LIFESTYLE- Pagina 3

Sant’Antonio di Ranverso, alla scoperta di personaggi e simboli del Presepe

Domenica 7 dicembre

La Natività dipinta da Defendente Ferrari nel 1531, scena centrale del grande polittico nella chiesa di Sant’Antonio di Ranverso, è il punto di partenza della visita tematica “Presepe!”, in programma domenica 7 dicembre alle 15.30. Si tratta di un appuntamento alla scoperta di storie, personaggi e simboli del Presepe. Il polittico fu realizzato come vita da larte degli abitanti di Moncalieri per la scampata pestilenza. Collocato a Ranverso dal 1532, dopo un lungo e accurato trasporto fra le campagne piemontesi, è oggi una delle opere più rappresentative del Rinascimento piemontese. Nella scema centrale è raffigurata la Natività, ai lati compaiono i Santi protettori della peste; Sant’Antonio Abate e San Sebastiano a sinistra, San Rocco e San Bernardino da Siena a destra. Nella predella sono illustrati sette episodi nella vita di Sant’Antonio Abate, mentre la cornice lignea dorata e le ante dipinte internamente ed esternamente completano la magnificenza dell’opera, che segna il superamento dello stile gotico e l’affermazione compiuta del linguaggio rinascimentale.

Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso – località Sant’Antonio di Ranverso, Buttigliera Alta, Torino.

Costo visita: 5 euro oltre al costo del biglietto: intero 5 euro/ridotto 4 euro

Indispensabile la prenotazione entro il giorno che precede la visita – info e prenotazioni: da mercoledì a domenica – 011 6200603 – ranverso@biglietteria.ordinamauriziano.it

Mara Martellotta

Il vino delle feste: gusto, territorio e partecipazione attiva

Allo Spazio “OPEN” di “Fondazione Time2”, degustazione solidale di vini del Piemonte a sostegno delle attività della “Fondazione”

Giovedì 11 dicembre, dalle 18 alle 20 o dalle 21 alle 23

Sarà “una serata inedita, capace di connettere territorio, gusto e solidarietà trasformando ogni calice in un gesto concreto per una società più aperta e un territorio attivo nel cambiamento”. E’ questo, secondo gli organizzatori, l’obiettivo de “Il vino delle feste”, evento di degustazione solidale a sostegno di “Fondazione Time2”, l’“Associazione” fondata nel 2019 da Antonella e Manuela Lavazza, con lo scopo di affiancare – nelle due sedi “OPEN” e “Casa Mistral” aperte la prima a Torino e la seconda ad Oulx, in Valsusa – persone con disabilità nel passaggio all’età adulta e nel costruire il loro futuro su basi di “uguaglianza” e “pari opportunità”, attraverso attività educative, sportive e inserimenti lavorativi.

L’appuntamento è per giovedì 11 dicembre presso lo spazio “OPEN – Spazio aperto di diversità” in corso Stati uniti 62/B, a Torino, con la possibilità di adesione in due diverse fasce orarie: dalle 18 alle 20 o dalle 21 alle 23.

L’idea, sicuramente interessante e di alto profilo, umano e culturale, per  tutti i (più o meno incalliti, ma sempre nella giusta misura)“wine lovers” é quella di dar vita ad un’autentica esperienza sensoriale attraverso le aree più interessanti, sotto tale aspetto, del Piemonte: dalle Langhe al Roero, dal Monferrato al Canavese. Attorno a calici e bottiglie selezionate ci saranno le “storie dei produttori” con la possibilità di scegliere i vini delle prossime Feste, trasformando un semplice gesto quotidiano in un atto di sensibilità e responsabilità collettiva. “Le narrazioni delle cantine, il legame con la terra, l’identità di un prodotto che porta con sé un paesaggio: tutto questo diventa il ponte tra i produttori, gli appassionati e la comunità … Ogni calice degustato e ogni bottiglia acquistata contribuiranno  infatti ad implementare i progetti della ‘Fondazione’, rafforzando un modello in cui il territorio non è solo cornice, ma attore attivo di cambiamento”.

