A Torino l’incontro con gli artigiani e i savoir-faire sostenibili di Hermès
In un luogo di fascino e di accoglienza, alle OGR, Officine Grandi Riparazioni, in quello spazio ricco di suggestione, di memoria, di pietre che raccontano un’importante storia tutta torinese è stato ospitato dal 19 al 29 Maggio uno dei marchi più famosi e conosciuti al mondo, la Maison Hèrmes, dando la possibilità ai visitatori di vivere un tempo singolare e sicuramente straordinario, accanto agli artigiani che operano in prima persona per la produzione unica ed irripetibile, poiché interamente prodotta a mano, dei tanti differenti manufatti che le boutiques presenti nei vari Paesi offrono all’attenzione della loro clientela.
”Hermès in the making, incontro con gli artigiani e i savoir–faire sostenibili di Hermès” è il titolo accattivante di questo evento, di quanto si è incontrato e vissuto a Torino in questi giorni all’insegna della bellezza, della creatività ad altissimo livello, della presenza di materiali di grande qualità, fino alla fantasia di forme, colori e materie prime. I visitatori hanno così avuto l’opportunità di fare un viaggio alla scoperta della realizzazione pratica e manuale di oggetti spesso considerati irraggiungibili ma pur sempre presenti nei desideri e nei sogni di chi si lascia affascinare dalla bellezza e dalla storia di quanto la Maison francese continua ad offrire ormai
da generazioni. Era il 1837, anno della fondazione, e Parigi fu testimone degli inizi di questo storico brand con la lavorazione del cuoio, in un laboratorio aperto da Thierry Hermès nella capitale francese. I cavalli erano il mezzo di trasporto in voga, mezzo che lasciò poi il posto all’auto e quindi dalle selle, dai finimenti si passò alla produzione di valigerie, di borse da viaggio senza mai tralasciare comunque le produzioni precedenti, includendo quindi altri mestieri, altri territori, altre mete.
Nel 1880 suo figlio trasferisce la sede al famosissimo 24 Faubourg Saint Honoré e da allora si sono avvicendate sei generazioni di artigiani. Entrando negli spazi riservati all’evento ci si trova calati in grandi ambienti semibui con ampie volte che un sapiente restauro ha reso oltreché agibile e fruibile anche di grande impatto visivo, in cui tutta l’attenzione è catturata dagli stand illuminati dove è possibile fare la diretta conoscenza con gli artigiani vivendo per un tempo accanto a loro che, con dovizia di particolari e di pazienza ma anche con la ben visibile passione al mestiere, dimostrano fattivamente l’esecuzione passo dopo passo del manufatto che fa parte ormai della loro vita.
Ognuno di loro è proveniente dalla regione francese che più di ogni altra è in grado di offrire il meglio per la continuazione della produzione e della tradizione di un determinato settore. Accompagnati dal profumo tipico e pregnante del cuoio, si viene accolti dai maestri sellai con creazioni storiche e metodologie secolari, con la dimostrazione del loro tipico “ punto sellaio ” ed ogni sella è studiata per il confort del cavallo e del cavaliere e deve durare nel tempo. Si passa alla pittura su porcellana, con provenienza dalla loro sede di Limoges. Vasellame, piatti di varie misure e forme prendono vita sotto i lunghi ed affusolati pennelli di attenti artigiani che con grande abilità trasferiscono la bellezza e l’unicità del disegno ed infine del colore su questa antica materia prodotta in Francia. Qui si viene catturati dalla grande abilità di chi conosce un’arte antichissima che grazie all’introduzione del caolino nell’impasto, portato nel Settecento dalla Cina in Europa, è assurta ad una luminosità che i colori di Hermès ed i suoi disegni rendono spettacolare.
E poi si passa alla lavorazione della tipica borsa Kelly, con la scelta del pellame nelle sue tante tonalità, come anche dei guanti con la “ ganterie Hermès” presente nella regione del Limousin, che vanta una tradizione che affonda le sue radici nel Medioevo ed infine i maestri orologiai che, sotto gli occhi attenti del pubblico trasferiscono la loro precisione e la loro maestria ai piccoli componenti visibili alla lente di ingrandimento, per riuscire a fissare gli ingranaggi del tempo nei preziosi orologi Hermès. Va detto che la scelta attenta dei materiali e l’etica della Maison così come ogni processo di lavorazione, a differenza di quanto viviamo abitualmente, rende ogni oggetto ideato e costruito per durare nel tempo, nato dalla filosofia che non deve essere buttato ma riparato, amato e non trascurato ed anche tramandato alle generazioni successive.
Proprio perché la materia è corruttibile e facilmente lesionabile Hermès ha da sempre pensato ad offrire alla sua clientelala possibilità di portare a riparare ciò che necessita di essere rimesso a nuova vita, consegnandolo nelle mani di esperti restauratori che lavorano in questo settore. Ma un angolo parrebbe in particolare essere un’attrazione irresistibile per il pubblico femminile. Si tratta infatti dell’area dedicata alla manifattura dei famosissimi, singolari foulard di Hermès, sogno di tantissime donne di ogni età. Qui si viene catturati dalla grande abilità di chi conosce un’arte antichissima, la lavorazione della seta con il fascino del bozzolo e della sua millenaria storia. Si viene accolti dal cordialissimo ed elegante Monsieur Kamel Hamadou che con una bravura ed una pazienza uniche spiega con dovizia di particolari l’intera catena della realizzazione della pittura su seta dei mitici carre’ Hermès.
