolarizzazione. Cioè, ad una dimensione che prescinde
radicalmente da ogni sorta di orizzonte ideale e da ogni radicamento sociale e
popolare.
Ecco perchè il magistero di Franco Marini resta attuale e contemporaneo. Innanzitutto
per tutti coloro che continuano a credere che il cattolicesimo sociale e popolare non
tramonta come una semplice moda. E, in secondo luogo, perchè la credibilità e la
nobiltà della politica ritornano solo se alcune categorie non vengono emarginate o
derise. E la lezione di Marini, come di altri leader e statisti che sono stati interpreti
eccellenti di quella tradizione, continua ad essere un faro che illumina l’azione
concreta di molti di noi che, con molta modestia e riconosciuta umiltà, cercano di non
far cadere quella fiaccola nei meandri dell’antipolitica e del qualunquismo anti
istituzionale.
Giorgio Merlo

Democrazia senza partiti, una nuova forma di politica per consolidare la durata dei governi

Ecco quanto riportato nella premessa della proposta, condivisa da un gruppo di cittadini (presente per intero sul sito www.democraziasenzapartiti.it) che sembrerebbero intenzionati a costituire un Movimento nazionale di scopo per provare ad animare nuove prospettive politiche nazionali.

L’atto costitutivo è pronto ed anche il singolare codice etico che siamo riusciti ad ottenere e di seguito riportiamo per intero.

Sarà interessante, in questo quadro politico internazionale, dove, la sfiducia sempre più crescente nei confronti della politica, il primo partito sembrerebbe essere l’astensionismo, monitorare gli sviluppi di un progetto così ambizioso ed al tempo stesso rivoluzionario rispetto a quanto da noi conosciuto, proposto comunque con toni pacati, costruttivi e rispettosi di tutti.

Premessa

La presente proposta, aperta a qualsiasi suggerimento, nel rispetto dei principi fondamentali espressi nella nostra costituzione, vuole provare a cambiare l’attuale paradigma della politica, sostituendo la centralità delle scelte oggi effettuate nelle segreterie di partito, con un sistema regolamentato che ponga, al centro, i Sindaci direttamente eletti dai cittadini, i Presidenti di Provincia o di Regione e il riconoscimento delle qualità personali dei candidati. I Sindaci, assumono il primo ruolo fondamentale nell’attuazione della riforma, sono loro le sentinelle dei territori, i principali punti di riferimento per i cittadini, quelli che conoscono i problemi delle loro comunità e cercano di risolverli.

L’obbiettivo è quello di riuscire a costruire una nuova democratica forma politica nazionale, più snella, competente e capace di durare nell’interesse del paese, è arrivato il momento di essere rappresentati in forma duratura, da persone considerate autorevoli o che possano acquisire tale importante qualità, in virtù delle loro competenze e azioni politiche strutturali a medio e lungo termine.

Dobbiamo dare ai cittadini maggiore fiducia e al tempo stesso far rispettare le regole con tempestività, affinché, l’educazione, la correttezza, l’onesta e la giustizia possano prevalere, non solo nel comportamento individuale e personale, ma come riconoscimento di valori fondamentali di una comunità. Di conseguenza, la maleducazione, la scorrettezza, la disonestà e l’ingiustizia devono essere fortemente combattute con un’adeguata gradualità rispetto alla gravità degli eventi.

Occorre confinare le campagne elettorali in momenti temporali limitati e definiti, cercando di alimentare tra i politici il confronto costruttivo sui problemi del paese, al fine di intendere anche insieme, soluzioni condivise nell’interesse dei cittadini e non del proprio schieramento politico. Il tutto, con il massimo rispetto per quello che è stato fatto nel passato da molti partiti, attraverso i loro rappresentanti, uomini e donne che hanno creduto negli ideali politici, lavorando per lo sviluppo economico e democratico del nostro paese.

Oggi, la politica evoluta attraverso i partiti nazionali, ha costruito una visione di appartenenza, dove spesso, la disciplina di partito, prevale sulla capacità e volontà personale. La condivisione dell’opinione di un avversario politico o di un programma, sul quale sviluppare argomenti comuni nell’interesse della collettività è un fatto raro. Da troppi anni, i cittadini vedono dissolvere tempo e denaro in parole e liti, percependo inoltre, uno scollamento tra la realtà della vita comune e la capacità della politica di dare risposte concrete alle tante esigenze della maggioranza della popolazione.

