LIFESTYLE- Pagina 18

Oh, Lucrezia…

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E ora, che si fa?”, chiese Gioacchino, rivolgendosi incredulo agli altri compagni. “Che si fa, che si fa…Si cerca qualcuno che se la senta, che trovi le parole giuste. Del resto si sapeva che, prima o poi, ci sarebbe capitato un funerale civile anche qui da noi, no? C’è sempre una prima volta”, rispose sbrigativo Carletto Barelli, il segretario della Camera del Lavoro

 Lucrezia l’aveva detto a tutti e, da qualche anno, ormai anziana, l’aveva anche scritto – nero su bianco –  nel testamento. Così non c’erano dubbi: il giorno dell’ultimo saluto, prima di finire sotto terra, non voleva tra i piedi preti e suore. “Niente omelie e fumo di candele;niente fiori e rosari da sgranare. Solo una breve orazione civile”. Così aveva scritto, di suo pugno, Lucrezia Dolcini,  dopo la premessa di rito (…nel pieno possesso delle mie facoltà mentali e in piena libertà, volendo disporre per il tempo in cui avrò cessato di vivere, dichiaro con il presente atto le mie ultime volontà come di seguito espresse…). 

 

Essendo nubile e senza prole, non aveva parenti stretti a cui lasciare l’unico bene di cui disponeva: una vecchia casa con annesso fienile che aveva ereditato dal padre, morto di silicosi a meno di quarant’anni. E così aveva disposto che fosse la CGIL a beneficiare di ciò che possedeva. In cambio, come unica contropartita, voleva che l’impronta dell’ultimo saluto fosse laica in tutto e per tutto. La sua storia, del resto, parlava per lei. Nata nel 1892 poco distante dalla Pieve di Montesorbo a Ciola, una frazione di Mercato Saraceno, in Romagna, Lucrezia – con i genitori – era emigrata in tenera età in Ossola dove il padre, Duilio, aveva trovato lavoro nel cantiere del traforo del Sempione. Un’opera imponente che, all’epoca della sua costruzione, nei primi anni del ‘900 , collegando Domodossola a Briga, si fregiava di essere la più lunga galleria ferroviaria del mondo. D’indole ribelle, era cresciuta in una famiglia di fede repubblicana. Il padre era stato anche segretario, in gioventù, del più antico partito politico italiano in una località limitrofa, Talamello. Quel nome e il simbolo della foglia d’edera, in Romagna, spiccavano fieramente su fiammanti bandiere rosse e gli aderenti cantavano feroci canzoni contro i Savoia e tutte le teste coronate. La giovane Lucrezia, cresciuta con il mito dei “tre Giuseppe” (Mazzini, Garibaldi e Verdi) stravedeva per il padre che, al posto delle favole, le leggeva brani della Costituzione della Repubblica romana, che Aurelio Saffi , romagnolo purosangue, aveva contributo a scrivere con gli altri due membri del “triumvirato”, Armellini e Mazzini, dopo aver sottratto il potere al Pontefice, al tempo Pio IX. Papà Dolcini, rimasto vedovo, crebbe la sua unica figlia con amore, mettendola in guardia sulle fatiche della vita. Per rappresentarle meglio, usava un’immagine piuttosto forte, presa in prestito dal poeta Olindo Guerrini, in arte “Stecchetti”, anch’esso romagnolo: “La vita l’è coma la schèla de puler: cùrta, in salìda e pìna ad merda” (la vita è come la scala del pollaio: corta in salita e piena di sterco). Così, lavorando sodo, con il magro guadagno riuscì anche a far studiare la figlia e Lucrezia, tra un sacrificio e l’altro, si diplomò maestra e insegnò a leggere e scrivere nella scuola elementare di uno dei più popolosi rioni di Domodossola. Lo fece riponendo nel suo lavoro la stessa passione con cui, alla sera, partecipava agli incontri e alle iniziative promosse dal sindacato e dai partiti progressisti. Se c’era da predisporre un manifesto pubblico o organizzare una serata di solidarietà con le famiglie degli operai in sciopero di questa o di quell’altra fabbrica, la “maestra Lucrezia” non si tirava mai indietro, offrendo impegno e tempo senza nulla pretendere in cambio. Per questo era benvoluta e stimata in tutta la valle. E la notizia del suo decesso era stata accolta con tristezza e dolore. Chi poteva porgerle l’ultimo saluto? Carletto Barelli ebbe un’idea: “si potrebbe chiedere a Germinale Festelli, il maremmano. Che ne dite? ”. Convennero tutti che l’idea era ottima e  venne incaricato Libero Fusini, che lavorava  con Germinale all’acciaieria della “Pietro Maria Ceretti“.

