LIFESTYLE- Pagina 3

Famolo strano

Molti ricorderanno il film “Viaggi di nozze” dove Verdone e la Gerini si producevano in amplessi decisamente originali, oltre che pericolosi, all’insegna del “famolo strano”.

Sebbene il paragone con anni addietro sia difficile perché sono mutati i mezzi di comunicazione e di annunci, basta un’occhiata a siti di incontri, di annunci BDSM, di annunci per trovare l’anima gemella per comprendere come il modus vivendi almeno degli italiani sia enormemente cambiato rispetto a trenta – quarant’anni fa o, perlomeno, ora sia molto più libera, frequente e palese la ricerca di ciò che sempre più italiani cercano in camera da letto (ma anche auto e tavolo vanno bene).

In primis c’è stato un aumento vertiginoso di scambi di coppie e di cuckolding: per i non addetti ai lavori, cuckold è la traduzione inglese del termine “cornuto” nella forma “cornuto e contento”. Si tratta, in altre parole, di chi cerca per la propria moglie qualcuno in grado di farla divertire, non soltanto in camera da letto ma anche portandola a cena fuori, magari anche in barca per un week end, mentre il cuckold aspetta a casa o contempla con soddisfazione ciò che gli succede intorno.

Esiste anche la versione femminile, la cuckquean, che gode nel vedere il marito impegnato con una rivale che a quel punto, però, non è più considerata tale ma, anzi, è artefice del benessere del proprio maritino.

Ma non è tutto. Sempre più uomini stanno sviluppando il lato bicurioso o bisex di sé, cercando rapporti con transgender o, mal che vada, con travestiti sia attivi che passivi contravvenendo all’icona del maschio italiano ma in onore al proverbio “in guerra e in carestia, ogni buco è galleria”.

Premesso che non sto giudicando i comportamenti né tantomeno la morale di chi fa cosa, perché ritengo che con il mutuo consenso tutto sia lecito o, come recitano le nostre fonti giuridiche “tutto ciò che non è espressamente vietato è consentito”, il problema nasce quando si dimenticano le minime norme di sicurezza, di prevenzione delle malattie e si incontrano perfetti sconosciuti.

Per preparare questo articolo ho risposto ad alcuni annunci su un sito di incontri “a tema”: incredibile la quantità di maschi (biologicamente parlando) anche sposati che, in privato, si travestono al femminile per incontrare altri maschi, preferibilmente dietro compenso.

Il fatto che chiedano soldi non stupisce: è il mestiere più antico del mondo, dopo i ministri di culto; quel che stupisce è che accettino, senza avere reale bisogno (hanno un lavoro), di adattarsi a quello stile di vita in cambio di denaro. Stile di vita sicuramente non facile per i rischi di aggressione e rapina, per quello di contrarre malattie a trasmissione sessuale (quasi tutti accettano rapporti non protetti o “al naturale” come di dice ora) e, ipotizzando il coniuge sia all’oscuro, di separarsi con addebito.

Ma non sono i soli segni dei tempi, sessualmente parlando: che dire delle sweet girl che cercano sugar daddy? Quel che è peggio non è che ragazze dai 18 (ma anche meno) fino intorno ai 30 cerchino un adulto che le coccoli in cambio di qualche prestazione sessuale saltuaria offerta con parsimonia, ma che alcuni daddyaccettino rapporti esclusivamente virtuali in cambio di pagamento tasse universitarie, abbigliamento (rigorosamente griffato) ed altre dazioni di denaro in quantità industriale senza ricevere nulla in cambio. Ed è già successo che la fanciulla che si mostra in webcam sia, in realtà, la complice disinibita di chi invece percepisce i soldi (maschietto o donna matura).

I maschietti pensano mai che le ragazze, non soltanto li sfruttano soltanto, ma stanno realizzando una forma di truffa erotica a tutti gli effetti?

Caso opposto quello mostrato nel film “Lockdown all’italiana”:tra i vari personaggi è iconico dei tempi Ricky Memphis che aggancia su un sito di incontri una matura Paola Minaccioni e si fa anticipare 50 euro per prendere il taxi ed andare all’appuntamento con lei (notare che lui fa il taxista); a fine episodio, però, la sua compagna (Martina Stella) gli chiede quanto ha chiesto alla Minaccioni e lui risponde che entro sera la convincerà a dargli molto di più.

Sergio Motta

Le supposte di glicerina

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Andreino è un tipo piuttosto strano. Non tanto per l’aspetto fisico – mingherlino, calvo, con due gambette corte e secche come manici di scopa – quanto per il carattere, diciamo chiuso, che dimostra di avere. Andreino è un burbero solitario. Uno di quelli  che dormono con il sedere scoperto , sempre di cattivo umore. Vive da solo, lavora da solo ( è un artigiano del ferro che non conta le ore e si tira “piat cumè ‘n dés ghèi”, piatto come una moneta da dieci centesimi, vale a dire stanco morto ), mangia da solo davanti alla tv accesa, va a cercar funghi da solo e non pesca mai dove ci sono altri. Ha le sue idee fisse sulla salute ( “l’infragiùur, se t’al cùrat, al dura sèt dì, se t’al cùrat mìa, al pòl durà anca na ‘smana”, che – tradotto –significa che il raffreddore, se lo curi, dura sette giorni, se non lo curi può durare anche una settimana).

