POLITICA

30 anni della Fondazione Donat-Cattin, uno sguardo al futuro

Anche a Roma, dopo le iniziative torinesi, si è ripercorsa la storia della Fondazione Carlo DonatCattin, nata l’anno dopo la scomparsa dello statista piemontese.

Una iniziativa che si è svolta in Senato e che ha visto alcuni interventi importanti tra cui quello di Pier Ferdinando Casini, Guido
Crosetto e Bruno Vespa. Una Fondazione che è nata non solo per ricordare il magistero e l’azione
politica, culturale e sociale dello statista Dc e del leader indiscusso della sinistra di ispirazione
cristiana. Ma, soprattutto, è una Fondazione che ha il merito, e l’obiettivo, di rilanciare e
riattualizzare il pensiero, la cultura e la tradizione del cattolicesimo sociale nel nostro paese. Una
tradizione e una cultura che conservano una straordinaria attualità e modernità nella società
contemporanea. Perchè la Fondazione, nel corso di questi anni, ha affrontato anche – e continua
ad approfondire – tematiche strettamente legate alla società, con particolare riferimento alle
istanze, alle esigenze e alle domande che provengono dalle giovane generazioni.

Ma, per fermarsi al dato politico, è indubbio che il lavoro della Fondazione Donat-Cattin è
particolarmente utile e prezioso per richiamare un pensiero politico che ha segnato in profondità
la stessa storia democratica del nostro paese. E questo, pur senza riproporre moduli ed
esperienze politiche del passato, perchè è abbastanza evidente che la democrazia nel nostro
paese non può fare a meno di una cultura politica e di un pensiero che hanno qualificato ed
arricchito la storia e la stessa esperienza del cattolicesimo politico nel nostro paese. E la rilettura
dell’azione politica, legislativa, culturale e soprattutto sociale di Donat-Cattin e della sua storica
corrente, Forze Nuove, significa anche rileggere i punti cardinali di un pensiero che non può
essere banalmente e qualunquisticamente archiviato.

E l’iniziativa che si è tenuta al Senato ha confermato la bontà e l’efficacia di questa azione
culturale e, soprattutto, le ricadute concrete che una presenza del genere può avere. E non solo
nell’area di riferimento – cioè quella del cattolicesimo popolare e sociale del nostro paese – ma
nell’intera società. E questo perchè i valori, i principi e gli asset culturali della cultura del
cattolicesimo sociale rappresentano tuttora un giacimento ideale, etico e politico che non può
essere sacrificato sull’altare di nessun maldestro nuovismo. E la Fondazione Carlo Donat-Cattin –
guidata per oltre vent’anni dal figlio Claudio scomparso nel 2022 dopo aver dato un impulso
straordinario alla stessa Fondazione fortemente voluta dalla famiglia dello statista piemontese –
come hanno giustamente evidenziato e ricordato Pier Ferdinando Casini e Bruno Vespa in Senato,
può diventare, senza supponenza e senza arroganza, un autorevole punto di riferimento della
tradizione e del pensiero del cattolicesimo politico italiano.

Giorgio Merlo

Clima, Grimaldi (AVS): Il presidio di XR non va sgomberato, il Governo ascolti

“Questa mattina, attivisti e attiviste di Extinction Rebellion hanno occupato con le tende la piazza del Viminale, sede del Ministero dell’Interno, dopo aver scaricato 5 quintali di letame davanti all’ingresso. Le forze dell’ordine hanno strappato le tende e rimosso tutti gli striscioni in meno di mezz’ora. Alcuni sono stati trascinati fuori dalle tende e ora tutte le persone presenti si trovano circondate da due cordoni di polizia davanti alla scala. Se si procederà allo sgombero e al fermo saranno portate in questura più di settanta persone. In un contesto in cui gli eventi climatici estremi investono l’Italia, dall’Emilia alla Sicilia, chiediamo alle istituzioni di non reprimere la protesta, ma di ascoltarla. Il Governo non ha fatto che inasprire le pene contro chi manifesta per il clima, mentre butta in armi le risorse che servirebbero all’adattamento climatico e alla messa in sicurezza del territorio” – lo dichiara il Vicecapogruppo di AVS alla Camera, Marco Grimaldi.

Contro la violenza sui disabili

Il Centro Antiviolenza per Disabili del Comune di Torino, il primo costituito in Italia, ha reso noto qualche giorno fa che nel solo 2024 vi sono state 107 denunce di violenza su persone con disabilità fisiche o psichiche.

