LIFESTYLE- Pagina 410

Psico-oncologia per il supporto a malati e familiari

Fondamentali l’approccio multidisciplinare e l’attenzione agli aspetti biologici

 

 

medico sanitaÈ in corso fino al 21 novembre prossimo al Centro Congressi della Regione Piemonte il XIV Congresso Nazionale Sipo, della Società italiana di psico-oncologia, rivolto principalmente agli psicologi e dedicato al supporto psicologico al malato oncologico e cronico e ai loro familiari. Sabato mattina saranno ammessi anche i volontari delle associazioni di supporto. In un momento di ristrettezze di risorse da parte del Sistema Sanitario Nazionale, questo congresso diventa l’occasione preziosa per festeggiare il trentennale della Società e analizzare la dicotomia presente tra la necessità di queste cure psicologiche per il malato e i suoi familiari e la scarsità di risorse messe a disposizione. Lo spirito del congresso è quello di avallare e confermare l’importanza della multidisciplinarieta’ della psico-oncologia, attraverso incontri di confronto e dialogo. Nel congresso vengono discussi lo stato dell’arte dell’assistenza psico-oncologica in Italia, con una particolare attenzione rivolta al problema della strutturazione degli psicologi all’interno del Sistema Sanitario Nazionale, la valutazione degli outcome dei trattamenti psicologici nel contesto oncologico, l’integrazione tra psico-oncologia e cure palliative, l’impatto della spending review che la psico-oncologia sta subendo nella gestione delle risorse oncologiche e ospedaliere. Un’intera mattinata sarà poi dedicata alla tematica delle terapie complementari. Un altro tema che verrà affrontato riguarda la sempre più impellente necessità da parte della psico-oncologia di interfacciarsi con gli aspetti biologici che sono in rapporto con gli ambiti emozionali, nella valutazione dei rapporti con lo stress, la psiche e l’immunità.  Verranno inoltre approfonditi gli aspetti cognitivi e psichici del dolore, che devono necessariamente integrarsi con quelli antalgici. 

 

Mara Martellotta

"L'amore segreto di Ofelia"di scena al teatro Astra

In scena  la drammaturgia epistolare in versi di Steven Berkoff. Michele di Mauro e  Carlotta Viscovo protagonisti del carteggio amoroso tra Amleto e Ofelia

 

astra teatroTorna in scena al teatro Astra il 20 e 21 novembre alle 19, il testo epistolare di Steven Berkoff,  dal titolo “L’amore segreto di Ofelia”, dopo il successo ottenuto nella passata stagione del Teatro Piemonte Europa. Si tratta di una collaborazione con il Festival delle Colline Torinesi, che affida scena e interpretazione di Amleto e Ofelia rispettivamente a Michele di Mauro e Carlotto Viscovo. Nato come reading- concerto, “L’amore segreto di Ofelia” porta sul palcoscenico il suono live di Gup Alcaro e le scene di Lucio Diana. Ofelia, dopo il celebre monologo “Essere o non essere” di Amleto, nella prima scena del terzo atto, è obbligata dal padre a restituite a Amleto doni e lettere da lui ricevuti. Da questa memorabile scena trae ispirazione Berkoff, che si interroga sul contenuto di queste lettere d’amore. La fanciulla vive il delinearsi della tragedia, sempre un po’ di riflesso rispetto al principe protagonista. Berkoff inventa un carteggio tra i due amanti parallelo al dramma shakespeariano.  Attraverso questo, regala allo spettatore immagini di amor cortese, desiderio sessuale e presagi di imminenti catastrofi, dando vita a un’originale forma di “drammaturgia epistolare in versi”. Grazie alle pagine roventi di questo epistolario, il pubblico è invitato a un continuo rimando al dramma shakespeariano,  nella conferma che Shakespeare risulta un autore universale, capace di cantare l’amore e gli altri sentimenti umani in una dimensione, appunto, universale,  che travalica ogni spazio e ogni epoca.

