LIFESTYLE- Pagina 236

La “clinica del telefono” cura con il dialogo i clienti-pazienti

Un negozio di telefonia mobile si può all’occorrenza trasformare in una sorta di “ambulatorio” o studio dello  psicologo. Non c’è il lettino, d’accordo. Ma il “paziente” che entra, più o meno consapevolmente può ottenere sconti non solo sulle tariffe telefoniche e sul traffico internet: anche la psiche avrà i propri vantaggi.

Certo, molto dipende da chi sta dall’altra parte del bancone. Se si incontra Beatrice, addetta alle vendite di una nota compagnia telefonica nel centro di Torino, 30 anni, carina nei modi e nell’aspetto, l’assistenza di “para-psicologa” è garantita. “I nostri clienti sono lo specchio della società. Ci sono quelli gentili, i maleducati, gli arroganti, gli impazienti e ogni altra tipologia che si trova al di là della vetrina, nel mondo esterno”, ci spiega. “Di sicuro non sono pochi quelli che, magari con la scusa di una ricarica, in realtà hanno solo bisogno di qualcuno con cui parlare”.

 

E tu ti presti a questa funzione di “confessore”?

“Spesso abbiamo una lunga coda di persone e non sempre è possibile ascoltare tutti. La gentilezza, comunque, deve essere la nostra prassi. Poi, quando ti capita il cliente che, come il sudamericano passato da noi tempo fa, aveva appena perso la figlia nel paese d’origine e la settimana dopo, improvvisamente, anche la mamma, la coscienza ti dice che devi ascoltarlo e cercare nel limite del possibile di rincuorarlo”.

 

Chissà quante “tipologie umane” avrai conosciuto. Qualche cliente curioso?

“Beh, per esempio mi è capitata la vecchietta con disturbi senili che non ricordava chi fosse e dove fosse. Si è seduta al bancone e si è messa a leggere il giornale per un bel po’. Faceva tenerezza. Le abbiamo offerto un caffè e abbiamo dovuto rivolgerci alla polizia per farle ritrovare casa. Curioso anche un gruppo di cinesi: solo uno di loro conosceva l’italiano. Circondato da una decina di suoi conterranei, ognuno dei quali aveva qualche richiesta da fare relativamente al proprio telefono, traduceva le mie spiegazioni. Poi sono diventati tutti clienti affezionati! Ci sono anche personaggi ricorrenti, come un orientale e un argentino che si fanno chiamare rispettivamente Mario e Marco, all’italiana, chissà perché! Oppure un romano che sembra un personaggio alla Carlo Verdone, con occhiali a specchio, camicia aperta sul petto villoso, giubbotto in pelle e  catena d’oro al collo. Simpatico e gentile. Una volta mi ha “difeso” da un terribile vecchietto convinto erroneamente che non gli avessimo effettuato la ricarica. Si era messo a sbraitare e il sosia di Verdone, in pesante romanesco, lo ha praticamente cacciato. E la coppia di sessantenni gay inglesi? Davvero squisiti. Uno dei due veste con naturalezza un abbigliamento stile Ottocento, con calzamaglia, pantaloni a pinocchietto e scarpe d’epoca. Mi viene in mente anche un’altra coppia maschile molto originale. Uno sui 60 e l’altro, giovanissimo, in abiti praticamente femminili.E anche tante coppie clandestine. Tipo il marito che porta prima la moglie e poi si ripresenta con la probabile amante alla quale regala il telefono, facendolo rateizzare sulla propria carta di credito. C’è pure il prototipo del benestante, classico borghese torinese, a dire il vero piuttosto spocchioso, immancabilmente accompagnato dal figlio con tanto di blazer d’ordinanza dai bottoni dorati, indossato sulla camicia immacolata. Insomma, una umanità davvero varia.”

 

Tipi simpatici e positivi, altri un po’ meno. Con un passaggio così affollato, mai avuto problemi di sicurezza? Furti, rapine…

“Una volta un tossico ha spaccato la vetrinetta all’interno del negozio e ha prelevato due cellulari: uno per lui, ha detto, e uno per la sua ragazza. Quando la polizia lo ha fermato mi ha chiesto se per caso non avessi qualcosa da fumare. Sono stata anche derubata della borsa che era nello stanzino. Qualcuno, approfittando del fatto che stavo seguendo i clienti si è introdotto nel retro. Mi è anche capitato di beccare due ragazzi che hanno rubato dei cellulari dalla vetrina, ma il mio titolare li ha inseguiti placcandoli letteralmente. Mi ricordo poi  di due arzille signore anziane che tentavano di fregarci con il resto, proprio in stile Toto’.”

