LIFESTYLE- Pagina 3

La regola numero uno…

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L’allegra combriccola stava marciando da più di un’ora nel bosco di latifoglie, guidata da Serafino Lungagnoni, in versione vecchio Lupo. Il suo cappellone boero grigio spiccava sui cappellini con visiera verde suddivisi in sei spicchi bordati di giallo, segno distintivo dei lupetti.

Tutti in divisa – camicia azzurra, pantaloncini di velluto blu, calzettoni dello stesso colore, lunghi fino al ginocchio,e l’immancabile fazzoletto al collo – , con passo marziale scandito dalla loro guida,erano ormai in procinto di sbucare sulla radura dove, alta e maestosa, li attendeva la quercia secolare. Albero simbolo del bosco Negri , al confine della Lomellina, all’interno del Parco del Ticino, alle porte di Pavia, era stato scelto dal Lungagnoni perché i ragazzini potessero abbracciarlo. Il buon Serafino era convinto che, abbracciando le piante, si potesse stabilire una forma di comunicazione con il mondo vegetale dal quale trarre giovamento. Il bosco, tra l’altro, era bellissimo: una ventina d’ettari che rappresentavano un ottimo campione della vegetazione che ricopriva gran parte della pianura Padana prima dell’arrivo dei Romani. Non solo alberi d’alto fusto ma anche tanti fiori e arbusti come il Biancospino e il Ciliegio a grappoli, che offrivano spettacolari e profumatissime fioriture all’inizio della primavera. I lupetti del suo Branco, disposti in cerchio attorno alla quercia, cinsero l’albero in un grande e tenero abbraccio, sotto lo sguardo compiaciuto di Lungagnoni che, ad alta voce, rammentava non solo il valore del gesto ma anche le due regole fondamentali del branco: “Il Lupetto pensa agli altri come a se stesso” e “Il Lupetto vive con gioia e lealtà insieme al Branco”. L’educazione dei piccoli era per lui una missione alla quale, nonostante l’età e il fisico corpulento che gli strizzava addosso la divisa,non intendeva rinunciare.

Eh, vorrei vedere. Se non ci fossi io a tenere insieme questi qui, chissà come crescono.. Io mi do da fare, cerco di portarli sempre a contatto con nuove realtà che prima mi visualizzo per conto mio, evitando pericoli e sorprese”. Sì, perché il nostro Vecchio Lupo amava “visualizzare” prima ogni cosa: fosse un percorso, un campetto da calcio, una baita o un ricovero per passarci la notte. “Nulla va lasciato al caso,eh?Cavolo, quando mi ci metto io le cose vanno lisce come l’olio e le mamme sono tutte contente. E’ una bella soddisfazione,no? ”.Così era stato anche in quell’occasione, visitando il bosco Negri. E, terminato il rito dell’abbraccio alla quercia, diede l’ordine perentorio di rimettersi in marcia. “Forza, ragazzi. Dobbiamo arrivare alla fine del bosco entro mezz’ora, poi ancora un’oretta e saremo alla stazione ferroviaria dove, con il locale delle 18,30, si rientra al paese. Sù, avanti, marsch!”. Lungagnoni, sguardo fiero e petto in fuori, dettava il passo senza rinunciare a quelle che lui stesso chiamava “pillole di saggezza scout”. Con voce possente, si mise a declamarle. “ Regola numero uno, guardare bene dove si mettono i piedi. Regola numero due, mai scordarsi della prima regola. E’ chiaro? Basta un attimo di disattenzione e si rischia di finire a terra, lunghi e tirati, o di inciampare e farsi male. Il bosco è pieno di ostacoli quindi, state atten…. “. Non terminò la frase che sparì alla vista del gruppo che precedeva di due o tre metri.

Dov’era finito? I lupetti si fecero avanti con circospezione e lo videro, dolorante e imprecante, sul fondo di una buca che era appena nascosta dalla vegetazione. Non senza fatica, usando la corda che si erano portati appresso ( “ in gite come questa non serve un tubo”, aveva sentenziato,improvvido, Serafino “ ma è sempre bene abituarsi a non dimenticare nulla di ciò che potrebbe, in altri casi, essere utile”), scontando una serie di insuccessi, riuscirono alla fin fine a trarre il vecchio Lupo da quella imbarazzante situazione. Così,ripresa la marcia in silenzio, Lungagnoni– rosso in volto come un peperone maturo – non gradì affatto la vocina che , in fondo al branco, quasi sussurrò “eh, sì. Regola numero uno:guardare bene dove si mettono i piedi”. Nonostante ciò stette zitto, rimuginando tra se e se: “Vacca boia, che sfiga. Mi viene quasi voglia di mandarmi a quel paese da solo, altro che regola numero uno”.

