POLITICA- Pagina 309

“Centro”, dall’analisi all’azione

Crescono nella periferia italiana gli inviti alla mobilitazione, all’unità e ad una nuova assunzione di responsabilità per ricomporre e rafforzare l’area di “centro” nel nostro paese.

Una esigenza e una domanda politica che si fanno sempre più insistenti soprattutto di fronte all’inadeguatezza dei due poli tradizionali. È di tutta evidenza, del resto, che la cultura “degli opposti estremismi”, seppur declinata in forma diversa rispetto al passato, non può essere la regola che orienta e disciplina il comportamento dei partiti nella cittadella politica italiana contemporanea. È giunto il momento in cui serve un “di più” di politica e meno trasformismo politico, opportunismo parlamentare e relativo e conseguente decadimento etico collettivo. Una esigenza, questa, che si può contrastare solo con il ritorno di una autentica e credibile “politica di centro” e che si traduce, com’è altrettanto ovvio, con un vero e credibile “partito di centro”.
Ma, al di là di questa esigenza, è indubbio che questa domanda politica, culturale ed organizzativa attraversa soprattutto la nostra area culturale di riferimento, quella cattolico popolare e cattolico sociale. Al riguardo, si moltiplicano le iniziative in tutta Italia di spezzoni di questi mondi vitali che pongono il problema, reale e non retorico, di una nuova rappresentanza politica ed organizzativa. A fronte, soprattutto, della insufficienza degli attuali attori in campo. L’interessante iniziativa di Viterbo dei giorni scorsi che si è conclusa con un documento significativamente intitolato “Boardin-card, idee ricostruttive oggi” teso a riscoprire, rileggere e riattualizzare il magistero politico e di governo di Alcide De Gasperi è uno dei tanti segnali che sono emersi dalla galassia di questo mondo culturale. Ma le iniziative, appunto, si moltiplicano. Mi è capitato di presentare recentemente il mio ultimo libro su “Franco Marini, il Popolare” a Bergamo in una iniziativa organizzata dall’amico Giovanni Sanga a cui hanno partecipato centinaia di persone che fanno ancora riferimento a quel patrimonio culturale ed ideale. Ma si potrebbero citare molti altri esempi. Ebbene, la domanda di fondo che emerge è pressochè sempre la stessa. Ovvero, e sintetizzo, ma come è possibile disperdere un patrimonio politico, culturale, sociale che conserva ancora un forte e significativo radicamento territoriale disseminato in tutto il paese? In sostanza, come è possibile continuare a non dar voce ad un mondo che richiede solo e soltanto una rappresentanza politica ed organizzativa?
Attorno a queste domande, semplici ma profonde, si gioca la partita decisiva per il futuro del “centro”, per la prospettiva della “politica di centro” e, soprattutto, per la presenza e l’efficacia della tradizione cattolico popolare e cattolico sociale. Perchè delle due l’una. O c’è la consapevolezza che, in vista della prossima e decisiva consultazione elettorale, una forza di centro – non statica e che non vive di mera rendita di posizione ma dinamica e profondamente innovativa – si impone aggregando i vari spezzoni che compongono quest’area superando personalismi e difficoltà di relazione, oppure ci dovremo rassegnare alla progressiva ma irreversibile dispersione di un filone importante e di qualità della stessa cultura politica italiana. Detto in altre parole, sarebbe da irresponsabili essere accusati di involontaria, e forse anche inconsapevole, complicità nel dissolvere un patrimonio di idee, di valori e di politiche che erano e restano di una bruciante attualità e modernità.
Il tempo stringe e, come capita in queste occasioni, non bastano più nè le evocazioni, gli auspici, le attese e le semplici analisi. In altre parole, non è più sufficiente la sola testimonianza. Come ci hanno insegnato i nostri “maestri”, la politica ha un senso ed è credibile quando “sa unire il pensiero e l’azione”. E quello che stiamo vivendo è uno di quei momenti. Come diceva Donat- Cattin nella storica rubrica che scriveva su “Tersa Fase”, il “nostromo”, si tratta di un “avviso ai naviganti”.