Il tanto atteso sistema meritocratico è quasi inapplicato, incagliato in una sorta di garantismo per tutti a tutela di tutti e di nessuno, la peculiare burocrazia del nostro paese, anch’essa a tutela di un meccanismo voluto da pochi e apprezzato da nessuno, non riesce ad essere definitivamente riformato nonostante le tante buone intenzioni di tutti.

Dobbiamo dare ai cittadini maggiore fiducia e al tempo stesso far rispettare le regole con tempestività, affinché, l’educazione, la correttezza, l’onesta e la giustizia possano prevalere, non solo nel comportamento individuale e personale, ma come riconoscimento di valori fondamentali di una comunità. Di conseguenza, la maleducazione, la scorrettezza, la disonestà e l’ingiustizia devono essere fortemente combattute con un’adeguata gradualità rispetto alla gravità degli eventi.

Ai cittadini, spetta il diritto di stabilire a maggioranza, quali sono gli uomini o le donne che, prestati alla politica, abbiano le capacità per ricevere la delega di legiferare le norme del nostro vivere quotidiano, delineando il futuro della nostra società.

La democrazia politica, legittimata con il voto, deve trasformarsi da una forma di governo decisa nelle segreterie dei partiti, esercitata con perenni contrapposizioni tra le parti, ad una forma di governo proposta dai rappresentanti dei cittadini sui territori, esercitata nella massima trasparenza con spirito costruttivo e nell’interesse delle comunità.

La proposta di trasformazione dei partiti/movimenti politici nazionali così come oggi sono strutturati, attraverso l’istituzione di due nuovi organi costituzionali “l’Assemblea Provinciale o Regionale dei Sindaci” e “l’Assemblea Nazionale delle Provincie o delle Regioni” costituisce la strada necessaria da percorrere per costruire una politica capace di confrontarsi nel rispetto delle opinioni altrui al fine di trovare insieme le soluzioni migliori per le comunità.

Gli elettori devono essere considerati la parte attiva delle scelte politiche e non un bacino attraverso il quale legittimare la propria candidatura fine a sé stessa.

È altrettanto importante sottolineare che, la politica, non è un fatto esercitato in modo astratto, bensì il frutto delle decisioni prese nei vari livelli istituzionali da donne e uomini ai quali, va comunque il merito di essersi “attivati”, per provare a dare il proprio contributo.

Criticare la politica senza interessarsi attivamente o senza approfondire le norme e le motivazioni alla base delle decisioni prese, è molto facile; diverso è credere di avere delle capacità da mettere al servizio della comunità, per migliorare il proprio comune, la propria provincia, regione o nazione.

Comprendere questo aspetto è fondamentale per capire l’importanza delle persone e non delle bandiere, generando una politica dove chi si attiva sia libero di valutare di volta in volta le proprie scelte e sia rispettato per le proprie decisioni.

Occorre creare la consapevolezza che ogni cittadino deve fare la sua parte, perché non ci sarà nessuna riforma che possa far migliorare una nazione, se gli uomini e le donne che compongono la società, non riconoscono le proprie qualità e i propri difetti e su di essi, maturino l’esigenza di un comportamento diverso, finalizzato a costruire una società basata su regole semplici, chiare, di buon senso e vicine alle esigenze del bene comune nel rispetto delle capacità individuali e collettive. Il nostro benessere, però, non può essere garantito solo da noi stessi: dobbiamo cercare e riconoscere nella società civile le qualità altrui, quelle capacità necessarie che possano garantire, attraverso il voto, la scelta di donne e uomini in grado di legiferare il nostro vivere quotidiano nell’interesse collettivo. Il senso di giustizia ed equità, la voglia intrinseca in ogni cittadino di vivere in una società capace di funzionare secondo regole condivise dalla maggioranza della popolazione, deve potersi realizzare pienamente, se non vogliamo essere sopraffatti dall’ingiustizia, dalla burocrazia e dall’individualismo.