Marco Travaglini

Sapori di famiglia: il polpettone gustoso e casereccio

Polpettone al forno con patate

Una ricetta della tradizione dagli antichi sapori di pranzi in famiglia. Questo è il polpettone, un secondo gustoso ed economico che racchiude un goloso e succulento ripieno.
Un piatto che rende felice tutti.

Ingredienti

600gr. di carne trita di manzo
2 uova
50gr.di grana grattugiato
4 grissini ridotti in polvere
3 fette di prosciutto crudo
100gr. di toma o fontina
Sale, pepe q.b.
5 patate
1 rametto di rosmarino
Sale, olio q.b.

In una ciotola impastare la carne con le uova, il parmigiano, la polvere di grissini, il sale ed il pepe. Stendere l’impasto su un foglio di carta forno, dare una forma rettangolare, sistemare le fette di prosciutto e sopra, il formaggio a tocchetti.
Arrotolare la carne aiutandosi con la carta forno e sigillare bene. Chiudere a caramella e sovrapporre un altro foglio di carta forno sigillando bene. Sistemare il polpettone al centro di una pirofila da forno, aggiungere le patate tagliate a cubetti condite con olio e rosmarino.
Infornare a 180 gradi per 30 minuti. Estrarre il polpettone, togliere la carta e rimettere in teglia per altri 15 minuti.

Servire caldo.

Paperita Patty

 

Forze armate o disarmate?

L’approssimarsi del 4 novembre, Giornata delle Forze armate, nonché Anniversario della vittoria della Prima Guerra Mondiale riporta in discussione l’opportunità di avere forze armate, di celebrare una guerra, soprattutto in un periodo che di conflitti nel mondo ne vede troppi.

E’ palese che tali discussioni siano cominciate nel momento in cui è stata sospesa la leva obbligatoria e la scuola, in generale, ha smesso di insegnare educazione civica, le ore dedicate alla formazione sono state sostituite da quelle dedicate a come cambiare genere ed in quale toilette recarsi a seconda se si percepisca una disforìa di genere o no.

Va innanzitutto ricordato che anche i Carabinieri, per effetto della legge delega n. 78, dal 31 marzo 2000 sono la quarta forza armata dello Stato; ciò significa che se subiamo un’aggressione, o entrano i ladri in casa o subiamo un qualsiasi altro reato, ed odiamo le Forze armate dobbiamo essere coerenti e chiedere al 112 che ci venga inviata la Polizia di Stato oppure non chiediamo aiuto così si rafforza in noi la convinzione di essere coerenti e che le Forze Armate siano inutili.

Ottaviano Augusto, che di guerre se ne intendeva, già venti secoli fa disse “Si vis pacem para bellum” (Se vuoi la pace, prepara la guerra), ad indicare come uno Stato militarmente potente ha sicuramente meno probabilità di essere aggredito.

Ma pensiamo al presente: quante volte i nostri militari intervengono e sono intervenuti in zone calde, come contingente di pace? Proprio perché contingente di pace (il primo fu in Libano, nel 1982 e nel 1983, al comando del Gen. Angioni) non aveva come obiettivo combattere ma la dotazione di armi era un deterrente per le popolazioni in conflitto).

E quante volte, dagli Alpini al Genio passando per le altre specialità, sono intervenuti a seguito di sismi (inteso come plurale di sisma, non come ex servizio segreto) per aiutare la popolazione, fornire supporto per il rinvenimento di ferito e cadaveri o per somministrare cibo, acqua e medicinali? A partire dall’alluvione di Firenze nel 1966, arrivando al terremoto del Belice nel 1968, ai terremoti di Friuli (1976) e Irpinia (1980) proseguendo con tutti gli altri eventi, le forze armate hanno fornito mezzi e personale altamente addestrato salvando vite e venendo in soccorso alle popolazioni coinvolte.