È così emerso un dramma quasi sempre invisibile, dove silenzio e omertà nascondono vulnerabilità e abusi. Le donne con disabilità psichica o motoria sono particolarmente esposte a maltrattamenti, spesso perpetrati da persone vicine o conoscenti.

 

In previsione del 25 novembre, Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, UIL Pensionati e Officina Riformista hanno organizzato un dibattito per:

 

Venerdì 22 Novembre alle 17.30 presso la Sala Colonne del Municipio di Torino

 

che ha come titolo

 

Diamo voce alle donne con disabilità contro ogni violenza“.

 

Elena Apollonio, segretaria di DemoS Piemonte e Presidente della Commissione consigliare Diritti e Pari Opportunità. e DemoS Piemonte ti invitano a partecipare

Demos – Democrazia Solidale Piemonte

Via Guarini 4, 10123, Torino

 
 

Ecco perché Torino da anni cresce poco. E’ ora di una svolta

Caro Direttore,

Torino stava ancora “godendo” della splendida settimana delle ATP finals ma tutto strozzato bruscamente perché i dati di Unioncamere ci dicono, come riporta stamane il Corriere della sera, “profondo rosso in Piemonte”, la crisi dell’industria trascina l’economia in recessione. Così l’industria in crisi vale di più di turismo, eventi, attività culturali messi insieme.
Io ho studiato di sera ma sono stato il primo a dirlo nel 2009 quando ero Sottosegretario di Stato ai trasporti alla Bresso e Chiamparino mi mandano a stendere. Così Torino è il Piemonte hanno continuato a crescere meno della media nazionale e la metà della Città che sta male , secondo la frase di Mons. Nosiglia, oggi sta peggio.  Da quindici anni dico che solo turismo, cultura e eventi non bastano a tenere Torino e il Piemonte ai livelli del passato . Ecco perché nel 2018 non ci pensai troppo a organizzare quella grande Piazza Castello SITAV per salvare l’opera più importante per il futuro dei nostri figli e nipoti.
A questa situazione si è aggiunta la vendita della Fiat, con  le decisioni di Tavares che hanno tartassato l’indotto torinese e due anni fa la decisione europea (votata dal PD e appoggiata da Lorusso) che puntando tutto sull’auto elettrica ha di fatto bloccato o rallentato le vendite delle auto tradizionali.
Gli amministratori del PD non si erano accorti che nella ultima Legge di Bilancio di Draghi non vi era una lira per il settore auto così hanno snobbato lo stanziamento del fondo Giorgetti, nato da una mia proposta fatta propria dall’on. Molinari, e oggi due anni e mezzo dopo capiscono che quei soldi  sono importanti.
Caro Direttore purtroppo la gente che va a votare non ha capito che come è meglio scegliere il medico che capisce prima la malattia, così e’ meglio votare il politico che capisce prima e che non se ne sta con le mani in mano per cui tre anni fa Torino ha rivotato il PD.
L’ho fatta lunga perché occorre riflettere bene sui dati usciti ieri da Unioncamere e correggere la strategia come fa il medico bravo quando corregge la terapia.
Occorre assolutamente difendere il settore auto e indotto, occorre accelerare i lavori della TAV e della Linea 2 della Metro e affrontare il tema della tangenziale sia per quanto riguarda la quarta corsia che per quanto riguarda il collegamento del Chierese alla bretella tra la Autostrada per Piacenza e la Tangenziale di Torino oltre ad accelerare l’investimento al Ponte Preti prima che accada una nuova tragedia tipo Ponte Morandi.
Ecco perché con l’on. Giorgio Merlo abbiamo pensato agli STATI GENERALI della Economia o a un Consiglio regionale aperto in cui i torinesi di buona volontà dicano cosa occorre fare di più per rilanciare economia e lavoro nella Città in cui Cavour e i suoi amici illuminati costruirono l’Unita d’Italia ma diedero il via alla costruzione delle ferrovie e del primo Traforo alpino al mondo e costruirono il canale Cavour oltre a far nascere l’industria ferroviaria che sarà strategica anche per il futuro .
Torinesi e piemontesi che  quando persero la Capitale si tirarono su le maniche e investirono i propri capitali nel far nascere l’industria italiana , costruendo la Autostrada per Milano, quella per Savona e i trafori autostradali.
Mino GIACHINO 
(grafica: Corriere della Sera)

Grimaldi (Avs): “Il governo come costringerà Stellantis a garantire produzione?”

Lo pensa di fare tagliando i fondi per l’automotive?