Giorgio Merlo

Pd, Sanità: battaglia per la stabilizzazione lavorativa

“Il Partito Democratico ha preso parte al flash-mob #saluteprecaria promosso dalle organizzazioni sindacali del comparto sanitario per condividere la loro battaglia per la stabilizzazione lavorativa e ribadire, anche oggi, che è paradossale che chi si è battuto per due anni negli ospedali e nei pronto soccorso contro il Covid, rischi adesso di restare a casa. Occorrono fatti e azioni per garantire queste persone e per evitare che la nostra sanità si impoverisca di risorse umane importanti! Il Presidente della Giunta ha annunciato che verranno stanziati 58 milioni per stabilizzare il personale, ma non ha chiarito da dove li prenderà! Cercheremo di capirlo dato che non ne abbiamo trovato traccia nel Bilancio che stiamo per affrontare” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“Penso – prosegue l’esponente dem – che la burocrazia e le regole che prima della pandemia ci imponevano vincoli sulle assunzioni e sugli investimenti nella sanità possano e debbano essere superate. A questo proposito i Presidenti dei Gruppi Pd dei Consigli regionali hanno recentemente indirizzato un appello al Ministro della Salute sul tema dei trasferimenti nazionali. Sia chiaro: è importante un intervento da parte del Governo. Ma la Regione deve fare la sua parte! La società in questi due anni difficili è cambiata e il nostro sistema sanitario deve, necessariamente, adattarsi per rispondere in modo efficace a queste necessità. Non ci stancheremo mai di ripetere che occorre investire sul capitale umano, meglio retribuito e meglio formato, e investire su una sanità pubblica, rafforzando la prevenzione e abbattendo le liste di attesa. Se non faremo tutto questo si rischierà di creare diseguaglianze inaccettabili di fronte alla malattia e una frattura tra chi può permettersi cure private e chi, invece, rischierà di pagare sulla propria salute le conseguenze di liste d’attesa lunghe e dell’impossibilità di accedere tempestivamente alle cure. Non permetteremo che accada!”.

Lega: “cristiano-copti aggrediti perché non rispettavano Ramadan. Inaccettabile” 

“A Torino due uomini cristiano-copti sono stati aggrediti in strada con l’accusa di non rispettare il Ramadan. Un gruppo di nordafricani di religione islamica ha preso a calci e pugni entrambi gli egiziani (di 62 e 71 anni) perché indossavano croci e uno fumava. L’accusa della figlia di uno di loro è chiara: ‘Inaccettabile che qui succeda come in Egitto’. Del resto questo non è il primo episodio del genere e non è ammissibile che in Italia non sia rispettata la libertà religiosa. La Lega denuncia da sempre come sia fondamentale l’integrazione e il rispetto delle regole nel nostro Paese, affinché violenze simili non accadano più”. Lo dichiarano i deputati torinesi della Lega Alessandro Benvenuto ed Elena Maccanti.

Ruffino (Azione): “Avanti con il Green New Deal”

“Proseguire nell’attuazione del Green New Deal, sulla scorta degli impegni assunti dall’Unione Europea in materia di ambiente e sviluppo sostenibile, per riuscire ad individuare un piano industriale impiantistico nel nostro Paese. Dopo il voto della risoluzione al Def, la coerenza dei programmi di Azione sull’ambiente è ancora più evidente”. Lo ha dichiarato in una nota la deputata di Azione Daniela Ruffino.“Considerato il particolare momento in cui viviamo, l’Italia non può più fare a meno di iniziative, anche di carattere normativo, finalizzate alla transizione ecologica ed energetica. Il nostro Paese ha bisogno di semplificare e accelerare i passaggi per le autorizzazioni per la realizzazione di impianti da fonti rinnovabili. Solo procedendo in questa direzione – ha concluso la deputata di Azione – raggiungeremo gli obiettivi nazionali di decarbonizzazione, fissati dal Piano Nazionale integrato di energia e clima”.

