POLITICA- Pagina 329

Giornata papilloma, Lega: Abbiamo tolto ogni barriera alla prevenzione

Il 4 marzo è la giornata mondiale per parlare di Hpv, la sigla con cui i medici individuano il papillomavirus umano.

“Mai come oggi, screening di prevenzione e vaccinazione contro l’Hpv sono tanto accessibili in Piemonte – commenta Alessandro Stecco, medico vercellese e presidente della Lega nella commissione Sanità del Consiglio regionale -, il Covid non ha rallentato la nostra azione a contrasto. Abbiamo una strategia vaccinale contro l’Hpv che prevede non solo l’offerta attiva e gratuita alle ragazze e ai ragazzi nel dodicesimo anno di età, ma anche l’estensione della gratuità della vaccinazione a donne di 25 anni di età in occasione della chiamata al primo Pap test, agli uomini con comportamenti sessuali a rischio, ai soggetti con infezione da Hiv, alle donne con lesione pre-cancerosa Cin+2”.

“Abbiamo tolto ogni barriera alla prevenzione in Regione Piemonte – ha proseguito – e, anche in caso di adesione ritardata, la gratuità è assicurata senza limiti di età. Screening e vaccino abbattono drasticamente il rischio di poter sviluppare il carcinoma della cervice uterina e i tumori indotti dal papilloma virus. Avevamo già illuminato il Consiglio regionale del Piemonte per richiamare l’attenzione sul tema e gli strumenti che oggi la nostra Regione mette a disposizione contro l’Hpv sono da considerarsi un’eccellenza a livello italiano”.

“Nel periodo natalizio esortavo a regalarsi una prevenzione, ora vicini alla Festa della Donna lancio nuovamente l’appello – conclude il presidente Stecco -: aderite alla campagna vaccinale in età scolare, questo permetterà di ridurre il numero di tumori che si presenteranno o le loro complicazioni”.

Tav: Iv, opera strategica per la mobilità sostenibile del paese

“Garantire le risorse per completare la tratta nazionale della Tav per non perdere i finanziamenti comunitari e per garantire da subito la piena funzionalità dell’infrastruttura”: è quanto affermano in una nota congiunta le deputate di Italia Viva Raffaella Paita e Silvia Fregolent, rispettivamente Presidente della Commissione Trasporti e capogruppo in Commissione Ambiente sui contenuti del parere al Documento strategico per la mobilità sostenibile, approvato oggi, mercoledì 2 marzo, a Montecitorio.
“Il documento impegna infatti il governo a finanziare completamente la tratta Bussoleno – Avigliana stanziando ulteriori 119 milioni di euro ed assicurando le risorse necessarie per realizzare la tratta Avigliano – Orbassano. Dopo lo stop ideologico causato dal M5S e dal Governo Conte I, la Torino – Lione torna al centro delle politiche nazionali per mobilità sostenibile e lo sviluppo ecocompatibile del territorio”: concludono.

Ora il pacifismo è di tutti. Non più solo della sinistra

Il dramma del popolo ucraino continua e cresce, di giorno in giorno, la mobilitazione popolare in tutta Europa a sua difesa. E anche e soprattutto in Italia. E questo è un fatto non solo positivo ma incoraggiante perchè è una sensibilità trasversale, corale e generale. Un cambiamento significativo rispetto ad un passato anche solo recente. Del resto, per moltissimi anni nella politica italiana quando si parlava di pace si pensava immediatamente alla sinistra. Alla sinistra parlamentare e, quando ancora esisteva, alla sinistra extraparlamentare. Era un film quasi scontato. Scoppiava una guerra in un angolo del mondo e, immediatamente, partiva la mobilitazione politica ed organizzativa della sinistra. Nello specifico, attraverso la rete capillare del Partito comunista italiano. Uno scenario che è proseguito per molti decenni nel nostro paese. Accanto, va pur detto, alla mobilitazione concreta di settori del mondo cattolico e dello stesso associazionismo del laicato cattolico organizzato. Finita la prima repubblica e archiviata la storia del Pci, la musica non è cambiata granchè. Sono cambiate certamente le sigle ma non è cambiata la modalità concreta nella trasmissione del messaggio che la pace e i valori della pace sono difesi sostanzialmente solo dalla sinistra. Ovvero, è sempre e solo la sinistra – seppur nelle sue multiformi e variegate espressioni – a scendere in campo e ad egemonizzare, di fatto, il tema importante e decisivo della pace. Decisivo non solo come valore da inverare e da coltivare ma anche, e soprattutto, come leva per costruire una strategia di politica internazionale. Pace che, come ovvio e scontato, deve sempre essere coniugata e strettamente intrecciata con una altrettanto adeguata e pertinente politica della sicurezza.

