“Sono estremamente soddisfatto per l’iniziativa che ha intrapreso la Regione Piemonte in ambito di cessione del credito per il settore edilizio. L’assessore di Forza Italia alle Attività Produttive Andrea Tronzano e il nostro presidente della Regione Alberto Cirio dimostrano come il nostro partito sia attento al tema della casa nei fatti e non a parole, intervenendo in modo diretto su quei crediti incagliati che mettono a rischio in Italia circa 200mila posti di lavoro, movimentando un fondo di circa 50milioni di euro all’anno. La Regione Piemonte ancora una volta fa da laboratorio per il Paese. Personalmente continuerò a combattere a livello nazionale affinchè il Governo intervenga in modo radicale su questo tema, non lasciando da soli i territori, e venendo incontro alle esigenze di un comparto che ha solo la colpa di aver rispettato le regole”. Ad affermarlo in una nota il senatore di Forza Italia Roberto Rosso, responsabile nazionale del Dipartimento Casa per gli Azzurri.
Terzo Polo, gazebo a Chieri
Sabato 4 febbraio, dalle 15 alle 19, in centro a Chieri si è tenuto il primo gazebo informativo dell’anno.
Siamo stati contenti di incontrare cittadini, amministratori e rappresentanti di altre forze politiche, che durante tutto il pomeriggio sono venuti a confrontarsi con noi.
Il Terzo Polo a Chieri è già oggi una realtà: continueremo a lavorare per far crescere il nostro territorio al fianco di cittadini e imprese, attraverso una serie di iniziative pubbliche nei prossimi mesi.
In allegato alcune foto dell’iniziativa.
Magliano: Succede nelle case ATC di corso Mortara 36/7 a Torino: domani in Consiglio Regionale il mio Question Time per chiedere interventi.
Un portoncino d’ingresso divelto da settimane e la possibilità, per soggetti ignoti, di entrare negli spazi comuni: presso l’interno 7 di corso Mortara 36 a Torino (20 piani, 80 famiglie residenti) sono stati compiuti atti di vandalismo che hanno reso inservibili le pulsantiere dei tre ascensori, rendendo alcuni piani (il nono, il dodicesimo e il secondo sotto terra) dello stabile ATC raggiungibili soltanto utilizzando le scale. Un problema serio, che porterò domani in Consiglio Regionale con un Question Time appena presentato per chiedere interventi urgenti e risolutivi, dopo diverse segnalazioni e un sopralluogo. Abitare in un contesto adeguato per accessibilità e sicurezza è un diritto anche dei residenti di questo stabile e non possiamo permettere che persone con disabilità restino bloccate in casa o si trovino nell’impossibilità di accedere al proprio appartamento in caso di nuovi e più gravi atti di vandalismo.
Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.
A piedi per l’Europa
Riccardo Carnovalini ed Anna Rastello, saranno ospiti nella sede di Europa Verde Piemonte, per raccontare le loro avventure dopo aver attraversato a piedi 22 diversi paesi europei, scattando foto, appuntando esperienze ed emozioni da raccontare.
Reading di alcuni passaggi del libro e proiezione delle foto scattate in tutta l’Europa. I protagonisti di questa grande avventura saranno in sala per parlare con il pubblico del loro libro e di argomenti di stretta attualità, come l’emergenza siccità che sta colpendo le nostre valli alpine e gran parte dell’ Europa.
Sede di Europa Verde Piemonte
Via Monginevro 8 Torino Lunedì 6 febbraio ore 21.00
(evento su prenotazione a : comunicazione@europaverdetorinometropoli.it
Rifondazione: “No alla guerra a Torino!”
Valle (Pd): “A rischio la ciclovia Vento”
LA REGIONE BLOCCA IL COMPLETAMENTO DEI LAVORI SUL TRATTO PIEMONTESE
L’idea della ciclovia Ven.To, Venezia-Torino, un percorso ciclabile protetto che una volta completato connetterà Torino a Venezia, nasce nel 2010 da un’idea del Politecnico di Milano. Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto insieme per costruire uno dei più bei percorsi di cicloturismo d’Europa.
A fine 2019 si è concluso il progetto di fattibilità tecnica ed economica per tutti i 705 km della ciclovia VENTO. Il primo caso in Italia di una progettazione unitaria per una ciclovia turistica di queste dimensioni.