IL CODICE ETICO

  1. OBBLIGHI DI COMPORTAMENTO:

Tutti gli iscritti siano essi associati con ruoli interni, elettivi, istituzionali, di governo o affiliati, si impegnano nell’attività associativa, in relazione alle personali predisposizioni, competenze e disponibilità, perseguendo e rispettando le finalità e i principi associativi, concorrendo, ognuno in base al proprio ruolo, alla realizzazione degli indirizzi politici secondo i principi generali espressi nel testo DEMOCRAZIA SENZA PARTITI ed eventuali evoluzioni, osservando nell’esercizio del proprio ruolo associativo e/o politico i seguenti comportamenti:

  • rispettando i principi espressi nella nostra costituzione e nelle leggi dello stato italiano;
  • mettendo a disposizione le proprie competenze con dedizione, lealtà ed onore, rifiutando di conformarsi alle ingiustizie e alle cose che non funzionano, impegnandosi con determinazione per migliorarle;
  • senza pregiudizi nei confronti delle persone appartenenti ad altri schieramenti politici;
  • valutando le proposte politiche nel merito e nel solo interesse per i cittadini, e quando condivisibili, approvarle a prescindere dall’appartenenza politica del proponente e dalla reciprocità di comportamento;
  • rispettando l’opinione altrui e lasciando libertà di scelta individuale ai propri associati e/o al proprio gruppo politico, durante qualsiasi operazione di voto;
  • rispettando le scelte approvate a maggioranza dagli associati e/o dal proprio gruppo politico;
  • rivolgendosi ai cittadini nelle comunicazioni politiche in modo sincero e mai strumentale, evitando di parlare per concetti assoluti o fare critiche fine a se stesse, prediligendo le discussioni costruttive e le proposte concrete;
  • agendo in modo coerente rispetto alle proprie opinioni, con determinazione, ma al tempo stesso con la capacità di ravvedersi in tutte quelle decisioni, dove, nuovi elementi, evidenziano la necessità di migliorare scelte pregresse, modificandole;
  • senza mai aver paura di scusarsi con i cittadini e/o con un politico di un altro schieramento in tutte quelle circostanze necessarie;
  • con correttezza, rispetto e spirito di collaborazione verso i propri aderenti e le controparti politiche;
  • utilizzando un linguaggio consono al contesto, nel rispetto dell’uso di un lessico educato, rigettando atteggiamenti qualunquistici e denigratori delle controparti politiche in modo aprioristico;
  • mantenendo un atteggiamento di disponibilità al dialogo e al confronto verso tutte quelle persone che dimostrano altrettanta disponibilità;
  • nel rispetto del principio di trasparenza dell’azione pubblica;
  • nel rispetto del lavoro altrui;
  • riconoscendo le capacità altrui ovunque vengano riscontrate;
  • attraverso un preventivo confronto con tutti i rappresentanti politici e/o le rappresentanze associative, in quelle circostanze dove occorre prendere decisioni importanti per i cittadini.

Il centrodestra si spacca in Piemonte per la corsa alle poltrone regionali

Passiamo all’opposizione. No, garantiamo il sostegno esterno. Macché, manteniamo i nostri assessori ma votiamo solo ciò che ci convince.

Mi si nota di più se faccio l’offeso e me ne vado o se organizzo delle imboscate stando dentro?  Però possiamo fare pace se ci coccolano un po’ e aumentano le deleghe per i nostri assessori. Abbastanza squallido lo scontro tra Lega e Fdi alla Regione Piemonte. I meloniani, forti dei sondaggi che li danno al primo posto nella Trimurti dell’ex centrodestra, hanno richiesto un aggiustamento negli uffici di presidenza del consiglio regionale dove non sono presenti…

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Mentre i partiti litigano Barriera di Milano muore

Ineccepibile Sergio Mattarella, ha una marcia in più. Direi qualcosa di più di una marcia indietro di questo Parlamento sonecchioso ma scaltrissimo…oltre 50 applausi.

