POLITICA

Paola Ambrogio (FdI): Torino è il fanalino di coda della sicurezza in Italia

“Sesta città per numero di reati denunciati, Torino è prima in Italia per danneggiamenti e terza per furti con strappo. Sono questi i numeri del fallimento della giunta Lo Russo.

Una città ormai ostaggio della criminalità, dove cittadini, commercianti e imprese sono presi di mira ogni giorno, in un clima di insicurezza esplosiva.

Il Governo Meloni ha investito in uomini, mezzi e riforme normative, ma Lo Russo continua a nicchiare, porgendo il fianco a antagonisti, centri sociali e sedicenti pro-Pace. È lui il responsabile del degrado, dell’assenza di controllo del territorio e di politiche sociali fallimentari”.

Così in una nota Paola Ambrogio, Senatore torinese di Fratelli d’Italia, dopo la pubblicazione delle statistiche della Banca Dati Interforze del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, diffuse da ‘Il Sole 24 Ore’.

Potere al Popolo: grave chiusura poliambulatorio via le Chiuse

Dal 3 novembre, il Poliambulatorio di via Pacchiotti, a Torino, accoglie anche i servizi sanitari che prima erano offerti in via Le Chiuse, nel quartiere San Donato. Il Poliambulatorio di via Le Chiuse verrà dismesso.

Secondo Potere al Popolo Torino e Casa del Popolo Estella, “questa chiusura rappresenta un fatto grave, che lascerà i quasi 50 mila abitanti della zona, molti dei quali anziani, più poveri di servizi essenziali legati alla loro salute. Per questo, oggi, in concomitanza con l’apertura del Poliambulatorio in via Pacchiotti, insieme a cittadini e cittadine della Circoscrizione 4 è stato organizzato un presidio di protesta e informazione alla cittadinanza contro la chiusura del Poliambulatorio di via Le Chiuse e l’accorpamento a via Pacchiotti. Il movimento politico ha già partecipato alla raccolta firme cittadina, che si batte per evitare la chiusura del Poliambulatorio. È stata presentata una petizione da cui si attendono risposte, ma nell’attesa, a perdere, sono tutti coloro che abitano i quartieri San Donato e Parella.”

Potere al Popolo afferma che questa chiusura si poteva evitare utilizzando lo stanziamento dei fondi PNRR, deliberato nel 2022, quando la maggioranza apparteneva al Centrodestra. Ribadisce inoltre che “difendere la Sanità Pubblica non è questione da campagna elettorale, ma una battaglia cruciale per tutti e tutte, rappresentando anche una difesa delle categorie più vulnerabili. La Sanità deve rappresentare una priorità. Secondo Potere al Popolo i soldi ci sono, ma si è deciso di spenderli in altro modo: se gli ambulatori di via Le Chiuse o di via del Ridotto vengono chiusi per risparmiare, i grandi progetti speculativi a grande partecipazione privata, come l’ospedale della Pellerina o il Parco della Salute non incontrano ostacoli”.

Mara Martellotta

Matteo Renzi: il rottamatore che non se ne va mai

POLITICA

Matteo Renzi: il rottamatore che non se ne va mai, tra garantismo, referendum e riforme “già fatte” Matteo Renzi torna a pontificare su garantismo, toghe e riforme epocali. Ma ricordate quando disse che avrebbe lasciato la politica se avesse perso il referendum? E invece…

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Matteo Renzi: il rottamatore che non se ne va mai, tra garantismo, referendum e riforme “già fatte”

Il fascino di un Centro autonomo

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

Ci sono tre modi diversi, se non addirittura alternativi, per declinare un progetto politico centrista,
riformista e democratico nel nostro paese. Oggi, però, e senza lo sguardo rivolto all’indietro.
Il primo metodo, molto gettonato nell’attuale ‘campo largo’ – cioè l’alleanza di sinistra e
progressista – è quello di studiare e pianificare a tavolino una presenza centrista. È il cosiddetto
“lodo Bettini”. Cioè sancire l’indispensabilità di avere anche un polo centrista – l’ormai famosa
“tenda” – purchè non abbia l’intenzione e nè l’ambizione di condizionare o contribuire alla
costruzione del progetto politico complessivo della coalizione. Che, come tutti sanno, è
saldamente nelle mani delle varie sinistre che compongono il ‘campo largo’. Si tratta, comunque
sia, di una presenza utile per certificare che l’alleanza di sinistra e progressista è anche “plurale”
da un lato ma che, dall’altro, si riduce ad un semplice e quasi statutario “diritto di tribuna” per i
vari rappresentanti di questa sedicente area centrista. Un’area che oggi raggruppa il piccolo
partito personale di Renzi, i cosiddetti “civici” del dem romano Onorato con i rispettivi
amministratori locali, il movimento dell’ex Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ruffini e chi più ne
ha più ne metta. Compresi, e soprattutto, quelli che escono momentaneamente dal Pd per
approdare in questo agglomerato attraverso il noto e collaudato meccanismo delle “porte
girevoli”.