 

Mara Martellotta

25 novembre. Stop and Restart

petrone1Pietro Barone (1978 Oria), visual designer, firma un progetto grafico con il quale contribuisce alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Una serie di illustrazioni che descrivono la violenza domestica in alcune delle sue forme più comuni: fisica, sessuale, psichica. La condizione delle vittime è raffigurata  all’interno delle mura domestiche

 

Il 25 Novembre si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Quando si parla di violenza sulle donne, si parla di tutte le forme di discriminazione e violenza di genere,petrone2 che sono in grado di annullare la donna nella sua identità e libertà. Pietro Barone (1978 Oria), visual designer, firma un progetto grafico con il quale contribuisce alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Una serie di illustrazioni che descrivono la violenza domestica in alcune delle sue forme più comuni: fisica, sessuale, psichica. La condizione delle vittime è raffigurata proprio all’interno delle mura domestiche, luogo che dovrebbe rappresentare il rifugio sicuro, invece fa da sfondo a maltrattamenti subiti che determinano isolamento e disagio fisico e psicologico delle vittime. La parola Stop sul volto delle donne è la dichiarazione da parte dell’autore, di un forte incoraggiamento alla denuncia di questi gravi atti che, troppo spesso, trovano riparo nell’illusione comune del bene. Francesca Petrone (1975,Torino), scrittrice esorta alla lotta e alla denuncia attraverso un testo liberamente ispirato al progetto grafico.

 

petrone3petrone4petrone5Stop and Restart

 

contro la violenza domestica sulle donne

 

Ahi, mi fa male!
Mi sento come il tutt’uno dei panni in lavatrice. Compressi e impregnati, stagnanti all’interno
dell’oblò, che abito con l’illusione di un rifugio protetto. Osservo attraverso il vetro incavo, che
non mi permette di vedere la realtà per ciò che è. L’acqua penetra e fluisce come qualcosa di sacro,
mantenendo uniti tutti i pezzi di me. Come se esistessi ancora. Ogni porzione del mio corpo tenuto
insieme all’interno dei fradici indumenti. Resti sopravvissuti, ma mal distribuiti.
L’acqua non è abbastanza linfa da preservare la salvezza. Perdo, a poco a poco, la mia identità.
La lascio andare via difronte a una diversità schiacciante.
Le funzioni sono tante. La centrifuga è variabile, ma, improvvisamente, la mano del
programmatore sceglie fine.
Decide di aprire l’oblò e di tirarmi fuori con impeto incontrollato e violento.
Il suo sguardo è vacuo, non distingue i delicati dai sintetici.
Sono pesantissime e livide queste parti di me, gocciolanti non più di acqua, ma di dolore.
Strizza più che può e nel ributtare dentro, incastrando un pezzo alla volta, mi sottovaluta ancora.
Pensa di potermi fare male per sempre e infatti ho male dappertutto, ma la dignità resta integra.
Se per qualsiasi motivo, durante un ciclo di lavaggio o di vita, si desiderasse variarlo o si
decidesse, in un secondo momento, di aggiungere altra biancheria o un’altra opportunità di vita,
esiste una funzione – solo se strettamente necessario – STOP sul programmatore. Basta
reimpostare la manopola sul nuovo programma desiderato e premere il pulsante RESTART.

 

Francesca Petrone

Il palazzo delle elette

Una mattinata aperta al pubblico insieme a tutte le donne elette in Piemonte nelle diverse assemblee (Parlamento europeo, parlamento italiano, Regione, Province, Comuni, Circoscrizioni)

 

consiglio lascarisVenerdì 20 novembre, dalle 10 alle 13.30, Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte (via Alfieri 15 a Torino), diventa il Palazzo delle Elette. Una mattinata aperta al pubblico insieme a tutte le donne elette in Piemonte nelle diverse assemblee (Parlamento europeo, parlamento italiano, Regione, Province, Comuni, Circoscrizioni), per confrontarsi sulla partecipazione femminile alla vita politica ed economica della nostra regione. Seminari ed eventi di approfondimento e dialogo sul ruolo delle donne nelle amministrazioni pubbliche. L’evento è organizzato nell’ambito di Expoelette 2015, iniziativa lanciata il 7 novembre scorso in piazza San Carlo a Torino dalla Consulta delle Elette del Piemonte per preparare i lavori del “2016 – Anno delle Elette”, anno in cui si festeggiano i 20 anni dalla nascita della Consulta. In allegato il programma completo della manifestazione.