Che cosa è successo nell’ultimo mese su Stellantis alla Camera dei Deputati? Tavares ha fatto scena muta di fronte a parlamentari, non ha presentato piani industriali, né nuovi modelli, né certezze. Il presidente di Stellantis Elkann ha addirittura rifiutato di presentarsi davanti al Parlamento: riteneva sufficiente quanto detto dal suo Amministratore delegato. Ora addirittura una nuova cassa integrazione, questa volta a Termoli.

Perciò la domanda è semplice: cosa farete per costringere Stellantis a favorire la produzione di modelli mass market? Cosa farete per vincolare gli incentivi al reshoring dei modelli Fiat programmati in Serbia, Polonia e Marocco?

Così Marco Grimaldi di Avs nel corso del Question Time alla Camera dei Deputati si rivolge al ministro Urso.

Ma davvero dopo mesi di lavoro, – conclude il vicecapogruppo dei deputati rossoverdi – dopo le mozioni approvate dal Parlamento , dopo lo sciopero de lavoratori promosso da Fiom, Fim e Uil il governo Meloni pensa di farlo tagliando 4.6 miliardi al fondo automotive per armare fino ai denti e darli al ministero della difesa?

Italia Lib-Pop: “La piscina hammam non è integrazione”

“È notizia di queste ore la proposta della UISP di Alba-Bra, gestore della Piscina Comunale di Ciriè (TO), che in ottica di rinnovo della convenzione vorrebbe destinare parte dell’orario di apertura alla frequentazione di sole donne, per ‘creare quel senso di complicità femminile tipico degli Hammam’, come scritto nella proposta stessa. Un progetto che ci auguriamo il Consiglio Comunale rigetterà senza remore”, così Claudio DesiròSegretario di Italia Liberale e Popolare, commenta la polemica scaturita dalla proposta.

“L’integrazione dei cittadini stranieri residenti nel nostro Paese deve passare da un processo di inclusione che non può piegarsi ai precetti religiosi di una fede oscurantista che vede la donna come essere umano di serie B. La nostra società civile non può da un lato proseguire sul percorso di uguaglianza, lotta al patriarcato, vero o presunto che sia, e contrasto al fenomeno della violenza sulle donne e dei femminicidi, ed al contempo genuflettersi ai dogmi di segregazione della donna tipici dell’Islam”, prosegue Desirò.

“Un impianto sportivo, a maggior ragione pubblico, come la piscina comunale di Ciriè, deve accogliere tutte le persone che vogliono fare attività sportiva, senza distinzione di sesso, etnia o religione professata: questa è inclusione e l’integrazione di coloro che sono ancora legati a retaggi di un trapassato remoto ed oscurantista, deve passare attraverso l’accettazione di questa uguaglianza trasversale” aggiunge Desirò.

“L’Unione Italiana Sport per Tutti, in uno stato di delirio ideologico che ha già portato a proposte simili in altri comuni, vorrebbe creare negli impianti pubblici da lei gestiti delle sacche in cui si possano seguire dei precetti religiosi lontani dal buon senso, distanti dal concetto di società aperta ed inclusiva e contrastanti con la stessa Costituzione del nostro Paese. Il processo di islamizzazione che la UISP vorrebbe fare nei nostri impianti sportivi deve essere fermato: l’inclusione non passa dal rendersi supini alla segregazione della donna voluto dai mussulmani”, conclude Desirò.

Italia Liberale e Popolare

Direttivo Nazionale

Il Sindaco Lo Russo vicepresidente Anci

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Si sono aperti ieri pomeriggio al Lingotto Fiere, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i lavori l’Assemblea annuale dell’ANCI, giunta alla quarantunesima edizione. Ad accogliere il capo dello Stato che al suo arrivo ha ricevuto un lungo applauso da parte dei tanti sindaci presenti in sala, tutti con la fascia tricolore, il neo presidente Gaetano Manfredi, primo cittadino di Napoli eletto  all’unanimità alla guida dei comuni italiani e il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, poi nominato Vicepresidente con delega alle Politiche comunitarie e internazionali.

Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Ascoli Piceno, Marco Fioravanti, che da neo presidente del Consiglio nazionale Anci, ha aperto i lavori della 41esima Assemblea Anci al Lingotto di Torino è intervenuto Davide Gilardino, Presidente Anci Piemonte e Sindaco di Ronsecco che ha dato il suo benvenuto insieme a tutti comuni piemontesi e nazionali alle autorità presenti in sala.