Sedici le Cantine presenti e attentamente selezionate. Tutte hanno offerto in dono per l’evento di solidarietà i vini delle loro migliori etichette mettendo a disposizione una selezione limitata in due fasce di prezzo (15–20 Euro e 30–50 Euro). All’ingresso, i partecipanti riceveranno un “kit degustazione” comprensivo di calice, portacalice, grissini e mappa delle cantine partecipanti. Il contributo d’ingresso è di 5 Euro, che sarà scalato in caso di acquisto di una o più bottiglie. L’evento è riservato a persone maggiorenni. Tutto il ricavato sarà destinato alle attività della Fondazione Time2.

“L’appuntamento – concludono gli organizzatori – si propone quindi come molto più di una semplice degustazione: è, infatti, un’occasione per riconoscere il valore della diversità – produttiva e umana – e per praticare un consumo consapevole”.

“OPEN – Spazio Aperto di Diversità” è stato progettato per accogliere tutti: gli spazi sono accessibili in carrozzina, sono presenti bagni accessibili e “gender-neutral”, e sono disponibili “cuffie antirumore” su richiesta.

Per esigenze specifiche di accessibilità è possibile contattare la “Fondazione Time2” all’indirizzo accessibilità@fondazionetime2.it o al numero telefonico 011/ 78 65 45.

g.m.

Nelle foto: cortile esterno “OPEN-Spazio Aperto di Diversità” e Locandina evento

Natale alla Reggia di Venaria e al Borgo Antico

La Reggia di Venaria e il Borgo Antico cittadino ospitano la quinta edizione
di “Immaginaria”, la rassegna-evento delle festività natalizie promossa dal
Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e dalla Città di Venaria Reale
Videomapping, aperture serali, concerti, spettacoli, laboratori, sfilate e mercatini di Natale
si alternano dal 6 dicembre 2025 al 6 gennaio 2026 nella magica cornice del Centro
Storico cittadino e della Reggia di Venaria, con il ricco programma di Immaginaria
2025.
Il Centro Storico e il Borgo antico diventano un palcoscenico unico di luci e suoni che
ricreano la suggestiva atmosfera del Natale, inglobando le facciate della Reggia che si
animano con forme e colori attraverso le proiezioni di Luminographie realizzate
dell’artista Gaspare Di Caro. Il videomapping d’artista a sua volta rappresenta l’ultimo atto
di “Into the Light”, il programma culturale della Reggia di Venaria dedicato al tema della luce

A partire dal 7 dicembre gli spazi barocchi della Reggia ospitano concerti, laboratori e
attività per famiglie a tema natalizio, e dal 26 dicembre fino al 5 gennaio, nel cuore
delle festività, la proposta si arricchisce con le Sere di Natale alla Reggia: aperture
serali fino alle ore 22 del Piano Nobile e della mostra in corso Fernand Leger! accessibili
con un biglietto a tariffa speciale. Un’occasione per vivere la magia del Natale tra luci,
atmosfera regale, arte e architettura.

La Reggia di Venaria si colora delle magiche atmosfere natalizie e accoglie il pubblico con un grande albero di Natale posto al centro della Piazza della Repubblica, in fronte alla Torre dell’Orologio, e con le affascinanti Luci d’Artista lungo Via Mensa, nel Borgo Antico.

A partire dal 22 dicembre, ad impreziosire e rendere speciale la visita del pubblico che raggiungerà la Reggia nel periodo delle festività natalizie, La Venaria Reale presenta il Presepe del Re: un meraviglioso presepe con 120 figure artistiche del settecento napoletano, messe a disposizione dall’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia di Roma (già Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari). Con la progettazione e la costruzione scenografica di Nicola Maciariello e l’allestimento di Nicolò Giacalone, il presepe espone una parte della raccolta di figure presepiali formatasi in occasione della grande Mostra di Etnografia italiana tenutasi a Roma in piazza d’Armi per l’Esposizione Internazionale del 1911 per il Cinquantenario dell’Unità d’Italia.

Il magico e affascinante Presepe del Re, attende i visitatori della Reggia nella Sacrestia della Cappella di Sant’Uberto, al termine del percorso di visita, ed è compreso nel biglietto di ingresso alla Reggia, alla mostra “Cavalieri. Dai Templari a Napoleone” e ai Giardini.
Gli orari di visita al presepe sono i medesimi della Reggia.
Dal Martedì al Venerdì: 9 – 17; Sabato: 9 – 21.30; Domenica: 9 – 20.