Ora, al di là di questa considerazione, quello che si può e si deve rilevare oggi è che è cambiata la sensibilità e la stessa partecipazione concreta alla richiesta di una seria e credibile “politica della pace”. Si è di molto affievolita la pregiudiziale anti americana – anche se non è del tutto scomparsa – da un lato e si è indebolita la tesi che è patrimonio esclusivo delle forze della sinistra politico e culturale di egemonizzare il tema della pace dall’altro. Certo, questa area politica continua e rivendicarne l’egemonia ma, rispetto anche solo ad un passato recente, si è progressivamente ridotta la pregiudiziale che il “resto del mondo” non ha titolo e merito per organizzare manifestazioni di protesta a difesa della pace nel mondo. Un peso rilevante, al riguardo, lo ha certamente avuto la Chiesa nelle sue multiformi espressioni grazie ad una elaborazione ecclesiale, culturale e sociale che ha contribuito a sensibilizzare moltissimi cattolici nella difesa e nella promozione concreta dei temi legati alla conservazione e alla salvaguardia della pace privilegiando la politica del dialogo, del confronto, del negoziato e della trattativa democratica tra i vari stati. Pur sapendo che ogni paese è frutto e conseguenza della sua storia e del suo passato. E difficilmente questo viene scalfito del tutto. Come sta accadendo, puntualmente, in questo drammatico e violento conflitto provocato dall’invasione russa dell’Ucraina.
Ecco perchè è importante oggi cogliere un dato politico. E cioè, la voglia e la domanda di pace, il rifiuto della guerra come soluzione dei problemi tra gli Stati, il ricorso costante e convinto al dialogo e al confronto tra le varie parti in causa, la necessità di rispettare le sovranità dei singoli paesi seppur senza alterare gli storici equilibri geopolitici mondiali, non è più riconducibile solo ed esclusivamente al mondo della sinistra. Sinistra ideologica o post ideologica che sia. E questo è certamente un passo in avanti perchè mette in discussione la tradizionale ed atavica, nonchè del tutto presunta, “superiorità morale” di un’area politica da un lato e, dall’altro, la concezione sempre più fuori luogo e fuori tempo che il valore della pace appartenga al solo patrimonio della sinistra ex comunista e post comunista. Le dichiarazioni, le manifestazioni, le mobilitazioni, gli appelli di questi giorni confermano che la pace è sempre più un valore universale, corale, collegiale, plurale e sempre meno ancorato ad una logica di partito, ad un sistema ideologico e ad una sola appartenenza culturale. Certo, non mancano i rigurgiti e le tentazioni di chi, soprattutto nella periferia italiana, identificano ancora la pace con la piazza e con la sinistra. Elementi che fanno parte di un vecchio retaggio ideologico e politico. Ma quello che oggi si può e si deve cogliere è che su questo versante c’è stato un forte salto di qualità. A livello politico, culturale, sociale, intellettuale ed anche etico. La difesa della pace, cioè, appartiene a tutti. Nessuno può più rivendicarne l’egemonia.

Giorgio Merlo

Noi di centro in difesa dell’automotive

“La notizia che il Governo ha deciso di stanziare un miliardo al settore dell’automotive grazie
all’intervento del leader dell’associazione SI TAV SI Lavoro, Mino Giachino, è splendida. Il settore
automotive è sempre stato il motore della città e oggi è più che mai necessario difenderlo. Torino è stata la culla dell’automobilismo italiano e il legame è ancora forte. Non disperdiamo questo patrimonio industriale e ben vengano iniziative come quella di Mino Giachino. Siamo al suo fianco nel cercare di mantenere l’automotive come baluardo dell’economia piemontese”.

Guido Calleri di Sala – Segretario Provinciale  “Noi di Centro”.

Grimaldi (LUV): La politica deve andare più veloce della variante criminalità

Rapporto di Libera sulla criminalità in pandemia. Un milione di questionari a tutti i commercianti.

“La variante criminalità è quella che non abbiamo considerato e che – purtroppo – sta infettando il tessuto economico e sociale del Paese più di prima grazie alla pandemia: interdittive, segnalazioni sospette, reati di usura, di estorsione e riciclaggio denaro, delitti informatici, truffe e frodi informatiche sono aumentati nel biennio pandemico. Un’emergenza che da troppo tempo cerchiamo di non vedere” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, commentando il dossier “La tempesta perfetta 2022. La variante Criminalità” presentato da Libera e Lavialibera.

