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Quando Nicolazzi e Romita fecero la storia della politica vera

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Nicolazzi era  ministro dei lavori pubblici e Romita titolare del dicastero del bilancio e della programmazione economica: che ruolo avrebbero potuto avere oggi in Piemonte, in Italia ed in Europa?

 

Chissà se adesso che, il 22 gennaio scorso, Franco Nicolazzi, ha terminato il suo cammino terreno all’età di 90 anni, troverà in qualche parte dell’universo Pier Luigi Romita che invece era scomparso nel 2003. In un mondo che “brucia” persone e situazioni, forse questi nomi oggi dicono poco, ma per tutti gli anni Settanta ed Ottanta, in Piemonte e non solo Nicolazzi e Romita, furono protagonisti della vita pubblica. Entrambi piemontesi, entrambi appartenenti allo stesso partito, il Psdi, di cui furono in tempi diversi segretario nazionale, entrambi più volte ministri, diedero vita a due distinte correnti in perenne contrasto tra loro. Romita era molto forte a Cuneo, Asti ed Alessandria, Nicolazzi nella “sua” Novara, a Vercelli, Biella, mentre la federazione socialdemocratica di Torino era equamente divisa come preferenze per ambedue ed avevano come “proconsoli” Baldassarre Furnari a Torino e l’eporediese Stefano Strobbia, Nicolazzi, Ricciotti Lerro, Nando Vera ed un giovanissimo Federico Fornaro (oggi senatore del Pd) Romita.

 

 

Certo c’è da chiedersi, se i due uomini politici e di Governo avessero agito di comune accordo, soprattutto quando Nicolazzi era (e lo fu per molti anni, consecutivamente, ed in diversi governi) ministro dei lavori pubblici e Romita titolare del dicastero del bilancio e della programmazione economica, che ruolo avrebbero potuto avere in Piemonte in Italia ed in Europa? La domanda non potrà, probabilmente, avere mai una risposta, certo è che di cose ne sono state fatte, dai miliardi arrivati con i Fondi Fio (Fondi investimento occupazione) che consentirono la ristrutturazione delle Residenze Sabaude o l’ammodernamento della fatiscente rete dell’Acquedotto del Monferrato (che copriva le province di Torino, Asti e, soprattutto, Alessandria) alla realizzazione dell’autostrada A26, che consente tuttoggi il collegamento tra i porti liguri ed il Sempione. E questi sono soltanto alcune delle realizzazioni di cose volute e realizzate da esponenti di quella che tutti chiamano Prima Repubblica. Che aveva tanti difetti, che si sono protratti anche nella Seconda e non sembrano essere spariti neanche nella Terra, ma che almeno portava a termine, in Piemonte sicuramente, quello che annunciava.

 

 

Massimo Iaretti

I governi di Piero e Sergio si confrontano, parola d'ordine: sostenere lo sviluppo

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Incontro fra le giunte della Regione Piemonte e del Comune di Torino 

 

Apertura di un tavolo Piemonte-Governo per il sostegno ai grandi investimenti infrastrutturali; confronto con fondazioni bancarie, università, imprese e attori economici della città; partnership pubblico-private per allargare il perimetro delle risorse disponibili;utilizzo dei fondi europei per politiche di sviluppo, ricerca e innovazione ; costituzione di gruppi di lavoro interassessorili per tema e deleghe per condividere priorità e misure di riorganizzazione della spesa.Sono queste le prime azioni discusse e decise nella riunione delle giunte di Regione Piemonte e Città di Torino.

 

Il confronto si è concentrato sulle politiche di bilancio, alla luce dei tagli adottati dalla Legge di Stabilità e dalle difficoltà finanziarie della Regione.Questo primo incontro fra le Giunte ha fatto registrare due decisioni: in primo luogo l’impegno a mantenere invariata la spesa per sanità, trasporti e prestazioni socio assistenziali; in secondo luogo la riorganizzazione della spesa negli altri settori, tenendo conto che la capacità di spesa della Regione conoscerà nel 2015 una contrazione del 35% circa. Obiettivo, condiviso e ribadito, è in ogni caso mantenere  invariata l’offerta dei servizi e delle opportunità di cui godono oggi i cittadini.

