POLITICA- Pagina 10

La lezione dei grandi leader Dc

Malgrado la permanente e continua criminalizzazione politica, culturale ed istituzionale esercitata dai detrattori storici della Dc e della sua classe dirigente che proviene dalle forze populiste e di larga parte dell’universo delle sinistre, è indubbio che la lezione e il magistero dei principali leader di quel partito continuano ad essere di forte esempio per la politica contemporanea. Certo, una fase storica, quella che stiamo vivendo da ormai molti anni, che è caratterizzata da una crisi verticale della politica, dei partiti e in particolare di quella che viene comunemente chiamata classe dirigente. E questo per la semplice ragione che mancano i tasselli fondamentali che avevano qualificato quelle classi dirigenti. Ovvero, cultura politica, partiti democratici, progetto di società, cultura di governo e una rigorosa selezione delle classi dirigenti.
E proprio questi tasselli sono stati gli aspetti costitutivi che continuano, a tutt’oggi, ad essere largamente gettonati se vogliamo ridare forza ed autorevolezza ad una vera classe dirigente politica. Ed è propio su questo versante che l’esperienza dei grandi leader della Dc – al netto della strisciante contestazione dei noti detrattori che si sono esercitati anche in queste ultime settimane – non può non essere presa come esempio e come modello, pur senza anticipare nessun processo di beatificazione. E, al riguardo, sono almeno tre gli aspetti su cui continua a poggiare la solidità e l’autorevolezza di una classe dirigente.
Innanzitutto una spiccata cultura di governo. Nessuna indulgenza al populismo. A quel populismo che abbiamo, purtroppo, largamente sperimentato in questi ultimi anni: da quello grillino a quello della sinistra radicale e massimalista a quello della destra salviniana. Una cultura di governo che, del resto, ha permesso alla stessa Dc di poter guidare il nostro paese per quasi 50 anni con un forte consenso sociale e popolare respingendo sempre con forza e determinazione la logica e la deriva degli “opposti estremismi”. Una deriva che, purtroppo, oggi caratterizza e domina il confronto politico.
In secondo luogo l’importanza di avere una cultura politica di riferimento. Non si può dispiegare un credibile progetto politico e, al contempo, un progetto di società se quella proposta non è alimentata sotto il versante culturale. E, su questo versante, l’esperienza concreta dei leader delle Dc è stata quantomai significativa. Da Moro a Fanfani, da Donat-Cattin a Marcora, da Andreotti a De Mita, da Tina Anselmi a Forlani a molti altri uomini e donne, i leader della Dc hanno sempre ricavato la linfa vitale del loro progetto politico e di governo dalla cultura politica e storica di cui erano concreta espressione nella società. Per formazione e per profonda e convinta adesione.
In ultimo, ma non per ordine di importanza, la coerenza tra il progetto che annunciavano e la sua concreta traduzione nell’azione politica. Cioè quella che comunemente viene definita come onestà intellettuale. Senza alcuna deviazione moralistica – tranne poche eccezioni, come ad esempio, il comportamento politico di un autorevole esponente come Oscar Luigi Scalfaro – larga parte della classe dirigente della Dc era lontana da atteggiamenti dettati dal solo opportunismo parlamentare e trasformismo politico. Perchè, appunto, la politica aveva sempre il sopravvento rispetto a quella decadenza e a quel tatticismo che oggi caratterizzano, invece, la stragrande maggioranza della classe dirigente politica del nostro paese.
Ecco perchè anche dal passato si possono recuperare le linee fondamentali per rilanciare la credibilità della politica, la solidità delle istituzioni democratiche e l’autorevolezza delle classi dirigenti nella società contemporanea. E i leader storici della Dc ci aiutano, ancora oggi, a centrare questi obiettivi.