 

Uno schietto e diretto, un po’ fumino e permaloso, il Festelli passava per uno che aveva un caratteraccio ma in realtà era solo allergico ai  compromessi e non aveva mezze misure, nel bene e nel male. Se un amico aveva bisogno, si faceva in quattro per dargli l’aiuto necessario ma se qualcuno gli faceva saltare la mosca al naso erano guai e dolori. “Quando Germinale diventa brusco è come il temporale che si scatena in agosto”, dicevano in fabbrica, alludendo ai fulmini e alle saette che accompagnavano le sfuriate del “toscanaccio” quando aveva la luna storta. Il Festelli, livornese di Cecina, saputo della morte di Lucrezia, sbottò con un solenne: “Maremma maiala! Che triste notizia mi date! L’era una donna decisa come l’omo. C’aveva dù ‘oglioni!”. Sinceramente dispiaciuto, non esitò a dare l’assenso alla richiesta che Libero gli sottopose a nome delle sezioni comunista e socialista, della Fiom  e della Camera del Lavoro, oltre che di alcuni dei vecchi repubblicani che erano rimasti fedeli alle loro origini. Il funerale si sarebbe svolto due giorni dopo, partendo dall’abitazione di Lucrezia, alla Noga, di fianco all’edificio seicentesco della  vecchia parrocchiale, dedicata alla Vergine del Rosario. Il corteo, prima di raggiungere il cimitero, avrebbe fatto una sosta in piazza Mercato dove avrebbero preso la parola Carletto Barelli e , soprattutto, Germinale Festelli, l’oratore ufficiale. Il cecinese preparò con cura il discorso, deciso a non farsi prendere la mano dall’ardore della passione che l’avrebbe, senza alcun dubbio, portato all’esagerazione. Scrivendo, cancellando, aggiungendo arrivò a quella che, per lui, era la perfezione possibile: un’orazione civile che si proponeva di omaggiare la memoria di Lucrezia, toccando le corde dei sentimenti più veri. Provò più volte il discorso davanti allo specchio, calcolando con l’orologio quanto tempo gli era necessario per leggere quel testo senza andar troppo piano, strascicando le parole, e neppure troppo veloce, con il rischio di mangiarsele. Cronometro ventitre minuti esatti. Né troppo, né troppo poco. Sì, poteva andare.

 

Così, con i fogli infilati nella tasca della giacca di fustagno del dì di festa, in testa al corteo composto da alcune centinaia di persone, affiancato da labari delle cooperative  e bandiere rosse, Germinale avvertiva su di sé tutto il peso della responsabilità. In piazza, dopo il telegrafico intervento del segretario della Camera del Lavoro, il Festelli s’avvicinò al microfono. Con un colpo di tosse si schiarì la voce e alzando lo sguardo sulla folla, appoggiò la mano sinistra sul feretro coperto da una bandiera sulla quale spiccava il simbolo dell’edera e fece per prendere i fogli dalla tasca. In quel momento, vuoi per l’emozione, vuoi perché non aveva toccato cibo dal giorno prima, gli si annebbiò la vista e – per un istante – si sentì mancare la terra sotto i piedi. Rendendosi conto che non era in condizione di leggere, prese coraggio e pronunciò, con voce di tuono, una delle più brevi orazioni funebri della storia: “ Oh, Lucrezia.  Noi ci s’ha fatto le lotte insieme e  ora siamo più soli.  L’è ‘nda’ via una compagna che valeva, maremma maiala ‘mpestaha ‘hane. E mi domando: oh, Lucrezia, perché sei morta se cinque minuti prima di morire, eri così piena di vita ?”. Dopo qualche attimo di smarrimento iniziarono i primi applausi e, in breve, l’intera piazza tributò l’ultimo, caloroso addio alla “maestra Lucrezia”, senza però trovare una risposta alla domanda di Germinale.