A dimostrazione della scarsa considerazione che ha, in genere, dei dottori. L’unico per cui ha rispetto è il dottor Rossini. Da quella volta che gli curò una fastidiosissima sciatalgia, per Andreino è “un gatto”, il migliore, l’unico vero medico in circolazione. Se lo dice lui che si vanta di aver consumato più scarpe che lenzuola, dichiarando la buona salute e una certa avversione per quei signori che avevano contratto il giuramento di Ippocrate, c’é da credergli. Il problema è che il dottor Mauro Rossini, quelle rare volte che lo ha incontrato nella veste di paziente nel suo studio medico, non è quasi mai riuscito a spiegargli le cure che servivano poiché Andreino lo interrompeva,  annuendo vigorosamente e ripetendo come un mantra: “ho capito…certo…chiaro… grazie, grazie, dottore”. Un comportamento a dir poco imbarazzante, con tutti i rischi che poteva generare, tra i quali l’incomprensione. Tant’è che un giorno, recatosi dal medico perché sofferente da tempo di stitichezza e senza che nessun tipo di cura gli avesse fatto effetto, mentre il dottore stava illustrando diagnosi e rimedio, si alzò di scatto, lo ringraziò con tutto il cuore e si precipitò nella farmacia davanti al municipio. “Si ricorda la posologia?”, chiese il farmacista, consegnandogli le supposte di glicerina. Lui disse di sì e,  a scanso di equivoci, se ne fece dare due scatole. Passati una decina di giorni si presentò dal suo medico che gli domandò come stesse e se le supposte avessero fatto il loro dovere. Andreino, tenendo gli occhi bassi, temendo di fare una critica all’uomo che tanto stimava, rispose: “Caro dottore, per andar di corpo ci sono andato e son più libero ma mi è venuto un gran mal di stomaco. Quelle supposte “in pròpi gram”, sono cattive. Ogni volta che ne mettevo in bocca una e la masticavo mi veniva da vomitare”. Cos’era mai stato, direte voi? Ha poi solo sbagliato la parte, in fondo. Invece di farsele salire, le supposte le fece scendere. Comunque , l’effetto per esserci stato c’è stato. Alla spiegazione del medico, una volta tanto, prestò ascolto e compreso l’errore, si affannò con le scuse e i buoni proponimenti. Da quel giorno Andreino sta ancora da solo come un eremita ma ha imparato, se non ad ascoltare chi gli parla per il suo bene ( è più forte di lui..) almeno a leggere i bugiardini delle medicine. Così, per evitare fastidi e un po’ , come gli disse Giuanin, battendogli una gran pacca sulle spalle, per “tègn da cùunt la candéla che la prucisìon l’è lunga”. Un modo come un altro per dire al burbero ometto di aver cura di sé. Con il dubbio che le parole gli entrino da un orecchio per uscire immediatamente dall’altro.

Marco Travaglini

Visite guidate ad Arona sulle orme di Carlo e Federico Borromeo

Alla statua del San Carlone

Lunedì 29 dicembre e lunedì 5 gennaio 2026, alle ore 10, saranno due occasioni di visite guidate a tema tra il centro di Arona e la statua di San Carlo Borromeo, a cura di Archeologists, per conoscere il patrimonio artistico e spirituale della città. Il percorso avrà inizio dal centro storico di Arona, con un breve itinerario tra le vie del paese lacustre per raggiungere la collegiata della Natività di Maria Vergine, custode di un prezioso ciclo di tele del Morazzone, donato da Federico Borromeo. La visita proseguirà verso la chiesa di Santa Maria di Loreto, edificata per volontà della contessa Margherita Trivulzio, madre di Federico Borromeo. In queste tappe sarà approfondito il ruolo della famiglia Borromeo come promotrice delle arti e del rinnovamento architettonico della città. Il percorso culminerà alla statua di Federico Borromeo, il celebre San Carlone, situato su una collina che domina Arona. La statua, alta circa 35 metri, non è solo un tributo al santo, ma anche un simbolo del legame tra la città, la famiglia Borromeo e la devozione ambrosiana. Voluta fortemente da Federico Borromeo, oggi è custodita nella Veneranda Biblioteca Ambrosiana, fondata da Federico. I partecipanti potranno accedere al terrazzo panoramico con vista sulle montagne lombarde e svizzere. Per chi lo desidera, sarà possibile anche salire all’interno della statua, fino alla sommità, tramite una scala a chiocciola e una scala verticale. Le visite sono organizzate da Archeologists, impresa sociale nella valorizzazione dei beni culturali nelle province di Novara e Varese. Durante il periodo natalizio, la statua di San Carlo seguirà aperture straordinarie: dal 26 dicembre al 30 dicembre, dalle 10 alle 17, l’1 gennaio dalle 14 alle 17, dal 2 gennaio al 6 gennaio dalle 10 alle 17. L’ultimo ingresso è previsto per le ore 16.30. L’accesso alla statua è interdetto dalle 13 alle 14. Chiusura 31 dicembre. Ritrovo: piazza De Filippi, presso il monumento ai Caduti di Arona – trasferimento alla statua in autonomia, circa 5 minuti in auto, ampio parcheggio presso piazzale San Carlo.