Giorgio Merlo

Pd, più attenzione ai collegamenti con la Francia

Ieri il parlamentare europeo Pierfrancesco Maran e i consiglieri regionali Gianna Pentenero, Nadia Conticelli e Daniele Valle hanno visitato il cantiere TELT della Torino – Lione di Chiomonte e il cantiere della frana del Frejus a Le Freney (dip. Savoie).
A Chiomonte, accompagnati dal d.g. Bufalini, è stato possibile visitare il tunnel geognostico e il punto d’attacco del tunnel di base, lato italiano: grande attenzione dedicata ai lavoratori e alla loro sicurezza (2500 persone addette), all’ambiente (oltre il 50% del materiale estratto viene riutilizzato) e al territorio (a breve infatti aprirà un nuovo svincolo autostradale che, a fine cantiere, resterà a servizio di Chiomonte e Exilles). L’arrivo della fresa per il tunnel di base è previsto per gennaio, a inizio 2026 arriverà la seconda fresa.
In Francia invece, accompagnati dai responsabili del dipartimento Savoia e di SNCF, gli esponenti dem hanno visitato la frana e la base del cantiere. I lavori prevedono di intervenire sui binari e sulla galleria da gennaio e la rimessa in funzione della ferrovia entro aprile. “I collegamenti Italia Francia sono fondamentali per lo sviluppo della nostra Regione nell’ambito europeo. Ora e in prospettiva. Abbiamo voluto sollecitare l’attenzione del governo nazionale e regionale perché il nostro sistema economico non può permettersi ulteriori ritardi” dichiarano gli esponenti PD. Sul punto, l’on. Maran ha presentato una interrogazione al Parlamento Europeo, ripresa da un atto analogo del gruppo PD del Consiglio Regionale del Piemonte.

Minimarket, Ruffino (Az): “Depositata proposta di legge per regole più stringenti”

“A pochi giorni dalla visita della Commissione periferie a Torino, in cui abbiamo affrontato la necessità di intervenire sulla regolamentazione dei minimarket, ho depositato una proposta di legge per rendere la normativa più stringente, con l’obiettivo di implementare i controlli e tutelare appieno la legalità”.
A dichiararlo è Daniela Ruffino, deputata di Azione e vicepresidente della commissione parlamentare sul degrado delle periferie.
“Il tema dei minimarket – ha proseguito Ruffino – è particolarmente sentito: in una città come Torino ce ne sono oltre 2000, molti non rispettano gli orari di chiusura provocando assembramenti, soprattutto tra i giovani a cui sono anche venduti alcolici. Con la proposta di legge vogliamo conferire maggiori poteri ai sindaci, dando loro la possibilità di concentrare le aperture di specifici esercizi commerciali nella fascia oraria 7-22, con un limite di 13 ore giornaliere. Il tutto, con provvedimenti di durata annuale, rinnovabili. In questo modo sarà possibile effettuare migliori controlli e intervenire nei confronti delle persone socialmente più deboli: non mancheranno, infatti, le sanzioni, con la possibilità di sospensione dell’attività fino a quindici giorni nel caso di reiterata inosservanza nell’arco di sei mesi. Azione risponde in maniera concreta alle problematiche: mi auguro che questo provvedimento segua il corretto iter per una rapida approvazione”.

Cultura, Grimaldi (AVS): Il Ministero sblocchi la situazione di dirigenti e archivisti

“Il Ministero della Cultura ha il dovere di sanare la situazione dei dirigenti di seconda fascia che hanno superato un corso-concorso bandito tre anni fa e sono ancora in attesa di collocazione. Una situazione assurda se si pensa alle carenze di personale endemiche del Ministero, con posti apicali vacanti, grandi musei senza direttori o incarichi scaduti e in regime di eterna proroga. Con 35 posizioni dirigenziali vacanti, persone selezionate e formate con dispendio di risorse pubbliche non vengono impiegate. Allo stesso modo non è ancora pubblicata la graduatoria degli archivisti che hanno svolto il concorso più di un anno fa, mentre gli istituti archivistici languono privi di personale tecnico adeguatamente preparato e 340 concorrenti con le loro famiglie vivono una vita sospesa. È inammissibile” – lo dichiara il Vicecapogruppo di AVS alla Camera, Marco Grimaldi, che sulla vicenda ha depositato un’interrogazione.

Lista Cirio: Solidali con le Forze dell’Ordine

Un atto in Consiglio regionale per tutelarne l’immagine e l’onore

Il Gruppo consiliare Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale depositerà in Consiglio Regionale un Ordine del Giorno in cui impegna la Giunta a esprimere in tutte le sedi istituzionali, a livello nazionale e internazionale, la solidarietà del Consiglio Regionale del Piemonte, a fronte delle affermazioni dell’Ecri, Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza, organo di monitoraggio del Consiglio d’Europa, che nulla a che vedere hanno con una realtà di dedizione, sacrificio, spirito di servizio che oltre 99mila agenti di Polizia dello Stato, più di 64mila agenti della Guardia di Finanza e oltre 100mila Carabinieri dimostrano ogni giorno e in ogni occasione.

Le donne e gli uomini delle Forze dell’Ordine sono attivi nella tutela dei cittadini, nel contrasto alla criminalità, nella lotta alle mafie e al terrorismo, operano per la legalità e la sicurezza della comunità nazionale e rappresentano un importante presidio per la tutela dei diritti e della democrazia.