Approvato il bilancio di previsione del Consiglio regionale

Con 37 voti favorevoli e 2 non votanti il Consiglio regionale ha approvato il suo Bilancio di previsione finanziario 2022–2024. Come ha ricordato il presidente dell’Assemblea, si conferma il trend di spesa complessiva degli ultimi anni, drasticamente ridotto rispetto al decennio precedente. Quanto stanziato per gli investimenti, infatti, è ottenuto con l’utilizzo di avanzi di amministrazione e risparmi nelle spese correnti.

La principale voce di entrata iscritta a bilancio è quella prevista per le spese di funzionamento del Consiglio regionale, che per l’annualità 2022, ammontano a circa 49,7 milioni, con un incremento di 930.000 euro per l’adeguamento in previsione dei nuovi contratti di lavoro e per alcuni accantonamenti. In generale, l’importo complessivo per titoli al netto delle partite di giro, avanzo e Fvp entrata, per il 2022 è di 50,1 milioni (era 66,6 milioni nel 2012 e 49,2 nel 2021).

Il Bilancio del Consiglio è in linea con quello delle Regioni più virtuose d’Italia e, a differenza di alcune, comprende tutti i costi del personale e dei servizi che in altri casi sono invece a carico del Bilancio della Giunta. Nel 2021 a fronte di 12 pensionamenti, sono stati assunti 6 nuovi dipendenti. Nel 2022 i pensionamenti saranno in tutto 17, 9 nel 2023 e 15 nel 2024.

6,8 milioni saranno destinati ad altre voci di investimento tra cui i lavori di ammodernamento dell’immobile di via Arsenale, di Palazzo Lascaris, dell’ex Banco Di Sicilia, della Palazzina Tournon (in piazza Solferino) e per il Piano Di Sviluppo 2021-2023 Servizi Informativi/Csi. In generale le spese di investimento previste per il 2022 sono di circa 13,7 milioni.

Tra i costi sostenuti l’Assemblea legislativa, quelli derivanti dagli adeguamenti strutturali alle norme di tutela dal Covid della sede e dall’acquisto di Dpi, che ha rappresentato per il Consiglio regionale una spesa superiore a 60 mila euro (nel biennio). A questo proposito il capogruppo Luv ha dichiarato il suo apprezzamento per la gestione della pandemia da parte del Consiglio, che anche con le sedute da remoto e il telelavoro, non ha mai perso la sua operatività. Dal gruppo Pd è stato sottolineato che il Consiglio del Piemonte è l’assemblea regionale italiana che spende meno per i consiglieri.

Il bilancio di previsione troverà articolazione nel Documento tecnico di accompagnamento al bilancio e nel Bilancio finanziario gestionale, consistente nella ripartizione in capitoli e articoli assegnati alle Direzioni competenti per la corretta gestione del ciclo entrate/spese, approvati dall’Ufficio di Presidenza.

Non autosufficienza e psichiatria, Pd: No ai tagli

“Partecipando al flash-mob, promosso dalle Associazioni del Terzo Settore questa mattina davanti a Palazzo Lascaris, il Gruppo consiliare del Partito Democratico ha voluto, ancora una volta, ribadire con forza il proprio no ai tagli previsti nel Bilancio alla non autosufficienza e alla psichiatria, battaglia che porteremo avanti in Aula durante la discussione del provvedimento” spiega il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“Negli ultimi tre anni – prosegue l’esponente dem – gli stanziamenti per non autosufficienza e psichiatria sono passati da 55 a 45 milioni di euro, proprio in un momento in cui avrebbero dovuto essere aumentati perché la pandemia ha reso ancora più allarmanti le situazioni già difficili e complicate di queste persone e delle loro famiglie. Chiediamo al Presidente e alla sua Giunta: chi darà assistenza agli 11.121 piemontesi non autosufficienti in lista d’attesa per un progetto domiciliare? Chi darà sollievo alle famiglie che, ogni giorno, si prendono cura di una persona con problemi di salute mentale, senza borse lavoro, assegni terapeutici, o gruppi appartamento? Ci aspettiamo risposte e non il silenzio al quale il centrodestra ci ha abituati in questi tre anni!”.

