LIFESTYLE- Pagina 410

Chiude con successo il Villaggio di Babbo Natale

La prima edizione del Sogno del Natale è giunta al termine dopo quarantacinque giorni di attività. Il progetto, ideato dallo scenografo Carmelo Giammello, realizzato con la collaborazione degli architetti Paolo Quirico e Roberto Sabbi e con la direzione artistica del settore spettacoli di Silvio Mossetto, ha prodotto ottimi risultati e soddisfazione per l’organizzazione.

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Risultati incoraggianti e commenti positivi da parte dell’organizzazione: “E’ stato un lavoro impegnativo: riuscire a costruire e allestire tutta la struttura in soli due mesi è stata una sfida faticosa ma, allo stesso tempo, soddisfacente. Essendo il primo anno ci siamo scontrati con alcune difficoltà che abbiamo cercato di risolvere per rendere più possibile completa e gradevole l’esperienza di visita. Per il prossimo anno stiamo progettando alcune migliorie che renderanno più uniforme l’intera area. Verrà ampliato il fabbricato, perfezionato l’allestimento e il contorno esterno: l’area potrà avere un unico linguaggio. Stiamo ragionando sulla location più adatta per la seconda edizione del Sogno del Natale, al momento stiamo valutando le diverse opportunità. Invitiamo sin da ora il pubblico a seguirci sul nostro sito internet per scoprire l’evoluzione del progetto.

 

Il Sogno del Natale chiude i battenti con numeri importanti: in totale sono stati staccati oltre 110.000 biglietti per l’accesso della sola struttura al copertomentre oltre 200.000 persone hanno visitato l’intera area.  Sei gli spettacoli circensi e musicali messi in scena sotto lo Chapiteau del Sogno del Natale nell’arco del periodo di apertura: spettacoli che hanno avuto più di  5000 spettatori nelle 38 repliche complessive. Oltre alle compagnie esibitesi presso lo Chapiteau, sono stati messi in scena quaranta spettacoli di Micro Circo e trenta show di Teatro di Strada, all’interno del parco e completamente gratuiti. Il picco di affluenza è stato registrato nella giornata dell’Immacolata, l’8 dicembre 2016, durante la quale i visitatori sono stati 10.972.

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All’interno dell’Ufficio Postale, in cui è stato possibile scrivere la propria letterina per Babbo Natale, sono state timbrate e imbucate più di 35.000 lettere. La pista di pattinaggio ha registrato un’affluenza di oltre 12.100 visitatori, mentre il Caffè del Polo ha servito quasi 40.000 persone con cioccolata, caffè e tante golosità. Il Sogno del Natale ha accolto ben 85 gruppi di visitatori, per un totale di 3.147 ospiti. Numerose le scuole che hanno scelto di organizzare una visita alla Casa di Babbo Natale: sono 65 i gruppi di studenti transitati, per un totale di 2.704 alunni. La struttura in legno che ospita la Casa di Babbo Natale, all’interno della quale adulti e bambini hanno potuto visitare il Corridoio degli Antenati, l’Ufficio Postale, la Fabbrica dei Giocattoli, la Stanza di Babbo Natale e il Ricovero della Slitta , sarà smontata e conservata in un magazzino che la ospiterà fino all’anno prossimo, quando verrà rimontata e riallestita per accogliere la seconda edizione del Sogno del Natale.

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La collaborazione e il supporto di aziende come Nova Coop/Fiorfood, DeAKids/Sly, Sikkens, Sublime, ITAS Assicurazioni e il patrocinio della città di Torino ha permesso la realizzazione di questo parco natalizio che ricopre una superficie di 17.000 mq. L’associazione Christmas Dreams ringrazia tutti i partner dell’iniziativa, gli sponsor e i collaboratori che hanno preso parte a questa avventura.

INDIA MON AMOUR – IL RISVEGLIO DEL SEME NOSTALGICO D’ORIENTE

india-2<<Oh, East is East, and West is West, and never the twain shall meet,

Till Earth and Sky stand presently at God’s great Judgment Seat;

But there is neither East nor West, Border, nor Breed, nor Birth,

When two strong men stand face to face, tho’ they come from the ends of the earth!>>

(The Ballad of East and West, R. Kipling).

L’Oriente. Nel petto di ogni uomo risuona l’eco di un seme nostalgico, per il rumore che produce al suo risveglio, stropicciandosi nel costato e costringendo il cuore ad accelerare il suo battito. E il sangue scalpita così forte nelle vene che, per inerzia, il pensiero è già altrove. Volti mascherati da strati di ombre e luci, forse per convincersi eterni o forse per non somigliare troppo a sé stessi, smarriti nella finzione di non essere come si è e in viaggio verso quel proprio posto nel mondo, di quel sé visto partorire dallo sguardo di un uomo distante, i cui abiti rivestono il corpo e non l’identità. L’Oriente. Filtrato dal fascino che la frenesia suscita e in lontananza immobile nella bramosia di chi vuole esserne accolto, per riscoprirsi e ritrovarsi poi in sé stesso, illuso dal potersi sorprendere nel proprio corpo e nelle proprie vane credenze anche in un altro dove. Non si parla di India solo nei libri di poeti viandanti e nemmeno la si ascolta solo nelle parole di chi, stretto nelle sue vesti, la sogna in lontananza.

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Il Circolo dei lettori, in collaborazione con il MAO Museo di Arte Orientale, ha organizzato, a Torino, tre incontri a cura di Gianni Pellegrini e Federico Squarcini, docente di Filosofie e religioni dell’India, al fine di far germogliare quel nostalgico seme orientale incastonato nel cuore. Per l’iniziativa, che prende il nome di India mon amour,  si sono così tenute  le conferenze Viandanti, turisti e pellegrini , Diari del Gange Assaggi in India –, quest’ultima accompagnata da un banchetto, per concludere con una convivialità che acquista valenza sacra. Ogni conferenza è stata scandita da letture e racconti di chi ha toccato con le proprie mani quelle terre e sentito sulla propria pelle i Monsoni, di chi ha visto i colori della troppa ricchezza e assistito all’essenzialità che permea la troppa povertà, di chi respira ancora l’odore d’India, incastrato da allora nelle narici, e ha vissuto la sacralità di ogni gesto, in un luogo in cui il ricordo fissa le sue radici. Gozzano, Moravia, Pasolini… Kipling, Mantegazza… Parole che trasudano immensità. È previsto un viaggio in India da lunedì 16 gennaio 2017 a lunedì 30 gennaio 2017, organizzato e presieduto da Gianni Pellegrini, responsabile degli incontri sopra citati. Per chi fosse interessato, rimangono ancora pochi posti liberi, da affrettarsi se l’animo aspira a valicare il confine tra due mondi, per poter prescindere dalla scissione, così che, incontrandosi faccia a faccia due uomini forti, “there is neither East nor West, border, nor breed, nor birth, when two strong men stand face to face“.

 

Alessia Savoini

 

Il Museo della Radio e della Tv apre nel weekend

RADIO1Visto il successo del ponte dell’Immacolata, con  la presenza di 4.000 visitatori, il Museo della Radio e della Televisione Rai di via Verdi 16 a Torino effettua un’apertura straordinaria – a ingresso libero – anche il 6 il 7 e 8 gennaio dalle 10 alle 18. Grazie al Centro di Produzione Tv Rai di Torino e  all’aiuto dell’Associazione Aire e del Gruppo Anziani Rai, si potrà andare alla scoperta della storia della comunicazioni, dal RADIO3telegrafo alla Tv digitale, dai trasmettitori di Marconi al primo televisore, fino ai nostri giorni. Il museo torinese è edicato all’ingegner Enrico Marchesi, che fu pioniere della radiofonia italiana e primo presidente dell’Eiar: circa 1.200 i cimeli esposti, come  il fonografo a cilindro di Edison, microfoni e telecamere di tutte le epoche, registratori. Il Museo è  aperto nei giorni feriali.