La Cappella di Sant’Uberto ospiterà, alla mezzanotte del 24 dicembre la Messa di Natale.
A partire dalle ore 23, ci sarà la veglia di preghiera presso la Chiesa della Natività di Maria Vergine, in Piazza dell’Annunziata, nel Borgo Antico di Venaria Reale.
Una processione attraverso via Mensa, condurrà alla Cappella di Sant’Uberto, dove verrà celebrata la Santa Messa di mezzanotte.

Piemonte da vivere: quando il viaggio diventa esperienza e il territorio si vive e si respira

Tra colline, borghi e montagne, il Piemonte offre incontri autentici e percorsi lenti che trasformano il modo di scoprire un territorio.

C’è un momento, in ogni viaggio, in cui ci si accorge di non essere più semplici visitatori, può succedere mentre si ascolta il racconto di un artigiano, mentre si impara un gesto antico in una cucina di famiglia, o mentre si cammina su un sentiero che qualcuno percorre da una vita, è lì che comincia il turismo esperienziale.

Sempre più persone oggi non cercano solo luoghi da vedere, ma incontri da vivere. Vogliono sentirsi parte di un territorio, anche solo per un giorno. Lontano dalle visite veloci e dalle fotografie scattate di corsa, emerge il desiderio di rallentare, di entrare nella trama quotidiana dei luoghi, di ascoltare chi li abita. È un modo di viaggiare che richiede apertura, curiosità, disponibilità a lasciarsi sorprendere.

Il turismo esperienziale nasce da qui: dall’idea che un luogo non si conosce davvero finché non si incrociano gli sguardi delle persone che lo custodiscono. È un modo di viaggiare che mette al centro le comunità locali, non più comparse, ma protagoniste. Chi accoglie non offre solo un servizio: condivide un pezzo della propria vita, quel gesto crea una relazione che arricchisce entrambe le parti. Il viaggiatore porta rispetto e attenzione, chi ospita ritrova valore nelle proprie tradizioni e nella propria storia. È un equilibrio delicato, che può diventare una forma di turismo sostenibile e responsabile, capace di generare economie diffuse senza snaturare l’identità dei territori.

In questo scenario il tempo assume un nuovo ritmo. Non è più una risorsa da ottimizzare, ma un compagno di viaggio. Si scopre che fermarsi, ascoltare, prendersi un’ora in più per capire un gesto o un racconto, non è una perdita: è il cuore stesso dell’esperienza. Il turismo esperienziale invita a lasciarsi condurre con lentezza, a vivere i luoghi con la stessa intensità con cui si vive un incontro importante.

Il Piemonte è una regione che invita naturalmente al turismo esperienziale, qui ogni territorio racconta qualcosa e lo fa attraverso le persone che lo abitano, le tradizioni che resistono e i paesaggi che cambiano volto a ogni stagione.

Nelle Langhe, nel Roero e nel Monferrato, l’esperienza nasce spesso intorno al vino e alla terra. Entrare in una piccola cantina significa ascoltare storie di famiglia, capire la fatica dietro un vigneto, scoprire gesti tramandati che trasformano l’uva in un racconto liquido. Le colline non si attraversano soltanto: si vivono camminando tra i filari, parlando con chi li cura ogni giorno, lasciandosi guidare dai ritmi lenti del paesaggio. Spostandosi verso le montagne, nelle valli alpine l’esperienza prende la forma di una passeggiata con una guida del posto, di una visita a una baita, di un laboratorio in cui si impara un antico mestiere. Qui il viaggio diventa immersione: il silenzio, la natura e le storie degli abitanti accompagnano chi arriva e lo portano a rallentare, a osservare, a sentire i luoghi con maggiore intensità.

Anche nelle città e nei borghi, il Piemonte offre un turismo esperienziale fatto di incontri e dettagli. Nei giardini storici, nelle botteghe artigiane, nelle strade che custodiscono memoria, si scopre un patrimonio che vive grazie alle persone che lo raccontano, ai loro aneddoti, alla passione con cui aprono le porte del proprio lavoro o della propria casa.

Questo modo di viaggiare funziona qui perché la regione ha scelto di valorizzare la sostenibilità, il rispetto per l’ambiente e il coinvolgimento delle comunità locali. L’esperienza non è costruita a tavolino: nasce dalla vita reale dei luoghi, dalla loro identità.