 

 “Abbiamo voluto organizzare questo incontro in funzione dei rapporti istituzionali ma anche interpersonali che uniscono Comune e Regione, perché in una situazione di necessità la prima cosa cui si pensa è di cercare di trovare soluzioni condivise. Nel 2015 – ha spiegato il Presidente della Giunta Regionale Sergio Chiamparino – saremo in condizione di garantire pari risorse a quelle dello scorso anno per la spesa sanitaria, i servizi domiciliari per le persone in condizioni di fragilità e i trasporti pubblici. Per gli altri capitoli di bilancio dormo fare i conti  con una taglio della disponibilità che oscilla tra i 150 e i 200 milioni, e che sulla città di  Torino avrà un’incidenza del 35- 40%. Non vogliamo ricorrere a tagli lineari, ma, attraverso incontri bilaterali tra gli assessori di Comune e Regione, si individueranno  priorità e risparmi. Per quanto riguarda i fondi europei, intraprenderemo azioni utili a creare un meccanismo di leva finanziaria capace di sostenere in maniera efficace gli investimenti nell’innovazione e nell’efficienza energetica. Altre azioni progressive vedranno la Regione ritornare al suo ruolo istituzionale di ente legislativo e programmatore, riconoscendo alla città il suo ruolo gestionale, in campo culturale come in quello delle società partecipate ”. 

 

Oggi abbiamo avviato un metodo di lavoro comune  che si estenderà nelle prossime settimane alla Città metropolitana per definire obiettivi e ottimizzare l’utilizzo delle  risorse– ha sottolineato il Sindaco Piero Fassino – . L’obiettivo comune  è assicurare il mantenimento degli attuali servizi, allargando il perimetro delle risorse disponibili. E’, infatti,  per noi obiettivo irrinunciabile mantenere alte le ambizioni della città, mettendo  in campo tutto ciò che serve per sostenere sviluppo, crescita e lavoro. Non siamo stati eletti per chiudere dei servizi, ma per mantenerli e garantire ai cittadini una qualità della vita degna.”

Cioccolato e Torino, un lungo fidanzamento

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Nel 1678 G.A. Ari presenta a Maria Giovanna Battista di Savoia, seconda Madama Reale, reggente per il figlio Vittorio Amedeo II, la richiesta di una patente per “vendere pubblicamente la cioccolata in bevanda per anni sei prossimi dalla data della presente”

 

In Italia la storia del cioccolato inizia proprio a Torino nel 1559 quando Emanuele Filiberto di Savoia (generale dell’esercito di Carlo V di Spagna), torna in patria dopo la pace di Chateau Cambrésis. Di ritorno dal viaggio porta con se alcuni semi di cacao che saranno serviti sottoforma di bevanda calda l’anno successivo. L’occasione? Celebrare i festeggiamenti di Torino nuova capitale del Regno di Savoia dopo Chambery. Ma è verso la fine del XVI secolo che,  probabilmente portato da Caterina, figlia di Filippo II di Spagna e data in sposa a Carlo Emanuele I duca di Savoia,  la cioccolata inizia ad affermarsi nel capoluogo piemontese.

 

Sempre a Torino l’apparizione del primo locale atto a degustare la cioccolata, la “cioccolateria” prima mescita pubblica (il nostro attuale Bar). Nel 1678 G.A. Ari presenta a Maria Giovanna Battista di Savoia, seconda Madama Reale, reggente per il figlio Vittorio Amedeo II, la richiesta di una patente per “vendere pubblicamente la cioccolata in bevanda per anni sei prossimi dalla data della presente” la risposta della Madama Reale “abbiamo accondisceso volentieri alla sua demanda per essere lui il primo introduttore”. Torino incomincia così il suo fidanzamento con il cacao e diventa punto nevralgico nella storia europea per l’espansione del cioccolato. Alla fine del 1600 se ne producevano circa 750 libbre al giorno (corrispondenti a 350 kg di oggi) che veniva esportato anche in Svizzera, Germania e Francia.