 

(foto: il Torinese)

Oroscopo di Platone. Dal 4 al 10 gennaio 2017

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CAPRICORNO

DENARO E LAVORO. Periodo favorevole a studi, viaggi, concorsi e attività legate a commercio e comunicazione. Rischio di uscite impreviste o spese pazze. Amministrate con saggezza i vostri risparmi evitando di credere ciecamente nei troppi consigli altrui.

AMORE E ARMONIA. Alcuni Pianeti amici indicano che è arrivato il tempo per l’amore. Approfittatene per premiare la vostra lunga astinenza affettiva e per allontanare, pacificamente, chi non….merita più.

BENESSERE E SALUTE. Un eccessivo carico d’impegni e responsabilità tende a risucchiare energie e buonumore. Non fatene un dramma…passerà!


ACQUARIO

DENARO E LAVORO. 
Fate ciò che più vi convince anche a rischio di provocare qualche malumore con chi collabora con voi. Ora che una dirompente congiuntura astrale entra nel vostro segno, potrete sbaragliare qualunque ostacolo si ponga tra voi e gli obiettivi a cui puntate.

AMORE E ARMONIA. Recentemente avete preso alcune decisioni irrevocabili….che probabilmente saranno ridiscusse.

BENESSERE E SALUTE. Anche nell’ambito familiare rimproverate troppo chi non la pensa come voi. Non lasciatevi sopraffare dallo stress e dal nervosismo.


PESCI

DENARO E LAVORO. Nessun vero scossone in vista. Sia nel lavoro che negli studi è venuto il momento di premere sull’acceleratore per testare i traguardi che potete raggiungere. L’intraprendenza e l’impegno alla fine saranno premiati.

AMORE E ARMONIA. Per chi è solo si profilano intriganti e seducenti flirt con persone straniere o lontane.

BENESSERE E SALUTE. Esuberanti, lucidi, decisi e grintosi ma state premendo troppo sull’acceleratore e, una congiuntura di opposizione, all’improvviso rimette molte cose in discussione.


ARIETE

DENARO E LAVORO. Siete partiti con la carica giusta per realizzare un progetto che può spalancare nuovi orizzonti ma adesso state attraversando un rallentamento transitorio che vi dà molto fastidio. Non lasciatevi spaventare dalle difficoltà ma date il giusto peso ai possibili investimenti economici che vi vengono proposti.

AMORE E ARMONIA. Periodo con momenti di relax e incontri interessanti magari con vecchi amici o conoscenti …trascurati. Possibilità di ardenti passioni e innamoramenti improvvisi, attenti ai “colpi di fulmine”.

BENESSERE E SALUTE. Non esitate a ricorrere all’aiuto medico, qualora la situazione dovesse degenerare. Assumete tanta vitamina C.


TORO

DENARO E LAVORO. Soprattutto di questi tempi bisogna valutare con la “testa” prima di agire. Purtroppo i colleghi hanno idee diverse ed è molto difficile trovare una linea d’azione comune e collaborativa. Non soggiacete inerti alle influenze esterne!

AMORE E ARMONIA. Quello che può essere all’inizio, un meraviglioso incontro, potrebbe complicarsi in breve tempo, e tramutarsi in una “love story” piena di insidie e brutte sorprese.

BENESSERE E SALUTE. Se non reagirete allo stress potreste ammalarvi o cadere in depressione e perdere la gioia di vivere. Concedetevi, insieme con i vostri cari, un pausa tonificante e rigenerante.


GEMELLI

DENARO E LAVORO. Finalmente alcuni investimenti diventano fruttuosi nonostante una dispettosa quadratura astrale che tende a svuotarvi le tasche. Evitate di fare il passo più lungo della gamba e non cedete alle troppe tentazioni che vi vengono sottoposte.

AMORE E ARMONIA. Ci sono litigi che portano il rapporto su un piano più alto, per ritrovare la giusta dimensione conviene affidarsi al partner o alla persona amata.

BENESSERE E SALUTE. Sappiate percepire i messaggi del vostro corpo e capirete finalmente cosa è opportuno fare, quando dovete riposarvi e come dovete alimentarvi.

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CANCRO

DENARO E LAVORO. L’intraprendenza potrebbe essere premiata ma, compiacere a tutti, soprattutto ai colleghi di lavoro, non è facile e la gelosia altrui può ingarbugliare le cose. Alcune persone che credevate amici in realtà vi creano solo fastidi e vi allontanano dalla reale concretezza.

AMORE E ARMONIA. Percezioni intense e volontà di cambiamenti, il desiderio di rinnovamento contrasta con la voglia di dolcezza e stabilità affettiva.

BENESSERE E SALUTE. Attraversate un periodo di forma molto positivo. Vi sentite equilibrati, leggeri, vitali e finalmente sicuri di voi.


LEONE

DENARO E LAVORO. Aria frizzante e tanta voglia di libertà e di cambiamento. Un’idea brillante che vi è venuta va valutata con la dovuta attenzione, potrebbe condurvi al cambiamento tanto desiderato. Ribellatevi alle imposizioni che vi vengono “suggerite” da qualcuno che non fa assolutamente i vostri interessi.

AMORE E ARMONIA. Momento di contrasti nella coppia però in famiglia le cose vanno decisamente meglio.

BENESSERE E SALUTE. Per mantenere l’entusiasmo attuale e la voglia di osare, limitate gli alimenti proteici a favore di frutta e verdura e mantenete una regolare attività sportiva.


VERGINE

DENARO E LAVORO. Periodo eccellente per viaggiare, studiare, espandere il vostro raggio d’azione ma dal lato finanziario si prospetta un periodo opaco seppur con qualche novità positiva, forse una piccola vincita o un’entrata non preventivata.

AMORE E ARMONIA. I rapporti di amore e di amicizia che poggiano su basi stabili troveranno nuovi slanci. Non sarà così per le unioni vacillanti. Il partner vi chiede pazienza e come al solito, lo ascolterete.

BENESSERE E SALUTE. L’essere umano è una macchina che deve essere ben “curata” per farla funzionare bene ed a lungo. Integrate la dieta con oli naturali, noci, mandorle e lievito di birra, fonte di vitamine e preziosi oligoelementi.


BILANCIA

DENARO E LAVORO. Finalmente potrete levarvi qualche sfizio, sempre rimandato, grazie all’apertura di un nuovo canale di guadagno. Un buon affare è nell’aria, non fatevelo sfuggire ma non fidatevi troppo di chi avete intorno, meglio fare da soli.

AMORE E ARMONIA. I rapporti di amore e di amicizia che poggiano su basi stabili troveranno nuovi slanci. Non sarà così per le unioni vacillanti.

BENESSERE E SALUTE. Bisogna aver cura del nostro corpo e ricordarsi che è l’unico posto in cui possiamo e dobbiamo ….vivere!


SCORPIONE

DENARO E LAVORO. Fidatevi: le uscite impreviste non vi prosciugheranno il salvadanaio al contrario, vi faranno apprezzare maggiormente da amici e parenti. Guardatevi attorno, ci sono occasioni molto allettanti a portata di mano ma è il caso di avere prudenza e rimandare un investimento di rilievo.

AMORE E ARMONIA. Il partner vi chiede pazienza e come al solito, lo ascolterete.

BENESSERE E SALUTE. La forma fisica si riflette su quella psichica, con il rischio di “contagiare”, chi vi circonda.


