LIFESTYLE- Pagina 6

Voglia di mercatini

In questo periodo prenatalizio un po’ ovunque, specie nel nord e centro Europa, i mercatini di Natale attirano persone anche da località piuttosto distanti.

Alcuni agenzie di viaggi sono quasi specializzate in viaggi in autobus o con mezzi propri verso località sede di mercatini famosi, come Innsbruck, Annecy, Graz, Budapest, Montreux o Merano.

Questi mercatini natalizi, ed i viaggi organizzati, hanno una caratteristica che li differenzia da tutti gli altri: non si va lì per fare affari, né per la scelta di articoli natalizi; si va lì per stare con altre persone, per tuffarsi nell’atmosfera natalizia, per cambiare aria potremmo dire.

Ieri con i miei collaboratori ho visitato i mercatini di Aosta che, nonostante la sede provvisoria in attesa che l’area romana venga ripristinata, contengono decine di casette. Abbiamo chiesto ad alcuni visitatori quale motivo li spingesse a venire, spesso dalla Francia, a visitare questo mercatino. La risposta è stata promettente, almeno da un punto di vista umano: la voglia di stare in mezzo ad altre persone, respirare questa atmosfera e, ma in misura molto minore, acquistare qualche prodotto tipico (liquori, ricami, artigianato ligneo). Agli espositori è stato chiesto come stesse andando l’edizione di quest’anno: la risposta è stata positiva, tanti visitatori nonostante il freddo pungente, poche vendite di oggetti, molte consumazioni di cibi e bevande tipici (succo di mela caldo, vin brulè, strudel, brezeln).

Si evince, quindi, che il motivo per cui queste persone si recano a visitare questi eventi non sia il risparmio (tra benzina e autostrada o considerando il costo del viaggio organizzato occorrerebbe acquistare davvero tanti articoli convenienti per ammortizzare i costi sostenuti), non è la ricerca di articoli particolari (vi sono negozi che vendono online e negozietti specializzati anche nelle nostre città), non è la concomitanza dei mercatini con un week end in zona, perché la quasi totalità viaggia in giornata.

Cosa spinge allora le persone, e intere famiglie con bimbi piccoli, a visitare questi mercatini?

L’ipotesi più plausibile, e molti intervistati l’hanno testimoniato, è la voglia di stare in mezzo alla gente, tornare all’atmosfera natalizia, riempire gli occhi dei più piccoli di oggetti e tradizioni natalizie.

In una città come Torino in cui, nel periodo natalizio, i parcheggi sono a pagamento anche nei festivi, in cui cantieri eterni disincentivano i giri in centro, dove i problemi di parcheggio ti fanno preferire viaggi di 100-200 chilometri per trascorrere una giornata senza stress, in cui il mercatino natalizio di piazza Castello è sparito ai tempi del Covid e ora stanno ancora evidentemente disinfettando la piazza, le persone non trovano un’atmosfera degna di questo periodo, dove socializzare, fare acquisti da persone e non da siti e, pertanto, si rivolgono altrove, com’è nella logica umana.

Salta subito all’occhio come, obbligati a stare con il cellulare in mano tutto il giorno, per lavoro, per tenere contatti con amici e con la famiglia, raggiungere un indirizzo, effettuare un bonifico, leggere le mail, riconoscere un brano musicale di anni addietro, pagare, accendere da remoto il termosifone di casa o togliere l’antifurto in ufficio, segnare un appuntamento in agenda o messaggiare con qualcuno potersi finalmente incontrare di persona anche se con perfetti sconosciuti, lasciare un attimo lo smartphone in tasca per poter toccare gli oggetti, bere il vin brulè o spingere il passeggino acquistino un sapore, un piacere dimenticato.

Ripeto sempre che l’uomo è un animale sociale che ha bisogno di stare in mezzo ad altri esseri umani, di confrontarsi con essi e, soprattutto, di affermare o confutare i propri pensieri, le proprie idee, le proprie convinzioni.
Dal secondo dopo guerra il QI delle persone è in calo, ed in Italia il problema è particolarmente sentito stante che il 70% degli adulti è analfabeta funzionale (sa leggere ma non comprende il senso); al di là di ogni possibile terapia cognitiva, cura medica, intervento ministeriale nei programmi educativi, ecc ecc, è palese che confrontarsi con gli altri, anziché convincersi ogni giorno di più che il proprio smartphone sia la Bibbia, che ognuno di noi sia la reincarnazione della più alta divinità, possa influire positivamente su questo calo intellettivo.

Confrontare tesi e opinioni, saper cambiare il proprio punto di vista (Einstein sosteneva che l’intelligenza è la capacità di adattarsi al cambiamento) è segno di obiettività, di intelligenza e, dunque, di umiltà.

Mantenere sempre la stessa opinione, rimanere ancorati a poche idee, ma sempre le stesse, non indica carattere forte, anzi, mostra semplicemente di non avere interesse a capire la verità ma solo a non ammettere di essersi sbagliati.

