LIFESTYLE- Pagina 372

Il capodanno cinese al Torino Outlet Village

Grandissimo successo per i festeggiamenti del capodanno cinese che domenica 18 si sono svolti al Torino Outlet Village. Cerimonia del tè, cooking class di ravioli cinesi, workshop di calligrafia, sfilata di abiti tradizionali: così Torino Outlet Village ha dato il benvenuto all’anno del Cane. Il fitto programma della giornata, in collaborazione con associazioni che promuovono la cultura cinese in Italia, ha permesso di far conoscere per la prima volta attraverso un ricco programma di iniziative gratuite, l’arte e la cultura del Paese del Sol Levante. Tantissimi i visitatori provenienti dal torinese ma non solo, incuriositi di conoscere riti e antiche usanze millenarie di questa suggestiva manifestazione, ormai celebrata in diverse parti del mondo. Colori, profumi, sapori ed atmosfere orientali hanno invogliato il pubblico a prendere parte alle iniziative proposte, ed a misurarsi con le proprie abilità manuali, per un autentico viaggio esperienziale e sensoriale verso l’oriente. La giornata è stata inoltre l’occasione per abbattere le barriere culturali: un momento di aggregazione che ha permesso ai tanti ospiti del Village, anche di culture differenti, di interagire e confrontarsi grazie ad un’atmosfera rilassata ed amichevole. La celebrazione del passaggio dall’anno del Gallo a quello del Cane – simbolo di buon auspicio e onestà – è riuscita a racchiudere la delicatezza e il fascino della cultura orientale, fotografandola in tutti i suoi aspetti grazie anche alla presenza di comunità trapiantate nel territorio. Un benvenuto dunque non solo a un “2018” fortunato e di buona salute come detta la tradizione del Paese del Dragone, ma anche ricco di dialoghi interculturali e momenti di coinvolgimento capaci di valorizzare l’integrazione e diffondere la conoscenza della loro cultura.

Le radici del sapore

L’IDENTITA ’ ALIMENTARE DELLE VALLI DI LANZO

 

Lunedì alle 15,30 presentazione alla Biblioteca civica don Lorenzo Milani – Via dei Pioppi 43, Torino

In collaborazione con: Università della Terza età – Unitre – Università delle tre età -Torino Falchera

 

Che cosa si mangiava nelle valli piemontesi? Cosa veniva coltivato? Come venivano lavorati i prodotti? Che cosa è veramente tipico e cosa è stato importato?Attraverso la raccolta di documenti e testimonianze, l’autore Gianni Castagneri cerca di rispondere a queste e a molte altre domande sulle nostre tradizioni culinarie.

Bollicine italiane senza alcol

Fino al 22 febbraio la storica casa spumantiera al Gulfood, il più grande evento del settore enogastronomico  per i mercati di Medioriente, Sud Asia e Africa

Pia Bosca: «Porteremo il Toselli, le nostre bollicine certificate Halal: 
un prodotto già conosciuto in Italia e nel Mediterraneo da chi non vuole o non può consumare alcolici e che ora può puntare al più ampio mercato del mondo arabo».
 