“Solitudine, abbandono e una società sempre meno inclusiva: è questo che il centrodestra sta realizzando in Piemonte attraverso i tagli sconsiderati. E’ questo che il Presidente della Giunta regionale aveva in mente? Un Piemonte che si caratterizza per mancanza di assistenza, protezione e tutela delle fasce più vulnerabili della popolazione” conclude il Presidente Pd.

Montaruli (Fdi): “Orlando dia risposte su Stellantis”

“Oggi a Torino arriverà il ministro del lavoro Orlando, mi auguro che abbia delle indicazioni precise su come il Governo vuole muoversi nei confronti di Stellantis a favore di questa città.

L’impegno generale nei confronti dell’automotive, pur necessario, non è sufficiente per le esigenze della città torinese. Il presidente Cirio e il sindaco Lo Russo stanno già facendo un grande lavoro di concertazione nei confronti dell’azienda, manca il Governo.

Il silenzio del Governo, ancora di più oggi con la presenza del ministro Orlando sarebbe davvero incomprensibile” così in una nota il deputato di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli.

Costanzo (Alt): “appoggio petizione detenuti per utilizzo frigo”

“L’UFFICIO COMANDO CARCERE SI PRONUNCI”
“Appoggio la richiesta di alcuni detenuti del carcere Torino, che hanno firmato una petizione per chiedere di utilizzare il frigorifero per conservare beni commestibili e deperibili visto l’avvicinarsi del periodo estivo e la necessità di utilizzare i propri cibi freschi, senza doverli consumare di fretta per paura che gli stessi vadano a male. Avevo già ascoltato questa richiesta nel corso di una visita al carcere qualche giorno fa. La appoggio e chiedo all’ufficio comando e all’ispettorato del Blocco B della casa circondariale di esprimersi in merito”. Così in una nota la deputata Jessica Costanzo, di Alternativa.

Rifondazione comunista e il 25 Aprile

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Alberto Deambrogio, segretario regionale del PRC di Piemonte e Valle d’Aosta, in vista dell’approssimarsi del 25 aprile, data periodizzante all’interno delle vicende collettive del nostro Paese.

Il 25 aprile è oggi più che mai una ricorrenza decisiva per la memoria pubblica del nostro Paese, è la data spartiacque tra l’opzione aperta alla giustizia, alla libertà, alla pace e quella ripiegata su un profilo antidemocratico, razzista e militarista. L’unicità della nostra Resistenza, anche rispetto a quella francese o norvegese per esempio, sta nel fatto che fu il punto di congiunzione tra una guerra di liberazione nazionale, una guerra civile e, per una parte del movimento partigiano, anche una guerra di classe contro il padronato agricolo e industriale che aveva sostenuto dall’inizio il fascismo. Il punto fermo della Liberazione, con i suoi valori e i suoi sacrifici, ci aiuta a orientarci in una incredibile, continua, sovversione dei fatti storici a uso politico.

Sono questi i giorni sciagurati in cui la quasi totalità della nostra classe politica ci ha detto che occorre ricordare ogni anno l’eroismo e il sacrificio degli alpini a Nikolajewka, dimenticando tranquillamente da che parte stavamo. D’altro canto, nel recente passato, abbiamo pure sancito il dovere di ricordare le foibe per dimenticare i massacri e gli stermini compiuti dagli italiani in Jugoslavia. Il triste paradosso sta nel fatto che, oggi, le forze che richiamano i fatti della Resistenza a copertura dell’invio di armi a Kiev, del riarmo europeo e dell’aumento vergognoso delle spese militari, sono le stesse che hanno istituito una giornata di commemorazione delle truppe fasciste che invasero l’Ucraina. L’aggressione militare della Russia di Putin contro quest’ultima, il massacro della sua popolazione civile, avrebbero bisogno di tutt’altra risposta sul piano diplomatico.