 

Tutti cercano un dialogo, al di là delle esigenze legate a tariffe e telefoni?
“C’è chi confida le proprie ansie e i propri drammi personali. Oppure chi amabilmente ci parla del più e del meno. Ad esempio la signora che ho scoperto avere 60 anni, anche se ne dimostra 40. Un effetto, mi ha spiegato a lungo, dovuto al preparato da lei ideato, macerando le foglie di Aloe che coltiva sul terrazzo di casa: le rendono il viso liscio come quello di una bambina… Oppure l’anziano che ha partecipato a una famosa trasmissione televisiva. Lui però si è dimostrato piuttosto arrogante. Più che dialogare voleva far capire di essere una persona “famosa”, pretendendo di saltare la coda. Appena rientrato da Londra, invece,  un cliente era spaventato perché “sopravvissuto” al recente attentato a Westminster. C’è anche una signora napoletana che litiga con tutti i miei colleghi ma, chissà perché, non con me. E diverse persone che vanno nel panico, hanno il telefono che non funziona e chiedono di inserire la sim nel mio. Ci sono anche visite piacevoli. Una volta sono entrati due modelli californiani stupendi, sembravano i classici surfisti da telefilm, tutte le donne in coda girate a guardarli. Molto carini come modo di fare anche alcuni ragazzi stranieri che lavorano ai mercati generali. Si percepisce chiaramente che si sono profumati e  vestiti al meglio, magari dopo una lunga notte di lavoro hanno cercato di rendersi più che presentabili per venire da noi. Il colmo è quando alcuni soggetti mi propongono di barattare una ricarica con bigiotteria di infimo livello. Ovviamente il baratto non lo posso accettare! Ci sono anche clienti gentilissimi che offrono a me e ai miei colleghi caffè e cioccolatini. Diciamo che non c’è da annoiarsi!”.

 

Nella società interconnessa, che offre mille opportunità per comunicare, sembrerebbe un paradosso. Ma gli episodi che  Beatrice  ci ha raccontato  dimostrano il contrario. Anche un’addetta alla vendita di una compagnia telefonica può rappresentare un’appiglio, un sostegno, un antidoto alla solitudine. Una voce amica alla quale confidare le proprie ansie e frustrazioni. Come diceva quel vecchio spot televisivo? “Il telefono, la tua voce”. Appunto.

Dalla vigna di Cavour il Barolo “en primeur”

Progetto della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo in collaborazione con ENOSIS MERAVIGLIA, Fondazione CrC Donare, Consorzio di Tutela Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani e Scuola Enologica di Alba

E’ FIRMATO DONATO LANATI IL BAROLO EN PRIMEUR BATTUTTO PER 600MILA EURO ALL’ASTA BENEFICA DI GRINZANE CAVOUR

Vigna GUSTAVA: un vigneto che, per lo stesso Cavour, fu banco di prova per avviare quel processo di specializzazione che sarebbe stato il nuovo modo di coltivare la vite

“Un progetto che ha coniugato solidarietà ed educazione enoica”

 

Ci sono testa, mani, cuore e la prestigiosa firma dell’enologo Donato Lanati dietro la produzione speciale del Barolo “en primeur”, proveniente dalla vigna Gustava di Camillo Benso Conte di Cavour, battuta all’asta per 600mila euro, sabato 30 ottobre, al Castello di Grinzane. Tra generosi rilanci e colpi di scena, le 14 barrique e il tonneau da 500 litri di Barolo hanno fruttato l’ingente somma che verrà interamente devoluta al sostegno di progetti sociali.

Un grande evento internazionale, primo nel suo genere, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e Fondazione CrC Donare, in collaborazione col Consorzio di Tutela Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani e la Scuola Enologica di Alba, con madrina Evelina Christillin.

 

Per un progetto di altissimo livello non potevano, dunque, mancare le conoscenze scientifiche, l’esperienza e la sensibilità del top dell’enologia a livello internazionale. “Quando mi fu chiesto d’interessarmi di questo progetto che, in un’unica occasione, avrebbe coniugato solidarietà ed educazione enoica, istintivamente, posi a confronto prospettive e impegni ma, immediatamente dopo, me ne convinsi senza esitazioni – ha spiegato Lanati.