 

(Foto: il Torinese)

Orchestra Polledro: Mozart e Beethoven, "Eroica" a confronto

Secondo concerto della stagione dell’orchestra giovanile under 30. La celebre sinfonia Eroica di Beethoven a confronto con la Sinfonia n. 39 K 543 di Mozart, spesso definita anche lei Eroica

 

conservatorioStasera in programma il secondo appuntamento conceristico con l’orchestra giovanile Polledro al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, alle 21. 40 musicisti under trenta faranno rivivere le musiche di Mozart e di Beethoven. Nella conduzione il maestro stabile Federico Bisio lascerà stasera il podio al maestro Gilberto Serembe, docente di direzione d’orchestra al Conservatorio di Brescia e all’Italian Conducting Academy di Milano, di cui è il fondatore. Di Wolfgang Amadeus Mozart verrà eseguita la Sinfonia n. 39 in mi bemolle maggiore K 543 e di Ludwig van Beethoven la Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 55 “Eroica”. L’orchestra Giovanni Battista Polledro è nata nel 2012 dalla sfida di un mecenate moderno che ha scelto di scommettere sul rapporto tra la musica classica e i giovani, ribadendo il forte legame con la tradizione musicale del territorio piemontese. E non è certo casuale che l’orchestra sia intitolata proprio all’ultimo grande rappresentante della scuola violinistica piemontese, Giovanni Battista Polledro, protagonista, dopo l’epoca napoleonica, della rinascita dellepolledro attività musicali a Torino.

 

Non è altrettanto casuale nel concerto l’accostamento di queste due sinfonie di Mozart e Beethoven, in quanto la Sinfonia n. 39 K 543 di Mozart spesso è stata definita anch’essa Eroica. Si tratta della prima delle tre sinfonie che il compositore viennese scrisse nell’estate del 1788, in origine concepita per essere inserita nel programma di una serie di concerti per sottoscrizione,  a quel tempo chiamati “accademie”, che, però,  non ebbero mai luogo. La definizione di Eroica di questa Sinfonia di Mozart dipende da alcune somiglianze con la celebre omonima sinfonia beethoveniana; intanto la tonalità del mi bemolle maggiore, il metro ternano del vigore complessivo della partitura, l’ultima del catalogo mozartiano a essere aperta da un’introduzione. In questa Sinfonia vengono anche utilizzati i clarinetti, strumenti non comuni nelle orchestre del tempo, in luogo degli oboi, ottenendo come risultato un timbro più morbido. Il primo tema è un Adagio di andamento solenne che introduce l’Allegro, costituito da due temi, di cui il primo cantabile e il secondo molto più incisivo. Seguono l’Andante con moto, uno dei momenti più espressivi, il Minuetto e il Finale.conservatorio torino

 

L’Eroica di Beethoven venne scritta dal compositore tedesco pensando a Bonaparte mentre era primo console. In quel periodo il musicista nutriva, infatti, una profonda stima per lui e lo paragonava ai più grandi consoli di Roma. Nella copia manoscritta sulla parte superiore del frontespizio Beethoven scrisse Bonaparte. Ma a questo entusiasmo iniziale seguì la sua delusione per l’autoproclamazione da parte del Bonaparte a imperatore,  rinnegando, così, i principi della ragione illuminista e della Rivoluzione francese. Composta tra il 1802 e il 1804, l’Eroica avrà come dedicatario definitivo il principe Lobkowitz, aristocratico  boemo molto appassionato di musica. La Sinfonia è di dimensioni imponenti, seconda solo alla Nona. Il primo tema, in mi bemolle maggiore, è basato sui tre suoni della triade della tonalità di impianto, mentre il tema del movimento finale era già stato impiegato nel balletto “Le Creature di Prometeo”. Il concerto di stasera sarà, così, un confronto tra due massimi compositori di tutti i tempi e un duello tra “Eroiche”.

 

Mara Martellotta

Per chi si fissa con qualcosa e non ne esce (vivo)

cuore

L’essere umano ha bisogno di sentirsi male, di sentirsi mutilato, respinto?

 

ll mio amico G. si è fissato con una ragazza che non vale metà del suo cervello, che non ha niente di particolare o degno di nota: che è carina, biondina, magrolina, ina ina ina, e ne parla sempre. E gira e rigira come un pesce in una boccia, appigliato a un filo inconsistente.

     

C. invece si infila in storie improbabili, per sentirsi sempre e comunque inadeguata. Si sforza, quanto si sforza, accumulando pesi che potrebbe lasciare a terra, e invece di ridere piange fino a consumarsi gli occhi.