“Le mafie cambiano, diventando più imprenditoriali, flessibili, e oggi cercano di aggredire anche il settore della produzione o della commercializzazione di prodotti sanitari, medicali e di dispositivi di protezione individuali, e di accedere ai fondi pubblici destinati al sostegno dell’economia” – prosegue Grimaldi. – “Il Piemonte in questa mappa drammatica si trova in ‘zona arancione’, con un incremento del numero di segnalazioni sospette del 16% rispetto al precedente biennio. Come la pandemia ci ha mostrato che dobbiamo difendere la Sanità pubblica e tornare ad assumere, anche per la criminalità c’è bisogno di più intelligence nelle prefetture e nella DIA per scandagliare le teste di legno e i legami che si possono vedere solo attraverso la marea di soldi riciclati nella lavanderia Piemonte. Anche la Regione deve affinare la sua capacità di controllo, impedire a ogni costo che il PNRR diventi una grande occasione per le mafie, per esempio distribuire un milione di questionari anonimi a tutti i commercianti del Piemonte per farci raccontare che cosa vedono. La criminalità va veloce e sa mutare come il più tenace dei virus, la politica deve essere più veloce”.

Ucraina: raccolta farmaci presso associazione Aglietta. “Ma bisogna aiutare esercito”

La sede dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta (via San Dalmazzo 9/bis) resterà aperta Giovedì 3 Marzo dalle 18 alle 22 e Sabato 5 Marzo dalle 10 alle 17,

per raccogliere farmaci e cibo che i cittadini torinesi vorranno donare per aiutare concretamente il popolo Ucraino di fronte all’aggressione criminale che stanno subendo.
I beni donati dai cittadini verranno divisi, inscatolati e trasportati ai diversi punti di raccolta individuati da Ambasciata e Consolato sul territorio Torinese. Di seguito la lista di farmaci di cui c’è maggiore necessità:
https://drive.google.com/drive/folders/1z7P5DD3gnsb8XBarGEBDzNGViTAV5jkC?usp=sharing
Il Presidente di Radicali Italiani, Igor Boni, e i coordinatori dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta, Patrizia De Grazia, Daniele Degiorgis e Andrea Turi, hanno dichiarato: “Siamo contentissimi della corsa alla solidarietà che i cittadini italiani stanno dimostrando nei confronti dei cittadini Ucraini. Le piazze sono piene, le offerte di ospitare profughi in casa propria e le donazioni di beni di prima necessità non si contano neanche più ed è qualcosa di straordinario.
Ma in tutto ciò, ci preoccupano molto le affermazioni di politici appartenenti a schieramento opposti, come il Sen. Salvini e l’On. Boldrini, che non sostengono la cessione di armi e di strumenti militari. La pace è il migliore scenario auspicabile per qualunque popolo e Paese, ma la cessione da parte nostra di armi al popolo Ucraino non è lo spartiacque tra pace e guerra, ma quella tra lo sterminio degli Ucraini e il loro aiutarli a difendersi. Le città Ucraine stanno venendo bombardate. Putin le armi le usa. Gli Ucraini devono potersi difendere con le armi, altrimenti, quella nostra solidarietà non sarà stata all’altezza di chi oggi muore, civile o militare, sotto il fuoco delle armi altrui. È per questo che la nostra Associazione, insieme a +Europa Torino e alla Cellula Coscioni Torinese, ha deciso di perseguire entrambe le direzioni: raccoglieremo farmaci e cibo, ma daremo anche del denaro per sostenere l’esercito Ucraino e l’acquisto di materiale militare:
(Qui iban e coordinate per sostenere le Forze Armate Ucraine)
https://drive.google.com/drive/folders/1HMjgH1yPdcb2MsmROF3vSyErvLgaZH8A?usp=sharing2. “.
Link Banca Nazionale Ucraina per sostegno a forze militari:
https://bank.gov.ua/en/news/all/natsionalniy-bank-vidkriv-spetsrahunok-dlya-zboru-koshtiv-na-potrebi-armiyi?fbclid=IwAR0ECFKleXP5PMc3WwmhFKuK9VLBJItDOFmM0FMZ-THfGAvNQ7Kao9KnAIE
Слава Україні!