SAGITTARIO

DENARO E LAVORO. Assumetevi le giuste responsabilità e tagliate i rami secchi per puntare in alto. Se avrete grinta e tenacia ce la farete. Scegliete la strada della collaborazione e della complicità! Potete assumere un rischio ponderato e ben valutato.

AMORE E ARMONIA. Toglietevi di torno senza indugio, alcuni parenti o presunti amici, troppo impiccioni.

BENESSERE E SALUTE. Il ciel vi ha dato un periodo…beato! Finalmente potrete godervi la vita concedendovi piccoli e grandi eccessi di varia natura: sport, svaghi stravaganti, dolci da capogiro ma, non tirate troppo la corda, per quanto robusta potrebbe, alla lunga, anche…rompersi!

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Cento bandiere del Salone sulle vette delle Alpi piemontesi

Cento bandierine del Salone Internazionale del Libro di Torino, edizione del trentennale, svetteranno nei prossimi mesi sulle cime delle Alpi piemontesi. A portarle, e a immortalarle in foto e sui social, saranno gli escursionisti della Rete del Buon Cammino, che hanno ideato e proposto al Salone l’iniziativa.

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A consegnare simbolicamente le bandierine, giovedì 29 dicembre 2016, è stato il Presidente della Giunta Regionale del Piemonte, Sergio Chiamparino, anch’egli noto appassionato di montagna e di escursionismo. Con lui il Presidente della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, Mario Montalcini. A riceverle sono stati il presidente della Rete, Ermanno Bressy; Giulio Beuchod, co-fondatore e attuale presidente delle Guide Alpine del Piemonte; Daniele Landra, presidente dell’Associazione Percorsi Occitani.

La Rete del Buon Cammino (compagniadelbuoncammino.it) è un’associazione amatoriale di escursionisti e amanti della montagna, nata in Val Maira nel 1986 e attiva nell’organizzazione di escursioni, trekking e ascensioni sulle montagne e nelle valli piemontesi. Le iscrizioni sono aperte a tutti: la sua attività spazia dallo sci e sci alpinismo al canyoning, mountain bike, vie ferrate e itinerari escursionistici di ampio respiro, comprese uscite invernali con racchette da neve.

Il presidente della Rete Ermanno Bressy spiega l’iniziativa: «Ci è sembrato un modo simpatico di sostenere il Salone, patrimonio di Torino e di tutto il Piemonte, portandone il simbolo in luoghi magari poco usuali, che però esprimono pienamente il nostro spirito e il piacere di stare insieme che ci unisce. Le bandiere, dopo essere state fotografate in vetta, saranno immediatamente riportate con noi e donate ai ristoranti e rifugi dove abitualmente concludiamo in modo conviviale ogni escursione, e dove resteranno quale testimoni del Salone».

La prima occasione che vedrà sventolare la bandiera del Salone sarà domenica 15 gennaio 2017 per la prima gita sociale dell’anno a Clavesana, in Langa. Seguiranno numerose uscite, anche impegnative come la traversata invernale con sci e racchette da neve dalla Valle Po alla Valle Gesso. La bandiera del Salone farà mostra di sé in ognuno degli oltre venti posti-tappa che costellano i 170 km di sentieri delPercorso della Valle Maira, gestito dall’Associazione Percorsi Occitani. Arriverà fino ai 2.000 metri del Rifugio transfrontaliero del Colle della Maddalena, gestito dalla Rete e dagli omologhi colleghi francesi, dove verrà anche offerta la possibilità di acquistare i biglietti del 30° Salone.

E a maggio, gli escursionisti della Rete parteciperanno al Salone, dove pianteranno simbolicamente la bandiera sulla «vetta» del Lingotto e presenteranno nel programma le loro attività.

Oroscopo di Platone. Dal 28 dicembre al 3 gennaio 2017

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CAPRICORNO

DENARO E LAVORO. E’ il momento giusto per concludere un affare o chiedere un aumento di stipendio. Spirito di iniziativa e capacità di “annusare” il vento, siete pronti per il successo. Periodo tendenzialmente sereno per l’economia e le finanze.

AMORE E ARMONIA. Romanticismo e passione, se in connubio e sintonia, possono far ottenere risultati….miracolosi!

BENESSERE E SALUTE. Prendete dello spazio tutto per voi e la vostra famiglia e siate fiduciosi nel futuro senza pensare troppo, tante cose cambieranno in senso positivo.


ACQUARIO

DENARO E LAVORO. 
Ottimo periodo per superare un ostacolo e realizzare un obiettivo ambizioso. Mantenete questo atteggiamento positivo e non allentate la concentrazione, alternando il lavoro con le dovute pause per ricaricare le energie fisiche e soprattutto mentali.

AMORE E ARMONIA. Rispolverate il vostro fascino e tentate la via di un’inedita intraprendenza, per appagare la vostra voglia di coccole, sicurezze ed intimità.

BENESSERE E SALUTE. Vi amministrate con saggezza e siete molto motivati. Non inficiate questo ottimo periodo con troppa severità verso voi stessi ne trascurando le problematiche di chi vi sta accanto.


PESCI

DENARO E LAVORO. Buon periodo per viaggi, trasferimenti, attività di import-export, esami e concorsi ma evitate di prendere decisioni affrettate. Le finanze sono sotto controllo nonostante la fase di leggero calo.

AMORE E ARMONIA. Ci vuole un po’ di ironia e maggior disponibilità verso il partner e la famiglia.

BENESSERE E SALUTE. E’ tempo di riorganizzare il lavoro e la vita quotidiana e magari di sottoporvi a un check-up di controllo, comunque la vita torna ad essere meravigliosamente normale. Umore e lucidità in ripresa e molti nodi si sciolgono quasi per magia.


ARIETE

DENARO E LAVORO. Più che di agire avete bisogno di fermarvi un momento a riflettere, per pianificare nei minimi dettagli gli impegni futuri. Se possibile, meglio lavorare in gruppo piuttosto che da soli.

AMORE E ARMONIA. Le contrarietà potrebbero causarvi leggeri malesseri: non è il caso di prendersela così tanto, lo stress potrebbe causare ripercussioni nel rapporto affettivo e sull’equilibrio familiare.

BENESSERE E SALUTE. Possibili situazioni difficili in famiglia o con gli amici perché risulta difficile mediare tra chi ha ragione e chi vi è caro.


TORO

DENARO E LAVORO. Arrivano degli imprevisti che affrontate e risolvete prontamente, ma che vi fanno sentire, sempre sul filo del rasoio. Cercate di correggere un errore fatto nel passato. Essere costantemente informati vi aiuta nel prendere le scelte decisionali corrette.

AMORE E ARMONIA. Un po’ di ostacoli in campo affettivo, incomprensioni e mancanza di reciproco ascolto.

BENESSERE E SALUTE. Non tralasciate di concedere, a voi stessi e ai famigliari, qualche svago o passatempo.


GEMELLI

DENARO E LAVORO. Stentate ad adattarvi al clima di parziale ridimensionamento che gli aspetti planetari hanno in serbo per voi. Le vostre capacità sono fuori discussione, ma la fiducia si conquista a livello personale. Riuscite ad amministrare molto bene le vostre finanze nonostante una serie di imprevisti ed alcuni “transiti” ritardati nelle entrate.

AMORE E ARMONIA. Attenti a non infilarvi in una situazione più complicata e forse insidiosa di quanto appaia. Dedicate più attenzioni al partner.

BENESSERE E SALUTE. Una persona di una certa età, a voi cara, accusa problemi di salute, cercate di farle sentire che le siete vicino.