 

V. si tortura pensando a un ex con cui  è finita nel peggiore dei modi:  rivanga cumuli di macerie studiando nel dettaglio i tradimenti, i perchè i come e i quando, diventa detective, diventa psicologa, diventa un’ombra furtiva di se stessa per ” andare a fondo ”. E’ senza legami sulla carta, una vita liscia come un’autostrada diritta, ma sceglie di procedere contromano.

 

Perchè? C’è sempre bisogno di andare a fondo? C’è sempre bisogno di scandagliare l’animo umano, di fare domande, di provare a conquistare anche senza speranza. L’essere umano ha bisogno di sentirsi male, di sentirsi mutilato, respinto? Ci si libera di un’ossessione per ficcarsi dentro un’ossessione nuova, per quel desiderio tutto umano di provare a  toccare l’inaccessibile? 

 

Forse le persone più irrisolte che conosco sono quelle che hanno un’ossessione di cui non vogliono liberarsi, un peso sul cuore che le identifica, un sacchetto di macerie che trattengono, hanno bisogno di soffrire per sentirsi vive.Ma se amassero davvero qualcosa, uno spillo, un libro, un dipinto, un albero di fico, guarderebbero a lungo quello anzichè se stessi, per poi scoppiare in una grande risata.

 

Perchè se riuscissero ad ampliare lo sguardo all’orizzonte vedrebbero i propri piccoli drammi come piccoli drammi e l’universo tutto come quello che è, una meraviglia.

 

Federica Billone

Il falso miliardario e la pornostar

COSA SUCCESSE IN CITTA’ / di Simona Pili Stella

 

pili simonatorino 70Sabrina B. era conosciuta da tutti con il nome di Emanuelle Cristaldi. La ragazza, scoperta dal famoso porno-regista Tinto Brass, si era trasferita a Torino all’inizio dell’anno per lavorare presso il Teatro Ambra. Durante uno dei suoi primi “spettacoli”, aveva conosciuto un certo Gaetano Gentile, un uomo di 52 anni, impiegato USL. L’uomo si invaghì di lei e cominciò a tempestarla di regali e di inviti a cena, tanto da arrivare a donarle 200 rose rosse del valore di quasi 2 milioni di lire

 

La sera del 13 ottobre 1944 dodici soldati germanici, appena giunti a Torino, furono “vittime di un terribile attentato compiuto da alcuni terroristi al soldo del nemico”. I soldati si erano fermati per rifocillarsi e riposarsi all’interno del ristorante “Tre Re”, situato in Piazza Statuto all’angolo con via Cibrario. I dodici ragazzi (poco più che ventenni) vennero tutti feriti gravemente a causa dell’esplosione di una bomba ad orologeria piazzata all’esterno del ristorante. Lo scoppio fu violentissimo ed il locale venne quasi del tutto distrutto. Tutti i soldati vennero trasportati d’urgenza all’ospedale Mauriziano, dove ad uno di loro vennero immediatamente amputate entrambe le gambe. La reazione da parte del Comando Germanico fu durissima. Vennero immediatamente identificati gli attentatori che, subito dopo essere stati catturati, vennero fucilati davanti al luogo dell’attentato.

 

[ La Stampa ]

 

Erano circa le ore 17.00 dell’ 8 ottobre 1960, quando la signora Anna Castelli, abitante in corso Vercelli 230, si recò a prelevare da scuola il figlioletto Giuseppe di 7 anni. Prima di rincasare mamma e figlio si fermarono (come erano soliti fare ogni giorno) nella latteria all’angolo di via Delle Campagne per comprare un litro di latte della Centrale. Appena giunse nell’alloggio, la signora tolse la capsula e versò il latte in un bicchiere per farlo bere al bambino. Dopo un paio di sorsate però il piccolo Giuseppe allontanò il bicchiere dalle labbra facendo una smorfia di disgusto: disse di aver sentito in bocca qualcosa di molliccio ed amaro e si affrettò immediatamente a sputarlo nel lavandino. La mamma spaventata si avvicinò al lavandino per capire cosa fosse successo e con grande stupore e ribrezzo, scoprì che quello che aveva tenuto in bocca suo figlio altro non era che un verme giallastro lungo circa mezzo centimetro. La signora Castelli chiamò immediatamente l’Ufficio d’Igiene dichiarando quanto era accaduto; il Dott. Saporiti avviò subito una severa inchiesta.