In Piemonte chi viaggia non solo vede, ma partecipa. Va via con un ricordo che non è una semplice immagine: è un profumo, una voce, un gesto imparato. È il privilegio di aver toccato l’essenza di un territorio che ama raccontarsi lentamente, e’ un nuovo modo di viaggiare che non e’ turismo, ma conoscenza e fusione con l’ambiente circostante, naturale e umano.

Maria La Barbera

Il colore nell’abitare: ispirazioni da Marrakech per valorizzare la casa (anche durante le festività)

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ABITARE CON STILE

Rubrica settimanale a cura di Magda Jasmine Pettinà 
Uno spazio dedicato al mondo della casa in tutte le sue forme: dal mercato immobiliare al design d’interni, dall’arte di valorizzare gli spazi alle nuove tendenze dell’abitare contemporaneo. Consigli pratici, spunti estetici e riflessioni su come rendere ogni casa un luogo che rispecchi chi siamo — con uno sguardo che unisce competenza, bellezza e sensibilità.
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Negli ultimi giorni ho avuto l’occasione di trascorrere del tempo a Marrakech, una città che fa del colore un linguaggio quotidiano. Dalle sfumature terracotta delle mura ai blu intensi dei riad, fino ai toni speziati dei souk, ogni angolo racconta come una palette ben costruita possa definire un’atmosfera, influenzare la percezione e trasformare uno spazio.

Rientrata a Torino, ho ripensato all’impatto che quei contrasti e quelle armonie visive hanno avuto sui miei sensi e a quanto, anche nelle nostre case, il colore sia uno strumento progettuale fondamentale per creare ambienti funzionali, accoglienti e coerenti con il nostro stile di vita.

Il ruolo del colore nella progettazione d’interni

In interior design, il colore non è mai un elemento casuale: orienta la percezione dello spazio, influisce sul comfort visivo e definisce il carattere di ogni ambiente. Ogni tonalità ha un effetto distintivo, che può essere sfruttato per potenziare le funzioni della stanza.

  • Rosa – ideale per camere e zone relax, illumina e ammorbidisce l’atmosfera.

  • Rosso – intenso e avvolgente; perfetto per dettagli e pareti d’accento in spazi conviviali.

  • Arancione – energico e caldo, ottimo per aree creative o zone di passaggio.

  • Giallo – solare e stimolante; eccellente in cucine, ingressi e home office.

  • Verde – rilassante e versatile, perfetto per soggiorni e camere da letto.

  • Blu – fresco e ordinato, ideale per spazi dedicati al riposo o allo studio.

  • Viola – sofisticato in tutte le sue declinazioni, caratterizza con eleganza senza appesantire.

Come ho osservato anche a Marrakech, la luce cambia radicalmente il comportamento di un colore: una tonalità può risultare calda nelle ore del mattino e più neutra alla sera. Testare una palette nelle diverse condizioni luminose è sempre un passaggio imprescindibile.

 

Costruire armonia: abbinamenti, texture e materiali

Il colore funziona al meglio quando dialoga con texture e materiali:

  • Toni neutri (avorio, sabbia, greige): ideali come base per inserire accenti stagionali.

  • Velluto, lana, bouclé: perfetti per sostenere colori intensi e atmosfere materiche.

  • Legni naturali: si abbinano bene alle palette verdi, blu e ai toni terrosi tipici del nord Africa.

  • Metalli caldi: bronzo e ottone valorizzano palette profonde come bordeaux, rosso scuro e blu notte.

Anche i contrasti visti nei souk – il blu oltremare accanto al rame, il verde salvia vicino alle terre bruciate – dimostrano quanto una palette ben equilibrata possa rendere un ambiente ricco ma non caotico.

 

Preparare la casa alle festività: come introdurre colore con stile

L’arrivo delle feste è un momento perfetto per aggiornare l’atmosfera domestica. Non serve stravolgere l’arredamento: basta lavorare con accenti mirati.

1. Definire una palette natalizia contemporanea

Accanto ai tradizionali rosso e oro, oggi sono molto utilizzati:

  • Verde bosco + legno naturale – sobrio e elegante.

  • Blu notte + argento – raffinato, ideale per case moderne.

  • Champagne + bianco neve – luminoso e minimale.

  • Terracotta + rame – caldi, materici, perfetti per chi ama un tocco marocchino rivisitato.

 

2. Aggiornare tessuti e dettagli

Cuscini in velluto, plaid in lana, runner con texture jacquard: piccoli interventi che enfatizzano la palette scelta.