 

“A poco a poco, fui pervaso da una suggestione ancestrale nell’immaginare che, tra i vibranti e storici filari di quella vigna di Nebbiolo, avrei percepito, ora compiaciuta ora severa e sempre attenta, la potente presenza dell’immenso Conte di Cavour, non solo grande Ministro dell’Agricoltura del Regno di Sardegna e Presidente del Consiglio, ma anche imprenditore agricolo d’avanguardia e promotore di un importante rinnovamento tecnologico nel settore agricolo. Così, ancor prima di iniziare, mi sentii permeato da una moltitudine di stimoli, con la prospettiva di far riaffiorare, attraverso un calice, reminiscenze di eroica storia enoica. Quale privilegio, poi, la prospettiva di poter sorseggiare un vino esclusivo proveniente da un vigneto che, per lo stesso Cavour, fu banco di prova per avviare quel processo di specializzazione che sarebbe stato il nuovo modo di coltivare la vite”.

 

A Lanati, “padre” di alcune delle migliori etichette presenti sul mercato mondiale, la Fondazione CRC aveva affidato l’incarico di guidare l’intero processo produttivo promuovendo, nel contempo, una collaborazione con la Scuola Enologica finalizzata a valorizzare attività didattiche innovative.

 

Il primo step del progetto è consistito nella suddivisione della vigna in particelle, in funzione dell’altitudine e dell’esposizione. A seguire, sono stati definiti due differenti criteri per la raccolta delle uve: il primo è consistito nell’individuazione dei ceppi storici impiantati oltre 50 anni fa (per vinificarne le uve separatamente da quelle dei più giovani); il secondo, invece, nella raccolta, per micro zone, delle restanti uve del vigneto.

 

“Il progetto ha racchiuso un’iniziativa di alto valore scientifico, educativo e umano, in grado di coniugare la valorizzazione del territorio viticolo di cui il vigneto è il vero protagonista, la ricerca con la didattica sul campo, e, infine, la finalità sociale – ha concluso Lanati. “Grazie alla conoscenza e al patrimonio di informazioni raccolte, catalogate e studiate, è stato possibile valorizzare le potenzialità del vigneto storico di Grinzane. La pianta di vite è un traduttore di energia ambientale, della salute della terra e dell’andamento delle stagioni; partendo dalla commistione di queste componenti racchiuse nell’acino, vero e proprio scrigno di informazioni, è stato affrontato un articolato lavoro di squadra, foriero di stimolati esplorazioni e di rinnovata cultura”.

 

Dalla vigna Gustava all’acino di Nebbiolo e dalla cantina alla botte ne è nato un Barolo en primeur unico che nel tempo, sempre più, esprimerà i sapori e i profumi di quella terra tanto cara all’avanguardista risorgimentale Camillo Benso conte di Cavour.

 

Il ritorno all’antica arte del galateo

Ma la forchetta va posizionata a destra o a sinistra? E il cucchiaino per il dessert? Quante volte, per fare bella figura coi nostri ospiti a casa, ci siamo messi a leggere cosa dettavano le regole del galateo a tavola…

In origine, intorno al 200 a.c. ,vennero proposte le prime regole comportamentali riguardanti lo stare a tavola, al vestirsi, come utilizzare i profumi, ecc… Nei primi anni dell’Umanesimo, il galateo, e in generale il bon ton di cui Erasmo da  Rotterdam scrive nel “ De civilitate morum puerilium” , aggiunse caratteri  più sottili relativi e veri e propri obblighi morali che ogni classe sociale doveva assumere, compresi i bambini. Proprio questo aspetto relativo alle  modalità di interazione personale, si aggiunge in maniera importante al carattere “ gastronomico” che i più intendono quando si parla di galateo.

Le regole di comportamento cambiano coi tempi e coi luoghi dove sapersi rapportare col proprio interlocutore, comprendere lo spazio in cui ci si trova, sapere accogliere gli ospiti con quelle piccole accortezze che esaltano il piacere a trovarsi ad un tavolo con loro, non è una questione di nicchia, ma fanno parte di quei dictat comportamentali che dovrebbero apparire  normali quando ci si trova nei contesti sociali che animano la nostra quotidianità.

Barbara Ronchi della Rocca, giornalista che collabora con numerosi settimanali e varie testate tv Rai e mediaset, è consuelente di cerimoniale e protocollo di importanti Aziende ed Enti, e Claudio Porchia, giornalista che scrive su diverse testate on line e collaboratore con diverse case editrici , curatore di siti internet e promotore di molti eventi culturali legati sopratutto al mondo del food e del wine, sono i curatori del corso “ Il Galateo e l’arte del ricevere” , che si svolgerà a Torino il 30 novembre presso “ Il quartiere è la mia casa” di via Cibrario 23.