 

(Continua su www.seetorino.com/cioccolato-torino-fidanzamento/)

 

Dall'antico Egitto ai grandi delitti sul palco di Alfateatro

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Parte il ciclo di conferenze-spettacolo che porteranno in teatro scrittori, studiosi e docenti universitari, pronti a dare vita a un calendario di incontri divulgativi adatti a un pubblico di tutte le età

 

 

La cultura va in scena. La novità del 2015 sul palcoscenico di Alfateatro è un ciclo di appuntamenti culturali che porteranno in teatro scrittori, studiosi e docenti universitari, pronti a dare vita a un calendario di incontri divulgativi adatti a un pubblico di tutte le età. Tanti i temi che saranno affrontati nell’ambito di questi particolari convegni serali a cadenza mensile sul palcoscenico di via Casalborgone 16/i. Si comincia con quattro incontri dedicati ad argomenti di stretta attualità come le migrazioni e l’Ostensione della Sindone, ma anche al fascino della storia e della criminologia.

 

Il primo appuntamento si è tenuto 16 gennaio, dedicato alle “Storie di menti lontane”. La conferenza-spettacolo prende il via dal libro a cura di Silvia Ruspa (edito da Cittadella, 2014) che raccoglie le storie di stranieri problematici, con multiformi disagi e laceranti sofferenze psicologiche e sociali, raccontate da specialisti di varie discipline: psichiatri, neuropsichiatri infantili, pediatri, psicologi, antropologi, filosofi, criminologi e giornalisti. Il libro prosegue e completa il lavoro di ricerca avviato dall’autrice a Novara nel 2013, prima con il convegno nazionale “La mente lontana. Dall’antropologia all’etnopsichiatria”, poi con il percorso formativo “La mente lontana. Dal meticciato alla Repubblica dei fanciulli”, quindi nel 2014 con la lectio magistralis “La mente lontana. Identità aperte”. “I migranti arrivano con tutto il loro portato esistenziale, tragico e muto – spiega Silvia Ruspa -. Gli abissi oscuri della sofferenza, le luci più o meno tenui della speranza aprono una questione cogente della modernità: siamo noi capaci di costruire integrazione e interazione con gli “stranieri”, sui sentieri sterrati dell’incontro,  della comprensione, dell’amicizia per una vita migliore loro e nostra?”. Argomenti quanto mai attuali di cui l’autrice, presidente della Società Cooperativa Sociale Gea, ha parlato con il pubblico torinese nel corso di un incontro a ingresso gratuito.

 

Il calendario delle conferenze-spettacolo di Alfateatro proseguirà poi venerdì 13 febbraio, sempre alle 21, con un appuntamento affascinante dedicato al “Mondo magico dell’Antico Egitto”, che vedrà salire sul palco l’egittologa Elvira D’Amicone, già funzionario della Soprintendenza peri Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Egizio di Torino).

 

Seguirà l’incontro sui “”Grandi delitti: il computer va in scena”, in programma per venerdì 13 marzo alle 21, con il professor Nello Balossino, docente di Informatica investigativa dell’Università degli Studi di Torino, che ha collaborato a diverse inchieste ben note al grande pubblico, come quella sull’omicidio di Chiara Poggi, che lo ha visto effettuare in qualità di perito l’esperimento semi virtuale sul percorso di Alberto Stasi all’interno della villetta di Garlasco.

 

A chiudere il primo ciclo di conferenze a teatro sarà ancora il professor Balossino, che tornerà nel salotto di via Casalborgone nella serata di venerdì 17 aprile (alle 21) per un incontro speciale organizzato in occasione dell’Ostensione della Sindone, sul tema “Le immagini svelano la Sindone”. Balossino è infatti autore del discusso volume “Sindone, immagini per la conoscenza” (Effatà Editrice, 2010) in cui vengono esposti i contributi forniti dalle varie riprese che si sono susseguite dal 1898, anno della prima immagine realizzata da Secondo Pia, fino al 2008 quando sono state ottenute fotografie e acquisizioni video ad alta definizione. Nel volume sono evidenziati gli stati d’animo dei protagonisti di una singolare esperienza di rapporto diretto con il Sacro Lino: la scoperta dei segreti codificati nell’immagine.

 

Tutte le conferenze-spettacolo di Alfateatro sono a ingresso libero fino ad esaurimento dei posti.