Nessuno di noi può ricordare il terremoto di Messina nel 1908 dove, a seguito dello sciacallaggio posto in essere da molte persone ed essendo morti molti appartenenti alle nostre forze dell’ordine, furono i marinai russi ad intervenire per bloccare il fenomeno, restituendo ove possibile i beni ai legittimi proprietari.

Se una mamma, come spesso sento dire, incute ai figli piccoli la paura delle divise dicendo “se non stai bravo dico al carabinieri di portarti via” (o scemenze analoghe) non dobbiamo poi stupirci che quel bambino, da adulto, odi le divise o creda di dover necessariamente reagire a qualsiasi richiesta proveniente da un individuo in divisa.

Collaboro spesso con Carabinieri, altre forze armate, Corpo militare della CRI e non li ho mai percepiti come aggressori, eredi di nefandezze del passato o, comunque, enti e persone da escludere dalla vita di un Paese.

La storia insegna e serve da monito per le generazioni future soltanto se viene studiata, compresa, contestualizzata; solo così può aiutare a comprendere gli errori del passato ed evitare che si ripetano.

Salta agli occhi come, chi oggi inveisce contro le divise sia il primo a lamentarsi che quando ne hai bisogno non ci sono mai, a criticare le spese militari senza considerare che appartenendo ad un Ente sovranazionale (NATO) abbiamo, ipso facto, obblighi di armamento e di intervento dai quali non possiamo esimerci per un patto sinallagmatico (io aiuto te, tu aiuti me).

Certo è che se il tempo dedicato a criticare, blaterare e denigrare le forze armate ed i loro appartenenti venisse utilizzato per affiancarle, magari come volontari, forse (e sottolineo forse) se ne potrebbe ridurre il numero.

Sergio Motta

Inaugurazione di PIEDINY Il Nuovo Santuario del Benessere Pop

Inaugurazione di PIEDINY  Il Nuovo Santuario del Benessere Pop, Inclusivo e Genderless a Torino
Torino si prepara ad accogliere un nuovo spazio dove estetica, creatività e libertà d’espressione si fondono in un’unica esperienza: PIEDINY, il centro estetico e concept store nato dalla visione di Rosa Chemical e di sua madre, pronta a diventare la CEO e anima di questo progetto unico.
L’inaugurazione ufficiale si terrà domenica 9 novembre, dalle ore 18:00, in Via dei Quartieri 4A, nel cuore pulsante della città.
Un concept rivoluzionario
PIEDINY non è il classico centro estetico. È un luogo pop, colorato e irriverente, dove il benessere incontra l’arte e la cura di sé diventa un atto di identità. Pareti rosa shocking, dettagli visionari e un’atmosfera inclusiva e genderless fanno da cornice a un ambiente in cui tutti possono sentirsi liberi di esprimere sé stessi, senza etichette.
Gli ospiti dell’inaugurazione
L’evento vedrà la presenza di:
La madre di Rosa Chemical, CEO e mente creativa di PIEDINY
Rosa Chemical, co-fondatore e icona di libertà e stile
Pitta, 18K, Macello, Axell e numerosi altri ospiti speciali
Intrattenimento, musica e sorprese
L’atmosfera sarà scandita da un DJ set firmato da Camilla PNK, mentre i primi 50 ospiti avranno la possibilità esclusiva di ricevere un toothgem personalizzato da Beatrice Smile, celebre per le sue creazioni scintillanti.
Un evento imperdibile per la stampa, gli amanti del beauty e della cultura pop, che segna l’inizio di una nuova era del benessere a Torino aperta, ironica e senza confini di genere piedinyofficial@gmail.com

Enzo Grassano

Torino accoglie “Diina”: la Dinosaura della Pace su un tetto di Barriera di Milano

Sabato 8 novembre, ai Docks Dora, un essere preistorico alto nove metri inviterà a riflettere sulle guerre e su sestessi
Dalle 16 a mezzanotte si brinda alla Terra con i vini ancestrali di Fabio Gea, le birre acide del Tripel B, i thaj-arin e i korean burger di Atypique
Sonorizzazioni dal vivo Micromachines a cura di Kiffa&Rosbief e la musica sperimentale di Alea Societas
E dopo anni di silenzio, alle 21.30, torna a cantare Dj Pinzu, uno dei fondatori torinesi del rap in Italia