Marco Travaglini

Costadoro trasforma il caffè in cultura e impegno quotidiano

Il 1° ottobre si è celebrata in tutto il mondo il caffè. Per l’occasione, la torrefazione torinese propone corsi di formazione, promozioni su prodotti selezionati e ribadisce un messaggio fondamentale: la vera qualità della bevanda si costruisce anche attraverso una filira etica, consapevole e sostenibile.

 

Il caffè è molto più di una semplice bevanda: è un rito quotidiano, un gesto di convivialità, un elemento identitario che attraversa culture e generazioni. Con circa 2,5 miliardi di tazzine consumate ogni giorno nel mondo, rappresenta un’esperienza universale, simbolo di condivisione e tradizione.

 

Dal 2015, anno dell’Expo di Milano, il 1° ottobre è ufficialmente la Giornata Internazionale del Caffè: un appuntamento nato per celebrare il valore culturale di questa bevanda e promuovere una filiera etica e sostenibile. Oggi questa ricorrenza è sempre più sentita e rappresenta un’occasione per riflettere sull’evoluzione del settore, sui nuovi stili di consumo, sulla crescente attenzione alla qualità e sull’urgenza di adottare pratiche responsabili.

 

Così, a dieci anni dalla prima celebrazione avvenuta su iniziativa dell’International Coffee Organization (ICO), la storica torrefazione di Torino Costadoro si fa sostenitrice di una visione consapevole del caffè: accanto alla promozione di prodotti di eccellenza, propone iniziative dedicate alla formazione e alla diffusione della cultura del caffè, perché conoscere ciò che beviamo è il primo passo verso scelte più consapevoli – per noi, per chi lo produce e per il pianeta.

 

Per Costadoro, inoltre, la Giornata Internazionale del Caffè è anche l’occasione per accendere i riflettori su tre importanti valori: il rispetto, per il pianeta e per chi lavora lungo tutta la filiera, l’eccellenza, ricercata in ogni fase della produzione, e la cultura, intesa come condivisione del sapere tra tradizione e innovazione. E per ribadire il suo impegno nel mantenimento di alti standard di impatto sociale e ambientale. In quanto B Corp, del resto, l’azienda è annoverata tra le aziende che guidano un movimento globale che si impegna quotidianamente in favore di un paradigma economico inclusivo, equo e rigenerativo.

 

La formazione come leva per la qualità

Per l’azienda, la qualità parte dalla conoscenza. Per questo, in occasione della Giornata Mondiale, rafforza il proprio investimento nella formazione professionale e culturale, con corsi dedicati ad addetti ai lavori e appassionati:

– Corso M1 – Italian Espresso Tasting (IIAC): Presso la Costadoro Academy di Torino, il 1° ottobre si terrà il corso per aspiranti assaggiatori organizzato con l’International Institute of Coffee Tasting, condotto da Carlotta Trombetta, Head of Quality & Impact dell’Azienda. Il programma unisce teoria, degustazione e una prova finale per ottenere la patente da assaggiatore.

– Coffee Stars – Ciclo di formazione specialistica: Dal 3 ottobre al 27 novembre, l’Academy ospiterà un calendario di incontri pensati per baristi, professionisti e coffee lovers, con approfondimenti su performance, latte art, mixology e metodi di estrazione.

Calendario corsi:

3 ottobre – Come rendere il tuo bar più performante

10 ottobre – Latte Art

3 novembre – Mixology e caffè

10 novembre – Corso generale sul caffè

27 novembre – Brewing

Tutti gli altri momenti formativi sono costantemente aggiornati e sempre consultabili su questa piattaforma.

 

Promozioni e prodotti d’eccellenza

In occasione della ricorrenza, inoltre, Costadoro mette in evidenza alcune delle sue referenze più rappresentative:

– Costadoro RespecTo Bio, miscela biologica e certificata Fairtrade, sarà protagonista delle Settimane Fairtrade con una promozione online del 30%, con il codice sconto “fairtrade30”, valida dall’1 al 31 ottobre, utilizzabile sullo shop online della torrrefazione.