Debutto in grande stile sul mercato arabo per “Toselli”, le bollicine senza alcol prodotte da Bosca e destinate a chi l’alcol non può o non vuole berlo.  Un viaggio che parte dalle colline del Monferrato, dove la storica casa spumantiera custodisce le suggestive Cattedrali Sotterranee dichiarate Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco, per raggiungere Dubai, dove da oggi al 22 febbraio si svolgerà la 23^ edizione di Gulfood, il più grande evento annuale del settore alimentare e delle bevande rivolto ai mercati di Medioriente, Sud Asia e Africa.
Tra gli oltre 5.000 espositori e i 120 padiglioni nazionali, la storica casa spumantiera Bosca, simbolo del Made in Italy nel mondo, sarà presente con un prodotto spumante certificato Halal. Quello degli Emirati Arabi Uniti è un target molto dinamico e in forte crescita: secondo Euromonitor International, si prevede infatti che il mercato degli alimenti e delle bevande raggiungerà una valutazione di 82 miliardi AED (22 miliardi di USD) entro il 2020. Decine di migliaia i visitatori già pre-registrati e attesi numerosi capi di stato, ministri, funzionari governativi e decine di associazioni di categoria nazionali.
Particolarmente attento alle proposte per il mercato arabo, a Gulfood 2018 sono confermati eventi storici come l’Halal World Food, la più grande fiera al mondo di alimenti certificati Halal. In questo contesto ben si inserisce uno degli ultimi prodotti di Casa Bosca: il Toselli. Perseguendo lo spirito innovativo che da sempre la caratterizza, con queste bollicine senza alcol Bosca sviluppa l’idea di affrontare un mercato nuovo per i produttori di spumante, cioè quello di coloro che non bevono per ideologia. Si tratta di bollicine delicatamente dolci, sia nella versione bianco che rosso, dai lievi sentori aromatici dei fiori d’acacia e miele per il bianco e dei frutti di bosco per il rosso.
La diffusione della produzione Bosca Halal è iniziata dall’Italia, ma ha come obiettivo la conversione in Halal delle bollicine senz’alcol già vendute sia in aree fortemente musulmane come i Paesi Arabi e l’Africa, soprattutto Nigeria, Gabon, Ghana e Senegal, sia in altre zone come i Caraibi e le Repubbliche Baltiche. La produzione di Toselli è infatti aumentata costantemente negli anni, passando da 100.000 bottiglie del 2013 al 325.000 nel 2017, su una produzione globale Bosca di 75 milioni di bottiglie all’anno.
«Inizialmente – spiega Pia Bosca – avevamo pensato al Toselli Halal anche per contribuire all’integrazione. Poter brindare con un bicchiere di bollicine Halal non solo è permesso dalle prescrizioni, ma è anche sicuro poiché è stato certificato seguendo i più stretti dettami della Sharia. L’organismo di certificazione di cui ci avvaliamo ha un’esperienza più che ventennale e non tralascia nulla. Abbiamo già avuto primi riscontri di successo, ma il potenziale di crescita è molto ampio”.

A Gulfood Bosca è presente con uno stand al padiglione 6 all’interno dello spazio ICE con un altro simbolo del Made in Italy, la Torrefazione Excelsior.
***
Casa Bosca
Bosca produce spumante e vino a Canelli dal 1831. Da sempre sente il richiamo dell’innovazione attraverso la costante ricerca di nuovi prodotti e nuovi mercati. Le Cattedrali Sotterranee dello spumante sono le testimoni nelle generazioni di questo credo e sono ancora oggi il luogo in cui si produce la Riserva del Nonno, lo spumante metodo classico. Proprio dal più tradizionale dei prodotti, che porta con sé l’esperienza di 186 anni, unita dall’energia che si respira nelle cantine sotterranee, la famiglia Bosca trae la forza per ridefinire quotidianamente il futuro, con prodotti innovativi come il Verdi, bollicine spumanti a base di vino e cereali fermentati, e Toselli, le bollicine analcoliche, ultima generazione di prodotti per il mercato che non consuma alcol. www.bosca.it

Crostata “Dolce Piemonte”

Dedicata al Piemonte questa crostata e’ un inno alla gioia per il nostro palato

 

crostata3

Protagonisti di tanta bonta’, la nocciolaTonda Gentile I.G.P, il cioccolato di cui Torino vanta una lunga ed importante tradizione e le pere. Eccovi la ricetta, provare per credere.

***

Ingredienti per la frolla:

200gr.di farina 00

50gr. di nocciole del Piemonte ridotte a farina

100gr. di zucchero

120gr.di burro freddo

3 tuorli

½ cucchiaino di lievito per dolci

***

Ingredienti per la farcia:

100gr. di cioccolato fondente

50gr.di nocciole del Piemonte ridotte a farina

2 belle pere

zucchero a velo q.b.