Il Presidente ha dettato l’agenda alla politica e ai partiti. Entusiasti, tanto non faranno nulla. Del resto coerenti sono. Almeno, dopo il discorso del Presidente, abbiamo fatto una bella figura in Europa e non solo. Bersani rientra nel Pd o per meglio dire detta le sue condizioni.  Non lavora per sé stesso ma per i suoi, da Speranza in avanti.  Una cosa è  chiara: Articolo uno è stato un fallimento totale.  Chissà cosa farà il leader maximo  alias D’Alema? Probabilmente niente. Lui, oramai pensa alla Cina ed ai suoi possedimenti nel Chianti.  Ha già dato.  Pd ed Enrico Letta raggianti e soprattutto lui pimpante. Tra un anno si vota e già si lavora per le candidature.  Se si fan due calcoli, tra un 20% di ricambio fisiologico e la cura dimagrante , se va bene rientreranno il 50 %. Problemi che hanno tutti i partiti, anche se, ammetto, faccio fatica nel chiamarli partiti.  Direi  un insieme di comitati elettorali. Oramai sono andati oltre alle corrrenti. Ma a volte ritornano. A Torino nuova Democrazia Cristiana con il figlio del Conte  Sala Calleri, primo presidente della Regione Piemonte.  Tutti intorno a Clemente Mastella con Giorgio Merlo figlio della nidiata di Carlo Donat-Cattin. Insomma, a volte ritornano. Un po’ invidiosi i nostalgici del PCI.  Ma cari tutti, proprio tutti … il tempo non ritorna, e quando si pensa che sia ritornato è più una fotocopia sbiadita e rischi di essere una farsa. Comunque come si dice sempre in questi casi: contenti loro contenti tutti.  Sono anche contenti i Piddini torinesi.  Accordo fatto: Marcello Manzu da Grugliasco è il nuovo segretario Provinciale.
Per l’esattezza dovrà diventare, ma già rilascia interviste da nuovo segretario. Buono, no? Almeno si risparmiano un sacco di parole inutili. Congresso, mozioni e contro mozioni. Interventi e decennali discussioni. Si sono portati in avanti. La sola arrabbiata è l’ex parlamentare Bragantini. Lei proprio non ci sta  e sbatte la porta. Da ora in poi sarà solo un’iscritta. E a proposito di iscritti, quanti sono gli usciti al Pd Subalpino? Il mistero è fitto. In altre parole non è dato sapere. Alla fine, comunque acque calme  nel centro sinistra.  Viceversa tempeste a go-go nel centro destra.  A Roma come a Torino.  In Regione leghisti e forza Italia manco si parlano più insieme.  Ed il governatore Ciro manco parla più insieme a loro.  Preferisce parlare con il sindaco Stefano lo Russo. Magari riusciamo a portare a casa qualcosa come città. In corso Palermo i nigeriani per festeggiare la vittoria della loro nazionale aggrediscono , costringendoli alla fuga, i poliziotti. Vi prego, intervenite subito.  Una delle barriere più belle di Torino è diventatata una cloaca a cielo aperto piena di violenza e sopraffazione. Esercito esercito esercito. Mi è stato detto che sarebbe inutile.  Fosse anche vero abbiamo, hanno il dovere di intervenire. Subito subito subito. Basta veramente.  I residenti di Barriera sono oltre ogni ragionevole esasperazione.  Dagli anni 90 non ci abito più.  Ma il tutto mi dà una incalcolabile rabbia. E sento mia l’esasperazione dei residenti.  E mi domando (come al solito) che cosa fa la politica e i politici? Polemizzano tra loro e basta.  Vuol dire che, praticamente non fanno nulla.  Anzi , non facendo nulla ci prendono in giro. E prima o poi ci ri scapperà il morto. Rabbia, tanta ed infinita rabbia.
Patrizio Tosetto

Radicali: a Torino il coordinamento Referendum Eutanasia e Cannabis legale

 Partito Democratico, Italia Viva, Azione: Da che parte state? 