E’ il Direttore della Comunicazione divisione seta della Maison a Lione, con trentacinque anni di esperienza e tanta intramontabile e contagiosa passione. E’ proprio a Lione che si concentra il mondo Hermès della seta. I colori, pastosi e brillanti sono allineati in attesa che colui che darà vita al foulard dimostrativo diventi operativo e trasfonda su seta la sua abilità e la bellezza dei disegni ideati dai disegnatori e dagli incisori della Casa. Lui è Thierry Quattrociocchi, la cui famiglia è originaria di Frosinone ma da generazioni naturalizzato francese. Anch’egli è da trentacinque anni al servizio dell’arte e della bellezza dell’universo Hermès ma anche della precisione e della tecnica della stampa serigrafica. Mentre con la massima concentrazione inizia la sequenza di colori accompagnata dalla spiegazione interessante del Direttore, che non può che indossare una stupenda cravatta della Casa, dopo circa un’ora di lavoro, appare il carré Hermès in tutta la sua bellezza grazie ad un processo di stampa detto “ alla lionese “. La complessità del disegno e il numero dei colori impiegati varia a seconda dell’estro e della fantasia del disegnatore. Gli artigiani studiano per anni questa tecnica fino a diventare così esperti che Monsieur Thierry ha appuntato al petto, per l’evento torinese, un’ onorificenza che viene rilasciata unicamente agli “ artigiani stampatori, migliori operai di Francia “. Si comprende subito che ciò che lega questo piccolo esercito di artigiani di altissimo livello, è lo spirito di appartenenza che li congiunge alla Casa e tra di loro con un orgoglio tangibile che è soprattutto passione, amore per il proprio mestiere antico di secoli, visibile e presente in tutto il percorso in ognuno di loro.
Si tratta di lavori di équipe, nati dai disegnatori e passati nelle mani sapienti di artigiani appassionati, quasi legati da un sottile, serico fil rouge, tradotto poi in quello di alta qualità dei loro foulard. Undici maestri del mestiere per dieci mestieri che, per il tempo dell’evento, hanno fatto il loro ingresso in questi spazi torinesi con ciò che di più prezioso li ha accompagnati sin qui nella personale vita lavorativa: è la loro cassetta degli attrezzi, unica e di grande valore perché viene consegnata ad ognuno al loro ingresso alla Maison , quando dal primo giorno entrano a far parte di un mondo di eccellenza, di tutela e sviluppo delle tradizioni nel rispetto dell’ambiente. Una vita la loro che si può comprendere solo osservandola da vicino, proprio come è avvenuto in occasione di questo evento che ha dato l’opportunità a molti visitatori di sperimentarla e di viverla accanto a loro .
Patrizia Foresto
Lo hanno definito il Netflix del turismo. Si chiama Neh Experience ed è la start up legata ai tour enogastronomici ideata dagli Under 30 torinesi Carlo Abrate, Matteo Jaretti Sodano ed Emanuele Sega.
Il progetto nasce sulla base dell’esperienza maturata da Piedmont Food, la pagina Instagram nata nel 2018 per volere di Emanuele Sega volta a promuovere l’enogastronomia piemontese. “Ci siamo ritrovati tutti a Torino durante la pandemia – spiegano i tre soci – dopo diversi anni trascorsi all’estero: siamo compagni di scuola e abbiamo sempre avuto una passione comune per questo settore; visti i problemi in cui il mondo della ristorazione si è imbattuto in seguito alla crisi pandemica abbiamo deciso di realizzare qualcosa che sia di aiuto per il settore e che porti valore al cliente finale”.
Queste le premesse per la nascita della start up che è stata ideata nel luglio del 2021: la piattaforma è andata online nel dicembre dello scorso anno, ma è solo nella primavera del 2022 che è stato previsto il lancio e l’effettiva operatività del sistema. Il valore aggiunto è quello di fare rete utilizzando il web e i social media, proponendo pacchetti esperienziali che possano essere costruiti dall’utente finale in modo tailor made.
Nei primi sei mesi di attività Neh Experience ha coinvolto un business angel esterno che ha acquisito il 6% del valore potenziale del progetto che si aggira sul milione di euro: “La nostra piattaforma – spiegano i soci – è un sistema di acquisto e prenotazione che aggrega in un unico portale servizi come quelli offerti da Air B&B, Booking e The Fork, ma tutto è stato sviluppato internamente per rendere il più personalizzabile possibile la piattaforma in base alle diverse esigenze dei nostri partner”.
Le experience passano dal settore enogastronomico al mondo dell’hôtellerie, fino ad arrivare alla realizzazione di eventi che siano in grado di valorizzare le proposte e i partner dell’iniziativa: “A noi spetta la selezione delle migliori realtà e l’ideazione di pacchetti che comprendano anche attività ludiche e di scoperta del territorio – aggiungono i tre soci – ma ogni scelta può essere implementata in base ai gusti del singolo utente che verrà guidato nella personalizzazione delle esperienze attraverso l’intelligenza artificiale”.
Attualmente hanno aderito al network una cinquantina di realtà che offrono un centinaio di attività tra Torino, Langhe e Monferrato, ma Neh Experience sta lavorando affinché per l’autunno il progetto esperienziale possa offrire attività anche nel nord Piemonte e sulle montagne. Le experience si suddividono in tre fasce di prezzo: sotto i 50 euro; tra i 50 e i 100 euro; sopra i 100 euro e propongono dalla degustazione in cantina al giro in mongolfiera.