Ci uniamo allo stupore espresso dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e da altre cariche istituzionali, rispetto alle dichiarazioni dell’Ecri e ribadiamo il nostro pieno sostegno alle Forze dell’Ordine che ringraziamo per il preziosissimo e insostituibile lavoro svolto per il bene della collettività.

Silvio Magliano, Capogruppo Lista Civica Cirio Presidente

Piemonte Moderato e Liberale in Consiglio Regionale

Sergio Bartoli

Mario Salvatore Castello

Elena Rocchi

Daniele Sobrero

Socio-assistenziale: 45 milioni di euro agli enti gestori

Per il 2024 la Regione Piemonte ha disposto un trasferimento di quasi 45 milioni di euro agli enti gestori delle funzioni socio-assistenziali. Lo ha sottolineato l’assessore alle Politiche sociali Maurizio Marrone, rispondendo all’interrogazione di Monica Canalis (Pd).

“Alcuni dei 45 enti gestori del Piemonte ricevono dalla Regione meno risorse di altri, sulla base di criteri demografici e di dispersione territoriale stabiliti nel 2010. Credo che sia tempo di aggiornare questi criteri, tenendo conto del mutato quadro epidemiologico e demografico. L’obiettivo è evitare iniquità e garantire uniformità delle politiche sociali” ha replicato Canalis.

La Regione, come spiegato, individua nella gestione associata, e in particolare in quella consortile, la forma idonea a garantire l’efficacia e l’efficienza degli interventi e dei servizi sociali di competenza dei Comuni.

Nell’interrogazione, Canalis ha sottolineato come negli ultimi anni gli enti gestori abbiano dovuto far fronte a un aumento delle povertà materiali ed educative, del disagio psichico, della non autosufficienza, delle problematiche famigliari, della condizione giovanile e della genitorialità, della solitudine, soprattutto dopo gli anni della pandemia di Covid 19. Inoltre dal 2023 gli stessi enti gestori hanno dovuto gestire le domande per i nuovi bandi domiciliarità e residenzialità del bonus “Scelta Sociale”.

 

 Conticelli (PD) “Il parto in anonimato è dignità e sicurezza per madre e il figlio” 

“Un’occasione persa in consiglio regionale per esprimere nel concreto, con un atto politico,  il sostegno alle donne e ai bambini e la tutela della genitorialità responsabile. Spero che nella prossima seduta ci siano le condizioni per dimostrare che il tema è davvero un interesse trasversale, perché si parla della salute psicofisica delle persone, come è emerso oggi nel corso del dibattito. Se c’è una disponibilità ad uscire dalla demagogia su temi così importanti è il momento di provare a dimostrarlo.
“I due documenti presentati oggi in aula avevano un punto d’approdo comune, che era la tutela dei neonati e la promozione di una campagna informativa corretta rispetto ai diritti e alle opportunità offerte alle donne che non intendano riconoscere il nascituro o che si trovino di fronte degli impedimenti che non riescono ad affrontare.
 “Le culle per la vita rappresentano una iniziativa del terzo settore che si “aggiunge” però all’opportunità primaria offerta dalla legge italiana e dalla sanità pubblica, ovvero del parto in anonimato in ospedale. Il nostro ordine del giorno chiedeva di promuovere una campagna informativa su quest’ultima possibilità e di potenziare i servizi sanitari di base che dovrebbero accogliere le donne prima del momento del parto, al fine di poter affiancare la donna non solo nel momento finale della sua scelta, cioè i consultori.
Il parto in anonimato e i consultori non sono istituzioni “di parte”, ma sono servizi sanitari pubblici, in capo alle aziende sanitarie e quindi alla Regione. I consultori sono servizi a bassa soglia e cui rivolgersi senza ticket o impegnativa, accessibili a tutte le donne,  comprese le cittadine straniere, indipendentemente dalla loro condizione giuridica, minorenni, o vittime di violenza. Intercettare il disagio è fondamentale e lo diventa ancor di più se fatto prima del parto. L’accoglienza della donna in una struttura sanitaria pubblica la mette in condizioni di fare le proprie scelte in sicurezza, con rispetto per il proprio vissuto e le proprie decisioni e nella tutela completa del nascituro.”
Lo dichiara la consigliera regionale del PD Nadia Conticelli, prima firmataria dell’ordine del giorno “parto in anonimato e potenziamento dei consultori”

Rete ospedaliera, Pd: “Studio interessante ma responsabilità è politica”

PENTENERO – VALLE – CONTICELLI (PD): “UNA BASE DA APPROFONDIRE”

 In Commissione Sanità del Consiglio regionale è stato presentato uno studio clinico gestionale di AGM Project Consulting e Ires Piemonte relativo al dimensionamento della rete ospedaliera e territoriale del Piemonte, nonché della rete di emergenza-urgenza, che, secondo il Presidente della Commissione Icardi, dovrebbe rappresentare la base del nuovo piano socio-sanitario.