Sergio Motta

Presepi dal mondo a Palazzo Lascaris

Accensione dell'albero di Natale 2024. Da sin. Carosso, Nicco, Ravetti
Accensione dell’albero di Natale 2024. Da sin. Carosso, Nicco, Ravetti

Sarà visitabile fino al 15 gennaio la mostra di presepi dal mondo intitolata “Anche qui è nato Gesù”, allestita all’Ufficio relazioni con il pubblico del Consiglio regionale (in via Arsenale 14G a Torino), realizzata in collaborazione con l’Associazione Archivio Amoretti.

I quaranta presepi esposti provengono dalla ricca raccolta di Roberto Nivolo, architetto torinese, collezionista di presepi da decenni che ha allestito la mostra insieme alla collega Sonia Bigando.
Durante l’accensione del grande albero di Natale nell’atrio di Palazzo Lascaris e l’inaugurazione della mostra, a cui hanno partecipato gli alunni della classe V dell’Istituto comprensivo Duca d’Aosta di Torino, il presidente del Consiglio regionale Davide Nicco ha sottolineato: “il presepio in generale, e soprattutto in questa mostra, ha un significato universale di amore e di fratellanza tra tutti i popoli del mondo, un messaggio importante in questo periodo difficile in cui c’è molto bisogno di pace”. Hanno partecipato anche il vicepresidente Domenico Ravetti e il consigliere segretario Fabio Carosso che ha concluso con un augurio di pace e serenità rivolto in particolare alle nuove generazioni.
Ogni presepe presente nella mostra racconta una storia unica, non solo quella della nascita di Gesù Bambino, ma anche quella delle tradizioni, dei costumi, delle terre e delle mani che lo hanno creato. Dalla raffinatezza dei presepi napoletani, ricchi di dettagli e di vita quotidiana, ai panorami surreali delle creazioni sudamericane, passando per le versioni minimaliste dei presepi africani per arrivare al pastore Gelindo, che arricchisce il presepe tradizionale piemontese, ogni opera è il frutto di un incontro tra sacro e profano, storia e fantasia.

Un’attenzione particolare ha suscitato il presepe costruito dal generale Guido Amoretti quando fu prigioniero nei lager nazisti durante la Seconda guerra mondiale: un presepe necessariamente povero ma portatore di una grande speranza. Grazie alla generosità della figlia Carla Amoretti, presidente dell’Associazione Archivio Amoretti che ha partecipato all’inaugurazione, tutti potranno ammirare questa piccola Natività ricca di suggestioni e di memoria storica.

La mostra – arricchita anche da un catalogo fotografico – è visitabile fino al 15 gennaio 2025 nelle vetrine e nei locali all’Urp del Consiglio regionale in via Arsenale 14/G a Torino. Orario di apertura: dal lunedì al giovedì 9-12.30 e 14 -15.30, il venerdì 9-12.30. Ingresso libero.

Il cappuccino, rito irrinunciabile (Anche a Torino e senza lattosio)

A Torino sono diversi i bar dove gustarlo nelle sue diverse versioni.

Il 50 per cento della popolazione italiana sembra essere intollerante al lattosio  che consiste nella mancata capacita’ da parte del nostro organismo di digerire gli zuccheri del latte e dei suoi derivati, una conseguenza della insufficiente presenza dell’enzima lattasi. Puo’ essere congenita, transitoria, dovuta per esempio ad una malattia o ad una infiammazione dell’intestino, o primaria che avviene con la crescita e che e’ causata da una mutazione nel codice genetico dell’individuo. Chi ne soffre conosce i sintomi (gonfiore, nausea, reflusso ecc.) e puo’verificare la sua esistenza con i test medici appositi. Dopo aver appurato di soffrire di questa intolleranza si dovra’ correggere la propria alimentazione eliminando tutti gli alimenti che contengono il lattosio, ovviamente, con il supporto di uno specialista.

Ci sono  persone, tuttavia, che pur non avendo una vera e propria intolleranza al lattosio preferiscono bere il latte in versione leggera perche’, pur non perdendo i suoi nutrienti e il gusto, e’piu’ digeribile.

Il tema mi sta particolarmente a cuore, sono infatti una cultrice di questa meravigliosa bevanda che rappresenta un gesto affettuoso quotidiano che mi dedico con grande piacere, ma che ho dovuto correggere un po’ proprio perche’ il lattosio non e’ il mio migliore amico. Una delle strade alternative che ho intrapreso e che mi soddisfa molto e’ quella del cappuccino vegetale che utilizzo nella mia colazione casalinga. Soia, semplice o al cioccolato, avena o riso sono tutti validi sostituti a cui ci si puo’ abituare velocemente e che oramai troviamo anche al bar, soprattutto il primo. Ma un’amante del cappuccino, qualche volta almeno, vuole crogiolarsi bevendone uno tradizionale, di insostituibile bonta’. Quale puo’ essere la soluzione, soprattutto quando si fa colazione al bar? Il latte senza lattosio, buono ugualmente ma piu’ leggero.

Devo dire che fino a qualche tempo fa i bar che offrivano questo prodotto erano molto pochi e sembrava di chiedere un cappuccino alieno, ma gia’ da qualche anno si trova in moltissimi posti complice questa intolleranza o poca tolleranza che, sfortunatamente, sta aumentando. Questa crescita e’ dovuta al fatto che una volta il lattosio era contenuto solo nel latte e nei suoi derivati oggi invece e’ utilizzato anche come additivo e quindi si trova in molti tipi di cibo che spesso sono insospettabili. Fortunatamente oggi ci sono anche molti prodotti senza lattosio che favoriscono la digeribilita’ e ci danno la possibilita’ di non rinunciare al gusto.