***

Preparare la frolla impastando velocemente tutti gli ingredienti, stendere ¾ dell’impasto in una teglia foderata con carta forno, bucherellare il fondo e lasciare riposare tutta la pasta in frigo almeno 1 ora (il rimanente impasto verra’ utilizzato per la copertura). Tagliare a fette molto sottili le due pere, sminuzzare il cioccolato. Estrarre l’impasto dal frigo, distribuire sul fondo della teglia le nocciole ridotte a farina, le pere affettate e ben distribuite e sopra, il cioccolato sminuzzato. Con la pasta rimasta formare delle piccole palline, schiacciarle con il palmo delle mani e disporle sull’impasto come copertura. Infornare a 180 gradi per 40 minuti circa. Lasciar raffreddare e spolverizzare con zucchero a velo.

 

Paperita Patty

 

Capodanno cinese al Torino outlet village

Cerimonia del tè, cooking class di ravioli cinesi, workshop di calligrafia, sfilata di abiti tradizionali: tra colori e cultura Torino Outlet Village celebra l’anno del Cane con un giornata ricca di iniziative gratuite

Ravioli ripieni che simboleggiano ricchezza, rituali del tè nel segno della serenità e dell’armonia, sfilata dei tradizionali abiti cinesi “qipao”. Sono solo alcune delle antiche usanze, ricche di fascino, che fanno del Capodanno Cinese una delle più attese festività dalla comunità cinese, e non solo. «È un’occasione di condivisione e di grande crescita per il nostro territorio – dichiara il General Manager di Arcus Real Estate Victor Busser Casas – un invito a creare e valorizzare i legami tra le nostre culture, soprattutto di fronte all’incremento di flussi turistici registrato negli ultimi tempi e ai rapporti istituzionali sempre più intensi sviluppati con la Cina».Una celebrazione suggestiva, entrata ormai nell’immaginario collettivo, che per la prima volta sarà celebrata con una giornata ricca di eventi al Torino Outlet Village.

 

Saranno tante le iniziative che tra i viali del Village renderanno omaggio all’arrivo del nuovo anno, associato secondo l’astrologia orientale alla figura del Cane. Undicesimo segno dello zodiaco cinese, quest’ultimo è simbolo di fedeltà, gentilezza e tolleranza; secondo la tradizione popolare, l’influenza di un animale guida nella nascita e nella crescita di un uomo, è considerata infatti decisiva, perché causa della definizione del carattere e della personalità della persona.

 

In un trionfo di colori, profumi e allegria, il viaggio di Torino Outlet Village verso il Sol levante avrà inizio con la degustazione del tè cinese secondo il metodo Gong Fu Cha -su prenotazione- in programma a partire dalle ore 11.00. Presso C-HOUSE Cafè & Restaurant verrà rappresentata una vera e propria cerimonia del tè a cura di AICTEA Istituto Nazionale per il culto del tè e CAMELLIA Il tempio del tè. Un’esperienza di sapori e odori di terre lontane, da vivere con l’olfatto e col gusto, che merita di essere vissuta per conoscere l’origine e la storia di questa antica bevanda.

 

Per gli appassionati di prelibatezze gastronomiche, l’appuntamento sarà alle 12.00 con la cooking class dei tipici ravioli cinesi “YAOZI” e tasting. Un workshop gratuito permetterà ai partecipanti di imparare i segreti della preparazione e della cottura del tipico piatto cantonese: attenzione però al numero di pieghettature da realizzare, sono segno di buoni affari economici.Alle ore 16.00 spazio alla moda orientale con la sfilata del tradizionale abito cinese “QIPAO” nella piazza centrale e boulevard, a cura di Atelier Luna di Chen WenJuan.