Una curiosità: il nome Neh si rifà all’intercalare tipico piemontese e vuole essere non solo un omaggio all’esclamazione più simpatica del dialetto locale, ma vuole anche testimoniare il senso di appartenenza dell’intero progetto al territorio di origine e alla cultura locale.
CHI SIAMO
Carlo Abrate ha una laurea magistrale in Ingegneria Matematica ed è dottorando in intelligenza artificiale; Matteo Jaretti Sodano è laureato in Ingegneria Produzione Industriale e Innovazione Tecnologica e ha un master in Management e Production System; Emanuele Sega ha studiato come perito elettronico ed ha esperienze dall’Europa al Canada e all’Australia nella gestione ristorativa. Nell’ambito di Neh Experience i tre soci si sono suddivisi i ruoli tra gestione contabile, tecnologica e commerciale; in tutto lavorano al progetto una decina di giovani per il 60 % donne.
Per maggiori informazioni www.nehexperience.com
Just Eat ha celebrato l’Hamburge Day!
A TORINO +11% DI ORDINI, CON OLTRE 15MILA KG DI HAMBURGER NEL 2021
In occasione dell’Hamburger Day 2022, Just Eat presenta i dati relativi agli ordini sulla piattaforma, che rivelano una grande passione degli italiani per il panino più famoso del mondo.
- L’hamburger è tra le cucine più ordinate in Italia, seconda solo alla pizza
- Torino al quarto posto tra le città con più ordini
- Nel 2021 sono stati ordinati in Italia oltre 336.000 kg di hamburger, +14% rispetto al 2020.
- L’hamburger classico è il preferito dagli italiani, ma non mancano varianti alternative.
- Le patatine fritte sono il contorno per eccellenza.
Una leggenda metropolitana narra che il cuoco tedesco Otto Kuasw provò un giorno a togliere una salsiccia dal suo involucro, appiattendola e friggendola nel burro. La pietanza che ne venne fuori pare fosse perfetta da gustare tra due fette di pane: e così, si racconta, nacque l’hamburger, uno dei piatti più gustosi e amati da grandi e piccini di tutto il mondo.
Just Eat (www.justeat.it), app leader per ordinare online cibo a domicilio in tutta Italia e nel mondo, e parte di Just Eat Takeaway.com, leader mondiale nel mercato della consegna di cibo a domicilio, celebra questa iconica pietanza in occasione dell’Hamburger Day 2022, analizzando le preferenze e i gusti degli italiani in relazione all’amatissimo panino e alle sue varianti.
Dall’analisi di Just Eat, si evince che il trend sulle ordinazioni di hamburger è in netta crescita rispetto al 2020: solo nel 2021 sono stati ordinati in Italia oltre 336.000 kg di hamburger, pari al +14% rispetto al 2020. E il trend non sembra arrestarsi: nei primi mesi del 2022, sono già stati ordinati oltre 95.000 kg di hamburger! La popolarità di questo piatto e’ anche provata dal fatto che l’hamburger si trova al secondo posto tra le cucine più ordinate in Italia, preceduta solo dalla pizza.
Gli hamburger più amati
Ma quali sono le tipologie di hamburger preferite dagli italiani? Al primo posto, l’intramontabile Hamburger classico, seguito dal Cheeseburger, per gli amanti della golosa aggiunta di formaggio. La medaglia di bronzo è aggiudicata dall’opzione Componi il tuo hamburger, per tutti i buongustai che non rinunciano al proprio tocco creativo! Seguono il Bacon Burger, con il croccante bacon ad accompagnare il sapore della carne, e il Chicken Burger, per chi preferisce la carne bianca e una panatura croccante.
Un’altra variante molto amata dagli italiani su Just Eat è quella dell’hamburger con carne Made in Italy: dalla chianina alla fassona, passando per la scottona, gli italiani amano la ricetta internazionale ma non rinunciano alla qualità nostrana.
Infine, nel 2021 sono emerse anche alcune varianti non tradizionali, create con ingredienti alternativi: nel 2021 sono stati ordinati infatti ben 567 kg di Avocado Burger e 189 kg di Tomino Burger. Scelta ideale per chi non preferisce la carne ma non resiste al fascino del panino per eccellenza!
Italiani sempre più green, anche nella scelta dell’hamburger
Oltre alle varianti con avocado e tomino, Just Eat ha registrato un aumento di ordini di hamburger vegetariani o vegani pari al +26%. Queste varianti sono composte non solo da sostituti della carne, ma anche da hamburger creati con proteine vegetali, quali per esempio ceci o lenticchie, oppure mix di deliziose verdure, come zucchine, broccoli, patate e… cipolla!
Il dato conferma le evidenze raccolte da Just Eat in occasione del Veganuary a gennaio 2022, dove si evince che 2 italiani su 3 hanno ridotto il consumo di carne e pesce nel 2021. Inoltre, il 14% della popolazione si dichiarava propenso ad abbracciare il regime di dieta vegana durante il 2022.
A dimostrare ulteriormente l’amore di tutti gli italiani per l’hamburger, il piatto vegano più ordinato durante il 2021 è stato proprio l’hamburger vegano: irresistibile in tutte le salse!
