Il Parco, che nel fine settimana di Pasqua è stato visitato da oltre 15.000 persone, è pronto ad accogliere il pubblico con la straordinaria fioritura di nuovi, coloratissimi tulipani.

Per il “ponte” del 25 aprile dall’Olanda sono già in partenza 30.000 tulipani che arriveranno tra mercoledì e venerdì per arricchire le aiuole di Messer Tulipano! All’alba, i giardinieri del castello si dedicheranno dunque alla loro messa a dimora, per preparare il parco per il prossimo fine settimana: nei giorni del “ponte”, il parco sarà visitabile ogni giorno dalle ore 10 alle ore 19. Inoltre i prati della tenuta agricola circostante offriranno spazi e occasioni per picnic e relax all’aria aperta con tutta la famiglia e con gli amici a quattro zampe cui sono riservate ciotole d’acqua fresca e un dog lounge!
Come sempre, molte le proposte per i visitatori:
VENERDÌ 21 APRILE nel corso del pomeriggio dimostrazioni di decorazione floreale con avanzi di potatura a cura del noto flower designer londinese Ercole Moroni
DOMENICA 23 APRILE ore 11 e ore 16 concerto di musica celtica del gruppo The Green Circle.
Nel corso del pomeriggio spettacoli del gruppo storico Historia Subalpina, nel corso della giornata dimostrazioni di intaglio del legno a cura di Annalisa Garetto, dimostrazioni di tree climbing a cura di Arte Arborea, degustazioni guidate di mieli degli alberi a cura di AMI Ambasciatori dei Mieli per la diffusione della cultura apistica.
PER I PIÙ PICCOLI ore 15 e ore 17 “Condominio Albero” laboratori alla scoperta dei tanti animali cui gli alberi offrono riparo, tane, e nutrimento, a cura di ArteNa Arte e Natura; la pista dei trattorini a pedali e giochi per piccoli agricoltori a cura di New Holland, attività e letture a cura della libreria La Farfalla di Snipe; nel corso della giornata dimostrazioni intaglio del legno a cura di Dino Negro e lezioni acquerello botanico a cura di Dario Cornero (per grandi e piccoli)
MARTEDÌ 25 APRILE tra le 14,30 e le 18 concerto dell’orchestra giovanile Orchestr’abile: brani jazz e colonne sonore, nel corso della giornata dimostrazioni di intaglio del legno a cura di Annalisa Garetto, dimostrazioni di tree climbing e di corretta potatura a cura di Arte Arborea, degustazioni guidate di mieli degli alberi a cura di AMI Ambasciatori dei Mieli per la diffusione della cultura apistica.
PER I PIÙ PICCOLI la pista dei trattorini a pedali e giochi per piccoli agricoltori a cura di New Holland, attività e letture a cura della libreria La Farfalla di Snipe;nel corso della giornata dimostrazioni intaglio del legno a cura di Dino Negro e lezioni acquerello botanico a cura di Dario Cornero (per grandi e piccoli)
















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sta per attraccare al molo. Più che vederlo lo s’intuisce, complice la nebbia che avvolge quel tratto di lago, dal singhiozzare strozzato della sirena. Annuncia la sua presenza prima ancora che s’intravveda la sua mole biancastra. Pochi minuti e, con rapida manovra di sagole, verrà fissata la fiancata ai piloni d’attracco consentendo al signor Alvaro di far scorrere la passerella dal molo all’imbarcazione. 
tratta del settimanale più collezionato d’Italia. La zia Nina ci teneva tanto alle sue copie della Domenica del Corriere, nata come inserto domenicale del Corriere della Sera, nel 1899, recapitata in omaggio agli abbonati del quotidiano ma anche venduta separatamente in edicola al prezzo iniziale di 20 centesimi.Il successo era dovuto al semplice fatto che, a differenza dei quotidiani dell’epoca, la Domenica del Corriere dava ampio spazio alle fotografie e ai disegni. Così, anche il fornaio Adelmo Brovelli e il boscaiolo Teresio Ognissanti, analfabeti loro malgrado, potevano farsi un’idea dei fatti del mondo mentre la zia e le sue amiche leggevano con avidità le cronache e gli articoli di grandi firme come Indro Montanelli che diresse il giornale fino al 1946.E’ sempre stato divertente guardare la tavole a colori e leggere le didascalie. Gran parte sono dedicate alle montagne, agli alpini, all’eroismo della grande Guerra e alle disgrazie. Curiosità e propaganda si mischiano e rendono bene l’idea di cosa si intendesse comunicare all’epoca. Mi fa sorridere la storia dei turisti assaliti da aquile sul Mottarone, illustrata da Beltrame sul numero che uscì a metà maggio del 1931. Anche la didascalia che accompagna il disegno offre l’immagine di una lotta senza quartiere: “Un gitante, suo fratello e la sua figlioletta, soffermatisi a riposare durante una escursione sul Mottarone, in località di dove si domina la vallata