“Esperienze di libertà nei Paesi dell’Est”

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Ad organizzarlo sono il Movimento Cristiano Lavoratori di Alessandria, in collaborazione con l’Associazione Certamen, con il patrocinio del Consiglio Regionale del Piemonte, Relatori  sono Gianni Oliva (storico, scrittore, già assessore regionale alla cultura) e Angelo Teruzzi (studioso e organizzatore di mostre)

 

 

Dopo Torino, dove era stata ospitata nei mesi scorsi, anche ad Alessandria chiude i battenti, dove ha avuto un buon afflusso di pubblico e di visitatori, la mostra “Memoria come forma di giustizia”, che era stata inaugurata il 29 dicembre scorso. Il termine dell’esposizione avrà la concomitanza di un importante convegno lunedì 26 gennaio, alle ore 18, nella sala Efal/MCL in via Migliara 43 ad Alessandria sulle “Esperienze di libertà nei Paesi dell’Est”. Ad organizzarlo sono il Movimento Cristiano Lavoratori di Alessandria, in collaborazione con l’Associazione Certamen, con il patrocinio del Consiglio Regionale del Piemonte, Relatori  sono Gianni Oliva (storico, scrittore, già assessore regionale alla cultura) e Angelo Teruzzi (studioso e organizzatore di mostre) che metteranno a confronto le loro tesi e le loro esperienze.

 

Gianni Oliva, preside dell’Istituto Majorana di Moncalieri, è storico che ha dedicato parecchi approfondimenti alla storia contemporanea legata all’esodo dei Giuliani e Dalmati, al dramma delle foibe e agli anni della Resistenza italiana. Particolarmente apprezzati, per l’assenza di implicazione ideologiche, i suoi studi su argomenti che, a distanza di ormai 70 anni dai fatti, non presentano ancora un’unica, riconosciuta, condivisa interpretazione.

 

Angelo Teruzzi, docente di scuola superiore, ha organizzato per il Comune di Alessandria una serie di mostre particolarmente significative per i temi trattati. Fra queste ricordiamo: la Mostra sulla Resistenza dimenticata (Alessandria, Caserma Valfrè, 2008); sulla Primavera di Praga (Alessandria, Caserma Valfrè 2009 – “Praga 68”) e “Libertà va cercando, ch’è sì cara, vigilando redimere” sulla situazione dei carcerati in ogni parte del mondo e sul valore del perdono (Alessandria, Tinaio degli Umiliati – 2010). Modererà l’incontro Efrem Bovo segretario provinciale del MCL. Sono previsti interventi di Valentina Mihaela Pascal (curatrice della mostra sulla Resistenza in Romania), Mario Bocchio per l’associazione Certamen e Piercarlo Fabbio, presidente provinciale MCL.

 

Massimo Iaretti

 

 

Il sale della terra e la stupidità umana

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Domenica 25 Gennaio e lunedì 26 alle ore 21

 

Un film di Wim Wenders, Juliano Ribeiro Salgado. Un’esperienza estetica esemplare e potente, un’opera sullo splendore del mondo e sull’irragionevolezza umana che rischia di spegnerlo. Magnificamente ispirato dalla potenza lirica della fotografia di Sebastião Salgado, Il sale della terra è un documentario monumentale, che traccia l’itinerario artistico e umano del fotografo brasiliano. Co-diretto da Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado, figlio dell’artista, Il sale della terra è un’esperienza estetica esemplare e potente, un’opera sullo splendore del mondo e sull’irragionevolezza umana che rischia di spegnerlo. Alternando la storia personale di Salgado con le riflessioni sul suo mestiere di fotografo, il documentario ha un respiro malickiano, intimo e cosmico insieme, è un oggetto fuori formato, una preghiera che dialoga con la carne, la natura e Dio. 

 

Il Cinema Teatro Agnelli è inserito nell’Opera Salesiana Edoardo Agnelli: si trova in via Paolo Sarpi 111 a Torino

Bollo auto, i nuovi importi sul sito della Regione

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Il termine per il pagamento per le vetture il cui bollo è scaduto lo scorso 31 dicembre è stato prorogato al 16 febbraio

 

I nuovi importi del bollo auto, in vigore dal 1° gennaio 2015, sono consultabili sul sito della Regione Piemonte.Collegandosi a www.regione.piemonte.it si trova un link che riporta al nuovo tariffario e ad una tabella nella quale, in corrispondenza dei kilowatt della vettura, è segnato l’importo da pagare secondo la categoria di emissione di inquinanti (euro 0, euro 1, e via di seguito). Per conoscere l’importo è pertanto sufficiente verificare sul proprio libretto di circolazione il numero di kilowatt e la categoria di emissione di inquinanti. Comunque, al momento del pagamento la tariffa aggiornata appare automaticamente e non è necessario compilare alcun bollettino. Si ricorda che il termine per il pagamento per le auto il cui bollo è scaduto lo scorso 31 dicembre è stato prorogato al 16 febbraio.