Costi: 15 euro – ridotto 10 euro

statuasancarlo@ambrosiana.it – 3288377206

Mara Martellotta

“Cottocircuito”: un laboratorio di cucina solidale da regalare a Natale


Sabato 28 febbraio 2026 da Eataly Torino

Il cibo come gesto di cura, incontro e solidarietà: è questo lo spirito di Cottocircuito, il progetto torinese che trasforma la cucina in un luogo di scambio culturale e sostegno concreto alle realtà sociali del territorio. Per il Natale 2025, Cottocircuito diventa anche un’idea regalo solidale, perfetta per chi desidera donare un’esperienza che fa bene due volte: a chi partecipa e alle persone supportate dalle associazioni coinvolte.

Il nuovo appuntamento sarà sabato 28 febbraio 2026, quando il laboratorio porterà il pubblico in Albania, un paese vicino ma ancora poco conosciuto nella sua ricchezza gastronomica. Tre ore di cucina condivisa, da Eataly Lingotto, per scoprire ricette, gesti e storie.

A guidare il laboratorio saranno le cuoche di IDEADONNA ONLUS, associazione torinese attiva da oltre vent’anni accanto a donne migranti e persone in difficoltà, parte della Piattaforma Nazionale Antitratta. Il ricavato netto dell’evento sarà interamente devoluto all’associazione.

Nel 2026 Cottocircuito non si ferma: sono in arrivo tre nuove date, con altre cucine da esplorare e nuove associazioni da sostenere. Il programma sarà annunciato nei prossimi mesi.

Il programma del laboratorio

Durante le tre ore di laboratorio, si cucinerà insieme alcuni piatti della tradizione albanese:

  • Lakror me presh – torta di porri

  • Qofte – polpette di vitello

  • Kulaç – pane senza lievitazione

  • Salse vegetariane di accompagnamento

A seguire, una degustazione condivisa dei piatti preparati e le ricette complete da portare a casa.

Informazioni pratiche

 

📍 Dove: Eataly Lingotto, Via Ermanno Fenoglietti 14, Torino
🕓 Orario: 16:00–19:00
💶 Contributo: donazione libera a partire da 45 €
✉️ Info e iscrizioni: prenotazione su Eventbrite a questo link
Seguirà conferma tramite bonifico all’associazione.
Per informazioni scrivere a cottocircuito@gmail.com. Chi non potrà partecipare potrà comunque contribuire con una donazione.

Che cos’è Cottocircuito

Cottocircuito è un laboratorio di cucina solidale nato dall’energia di un gruppo di donne torinesi che si sono conosciute grazie a Torino Elettrica, la community di mutuo aiuto ideata da Montera.

Ogni appuntamento sostiene una diversa associazione attiva nel sociale, alla quale viene donato il ricavato netto della serata. Chi partecipa impara ricette autentiche dalle persone dell’associazione ospite, ascolta la sua storia e condivide una tavola con chi ogni giorno sostiene altre persone.

Un regalo solidale di Natale

Quest’anno, Cottocircuito diventa anche un regalo natalizio: un’esperienza da donare a chi ama cucinare, scoprire nuove culture e partecipare a un progetto che genera valore sociale sul territorio. Un dono che parla di cura, convivialità e comunità.