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CANCRO

DENARO E LAVORO. Qualche piccolo intoppo vi ostacola dal lato economico. Periodo senza infamia né lode, ma qualcuno in famiglia ha una gran voglia di spendere e spandere, pazientate! Potrebbe presto arrivare una graditissima sorpresa, proprio quando meno ve l’aspettate e stravolgere la situazione, forse una vincita o un investimento che finalmente rende.

AMORE E ARMONIA. In compenso nuove amicizie e incontri interessanti vi stimoleranno ad uscire o a viaggiare, potrete sciogliervi e cogliere nuove occasioni. Curate l’aspetto fisico.

BENESSERE E SALUTE. Aumenta il nervosismo che vi procura qualche situazione disdicevole, contate fino a trecento prima di reagire e controbilanciate con esercizi di respirazione.


LEONE

DENARO E LAVORO. C’è sempre qualche guastafeste di turno a cercare il “pelo nell’uovo” nonostante il vostro modo positivo di affrontare le cose con entusiasmo, soprattutto in campo lavorativo. Ignorate queste eccessive diffidenze e perseguite i vostri piani senza esitazioni e, prima o poi, otterrete il meritato successo o riconoscimento.

AMORE E ARMONIA. Nuove amicizie e incontri interessanti vi stimoleranno ad uscire o a viaggiare, potrete sciogliervi e cogliere nuove occasioni. Curate l’aspetto fisico.

BENESSERE E SALUTE. Dopo aver passato qualche problema di salute state riscoprendo il piacere di sentirvi lucidi, lungimiranti e tenaci.


VERGINE

DENARO E LAVORO. Cercate di essere sempre lucidi e tenaci. Provate a proporre le vostre costruttive idee e perseguitele con decisione senza farvi mettere “i bastoni tra le ruote”. Mantenete la giusta concentrazione. Entrate persino superiori alle aspettative.

AMORE E ARMONIA. La troppa indecisione rischia di nuocere. Cercate di chiarirvi le idee e di fare il passo giusto.

BENESSERE E SALUTE. Non disperdete troppe energie con alcune amicizie superficiali e non sincere. Praticate sport e attività fisica.


BILANCIA

DENARO E LAVORO. Idee brillanti, socievolezza e simpatia sono le vostre doti e prerogative maggiormente apprezzate. Uscite non preventivate nel settore casa/famiglia inoltre, l’indecisione di qualcuno che non vi appoggia o non vi crede, rischia di farvi perdere occasioni interessanti.

AMORE E ARMONIA. L’amore vi sta aspettando, ma dovete essere voi ad andare incontro all’anima gemella. Ponderate, ma poi agite e riempirete all’improvviso tutta la vostra vita.

BENESSERE E SALUTE. Dovete solo risolvere un piccolo problema famigliare, cosa assolutamente fattibile, grazie alla vostra forma fisica e mentale.


SCORPIONE

DENARO E LAVORO. Sollecitate con fermezza e, finalmente, potrebbe arrivare il riconoscimento per i vostri progetti o per un’ottima performance. Il periodo non è favorevole per le speculazioni finanziarie.

AMORE E ARMONIA. Alti, bassi e qualche dubbio possono essere all’ordine del giorno in un rapporto ma bisogna essere risoluti e fugare l’incertezza.

BENESSERE E SALUTE. Audacia e capacità di pensare in grande non mancano, siate decisi e caparbi. A tavola riso integrale, farro e pesce azzurro.


SAGITTARIO

DENARO E LAVORO. Quando mancano le informazioni adeguate e gli altri non sanno “che pesci prendere”, nei momenti in cui le varie decisioni sembrano difficili da effettuarsi, voi siete in grado di farlo. Continuate su questa strada con tenacia e perseveranza.

AMORE E ARMONIA. Periodo contraddittorio, in cui grandi entusiasmi si alternano a drastici cali d’umore, sarebbe il caso di staccare la spina e rilassarvi aprendovi all’amore.

BENESSERE E SALUTE. Concedetevi delle attività rilassanti e una cura ricostituente. A volte vi stancate troppo perché non sapete bene su cosa più impegnarvi. Concentrazione e riflessione!

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Capodanno al villaggio di Natale

Piazza d’Armi sarà animata dalla festa di Capodanno del Sogno del Natale

Il Sogno del Natale propone una festa di Capodanno che prevede l’apertura straordinaria del Villaggio sito in Piazza d’Armi (ingresso da Corso IV Novembre, 65). In programma molteplici attrazioni e attività, che divertiranno i più piccoli come i più grandi.  Spettacolilaboratoriletture e tanto altro in attesa dell’arrivo del 2017. La Casa di Babbo Natale sarà accessibile oltre l’orario di chiusura: dalle 21.00 alle 00.30 tutti i visitatori potranno attendere il primo giorno del nuovo anno con letture animate e sessioni di baby dance. Sarà possibile, inoltre, usufruire del servizio di Trucca Bimbi, che verrà allestito dalle 21.00 all’interno della Casa.

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La compagnia Circo Zoé, con la partecipazione del quintetto Dona Flor, dalle 21.00 alle 22.15 metterà in scena lo spettacolo Born to be Circus, presso lo Chapiteau del Sogno del Natale. Un’autentica troupe di circo darà vita a un cabaret pop dal fascino antico. La compagnia Circo Zoé ha debuttato nel 2012 con il suo primo spettacolo Zoé al Teatro Astra di Torino. Da quel momento, una tournée internazionale li ha portati al Festival Karacena in Marocco, al Mirabilia Festival, al Cirque Electrique a Parigi, all’Arènes di Nanterre, al Mois Molières di Versailles, fino a giungere alla nuova produzione, applaudita e apprezzata al Museo Picasso di Parigi.Il Circo Zoé è una delle più importanti compagnie europee di circo contemporaneo. Lo spettacolo Naufragata ha riscosso uno straordinario successo di pubblico e critica, con più di 70 repliche messe in scena durante il 2016. 

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Dalle ore 22.00 la musica dal vivo dei Bandaradan pervaderà la piazza del Sogno del Natale, intrattenendo il pubblico fino alle ore 00.30. In attesa del countdown di mezzanotte, ci sarà il lancio di palloncini dei desideri, oltre a spettacoli di mangiafuoco e trampolieri. Si festeggerà la mezzanotte con una Panettonata di inizio anno.Per il Capodanno, il Sogno del Natale e Dream Food Torino proporranno una varietà di piatti tipici italiani: il panino di Chianina, il vero vin brûlé, lo gnocco fritto con i salumi, gli arrosticini abruzzesi e tante altre golosità. L’ingresso all’area esterna, per gli adulti, prevede un contributo di 2 €. Il prezzo d’ingresso alla Casa, invece, è di 10 € adulti, 6 € bambini (comprensivo di ingresso all’area).

Capodanno in musica nel salotto di Torino con foto di famiglia

La festa del Capodanno torinese prende il via alle 22 in piazza San Carlo e prevede anche un social countdown attraverso il quale i torinesi sono invitati a inviare una ‘foto di famiglia in salotto’.

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cvapodanno-preteroti-4Ecco l’indirizzo:  capodannoinsalotto@gmail.com. Le immagini saranno inserite nel video countdown proiettato in piazza per arrivare alla mezzanotte. Planet Funk, Ensi, Mangaboo, i  Niagara e Victor Kwality e il djset di Krakatoa, sono gli artisti che si avvicendano sul palco il 31 sera, è il primo capodanno organizzato dalla Città tramite un bando pubblico. E’ prodotto da Shining Production e Punk for capodanno-preteroti2Business e lo show è realizzato con la direzione artistica di Samuel, che presenta in anteprima nazionale alcuni pezzi dell’album solista che proporrà al Festival di Sanremo. nelle immagini l’allestimento del palcoscenico.