A Torino sono diverse le caffetterie che preparano un buonissimo cappuccino senza lattosio, alcune tra queste sono:

Dezzutto Cit Turin. Un locale storico molto accogliente con pasticceria.

Via Duchessa Jolanda 23bis

Platti. Uno dei bar piu’ belli della citta’, elegante e signorile.

Corso Vittorio Emanuele 72

Zucca. Oltre alla caffetteria un aperitivo meraviglioso.

Via Gramsci 10

CafeParisien. Accogliente e familiare.

Corso G. Matteotti 8

Pasticceria Beatrice. Cappuccino scenico e brioche buonissime.

Corso Bramante 61

MARIA LA BARBERA 

Lo storico vitigno di Langa e le sue sfumature

Martedì 10 dicembre 2024 

AIS Piemonte presso la sede in via Modena 23 a Torino ha ospitato una speciale Masterclass dedicata alla Nascetta.
In assaggio 18 espressioni di annate
tra 2003 e 2019.Una retrospettiva sul primo decennio della denominazione Langhe Nascetta la cui istituzione, nel 2010, ha segnato un momento importante nel cammino verso la tutela di questo storico vitigno.
Per l’occasione saranno presenti le aziende aderenti a entrambe le Associazioni: Indigenous Langa e Produttori di Nas-cëtta del Comune di Novello.
In degustazione i vini di: Anna Maria Abbona, Cantina del Nebbiolo, Cascina Sòt, Castello di Perno, Diego Conterno, Franco Conterno, Fratelli Serio e Battista Borgogno, Ettore Germano, La Tribuleira, Marco Capra, Poderi Cellario, Reverdito, Rivetto, Cantina Stroppiana, Arnaldo Rivera Terre del Barolo, Elvio Cogno, Le Strette, Stra.
Alcune informazioni tecniche :

Annata 2019

È stata un’annata calda ed è stata la terza di tre annate calde .Ha dato sicuramente profumi diversi ,colori diversi nelle varie zone e questo è dato dalla particolare genetica del vitigno Nascetta . Articolazione olfattiva semi aromatica che lo rende interessante per certi aspetti collegata al Moscato ed a sentori di TDN tipici del Riesling .

Annata 2018

Annata piovosa fresca nell’estate e tutto sommato le temperature sono state calde, con inverno piovoso .

Annata 2017

Sicuramente un’annata calda che nella parte finale .Ha mandato in parte le vigne in stress e ha dato risultati molto interessanti.

Annata 2016

Per molti la migliore annata degli ultimi vent’anni, in particolar modo per la Nascetta , tale da farla considerare quasi un piccolo Chablis .

Annata 2015

Annata calda, ma tutto sommato abbastanza equilibrata che sta venendo fuori in questi ultimi anni alla grande.

Annata 2014

Un’annata molto lunga che è durato fino ai santi (inizio novembre) . un’annata top per Bianchi.

In degustazione:

Anna Maria Abbona – Farigliano

Netta 2019
LANGHE DOC NASCETTA
Zona di origine: Farigliano.
Età media viti: 15 anni.
Esposizione: ovest.
Altitudine media: 490 – 530 metri s.l.m.
Terreno: argilla e marne calcaree.
Vinificazione: in acciaio, a temperatura controllata di 16 – 18 °C.
Maturazione: in acciaio.
Affinamento: qualche mese in bottiglia.
Prima annata prodotta: 2009.
Alla vista: colore paglierino e leggeri riflessi verdi
Al naso : vegetale, erbe aromatiche, quasi officinali frutta, frutta bianca
In Bocca: freschezza sottile, discreta sapidità media consistenza

Cascina Sot – Monforte d’Alba

Nascetta 2019
LANGHE DOC NASCETTA
Zona di origine: Monforte d’Alba.
Vinificazione: macerazione per 5 – 6 giorni, svinatura e prosecuzione della fermentazione senza bucce per circa 20 giorni a 13 – 15 °C.
Maturazione: circa 2 mesi con bâtonnage.
Affinamento: alcuni mesi in bottiglia.
Alla vista: molto giallo scuro
Al naso: frutta matura, erba officinali, sentori di miele di castagno ,salvia essiccata, nocciola ,fiore appassito ,frutta matura sciroppata quasi uva passita
In bocca: freschezza ,bella sapidità finale con sentore di nocciola e frutta tostata

Franco Conterno – Monforte d’Alba

Nascetta 2019
LANGHE DOC NASCETTA DEL COMUNE DI NOVELLO
Zona di origine: Novello.
Esposizione: ovest.
Terreno: molto acclivio, plastico, di difficile lavorazione e ricco di argilla con alta percentuale di tufo.
Vinificazione: pressatura
soffice, fermentazione in acciaio a
temperatura controllata di 18 – 20 °C. Il mosto viene separato dalle bucce e messo a fermentare in vasca di acciaio per 25 – 30 giorni.
Maturazione: in botti d’acciaio inox per 5 mesi
Affinamento: almeno 5 mesi in bottiglia.
Alla vista: colore paglierino
Al naso: balsamico con erbe officinali, potenzialità interessanti , idrocarburi e sentori di TDN
In bocca: freschezza più sapidità, sentori di pietra focaia, pompelmo e finale veramente molto interessante. Uno dei miei preferiti.