Contatti

📩 cottocircuito@gmail.com
📸 Instagram: @cottocircuito

Cooperativa Borgo Po e Decoratori, cultura sociale e buona tavola

La forza silenziosa delle associazioni: storia, valori e futuro 

Dove la memoria storica si intreccia con la vita quotidiana dei quartieri, le associazioni culturali e ricreative continuano a rappresentare uno dei presìdi più solidi di socialità e coesione. Un ruolo che affonda le sue radici nel Novecento, attraversa il periodo fascista – quando le forme di aggregazione autonome furono controllate, ridotte o costrette a trovare vie indirette di espressione – e riemerge con vigore nel dopoguerra, diventando spazio di libertà, inclusione e crescita collettiva.
Oggi, realtà come la Cooperativa Borgo Po e Decoratori  testimoniano come i valori storici dell’associazionismo siano tutt’altro che superati: si trasformano, evolvono, ma restano punti di riferimento per chi cerca comunità, cultura, buona cucina e un modo di vivere il tempo libero che non sia puramente consumo, ma esperienza umana.
Dalla condivisione forzata alla socialità liberamente scelta
La storia delle associazioni italiane è anche la storia del Paese. Durante il fascismo, la dimensione collettiva fu indirizzata dall’alto, svuotata della sua natura spontanea e democratica. Nel dopoguerra, al contrario, associazioni e cooperative tornarono ad essere casa di libertà: luoghi dove ricostruire relazioni, identità e partecipazione.
È qui che prende forma quel patrimonio culturale che ancora oggi anima le realtà associative torinesi: la condivisione come valore, la socialità come strumento di emancipazione, l’incontro come occasione di crescita.
Cooperazione, cultura e mutua assistenza: i pilastri della socialità
Le associazioni non sono mai state soltanto dei semplici “circoli”. Hanno rappresentato – e continuano a rappresentare – luoghi di mutuo sostegno, dove la comunità si prende cura dell’individuo senza distinzione di ceto, professione o provenienza. Spazi in cui il sapere manuale si trasmette di generazione in generazione, le attività del tempo libero diventano occasioni di crescita personale e culturale, e la relazione umana è riconosciuta come un valore primario.
L’esperienza della Cooperativa Borgo Po e Decoratori, storica istituzione della città nata dalla fusione tra le due storiche società di mutuo soccorso ne è un esempio emblematico. Qui  l’identità professionale si trasforma in identità collettiva, e la dignità del lavoro manuale viene raccontata e preservata nella sua forma più autentica. Una testimonianza viva di come tradizione e comunità possano continuare a essere motori di coesione sociale.
Il cibo come cultura e benessere: la tradizione che mette tutti a tavola
Nelle comunità che la Cooperativa sostiene, la cucina non è un servizio accessorio, ma un vero ponte tra passato e presente. La Trattoria Decoratori e Imbianchini di Via Lanfranchi 28 a Torino,  di proprietà della Cooperativa e gestita dalla Società Benefit Snodi, è diventata un luogo simbolico in cui buona tavola, cultura e bellezza si intrecciano in modo naturale. Custode di storie, simboli e memorie della Torino operaia e popolare, la trattoria incarna un’idea semplice e potente: mangiare insieme è un atto sociale, un gesto di cura reciproca e un modo per sentirsi parte di una comunità.
La qualità del cibo diventa così un’esperienza di benessere complessivo: non solo salute fisica, ma anche equilibrio emotivo, relazioni autentiche, senso di appartenenza. Una cultura gastronomica che non rincorre sofisticazioni, ma ricerca l’autenticità, la memoria e il piacere condiviso.
Ancora una volta emerge un simbolo di equità: il profitto generato viene reinvestito nel garantire contratti equi e a tempo indeterminato ai lavoratori e nel sostenere lo sviluppo di iniziative culturali e sociali.
Il valore dell’incontro casuale: la storia del presidente
La testimonianza del presidente dell’associazione è emblematica. La sua esperienza inizia non da un ruolo, ma da un gesto profondamente umano: sedersi a tavola con perfetti sconosciuti.
In un locale dove chi era solo veniva invitato – quasi indotto – a unirsi ad altri, nasce la consapevolezza che la socialità non è un “di più”: è una necessità, un ingrediente fondamentale per vivere bene.
Da quell’esperienza semplice, quotidiana, scaturisce un orientamento che oggi si traduce nella missione dell’associazione: creare contesti in cui nessuno rimanga ai margini, dove il valore umano supera la formalità e la relazione diventa un investimento sulla persona.
L’uomo al centro: lavoro, dignità e crescita condivisa
In un mondo che spesso schiaccia l’individuo sotto logiche produttive, le associazioni ricordano che il lavoro è prima di tutto un percorso di crescita umana, non solo economica.
Promuovere la qualità delle professioni, valorizzare il saper fare, riconoscere la dignità dell’impegno quotidiano: questi sono atti di cultura sociale.
E la cooperazione diventa un ecosistema che sostiene la persona, non importa da dove venga, cosa faccia o quali siano le sue condizioni. Perché la comunità cresce davvero quando cresce ciascuno dei suoi membri.
Un modello che guarda al futuro
In un contesto sociale sempre più frammentato, realtà come la Cooperativa Borgo Po e Decoratori rappresentano presidi di coesione e responsabilità collettiva. Custodiscono la memoria, ma guardano avanti, offrendo strumenti concreti di inclusione, mutuo supporto e convivialità.
«La nostra forza è nella relazione», conclude il presidente. «Tutto nasce dall’incontro: da una tavolata, da un gesto semplice di attenzione verso l’altro. Torino ha bisogno di luoghi così, dove il benessere si costruisce insieme, e dove la solidarietà non è uno slogan, ma una pratica quotidiana.»
E aggiunge un pensiero per le nuove generazioni: «Il nostro desiderio è trasmettere questi valori ai giovani. Vogliamo che continuino a vivere e a far crescere la comunità, che imparino a condividere tempo, lavoro e cura per gli altri. Solo così questa storia, che oggi raccontiamo, potrà avere un domani ancora più solido e partecipato.»
Conclusione: un’eredità attuale, una missione che continua
In un’epoca in cui il legame sociale sembra indebolirsi, spazi come la Cooperativa Borgo Po e Decoratori ci ricordano che la comunità non è un concetto astratto: è fatta di tavole condivise, progetti comuni, attenzione alla persona e rispetto per il lavoro.
La loro storia – che attraversa il Novecento e arriva fino a noi senza perdere forza – è il segno che, anche oggi, cooperazione, socialità, cultura e buon cibo restano strumenti potentissimi di benessere e crescita civile. E tutto comincia spesso da un gesto semplice: sedersi insieme.

