Il simbolo della lista civica del presidente Alberto Cirio è stato presentato ieri. Su sfondo blu, in mezzo al circolo del logo il nome del presidente a caratteri bianchi e sotto la scritta “Piemonte Moderato Liberale”.
La lista è frutto dell’alleanza di cinque formazioni civiche: i Moderati di Mimmo Portas, Torino Bellissima di Paolo Damilano; Piemonte nel Cuore di Gian Luca Vignale, “regista” della lista Cirio; l’Area cattolica e popolare con il sindaco di Pragelato e dirigente nazionale di Tempi Nuovi, Giorgio Merlo (foto in basso) e per la componente centrista liberale il sindaco di Montalenghe, Rita Ladu. 
Tra i candidati ed esponenti di spicco: Tommaso Varaldo (foto a destra) presidente della Fondazione Aief, lo stesso Vignale e Silvio Magliano
dei Moderati (foto in alto a sinistra).
Che Laura Pompeo sia candidata al Consiglio Regionale del Piemonte, dopo quasi dieci anni da assessore alla cultura e alle pari opportunità al Comune di Moncalieri, appare persino un’ovvietà. Nessuna donna o uomo è confrontabile a lei per cultura, impegno, intelligenza nel Pd in tutta l’area sud di Torino. Il suo è un lavoro quotidiano a cui ha sacrificato anche la carriera accademica di archeologa a fianco del suo maestro Giorgio Gullini. Eppure quello che sta accadendo è pura follia: nella stessa lista regionale c’è chi vorrebbe candidare altre due donne moncalieresi. Di follie e non solo follie se ne leggono tante: come il civico del Barolo Damilano che fugge da una candidatura europea appena si parla di Albertini in FI e vorrebbe imporre un suo dipendente candidato in Regione, malgrado il possibile conflitto di interessi con le acque minerali di cui è il re, sia lampante perché materia su cui legifera la Regione. Non c’è da stupirsi di nulla. La politica è diventata una maionese impazzita. Ma che il maschilismo moncalierese introduca il cannibalismo tra donne non era ancora accaduto. Non credo che questo sia femminismo: un eccesso di candidate donne porta solo confusione personalistica di bassissimo livello. La candidata legittima e titolata è una sola. Il Sindaco di Moncalieri dovrebbe capirlo o la candidata presidente o la segretaria del Pd dovrebbero farlo ragionare. Usare le donne per scopi strumentali è quanto di più lontano dalla parità. Le altre due candidate moncalieresi dovrebbero esse stesse fare una riflessione e capire che non possono accettare di farsi usare per scopi che hanno poco a che vedere con la politica.