C’è una nuova creatura in città. È alta nove metri, veste un mantello di dodici e – dopo aver girato il mondo, da Parigi ad Amsterdam, da Losanna a Friburgo, alla Loira e alla Provenza – è pronta a svelarsi anche sotto la Mole. Si chiama Diina, ed è una Dinosaura della Pace. Verde, certo — ma quanto “green”? Gonfiabile come le illusioni ecologiche, riciclabile come le promesse elettorali, teneramente plastica come le bugie quotidiane. Eppure, quando sabato 8 novembre scenderà su un tetto di Barriera di MilanoDiina parlerà di Pace. Sì, perché sul suo mantello campeggia una preghiera scritta a mano dal vignaiolo e ceramista Fabio Gea, tradotta in 94 lingue, dalla più parlata al mondo — il cinese — fino al catalano, l’ultima. Ogni lingua vale uno. Ogni persona vale uno. La preghiera non si legge tutta d’un fiato. È un mantra collettivo, una poesia silenziosa che invita a chinarsi, osservare, cercare, forse capire. E per chi avrà la pazienza di guardare bene, in basso a destra — piccola, nera, quasi invisibile — troverà la chiusa più intima.

Il suo creatore, Fabio Gea è uno di quei personaggi che sembrano usciti da una favola dei fratelli Grimm o un libro mai scritto da Philip Dick ambientato nella natura selvaggia delle Langhe, ma camminano tra noi. Geologo, ceramista, vignaiolo, dopo aver fatto sognare mezza Europa con i suoi ovetti e le sue giare di porcellana vinaria, porta finalmente la sua Diinanella città natale.

Nessun social network, nessuna pubblicità, nessun additivo: solo vino, terra, mani, cuore.
Dai vigneti del bricco di Neive ai bacini d’acqua dove lascia fermentare i suoi vini come infusi cosmici, Fabio vive la materia come un atto di fede. E questa volta, prima di partecipare alla Fiera dei vini naturali Augusta al via dal 9 novembre, porta a Torino non solo le sue bottiglie ma un’installazione spirituale, un atto artistico, un rito collettivo. Diina” non è un giocattolo, né una trovata pubblicitaria. È un totem gonfiabile che ci restituisce, in forma leggera e ironica, il peso delle nostre contraddizioni. Perché è facile parlare di “green”, ma qui — tra birre acide e vini ancestrali — si brinda all’imperfezione umana, al dubbio, al tentativo.

Cosa succede ai Docks Dora

L’8 novembre ai Docks Dora sarà la data 0 di  una festa senza etichette (tranne quelle sulle bottiglie), con degustazioni delle birre acide del Tripel B, brindisi con i vini preistorici e rivoluzionari di Fabio Gea, assaggi di thaj-arin (anche in versione veg) e korean burger di Atypique (Milano). E poi musica e danze fino a tarda sera, con le sonorizzazioni dal vivo Micromachines  a cura di Kiffa&Rosbief e la musica sperimentale di Alea Societas. Alle 21.30, un grande ritorno: Dj Pinzu, uno dei fondatori torinesi del rap in Italia, riprende il microfono in mano dopo anni di silenzio.

A osservare, dall’alto, Diina, la Dinosaura della Pace, che si gonfierà davanti a tutti, come un grande respiro collettivo. Un evento per chi crede ancora che la Pace possa gonfiarsi, il vino possa parlare e una dinosaura possa ricordarci che la Terra non ci appartiene — siamo noi ad appartenere a lei. Un momento tra l’assurdo e il mistico, dove si brinda alla Terra, ci si prende in giro come specie, e si balla finché il vino e la birra reggono.

Sabato 8 novembre 2025 – Docks Dora, Torino
Dalle ore 16.00 alle 24
Ingresso libero | Degustazioni a prezzi popolari

Info 373.8891831 – 345.1745672

San Baudolino e il tartufo

Torna anche quest’anno, con l’arrivo dell’autunno, uno degli appuntamenti più attesi del territorio: la Fiera di San Baudolino – Fiera Regionale del Tartufo di Alessandria, giunta alla sua 39ª edizione. Domenica 9 novembre 2025, dalle ore 9.00 alle 19.00, il centro storico della città si trasformerà in un vivace palcoscenico dedicato ai profumi e ai sapori del Piemonte, con una ricca proposta di eventi, degustazioni e intrattenimenti culturali.