Eataly Lingotto, il Campionato della Pasta Fatta a Mano 2026

Si apre ufficialmente a Torino il tour del Campionato della Pasta Fatta a Mano 2026, il primo e unico campionato al mondo dedicato agli artigiani della pasta fresca. La città ospiterà la prima tappa il 20 gennaio negli spazi di Eataly Lingotto , luogo simbolo del gusto italiano che proprio in questi giorni festeggia 19 anni di vita.

La tappa torinese, riservata ai professionisti del settore, inaugura un percorso nazionale che attraverserà il nostro Paese da Nord  a Sud, con il supporto di Eataly e di partner d’eccellenza. I partecipanti si sfideranno “a colpi di mattarello e impasti”, presentando creazioni valutate da una giuria di esperti composta da chef stellato, giornalisti ed esperti del settore. Al momento sono stati confermati per la Giuria di Qualità di Torino lo chef del ristorante Unforgettable di Torino ( 1 Stella Michelin) Sabrina Stravato e Valentina Dirindin, giornalista enogastronomica.

Il vincitore della tappa accede ufficialmente e direttamente alla finalissima di fine giugno in programma a Napoli all’interno del DMED salone della Dieta Mediterranea. Anche i secondi e i terzi classificati potranno partecipare alla fase conclusiva del Campionato.

Le iscrizioni per la tappa  di Torino sono aperte dal 3 novembre scorso sul sito ufficiale www.campionatodellapasta.it

Mara Martellotta

IMU 2025: tutto quello che serve sapere prima della scadenza del 16 dicembre

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ABITARE CON STILE

Rubrica settimanale a cura di Magda Jasmine Pettinà 
Uno spazio dedicato al mondo della casa in tutte le sue forme: dal mercato immobiliare al design d’interni, dall’arte di valorizzare gli spazi alle nuove tendenze dell’abitare contemporaneo. Consigli pratici, spunti estetici e riflessioni su come rendere ogni casa un luogo che rispecchi chi siamo — con uno sguardo che unisce competenza, bellezza e sensibilità.
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Dicembre porta con sé non solo l’atmosfera delle feste, ma anche un appuntamento immancabile per i proprietari di immobili: il saldo IMU, in scadenza il 16 dicembre 2025.

Dopo l’acconto versato a giugno, arriva infatti il momento di regolare i conti con il proprio Comune, applicando le aliquote aggiornate e pubblicate dal MEF. Se il Comune non ha deliberato entro i termini, si fa riferimento alle aliquote base.

In questo articolo facciamo chiarezza—con un linguaggio semplice e diretto—su chi deve pagarecome si calcola l’imposta, quali sono le esenzioni, e cosa accade in caso di ritardo o omesso pagamento. Un piccolo vademecum per arrivare preparati e sereni alla scadenza.

 

Chi deve pagare l’IMU? E chi ne è esente?

L’IMU non riguarda tutti i proprietari. Sono esenti:

  • le abitazioni principali che non rientrano nelle categorie di lusso;

  • gli alloggi sociali;

  • il nudo proprietario, quando l’immobile è gravato da usufrutto.

Devono invece pagare l’IMU:

  • le prime case di lusso, categorie catastali A/1, A/8, A/9;

  • tutte le seconde case e gli immobili diversi dall’abitazione principale.

Per le prime case di lusso resta prevista un’aliquota agevolata e una detrazione di 200 euro.

Come si calcola l’IMU 2025 sulla prima casa di lusso

Il calcolo parte da tre passaggi fondamentali:

  1. Rivalutare del 5% la rendita catastale.

  2. Applicare il coefficiente catastale previsto per la tipologia dell’immobile.

  3. Applicare l’aliquota deliberata dal Comune.

Il risultato finale sarà l’importo su cui calcolare il saldo di dicembre, tenendo conto di quanto già versato a giugno.

Coniugi con residenze diverse: la novità della Cassazione

Una recente sentenza ha introdotto un’importante modifica:

se i coniugi hanno residenze diverse in due immobili differenti, entrambi possono usufruire dell’esenzione per abitazione principale.

Un chiarimento che rende più equa una situazione sempre molto discussa.

Prima casa in affitto: chi paga l’IMU?

Anche dopo l’abolizione della TASI, nulla cambia sul fronte IMU:

l’imposta rimane interamente a carico del proprietario, anche se l’immobile è affittato.

 

Pertinenze: quante sono esenti?

Sono esenti dal pagamento IMU fino a tre pertinenze, una per ciascuna delle categorie:

  • C2 (cantine, solai, depositi)

  • C6 (box, stalle, scuderie)

  • C7 (tettoie)

 

Cosa succede se si paga in ritardo?

Niente panico. Il sistema fiscale mette a disposizione un utile strumento: il ravvedimento operoso, che consente di regolarizzare spontaneamente la posizione con sanzioni ridotte proporzionate al ritardo.