L’eredità della resistenza diede vita a concrete realizzazioni, basti pensare, ad esempio, ai diritti fondamentali alla salute e al lavoro. Questi ultimi ebbero una traduzione materiale attraverso leggi della Repubblica legate a figure partigiane come quelle di Tina Anselmi e Bruno Trentin. In spregio a questa eredità fondamentale, le attuali forze di governo nel mentre si apprestano ad aumentare le spese militari fino al 2% del PIL, riducono di un miliardo all’anno per i prossimi tre anni il finanziamento al Servizio Sanitario Nazionale. Rinunciano a qualsiasi intervento diretto per l’aumento dei posti di lavoro, soprattutto nella sanità, nella scuola e nella conversione ecologica, a dispetto di tutti i buoni propositi enunciati durante la pandemia.

Chi, come l’ANPI e il suo presidente, chiede con fermezza e autonomia di far rispettare l’art. 11 della Costituzione è sottoposto a un’ordalìa permanente. Oggi mantenere spirito critico e capacità di analisi complessa è qualcosa di molto difficile. Eppure è esattamente questo atteggiamento che garantisce che l’ANPI sia percepita come un patrimonio nazionale, ed è in forza di ciò che mi sento di esprimere all’Associazione Nazionale Partigiani la mia piena solidarietà. Non sfuggirà a nessuno, infatti, che il bersaglio grosso dietro Pagliarulo e la sua associazione sia ormai la nostra Carta costituzionale.

Alberto Deambrogio
Partito della Rifondazione Comunista

Merlo e Zambon: Pinerolo, i 5 stelle appartengono al passato

“Non vogliamo entrare nel merito della polemica che ha portato il Sindaco di Pinerolo, il grillino
Salvai, a protocollare le sue dimissioni per la vicenda legata al futuro del Volley pinerolese
femminile dopo la sua straordinaria promozione in serie A.

Ora, al di là della disputa tecnica, logistica e regolamentare sul palazzetto che dovrebbe ospitare
le gare sportive ed agonistiche della squadra, quello che emerge da questa singolare e grottesca
vicenda è che il modello politico di governo dei 5 stelle sta franando in tutta Italia. A livello locale
come a livello nazionale. Oltre alla sostanziale scomparsa da quasi tutti i comuni italiani, ad oggi
restano solo 6 i sindaci grillini di comuni oltre i 15 mila abitanti in tutta Italia. E tra questi Pinerolo
che, come l’ultima vicenda del Volley femminile dimostra, conferma platealmente l’incapacità di
governo di questa formazione politica che nell’arco di pochi anni ha sistematicamente rinnegato
tutto ciò che ha predicato per svariati lustri in tutte le piazze italiane.

E la vicenda di Pinerolo non è che l’ultimo esempio di questo decadimento politico, culturale,
programmatico e forse anche etico. Forse è giunto il momento di archiviare definitivamente la
stagione del populismo demagogico, anti politico, qualunquista e legato all’improvvisazione al
potere con l’ormai famoso slogan di “uno vale uno”. Una stagione che ha contribuito ad
impoverire la politica, a fiaccare l’azione di governo e ad incrinare la stessa credibilità delle nostre istituzioni democratiche.

Oltre, com’è evidente anche ai sassi, a creare una classe dirigente del
tutto improvvisata e casuale.
E anche se la vicenda di Pinerolo finirà, com’è chiaro a tutti, a tarallucci e vino, è del tutto
evidente che il modello politico e di governo dei 5 stelle è franato. E non bastano le continue e
frenetiche giravolte del suo gruppo dirigente nazionale, figlio di una concezione che ha fatto del
trasformismo la sua bussola di riferimento, a salvare la situazione. È giunto veramente il momento
di voltare definitivamente pagina. A livello locale come a livello nazionale”.

Giorgio Merlo, Presidente Nazionale ‘Noi Di Centro – Mastella’.
Renato Zambon, Segretario Regionale ‘Noi Di Centro – Mastella’.