La telemedicina per curare la depressione

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Coinvolta l’Asl To3 nel progetto dell’ Unione Europea

 

L’Asl To3 di Torino è inserita nel progetto dell’ Unione Europea che prevede l’impiego della telemedicina nel trattamento della depressione.In tutto sono 22 i centri interessati. I paesi sono 11: con l’Italia, Danimarca, Groenlandia, Germania, Estonia, Olanda, Turchia, Spagna, Scozia, Galles, Norvegia). Per due anni saranno coinvolti 300 pazienti e l’iniziativa partirà in febbraio.Nel programma sono previste la video conferenza e la psicoterapia computerizzata.

Prevenzione andrologica per gli studenti delle medie

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Iniziativa di Alberto Del Noce rivolta ai ragazzi del terzo anno della scuola media pecettese. In Italia, nonostante negli ultimi anni gli uomini abbiano preso maggior consapevolezza del loro ruolo nelle difficoltà legate al concepimento, la quasi totalità (ben il 90%) non fa prevenzione

 

Grazie alla disponibilità della Clinica San Luca di Pecetto, di alcuni medici e del dirigente e del corpo docente scolastico pecettese, l’avvocato Alberto Del Noce – da tempo impegnato nelle iniziative sociali a favore della comunità di Pecetto – è riuscito a realizzare il primo esperimento di prevenzione andrologica per una scuola pubblica italiana: infatti il 24 gennaio prossimo gli studenti che frequentano il terzo anno della Scuola Media del comune torinese (e cioè i giovani che entrano nella fase della pubertà) potranno usufruire di una visita andrologica preventiva e gratuita.

 

“Le patologie riproduttive sono caratterizzate ormai da una rilevante valenza sociale per i loro riflessi negativi e rappresentano ormai una priorità per le Organizzazioni internazionali preposte alla tutela della salute pubblica”, commenta Del Noce. Ci troviamo oggi di fronte alla notevole prevalenza ed all’incremento di incidenza di patologie, soprattutto maschili, quali malformazioni congenite, varicocele, tumori testicolari, infertilità e sterilità. Secondo una stima dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa il 10-20% delle coppie nei paesi industrializzati soffre di problemi di fertilità, ed il 40% delle cause è da attribuire al solo fattore maschile.

 
In Italia, nonostante negli ultimi anni gli uomini abbiano preso maggior consapevolezza del loro ruolo nelle difficoltà legate al concepimento, la quasi totalità (ben il 90%) non fa prevenzione.Le donne sono culturalmente educate alla prevenzione oncologica con PAP test, autopalpazione del seno e ultimamente con la vaccinazione per HPV. L’uomo non è assolutamente informato che con una semplice autopalpazione del testicolo può arrivare ad una diagnosi precoce di neoplasia che colpisce con una frequenza significativa proprio i ragazzi.

 

Un ulteriore dato preoccupante è che ben il 50% degli uomini italiani non si sottopone a visita andrologica nemmeno a seguito di una diagnosi di infertilità.Sebbene l’infertilità maschile diventi oggetto di attenzione da parte degli uomini solo nel momento in cui cercano un figlio, i problemi che potrebbero portare ad alterazioni riproduttive possono sorgere fin da bambini.Da anni, inoltre, non esiste più la figura del medico scolastico e i ragazzi nati dal 1986 in poi non sono più sottoposti alla visita di leva prevista per il servizio militare.

 

“Vengono così a mancare due filtri estremamente significativi per evidenziare alcune patologie urologiche che possono essere causa di infertilità – aggiunge Del Noce –  e che se scoperte per tempo possono essere guarite. Un esempio è dato dal varicocele (vene varicose del testicolo) che pur essendo nella maggior parte dei casi asintomatico, nel 40% dei casi è causa di infertilità del maschio adulto ed è presente in ben 16-18% degli adolescenti.”

 

Attualmente i maschi affrontano il tema dell’infertilità solo quando, in tarda età, coltivano un progetto di paternità e non raggiungono l’obiettivo. I giovani maschi non sono oggetto di attenzione informativa e di screening anche per i problemi della sfera sessuale e, infatti, un fine di questa indagine consiste nel valutare la conoscenza di una corretta sessualità da parte dei ragazzi (contraccezione, falsi miti,…), visto anche che le malattie sessualmente trasmesse oggi sono molto più subdole e infide e una corretta informazione potrebbe contrastarne efficacemente la diffusione.