Le principali forme di ravvedimento

 

  • Sprint: entro 14 giorni → sanzione fino all’1,4%

  • Breve: entro 30 giorni → 1,5%

  • Intermedio: entro 90 giorni → 1,67%

  • Lungo: entro un anno → 3,75%

  • Biennale: entro due anni → 4,29%

  • Ultrabiennale: oltre due anni → 5%

 

Superato un anno senza ravvedimento, la sanzione sale al 30% dell’importo dovuto, oltre agli interessi.

Il pagamento avviene tramite modello F24, barrando la casella “Ravv.” e utilizzando il codice tributo corretto (3912 per abitazione principale, 3918 per altri fabbricati, ecc.).

 

Accertamenti e prescrizione: cosa bisogna sapere

Il Comune può notificare un avviso di accertamento entro 5 anni dalla data in cui il versamento sarebbe dovuto avvenire.

Oltre questo periodo, scatta la prescrizione, e l’IMU non è più dovuta.

Se il Comune richiede il pagamento di più annualità arretrate, il contribuente è tenuto a versare solo gli ultimi cinque anni.

In sintesi

La scadenza del 16 dicembre è un appuntamento importante per gestire in modo consapevole il proprio patrimonio immobiliare.

Conoscere chi pagacome calcolare l’imposta, e come regolarizzare eventuali ritardi aiuta a muoversi con serenità in un ambito spesso percepito come complesso.

Un’abitazione non è soltanto un bene: è una parte della nostra identità.

Gestirla con attenzione, anche sul piano fiscale, significa valorizzarla e mantenerla nel tempo.

www.domus-atelier.com – info@domus-atelier.com

La cucina italiana riconosciuta dall’UNESCO

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

E’ un grande risultato raggiunto  il riconoscimento internazionale dell’ UNESCO concesso alla cucina italiana. Tra i primi promotori che con costanza si sono battuti con autentica e colta  coerenza e con motivazioni storiche  di grande importanza risalta l’opera dell’Accademia della cucina italiana fondata da Orio Vergani nel 1953 e attualmente presieduta da Paolo Petroni.  Anche Mario Soldati e Dino Buzzati furono accademici. Importante è stato anche l’apporto di Casa Artusi di Forlì. Va riconosciuto l’apporto importante dato dal governo attuale per il raggiungimento dello scopo . Si è trattato di riconoscere la storia della cucina italiana ricca di apporti regionali che hanno creato un’unità gastronomica che l’Artusi per primo ha realizzato , quasi come un novello Cavour della gastronomia. Una ricca tradizione che ha unito Nord e Sud, superando le vicende violente  del brigantaggio meridionale in nome degli spaghetti. Per la Cucina è  accaduto un po’ come  con la lingua con Manzoni e De Amicis che con “Promessi sposi“ e “Cuore “ hanno reso unita la Patria italiana. Non è fuori luogo parlare di Patria italiana anche per una cucina amata in tutto il mondo e imitata e persino defraudata da volgari imitazioni che il riconoscimento UNESCO aiuterà a smascherare e combattere. Il solito Carlin Petrin ha limitato la portata dell’evento con la sua solita faziosità politica di vecchio comunista, parlando di meticciato e di osterie. Non merita una risposta . E’ il solito pauperismo che emerge anche tra le pentole . Non mi sono piaciuti neppure alcuni grandi chef che disertano le cucine per frequentare le televisioni. Attendo di leggere il grande Arrigo Cipriani, maestro davvero internazionale della cucina veneziana che lui, novello Marco Polo, ha portato nel mondo.

Insalata russa “insolita” e super-light

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La Ricetta della Cuoca Insolita

 

Chi è La Cuoca Insolita
La Cuoca Insolita (Elsa Panini) è nata e vive a Torino. E’ biologa, esperta in Igiene e Sicurezza Alimentare per la ristorazione, in cucina da sempre per passione. Qualche anno fa ha scoperto di avere il diabete insulino-dipendente e ha dovuto cambiare il suo modo di mangiare. Sentendo il desiderio di aiutare chi, come lei, vuole modificare qualche abitudine a tavola, ha creato un blog (www.lacuocainsolita.it) e organizza corsi di cucina. Il punto fermo è sempre questo: regalare la gioia di mangiare con gusto, anche quando si cerca qualcosa di più sano, si vuole perdere peso, tenere a bada glicemia e colesterolo alto o in caso di intolleranze o allergie alimentari.
Tante ricette sono pensate anche per i bambini (perché non sono buone solo le merende succulente delle pubblicità). Restando lontano dalle mode del momento e dagli estremismi, sceglie prodotti di stagione e ingredienti poco lavorati (a volte un po’ “insoliti”) che abbiano meno controindicazioni rispetto a quelli impiegati nella cucina tradizionale. Usa solo attrezzature normalmente a disposizione in tutte le case, per essere alla portata di tutti.