I coordinatori dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta di Torino, Andrea Turi  Daniele Degiorgis e Patrizia De Grazia, con il Presidente di Radicali Italiani, Igor Boni, hanno dichiarato: “Siamo molto felici delle tantissime associazioni e dei molteplici partiti e movimenti politici che hanno aderito in queste settimane al neonato Coordinamento torinese per la difesa dei referendum sull’Eutanasia Legale e sulla Cannabis Legale lanciato dalla Cellula Coscioni di Torino. Non possiamo fare a meno di notare con preoccupazione, tuttavia, tre grandi assenze politiche di rilievo: quella di Italia Viva, di Azione e del Partito Democratico. Essendo convinti che la libertà di scelta di ciascun essere umano sia elemento prioritario del programma di ciascuno di questi partiti, li invitiamo oggi a mettere il proprio nome, la propria faccia e la propria militanza in questa grande battaglia di civiltà che avrà la forza di scrivere un nuovo, grande, capitolo dei diritti civili nel nostro Paese.
Il 15 Febbraio, la Corte Costituzionale sarà chiamata a decidere della ammissibilità dei referendum. Speriamo che prima e dopo questa importantissima data, tanto il Partito Democratico, quanto Azione e Italia Viva decideranno di essere al nostro fianco e di aderire al Coordinamento per il SÌ con il proprio simbolo. Perché dietro un simbolo politico si nasconde la piena assunzione di responsabilità delle proprie idee e delle proprie convinzioni, responsabilità a cui nessun Partito dovrebbe mai sottrarsi.
Se è quando decideranno di esserci, saranno accolti a braccia aperte, come compagni di strada, fino a che questa battaglia non l’avremo vinta insieme.

Emergenza abitativa, tre urgenze: regia regionale, coerenza dei dati, impegno della politica

Senza il driver costituito da dati aggiornati, uniformi e affidabili (che non sempre ci sono) sviluppare politiche sensate sull’edilizia popolare è impossibile.

Occorre evitare che, in seguito a operazioni non necessarie di vendita o permuta degli appartamenti, il numero totale di unità disponibili si riduca. Una supervisione “sovrana” della Regione è necessaria. Con un’interpellanza, ho portato in Consiglio il caso di San Mauro, significativo di altre situazioni analoghe sul territorio regionale. Il tema va affrontato in Commissione, alla presenza della Giunta e dei soggetti proprietari degli alloggi.

Un caso specifico, quello di San Mauro, è significativo di un fenomeno più vasto: la crisi economica connessa alla pandemia sta aggravando anche nel comune collinare l’emergenza abitativa. Nel più recente Bando Casa pubblicato dal Comune di San Mauro (2018), risultano sul territorio del Comune 49 nuclei familiari in graduatoria, mentre altri 23 attendono di esservi inseriti (72 famiglie in totale attendono una casa). Risultano attualmente liberi, nelle disponibilità di ATC, diversi appartamenti in attesa di ristrutturazione: vogliamo sperare che siano consegnati al Comune di San Mauro in tempi brevi e che la possibilità di assegnare queste unità abitative ai cittadini in graduatoria sia presa in considerazione, ai sensi della Legge regionale n. 3 del 17 febbraio 2010 articolo 22 bis, senza vendite o permute non necessarie. Ho appena discusso, sul tema, un’interpellanza in Consiglio Regionale del Piemonte.

Questi i fatti. Ecco, invece, i problemi: la prima criticità, emersa anche in fase di discussione del mio atto, è la difficoltà a ottenere dati omogenei e certi su appartamenti liberi, appartamenti a disposizione e appartamenti da ristrutturare. ATC ha dichiarato che sono 13 gli appartamenti liberi, 9 dei quali in attesa ristrutturazione, sul territorio del Comune di San Mauro. L’Ufficio Casa ha dato una risposta diversa alla medesima domanda: 8 alloggi non sono attualmente disponibili in quanto inseriti nei casi di cambio / vendita. Che alla stessa richiesta ATC e un Comune diano risposte diverse è di per sé assurdo. Senza dati omogenei realizzare politiche efficaci è impossibile. Evitare di vendere o permutare beni che, con piccoli interventi e spesa limitata, potrebbero essere messi a disposizione dei cittadini è a sua volta un tema urgente. È assolutamente da evitare che, tra vendite e acquisti, il saldo risulti negativo.

Le possibili soluzioni: sia la Regione, con la sua regia, a tenere le fila della questione, coordinando ATC e i Comuni. Si convochi in Commissione l’Assessora Caucino e i soggetti proprietari delle unità abitative. Che scelte non coordinate da un’unica regia finiscano per creare una riduzione dei posti disponibili è un’eventualità da scongiurare assolutamente. Garantire una casa alle famiglie in difficoltà è una condizione necessaria per assicurare loro una seconda chance. Chiedo con forza che si apra la discussione in Commissione e che si affronti il tema in maniera seria prima che sia troppo tardi. La regia regionale sia sovrana e lavori per supportare chi non è in grado di pagare un affitto sul mercato ordinario.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.