3. Lavorare sulla luce

Lampade da tavolo, candele, punti luminosi caldi aiutano a creare atmosfera senza invadere lo spazio.

4. Coordinare gli ambienti

Usare gli stessi colori in soggiorno, tavola e ingressi permette di ottenere un effetto elegante e ordinato.

Dai colori intensi di Marrakech alle nostre case invernali, il colore resta uno strumento strategico per trasformare un ambiente.

Con scelte misurate, materiali adatti e una palette coerente, ogni casa può acquisire carattere, stile e calore – qualità particolarmente preziose durante il periodo delle festività, quando desideriamo accogliere e vivere gli spazi al meglio.

Le stelle in un calice: champagne tra storia e attualità

Una tappa speciale sulla Route Touristique du Champagne: lo Champagne della Maison Stéphane Coquillette di Chouilly

Lo champagne non è soltanto un vino: è diventato simbolo, universalmente riconosciuto di festa, eleganza e prestigio. I racconti e le leggende sull’inventore dello champagne, Dom Pierre Pérignon, sono molti, ma non tutti sono basati su un fondamento di realtà. Pierre Pérignon nacque nel 1638 nella regione di Champagne, nel nord della Francia. All’età di 19 anni, scelse di entrare in un monastero e diventare monaco benedettino. Nel 1668 arrivò al monastero Hautvillieres. A quel tempo, i monaci erano tra i maggiori proprietari terrieri e produttori del vino dell’epoca. Dom Pierre Pérignon fu maestro di cantina ad Hautvillieres fino alla sua morte nel 1715 e divenne particolarmente famoso per i suoi numerosi esperimenti sia in vigna che in cantina. Dom Pierre Pérignon si distinse per un approccio completamente nuovo sia alla vigna che alla produzione in cantina. In vigna esplorò le diverse tipologie di uve e il concetto di “terroir“. Oggi sappiamo infatti che ogni vigneto, con il suo terroir, dà un carattere distintivo al vino finale. Inoltre, si racconta che la scelta non casuale dell’uva debba essere attribuita proprio a Dom Pierre Pérignon. All’epoca, la Francia settentrionale era molto fredda e il monaco benedettino scelse di lavorare con il Pinot Nero su larga scala, vitigno molto più adatto sia al clima dell’epoca. Un altro aspetto al quale Dom Pierre Pérignon prestò particolare attenzione fu la miscelazione del vino stesso. Anche durante la vendemmia, pensò che valesse la pena mescolare le singole uve per raggiungere la complessità desiderata. L’attuale Champagne Dom Pérignon utilizza ancora uve raccolte nei vigneti del monastero di Hautvilliers, per onorare le origini dell’uomo e del vino. Dom Pierre Pérignon morì nel 1715 e fu sepolto nel coro del monastero di Hautvilliers. Sulla sua lapide è scritto Summa Cum Laude (“con la più alta onorificenza”) alla quale il monaco ha aspirato in tutte le fasi della sua vita. Questo è anche il motto dei monaci benedettini. Dom Pierre Pérignon fece molte operazioni rivoluzionarie che sono ancora oggi utilizzate per realizzare i migliori vini frizzanti al mondo. La sua leggenda e il suo nome restano ancora oggi immortali. Il processo di produzione dello champagne si è, tuttavia, evoluto nel tempo grazie a diversi contributi, fino a diventare il celebre méthode champenoise, oggi imitato in tutto il mondo. La denominazione AOC Champagne è rigidamente regolata: solo vini prodotti in questa zona possono portare il nome “Champagne”. I vitigni principali sono Pinot Noir, Pinot Meunier e Chardonnay, assemblati in proporzioni diverse per creare cuvée dalle sfumature. Il segreto sta nel terroir: il clima fresco, il sottosuolo gessoso e l’orografia delle colline favoriscono acidità e mineralità, elementi essenziali per la corretta realizzazione delle bollicine. La regione Champagne è una terra ricca di borghi medievali, cattedrali gotiche e villaggi pittoreschi come Reims, Épernay e Troyes. Reims, in particolare, è celebre per la sua cattedrale, dove venivano incoronati i re di Francia, e per le grandi maison che custodiscono chilometri di cantine sotterranee. Nel 2015, i paesaggi viticoli della Champagne – colline, case e cantine – sono stati riconosciuti Patrimonio Mondiale UNESCO come “paesaggio culturale”. La Route Touristique du Champagne permettono di scoprire cantine storiche e piccoli produttori, unendo cultura, gastronomia e paesaggi suggestivi. Visitare la regione Champagne significa immergersi in un mondo dove arte, storia e gusto si fondono in un’esperienza indimenticabile.