Fratelli Serio e Battista Borgogno – Barolo

Nascetta 2019
LANGHE DOC NASCETTA
Zona di origine: Diano d’Alba e Sinio.
Esposizione: ovest.
Altitudine media: 260 – 300 metri s.l.m.
Terreno: sabbia e argilla.
Vinificazione: macerazione in acciaio a freddo per circa 24 ore a temperatura controllata di 6 – 8 °C. Pressatura soffice e fermentazione a temperatura controllata di circa 16 – 18 °C per circa 15 giorni.
Maturazione: in botti di acciaio, sur lie con bâtonnage.
Affinamento: alcuni mesi in bottiglia.
Alla vista: colore paglierino
Al naso: balsamicita’ricca, erbe aromatiche in particolare salvia e menta ,leggero sentore di TDN, quasi pastiglia Sucai
In bocca: fiori bianchi, meno freschezza,
Vino più caldo e meno sapido sapidità ,erbe di montagna

Castello di Perno – Monforte d’Alba

Nascetta 2018
LANGHE DOC NASCETTA
Zona di origine: Serravalle Langhe e Castelletto.
Vinificazione: diraspatura, macerazione di 8 ore e pressatura molto soffice. Fermentazione spontanea, malolattica non svolta.
Maturazione: in acciaio. Imbottigliamento a febbraio.
Affinamento: almeno 6 mesi in bottiglia.
Alla vista: riflesso verde
Al naso: elegante, frutta bianca leggera, sentori balsamici, salvia, cedro, vegetale armonico
In bocca: vegetale, aromatico, buona freschezza, sapido, rotondo nel finale sentori di frutto della passione e uva passa

La Tribuleira – Santo Stefano Belbo

Lunica 2018
LANGHE DOC NASCETTA
Zona di origine: Santo Stefano Belbo (0,65 ha).
Anno di impianto: 2004.
Esposizione: sud – est.
Altitudine media: 250 metri s.l.m.
Terreno: bianco, sabbioso con presenza di marne.
Vinificazione: breve macerazione e fermentazione in
vasca
di acciaio inox a temperatura controllata.
Maturazione: in acciaio inox per circa 6 mesi.
Affinamento: in bottiglia 3 mesi.
Alla vista: riflesso verde
Al naso: floreale di fiori bianchi in particolare biancospino, margherita, camomilla, sulfureo, pietra focaia e ribes bianco
In bocca: morbidezza dolce, meno sapido, TDN morbido

Stroppiana – La Morra

Nascetta 2018
LANGHE DOC NASCETTA
Zona di origine: località Rivalta (La Morra).
Anno di impianto: 2012.
Altitudine media: 400 metri s.l.m.
Terreno: calcareo con marne sabbioso – argillose.
Vinificazione: pigiatura soffice. Il pigiato viene subito pressato delicatamente e il succo chiarificato in maniera statica e senza l’utilizzo di chiarificanti. Il mosto fermenta poi per 15 – 20 giorni a 18 – 20 °C.
Maturazione: in vasca di acciaio a bassa temperatura, mai sopra i 15 – 16 °C. Viene mantenuto in periodica agitazione per facilitare l’affinamento sulle fecce fini, fino alla fine dell’inverno.
Affinamento: alcuni mesi in bottiglia.
Alla vista: riflesso verde-giallo
Al naso: frutta gialla di media maturazione, erbe aromatiche, minerale, agrume, pietra focaia
In bocca: buona rotondità, finale amarognolo, crosta di pane, sapido . un bel finale lungo.

Strà – Novello

Nas-cetta 2018
LANGHE DOC NAS-CETTA DEL COMUNE DI NOVELLO
Zona di origine: Pallaretta (Novello).
Vinificazione: macerazione per 3 giorni a contatto con le bucce, successiva torchiatura leggera e fermentazione alcolica del mosto in vasche di acciaio inox a temperatura controllata per circa 14 giorni.
Maturazione: in acciaio inox.
Affinamento: alcuni mesi in bottiglia.
Alla vista : riflesso giallo-verde
Al naso: zafferano, miele, TDN morbido
In bocca: erbe officinali, miele di cera d’api, un vino caldo dinamico con un finale amarognolo

Arnaldo Rivera – Castiglione Falletto

Nascetta 2017
LANGHE DOC NASCETTA DEL COMUNE DI NOVELLO
Zona di origine: Novello, inclusa una vigna storica del 1963 in località
Ravera.
Anno di impianto: 2011.
Vinificazione: lenta fermentazione in acciaio inox a bassa temperatura.
Maturazione: in acciaio con permanenza di 8 mesi sui propri lieviti.
Affinamento: in bottiglia per circa un anno.
Alla vista: riflessi gialli
Al naso: erbe, sentori vegetali
In bocca: buona sapidità, armonico, di discreta beva

Marco Capra – Santo Stefano Belbo

Nascetta 2017
LANGHE DOC NASCETTA
Zona di origine: Santo Stefano Belbo.
Altitudine media: 400 metri s.l.m.
Terreno: calcareo e sabbioso.
Vinificazione: dopo una breve macerazione pellicolare e una soffice pressatura, il mosto viene fatto fermentare in vasca di acciaio ad una
temperatura di 16 – 17 °C
Maturazione: a lungo sulle fecce fini, con frequenti bâtonnage.
Affinamento: alcuni mesi in bottiglia.
Alla vista: riflesso giallo verde
Al naso: erbe officinali, pompelmo, cedro, pietra focaia ,profumi complessi
In bocca: erbe aromatiche, fresco, sapido e con finale amarognolo, bocca calda persistente .
Bel vino Long time.