Leggi l’articolo su piemonteitalia.eu:

https://www.piemonteitalia.eu/it/eventi/dettaglio/san-baudolino-tartufi-e-sapori-del-piemonte-ad-alessandria

Location WOW, le proposte di POP UP per il Natale aziendale

Le feste di Natale aziendali sono un momento per creare coesione all’interno di un gruppo di lavoro. Proposte personalizzabili, location bellissime in cui organizzare il proprio evento natalizio aziendale. Luoghi raffinati come lo storico palazzo Ceriana Mayneri e quello di Saluzzo Paesana, che accoglie gli ospiti nel suo maestoso cortile barocco, o ancora quello di palazzo Coardi di Carpineto, dove si può cenare tra sale affrescate, in cui il tempo pare essersi fermato. Oppure luoghi più dinamici e contemporanei come la pinacoteca Agnelli, per un brindisi con vista mozzafiato sulla città, o ancora il MAUTO, circondati da una straordinaria collezione che racconta storie di ingegno e bellezza. Qualunque sia la tipologia di evento natalizio che si abbia in mente, POP UP Location WOW ha una soluzione su misura, compresa di menù stagionali, ingredienti locali, fornitori selezionati e la giusta atmosfera di festa. Le proposte per gli eventi aziendali natalizi partono da 57 euro per un aperitivo buffet, e da 67 euro per una proposta placée. POP UP Location WOW è una realtà giovane e dinamica, attiva da lungo tempo sul territorio piemontese nell’organizzazione di eventi privati, i luoghi dall’effetto WOW. La filosofia con cui nasce POP UP è quella dello stupore, progettata per uscirà dagli schemi di un normale format, e sfuttare la propria creatività grazie al supporto di location particolari, staff di cucina e sale di eccellenza consolidate, capace di costruire un evento su misura e secondo le esigenze. L’offerta di POP UP si distingue per quanto riguarda il catering e le location, entrambi di grande qualità e dai prezzi competitivi, per un risultato dall’effetto sorprendente. Il gruppo di professionisti di POP UP si occupa dell’intera filiera organizzativa dell’evento, dalla progettazione all’allestimento, dalla pianificazione dei dettagli alla scelta dei fornitori migliori.

Mara Martellotta

Ceci speziati con verdure, piatto unico di ispirazione indiana

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Un perfetto piatto unico ispirato alla cucina indiana.

Un piatto salutare e sfizioso che unisce le proprietà delle verdure a quella dei legumi. Un piatto davvero invitante, profumato e gustoso.

Ingredienti (per 4 persone)

250gr.di ceci secchi
2 Peperoni di media grandezza (giallo e       rosso)
3 Carote
1 cipolla
2 spicchi d’aglio
3 zucchine
Pochi spinaci
200ml di latte di cocco
1 pezzo di zenzero fresco
2 peperoncini secchi
1 cucchiaino di cumino
1/2 cucchiaino di canella in polvere
1 cucchiaino di curcuma
Brodo vegetale
Prezzemolo, sale, olio q.b.
250gr. di riso Basmati

Mettere i ceci a bagno in acqua fredda per 12 ore.
Preparare le verdure tagliate a tocchetti.
Scolare e sciacquare i ceci e cuocerli in pentola a pressione per 15 minuti con una carota, un pezzo di sedano, mezza cipolla, una foglia di alloro (brodo vegetale).
In una larga padella rosolare la cipolla affettata e l’aglio tritato con poco olio, aggiungere i ceci e le verdure, insaporire e coprire con il brodo dei ceci. Insaporire con lo zenzero grattugiato e le spezie. Cuocere per 30 minuti, aggiungere il latte di cocco e lasciar consumare un poco, regolare di sale e cospargere con prezzemolo tritato. Servire subito con riso basmati bollito.