Foto di Antonello Preteroti Photography – Landscapes & Torino Events

 

 

“Bere il territorio”: premio speciale “Vino d’autore”

GO-WINETorna a Torino la degustazione dedicata al concorso letterario. Serata di presentazione e degustazione

L’Associazione Go Wine propone a Torino  una serata dedicata al Concorso Letterario Nazionale “Bere il Territorio” e a tutti coloro che hanno contribuito a rendere l’iniziativa un punto di riferimento per i giovani appassionati al mondo del vino e della scrittura. Durante la serata verrà consegnato il premio speciale “Vino d’Autore”. A seguire, un interessante banco d’assaggio durante il quale sarà possibile degustare la selezione dei vini delle aziende italiane che compongono il comitato sostenitore del concorso e di quelle che sostengono il progetto culturale durante lo specifico evento di Torino. 

***

Programma:

Ore 17.00: Apertura della serata con il banco d’assaggio riservato a professionisti del settore e giornalisti

Ore 18.30: Consegna del premio speciale “Vino d’Autore”

Ore 19.15 – 22.00: Banco d’assaggio e degustazione.

 

Nelle prossime settimane l’elenco delle aziende partecipanti

 

La Signora della Laurasca

Di Marco Travaglini

La luce dell’alba rifletteva sui cristalli di neve colori teneri. Il silenzio che avvolgeva il paese ancora addormentato era talmente fitto che nemmeno il gallo di Fra’ Bernardo, sempre puntuale a lanciare i suoi chicchiricchì dal sagrato della chiesa, aveva trovato il coraggio di cantare il suo buongiorno. Quasi tutti dormivano a Malesco. E anche tra i pochi svegli mattinieri non c’era nessuno che pareva intenzionato a mettere fuori il naso dall’uscio di casa. Il freddo era pungente ma non nevicava più. Per tutta la notte, dal cielo gnomi5erano state distribuite delle generose pennellate di bianco che, a poco a poco, avevano coperto tutto: tetti, strade, alberi. Dapprima erano piccoli aghi di ghiaccio, portati dal vento di tramontana che scendeva dalle vette del Gridone; poi, col passare delle ore, le pennellate si erano fatte più robuste, con fiocchi larghi che scendevano mollemente con parabole verticali. Era l’antivigilia di Natale, il 23 dicembre. E il grande abete nella piazza del municipio pareva, nel chiaroscuro di quella mattina, una sentinella ghiacciata sull’attenti. Anselmo, la guardia forestale, era tra i pochi ardimentosi che eran già svegli. Con gli occhi pieni di sonno, dopo aver ciondolato attorno al tavolo della cucina, si stava scaldando le mani stringendole attorno al bricco fumante del caffè. Ahi, se scottava!… Già si era vestito, infilandosi – uno sopra l’altro – due paia di pantaloni ed altrettanti maglioni di lana. Bastava uno sguardo dalla finestra per immaginare quel freddo cane che congelava all’istante il vapore del fiato. Doveva andare fino a Santa Maria Maggiore, il nostro Anselmo. Doveva andarci con il suo motocarro e non ne aveva gran voglia. Ma il dovere è dovere: e laggiù, al magazzino della Forestale, erano arrivati la sera prima gli alberelli di Natale. Li avevano mandati, come tutti gli anni, con la ferrovia vigezzina, (la stessa che gli svizzeri chiamavano “centovallina”).Una strada ferrata lunga 52 chilometri che collegava Domodossola con Locarno, passando su 83 ponti e infilandosi in 31 gallerie. La ferrovia, ogni anno, soprattutto d’inverno, era la via più sicura, evitando le strade ghiacciate.

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Quando qualcosa o qualcuno doveva arrivare a destinazione, eccola pronta: i vagoncini caracollavano sui binari scintillanti verso la destinazione. E così era stato anche per i quaranta piccoli abeti di Anselmo. Calcatosi in testa il berretto di pelo e infilati gli stivaloni, Anselmo era pronto all’avventura. Non si era sbagliato: fuori faceva un gran freddo e l’aria pungente l’aveva svegliato del tutto. Dopo diversi tentativi andati a vuoto, con uno scoppiettio, il piccolo motocarro si mise in moto. La scatoletta di lamiera procedeva lentamente sulla strada innevata. Ad ogni curva il vecchio Ape rischiava di mettersi su di un fianco e pareva che solo gli improperi di Anselmo (che non menzioniamo, per carità) gli facessero tener dritta la rotta. Dopo quasi un’ora, tempo record per poco più di tre chilometri, Anselmo era davanti al portone del magazzino. Un po’ sbuffando, un po’ brontolando, gli alberelli furono sistemati a dovere e legati con una robusta corda. Sulla via del ritorno ad Anselmo venne una gran sete. A quel punto fermarsi all’osteria dell’Alpino era quasi un obbligo. Dentro il locale, nel tavolo davanti al banco della mescita, trovò due vecchie conoscenze: il Giuanon di Finero e il Calisna di Zornasco. L’incontro mattiniero con due vecchi compagni di sbornia, con i quali aveva girato in lungo e in largo tutta Vigezzo per bere e farsi quattro salti in balera, andava festeggiato. Sarà stato perché gli “scappava da bere”, sarà stato per il freddo boia, i litri cominciarono a scorrere allegramente. Nessuno dei tre si faceva pregare ed a turno si riempivano i bicchieri, senza aspettare che diventassero vuoti. Presi dall’euforia e dall’alcool, intonarono con voci sguaiate i loro canti, tanto che la Maria, ostessa di notevoli proporzioni fisiche, brandendo una scopa, li cacciò fuori dall’osteria. In strada, Anselmo fece un’amara scoperta che lo lasciò senza fiato. Il motocarro, parcheggiato sul ciglio della via, era vuoto. La corda, tagliata, era l’unica cosa rimasta. Degli alberelli nemmeno l’ombra. “Dio Santo”, imprecò Anselmo. “Mi hanno fregato il carico. I miei alberi… mi hanno fregato gli alberi!”. Urlava forte a tal punto che la guardia forestale, il maresciallo Zamponi, camminando con la bicicletta al passo, lo udì e accorse. “Cosa c’è da strillare, Anselmo?”, chiese il graduato dei Carabinieri, ansimando per la corsa. “Sciur Maresciallo, c’è che mi hanno rubato gli alberi di Natale che dovevo portare a Malesco. Guardi, guardi anche lei. Mi hanno portato via tutto: solo la corda hanno lasciato quei delinquenti”.