Diego Conterno – Monforte d’Alba

Nascetta 2016
LANGHE DOC NASCETTA
Zona di origine: Monforte d’Alba.
Vinificazione: le uve fermentano in acciaio inox a temperatura controllata bassa con batonnage continuo a freddo
Maturazione: 6 mesi in acciaio inox.
Affinamento: alcuni mesi in bottiglia
Alla vista: riflessi gialli
Al naso: denso, pietra focaia, profondo e dolce con sentori di cedro candito
In bocca: equilibrato, una lunga sapidità e ed una bella eleganza nel finale. Davvero un bel vino.

Poderi Cellario – Carrù

Sè 2016
LANGHE DOC NASCETTA
Zona di origine: Carrù.
Vinificazione: in acciaio inox.
Maturazione: in botti di rovere di Allier da 25 hl.
Affinamento: alcuni mesi in bottiglia.
Alla vista: riflessi gialli
Al naso: dolce, miele, frutta matura, fiore giallo aperto, leggera ossidazione e sentori di caramello
In bocca: frutta candita, sapidità in bocca e complessità, pieno e rotondo

Reverdito – La Morra

Nascetta 2016
LANGHE DOC NASCETTA
Zona di origine: La Morra.
Esposizione: ovest.
Altitudine media: 250 metri s.l.m.
Terreno: marna e calcare.
Vinificazione: diraspatura, fermentazione in acciaio.
Maturazione: in acciaio inox.
Affinamento: alcuni mesi in bottiglia.
Prima annata prodotta: 2013.
Alla vista: riflessi gialli
Al naso: freschezza, profondità e buon amalgama, erbe officinali tese
In bocca: freschezza, pulizia ,bellissimo finale e sapidità evidente.

Ettore Germano – Serralunga d’Alba

Nascetta 2016
LANGHE DOC NASCETTA
Zona di origine: Ciglie.
Età media viti: 15 anni.
Esposizione: sud – est.
Altitudine media: 500 – 560 metri s.l.m.
Terreno: limoso, calcareo e pietroso.
Vinificazione: diraspatura e pigiatura. La fermentazione alcolica avviene in serbatoi di acciaio verticali con macerazione di circa 10 giorni sulle bucce.
Maturazione: in anfore di terracotta per 8 – 10 mesi e successivo imbottigliamento.
Affinamento: alcuni mesi in bottiglia.
Alla vista: riflessi gialli leggeri
Al naso: vegetale, minerale, solfureo ,sentori di Iris e pompelmo ,sentori di TDN
In bocca: fresco, miele e soprattutto un’eleganza sottile espressa da sentori di mandorla fresca persistenti nel finale.

Cogno – Novello

Anas-cëtta 2016
LANGHE DOC NASCETTA DEL COMUNE DI NOVELLO
Zona di origine: località Ravera (Novello, 2 ha).
Altitudine media: 350 metri s.l.m.
Vinificazione: stabulazione a freddo del mosto, fermentazione per il 70% in acciaio e per il restante 30% botti Rovere di Slavonia da 15 hl.
Maturazione: 6 mesi in acciaio, 30% affinamento in botti di rovere di Slavonia da 15 hl per circa 4 mesi.
Affinamento: almeno 6 mesi in bottiglia.
Prima annata prodotta: 1994.
Alla vista: riflessi gialli
Al naso: aperto, floreale con sentori di gelsomino e di erbe, ma sentori di vaniglia
In bocca: pieno, rotondo, gustoso con una freschezza lunghissima, ma ancora sentori di vaniglia

Cantina del Nebbiolo – Vezza d’Alba

Riveverse 2015
LANGHE DOC NASCETTA
Zona di origine: Baldissero d’Alba, Piobesi d’Alba, Monticello d’Alba.
Esposizione: sud – est, sud – ovest.
Vigna del 2010
Terreni sabbiosi che portano il sale sempre in lingua
Vinificazione: lunga fermentazione controllata a 15 – 18 °C.
Maturazione: in acciaio con parziale sosta in botti di acacia.
Affinamento: alcuni mesi in bottiglia.
Alla vista : riflessi gialli
Al naso: mineralità, roccia, agrume, erbe officinali tutte molto legate; e salvia
In bocca: grande coerenza di quello che si sente al naso, un vino verticale.