Il pomeriggio continua con laboratori di calligrafia e carta intagliata partire dalle ore 16.30 per imparare a scrivere il proprio nome in cinese a cura dell’Istituto Confucio di Torino

 

Alle 18.00 la straordinaria giornata celebrativa delle tradizioni orientali si concluderà con la scenografica proiezione di un video mapping dedicato al Capodanno Cinese che illuminerà l’obelisco firmato da uno dei maggiori esponenti dell’architettura contemporanea, l’architetto italiano Claudio Silvestrin. L’Happy Chinese New Year sarà inoltre l’occasione per approfittare degli ultimi giorni di saldi eccezionali a prezzi outlet, fino al 2 marzo. L’ultima possibilità per rinnovare il proprio guardaroba con capi ed accessori di tendenza delle firme più fashion a prezzi straordinari.
Le attività sono ad accesso limitato, si consiglia la prenotazione presso l’INFO POINT Tel. +39 011 19234780

Le polarità nella pratica yoga

SPAZIO LUX  Fiorfood,  dalle ore 16

Enrica Colombo e Peggy Eskenazi presentano: “Maschile e Femminile, l’equilibrio delle polarità nella pratica yoga.”

Un pomeriggio dedicato al Sé e alle modalità e tecniche per capire come ritrovare equilibrio e spinta per affrontare il quotidiano. Per un paio di ore lo Spazio Lux si trasformerà in luogo in cui poter praticare tecniche yoga, grazie alla presenza di due grandi maestre: Enrica Colombo Peggy Eskenazi. Il pretesto di questo incontro è fornito dalla recente pubblicazione – nella collana “Yoga, teoria e pratica” del Corriere della Sera – del loro libro “Maschile e Femminile, l’equilibrio delle polarità nella pratica yoga”. Enrica e Peggy sono due insegnanti di yoga che hanno dedicato la loro personale ricerca ed esperienza di vita all’ambito femminile e si confrontano su un tema di grande attualità: il riequilibrio dei ruoli e delle polarità maschile e femminile. Lo stile di vita contemporaneo ci conduce a disequilibri nei ruoli, a vivere sempre più estraniati dai ritmi e dai cicli della natura in cui le polarità maschile e femminile sembrano perdere il loro senso autentico. Per rispondere a questo bisogno, lo yoga proposto nelle pratiche contenute nel libro è finalizzato a riscoprire e valorizzare la propria identità di genere e a rivolgere il proprio sentire al Sé profondo. Le autrici propongono spunti di riflessione sui ruoli e pratiche rivolte a ritrovare uno stato di equilibrio interiore, per ritrovare l’armonia tra le polarità e supportare le donne con precise pratiche di yoga nei periodi di passaggio e trasformazione della vita quali l’accompagnamento alla maternità, il sostegno e rieducazione dell’area pelvica per prevenire ed evitare i prolassi dopo il parto e nella menopausa. Attraverso l’analisi delle differenze tra il corpo maschile e quello femminile emerge chiara la necessità di adeguare l’approccio delle pratiche yoga alle diverse caratteristiche fisiche. L’appuntamento è per venerdì 16 febbraio a partire dalle ore 16,00 presso lo Spazio Lux a Fiorfood per un momento di confronto e di pratica, di yoga spiegato e praticato, in cui i partecipanti potranno imparare le prime tecniche e posizioni dello yoga sotto la guida delle due Maestre. Una presentazione attiva, dove gli asana classici dell’Hatha Yoga permetteranno di raggiungere un vero beneficio fisico, perché il corpo ha in sé la capacità di esprimere la bellezza della nostra anima.