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gnomi-2Insieme, con aria da investigatore il Maresciallo, con le mani tra i capelli il disperato Anselmo, fecero un giro tutt’attorno al motocarro e… videro delle tracce. Erano tante. Tante piccole orme lasciate da piccoli stivali. Erano fitte, ben segnate nella neve, chiaramente visibili. Alcune leggere, altre più nette, come se le avessero lasciate corpi di diverso peso. O forse qualcuno, o qualcosa, che portava un peso, dei pesi. “I miei alberi: ecco che cosa mi hanno fregato, quei banditi. I miei alberelli…”, disse, quasi piangendo, il povero Anselmo. “Certo. La traccia è chiara. Hanno davvero rubato gli alberi”, pronunciò pensoso, il Maresciallo. E non aggiunse altro, incrociando lo sguardo severo di Anselmo che non potè trattenersi dal mugugnare..”Bella scoperta. Va là che c’è arrivato anche lui. Intanto quelli mi hanno fregato gli alberi”. “Ho capito, ho capito” gli rispose il Maresciallo, “non sono mica tonto. Ma chi sarà stato? Guarda un po’ questi segni”. E indicò le orme che continuavano per decine di metri. Incolonnate, disciplinate. Le seguirono con lo sguardo. Andavano via dritte, verso il bosco, all’imbocco del sentiero che saliva in Val Loana. Il caso era strano. Chi mai aveva potuto compiere il furto? E quelle tracce misteriose? Sembravano piedi di bambini. Ma era una pazzia solo pensarlo. Bambini così piccoli, di quattro – cinque anni che, in fila indiana, si dirigevano verso il bosco portandosi a spalla degli alberelli che pesavano quasi il doppio di loro? Suvvia, non era logico. L’unica cosa da fare era seguire quelle impronte. I pensieri del Maresciallo erano in sintonia perfetta con quelli di Anselmo e, senza scambiarsi una parola, limitandosi a pochi cenni, decisero di battere quella pista. Del resto gli alberelli dovevano essere ritrovati, ad ogni costo: chi poteva immaginare un Natale senza gli alberi addobbati di ghirlande e lucenti di palline di vetro colorato? I due si misero a camminare di buona lena. Come segugi tenevano gli occhi fissi verso il basso, scrutando la neve calpestata. Cammina, cammina giunsero alle ultime case. Più avanti c’erano i boschi. Dopo una sosta di pochi minuti, tanto per riprendere il fiato, si avviarono sul sentiero che saliva sul fianco della montagna. Un paio d’ore dopo erano all’alpeggio di Severino, il guardiaboschi di Scaredi che viveva lassù tutto l’anno. Ma quel giorno non c’era (seppero in seguito che era sceso fino a Malesco per far compere alla Cooperativa…).Da quel terrazzo naturale, guardando in basso, potevano scorgere le case nella piana. Piccole chiazze scure in un mare bianco. Il freddo si faceva sentire con morsi sempre più decisi. I giacconi, già ruvidi per loro conto, erano diventati ancor più legnosi. Dalle bocche uscivano nuvole di fiato.

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Ma Anselmo Baracca e Tarciso Zamponi erano due tipi tosti, testardi più dei muli. Salirono ancora e quasi allo scoccare del mezzogiorno, giunti in un largo spiazzo tra i larici, videro uno spettacolo incredibile. Disposti in un circolo perfetto, c’erano dei piccoli abeti che sembravano proprio gli stessi che Anselmo si era visto volatilizzare sotto il suo naso. Ad occhio, fatti due conti, tornava anche il numero: eran proprio quaranta.Non uno di più, e neanche uno di meno. Si guardarono l’uno in faccia all’altro, increduli. Chi poteva aver giocato loro questo scherzo? Farli salire per la montagna fin lì per poi metter loro davanti al naso un girotondo di abetini che sembravano tenersi la mano come fanno i bambini all’asilo. Le piccole orme, evidentissime attorno al cerchio degli alberi, avevano ripreso la loro fila svoltando sulla destra per una ventina di metri e finivano nel nulla davanti ad un grande albero cavo. Anzi, a dire il vero non finivano nel nulla ma proprio diritte nel cavo dell’albero. Il primo a muoversi fu il maresciallo, seguito subito da Anselmo. Attraversarono la radura e puntarono decisi verso il punto dove le tracce s’infilavano nell’albero. Avvicinatisi con cautela, girarono attorno al grande tronco. Niente di niente: le tracce finivano proprio dentro il cavo. Anselmo si chinò sulle ginocchia. Prese coraggio e infilò la mano nel tronco, tastando nel buio. L’unica cosa che riuscì a trovare erano delle bacche. Anche Tarcisio si inginocchiò e mise il naso dentro il tronco. Con grande sorpresa riuscì ad intravedere dei piccoli scalini, intagliati nel legno, che salivano verso l’alto.

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Forse a questo punto, è bene lasciare i due soli con i loro dubbi e fare un salto all’indietro di qualche ora. Anselmo era ancora con gli amici nell’osteria a bere e cantare quando una strana e minuta figura si avvicinò con fare furtivo al suo motocarro lasciato incustodito. Era un omino, con la barba bianca che gli scendeva fino alla cintura dei pantaloni, alto poco più di mezzo metro. I suoi vestiti erano di fustagno marrone e sulla testa portava un cappellino a punta color panna. Dopo essersi guardato intorno senza scorgere anima viva, fischiò tre volte. Dal ciglio della strada comparvero, come d’incanto, altri omini come lui. Suppergiù una quarantina, contati male, a colpo d’occhio. Lesti come dei furetti, con delle piccole asce, tagliarono la corda che legava il carico di alberelli e, in quattro e quattr’otto, si caricarono sulle spalle i piccoli abeti, incamminandosi in direzione del bosco. Erano i folletti della Val Loana. Venivano chi da Cortevecchio, chi dalle Fornaci, chi dalla Testa del Mater. Ma da circa novecento anni vivevano all’Alpe Cortino, avendo trovato dimora in un vecchio albero cavo che consentiva l’accesso ad una caverna sotterranea. Era un posto fantastico anche se non molto grande. Nei secoli avevano costruito una scala che, dall’apertura alla base dell’albero, saliva fino a quasi metà dl tronco per poi ridiscendere fin sotto le radici dove, attraverso un cunicolo scavato nella roccia, si raggiungeva la grotta. Vederla, illuminata con luce fioca delle torce, era uno spettacolo unico. Alle pareti brillavano quarzi, cristalli rosa e azzurrini, minerali argentati e color dell’oro (forse gnomi-3era proprio una vena d’oro). In quel caleidoscopio naturale i folletti avevano costruito, con pazienza, il loro povero ma funzionale arredamento. Lettini di faggio, piccoli sgabelli di legno d’abete, un grande – per quelle dimensioni – tavolo di larice intarsiato. Era lì che Zippo e Zappo, figli di Maggiociondolo, erano nati e cresciuti, insieme agli altri folletti. La loro era una vita felice. Padroni dei boschi, erano cresciuti, come si usa dire qualche volta anche nel mondo degli uomini, “all’aria aperta“. Avevano imparato a conoscere le erbe e le loro proprietà. Si erano costruiti da soli e con pazienza i primi giochi di legno e già da piccolissimi, quand’erano alti non più di venti centimetri (i folletti, durante la loro vita non diventavano mai più alti di una volta e mezza la statura di quando erano nati),si erano procurati da soli il cibo: radici, bacche, piccoli funghi, frutti selvatici del sottobosco. I folletti, per chi non lo sapesse, sono vegetariani. Quando Zippo e Zappo raggiunsero la maggior età che, tra i folletti, consiste nell’avere circa 450 anni, Maggiociondolo regalò loro la sua borsa di cuoio nero. Non che fosse qualcosa di particolarmente prezioso, a ben guardarla. Anzi, era proprio una comunissima borsa a tracolla di cuoio. Ma tra i folletti aveva un significato speciale: era il segno di distinzione della più antica famiglia, quella dei Loanini, che abitavano quelle terre da più di cinque millenni. Possederla non significava esercitare qualche forma di potere sugli altri. Anzi, l’intera comunità di folletti della Val Loana viveva di comune accordo, in perfetta uguaglianza e ciò che era degli uni lo era anche degli altri. Insomma: erano uniti e felici. E questa era la ricchezza più evidente di cui potevano disporre. Nel corso della loro lunghissima vita, Zippo e Zappo con tutti i loro amici avevano percorso in lungo e in largo tutto il corridoio della Val Vigezzo, arrampicandosi sulle montagne e ridiscendendole mille e mille volte ancora. In quell’ambiente si trovavano a loro agio.