Paperita Patty

Torino capitale della dolcezza con DOLCISSIMArte 2025

Dal 6 al 9 novembre la rassegna celebra la pasticceria piemontese tra arte, tradizione e nuove generazioni
La città si prepara a immergersi nella dolcezza. Torna DOLCISSIMArte, l’unica rassegna in Italia interamente dedicata alla pasticceria regionale artigianale, ideata da Ascom Confcommercio Torino e provincia ed EPAT, con il sostegno di Regione Piemonte, Città di Torino, Camera di commercio di Torino, Turismo Torino, Unioncamere Piemonte, FIPE, Iren e numerosi sponsor privati.
Dal 6 al 9 novembre 2025, Torino diventerà nuovamente la capitale della pasticceria piemontese, con un ricco calendario di eventi diffusi che uniscono dolcezza, cultura e territorio. La manifestazione si inserisce in una settimana densa di appuntamenti internazionali — tra Artissima e le Nitto ATP Finals — creando un connubio unico tra arte, sport e gusto.
Il sapere che diventa sapore
Tema di questa quarta edizione è “La pasticceria: di generazione in generazione, il sapere diventa sapore”: un omaggio al valore della trasmissione del mestiere, ancora oggi vitale nelle botteghe piemontesi. La pasticceria resta infatti uno dei pochi mestieri dove il ricambio generazionale è vivo e orgogliosamente custodito: i figli tornano nei laboratori di famiglia dopo gli studi per dare continuità a una tradizione che è insieme arte, scienza e passione.
Maria Luisa Coppa, presidente Ascom Confcommercio Torino e provincia, sottolinea:
«La pasticceria piemontese è un patrimonio prezioso, fatto di storia ma anche di futuro. Da quattro anni lavoriamo per valorizzare un settore d’eccellenza. Nessuno si inventa pasticcere: dietro ogni creazione ci sono anni di studio, sacrificio e passione. DOLCISSIMArte è cresciuta e vuole continuare a crescere, perché la pasticceria è un motore economico e culturale per il nostro territorio. Invitiamo le nuove generazioni a raccogliere questa eredità con competenza e visione».
Gli eventi
La Grande Anteprima
Giovedì 6 novembre, al Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, si terrà la Grande Anteprima di DOLCISSIMArte: un sontuoso Tavolo delle Torte con 100 dolci realizzati da 80 Maestri Pasticceri provenienti da Torino, Biella, Cuneo e Vercelli.
Ospiti d’onore i valdostani Rolando e Francesca Morandin, con un collegamento speciale dalla California con Marco Lusso, allievo di Giusto Falchero. L’evento vedrà anche la partecipazione degli studenti ITS Academy Turismo Piemonte e dei Cuochi della Mole, in un dialogo tra maestri e nuove generazioni.
Il Maestro Rolando Morandin, simbolo della tradizione dolciaria alpina, commenta:
«La pasticceria piemontese è uno dei pilastri della pasticceria italiana. Mi considero un “raccontastorie” che cerca di trasmettere ai giovani non solo le tecniche, ma la passione. Se perdiamo la tradizione, perdiamo tutto».
Pasticceri in Vetrina
Venerdì 7 e sabato 8 novembre, il centro di Torino si trasformerà in un laboratorio a cielo aperto con Pasticceri in Vetrina: esibizioni dal vivo di maestri pasticceri ospitati nei negozi del centro, tra via Carlo Alberto, via Po, piazza San Carlo e piazza Statuto. Le degustazioni saranno gratuite fino a esaurimento.
Pasticcini in Carrozza
Nelle stesse giornate, torna anche Pasticcini in Carrozza, il tour sul tram storico con degustazioni curate da Maestri Pasticceri e racconti delle guide turistiche GIA Ascom.
Il biglietto costa 15 euro, interamente devoluti alla Fondazione FARO.
CaPè Concerto e Dolcissima Merenda
Domenica 9 novembre, alle ore 14, il Palazzo Saluzzo Paesana ospiterà il CaPè Concerto DOLCISSIMArte: un evento tra musica e pasticceria secca con la pianista Marta Cirio e gli allievi degli istituti alberghieri piemontesi, in dialogo con il maestro Giulio Lauciello della pasticceria Ghigo.
Nel pomeriggio, in tutta la città, le pasticcerie aderenti proporranno la DOLCISSIMA MERENDA: degustazioni della Torta Dolcissima accompagnata da cioccolata o bevande calde, per rivivere la magia del Tavolo delle Torte nelle botteghe torinesi.
Eventi speciali
Tra gli appuntamenti collaterali:
Annullo filatelico speciale di Poste Italiane, al Museo del Risorgimento (6 novembre) e in Galleria San Federico (7-8 novembre).
I Maestri Gelatieri Ascom EPAT proporranno un gusto esclusivo al marron glacé.
La “Tiramisù Master Experience by Volkswagen Eurocar”, sabato 8 novembre alla Rinaldi Eurocar, con il Maestro Fabrizio Racca (solo su prenotazione).
Tutti i dettagli su www.dolcissimarte.it
CHIARA VANNINI