E’ stata poi la volta del Sindaco di Torino Stefano Lo Russo che ha sottolineato come per la sua città sia un vero onore accogliere i sindaci di tutta l’Italia: “Da Torino, prima capitale, è partita la storia del nostro Paese – ha detto il Sindaco -. Torino è stata motore fondamentale del processo di unificazione italiana, una città che ha saputo guardare oltre i propri confini per credere, con coraggio, nella dimensione nazionale come risposta alle divisioni e ai localismi del passato. Da qui uomini e donne hanno lavorato instancabilmente per costruire un’Italia unita, affrontando sfide gigantesche, ispirati dalla convinzione che l’unità fosse il presupposto per la libertà, il progresso e la dignità del nostro popolo. È con quello stesso spirito – ha proseguito – che, oggi, Torino vi accoglie, consapevole dell’importanza del dialogo e della coesione per affrontare le sfide del presente”.

Nel suo intervento Lo Russo non ha mancato di ricordare come le sindache e i sindaci siano la prima interfaccia con i cittadini, “primo punto di contatto con lo Stato che le persone hanno nella loro vita quotidiana. Un orgoglio, ma anche una grande, duplice, responsabilità – ha sottolineato – Indirizzata sia verso chi vive e lavora nei nostri territori che verso la comunità allargata, quella dell’intero sistema Italia. Una responsabilità che ci porta a dover tenere presente una visione unitaria, condivisa, comune”.

Il Sindaco non ha mancato di ricordate il ruolo riconosciuto ai Comuni nella nostra Costituzione: “La nostra Carta Costituzionale definisce la composizione della Repubblica, indicandoci che è formata dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato e non a caso essa attribuisce un ruolo cruciale a tutti questi livelli di governo, riconoscendo esplicitamente i Comuni, le Province e le Città Metropolitane accanto alle Regioni. Questo riconoscimento non è formale, ma sostanziale: parla del valore delle autonomie locali come pilastri della democrazia e come attori essenziali nel dialogo con lo Stato centrale. Quando affrontiamo il tema delle riforme costituzionali – ha osservato – non possiamo dunque limitarci a parlare solo delle Regioni ma dobbiamo tener conto dell’intero sistema delle autonomie, che si regge su un equilibrio di ruoli, funzioni e responsabilità di cui i Comuni italiani sono protagonisti”.

Lo Russo ha poi rilevato che “viviamo un momento di profonde divisioni, che porta con sé il rischio elevatissimo di cedere ai personalismi, di guardare all’interno delle proprie mura e di ignorare il fatto che soltanto insieme si possono raggiungere traguardi fondamentali, e che le sfide che il mondo ci mette davanti devono trovarci unite e uniti. L’assemblea che apriamo oggi è il luogo del dialogo, del confronto, dello scambio, dell’unità e della pluralità, in cui diversi territori mettono al centro del dibattito diverse esigenze, che possono e devono essere affrontate in maniera collegiale, condivisa, supportiva”, ha concluso Lo Russo.

“Ben poco potremmo fare, se non potessimo fare, se non potessimo contare sulle tante fasce tricolori di tante donne, di tanti uomini, di tanti sindaci, di tante giunte, di tanti consigli comunali che ci aiutano nell’attuare le politiche regionali e nazionali in un ruolo che è evidentemente il ruolo più difficile perché il sindaco è lì. Quando non si risolve il problema rimane solo il sindaco – ha poi ricordato il Presidente della Regione Piemonte strappando grandi applausi alla platea -. Sarà un bel giorno quando per fare il parlamentare bisognerà essere stati un giorno consigliere comunale, un giorno consigliere provinciale, un giorno sindaco. Perché questo vuol dire attaccamento territoriale, rapporto con i cittadini, ma soprattutto riconoscere il valore istituzionale del ruolo”.