 

Da qui è nata  l’idea di Del Noce,  una proposta di prevenzione andrologica, superando i progetti che da anni giacciono in Parlamento ma che non riescono a trovare sbocco.

 

                                                                                

POSTO CHE VAI, "BUGIANEN" SOCIOPATICO CHE TROVI

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tetiPUNTI DI

(S)VISTA /

di Tersilla Garella

 

Non puoi accusarlo di essere una persona assente, perché ti scrive 25 ore su 24 e conosce nei minimi dettagli la tua vita. Ma se ti aspetti che ti chieda di vedervi, forse forse non è l’uomo per te. Ti sposerebbe domani, intendiamoci, perché tu, e tu sola, sei la donna della sua vita. O almeno questo si legge tra le righe.  Non si presenterebbe all’altare, ma in compenso ti manderebbe un messaggio con scritto “Lo voglio”. 

 

[…] Ti seguirei fino in capo al mondo/All’ultimo secondo/Volerei da te da Milano fino ad Hong Kong/Passando per Londra, da Roma fino a Bangkok” Così recita il tormentone dell’estate, che non a caso è cantato da una donna. Sì, perché un uomo così dinamico, almeno a Torino, deve ancora nascere. Sicuramente una volta nella vita tutte noi abbiamo avuto a che fare con un bugianen dei nostri giorni. E se pensate di appartenere alla casta privilegiata, immune da incontri di tal genere, vi esorto a ripassare in rassegna i singoli casi con i quali avete avuto a che fare. Perché di certo ve ne sta sfuggendo almeno uno. L’uomo perennemente attaccato al cellulare a scrivere messaggi. Un sociopatico che le telefonate non le fa. Che se per caso un giorno ti balzasse in testa l’assurda e malsana idea di chiamare, preparati. Perché o non ti risponderà – batti il cinque, mitico!- o ti toccherà sentire il tono di un uomo a cui tu abbia appena staccato accidentalmente la spina della Play Station, che ti chiederà: “Scusa ma perché mi chiami??” Cavolo, mi dispiace! Ma a cosa stavo pensando, accidenti?!

 

Un individuo rispetto al quale persino Hannibal Lecter, se omettiamo quel trascurabile vizietto che lo contraddistingueva, sarebbe stato una persona più normale. Perlomeno lui le sue vittime le guardava negli occhi, prima di divorarle. E invece il bugianen sociopatico no, non ti guarda mai perché non ti vede mai. Non puoi accusarlo di essere una persona assente, perché ti scrive 25 ore su 24 e conosce nei minimi dettagli la tua vita. Ma se ti aspetti che ti chieda di vedervi, forse forse non è l’uomo per te. Ti sposerebbe domani, intendiamoci, perché tu, e tu sola, sei la donna della sua vita. O almeno questo si legge tra le righe, insomma. Non si presenterebbe all’altare, ma in compenso ti manderebbe un messaggio con scritto “Lo voglio”. Le scuse che adduce per non uscire con te sono innumerevoli, non c’è che dire, ma quelle che vanno per la maggiore sono: “Devo traslocare tra due ore”, “C’è il funerale di mia nonna”, “Il gatto è attaccato alle flebo”. 

 

Quand’anche tu, impavida come non mai, faccia la prima mossa ed egli accetti il tuo invito, stai pur certa che non lo vedrai. Perché il sociopatico ha sviluppato un istinto più sottile, che fa sì che avverta prima di Giuliacci l’avvicinarsi minaccioso di un cataclisma e la caduta incombente di un meteorite. E ciò gli impedirà di uscire, ça va sans dire. Ora, uomini torinesi, azzardo l’ipotesi secondo la quale probabilmente le ragioni che ancoravi valgono l’appellativo di bugianen non sarebbero poi più tanto legate alla storica battaglia contro i Francesi. Perché se all’epoca la strategia si rivelò vincente, oggigiorno è davvero patetica. E per quanto mi riguarda, ho già preparato un annuncio: “Cercasi vero uomo che mi faccia passare l’ossessione per i sociopatici. Astenersi intimoriti dal confronto nella vita reale.”