La giornata, che si svolge sia al mattino che al pomeriggio dalle 10.30 alle 13 e dalle 14.30 alle 17.30, è costituito da un contenuto ben preciso e mirato: si parlerà di galateo a casa e al ristorante, ma anche delle espressioni da usare e quali no quando ci si incontra nei vari contesti socio- culturali, come rivolgersi alle persone e quale abbigliamento indossare in relazione all’ambiente in cui si presenta; ancora, la scelta del menu adatto per l’occasione , l’illustrazione delle regole per una corretta apparecchiatura e e le modalità di comportamento da assumere davanti a cibi “ difficili “…

Al termine del corso, verrà rilasciato un attestato di partecipazione: una bella occasione, quindi, per gli addetti ai lavori ma anche semplicemente per coloro che amano relazionarsi con un stile, modi corretti e semplicità.

Chiara Vannini

 

Maggiori info sul sito

https://www.homehotelacademy-milano.it/il-galateo-e-larte-del-ricevere-barbara-ronchi-della-rocca-corso/?

 

 

 

 

 

 

 

Natale sotto l’albero in piazza Vittorio

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Il tradizionale albero di Natale gigante, allestito negli anni precedenti in piazza Castello e poi in piazza San Carlo, quest’anno troverà  sede in piazza Vittorio  Veneto . Sarà un abete (finto) ma con le fattezze di un albero vero, non più con effetto “metallico” come le volte precedenti. Proseguiranno anche le classiche Luci d’Artista nelle strade della città, che si spegneranno solo il 9 gennaio.

(foto Mario Alesina)

Con Best Burger il Big Mac è più gustoso, anche a Torino

Fa tappa in città il tour di presentazione di un nuovo rivoluzionario processo di preparazione dei panini che li rende più succosi, caldi e buoni

 Una novità assoluta che parte dalle cucine e arriva sul vassoio dei clienti McDonald’s; è Best Burger, l’innovativo modo per preparare i panini che li rende ancora più gustosi e irresistibili. La rivoluzione riguarda tutti i panini del brand ed è comunicata a partire da questi giorni con un focus particolare sul Big Mac, vera icona McDonald’s.

Per l’occasione, McDonald’s ha dato il via ad un tour di presentazione che tocca 15 tappe in tutta Italia e che dopo Milano, Brescia, Parma, Roma e Salerno arriva oggi a Torino.

Una svolta che riguarda sia la cottura della carne sia la preparazione del pane e poi dell’intero panino, in modo da valorizzare il sapore e la qualità di ciascuno degli ingredienti presenti nella celebre ricetta. Dal pane più morbido e caldo, alla lattuga ancora più fresca e croccante, all’hamburger più gustoso, fino alla cremosità della salsa: grazie a Best Burger si ottiene un contrasto di consistenze, densità e calore capace di esaltare in modo uniforme tutti gli ingredienti.

“Siamo sempre alla ricerca di offrire la best experience ai nostri clienti e Best Burger rappresenta oggi per noi un importante risultato. Frutto di lunghi studi e ricerche, è un vero e proprio punto di svolta che ci riempie di orgoglio e segna una nuova frontiera del gusto, tutta da provare.” afferma Dario Baroni, Amministratore Delegato di McDonald’s Italia.

Per l’implementazione di Best Burger McDonald’s ha investito oltre 70mila ore di formazione per i suoi dipendenti.

I numeri di McDonald’s a Torino

·       Ristoranti: 9

·       Dipendenti: 380

·       Transazioni giornaliere in città: 5.720

Torna la “Festa del Novello”

Dopo due anni di assenza,  torna la “Festa del Novello”domenica 7 novembre dalle 10 alle 19 presso le Cantine Balbiano (Corso Vittorio Emanuele 1 ad Andezeno)  sarà possibile degustare gratuitamente il “Primiera”  Novello 2021 delle Cantine Balbiano. Durante tutta la giornata sarà inoltre possibile visitare le cantine, il Museo del giocattolo antico e il Museo delle contadinerie.
Come da tradizione poi, a partire dalle 12.30, presso l’attigua Villa Balbiano andrà in scena la “Grande Bagna Caoda”, in collaborazione con il Ristorante C’era una volta di Torino
Il menù, al costo totale di 37 euro, prevede:
– Duetto di salami tipici e tritata di fassone alla Monferrina
– Budino di porri “Cervere” con fonduta al Castelmagno
– Bagna caoda classica oppure bagna caoda senz’aglio
– Trionfo di verdure cotte e crude
– Tortino di nocciole DOP su crema di chantilly e Malvasia di Castelnuovo DOn Bosco DOP 2020
– Caffè e grappa Freisa di Chieri
Se la “Festa del Novello” è a ingresso libero e gratuito (obbligatorio il green pass), per la “Grande Bagna Caoda” è necessario prenotarsi presso le Cantine Balbiano (011.9434044) oppure a info@balbiano.com.