Una visita speciale: Champagne Stéphane Coquillette

Tra le tappe imperdibili, spicca la cantina Champagne Stéphane Coquillette, situata a Chouilly, villaggio classificato Grand Cru nella Côte des Blancs. Stéphane rappresenta la quarta generazione di una famiglia di vignaioli: i nonni Pierre e Hélène fondarono la maison Saint-Chamant nel 1930, il padre Christian la portò avanti dal 1950, e oggi Stéphane conduce il proprio domaine con 6 ettari di vigne. Le uve provengono da cru prestigiosi: Chouilly e Cuis per lo Chardonnay, Aÿ e Mareuil-sur-Aÿ per il Pinot Noir. I vigneti, piantati su suolo calcareo e gessoso, sono coltivati con metodi rispettosi dell’ambiente: niente erbicidi, lavorazioni manuali, potature e legature fatte a mano per preservare la salute delle viti. La cantina, rinnovata nel 2001, ospita quattro presse e più di dieci parcelle che contribuiscono alle cuvée. Tra le etichette più rappresentative:

  • Carte d’Or 1er Cru (Pinot Noir e Chardonnay), fresco e minerale.
  • Cuvée Diane Blanc de Blancs (100% Chardonnay da vecchie vigne), elegante e complesso.
  • Cuvée Les Clés Blanc de Noirs (100% Pinot Noir Grand Cru da Aÿ), intenso e fruttato.
  • Cuvée Marie-Aimer Rosé (Pinot Noir Rosé de Saignée), con note di ciliegia e fragola.
  • Cuvée By Louis Vintage 2010 Brut Zero (Pinot Noir senza dosaggio), raffinato e trasparente, con grande potenziale di invecchiamento.

La filosofia di Stéphane è chiara: evitare l’uso di vini di riserva per mantenere la purezza del millesimo. Ogni cuvée nasce da un singolo anno di vendemmia, esprimendo al meglio il carattere del terroir. La visita alla cantina Coquillette dimostra come la tradizione dello Champagne non sia solo patrimonio delle grandi maison, ma sia custodita anche nelle mani di vignaioli indipendenti che custodiscono il sapere di generazioni. In Champagne, la storia di Dom Pérignon e delle abbazie medievali si intreccia con l’innovazione di produttori come Stéphane Coquillette, offrendo al viaggiatore un’esperienza che unisce cultura, paesaggio e il piacere di un calice di stelle, oltre a quella di un’accoglienza calorosa e di un’esperienza unica.

Barbara Castellaro

Per info: Champagne Stéphane Coquillette
15 rue des écoles 51530 Chouilly
Email : champagne.coquillette@orange.fr

www.champagne-coquillette.fr

“Torino Trolley Festival”, una grande parata di bus e tram storici 

Una grande parata di tram e autobus storici lungo le vie del centro città rappresenterà l’evento principale del “Torino Trolley Festival”, domenica 7 dicembre prossimo. Alle 12 partirà da piazza Statuto la sfilata di tutti i veicoli disponibili della flotta storica, tram e autobus, integrati da esemplari di tram moderni e speciali per un totale di 25 mezzi. Il percorso si snoderà da piazza Statuto, lungo l’anello di binari della piazza, per corso San Martino, piazza XVIII Dicembre, via Po fino a piazza Vittorio Veneto. La manifestazione, organizzata con GTT, avrà il suo fulcro in piazza Castello, dove tra le 9.30 e le 19 sarà operativo al fianco del monumento del Duca d’Aosta il gazebo ATTS, che fornirà informazioni al pubblico. Fra le 10 e le 12 e le 14.30 e le 18.30 i tram storici saranno a disposizione del pubblico per un percorso speciale tra salite e discese per piazza Castello. Sarà in funzione anche la linea storica 7, con capolinea sempre in piazza Castello. Sarà a disposizione dei cittadini anche l’autobus storico a due piani di Italia ’61, con capolinea sulla carreggiata stradale in corrispondenza del gazebo. A bordo dei tram saranno presenti i rievocatori dell’associazione “Le vie del tempo”, che vestiranno abiti d’epoca. Inoltre, in occasione del ventesimo anniversario dalla fondazione, la ATTS organizzerà il convegno “Tram del passato, visioni per il futuro”, in programma venerdì 5 dicembre presso la stazione Sassi della tramvia Sassi-Superga, e sabato 6 dicembre presso l’hotel NH Collection di piazza Carlina. Lo scopo di queste iniziative è quello di valorizzare il mezzo tramviario come patrimonio storico e culturale dei cittadini, promuovendo l’immagine della città di Torino come punto di riferimento mondiale in questo campo. Il convegno internazionale richiamerà a Torino molti esponenti di musei tramviari, associazioni ed Enti di gestione dei servizi tramviari storici. Sono previsti oltre 15 interventi da parte di esperti provenienti da svariati Paesi e da 4 Continenti, che porteranno le loro testimonianze su importanti iniziative già realizzate o in progetto con riferimento a 4 aree tematiche: il ruolo dei tram storici nel settore turistico e culturale, la comunicazione e la promozione, il volontariato e il ricambio generazionale, il modellismo come valorizzazione dei tram storici. L’incontro metterà a confronto le migliori pratiche a livello mondiale, affinché ognuno possa trarne spunto per migliorare le proprie.