Rivetto – Serralunga d’Alba

Borea 2014
LANGHE DOC NASCETTA
Zona di origine: Sinio.
Esposizione: nord.
Altitudine media: 400 metri s.l.m.
Terreno: sabbioso – calcareo a reazione sub alcalina, basso contenuto di azoto.
Vinificazione: una piccola parte è vinificata in recipienti di terracotta con macerazioni di alcuni mesi.
Maturazione: parte in cemento.
Affinamento: alcuni mesi in bottiglia.
Alla vista: riflessi gialli
Al naso: grande complessità, erba aromatiche officinali agrumi tutti perfettamente amalgamati, sentori di TDN
In bocca: salino, fantastico, pulito finale lunghissimo. Top.

Le Strette – Novello

Nas-cetta 2003
VINO DA TAVOLA BIANCO
Zona di origine: località Pasinotti, Bergera, Pezzole e Tarditi (Novello).
Anno di impianto: 1948, 1983, 2009, 2014, 2016.
Altitudine media: 350 – 420 metri s.l.m.
Terreno: suoli di matrice calcarea con differenti infiltrazioni di sabbie e
argille
Vinificazione: pigiatura e diraspatura, macerazione pre – fermentativa a freddo e successiva pressatura soffice, fermentazione lenta e regolare in acciaio inox a 18 °C.
Maturazione: affinamento sulle fecce nobili di fermentazione per almeno 6 mesi.
Affinamento: alcuni mesi in bottiglia.
Alla vista: riflessi gialli un po’ più scuri
Al naso: sentori di tartufo bianco, dolce miele, canditi
In bocca: dolce, rotondo, e mantiene un’eccellente freschezza dopo oltre vent’anni.
Alla prossima.
LUCA GANDIN

Prendiamoci cura del nostro “bambino interiore”

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Parte 2 

Molti di noi, convinti che il nostro essere adulti possa farne a meno, dimenticano quel piccolo bambino che è parte di noi, il bambino che siamo stati, con le sue paure, le insicurezze e l’intenso bisogno di amore e attenzioni.

Dovremmo invece ascoltare le sue esigenze. Il nostro bambino interiore ha bisogno di sapere che può fidarsi di noi. Che noi (la parte adulta di noi) non lo trascureremo come forse hanno fatto altri adulti nel passato.

Sfortunatamente, spesso finiamo con il perpetuare il ciclo. Trascurando e maltrattando il nostro bambino interiore come forse i nostri genitori hanno fatto con noi. Lo ignoriamo, ci vergogniamo di lui. E non ce ne prendiamo cura in modo appropriato.

Facciamo finta che i suoi sentimenti di paura e insicurezza e il suo bisogno di essere amato non esistano. Ricordiamoci che tipo di bambino siamo stati. Chiudiamo gli occhi e visualizziamo il nostro bambino. Quando aveva bisogno di nutrimento e di protezione.

Prendiamo l’intera immagine, compresa l’espressione facciale e la postura del corpo. Possiamo immaginarci da neonati, da bambino piccolo o più grande. L’immagine è significativa, dal momento che può rappresentare il momento in cui abbiamo avuto più bisogno.

Accettiamo questo bambino interiore, che talvolta è stato emotivamente deprivato e ha dovuto far finta che le emozioni non esistessero. Non continuiamo a negargli l’amore e il supporto che ci chiede. Solo così il nostro adulto potrà trovare oggi l’armonia che, spesso senza percepirlo e in modo confuso, desidera e cerca.

(Fine della seconda e ultima parte)

Potete trovare questi e altri argomenti legati al benessere personale sulla Pagina Facebook Consapevolezza e Valore.

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it

Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”

Un delicato e classico risotto ai quattro formaggi

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Un primo piatto ricco, perfetto per chi ama i formaggi, cremoso, nutriente, saporito e avvolgente. Semplicemente delizioso

Ingredienti

350gr. di riso per risotti
1 piccola cipolla bianca
1 bicchierino di vino bianco secco
1 litro di brodo vegetale
50gr. di Taleggio
50gr. di Gorgonzola dolce
60gr. di ricotta
50gr. di Parmigiano
Burro, sale e pepe q.b.

Tritare la cipolla e lasciarla imbiondire in una padella con una noce di burro. Versare il riso, tostare per pochi minuti, sfumare con il vino bianco, lasciare evaporare ed iniziare ad aggiungere il brodo caldo. Lasciar cuocere il tempo necessario poi, togliere dal fuoco e aggiungere i formaggi, tranne il parmigiano, mescolare bene fino a quando saranno ben sciolti, infine mantecare con una noce di burro ed il Parmigiano. Servire caldo e a piacere, spolverare con pepe macinato al momento.

Paperita Patty

Decima edizione di Xmas Comics & Games all’Oval Lingotto: Cosmic Passion

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Xmas Comics & Games ha raggiunto un grande traguardo. Il 14 e 15 dicembre 2024 l’Oval Lingotto Fiere di Torino ospita la decima edizione della grande festa natalizia per tutta la famiglia dedicata a fumetti, giochi, videogame, cosplay e cinema. Nato nel 2014 come evento di u a sola giornata riservata al mondo cosplay, Xmas Comics è diventata l’edizione invernale di Torino Comics, arrivando nel 2022 a conquistare l’Oval e raggiungendo, nel 2023, la cifra record di 25 mila visitatori, un evento che celebra non solo la cultura “nerd” ma tutto ciò che è creatività, una passione di massa che non coinvolge soltanto i giovani.