Il contorno, per una coccola a 360 gradi
Quando immaginiamo un piatto di hamburger, è impossibile visualizzare solo un panino: il contorno infatti non può mancare! Il side per eccellenza e il più ordinato su Just Eat sono ovviamente le patatine fritte, seguite dagli anelli di cipolla. A seguire, gli italiani amano abbinare all’hamburger anche chicken nuggets, chicken wings, mozzarella sticks e le deliziose olive ascolane.
Le città più ghiotte di hamburger: Torino al quarto posto
Per quantificare la golosità degli italiani, ecco le 10 città che hanno ordinato piu’ hamburger nel 2021.
- Roma (oltre 59 mila chili ordinati)
- Genova (oltre 31 mila chili ordinati)
- Bologna (oltre 19 mila chili ordinati)
- Torino (oltre 15 mila chili ordinati)
- Milano (oltre 12 mila chili ordinati)
- Napoli (oltre 8 mila chili ordinati)
- Trieste (oltre 6 mila chili ordinati)
- Padova (oltre 5 mila chili ordinati)
- Firenze (oltre 4 mila chili ordinati)
- Palermo (oltre 4 mila chili ordinati)
Torino, che nel 2020 si trovava al quinto posto della classifica e che nel 2021 ha aumentato gli ordini di hamburger del +11%.
I periodi e i momenti preferiti per ordinare
Non c’è propriamente una stagione preferita per ordinare un bell’hamburger, come si evince proprio dalla classifica dei mesi che hanno registrato maggiori ordini di hamburger nel 2021:
- Gennaio
- Marzo
- Aprile
- Febbraio
- Maggio
- Ottobre
- Giugno
- Dicembre
- Settembre
- Luglio
- Novembre
- Agosto
Per quanto riguarda i momenti preferiti dagli italiani per ordinare, vince il weekend: il sabato è il giorno preferito per gustare un hamburger in tutta Italia, soprattutto nella città di Napoli, dove nel weekend si registra un terzo degli ordini di hamburger dell’intera settimana!
Just Eat svela anche che gli italiani sembrano preferire gustare un hamburger da soli (59% degli ordini) rispetto che in compagnia (41% degli ordini).
Piccole curiosità
In provincia di Torino, a maggio 2021, un utente ha fatto l’ordine con piu’ hamburger dell’anno, ordinando ben 15 hamburger di tipologie diverse: l’ordine conteneva infatti panini con carni più tradizionali, come fassona, angus e pollo ma anche cinghiale e addirittura canguro! L’ordine di hamburger più costoso registrato su Just Eat nel 2021 ammontava a ben 612€. In entrambi i casi, si è trattato probabilmente di una bella e gustosa – e costosa! – serata tra amici.
28-29 maggio 2022
PASSEPARTOUT
“Passepartout” è il programma di visite guidate straordinarie alla (ri)scoperta degli spazi segreti, normalmente chiusi al pubblico, della Palazzina di Caccia di Stupinigi. Sabato 28 e domenica 29 maggio “Passepartout” permette di raggiungere la sommità della cupola juvarriana, per camminare lungo i suggestivi balconi concavi/convessi che affacciano sul grandioso salone centrale, guardare da vicino il tetto a barca rovesciata di Juvarra dalla complessa orditura in legno e ammirare dall’alto un panorama unico che si estende a 360 gradi sotto il cervo, simbolo della Palazzina di Caccia di Stupinigi.
“Sotto il cervo”, infatti, è una visita esclusiva al meraviglioso ambiente ligneo che ospita la cupola del padiglione centrale, realizzato da Filippo Juvarra. Dal grandioso salone centrale ovale a doppia altezza si percorrono 50 gradini per raggiungere la caratteristica balconata ad andamento concavo-convesso e infine arrivare, attraverso una stretta scala a chiocciola di ulteriori 50 scalini, alla sommità della cupola juvarriana per ammirare lo straordinario tetto a padiglione sorretto da una complessa orditura in legno e riconoscere dall’alto il grandioso progetto architettonico di Juvarra che con perfette geometrie, lungo un asse longitudinale che porta con lo sguardo fino a Torino, realizza un impianto scenografico straordinario per l’epoca.
Per partecipare alla visita guidata è obbligatoria la prenotazione. I visitatori saranno muniti di caschetto di protezione. Non è consentito l’accesso con borse e/o zaini ingombranti. Lo spazio non è agibile a persone con disabilità. Le visite sono limitate a un numero massimo di 10 persone.
CALENDARIO
_Sotto il cervo – Visita alla cupola juvarriana
Sabato 28 e domenica 29 maggio, ore 10.30, 12, 14.30 e 16
Sabato 24 e domenica 25 settembre, ore 10.30, 12, 14.30 e 16
INFO
Palazzina di Caccia di Stupinigi
piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)
Le visite guidate “Passepartout” sono in programma esclusivamente nei giorni segnalati alle ore 10.30, 12, 14.30 e 16. Durata: un’ora circa.
Il costo di 20 euro comprende la visita guidata e l’ingresso a prezzo ridotto in palazzina. Prenotazione obbligatoria al numero: 011 6200634.
A proposito di sonnambulismo
Alcune considerazioni su una manifestazione inquietante, più comune di quanto si possa immaginare
Si tratta di un disturbo del sonno molto comune nei bambini in età scolare, di solito benigna destinata a risolversi nel tempo, senza necessità di trattamento che si verifica più spesso durante il primo ciclo, non-REM e nelle prime ore di sonno.