La “lingua di Menelik”

menelik2menelik1Originale fischietto che spopola a carnevale, venne così ribattezzato – in epoca coloniale – con l’intento di denigrare Menelik II, il Negus, il “re dei re” d’Etiopia dal 1889 al 1913. La “lingua” consiste in un tubo di carta che contiene un’anima di fil di ferro, schiacciato ed arrotolato. Basta soffiarvici dentro e questa  si svolge e s’allunga di scatto. Appena si smette, questa ritorna – grazie all’anima di ferro, nella posizione arrotolata

La “lingua di Menelik” , originale fischietto che spopola a carnevale, venne così ribattezzato – in epoca coloniale – con l’intento di denigrare Menelik II, il Negus, il “re dei re” d’Etiopia dal 1889 al 1913. La “lingua” consiste in un tubo di carta che contiene un’anima di fil di ferro, schiacciato ed arrotolato. Basta soffiarvici dentro e questa  si svolge e s’allunga di scatto. Appena si smette, questa ritorna – grazie all’anima di ferro, nella posizione arrotolata. Solitamente dal lato dell’imboccatura viene messo un fischietto, associando il fischio all’allungamento della “lingua”. C’è chi sostiene come questo giocattolo prese il nome di Menelik , rammentando come l’imperatore etiope fosse dotato di una lingua assai poco disciplinata. Questa diceria, in realtà, prese corpo da un episodio ben preciso, riferito al trattato di Uccialli , località del nord del paese del Corno d’Africa, stipulato fra il Regno d’Italia e l’Impero d’Etiopia il 2 maggio 1889. Il trattato era volto a regolare i rapporti reciproci tra i due Stati, oltre che a riconoscere le recenti acquisizioni territoriali italiane in Eritrea, che il sovrano etiope riconosceva come colonia italiana.

***

Come da tradizione, il trattato era stato redatto in due versioni nelle lingue dei due contraenti, italiano e amarico. La stesura dell’articolo 17, uno dei più controversi,  risultò differente nelle due versioni. Nella versione in italiano si leggeva “Sua Maestà il Re dei Re d’Etiopia consente di servirsi del Governo di Sua Maestà il Re d’Italia per tutte le trattazioni di affari che avesse con altre potenze o governi”, mentre quella in amarico era ben diversa e recitava così: “Sua Maestà il Re dei Re d’Etiopia puòtrattare tutti gli affari che desidera con altre potenze o governi mediante l’aiuto del Governo di Sua Maestà il Re d’Italia “. In pratica, secondo la versione in italiano, il negus delegava al governo di Roma tutte le sue attività di politica estera, rendendo di fatto l’Etiopia un protettorato dell’Italia; in base alla versione in lingua etiope, invece, la delega era solo facoltativa, e il negus vi poteva ricorrere solo quando ciò gli fosse convenuto. Un semplice errore di traduzione o  una deliberata mossa di una delle parti per indurre l’altra a firmare? La cosa non è mai stata chiarita ma è certo che le controversie sul trattato furono una delle cause della successiva Guerra di Abissinia tra l’Italia e l’Etiopia, conclusasi, il 1° marzo 1896 con una netta e pesante sconfitta delle truppe italiane comandate dal generale Oreste Baratieri nella  battaglia di Adua. Il successivo trattato di pace di Addis Abeba, nello stesso anno, abrogò definitivamente il trattato di Uccialli, del quale è rimasta solo traccia nei libri di storia. Mentre la “lingua di Menelik” continua a produrre il suo irridente sberleffo.

 

Marco Travaglini

La comunicazione con il cane

Solitamente, quando si decide di iniziare un percorso educativo con il proprio cane, l’educatore fa una specie di “interrogatorio” al proprietario o, se possibile, all’intero nucleo familiare, perché è da lì che spesso nascono incomprensioni che poi possono trasformarsi in problemi di gestione. Ciò che reputo fondamentale per un corretto approccio sta alla base di ogni relazione sociale, ovvero la comunicazione. Proprio per questo risulta necessario non solo cercare di farsi capire da una specie che comunica in maniera diversa dalla nostra, ma anche riconoscere cosa il nostro cane sta cercando di comunicare. In questa prima parte andremo a sviluppare l’argomento della nostra comunicazione con il cane; in quelle successive approfondiremo le modalità con le quali il cane comunica con noi (e con gli altri cani). In ambito umano, la comunicazione si suddivide in verbale (l’uso delle parole), paraverbale (tono, volume e timbro della voce) e, infine, il non verbale (il linguaggio del corpo e le posture, ossia il linguaggio che i cani codificano più velocemente).