 

[ La Stampa ]

 

Erano le 14e30 del 20 ottobre 1960 quando un’inquilina dello stabile n° 8 di via Chiusella, chiamò il Commissariato di Barriera di Milano affermando che sul balcone del terzo piano del suo stabile si trovava un ragazzo legato per i piedi e per i polsi alla ringhiera. Il maresciallo Mastrosimone ed il brigadiere Latella si precipitarono immediatamente alla porta dell’appartamento indicato dalla vicina e rimasero stupiti quando si presentò alla porta una donna magra, patita e mal vestita. La donna venne identificata come Grazia Cutrara, quarantenne e madre di quattro figli: Filippo di 14 anni (il ragazzo legato sul balcone), Silvana di 11 anni, Matilde di 3 anni e Concettina di soli 2 anni. La donna confessò tra le lacrime di essere stata lei a punire il figlio più grande poiché esaurita dal comportamento del ragazzo. Dichiarò agli agenti che da tempo versava in pessime condizioni finanziarie, tanto da non poter garantire a lei e ai sui bambini un pasto caldo tutte le sere. Suo marito l’aveva lasciata e non aveva più dato sue notizie e Filippo, invece di aiutarla, pretendeva tutti i giorni soldi per uscire con gli amici. La donna, in evidente stato confusionale e di disperazione, venne arrestata per lesioni e maltrattamenti mentre i quattro figli vennero affidati provvisoriamente all’Istituto provinciale dell’infanzia,situato a Torino in corso Lancia.

 

[ La Stampa ]

 

Era il 9 ottobre del 1971 quando il braccio di una gru, alto 16 metri e pesante 15 quintali, crollò improvvisamente abbattendosi sul tetto di una casa e sulle vetture situate in via Massena. La paurosa vicenda accadde alle ore 17e30 quando la gru, che apparteneva ad un impresa con sede in via Cernaia e che era servita a costruire una casa al numero 69 della strada, crollò improvvisamente creando il panico tra i passanti e gli abitanti della zona. Il braccio si schiantò sulla casa adiacente fino a piegarsi su alcune macchine parcheggiate sotto lo stabile. Il rumore fu fortissimo, tanto che alcuni abitanti della zona credettero si trattasse di un terremoto. Una pioggia di tegole e di mattoni precipitò sulla strada danneggiando gravemente alcune macchine, tra cui la 500 dell’anestesista Armando Chiri che fortunatamente era uscito qualche minuto prima dalla sua vettura. Giunsero immediatamente i soccorsi e i vigili del fuoco che constatarono, con molto sollievo, che nessuno era rimasto ferito dal crollo. Il giorno dopo iniziarono i lavori per rimuovere la gru.

 

[ La Stampa ]

 

Il 6 ottobre del 1994 vennero arrestati dagli agenti del capitano De Vita, Domenico e Luca Della Torre. I due uomini erano colpevoli di aver minacciato di morte la pornostar Sabrina B. conosciuta da tutti con il nome di Emanuelle Cristaldi. La ragazza, scoperta dal famoso porno-regista Tinto Brass, si era trasferita a Torino all’inizio dell’anno per lavorare presso il Teatro Ambra. Durante uno dei suoi primi “spettacoli”, aveva conosciuto un certo Gaetano Gentile, un uomo di 52 anni, impiegato USI. L’uomo si invaghì di lei e cominciò a tempestarla di regali e di inviti a cena, tanto da arrivare a donarle 200 rose rosse del valore di quasi 2 milioni di lire. Gaetano raccontò alla ragazza di essere miliardario e nel corso dei mesi, continuò a farle miriadi di regali e a pagarle cene nei locali più chic di Torino. Tutto questo continuò fino a quando Emanuelle non ricevette una telefonata minatoria da parte di Domenico Della Torre che chiedeva alla pornostar la restituzione di 200 milioni, cioè la cifra che lui e suo fratello Luca avevano prestato a loro cugino Gaetano e che lui aveva speso per comprarle dei doni. La ragazza dichiarò di non aver nessuna intenzione di restituire i soldi visto che si trattava di regali ricevuti e visto che Gaetano le aveva fatto credere di essere molto benestante. Iniziarono così da parte dei due uomini pesanti minacce di morte nei confronti di Emanuelle, che spaventata, decise di rivolgersi ai carabinieri. Gli uomini vennero arrestati e non ebbero la restituzioni dei soldi prestati al cugino.