Il secondo è quello teorizzato e praticato – anche se in forma ancora troppo incerta e debole – dal
partito centrista di Forza Italia all’interno dell’attuale coalizione di governo. Un ruolo e una
funzione politica che, però, per essere realmente credibile e all’altezza della situazione, deve poter
essere decisiva non solo nel rivendicare uno spazio centrista ma anche, e soprattutto, nel
costruire un progetto di governo dove la componente centrista sia realmente visibile, pungente,
forte e capace di incidere nella costruzione delle singole politiche di settore e non solo di settore.
Un nodo che, oggettivamente, e al di là di ogni altra considerazione di parte, ad oggi non è ancora
affatto sciolto nella coalizione guidata da Giorgia Meloni.

In ultimo c’è l’iniziativa concreta e immediatamente percepibile di un Centro autonomo. Che non
significa, come ovvio e scontato, una presenza meramente testimoniale. E quindi di per sè
politicamente irrilevante ed inconsistente. Al contrario, significa rimarcare la bontà di una cultura
politica, di un metodo politico, e, soprattutto, di un progetto politico. Che oggi coincide con
l’essere un progetto autenticamente riformista e democratico. Perchè deve competere con
schieramenti che praticano e coltivano – soprattutto a sinistra – una violenta e persino spudorata
radicalizzazione del conflitto politico accompagnata da un altrettanto inquietante polarizzazione
ideologica. Un progetto che oggi è teorizzato e perseguito principalmente da Carlo Calenda con il
partito Azione e altri movimenti e gruppi politici. È inutile negare che si tratta di una iniziativa
politica che stuzzica e suscita una forte e spiccata attenzione da parte dell’area cattolico popolare
e cattolico sociale. Perchè, semplicemente, si tratta di un progetto che ha attraversato il cammino
concreto di molti cattolici impegnati in politica. Senza citare la cinquantennale esperienza della
Dc, basti pensare al Ppi di Marini e Martinazzoli del 1994 o a quello del CCD di Pier Ferdinando
Casini del 2008; da quello di Monti del 2013 – anche se aveva più un approccio tecnocratico che
politico – a quello del fu “terzo polo”. Ecco perchè riproporre, oggi, il progetto di un Centro
autonomo, distinto e distante dai due schieramenti maggioritari che evocano un lontano ricordo
della deriva degli “opposti estremismi” significa anche, e forse, incrociare cammin facendo
sempre più adesioni ed interesse.

Comunque sia, per chi oggi parla di Centro e di progetto centrista, non può non scegliere uno di
questi tre modelli.

Olliveri, PdF: “L’occulto provoca gli incubi, altro che risolverli”

Ottavio Olliveri, Referente del Popolo della Famiglia di Alba, dichiara: “Apprendiamo con sconcerto che presso la biblioteca di Alba si terrà la sera del 31 ottobre una “speciale seduta spiritica con lo scrittore”. Verranno lette storie ad alta voce “evocando gli scrittori del passato” con l’intento di “affrontare insieme i peggiori incubi”. Ipotizziamo che sia solo un modo, peraltro poco originale, per incuriosire un pubblico che banalizzando la dimensione spirituale va in cerca di facili “emozioni”. Quello che ci inquieta è l’età dei destinatari: bambini dai 9 anni in su.
Margherita Ruffino, Referente del PdF Canale, ribadisce :” É molto pericoloso che si espongano bambini anche dai 9 anni in avanti ( cosa sono 9 anni?) a giochi ed esperienze che possano emozionarli troppo, generare paure ed idee sbagliate. Oggi si è troppo impreparati e quindi imprudenti nell’affrontare il mondo dello spirito, soprattutto quello del male, perché non si cerca più di compensarlo con la riflessione spirituale e la preghiera. Ma insomma, è sempre stato considerato peccato pericoloso addentrarsi nel mondo degli spiriti anche se solo per gioco ed i santi sacerdoti di un tempo ci dicevano che nemmeno per gioco si deve cercare il contatto con l’Aldilà. Ma chi ci crede più oggi? Nemmeno i sacerdoti credono più che esistano il demonio e gli spiriti maligni, quindi per gioco si espongono i bambini a cose che possono fare loro solo del male”.
Confidiamo che il nostro appello possa aiutare gli adulti a valutare con maggiore prudenza linee educative solide e rassicuranti”.