***

Per quanto riguarda l’aspetto verbale, quando chiediamo qualcosa al cane dobbiamo assicurarci che il messaggio sia chiaro, univoco ed eseguibile: per esempio, se desidero che il cane si metta “seduto”, chiedergli, per esempio, “dai, siediti” o “ seduto, seduto, seduto” crea nel cane confusione, perché per lui sono due richieste diverse; se invece gli chiedo “seduto” su una superficie a lui sconosciuta o in luogo in cui non si sente al sicuro, l’unica cosa che otterremo è che il cane sarà in difficoltà. Idem se facciamo una richiesta di un qualsiasi comportamento al cane senza essere sicuri che lo abbia effettivamente appreso cognitivamente e motoriamente, prima contestualizzando e poi generalizzando, attraverso esercizi fatti appositamente che lo aiutino nella comprensione di quanto gli stiamo chiedendo e rinforzando in modo positivo la riuscita di quel comportamento. Grande importanza riveste anche il paraverbale, la nostra voce può produrre suoni estremamente variegati, in termini di tono, timbro ed enfasi, attraverso i quali possiamo trasmettere al nostro cane diversi stati d’animo. Se l’intenzione è quella di calmare il cane, un tono di voce pacato lo aiuterà a rilassarsi; se abbiamo bisogno di incoraggiarlo, utilizzare una voce allegra e un tono più acuto, li porterà verso l’eccitazione; se invece vogliamo chiedere al cane un comportamento di interruzione, un tono deciso ed esplosivo (non severo!), lo porterà ad arrestare ciò che stava facendo.Richiamare il cane, ad esempio, con un tono di voce arrabbiato, anziché allegro e invitante, oppure sgridare il cane, se necessario, sorridendo o in modo non convinto, o ancora dare un comando di arresto con voce sommessa o con morbidezza, non facilita il cane a comprendere il nostro intento, dando luogo a una probabile disobbedienza per incomprensione e andando a vanificare l’importanza del ruolo di guida che stiamo andando a costruire.

***

In ultimo, ma in primis in ordine di priorità agli occhi del nostro cane, nella comunicazione non verbale la postura fa da cornice alla comunicazione verbale e paraverbale: la posizione eretta trasmette sicurezza, il busto inclinato in avanti minaccia e il busto inclinato indietro denota insicurezza. Inchinarsi e allargare le braccia invoglia, invece, il cane a raggiungerci. Anche lo sguardo ha la sua importanza, per cui altra buona regola è quella di non fissare mai insistentemente un cane negli occhi, soprattutto se non lo si conosce; questo gesto, infatti, per lui indica una minaccia. Infine, avvicinarsi ai nostri amici a quattro zampe con una traiettoria indiretta, renderà più agevole, se il cane è ben predisposto, una possibile interazione con lui; viceversa, avvicinarsi in modo diretto lo metterà a disagio. Il cane non solo è in grado di studiare attentamente il nostro volto ma anche di decodificare tutte le variazioni impercettibili che occhi, bocca e sopracciglia producono al variare di umore e stato d’animo. Riassumendo, il corpo e le posizioni che assumiamo rappresentano un libro aperto per il cane, che imparerà a decifrarli reagendo di conseguenza. Inutile dire che la coerenza tra i tre livelli di comunicazione è indispensabile per non creare confusione e rischiare possibili incomprensioni. Il cane fa sforzi enormi per cercare di capirci, anche se utilizziamo per lo più un linguaggio che lui non conosce, ma che impara a definire. Questo dovrebbe farci ammirare la loro forza di volontà, perché ce la mettono proprio tutta per non deludere e imparare a comprendere quanto ci stanno comunicando è il minimo che possiamo fare! Per scoprirlo, dovrete solo attendere il prossimo articolo.