“Xmas Comics & Games è un punto di riferimento per la cultura pop – afferma Gabor Ganczer, AD di GL Events Italia, società che organizza l’appuntamento In Joint Venture con Just for Fun – il tema di quest’anno è Cosmic Passion, e incarna l’entusiasmo e la creatività che rendono questa manifestazione unica e coinvolgente per un pubblico sempre più vasto. Il manifesto ufficiale dell’evento è realizzato dal fumettista Lorenzo Pastrovicchio, in collaborazione con Luca Merli, ed è il racconto di questa grande passione universale. In un futuro immaginifico la Mole Antonelliana diventa un pianeta vivo, cuore pulsante di un universo sconfinato. Come un faro che brilla tra le stelle, la Mole irradia fasci di luce che attraversano lo spazio e invita tutti a unirsi alla grande festa natalizia. Xmas Comics diventa punto di incontro di diversi universi creativi, ognuno unico e straordinario, dai fumetti al cosplay. Le navicelle spaziali convergono verso la Mole attratte da un evento epico in cui creature provenienti da ogni angolo dell’universo si ritrovano accomunati da un appassionato cosmica e universale. Saranno due giorni di grande festa, con un’ampia area espositiva, dove trovare fumetti, gadget, oggetti da collezionare e costumi, un’area autori, dove poter incontrare fumettisti e illustratori per selfie e autografi, un palco dedicato alle competizioni cosplay e karaoke, uno spazio per gli amanti di giochi di ruolo e da tavolo e numerose postazioni d’avanguardia per il videogaming, con tornei e giochi in freeplay, e un’area entertainment, con riproduzioni di scenari e costumi da film con combattimenti con spade laser e escape room. I biglietti per la decima edizione di Xmas Comics & Games sono presenti sul sito di Vivaticket.

 

Mara Martellotta

La magia del Presepe nell’Abbazia di Vezzolano

Ogni anno a Natale c’è una novità, anche più di una. Lungo 20 metri, largo quattro e con oltre 300 personaggi il presepio artistico di Anna Rosa Nicola torna a fare bella mostra di sé sotto le volte dell’Abbazia medioevale di Santa Maria di Vezzolano, ad Albugnano, un paese a 549 metri di altezza sulle colline del basso Monferrato astigiano.
Anna Rosa è figlia dell’artista e restauratore Guido Nicola che cinquanta anni fa con la moglie Maria Rosa aprì ad Aramengo d’Asti un laboratorio-scuola di restauro conosciuto in tutta l’Europa in cui vengono curati preziosi dipinti di ogni epoca. Anche quest’anno il presepe presenta molte novità. Le scene sono un centinaio realizzate in gran parte con materiali di recupero. Ogni anno è più bello, più ricco di elementi e il numero dei visitatori cresce. L’anno scorso, solo a dicembre, è stato visto da oltre 10.000 persone.
Tra le novità dell’edizione 2024 c’è una grande chiesa con i fedeli in processione, la Vergine Maria che allatta Gesù bambino, l’orto con la serra invernale, le donne che preparano la bagna cauda e gli acciugai che arrivano dalla Val Maira. Ma sono i personaggi che creano emozione, talmente sono belli, uno diverso dall’altro, creati usando cera, legno, fili di ferro, ritagli di stoffa e altri materiali poveri. Tra le scene di vita quotidiana più apprezzate, solo per citarne alcune, spiccano la scuola, il mercato, la farmacia, la bottega dell’orologiaio, il medico, la sartoria, il falegname. C’è tempo per vederlo e ammirarlo, non sparisce già il 7 gennaio ma resta aperto al pubblico fino al 2 febbraio. Verrà lasciato in Abbazia un mese in più poiché l’allestimento, la scenografia e il trasporto del presepio da un paese all’altro comporta un impegno gravoso per gli organizzatori.
Il presepe è visitabile nella sala della foresteria del gioiello romanico fino al 2 febbraio 2025 tutti i venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 17. Il giorno di Natale dalle 10 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 17.00. Inoltre, dal martedì al giovedì, secondo la disponibilità dei volontari, il presepe è visitabile per gruppi oltre le 10 persone solo su prenotazione chiamando il 349 577 2932 o inviando una mail a info@lacabalesta.it. La visita è gratuita. È gradita un’offerta che verrà destinata alla restaurazione di parti danneggiate della millenaria Canonica di Santa Maria di Vezzolano risalente al 1095 che può essere visitata (ingresso gratuito) dal venerdì alla domenica dalle ore 10 alle 17.
Filippo Re