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Avevano tutto ciò che la natura poteva offrire loro. Passavano ore e ore con il naso all’insù nelle faggete, ad ammirare quei maestosi alberi dalla corteccia liscia, color grigio metallo. Nel sottobosco, pulito e terroso, raccoglievano le foglie per i loro giacigli, il biancospino selvatico e il brugo per le tisane e, quand’era stagione, facevano una gran messe di funghi, dei quali erano golosissimi. A volte salivano ancor più in alto per sdraiarsi nelle foreste di conifere dove spadroneggiavano degli splendidi esemplari di pino silvestre e di abete rosso, il famoso “peccio”, dal tronco rossobruno e dalle pigne cadenti. E anche qui erano gran scorpacciate di lamponi e mirtilli neri. I folletti amavano anche le escursioni. In fila per due, cantando vecchie canzoni e antichi ritornelli, salivano sui fianchi del monte Limidario. E ballavano per giorni e notti intere, tutti in circolo attorno agli abeti bianchi e, qualche volta ancor più in su, tra i larici che innalzavano la loro chioma verso il cielo gareggiando con le vette. Gli animali, incrociandoli, non fuggivano spaventati come quando sentivano la presenza dell’uomo: anzi, si avvicinavano festanti all’allegra comitiva. Erano amici,da sempre. Tra di loro c’era un tacito patto che, col tempo, era diventato qualcosa di più: un’amicizia vera, sincera. Zippo e Zappo si divertivano un mondo a giocare a nascondino con gli animali che popolavano i boschi. “Guarda la”, diceva Zappo, “su quel ramo d’abete c’è uno scoiattolo dalla lunga coda a pennacchio”. E questo, agilissimo, rapido come la folgore, spariva in un battibaleno sui rami più alti, nel fitto fogliame. “E qui natale travaglinisotto? C’è un topo quercino”, gli rispondeva Zippo, indicando il simpaticissimo roditore notturno dalla coda che terminava con un ciuffo bianco. Andavano avanti così per ore. Era un mondo davvero speciale. A tarda sera la luna era già alta nel cielo. Bianca, color del latte, illuminava la foresta. Gli animali si preparavano per la notte. Il ghiro, tutto indaffarato alle prese con una nocciola da aprire con i suoi denti aguzzi, non si accorgeva che più in là, sporgendo la testa da un cespuglio, era spiato dalla lepre variabile: una vera signora, rapida e aggraziata nei suoi movimenti, con un’aria timida anche se c’era chi la giudicava un po’ snob per la sua abitudine a cambiar colore della pelliccia durante i mesi d’inverno. E il tasso? Dov’era il tasso?

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Eccolo là ad un palmo dall’acqua della sorgente, in animata discussione con un porcospino. Non doveva esser stato uno scambio di vedute del tutto cortese visto che se ne andavano, ognuno per la sua strada, voltandosi le spalle: a destra, con la sua andatura un po’ goffa, il riccio; a sinistra, bofonchiando, il grosso tasso dal mantello striato. Della volpe non c’era traccia. O meglio, una traccia c’era ma non pareva opportuno indagare troppo a fondo visto che – a sentire il commento del vecchio gufo – se n’era andata per i fatti suoi con le sue amiche. E non occorreva aver tanta fantasia per immaginare una scorreria notturna giù al piano, magari a far visita a qualche pollaio. In compenso c’era lei, la regina delle Alpi. Sullo sfondo del cielo terso e stellato, roteando davanti alla luna pallida, l’aquila reale compiva, con un volteggio lento e sicuro, il suo rito propiziatorio prima di tornare al suo nido sulle rocce alte del Gridone dove, con il suo sguardo magnetico, dominava la valle intera. A notte inoltrata, come accadeva spesso, Zippo e Zappo e l’intera compagnia, ormai stanchi, si coricavano sugli aghi di pino guardando il cielo e addormentandosi contando le stelle più luminose. Ma, tornando a noi e agli alberi di Natale, occorre sapere anche il perché dell’ormai noto furto. Cosa che è subito detta. Narra un’antica leggenda che, nella notte della vigilia di Natale, ogni mille anni, i folletti dispongono quaranta giovani abeti – uno a fianco all’altro – fino a formare un cerchio perfetto, nel mezzo del quale viene acceso un falò con rami di larice, allo scopo d’invocare un altro millennio di pace e prosperità per loro, per gli abitanti del bosco e per la gente della valle. Con i loro canti e i loro balli, in un crescendo di allegria, il rito propiziatorio consisteva nello strappare un sorriso alla serissima Signora della Laurasca, protettrice dei folletti dalla notte dei tempi. La Signora, per compensarli dell’attimo di felicità, avrebbe garantito loro per altri dieci secoli, salute e fortuna. L’ultima volta che accadde questa specie di miracolo era stato nell’anno Mille, anzi – per la precisione – nel 1015, dopo una notte di follie alle Fornaci. Papà Maggiociondolo l’aveva descritta tante volte ai suoi piccoli nelle notti d’inverno, cullandone il sonno. Ora toccava loro far rivivere l’antica tradizione. Anselmo e Tarcisio, la guardia forestale e il maresciallo dei carabinieri, incuriositi dalla scoperta e un po’ frastornati per le emozioni della giornata, decisero di lasciare i piccoli abeti dove stavano, ripromettendosi di tornare il giorno dopo per proseguire le ricerche e cercare di venire a capo del mistero delle piccole orme e dell’albero cavo. Rossi in volto e ciondolanti dalla fatica, ripresero la via del ritorno verso il paese, affondando fino alle ginocchia nella neve fresca.

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Ormai la luce del giorno si faceva più fioca e di lì a poco, il tramonto avrebbe lasciato il passo alla sera. La mattina dopo, vigilia di Natale, Anselmo, dopo una notte di sonno agitato, era uscito di buonora per recuperare altri quaranta alberelli direttamente alla stazione della ferrovia Vigezzina, dove erano stati sollecitamente recapitati dal comando della forestale di Domodossola, al quale Anselmo aveva inoltrato una nuova richiesta. Questa volta il buon uomo non fece sosta in nessuna osteria e tirò dritto, con il suo carico, fino a destinazione. Consegnati gli alberi nelle case, la guardia forestale si diresse verso la caserma della “Benemerita” dove, ad attenderlo, c’erano il maresciallo Tarcisio Zamponi e il brigadiere Augusto Marino. Quest’ultimo, che godeva della piena fiducia del maresciallo, era stato messo al corrente per filo e per segno di quanto i due avevano scoperto il giorno prima. Era ormai pomeriggio inoltrato quando i tre uomini, sbuffando per la salita, dopo l’ultimo strappo, si affacciarono sulla radura. Gli alberelli erano ancora lì, disposti a cerchio. E in mezzo a lorognomi-1 c’erano delle grandi fascine di rami di larice. Tarcisio, Anselmo e Augusto si guardarono in faccia: questa era nuova! Quelle fascine il giorno prima non c’erano e adesso, eccole là, nel bel mezzo del girotondo degli abeti. Questa volta, dopo aver confabulato tra loro, decisero di rimanere ai margini della radura, nascosti dietro agli alberi. Se qualcuno si fosse avvicinato, da lì l’avrebbero visto senza farsi a loro volta vedere e, forse, avrebbero finalmente trovato risposta al mistero. Per non stancarsi inutilmente decisero dei turni di vedetta che però, un po’ per euforia, un po’ per paura di lasciarsi sfuggire qualcosa, non rispettarono. Sei occhi guardavano senza posa verso il circolo degli abeti e l’albero cavo, avanti e indietro,su e giù. Scorrevano, intanto,le ore. Verso sera, al primo calar del buio, dal vecchio albero spuntò una figurina. Ci mancò poco che ad Anselmo non prendesse un colpo. Stava per lanciare un grido. E l’avrebbe fatto se non fosse stato per la prontezza di riflessi del maresciallo che, con uno scatto, gli tappò la bocca con la mano.