Il sonnambulismo può presentarsi in molti modi diversi. Nella sua forma più lieve si manifesta semplicemente parlando mentre si dorme. Questo può avvenire durante le prime fasi del sonno, dando modo al testimone di ascoltare un racconto o, in casi più rari, permettendo di effettuare una conversazione apparentemente normale con il sonnambulo, ma il cui senso risulta di difficile comprensione.
Durante gli episodi di sonnambulismo, il dormiente può alzarsi dal letto e compiere azioni complesse, senza essere pienamente consapevole dell’ambiente circostante, può tenere gli occhi aperti con sguardo sbarrato, sovente borbotta pronunciando le parole in modo incomprensibile e senza senso. Se si prova a stimolare colui che dorme in modo brusco e vigoroso, risulta assai difficile svegliarlo, anche se ormai è opinione comune che sia meglio non farlo.
Quando il soggetto si sveglia, nel caso si sia spostato dal letto, di solito non ricorda come abbia potuto arrivare nel punto in cui si trova; talvolta quando qualcuno cerca di svegliarlo, il sonnambulo oppone resistenza che può essere anche violenta; pertanto occorre prestare la massima attenzione a non compiere movimenti che lo spaventino. A volte si limita a stare a letto addormentato, ma può anche alzarsi e camminare normalmente o manifestare agitazione, mettendosi addirittura a correre in casa, cercando di sfuggire a chi cerca di trattenerlo. Il sonnambulo può eseguire compiti complessi come aprire porte chiuse a chiave, afferrare il cibo dal frigorifero mettendosi tranquillamente a mangiare, scendere le scale e anche uscire di casa, marciare deciso verso una meta che, solo lui, sembra conoscere. Sono riferiti casi di sonnambuli che sono stati in grado di guidare autoveicoli per lunghi tratti, senza incorrere nel minimo incidente.
La durata dell’episodio di sonnambulismo può essere molto breve ma può durare anche a lungo, superando la durata di un’ora, specie se il sonnambulo non viene disturbato, tanto che può tornare a dormire normalmente, anche se si sarà spostato, ritrovandosi a continuare il sonno in un posto diverso, o addirittura insolito, come sotto il letto o dentro un armadio.
La letteratura riporta inoltre casi curiosi di persone che hanno mostrato particolari abilità nel sonno come nel caso di Lee Hadwin, un inglese che, pur non sapendo disegnare nulla da sveglio, è in grado di creare opere incredibilmente belle quando si trova nella condizione sonnambolica. Inizialmente, le sue opere mancavano di qualità, ma con il tempo ha acquisito esperienza trasformandosi in un autentico e bravo artista.
A tutt’oggi, gli esperti non sanno spiegare lo strano fenomeno e la stessa cosa accade a questo insolito pittore, che al risveglio, non riesce a ricordare ciò che ha fatto durante la notte. Allo stesso tempo, non sa cosa lo spinga a scegliere i suoi modelli, fra i suoi preferiti vi sono i ritratti di Marilyn Monroe e non riesce nemmeno a spiegarsi quali sia il motivo che lo porta a preferire il disegnare sui muri piuttosto che sulla carta. Un mistero assoluto, ma da cui sta ricavando una gran fama. E’ stato accertato che soffre di sonnambulismo, una condizione medica che rappresenta un enigma di difficile soluzione, dibattuto in seno alla comunità scientifica che, al momento è in grado di offrire solo alcune ipotesi circa le cause di questo disturbo, in assenza di vere e proprie certezze.
I disturbi del sonno appartengono ad una delle aree della medicina ben conosciute e studiate nei loro meccanismi, ma risultano tutt’ora fra i più complessi da interpretare, e gli specialisti, per quel che riguarda il sonnambulismo, affermano che attualmente non esiste un rimedio efficace per eliminare questa situazione, se non quello di aiutare il sonnambulo a terminare ciò che sta facendo e poi riaccompagnarlo a letto, parlandogli con voce calma e suadente.
Di certo una delle cause del sonnambulismo va ricercata nello stress lavorativo e nei problemi quotidiani e all’eventuale consumo eccessivo di alcool o di farmaci tra cui tranquillanti (o sonniferi), farmaci per il trattamento della psicosi e stimolanti minori, nonché antistaminici. Sembra esserci anche un elemento genetico, dato che alcuni casi indagati sembrano avere un legame con l’eredità familiare.
Allontanandoci dalla ricerca accademica e senza perdere di vista gli insegnamenti medici canonici, proprio a causa della mancanza di consenso sulle cause del sonnambulismo, sono state avanzate altre teorie che si rifanno a una conoscenza non tradizionale. Secondo questa, i sonnambuli sarebbero in grado di accedere al piano astrale durante la notte mentre dormono. Una persona profondamente addormentata potrebbe sperimentare “esperienze extracorporee” in cui qualche aspetto della psiche umana è capace di spostarsi effettivamente su altri piani dimensionali. La proiezione astrale e i viaggi astrali, secondo la teoria che condivide il meccanismo con i sogni “lucidi”, sarebbero manifestazioni comuni tra le persone spiritualmente dotate.