“Si tratta di un interessante strumento di conoscenza e di progettazione, utile a imbastire la discussione sul nuovo piano sociosanitario su basi scientifiche e oggettive. Sarà interessante, quindi, approfondire come questo modello ha valutato i nuovi ospedali e, soprattutto, i servizi dei vari ambiti territoriali e dei presidi già presenti, caso per caso. Certo la responsabilità delle scelte alla fine ricade sulla politica: prendo ad esempio la vicenda del Martini, condannato alla chiusura dal piano di rientro, salvato da Saitta e, nel corso dell’ultima consiliatura, interessato da imponenti lavori fino a diventare l’ospedale più moderno della città” dichiara il Vicepresidente della Commissione Sanità Daniele Valle (Pd).

“L’analisi tiene conto dell’esistente, ma rispetto alle possibili evoluzioni la politica deve dire in che direzione intende andare. Ad esempio i quasi seimila parti annui del Sant’Anna sono un numero abnorme, che va redistribuito sul territorio, con particolare attenzione alla zona nord. E, ancora, se si pensa ad un polo materno infantile, dove si colloca la ginecologia non legata al parto? Si intende tenere la salute delle donne fuori dal polo di eccellenza e di ricerca del Parco della Salute? Queste sono domande a cui non può rispondere un’indagine tecnica, ma dipendono dalla programmazione e dalle scelte dei decisori politici” spiega la Consigliera regionale Pd Nadia Conticelli.

“Quello che è stato reso evidente oggi è che non esiste alcuna strategia nella gestione della nostra sanità da parte della Giunta Cirio – conclude la Presidente del Gruppo Pd Gianna Pentenero – E ancora una volta appare assurda l’idea di scorporare Regina Margherita e Sant’Anna dalla Città della Salute. Vorremmo, poi, a fronte anche di studi così importanti, avere finalmente una pianificazione dettagliata delle risorse destinate all’edilizia sanitaria. Tanti interrogativi restano aperti e credo che siamo veramente lontani dalla creazione di un piano sociosanitario, mentre ci si limita a procedere con decisioni a spot e molto confuse”.

Salis, Giachino:  “Silenzio assordante della Schlein e del PD” 

Prefetto e Parlamento intervengano. L’europarlamentere incita Askatasuna e lotta No Tav

LA TAV è un’opera strategica per l’Europa e per l’Italia come ha votato più volte il Parlamento italiano che ha anche approvato l’accordo con la Francia e il progetto.
Di più dopo il voto contrario del Comune di Torino del 29 ottobre 2018 e la grande risposta SITAV del 10.11.2018 , il 7 agosto 2019 il Senato bocciò la Mozione NoTav dei cinque stelle. Il 12 Novembre 2011 la Legge Finanziaria definì il cantiere di interesse nazionale.  Non è pertanto ammissibile che Parlamentari italiani o europei come la Salis o Sindaci con la fascia tricolore manifestino , approvino o incitino alla lotta NOTAV, peraltro subito seguiti da attacchi al cantiere con danni a persone, aziende e cose.  Questa lotta e’ costata al Paese la perdita di miliardi di PIL e di migliaia di posti di lavoro e un aumento dei costi dell’opera di 2,5 miliardi.
L’intervento della Signora Salis nella sede di Askatasuna a proporre come modello la lotta dei NoTav deve avere delle risposte chiare e forti di Governo, Prefetto, partiti. Concordo con quanto dichiarato dalla on. Montaruli  Stamane ho chiesto al Prefetto di Torino di convocare una riunione con i partiti perché i continui attacchi al cantiere sono intollerabili oltreche’ essere un insulto ai disoccupati e ai senza lavoro. Non si può far finta di niente e bamblinare. I tempi lunghi della realizzazione dell’opera la economia torinese e valsusina li stanno pagando da anni . L’Osservatorio venne istituito dal Governo Berlusconi nel marzo 2006. Il progetto definitivo approvato nel 2015. I lavori dal lato italiano stanno a zero. Se pensiamo che il primo traforo del Frejus venne costruito in soli 13 anni.
Mino GIACHINO 
SITAV SILAVORO