 

[ La Stampa ]

 

Alle 3e30 del 14 ottobre 2005, due cinghiali (probabilmente scesi da qualche bosco della collina) si trovarono a vagare in Corso Moncalieri, seminando panico e caos tra passanti ed automobilisti. Immediatamente giunsero sul posto tre pattuglie del nucleo Radiomobile di Torino, che provarono a catturare i due esemplari. Gli animali, spaventati, cercarono una via di fuga e si gettarono nelle acque del Po: uno sparì nell’oscurità della notte, mentre l’altro riuscì a raggiungere l’altra sponda e a salire sula banchina dei Murazzi all’altezza del Csa. Le persone presenti davanti ai locali cominciarono subito a scappare o a rifugiarsi all’interno dei locali stessi per non essere attaccati dal cinghiale. Considerati i rischi per i passanti e le centinaia di persone presenti ancora nella zona dei Murazzi, i carabinieri furono costretti ad uccidere l’animale. Il cinghiale venne ucciso in Piazza Vittorio con otto colpi di pistola.

 

[ La Stampa ]

 

 

 

Corso per l'uso degli strumenti GPS ed orientamento

anemos gpsIniziativa  a cura di Anemos Itinerari del Vento

 

Possedere un GPS è solo il primo passo, a volte non è neppure il più importante. Anemos Itinerari del Vento organizza un corso sull’uso degli strumenti GPS in ambito escursionistico e cicloescursionistico. Il corso, limitato a 12 partecipanti, si articola in due appuntamenti teorici e pratici serali in aula. Il corso si rivolge a tutti gli appassionati dell’outdoor che vogliono migliorare la conoscenza e la padronanza degli strumenti GPS per l’orientamento. Il corso è aperto anche agli operatori turistici interessati a condurre in sicurezza le escursioni e valorizzare il proprio bagaglio di competenze tecniche. Paolo Pia – Istruttore Nazionale di mountain bike di Anemos – spiega quali argomenti saranno trattati: “Ci occuperemo brevemente di mappe, altimetro e bussola, sistemi di coordinate geografiche e UTM, map datum, per poi dedicare tutta la nostra attenzione agli aspetti più pratici del mondo gps. Lavoreremo sia con strumenti Garmin che con applicativi per smartphone. Con l’ausilio di fasce cardio vedremo come incrociare i dati di velocità ed altimetria con il battito cardiaco. Impareremo a visualizzare immagini georeferenziate rendendo immediata l’individuazione della nostra posizione sulla mappa, parleremo quindi anche di mappe digitali e accenneremo alla georeferenziazione”. Il calendario degli appuntamenti in aula, presso la sede operativa di Turro in via Vincenzo Monti 5 a Moncalieri (TO): mercoledì 25 novembre e giovedì 3 dicembre dalle 19.00 alle 22:30.

 

La quota di partecipazione al corso è di €50. Per informazioni ed iscrizioni è sufficiente inviare una email a info@anemostorino.com, oppure compilare il form sul sito www.anemostorino.com.

Il film Malala per la Giornata contro la violenza sulle donne

violenza

Le iniziative del Consiglio regionale

 

Presentate a Palazzo Lascaris le iniziative promosse dal Comitato Diritti Umani e dalla Consulta regionale delle Elette in occasione della Giornata contro la Violenza sulle Donne, mercoledì 25 novembre.In dodici sale cinematografiche del Piemonte, per le classi terze quarte e quinte delle scuole superiori, il 25 novembre verrà proiettato il film “HE NAMED ME MALALA”.

 

“Quest’anno abbiamo scelto di veicolare il messaggio di rispetto per le donne attraverso un film particolarmente significativo – ha detto il presidente del Consiglio regionale Mauro Laus –pensiamo infatti che il messaggio di rispetto per le donne possa arrivare più facilmente alla sensibilità dei giovani attraverso un film. Negli spazi lasciati liberi dalla politica spesso si insinuano odio e violenza, dobbiamo rioccuparli con una battaglia di civiltà e di rispetto per il genere umano ed in particolare per le donne”.

 

“La storia di Malala, una ragazza pachistana 15enne, vittima dei Talebani, che ha meritato il Nobel per la Pace 2014 – ha sottolineato Stefania Batzella, presidente della Consulta delle Elette – ci mostra come in ogni situazione la cultura la conoscenza e la comunicazione siano strumenti di libertà e di democrazia”.