TORINO CLICK

Tensioni sociali ed economiche: la politica dia risposte

Se non esistesse, il Pd dovrebbe inventare  la regione Emilia Romagna. Dagli Arditi del Popolo di Parma contro i fascisti che marciavano su Roma ai giorni nostri, sempre a sinistra. Indubbiamente, almeno per stavolta contava di più l’Umbria che ritorna ad essere governata dal centrosinistra.
E mi dispiace per lo stalinista Rizzo con il suo 1% ininfluente.  Per lui missione non compiuta: la sinistra in Umbria governerà. I suoi amichetti di destra non lo ringrazieranno. E poi, stavolta, i due schieramenti hanno giocato alla pari. Infatti Conte cinque stelle si è astenuto dal contendere elettorale. Portasse un po’ di sfiga?
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Ovviamente è solo chi perde che sottolinea il tutto. Ed i ventriloqui della Meloni sono spariti. Capita anche nelle migliori famiglie.
Qui in Piemonte nessuno vuole vedere manco in cartolina il sottosegretario Del Mastro che straparla. Sia ben chiaro che non è l’unico membro del governo. Anche il ministro dell’ istruzione Valditara sta messo decisamente maluccio. Dice che l’aumento della violenza sulle donne è provocato dall’immigrazione.  In Italia da oltre 5 anni oltre il 70% degli omicidi sono italiani da generazioni. Ma i miserabili non finiscono qui. Eccoli quelli che rispolverano il segno della P 38 tanto in voga nell’ estremismo anni 70 e 80.  Ieri come oggi sono speculari a fascisti e violenti di destra e di sinistra.
Mi sa che dovremmo darci una calmata tutti quanti.
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E mentre impazza la violenza anche tra minori e i morti sul lavoro ci sono tutti i giorni dal nord al sud, restano in  Albania 350 poliziotti che non fanno nulla. Complimenti Meloni, anche in questo caso mi sembra che hai sbagliato.  Veramente  tempi bui.
E Torino continua a cercare se stessa non trovandosi. Bellissimo il Tennis internazionale.  Ma non si campa di solo companatico. Se non riprendiamo a produrre continuiamo ad essere fregati. Poi se se si considerano i dazi  che verranno introdotti da Trump  c è poco da stare allegri. In ultimo: Non so  voi, ma a me l’accoppiata Trump e Musk fa veramente paura.
PATRIZIO TOSETTO

Giaccari coordinatore regionale Orizzonti Liberali

Riceviamo e pubblichiamo

 L’Assemblea Regionale di Orizzonti Liberali si è conclusa a Torino, segnando un importante passo per il movimento nella costruzione di un’identità territoriale forte e rappresentativa. L’assemblea, presieduta da Francesco Aglieri Rinella, ha eletto Piero Giaccari come nuovo Coordinatore Regionale di Orizzonti Liberali per il Piemonte, con il compito di rappresentare e guidare le attività del movimento nel territorio.

Nato su iniziativa di Luigi Marattin, deputato e presidente di Orizzonti Liberali, il movimento si è avviato come associazione con l’obiettivo di aggregare le diverse anime liberal-democratiche, costruendo un progetto solido che miri a una politica basata su merito e competenze. Questa assemblea regionale ha rinnovato l’impegno del movimento a radicarsi in Piemonte, preparandosi a lavorare su proposte concrete e vicine ai bisogni del territorio.

Dichiarazione del Coordinatore Regionale Eletto

“Sono onorato di rappresentare Orizzonti Liberali in Piemonte. Con determinazione e competenza, costruiremo una comunità inclusiva, capace di rispondere alle esigenze locali e al contempo di contribuire alla visione nazionale del movimento.

L’incontro e il dialogo autentico possono diventare il primo passo per costruire relazioni e alleanze, superando le tradizionali appartenenze politiche. Come disse Pietro Nenni, “Le idee camminano con le gambe degli uomini.”

Oggi le categorie di “destra” e “sinistra” non sono più adeguate per comprendere la realtà. La nuova linea di divisione si manifesta tra europeisti e antieuropeisti, occidentali e antioccidentali, liberali e antiliberali, modernisti e antimodernisti. L’antifascismo resta per noi un valore fondante, ma il fascismo si presenta oggi sotto molte forme. Non è forse una nuova forma di fascismo anche impedire a una ministra di parlare al Salone del Libro o alla Brigata Ebraica di partecipare alle celebrazioni del 25 Aprile?

Esistono famiglie politiche: i Liberali, i Socialisti, i Repubblicani, i Popolari, così come li intendeva don Sturzo, che oggi mancano di un’adeguata rappresentanza. La nostra associazione mira a diventare un catalizzatore delle forze e delle persone che attualmente non hanno una voce.

A cosa servono i “quadri intermedi” di un partito? Sono lo snodo tra le istanze dei territori e le scelte di respiro nazionale. Un coordinatore regionale deve essere parte attiva di una comunicazione dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso. I “quadri intermedi” sono i primi indicatori della salute dell’Organizzazione, se si diventa solo i portavoce di scelte compiute da altri è un sintomo chiaro ed innegabile di cattiva salute politica, molti di noi lo hanno visto nelle precedenti esperienze e questo non deve più accadere, è un mio preciso impegno.

Orizzonti Liberali proseguirà il percorso costituente con un evento nazionale a Milano, il 23 e 24 novembre, aperto a tutti i cittadini e alleati interessati a partecipare alla costruzione di una nuova forza politica liberal-democratica in Italia.

Piero Giaccari,