Quando il bodybuilding ti cambia la vita

SCOPRI – TO   ALLA SCOPERTA DI TORINO
Siamo qui oggi con il torinese Matteo Di Pasquale, atleta di bodybuilding classe 1995 che ha partecipato recentemente al noto Trofeo Tarzoni di Conegliano ottenendo un’ottima posizione.
Matteo prima di affermarsi come bodybuilder e arrivare alle competizioni ha vissuto una vita molto complessa ma ci insegna che con la forza interiore, la costanza e la volontà si possono ribaltare le statistiche, superare le difficoltà ed ottenere risultati strabilianti.
D: Ciao Matteo, benvenuto a “Il Torinese”, raccontaci un po’ la tua storia personale, da dove sei partito per arrivare ad essere oggi un ottimo atleta di bodybuilding.
R: Ciao Noemi, volentieri, da giovane ero un ragazzo obeso, dieci anni fa pesavo circa 120 Kg. sono partito quindi da una condizione molto difficile e arrivare alla condizione di oggi è un’emozione unica, ora peso 80 chili ma sono per lo più muscoli perché ho solo il 4% di massa grassa, quindi una differenza sostanziale.
D: Che cosa ti aveva portato a quel peso? Problematiche alimentari?
R: Ho avuto un’infanzia molto difficile, sono sempre stato molto solo e ho vissuto anche la malattia di persone a me care e vicine; questo stao ha fatto si che il cibo diventasse di grande conforto.
D: E come sei riuscito a superare questa situazione?
R: A scuola mi bullizzavano per il mio peso, io non mi vedevo più bene, mi sono reso conto che dovevo fare qualcosa per me stesso e ho deciso di punto in bianco che dovevo farmi forza e raggiungere i miei obiettivi e piacermi di più. Il “click” è avvenuto un pomeriggio al mare, mi vergognavo tantissimo di essere in costume e ho pensato che era ora di smettere di fare del male a me stesso.
D: Cosa ti ha aiutato maggiormente?
R: Ho scoperto la palestra e devo ringraziare alcune persone che mi sono state accanto, che hanno creduto in me e poi soprattutto mia figlia e la mia compagna che sono anche attualmente la mia forza, loro sono orgogliose di me e questo per me vale tutta la gioia del mondo. Voglio trasmettere alla mia bambina, Zaira che nella vita se veramente si vuole qualcosa bisogna mettercela tutta, studiare, impegnarsi per arrivare dove si desidera perché, l’obiettivo dipende da te, e quando dai il massimo puoi riuscire a raggiungerlo.
D: Nel momento in cui si riesce a raggiungere una buona forma fisica e si è in salute, spingersi a gareggiare non può essere un rischio per i disturbi alimentari?
R: Sicuramente per molti potrebbe esserlo perché si rischia di cadere nella vigoressia ovvero nella fissazione con i muscoli o nell’ortoressia ovvero cibarsi solo di nutrimento sano, ma nel mio caso per arrivare alla condizione di oggi sono riuscito a non cadere vittima di nessun disturbo alimentare. Sono stato seguito da un coach per raggiungere i risultati, il Dottor Chinesiologo Nutrizionista Simone Spedale, il quale mi ha affiancato passo passo e mi sono confrontato anche con una mental coach proprio per riuscire a raggiungere l’obiettivo di salire su un palco di bodybuilding e arrivarci in modo sano, senza estremismi ma solo con metodiche che io potevo sopportare.
D: A proposito di estremismi, come ci si prepara per una gara?
R: Nei mesi prima ho seguito un percorso di “massa”, ovvero mangiavo tanto, quasi seimila calorie al giorno per costruire la muscolatura, poi abbiamo fatto un periodo di “definizione” dove siamo scesi con le calorie e poco prima della gara ne ero molto basso, ma è stato un periodo breve e quindi sostenibile mentalmente. Gli allenamenti sono sempre stati costanti, nonostante io abbia una famiglia e un lavoro ogni giorno mi alzavo alle cinque del mattino per non togliere tempo né ai miei affetti né ai miei impegni ed allenarmi, anche in vacanza, in vista della gara.
D: Che cos’è per te il bodybuilding?
R: Spesso il bodybuilding viene svalorizzato solo perché chi ci osserva sul  palco non percepisce la fatica che l’atleta ha fatto per arrivare lì, è uno sport nel quale fai tutto nel tempo e alla gara mostri “solo” il risultato, mi piacerebbe far arrivare al pubblico quanta fatica si fa per avere quel risultato, quante ore bisogna passare sotto i pesi dando il massimo ogni giorno e la fatica ed il rigore che ci sono dietro questa disciplina.
D: Sei riuscito a partecipare al trofeo Tarzoni di Conegliano dove hai ottenuto ottime posizioni e hai gareggiato nella categoria Men Physique ovvero dove si giudica la muscolatura di tutto il corpo ad eccezione delle gambe.
R: Sì esattamente e visto che però ho una buona muscolatura in tutto il corpo, il mio coach vorrebbe presto farmi gareggiare anche in altre categorie.
D: Chi cucinava i tuoi pasti in questo periodo?
R: Io, adoro cucinare e come dicevo ho imparato a fare tutto da solo, anche con la mia compagna mi piace cucinarle cose buone per farle capire quanto tengo a lei e alla nostra bambina, spesso provo a stupirle con ricette innovative e loro ne sono super contente. È stato difficile preparare le torte ultimamente perché io non potevo mangiarle.
D: Qual è l’insegnamento più grande che hai imparato nella tua vita?
D: Che bisogna riuscire a volersi bene, a valorizzarsi perché se inizi a curarti ti ami di più e di conseguenza dai più amore anche a chi ti circonda, stare bene per far star bene è fondamentale!
Grazie Matteo per la tua storia e le tue parole, ci hai trasmesso una notevole carica che ti aiuterà certamente per i tuoi successi futuri.
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NOEMI GARIANO