Per comprendere il meccanismo attraverso cui si sperimentano quelli che sembrerebbero veri e propri varchi mentali a cui la coscienza potrebbe accedere, sperimentando dimensioni “altre”, è necessario inoltre considerare che, secondo il pensiero filosofico di gran parte delle culture, l’uomo sarebbe composto da tre parti: corpo, anima e spirito. Il corpo è organizzato su livelli fisici, ben riconoscibili e ormai noti a livello ultramicroscopico, che vanno dalle cellule fino agli organi, agli apparati e ai sistemi, poi vi sarebbe una parte più sottile, l’anima, difficilmente esplorabile e infine lo spirito, un’entità capace di permettere l’accesso a un mondo superiore agli altri due. In virtù di questa composizione, nella proiezione astrale, il nostro corpo astrale sarebbe in grado di viaggiare a tutti gli effetti in altri luoghi e questo avverrebbe in particolar modo durante gli stati di sogno. Infine, la persona diverrebbe consapevole di questa esperienza, solo se è in grado di ricordarla al risveglio. Secondo i fautori di tali teorie, molto più diffuse di quanto si possa credere, tutti noi abbiamo esperienze extracorporee inconsapevoli, ma vi sarebbero persone in grado di proiettare intenzionalmente il proprio corpo astrale avendo la possibilità di sperimentare tale esperienza da svegli. Non sorprende, quindi, che una persona profondamente addormentata, abbia “esperienze extracorporee” spontanee, in cui qualche aspetto della psiche umana possa viaggiare, spostandosi su altri piani dimensionali. Detto questo il sonnambulismo si verificherebbe quando il corpo astrale non riesce a liberarsi dal corpo fisico. La proiezione astrale farebbe sì che il nostro corpo fisico, sotto l’azione del corpo astrale, si muova senza averne coscienza.
Teorie non accettabili dalla Scienza convenzionale, giustamente a causa della difficoltà ad essere verificate, ma è lo stesso fenomeno conosciuto con il termine “vita” che è difficile da comprendere.
Proprio per la sua complessità l’uomo, da sempre, è stato portato a credere che il principio vitale non risieda negli organi fisici, oggi perfettamente conosciuti in ogni dettaglio e in grado di essere studiati e analizzati con metodologie raffinate quali, fra le altre, la TAC, RMN e PET, ma che tale principio vitale risieda in una dimensione superiore e la sfida, sempre attuale è proprio quello di esplorare il labirinto che conduce al principio segreto della forza che anima la creazione, un labirinto che, forse, in una particolare condizione come quella del sonno profondo, riusciamo a percorrere e intuire nuovi mondi a noi sconosciuti. È in quei momenti che, spinti dal desiderio di volerli esplorare, ci si muove nel sonno nel vano tentativo di raggiungerli, spaventando chi assiste allo strano fenomeno, di cui non viene, purtroppo, conservato alcun ricordo al risveglio.
Rodolfo Alessandro Neri
La sessualità nella terza età
La terza età, non è un segreto, porta con sé notevoli cambiamenti individuali, sia sotto l’aspetto psicologico sia fisico.
Minore impulsività, sono sufficienti meno ore di sonno, il metabolismo rallenta, alcuni valori emato-chimici (colesterolo, glicemia, vitamina B12) sembrano sfuggire al nostro controllo, come pure la pressione arteriosa che tende al rialzo.
L’aspetto che, però, maggiormente desta preoccupazione sia nei maschi sia nelle femmine è la sessualità.
Per mantenere una vita sessuale e affettiva soddisfacente anche in età senile diventa fondamentale comprendere e accettare quei cambiamenti ormonali, fisiologici e neurologici che, provocando modifiche nelle abitudini, a volte tradiscono le aspettative arrivando anche a minare il rapporto di coppia.
Il soddisfacimento sessuale rappresenta, per le persone anziane, un’importanza ancora più rilevante poiché è fondamentale continuare a sentirsi amati e desiderati e una coppia affiatata, che vive apertamente la propria sessualità, può modificare spontaneamente i propri comportamenti adattandosi alle nuove esigenze.
Troppo spesso, però, la perdita di vigore nei maschietti e l’addio alla fertilità nelle donne, con tutte le manifestazioni collaterali, vengono vissuti come una menomazione, una perdita di valore, anziché venire affrontati correttamente, semplicemente come una nuova fase della propria vita, vita che comprende ipso facto anche la sessualità.
Nell’uomo l’aspetto più evidente è la disfunzione erettile (impotentia coeundi) imputabile a diverse cause, sia organiche sia psicologiche: problemi vascolari (insufficiente afflusso di sangue ai corpi cavernosi penieni) e ormonali (ridotta produzione di testosterone), cause iatrogene (assunzione di farmaci) o a seguito di patologie quali il diabete.
Lo stile di vita è sicuramente determinante nell’insorgenza della DE: il fumo e l’alcool giocano un ruolo determinante, come pure la presenza di infezioni uro-genitali sottovalutate.
Nella donna, l’avvicinarsi della menopausa può determinare nel soggetto un calo del desiderio dovuto ad una modificata produzione ormonale, ma anche un senso di disagio o di difficoltà nel proseguire un rapporto (vampate di calore, senso di gonfiore). A menopausa raggiunta, possono subentrare problemi di dispareunia, cioè di dolore durante la penetrazione, dovuto alla secchezza della vagina che riguarda quasi il 40% delle donne in menopausa.
Risultano molto utili gli esercizi di Kegel per mantenere in efficienza il pavimento pelvico, cioè i muscoli del basso ventre, dal rilassamento dei quali può derivare l’incontinenza.
Creme e gel lubrificanti sono sicuramente di aiuto in tutti i casi di secchezza vaginale e non soltanto quando si è in menopausa, ma anche nel caso in cui vi siano problemi a carico delle ghiandole di Bartolino; nel caso venga utilizzato un preservativo durante il rapporto (rapporti occasionali o con partner affetto da una patologia a trasmissione sessuale) è opportuno utilizzare un gel a base acquosa, per non danneggiare il preservativo.