del Lago d’Orta, vennero assaliti da tre aquile, una delle quali tentò di ghermire la bambina, I due uomini iniziarono una battaglia a colpi di bastone, riuscendo, dopo lunga lotta, ad abbatterne e catturarne una, e a mettere in fuga le altre”. E che dire di quest’altra, degli inizi d’agosto di quel medesimo anno? “ Mentre guidava sul Lago Maggiore, presso Angera, un “fuori bordo„ appena acquistato, un ingegnere milanese, per una falsa mossa, cadeva in acqua e colpito dall’elica annegava. Una signorina che accompagnava l’ingegnere, terrorizzata, non seppe fermare il motore e allora l’imbarcazione prese a girare vorticosamente, evitando per miracolo una barca carica di bambini. Il battello andò poi a sfasciarsi contro la riva”. Morto l’ingegnere, salvi per il rotto della cuffia i pargoli, che fine aveva fatto la signorina che accompagnava lo sfortunato motoscafista? Una domanda che non avrà mai risposta. Girovagando nel sottotetto m’imbatto nello scaffale d’angolo, tra la finestrella dell’abbaino e l’attaccapanni dove giace, impolverato, un vecchio e liso soprabito. Ci sono diversi faldoni per archiviare i documenti. Su ognuno, in bella grafia e a grandi caratteri, è indicato il contenuto. Uno, in particolare, attira la mia attenzione. S’intitola “Lettere da Alpinia” e contiene un po’ di tutto. Mi colpisce una busta ingiallita dal tempo, bordata di fiorellini di un lilla ormai sbiadito. Contiene una
vecchia lettera, scritta a mano da una calligrafia ordinata e ben leggibile. “Nina carissima, oggi Annarella e io,abbiamo visitato il nostro giardino Alpinia. Ti ricordi quante volte ci siamo state,insieme? Ora, nonostante tu non possa ancora muoverti da Baveno ( Ndr. La zia, a quell’epoca, complice una rovinosa caduta, era costretta a casa, “agli arresti domiciliari”, come raccontava a noi nipoti ) e non possa vederlo con i tuoi occhi, non preoccuparti: è sempre una meraviglia! Il dottor Iginio e il giardiniere Tronchetti lo tengono curato come un bijoux, con i vialetti puliti, le aiuole fiorite, ordinate, e tutte quelle piante alpine così minuscole e pure così forti e resistenti. Oggi c’è un bel sole e lo sguardo può sconfinare in Svizzera e sulla pianura padana. Dalla balconata del Belvedere, incombente sul lago Maggiore e sulle isole, si vedevano piccolissime le case di Stresa e Baveno e,ancor più in là, Pallanza e Intra. Nina, con un solo sguardo abbiamo abbracciato le principali vette della Val Grande, dal Togano alla Laurasca, dal Pedun fin giù nel Verbano dove domina la Zeda. E ancora, più in la, il monte Disgrazia,in Valtellina. E le Grigne, all’estremità delle Alpi Orobie che incombono dalla sponda orientale del Lago di Como, fino al Legnone , la cima più alta della zona di Lecco. Che imponenza, tutte queste vette! Che sarebbero i nostri laghi senza i monti? Così, sedute al tavolino dell’Alpino Fiorente, ci siamo dette: dai, scriviamo a Nina! So bene che tu vorresti buttar via le stampelle e incamminarti fin qui.. Ma, vedrai: è solo questione di tempo e di pazienza. Intanto, ti abbracciamo forte! A presto! Tua Clotilde… Ps. ( ti saluta anche Annarella)”.
vedeva la luce “Duxia” poi ribattezzato, dieci anni più tardi, in Alpinia. Un’avventura riassunta nelle lettere, ritagli di articoli, intere pagine delle riviste d’epoca, dettagliatissime mappe, corredate da minute osservazioni a matita e tante foto in bianco e nero e a colori,scattate con le prime Ferrania. Descrizione dei fiori e piante, appunti su semine e donazioni che arrivavano – grazie agli scambi con gli orti botanici universitari – dai quattro angoli del mondo. In alcuni quadernetti la zia aveva diligentemente annotato, tra l’altro, le essenze dell’orto di guerra, dove si coltivavano – tra il 1942 e il 1944 – piante ad uso alimentare mentre il giardino svolgeva un’azione di “portentoso calmante per lo spirito in questi tempi turbinosi”. Storie di piante pioniere, belle e tenaci. Piante montanare, capaci di vivere sul magro, unite strette nel difendersi, cedevoli alle carezze dell’aurora e resistenti all’infuriare della bufera. Le più adatte a rappresentare lo spirito della montagna. Intanto, dall’abbaino filtrano i raggi del sole che, timido, si fa strada tra le nuvole. Sbircio fuori: ha smesso anche di piovere. Prima di ripartire farò un salto al giardino.La zia, ne sono più che certo, approverebbe.
Manca poco ormai all’inizio de “I grandi terroir del Barolo”, evento ideato da Go Wine nel 2010 e promosso in collaborazione con la Cantina Comunale di Castiglione Falletto e la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.