 

Simone Castagno e Roberto Morano, rispettivamente presidente Anec regionale e segretario generale Agis Piemonte e Valle D’Aosta, hanno sottolineato “la grande collaborazione tra le istituzioni, le sale cinematografiche, le imprese dello spettacolo e le scuole per promuovere una campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne in particolare verso le nuove generazioni”.

 

In occasione della Giornata con la Violenza sulle donne la Consulta delle Elette diffonde in tutte le istituzioni e gli ambulatori pubblici una locandina con i numeri telefonici che le donne possono utilizzare per chiedere aiuto in situazioni di violenza fisica o psicologica.

 

 Mercoledì 25 novembre dalle ore 15 a Palazzo Lascaris la Consulta femminile regionale organizza inoltre un convegno dal titolo: “Piemonte in rete contro la violenza di genere. Per creare insieme un sistema integrato di contrasto alla violenza e di difesa, tutela e supporto alle donne vittime di violenza”.

 

www.cr.piemonte.it

Terrore parigino, "disordini" torinesi: indizi diversi di ingovernabilità

tosetto scuolatosetto barboni2tosetto barbonivia asti 4STORIE DI CITTA’ /

 

di Patrizio Tosetto

 

 

 

In Francia il terrore. Qui occupazioni, manifestazioni, povertà. Corso Siccardi angolo via Cernaia. Altra polizia, altra manifestazione. Studenti antagonisti (in verità quattro gatti) che ci spiegano che tutti i mali del mondo dipendono da Pd (poverino) e ne bruciano la bandiera. Brillanti nell’argomentare le loro ragioni. Il filo che lega due realtà diverse: noi e Parigi.

 

Difficile scrivere della nostra città, ora che il peso esistenziale provocato dai fatti di Parigi grava sulle nostre conoscenze. Quello che sarà e quello che è stato. Purtroppo un intimo filo lega il tutto. Condiziona e condizionerà le nostre  anime. Questa è una piccola premessa. I fatti. Venerdì mattina presto in via Asti. La caserma sgomberata dall’occupazione. Tra pattuglie di polizia, auto dei vigili urbani e polizia privata scopro qualcosa che non sapevo. Prima dei Rom, l’arrivo dei profughi, probabilmente pachistani è stato richiesto, concordato, con il sindaco. Nella richiesta soddisfatta c’è una legittimità nell’agire dei ragazzi  di Terre di Mezzo.

 

Capisco la rabbiosa reazione degli anarchici dopo lo sgombero. Capisco ma non legittimo, visto che nei campi predisposti per i Rom, per intenderci quelli non abusivi, c’è ancora posto. Ed anche la soluzione della Cavalerizza  posticcia . Ad oggi le politiche di integrazione sono fallite. Percorro a piedi via Po. Incontro l’mmancabile senzatetto. Ho il dubbio se fotografare. Debbo però testimoniate ciò che vedo. Vedo polizia schierata. Rumoreggiare in via Verdi dove, appuro successivamente, insegnanti comunali di scuola materna manifestano contro l’assessore competente. Vorrebbero aumentare l’orario ed il relativo carico di lavoro.

 

Mancano i soldi e debbono fare di necessità virtù. Oggi scopro che per loro il pericolo è scampato. Il contratto di lavoro nazionale lo impedisce. E poi tra un po’ si vota a Torino. Il Lungo è intervenuto per motivi elettorali. Verso Porta Palazzo: sotto i portici del Palazzaccio, davanti al Duomo, altri profughi bivaccano. Normale amministrazione. Non vorrei essere giudicato un perbenista, ma sollecito soluzioni alternative. Oltre al fatto che l’inverno a Torino è duretto.

 

Corso Siccardi angolo via Cernaia. Altra polizia, altra manifestazione. Studenti antagonisti (in verità quattro gatti) che ci spiegano che tutti i mali del mondo dipendono da Pd (poverino) e ne bruciano la bandiera. Brillanti nell’argomentare le loro ragioni. Film già visto. Vorremmo essere ottimisti. Purtroppo i fatti sono più forti di noi. Il filo che lega ora Parigi e la nostra città, pur con le dovute differenze di un fatto tragico come quello degli attentati, rispetto alla situazione torinese,  è l’ingovernabilità.

 

Non vogliamo e possiamo arrenderci a questa ingovernabilità. Ma l’unica cosa che possiamo fare è organizzarci.

 

(Foto: il Torinese)