Calendario corsi di cucina ed eventi con La Cuoca Insolita alla pagina https://www.lacuocainsolita.it/consigli/corsi/

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Insalata russa “insolita” e super-light


L’insalata russa è un classico: si trova in tavola in mille occasioni ed è buonissima. Ma c’è un piccolo problema: ha un potere calorico e un contenuto di grassi micidiali. Se però non volete rinunciare, c’è un modo per prepararla con il 75% di calorie e il 95% di grassi in meno rispetto alla ricetta tradizionale. Ma come fa ad essere così buona? Anche se è senza uova né patate ed è super-light, è deliziosa. Non preoccupatevi di deludere i vostri ospiti: quando scopriranno il segreto della vostra ricetta non potranno più farne a meno!

Tempi: Preparazione (45 min); Cottura (10 min).
Attrezzatura necessaria: pentola per cottura a vapore con cestello, coltello a lama liscia e tagliere, minipimer, grattugia per scorza di limone, colino
Ingredienti per 4 persone:
Per le verdure:
⦁ Piselli surgelati – 100 g
⦁ Carote – 100 g
⦁ Topinambur (o patate) – 100 g
Per la maionese super-light:
⦁ Fagioli bianchi di Spagna – 200 g
⦁ Latte di soia o di canapa – 50 g
⦁ Succo di limone – 25 g
⦁ Scorza di ½ limone – 2,5 g
⦁ Olio e.v.o. –2 cucchiaini
⦁ Sale fino integrale di Sicilia – 6 pizzichi (1,5 g)
⦁ Curcuma in polvere – 1 punta di cucchiaino
⦁ (per chi vuole: Filetti di sgombro al naturale – 50 g)

Approfondimenti e i consigli per l’acquisto degli “ingredienti insoliti” a questo link: https://www.lacuocainsolita.it/ingredienti/

Difficoltà (da 1 a 3): 1 Costo totale: 3 €
Perché vi consiglio questa ricetta?
⦁ Il vostro medico vi ha detto di eliminare le Solanaceae (es. patate, melanzane, pomodori e peperoni) dalla dieta, ma voi ne andate pazzi? Nessun problema! Qui userete i topinambur al posto delle patate! Il risultato è sorprendente e fa bene anche a chi vuole tenere a bada la glicemia.
⦁ Se non volete usare il latte di soia, potete usare il latte di canapa: è uno dei pochi alimenti di origine vegetale che contiene tutti gli aminoacidi essenziali (quelli che il nostro organismo non sa produrre da solo) che servono per formare le proteine. In alternativa anche il latte vaccino può andare benissimo.
⦁ In una porzione da 200 g, solo 125 Kcal al posto di 535 Kcal circa della ricetta tradizionale (il 75% in meno! Si, avete letto bene…).
⦁ Pochissimi grassi: meno di un cucchiaino di olio a porzione… Il 95% in meno di grassi rispetto alla ricetta tradizionale. Ideale quindi anche per chi ha problemi con il colesterolo e a chi vuole perdere qualche chilo.

Preparazione
LE VERDURE
Pelate e tagliate le carote e i topinambour a dadini piccoli, di massimo 1 cm di lato. Cuocete a vapore le verdure separatamente. Se usate la pentola a pressione i tempi sono questi: piselli surgelati (5 min), carote (5 min), topinambur (3 min). Se avete una pentola normale il tempo è il doppio. Se usate le patate il tempo in pentola a pressione è di 2 min.
LA MAIONESE SUPER LIGHT
Spremete il limone e filtrate il succo su un colino. Grattate la scorza del limone e mescolatela al succo e a tutti gli altri ingredienti nel bicchiere del minipimer, per frullate fino ad ottenere un composto cremoso e senza pezzi.
LA PREPARAZIONE DELL’INSALATA RUSSA “INSOLITA”
Mescolate le verdure e la maionese super-light. Mettete tutto nel contenitore che sceglierete per dare la forma al vostro antipasto. Schiacciate bene, livellate e capovolgete il contenitore su un piatto di portata. Potete decorare a piacere.

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A chi è adatta questa ricetta?
Senza uova. In più, usando il latte di canapa, anche chi è allergico a soia o latte può mangiare questa insalata russa “insolita”.

 

 

 

 

 

 

 

Valori nutrizionali
Una porzione della ricetta della Cuoca Insolita a confronto con la stessa porzione della ricetta tradizionale con maionese, uova e tonno sott’olio:

Natale 2025, non solo panettone

Dall’albero di cioccolato alla slitta di Babbo Natale, tante squisite idee per tutti i gusti e tutte le feste
 