Canalis (Pd): “Soggetti profit, Ddl Marrone apre a gestione alloggi pubblici”

Nel testo presentato dalla Giunta Cirio non si esclude la gestione profit degli alloggi di edilizia residenziale pubblica.

30.10.2025 – Nel giorno in cui si sono svolte le audizioni dei sindacati inquilini di CGIL, CISL e UIL e delle assemblee dei sindaci dell’ATC Piemonte sud e del Piemonte centrale, in merito al Ddl Marrone sull’utilizzo alternativo degli alloggi di edilizia sociale, sorgono molte perplessità.

La prima riguarda la possibilità, non esclusa nel testo, che gli alloggi popolari, di proprietà ATC o comunale, siano dati in gestione a soggetti con scopo di lucro, tra l’altro senza specificare cosa significhi che applicheranno “canoni sostenibili”.

La seconda riguarda la possibilità di esternalizzare la gestione anche degli alloggi disponibili per l’assegnazione. Se questi alloggi sono assegnabili e non necessitano di manutenzione, assegniamoli alle decine di migliaia di persone in lista d’attesa invece di darli a soggetti terzi!

La terza riguarda la possibilità di far ristrutturare gli alloggi popolari ai ministeri per poi darli ai trasfertisti, insegnanti, poliziotti e militari che vengono in Piemonte e faticano a trovare alloggio. Siamo sicuri che queste figure opteranno per un alloggio popolare, per quanto ristrutturato?

Infine, lascia perplessi l’eccessiva discrezionalità concessa agli enti proprietari, che proporranno progetti molto eterogenei, con destinatari molto diversi, generando disparità e rischi di pratiche discutibili.

In un quadro drammatico, con migliaia di famiglie in lista d’attesa per un alloggio popolare e altrettante famiglie sfrattate o a rischio sfratto per morosità incolpevole, il disegno di legge Marrone non risponde adeguatamente a questa emergenza, ma si limita a proporre un utilizzo alternativo degli alloggi di edilizia popolare, senza fornire garanzie contro speculazioni e usi distorti.

Crediamo che debba essere assicurato che gli enti coinvolti operino esclusivamente per finalità pubbliche e sociali, con divieto di utilizzo a fini speculativi o di profitto privato, che siano introdotti meccanismi efficaci di prevenzione di corruzione, favoritismi e infiltrazioni, attraverso controlli e verifiche eventualmente indipendenti, e che siano introdotti obblighi di rendicontazione, pubblicità e tracciabilità dei proventi, per rendere evidente che le risorse siano destinate integralmente alla manutenzione e al recupero del patrimonio abitativo pubblico.

Solo così potremo arginare l’inesauribile spinta privatizzatrice di questa Giunta, che abbiamo già visto in materia di sanità, affidi di minori, gioco d’azzardo patologico, non autosufficienza e formazione professionale.

Cirio & c. affidano ai privati le politiche pubbliche, con aperture eccessivamente liberistiche.

Non vorremmo trovarci 5.000 alloggi di edilizia residenziale pubblica (tanti sono oggi in Piemonte gli alloggi ERP non assegnabili per carenze manutentive) affidati a grandi fondi immobiliari con scopo di lucro.

Monica CANALIS – consigliera regionale PD

Ravello (Fdi): “Via Po pedonalizzata? Un altro colpo a Torino”

 “DOPO PIAZZA BALDISSERA PENSAVAMO DI AVERLE VISTE TUTTE!”