Per i maschietti l’avvento del sildenafil o del tadalafil, due molecole utilizzate nella disfunzione erettile, ha costituito un rimedio per poter praticare sesso in modo soddisfacente; tuttavia, il loro uso deve avvenire dietro prescrizione medica ed i farmaci non vanno mai comprati sul web, non essendo in tal modo possibile verificare la serietà del produttore (corretto dosaggio, igiene nella produzione).
Alcuni mutamenti nelle prestazioni sessuali sono inevitabili: nel maschio una produzione di liquido seminale inferiore a prima, una leggera riduzione della dimensione testicolare, un allungamento del periodo refrattario cioè del periodo, successivo all’eiaculazione, durante il quale l’uomo non riesce ad avere una nuova erezione.
Nella donna, ad una variazione del tasso ematico di alcuni ormoni (aumento di FSH e LH, diminuzione di estrogeni e progesterone), si assiste alla diminuzione della lubrificazione, diminuisce l’elasticità della parete vaginale e aumentano di volume sia l’utero che le ovaie.
Nelle coppie nelle quali la terza età viene vista come un handicap, come un problema irrisolvibile, spesso uno dei partner si rivolge altrove nella speranza di ritrovare il vigore perduto (non sono solo i maschietti a cercare), con il risultato che si rischia di incrinare seriamente il rapporto, di perdere una fortuna con il sesso a pagamento e, soprattutto, di non risolvere il problema aumentando la frustrazione.
Il consiglio che ci sentiamo di dare è di non fingere e non nascondere nulla a chi condivide con noi la vita magari da decenni, ma di affrontare insieme anche questa sfida come se ne affrontano molte altre nella vita di coppia.
Quando il vigore e la freschezza giovanile si allontanano, la sessualità può assumere sfumature e profondità differenti grazie alla maggiore esperienza, confidenza e complicità col partner e con se stessi, anche quando non si ha o non si ha più un partner fisso. Anche se diminuisce il desiderio sessuale e si prolunga il periodo refrattario, si mantiene e spesso cresce il bisogno di intimità e il desiderio di esprimersi liberamente. La fantasia, l’immaginazione e la creatività alimentati dai ricordi e dalle esperienze, possono conferire nuova intensità alla vita di coppia e/o all’autoerotismo.
Ogni individuo ed ogni coppia ha in sé risorse, punti di forza cui attingere per superare le criticità.
Quando si è lontani dalla vita frenetica caratteristica dei più giovani si può riscoprire l’importanza di trascorrere tempo insieme, anche guardando un film o leggendo insieme un racconto a sfondo erotico, lasciandosi coinvolgere e assecondando le proprie reazioni emotive e fisiologiche.
Molte coppie si rassegnano di fronte ai problemi pensando che ormai una sessualità soddisfacente appartenga alla vita del passato. Questo può portare a sviluppare sintomi depressivi, disistima e modificazioni in negativo dell’immagine di sé: in questi casi il rivolgersi ad un esperto (psicologo o psicoterapeuta esperto in sessuologia) può aiutare l’individuo o la coppia a ritrovare il proprio equilibrio, la propria soddisfazione fisica e psicologica, partendo dai cambiamenti naturali che possono rappresentare un incentivo ad approfondire la conoscenza di sé e a rafforzare il rapporto col partner.
Non dimentichiamo che, purtroppo, la terza età vede molti soggetti soli, o viventi presso RSA, che hanno quindi difficoltà a relazionarsi ed intrattenere rapporti sessuali. Di recente anche in Italia è stata creata la figura dell’O.E.A.S. (Operatore all’Emotività, all’Affettività e alla Sessualità) chiamata con un termine anglosassone love giver che ha, appunto, il compito di permettere a quanti ne siano impediti (in particolare i disabili) di raggiungere il piacere che da soli non potrebbero provare.
Un’ultima cosa, ma non meno importante: sia i maschi sia le femmine è opportuno si sottopongano periodicamente, a partire dai 40 anni, a visite andrologiche e ginecologiche per prevenire la possibile insorgenza di malattie a carico dell’apparato uro-genitale: per gli uomini esami ematici ed ecografia dell’addome (prostata e vescica), per le donne mammografia, PAP test e MOC (densitometria ossea). Consultate sempre il vostro medico alla prima comparsa di sintomi: a volte è sufficiente modificare l’alimentazione o lo stile di vita per risolvere un disturbo.
Sergio Motta
Cristiana Francesia
Golosità a Nole: la sagra dell’Ofela
Il 2 giugno 2022 a Nole si terrà la tradizionale “Sagra dell’ofela”.
“Quando bellezza, cuore, esperienza, professionalità e tecnologia s’incontrano, nascono delle magie destinate a restare nel tempo. Eternandosi, proprio come avviene nell’arte. Perché, in fondo, ogni persona è unica. E il volto rappresenta la carta d’identità che ci accompagnerà per tutta la vita. Idem anche per il corpo”.
Sono parole di Cristina Sartorio, celebre medico chirurgo estetico piemontese – seguitissima anche sui principali social media – presente sia a Torino che a Santa Margherita Ligure con due studi professionali considerati nel settore tra i migliori e più completi in Italia.
Anche sul versante dell’importanza degli investimenti cospicui e crescenti nell’aggiornamento tecnologico del parco macchine e degli strumenti operativi: spesso detenuti in anteprima e in esclusiva, grazie all’amplissima credibilità maturata presso i brand leader di settore in anni di professione ai massimi livelli.