 

 

Francesca Mezzapesa

Educatrice cinofila – Istruttrice Rally Obedience

(foto: F. Mezzapesa)

In 42mila allo storico carnevale di Ivrea

Grande successo per il Carnevale storico di Ivrea, con 42 mila le persone che hanno assistito o partecipato alla tradizionale battaglia delle arance. I paganti sono stati 11.500. Il bilancio dei feriti tra gli aranceri – a piedi o sui carri – è di 180 persone, di cui 4 finite al pronto soccorso. Altri 67 sono stati medicati nelle postazioni della  Croce Rossa in diversi punti della città. Ospite d’onore il Capo della Polizia Franco Gabrielli, che ha indossato per l’occasione lo storico berretto frigio e si è congratulato con gli organizzatori per le misure di sicurezza adottate.

Torino a misura di bambino

Torino fa felice anche i bambini, molti sono i luoghi dedicati a loro, le attività di intrattenimento sono diverse come quelle formative e culturali.

Sia come turisti che come abitanti di questa splendida città, i bambini possono essere coinvolti in esperienze spassose e interessanti, la vacanza ma anche una semplice passeggiata domenicale diventano così un momento di aggregazione familiare.

***

Il Museo del Cinema è una tappa obbligata, divertente e magico con attrezzature cinematografiche antiche e moderne, riproduzione dei set dei primi film italiani, oggetti e personaggi di famosi film internazionali. Percorsi tematici e laboratori basati sulla scoperta, la creatività e la sperimentazione attiva: un approccio didattico interattivo e coinvolgente.

Salire sull’ascensore panoramico poi è un momento unico per ammirare Torino dall’alto.

 

Il Planetario e il Museo interattivo dell’Astronomia e dello spazio per scoprire e ammirare il cielo, approfondire temi astronomici attraverso percorsi interattivi ed esperimenti scientifici. Il primo weekend di ogni mese, “Lo Spazio ai bambini” interamente dedicato ai più piccoli e alle loro famiglie, propone spettacoli, laboratori e un accesso a tariffe agevolate.

 

Il Museo Egizio di Torino è il più importante del mondo dopo quello del Cairo, dopo il rinnovamento propone una esposizione moderna e suggestiva. I suoi capolavori, gli oggetti arrivati da lontano storicamente e geograficamente ipnotizzano grandi e bambini, affascinano gli amanti della millenaria civiltà e incantano i piccoli e curiosi visitatori. Il museo organizza visite per famiglie.

 

Parco Avventura Tre Querce, che riaprirà il 31 marzo prossimo, è una divertente ed ecologica esperienza a due passi da Torino.  7 sono i percorsi avventura all’interno di un bellissimo bosco di frassini e querce, più di 60 giochi aerei eccitanti e avventurosi durante i quali i bambini saranno equipaggiati, istruiti e seguiti dagli istruttori.  Novità 2017: nuovo percorso Crypto Baby per bimbi dai 3 ai 6 anni e per i più coraggiosi invece il Tree Climbing con salto nel vuoto, un’arrampicata su una delle grandi querce per poi rituffarsi giù a terra, ovviamente il tutto in assoluta sicurezza.

 

Il Bosco delle Meraviglie, a San’Ambrogio di Torino, è un parco emozionale, un percorso fiabesco, interattivo, un vero bosco incantato, tra orchi, fate e cavalieri dove i bambini saranno coinvolti e immersi in una favola mentre gli adulti vivranno un momento ludico che li riporterà magicamente

indietro nel tempo. Nella Bottega si possono trovare giochi didattici, di strategia e classici per tutti.

Torino per tutti, Torino per vivere momenti formativi e ricreativi, Torino per rilassarsi e passare il tempo tutti insieme.

 

Maria La Barbera