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Un omino, vestito in maniera un po’ buffa, con una barbetta bianca che gli scendeva lunga fin sulle ginocchia, era uscito dal cavo del tronco, guardandosi attorno. Passò un minuto, forse meno, ma per i tre esterrefatti spettatori, parve lungo un’eternità. Assicuratosi che non ci fosse nessuno lì attorno, l’omino mise due dita in bocca e lanciò due fischi, uno lungo e l’altro corto. Al segnale di via libera, tutti i folletti uscirono. Il brigadiere Marino si lasciò scappare un “Ooooh…” di stupore. Ma per fortuna, nessuno dei folletti lo udì.I piccoli omini erano indaffarati a trafficare attorno ai piccoli abeti. Stavano preparando, a quanto si poteva intuire, un falò. In un clima di gran frenesia, il lavoro andò avanti per delle ore. Ormai era buio e nel cielo le stelle sembrava facessero a gara per stabilire chi tra loro fosse la più luminosa. Mancavano suppergiù dieci minuti allo scoccare della mezzanotte quando uno dei folletti, salito su di un ceppo, iniziò a parlare.“…Amici, il momento tanto atteso è ormai giunto. Ancora una volta, con ogni millennio, invocheremo la gratitudine della Signora della Laurasca. Se riusciremo,com’è nell’augurio di tutti noi, a farla sorridere con la nostra allegria, per mille anni vivremo felici e in pace. Ed ora, avanti con le torce! Accendiamo il grande falò e che la festa cominci….”. Le parole di Zappo furono accolte da un corale “Evviva!” e i folletti accesero un gran fuoco con i rami di larice. La piccola radura s’illuminò del riverbero di quelle lingue di fuoco che s’alzavano, convulse e tremanti, verso il cielo. Anselmo, Tarcisio e Augusto avevano assistito alla scena a bocca aperta. Pur udendo la voce di Zappo non avevano capito un’acca perché il folletto aveva pronunciato il suo breve discorso nell’antico idioma dei Loanini. E non compresero, i tre sbalorditi spettatori, nemmeno il dialogo che vide protagonisti Zappo e un altro folletto più giovane (aveva infatti “solo” 470 anni…). Quest’ultimo si chiamava Corteccia di Betulla e, a differenza di tutti gli altri suoi compagni che, appena terminato il discorso di Zappo, avevano avviato le danze con volteggi indiavolati, se n’era stato da solo in disparte, un po’ mogio. Con entrambe le mani, continuava a tormentarsi la corta barbetta. Alla vista del pensieroso folletto, Zappo gli si era fatto incontro, informandosi se c’era qualcosa che non andava. “Beh,sì. Ecco, io..insomma: non ho capito bene una cosa..” disse, arrossendo, l’impacciato Corteccia di Betulla. “Su, dimmi pure. Se posso esserti utile..”, lo invitò Zappo, prendendolo sottobraccio. Entrambi si sedettero su una grossa radice sporgente e, a quel punto, messo a suo agio, Corteccia non si fece pregare. “Ecco, tu prima dicevi che con questa festa, ogni mille anni, cerchiamo di guadagnarci la benevolenza della Signora che, in cambio di un attimo di allegria, ci assicurerà dieci secoli di pace e tante altre belle cose. Non riesco però a spiegarmi perché abbiamo dovuto rubare gli alberelli agli uomini. Non mi sembra un gran bel gesto: dopotutto, nei nostri boschi, potevamo trovare dei giovani abeti in quantità. E’ proprio questo che non riesco a capire…”.

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Zappo sorrise e, con calma, appoggiando le mani sulle ginocchia, iniziò a parlare. “Vedi Corteccia, c’è un particolare che forse tu non conosci. Un tempo gli alberelli li prendevamo da soli, scegliendo i migliori per il rito della festa. Così è stato fino all’ultimo millennio e i folletti hanno potuto vivere in pace, indisturbati. Ma già da molto tempo abbiamo pensato che forse si poteva fare di più e, prima ancora che tu nascessi, fu presa un’importante decisione. Il nostro vecchio mago, Naso di Legno, pensò che se gli alberi fossero stati procurati dagli umani, a loro insaputa, i benefici si sarebbero estesi anche a loro. Io credo sia stata una scelta giusta. Pensa a quante guerre, sofferenze, odio e dissidi che si potrebbero evitare. L’unico modo per avere quegli alberi che gli uomini hanno fatto crescere per la festa che chiamano Natale, era rubarli da quello strano carro che cammina da solo. Anche se all’apparenza può esserti sembrata una brutta cosa, adesso sai che l’abbiamo fatto a fin di bene. Solo così la Signora della Laurasca penserà questa volta anche a loro. Ma adesso va, Corteccia. Raggiungi gli altri, divertiti”. La guardia forestale e i due carabinieri, provati dalla fatica e natale-orta-4dalle emozioni, si erano appisolati dopo essersi avvolti ben bene nei loro cappotti. Il ballo, intanto, proseguiva con ritmi vertiginosi. Una volta preso l’abbrivio era un crescendo di salti, capriole, girotondi. I folletti saltavano come grilli e cantavano con tanta foga che la loro voce saliva dritta fino in cielo. Le chiome scure degli abeti, mosse da una leggera brezza, parevano voler fare il solletico alle stelle. Il gran fuoco, con le sue lunghe lingue rosse e arancio, aveva man mano lasciato il posto ad una brace purpurea. Quanto tempo passò? Un’ora, forse due, magari solo poche decine di minuti. Sta di fatto che, quando Anselmo e Tarcisio si destarono dal loro torpore era ancora notte. Una luna lattea inondava la foresta di vivida luce. Nella radura regnava il silenzio. Si udiva solo il respiro pesante di Augusto che venne svegliato con una brusca scrollata dal suo Maresciallo. Nel mezzo del cerchio il fuoco era spento. Degli omini non c’era traccia. Spariti, quasi si fossero dissolti nell’aria. La neve, tutt’attorno al falò e nei pressi dell’albero cavo, era intatta. Bella, bianca, compatta. Senz’ombra d’impronta. Tarcisio si stropicciò gli occhi; Augusto tremava dal freddo che gli era entrato nelle ossa; Anselmo non capiva più niente. Eppure non avevano sognato, non potevano aver fatto tutti e tre lo stesso sogno. Sgranchendosi le gambe con un robusto massaggio, si alzarono in piedi e, dopo aver lanciato un’ultima occhiata agli alberelli, presero la via del ritorno. S’incamminarono verso il paese, scendendo dal sentiero del monte tra gli alberi carichi di neve. Nei pressi delle prime case del paese, incontrando Giuanon e Calisna, entrambi reduci da una nottata di bisbocce, non si fecero ripetere due volte l’invito a bere “una volta in compagnia”. Ma anche davanti al vino, così come durante il viaggio, nessuno fece parola di quanto avevano visto. E nemmeno gli altri manifestarono particolare curiosità e non fecero domande sul perché e il percome di quell’incontro mattiniero. Anselmo, fra sé e sé, pensò: “se dicessi cos’ho visto, chi mi crederebbe? Nessuno. Mi prenderebbero per matto. Anzi: ci prenderebbero per tre matti…”. Tanto valeva, a quel punto, tenersela per loro questa storia. Svuotati i bicchieri e salutata la compagnia, tornarono a casa, ognuno per la sua strada. L’orologio del campanile segnava le 7,30 del 25 dicembre. La mattina di Natale. Nella notte la Signora della Laurasca aveva sorriso.

Marco Travaglini