“La battaglia per la legalizzazione dell’eutanasia in Italia non si ferma”

Riceviamo e pubblichiamo

Sabato 5 e domenica 6 marzo dalle 13 alle 16 i volontari della Cellula Coscioni saranno in
via Garibaldi angolo via XX Settembre a Torino per chiedere ai cittadini di sottoscrivere
l’appello rivolto al Parlamento affinché si impegni a modificare il disegno di legge sul fine
vita attualmente in discussione a farlo nel minor tempo possibile.

Nonostante la dichiarazione d’inammissibilità della Corte Costituzionale e le parole
“accusatorie” azzardate dal presidente Giuliano Amato in conferenza stampa nei confronti
del comitato promotore, il lavoro dell’Associazione Luca Coscioni continua.

In particolare ciò che si chiede è di intervenire con adeguate modifiche sul testo in
approvazione alle Camera per evitare che la legge faccia “un passo indietro” rispetto a ciò
che la Corte Costituzionale ha stabilito attraverso la sentenza 242\2019
(Cappato/Antoniani). “Se immaginassimo di applicare la legge in discussione a un caso
come quello di Fabo, la verifica della sofferenza psicologica intollerabile (prevista come
condizione indispensabile nel disegno di legge, ma non nella sentenza della Consulta)
avrebbe potuto rappresentare un ostacolo, nonostante avrebbe superato la verifica relativa
alle sofferenze fisiche, legate alla sua condizione di tetraplegia e cecità” hanno dichiarato
Marco Cappato e Filomena Gallo “Infatti, non è detto che una sofferenza psicologica
insopportabile sia necessariamente presente nei malati irreversibili. Aver introdotto questo
requisito in combinato disposto con le sofferenze fisiche, sembra più una trappola per
negare alla persona malata la libertà di scelta che una condizione di tutela” hanno
concluso.

L’invito a sottoscrivere l’appello non è però rivolto ai soli cittadini, ma anche a tutti i
consiglieri comunali dell’area metropolitana che possono chiedere alla propria
Amministrazione di trasmettere alle Camere la richiesta per legiferare sul tema.
“Molti consiglieri comunali hanno già presentato mozioni dirette alle Camere. Torino,
grazie al consigliere Silvio Viale, ancora una volta è stata la prima città a farlo. Invitiamo
tutti i consiglieri di qualsiasi schieramento politico a mettersi in contatto con noi per
presentare la nostra mozione nel proprio comune” commentano dalla Cellula Coscioni
Torino.

I tavoli di sabato 5 e domenica 6 marzo saranno inoltre l’occasione per continuare a
informare i cittadini sui diritti del fine vita e sul testamento biologico.

Per info
cellulatorino@associazionelucacoscioni.it

Disoccupato un giovane piemontese su quattro

Il dato arriva al 58% considerando la sola popolazione femminile nella fascia d’età 15-24: la situazione è drammatica. Ho presentato un Question Time in Consiglio Regionale per chiedere alla Giunta politiche in grado di cambiare le cose.

 

Il 24% dei giovani piemontesi nella fascia d’età 15-24 non lavora; una percentuale che arriva al 58% considerando solo le ragazze, elemento che di per sé rappresenta una rilevantissima differenza di genere. Questi dati drammatici (fonti: Istat, Eurostat) rendono la situazione in Piemonte particolarmente grave in un contesto, quello europeo, nel quale il tasso di occupazione tra i giovani (cioè la percentuale di occupati rapportata al totale della popolazione raffrontabile di età compresa tra i 15 e i 24 anni) è invece in progressivo aumento.

Con un Question Time presentato a Palazzo Lascaris chiederò alla Giunta, nella seduta di domani del Consiglio Regionale, quali misure urgenti si intendano attuare a favore dell’occupazione giovanile in Piemonte. Aiutare i giovani a entrare – e a rimanere – nel mercato del lavoro è una parte essenziale delle politiche che promuovono la crescita economica e migliorano le condizioni di vita di un territorio, in questo caso quello della nostra regione. Da qualche anno è attivo, in Piemonte, il programma “Garanzia Giovani”, rivolto ai giovani NEET (acronimo per “Not in Education, Employment or Training”, cioè persone non impegnate nello studio, né nel lavoro, né nella formazione: 135 mila in Piemonte), costituito da una rete di operatori specializzati dei Centri per l’impiego e delle Agenzie accreditate, che accompagna i giovani nel mondo del lavoro. Ma, a fronte di questi numeri e di questi dati, servono altri e ancora più efficaci strumenti.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Avetta (Pd): “Il divario digitale pregiudica la competitività del Piemonte”