 
“L’ipotesi di pedonalizzazione di via Po rappresenta l’ennesimo capitolo di una crociata ideologica contro l’automobile che questa Amministrazione porta avanti con ostinazione, ignorando le reali esigenze di cittadini, residenti e commercianti. Da anni assistiamo a un susseguirsi di scelte che, sotto l’etichetta della ‘mobilità sostenibile’, finiscono invece per stravolgere la viabilità cittadina e rendere sempre più difficile muoversi nel cuore di Torino”. Ad affermarlo Roberto Ravello, vice Capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte.

“Mentre il traffico viene sistematicamente spostato da una parte all’altra del Centro, l’Amministrazione continua a sovraccaricare arterie già al collasso come corso Vittorio e corso San Maurizio, che ogni giorno sopportano volumi di traffico ormai insostenibili. È una scelta perversa, che non risolve i problemi ma li sposta e li amplifica, con ricadute pesanti sulla qualità della vita dei torinesi, sul commercio di vicinato e sull’intero sistema della mobilità urbana. Un modello miope – continua Ravello – che svuota le vie del centro e ne spegne la vitalità economica e sociale”.

“Invece di imparare dallo scandalo di Piazza Baldissera, dove errori di pianificazione e modifiche azzardate hanno prodotto anni di disagi, inquinamento e sprechi, si persevera nella stessa direzione. Torino – conclude Ravello – non ha bisogno di nuove chiusure e divieti, ma di buon senso, pianificazione e ascolto”.

Europa radicale: sì alla separazione delle carriere

La prima raccolta firme su un referendum Radicale per la separazione delle carriere dei magistrati è del 1999, si votò nel 2000 e prevalse nettamente il SI. Non si raggiunse il quorum e c’è  voluto oltre un quarto di secolo di iniziative per scardinare il conservatorismo di destra e sinistra. Oggi c’è da essere contenti di questo passo avanti e c’è da lottare per la vittoria dei SI al referendum confermativo. Per questo Europa Radicale aderisce con passione e convinzione al Comitato promosso dall’Unione delle Camere Penali che ringraziamo. Il prossimo 10 novembre terremo insieme agli avvocati della Camera Penale di Torino una conferenza stampa che sarà la prima di molte iniziative pubbliche. Partiremo da Torino perché è dalle strade di questa città che storicamente i Radicali hanno raccolto grande consenso ai referendum sulla e per la “Giustizia giusta”, battaglia nata e condotta dal Partito Radicale a partire dalla vicenda giudiziaria di Enzo Tortora.

Lo dichiarano in una nota Igor Boni e Emilia Rossi

Ruffino (Azione): “Sanità in ritardo, la nutrizione oncologica diventi un diritto, non un privilegio”

“La nutrizione come parte integrante della cura oncologica non è un supporto secondario ma una componente essenziale della presa in carico della persona. Per questo motivo per Azione è doveroso agire su tre piani: normativo, inserendo nei LEA le prestazioni nutrizionali specifiche per i pazienti oncologici affinché diventino un diritto esigibile e non una concessione; organizzativo, garantendo che ogni centro oncologico abbia equipe multidisciplinari; formativo, creando percorsi di aggiornamento obbligatori”.
Lo dichiara Daniela Ruffino, deputata di Azione, intervenuta alla Camera in merito alle mozioni sui percorsi nutrizionali per i pazienti oncologici.
“Un paziente malnutrito – prosegue Ruffino – risponde peggio e più lentamente alle terapie: questo ha un costo umano e sanitario enorme. Eppure nel nostro Paese la valutazione nutrizionale non è ancora stata inserita in modo sistematico nei percorsi diagnostico terapeutici assistenziali. Abbiamo costruito un sistema eccellente nella fase acuta, ma fragile nella prevenzione, nella riabilitazione e nell’accompagnamento e la nutrizione clinica si trova in quella zona dimenticata tra la cura e la vita quotidiana.
Inoltre, ogni regione agisce per conto proprio, ogni ospedale agisce in autonomia: il diritto alla Salute non può avere confini geografici”.
Secondo Ruffino “investire in nutrizione significa ridurre complicanze, accorciare i ricoveri e migliorare gli esiti. Curare non è solo somministrare una terapia, ma accompagnare una persona nel suo cammino di cura: la sanità del futuro deve essere diversa, più prossima, più equa e più integrata”.