Il panettone sarà, come sempre, l’ospite più gradito dei pranzi e delle cene del periodo natalizio, ma le alternative certo non mancano, sono tante e tutte squisite. Ecco alcune idee, dalle più classiche alle più originali e suggestive, per accompagnare in dolcezza i tanti momenti da trascorrere in famiglia e con gli amici.
I Panettoni: dalla tradizione ai gusti audaci ed inaspettati
Sicuramente il panettone sarà il dolce protagonista. In questi ultimi anni l’offerta è andata sempre più ampliandosi per accontentare i gusti di tutti. Per gli amanti del panettone classico, il must have è sicuramente il Gran Galup Tradizionale con agrumi canditi e uvetta di primissima scelta, ricoperto da una preziosa glassa di nocciole ed arricchita da mandorle e granella di zucchero. La storica azienda di Pinerolo lo propone in abbinata ad un piatto di porcellana decorata, ideato dalla creativa Ilaria Innocenti, per un mix di eleganza e bontà assicurata.
È, invece, un omaggio alla Zuppa inglese, il Panettone Sóppa del Maestro Pasticcere Ampi Luca Porretto. Una reinterpretazione in chiave natalizia del celebre dolce bolognese. Tre diversi impasti: il primo cioccolato arricchito da chunks di cioccolato fondente al 58%, il secondo al centro è un impasto all’Alchermes con gelatina di Alchermes e per finire un impasto esterno con chunks di cioccolato fondente e farcito con iniezioni di crema pasticcera. Un’esperienza multisensoriale raffinata che porta la tradizione in una dimensione innovativa e golosa.
Ancora più ardito Pierluigi Sapiente della Torteria Sapiente di Bologna che propone un Panettone destinato a stupire. Si tratta del Panettone Melanzane e Cioccolato, una rivisitazione coraggiosa ed armonica di un classico della pasticceria del Sud, in chiave natalizia. Il cuore di questo panettone custodisce la vera sorpresa: melanzane candite che si sposano in un equilibrio magistrale con il carattere intenso ed aromatico del cioccolato fondente per un’armonia audace e indimenticabile.
È invece un omaggio a Verona, e ai suoi prodotti invernali,  il Panettone Fichi, Mele e noci della Infermentum di Stallavena. L’azienda, che quest’anno festeggia il suo decimo Natale, sempre guidata dal motto “qualità senza compromessi”, propone una versione più rustica del panettone tradizionale nel quale i fichi e le mele sostituiscono la dolcezza dell’uvetta mentre la noce conferisce una nota di croccantezza.
Esperienza di gusto unica è, infine, il Panettone al Caramello dei Pastry Chef Maicol Vitellozzi e Francesca Corbi titolari di Maicol – Croissant Pane Pasticceria di Torino.          Un dolce straordinario che arricchisce la tradizione natalizia con un’esplosione di sapori irresistibili. La pasta di questo panettone, soffice e profumata è impreziosita da gocce di cioccolato al caramello. Il caramello salato si fonde in modo armonioso con i pezzetti di cioccolato creando un connubio di dolcezza e profondità che dona momenti di pura gioia.
Le tante squisite alternative al panettone
Un magnifico e delizioso albero di Natale di cioccolato è la proposta del Maestro cioccolatiere Alessandro Spegis. Originalissimo come centrotavola natalizio, si rivela perfetto quale dessert al termine del pranzo. L’albero in cioccolato fondente 62% e frutta secca – noci, mandorle, nocciole, fichi, e uvetta sultanina – è facilmente divisibile nei suoi strati per la gioiosa condivisione con parenti e amici.
Evoca dolci ricordi d’infanzia la slitta di Babbo Natale di Fabrizio Racca. Un tronchetto chantilly e frutti di bosco che non è solo una torta ma un piccolo gioiello che riproduce una slitta decorata con tanti regali dorati elegantemente infiocchettati ed un alberello che completa la scena. Una gioia per gli occhi e per il palato, un dolce raffinato composto da una base di biscotto alle mandorle, arricchito da una chantilly alla vaniglia ed una mousse di frutti di bosco. Sapori freschi ed avvolgenti che conquistano ad ogni assaggio.
Cioccolato e frutta secca e candita sono i protagonisti anche della Quadrellona di Giraudi Cioccolato all’Infinito. Tra le proposte di Natale 2025, la Giraudi del Maestro cioccolatiere Giacomo Boidi e del figlio Davide, propongono una tavolozza di cioccolato al latte arricchita con frutta secca e candita – mandorle, nocciole Igp Piemonte, pistacchi, arancio candito, bacche di Goji essiccate e mirtilli rossi -. La Quadrellona è disponibile in 7 versioni 3 al cioccolato al latte e 4 di cioccolato fondente in abbinata oltre che con la frutta secca e candita, con nocciole tonde gentili trilobate, con arachidi italiane, e con pistacchi Sicilia.
Cioccolata d’eccellenza è la deliziosa sorpresa di una delle proposte firmate Domori: le palline di Natale. Novità della collezione regali 2025, le palline di Natale sono disponibili in due bellissime tonalità natalizie, bordeaux ed avorio. Al loro interno, un assortimento misto di gianduiotti e napolitains. Perfette come piccolo ma goloso pensiero e come decorazione per l’albero.
Infine, per un Natale ricco e speciale, ecco il Tartufo Regale, la creazione firmata Ugo Alciati, Chef Stellato di Guido Ristorante. Una prelibatezza che riproduce, per forma e colore, il celebre fungo ipogeo famoso in tutto il mondo. Prodotto con materie prime altamente selezionate quali il pregiato cacao Criollo del Venezuela e la nocciola Tonda Gentile IGP Piemonte è lavorato a mano con oltre 30 passaggi. Questo gioiello 100% italiano è un progetto di eccellenza realizzato in partnership con Golosi s.r.l.
Alessandro Sartore