Il Piemonte ha al momento 3 lotti finanziati: il nuovo ponte stradale sulla Dora prima di Crescentino, il tratto Chivasso-Trino coperto da finanziamento statale ed il superamento della centrale di Trino. Quest’ultimo conta su un finanziamento da 460 mila euro derivante dagli oneri di compensazione ambientale per la dismissione della centrale nucleare.
Questa porzione si trova in parte su terreno della Sogei-il gestore dell’impianto di Trino-ed in parte su territorio di competenza regionale. Bene, la Sogei entro marzo completerà il tratto sul suo terreno, mentre la Regione continua a non dare a SOGEI il permesso di costruire sull’area di competenza regionale, perché non vuole accollarsi la successiva gestione.
Davide Galli, responsabile Sogin per lo smantellamento, ha dichiarato al consiglio comunale di Trino: “Se la regione entro marzo non ci darà l’autorizzazione, quei tratti non saranno realizzati. Si tratta di un impiego da 140.000 euro sui 460.000 totali da noi impegnati per la ciclovia. Abbiamo avuto lunghe riunioni inconcludenti coi funzionari regionali ma se la regione non vuole accollarsi la gestione, noi andiamo avanti col tratto sui nostri terreni. Visto che si tratta di compensazioni per il territorio, quei soldi li useremo per fare altro. Non possiamo permetterci di spendere il doppio per le indecisioni regionali”.
Secondo il Vicepresidente del Consiglio regionale Daniele Valle, che nel 2020 aveva percorso in bici l’intera tratta tra Torino e Venezia, sensibilizzando sindaci e amministratori lungo il percorso, l’atteggiamento della Regione è particolarmente miope. “La nostra amministrazione continua a non rendersi conto degli enormi introiti turistici che questi percorsi portano ai territori, un turismo sostenibile e presente 9 mesi l’anno, composto per la maggior parte da stranieri del nord Europa, ma anche da molti italiani”. sostiene Valle, dati alla mano. “Il cicloturismo vale 11 miliardi di euro in Europa, ma senza andare lontano basta vedere cosa ha portato in Liguria la pista ciclabile del Ponente, con l’esplosione delle attività locali e del piccolo commercio. È già avvilente che l’Ente regionale non abbia considerato di portare finanziamenti sui tratti ancora scoperti, ma in questo caso c’è solo da mettere a disposizione una striscia di terreno per un’opera che pagheranno altri”.
Il Pd non è più un “partito plurale”
Come si suol dire in gergo, non tutto vien per nuocere. Il “nuovo Pd”, come lo definiscono i capi e i dirigenti delle infinite correnti di quel partito, finalmente punta a diventare il partito della sinistra italiana.
O meglio, il partito che si candida ad essere l’interprete esclusivo del tradizionale e
storico filone della sinistra italiana, ovvero la filiera del Pci/Pds/Ds. Certo, esiste la concorrenza
della “sinistra per caso”, interpretata egregiamente dalla versione populista e trasformista dei 5
stelle. Una minaccia insidiosa perchè non avendo una cultura politica definita alle spalle e un
progetto politico altrettanto chiaro, possono cavalcare qualunque spinta della società per marcare
la propria natura “progressista” e di “sinistra”. Per cui possono essere contemporaneamente
ecologisti, poi pacifisti, poi assistenzialisti, poi pauperisti e poi di nuovo il contrario di tutto a
seconda di ciò che si decide di cavalcare di volta in volta. Una minaccia, comunque sia,
indubbiamente pericolosa ai fini della rappresentanza di alcuni segmenti della società, come
hanno confermato le elezioni dello scorso 25 settembre e come confermano quotidianamente i
vari sondaggi sul peso dei rispettivi partiti.
Ma, per fermarsi alla storica sinistra italiana, è abbastanza evidente che si è chiusa
definitivamente una fase politica nella esperienza concreta del Partito democratico. Riflessione
che, del resto, viene ripetuta con insistenza da parte della stessa maggioranza dei dirigenti
dell’attuale Pd in questo periodo congressuale. Salvo, comprensibilmente, alcuni storici capi
corrente che hanno giocato tutte le parti in commedia in questi anni e che sono legati solo ed
esclusivamente dal collante del potere. Con la presenza infinita nelle aule parlamentari e nel
Governo.