Due hub, due incubatori tra le Alpi e il mare in cui cuore e corpo si fondono fino a farsi una cosa sola “Perché la mia, come dico sempre, è una bellezza in 4D”, sottolinea la nota professionista del benessere che di questo motto ne ha fatto una ben precisa filosofia, “tesa a offrire a tutto tondo ai pazienti la più completa e moderna gamma di trattamenti all’avanguardia sia per il volto che per il corpo”.
Per poi proseguire: “Fondamentale è la diagnostica della pelle, che avviene mediante l’impiego di due particolari e pionieristici strumenti: ‘Vectra’, capace di fotografare in 3D il volto e poterne ruotare nello spazio l’immagine speculare proprio per andare a valutare attentamente e a fondo, potendo contare su più prospettive di visione, quelle che sono le reali esigenze individuale caso per caso: ripristino dei volumi, correzioni, rimozione di macchie, ringiovanimento e valorizzazione dei tratti peculiari della persona”.
Poi viene il turno di “‘Visia’, la cui funzione consiste nell’offrire al medico chirurgo estetico una sorta di panoramica, tipo quella dentale, ottenuta mediante lo scatto singolo di tre foto sul viso ottenute con diverse angolature. E’ un’ottima risorsa nella valutazione in dettaglio degli effetti legati al foto e crono invecchiamento, tra cui iperpigmentazioni dovute all’effetto dei raggi UV e altre cause, oltre a dare il polso dello stato reale della vascolarizzazione dei capillari, della eventuale presenza di batteri sulla superficie epidermica. In questo modo si pongono le basi per un corretto TruSkin Age utile a identificare la reale età cutanea di ciascun paziente analizzando in dettaglio sotto ogni profilo lo stato di fatto oggettivo della sua pelle”.
La potenza di calcolo del software unita all’esperienza del medico chirurgo estetico “Consente altresì di effettuare proiezioni e simulazioni reali e verisimili su quello che sarà anche il prossimo sviluppo nel tempo della pelle del paziente con o senza trattamenti preventivi e conservativi: considerando età, abitudini di vita, etnia, tipologia di cute e moltissime altre variabili che concorrono alla definizione scientifica della migliore soluzione estetica possibile. Tutti i dati che concorrono all’elaborazione delle informazioni vengono reclutati a livello mondo su un panel esemplificativo di 200mila pazienti appartenenti a tutte le etnie, fototipi e con diverse condizioni di pelle con un range di età che va dai 18 agli 80 anni”, approfondisce il noto medico chirurgo estetico.
“L’attenzione costante alle nuove tecnologie e ai ritrovati da essi offerti, così come la produzione in proprio con i migliori laboratori artigianali italiani di linee cosmeceutiche dedicate costituiscono un must, un punto d’eccellenza in continuo sviluppo nel mio percorso di ascolto dei desideri del paziente. E condurlo così, per mano, dalla pelle al cuore”, conclude Cristina Sartorio, altresì autrice del bestseller ‘La Bellezza dell’Imperfezione’ uscito per HCA Edizioni con il contributo del giornalista radiotelevisivo e saggista cattolico Maurizio Scandurra.
Tutte le informazioni sul sito www.cristinasartorio.com e sulla Pagina Facebook Medicina Estetica Cristina Sartorio e su Instagram al profilo @dr.cristinasartorio.
Per Piemonte Liguria e Valle D’Aosta
Letizia Turco è la vincitrice della finalissima interregionale di Miss Mondo Piemonte Liguria e Valle d’Aosta, tenutasi all’interno di Palazzo Pralormo, prestigiosa location torinese. Si è trattato di una serata in grande stile in cui 24 ragazze di rara bellezza si sono contese la vittoria. Patron della serata Domenico Barbano, da cinque anni responsabile del concorso e fondatore di Hoas-History of Style, che si è dichiarato “molto soddisfatto della kermesse”.
Ha vinto il titolo di Miss Mondo Piemonte a soli 17 anni Letizia Turco, studentessa del Liceo Coreutico Teatrale Germana Erba al teatro Nuovo di Torino, allieva dell’Accademia CDH Cinema District Hub di Moda e Cinema, che è conosciuta per scoprire nuovi volti della televisione, del cinema e della moda. Letizia suona da diversi anni il pianoforte, ama la moda, danza e recita e ha sfilato con i grandi brand della moda a Hoas Torino. Ora il suo desiderio è quello di diventare top model e attrice.
Miss Mondo Valle d’Aosta, 20 anni, è Rebecca Arnone, mentre Miss Liguria è Melissa Yucel.
Il primo giugno le ragazze partiranno alla volta di Gallipoli, dove si terranno le fasi finali del concorso nazionale al quale accedono 120 ragazze da ogni parte d’Italia. I primi tre giorni vi sarà una pre selezione, dalla quale ne rimarranno 50 e, successivamente, 25.
Queste ultime accederanno alla finalissima il 18 giugno prossimo.
Miss Mondo è nata in Gran Bretagna nel 1951 ed è stata fondata da Eric Morley, scomparso nel 2000, oggi passato nelle mani della moglie Julia. Insieme a Miss Mondo, Miss International e Miss Universo, si tratta di uno dei concorsi più pubblicizzati del pianeta.
Tutti insieme costituiscono il Big Four International Beauty Pageants
MARA MARTELLOTTA