Mara Martellotta

Casa, luogo dell’anima

Torino Magazine e l’interior designer Paola Nicolucci propongono un incontro dedicato alla casa come luogo dell’anima, con il contributo d’immagini di uno dei più grandi fotografi d’interno italiani Adriano Bacchella.

• Venerdì 5 dicembre ore 17.00, presso il Circolo dei Lettori.
• Con la partecipazione del fotografo Adriano Bacchella e la moderazione di Andrea Cenni.

Al termine dell’evento sarà possibile acquistare il libro di Paola Nicolucci. L’incasso sarà interamente devoluto al progetto Spazio Neutro di Casa Benefica.

Conferme via mail: eventi@torinomagazine.it

Apre il Metzger Christmas Temporary

 

Fino al 24 dicembre il gusto delle feste ha un nuovo indirizzo a Torino

 

 

Il Natale, quest’anno, sa di malto, luppolo e autentica tradizione sabauda.

Birra Metzger – lo storico marchio nato nel 1848 e recentemente rilanciato dall’imprenditore torinese Marco Bianco – apre ufficialmente il Metzger Christmas Temporary, un chiosco interamente dedicato alle sue birre artigianali nel cuore della città, in Corso San Maurizio 24/C.

Da oggi e fino al 24 dicembre, con orario 11.30–19.30, torinesi e visitatori potranno scoprire e acquistare l’intera gamma Metzger nei formati da 33 cl e, per alcune referenze, anche da 75 cl.
Ogni giorno, dalle 16.30 alle 17.30, il chiosco offrirà una degustazione gratuita di una birra diversa: un invito a scoprire il nuovo corso della storica Metzger, oggi prodotta nel rinnovato birrificio di via Catania.

Protagonista assoluta del Christmas Temporary sarà la DoppelBock, la birra natalizia Metzger: scura, intensa e corposa, presentata per la prima volta nel formato speciale da 75 cl, ideale da condividere durante le feste. Le sue note maltate, il caramello e un tostato che richiama il cappuccino la rendono una birra sorprendentemente morbida e facile da bere.
Per esaltarne l’abbinamento, il chiosco propone anche una selezione di panettoni artigianali, classico e al cioccolato, per un perfetto incontro tra tradizione dolciaria e cultura brassicola torinese.

Il Metzger Christmas Temporary vuole essere anche un primo passo verso il nuovo percorso del marchio, in vista degli appuntamenti del 2026 e delle iniziative culturali che animeranno il birrificio di via Catania: visite guidate, corsi, eventi e degustazioni. Per tutto dicembre, il chiosco di Corso San Maurizio diventa così un punto di incontro e scoperta, dove riscoprire un’eccellenza storica della città, perfetta da portare in tavola o da regalare a Natale.

E da oggi c’è un’altra novità: è online il nuovo shop Metzger, dove acquistare comodamente tutte le birre del marchio.
Shop online – Metzger 1848


METZGER CHRISTMAS TEMPORARY
Corso San Maurizio 24/C – Torino
Fino al 24 dicembre
Orario: 11.30 – 19.30
www.metzger1848.com

Chiara Vannini