L’elemento politico che, però, merita di essere richiamato ed approfondito è che il Partito
democratico chiude definitivamente, al di là della propaganda e delle dichiarazioni burocratiche e
di rito, la stagione del “partito plurale” che era stato disegnato e costruito con il “Manifesto dei
valori” stilato nel 2007 con il contributo fondamentale e determinante di autorevoli personalità
della politica e della cultura del nostro paese come Alfredo Reichlin e Pietro Scoppola. È di tutta
evidenza che l’obiettivo politico, condiviso questo sì da tutto il partito, di ricostruire e ridefinire
l’identità, il ruolo, la funzione e la “mission” della sinistra italiana nel nostro paese, fa del Pd un
partito – o il partito – della sinistra italiana al di là e al di fuori di qualsiasi altra finalità politica. E,
questo, è un elemento importante perchè contribuisce a ridare chiarezza alla stessa politica
italiana archiviando definitamente ed irreversibilmente quella “pluralità” che aveva caratterizzato la
concreta esperienza del Pd dalla segreteria di Veltroni in poi. E la ricostruzione della sinistra,
seguendo la filiera della cultura ex e post comunista del nostro paese, può dare un contributo
decisivo anche per la stessa correttezza e trasparenza della dialettica democratica
contemporanea. Certo, poi ci sono – del tutto legittimamente – delle sfumature all’interno del
campo della sinistra italiana. Da una interpretazione di “partito radicale di massa” interpretato con
coerenza e determinazione dalla candidata alla segreteria del partito Elly Schlein, per dira con
Luca Ricolfi, ad una interpretazione altrettanto coerente e trasparente della concezione di partito
post comunista interpretata da Bonaccini. Comunque sia, e al di là delle mille “sfumature di
rosso” presenti all’interno del pianeta della sinistra italiana, è evidente a tutti – tranne a chi
continua a beneficiare di ruoli di potere e di incarichi prestigiosi – che altre culture, come ad
esempio quella popolare e cattolico sociale, sono del tutto fuori luogo e fuori tempo in quel
campo politico. E la conferma arriva proprio dalla volontà di protagonismo che sale dalla base
della tradizione e della cultura del cattolicesimo popolare e sociale del nostro paese in questa
fase storica. Un protagonismo che non può più essere inglobato all’intero di partiti o movimenti
politici che hanno un’altra ragione sociale, che perseguono un altro progetto politico e che,
soprattutto, sono espressione di un’altra cultura politica. Per questi semplici motivi, il ritorno della
sinistra italiana- semprechè si avveri nella coerenza del suo progetto politico e di governo – può
finalmente innescare un meccanismo virtuoso anche per altre culture politiche che, come ovvio,
sono “radicalmente altro” rispetto alla tradizione del post comunismo nella storia politica italiana.
Giorgio Merlo
“Costruiamo il Terzo Polo a Chieri”
Sabato 4 febbraio a Chieri, in Via Vittorio Emanuele II 10 dalle 15 alle 19, abbiamo programmato il primo banchetto del 2023 del Terzo Polo in città.
Il 10,93% delle preferenze a Chieri, alle ultime elezioni politiche del 25 settembre 2022, rappresenta un’ottima base di partenza.
Invitiamo tutti i cittadini interessati al progetto a venirci a trovare al gazebo e a scrivere all’indirizzo mail: terzopolo.chieri@gmail.com.
Costruiamo insieme il Terzo Polo a Chieri!
<Il provvedimento del Consiglio dei Ministri sull’autonomia regionale differenziata è una scatola vuota che rimanda i contenuti al dibattito parlamentare. La questione sarà seria quando si discuterà di livelli essenziali delle prestazioni e di allocazione delle risorse. – commenta Domenico Ravetti, consigliere regionale PD e vice presidente della Commissione regionale che si occupa dalla materia.
<Ho già detto che non ho un approccio ideologico al tema e che non serve a niente un dibattito superficiale – aggiunge il consigliere dem – Non voglio un’Italia a più velocità ma nemmeno questo stato delle cose dove di fatto, per esempio, in tema di qualità dei servizi socio sanitari, il Paese mostra differenze evidentissime. Il sud è ora che è in svantaggio rispetto al nord>.
<Siccome la propaganda fa gioco alla destra chiedo per l’ennesima volta un confronto serio al presidente della Giunta regionale in Commissione o in Aula> conclude Ravetti.