– Presso il Costadoro Social Coffee di Genova, sarà disponibile in offerta a 1,30 euro a tazzina lo Specialty Coffee Aswana, certificato Slow Food, che cresce selvatico nelle foreste di Flores (Indonesia). Un caffè pregiato, dal profilo aromatico ricco, che in estrazione regala note di spezie esotiche, caramello e tabacco dolce.

“Tra natura e quota – Giovanni Storti sopravvive alle Alpi Apuane”

Il 2 ottobre, presso il cinema Sabrina di Bardonecchia, alle ore 21, verrà proposto il documentario di Giorgia Lorenzato e Manuel Zarpellon dal titolo “Tra natura e quota – Giovanni Storti sopravvive alle Alpi Apuane”. Il documentario è prodotto da Cineblend in partnership con il Club Alpino Italiano, e la proiezione avverrà in collaborazione con il CAI di Bardonecchia.

Protagonista del documentario è Giovanni Storti, noto al grande pubblico come il Giovanni del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo,  che si addentra nel cuore delle Alpi Apuane, alla scoperta di un territorio affascinante e allo stesso tempo impervio. Lo esplora con uno sguardo curioso, ironico e consapevole, tipico di chi conosce e ama la montagna. La storia intreccia esperienza personale, riflessione sulla conservazione dell’ambiente e narrazione visiva, con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico sull’importanza della tutela della biodiversità e sulla gestione del rischio in ambiente montano. Nel corso del racconto si alternano le voci di esperti del territorio: Alessio Piccioli, presidente della struttura operativa “Sentieri e cartografie del CAI”; Andrea Ribolini, dottore forestale e guida ambientale escursionistica; Elena Alberti, biologa dell’Orto Botanico Pellegrini Ansaldi; Jonata Landi, guida alpina; Alberto Grossi, esperto ambientale; Veronica Pierotti, presidente dellamsezione CAI di Forte dei Marmi. Il progetto è stato realizzato con il supporto di Karpos, Aku, Vibram, Garmin Italia, Subaru Italia, Buona Visione snc e Hotel La Lanterna. Gli autori, Lorenzato e Zarpellon, dopo aver registrato l’interesse del pubblico in occasione delle centinaia di proiezioni del documentario sulla tragedia della Marmolada, e sul mondo del soccorso alpino, hanno ritenuto di prendersi un respiro per tornare a parlare di ambiente e sicurezza in montagna, questa volta volutamente con leggerezza e ironia, due temi che inevitabilmente e involontariamente sono stati vissuti in modo drammatico nel precedente lavoro “Marmolda 03-07-22”. Riflettere sul mondo montano in evoluzione, per effetto dell’entropizzazione o dell’innalzamento delle temperature, e capire che per frequentarlo è necessario aggiornare le proprie conoscenze e attrezzature, è una tematica a cui si doveva dare una risposta, e la persona che più di tutte poteva portare al grande pubblico questa tematica con ironia e leggerezza era proprio Giovanni Storti.

Un’occasione per scoprire un territorio selvaggio e riflettere sui problemi che ne minacciano la conservazione. Filo rosso di questa avventura è la biodiversità, termine coniato nel 1988 dall’entomologo Edward Wilson: l’interconnessione magica tra gli individui di ogni specie che, come ricorda lo stesso Giovanni Storti, può essere definita come la ricchezza di vita sul nostro pianeta. Secondo filo rosso è la riduzione del rischio in montagna, qui introdotti grazie all’ironia di Giovanni, con il giusto equilibrio fra leggerezza e profondità. L’obiettivo è di far prendere consapevolezza al pubblico riguardo a questo importante tema, soprattutto in questo momento di grande mutamento per il territorio. Tre le giornate di questo percorso: la prima immersa nelle fragranze e nel fascino dell’Orto Botanico Pellegrini-Ansaldi, per poi arrivare are nel pomeriggio al rifugio Puliti; la seconda giornata è dedicata al monte Nona e il terzo giorno alla ferrata del monte Procinto, la più antica d’Italia.