“Sanità territoriale, Pmi e micro-imprese, commercio e cibo necessitano di collegamenti internet adeguati. Il piano di digitalizzazione del Piemonte è pre-condizione per qualsiasi scelta strategica di sviluppo sociale ed economico. Si lavori con Anci ed Uncem sfruttando wireless ed ITALIA 1 GIGA”

“Il divario digitale pregiudica la competitività del Piemonte. Pochi giorni fa abbiamo approvato la delibera sul PNRR sanitario che prevede la realizzazione di 91 case di comunità, 29 ospedali di comunità e 43 centrali operative. Una buona notizia, soprattutto per i tanti “piemonti” rurali e montani, ma non possiamo dimenticarci delle infrastrutture digitali. Non si può fare vera sanità di territorio senza adeguati collegamenti internet. Le case e gli ospedali di comunità devono essere dotati di personale e di collegamenti digitali per la diagnostica. Pensiamo inoltre alle tante imprese micro, piccole e medie, che, ancora oggi, stoicamente, resistono nelle nostre vallate. Pensiamo alle potenzialità dell’enogastronomia legata al commercio online. I piemontesi che vivono nei nostri tanti ‘piemonti’ hanno diritto a questi servizi”. Così dichiara il consigliere regionale Alberto AVETTA (Pd), a margine dei lavori della II Commissione in cui si è tenuta l’informativa dell’assessore regionale Matteo Marnati sul piano strategico Bul (banda ultra larga).

Il piano di digitalizzazione del Piemonte è una pre-condizione indispensabile per qualsiasi scelta strategica di sviluppo sociale ed economico. Abbiamo di fronte a noi tante possibilità, ma dobbiamo farci trovare pronti. Il Piemonte ha le carte in regola per guidare questo percorso, anziché subirlo. Deve agire sulle potenzialità del wireless, che è una formula più dinamica e meno impattante della fibra posata lungo le strade, e sulle opportunità del nuovo piano ITALIA 1 GIGA che, nell’impianto del PNRR, è destinato a recuperare le aree che gli operatori privati considerano a fallimento di mercato. I bandi del PNRR legati al digitale valgono il 27% delle risorse complessive ed è importante che siano pubblicati al più presto. La Regione deve coordinare questo percorso ed agire in stretta sintonia con ANCI e UNCEM, rafforzando le funzioni della Cabina di Regia regionale per fare pressione sul Governo. Il Piemonte ha caratteristiche particolari non sempre adeguatamente considerate dai piani nazionali. Dobbiamo pretendere maggiore duttilità e trasformare un vestito confezionato in un abito su misura”.  

Ravetti (Pd): “Parità retributiva, troppi ritardi”

Sono trascorsi nove mesi dall’approvazione in Consiglio regionale del Piemonte della “Legge per la promozione della parità retributiva tra i sessi e il sostegno all’occupazione femminile stabile e di qualità” e non è stato ancora messo in bozza il Regolamento attuativo. Quella legge così risulta inutile. E intanto sta per arrivare l’8 marzo: i fatti sono sempre pochi e le parole anche troppe” dichiara il Consigliere regionale del Partito Democratico Domenico Ravetti, primo firmatario della legge.

“Come dovrebbe essere noto – prosegue l’esponente dem – il 19 maggio 2021 il Consiglio regionale del Piemonte, su mia proposta, ha votato una Legge per la promozione della parità retributiva tra i sessi e il sostegno all’occupazione femminile stabile e di qualità. Il Piemonte è stata la prima Regione d’Italia ad approvare un testo che, oltre a diffondere una nuova consapevolezza sulle ingiustizie che le donne, anche in Piemonte, subiscono nei luoghi del lavoro, contiene specifiche iniziative economiche finalizzate a premiare le imprese pubbliche e private impegnate nel superamento di tali ingiustizie”.

“Lo strumento contenuto nella Legge per attivare le premialità è il Regolamento attuativo che la Giunta regionale avrebbe dovuto adottare, sentita la competente Commissione, entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della Legge stessa. Ovvero entro fine luglio 2021. Quel Regolamento non mi risulta che sia stato nemmeno abbozzato. Leggo un po’ ovunque che in occasione della giornata internazionale della Donna (8 marzo) molte Istituzioni saranno impegnate a diffondere la cultura dell’uguaglianza tra i generi dimostrando così che la strada da percorrere è ancora molto lunga. Con tanto imbarazzo sostengo anch’io che la strada dei fatti per migliorare le condizioni femminili nel mondo del lavoro è ancora molto lunga. Sono le parole che non mancano mai” conclude Ravetti.