Il 4 e 5 dicembre torna a Torino Una Mole di Panettoni

UNA MOLE DI PANETTONI 2021   Hotel Principi di Piemonte. Via Gobetti 15, Torino

 

Il 4 e 5 dicembre torna a Torino Una Mole di Panettoni. Una location suggestiva – l’Hotel Principi di Piemonte – oltre 35 Maestri Pasticceri e Maestri fornai in arrivo da tutta Italia, più di 200 panettoni da scoprire, migliaia di assaggi e l’ormai storico concorso per decretare il miglior panettone. Sono questi gli ingredienti di una due giorni all’insegna del gusto dedicata a golosi, gourmet, esperti e semplici curiosi.

Torino si prepara ad ospitare la X edizione di Una Mole di Panettoni, la kermesse ormai diventata un punto di riferimento per tutti i pasticceri artigianali e un appuntamento da non perdere per gli amanti del dolce natalizio per eccellenza.

Una Mole di Panettoni è un vero e proprio viaggio tra i migliori grandi lievitati di pasticceria d’Italia. Qualità, ricerca, materie prime sceltissime e rispetto per la tradizione sono ciò che hanno guidato l’organizzazione nella scelta degli ospiti. Gli oltre 35 Maestri fornai e Pasticceri presenti sono stati selezionati con cura tra coloro che utilizzano rigorosamente e solo il metodo artigianale per un panettone fresco e naturale, senza additivi e conservanti.

Mandorlato, con o senza canditi, ripieno; con agrumi, miele, pistacchio, cioccolato, mele annurca, albicocche pellecchielle; tradizionale e creativo; alto e senza glassa – come vuole la tradizione della scuola milanese – oppure basso e glassato – come lo vuole la tradizione piemontese. A ognuno il suo! Ma quale sarà il migliore panettone 2021? L’appuntamento per decretare il vincitore è il concorso promosso da Una Mole di Panettoni e presieduto da una giuria di esperti. Tre le categorie in gara; miglior panettone di tradizione milanese, miglior panettone tradizionale di scuola piemontese e miglior panettone creativo.

Immersi nella suggestiva atmosfera dello storico Hotel Principi di Piemonte, passeggiando in tutta sicurezza e nel pieno rispetto delle norme anti-Covid nell’area degustazione alla scoperta di nomi e gusti mai provati, gli ospiti di Una Mole di Panettoni potranno assaggiare oltre 200 differenti panettoni ed acquistarli al prezzo unico di € 28 al kg.

Re della tavola natalizia ma ormai diventato un vero e proprio simbolo dell’italianità nel mondo, c’è chi vorrebbe candidare il panettone a Patrimonio immateriale dell’umanità UNESCO. Il panettone è una forma d’arte che si tramanda di generazione in generazione. E Una Mole di Panettoni è l’occasione perfetta per conoscere, scoprire e riscoprire sapori e tradizioni secolari.

Il Panettone è buono in tavola ma anche buono con gli altri…Continua anche quest’anno la tradizione che lega la kermesse ad una causa di beneficenza: 1€ di ogni ingresso a Una Mole di Panettoni sarà devoluto in beneficenza a 1caffe.org, la onlus di Luca Argentero nata per supportare progetti di assistenza in molte situazioni critiche, in Italia e all’estero: povertà, emarginazione, razzismo, malattie.

Anche quest’anno l’esperienza di gusto di Una Mole di Panettoni prosegue online nell’e-commerce www.unamoledi.it che ospita tutte le migliori proposte di panettoni artigianali italiani in commercio. Un vero e proprio contenitore di eccellenza, non solo un temporary natalizio ma una vetrina permanente che l’organizzazione ha fortemente voluto anche per puntare a destagionalizzare il panettone, guardando al mercato italiano ma anche a quello estero, per regalare e regalarsi un’esperienza di gusto unica.

Una Mole di Panettoni è organizzata da Dettagli Sas, con il patrocinio di Camera di Commercio di Torino e ASCOM Torino e con la collaborazione di Turismo Torino.

www.unamoledi.it