Mara Martellotta

Per Diana. La luna sopra il cervo

Venerdì 3 ottobre, dalle ore 18.30

Una serata alla scoperta della luna alla Palazzina di Caccia di Stupinigi 

Il cielo diventa protagonista a Stupinigi in un evento esclusivo in programma venerdì 3 ottobre, dalle ore 18.30, sulla terrazza della Palazzina di Caccia, verso il parco storico.

La serata alla scoperta della luna prevede un percorso nelle sale alla scoperta di storie, aneddoti e personaggi legati al tema dell’astronomia, come la principessa di Carignano, Giuseppina di Lorena Armagnac (1753-1797), moglie di Vittorio Amedeo di Carignano e nonna di Carlo Alberto: una donna straordinaria per i suoi molteplici interessi, tra cui l’astronomia, di cui la Palazzina conserva un ritratto nell’appartamento di Levante. Al termine della visita guidata, una “lezione di cielo” nel Salone d’Onore e infine, dalla terrazza, l’osservazione guidata della luna dai telescopi dello staff del Planetarioaccompagnata da un calice di vino e una friandise salata, a cura dell’associazione Tutela Baratuciat e Vitigni storici.

L’evento è organizzato dai Servizi Educativi della Palazzina di Caccia di Stupinigi, in collaborazione con Infini.to-Planetario di Torino.

INFO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

Piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)

Venerdì 3 ottobre, dalle ore 18.30

Per Diana. La luna sopra il cervo

Costo: 30 euro

Prenotazione obbligatoria

Info e prenotazioni: stupinigi@info.ordinemauriziano.it

Dal martedì al venerdì 10-17.30, entro il giovedì precedente la visita

www.ordinemauriziano.it

Torna Il Nizza È

Appuntamento dal 4 al 6 ottobre a Nizza Monferrato

Piemonte e Toscana, Monferrato e Maremma, il Nizza e il Bolgheri.
Due straordinarie DOC e DOCG che s’incontrano e confrontano a Nizza Monferrato, dove il 4-5-6 ottobre 2025 si svolgerà la SESTA EDIZIONE de Il Nizza È.
Sarà un’edizione extra lusso di un evento che fa del vino simbolo di due meravigliosi territori patrimonio dell’Umanità dell’universo enologico.

La grande apertura
Ad inaugurare Il Nizza È sarà – sabato 4 ottobre alle 10, nei giardini di Palazzo Crova, nel cuore di Nizza Monferrato – una tavola rotonda sul tema “Denominazioni che hanno il nome del territorio: gli elementi fondamentali per la loro affermazione”, e la partecipazione di rappresentanti istituzionali, del mondo vitivinicolo e accademico.
Presenti :
Simone Nosenzo (Sindaco di Nizza Monferrato), e Mauro Damerio (Presidente Enoteca Regionale del Nizza),
Stefano Chiarlo (Presidente Associazione Produttori del Nizza),
Daniele Parri (Direttore del Consorzio Bolgheri e Bolgheri Sassicaia)
Professor Michele A. Fino (Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo).
Poi consegna delle borse di studio del premio “Tullio Mussa” e una conversazione con il professor Fino, autore del libro “Non me la bevo”.
L’incontro (moderato da Franco Binello) proseguirà con l’intervento di un rappresentante della Cassa di Risparmio di Asti e si concluderà, intorno alle 12 con un brindisi finale

nizza
Alcuni commenti :
Mauro Damerio (presidente Enoteca regionale di Nizza Monferrato): «Il Nizza È, unitamente al Giro del Nizza, è la nostra manifestazione di riferimento sul Nizza DOCG, da ormai 5 anni. La novità di quest’anno sarà il momento introduttivo dell’evento che, dato anche il periodo di incertezza mondiale che stiamo attraversando, è stato pensato sotto forma di tavola rotonda, con la partecipazione dello scrittore e professore Michele A. Fino e il direttore del Consorzio DOC Bolgheri Daniele Parri, al fine di capire quali potrebbero essere le strategie e gli elementi chiave fondamentali per l’affermazione di una denominazione territoriale come il Nizza DOCG nel prossimo futuro. Da quest’anno il premio Tullio Mussa sarà trasformato in una borsa di studio, destinata agli studenti più meritevoli, scelti ad anni alterni tra gli studenti dell’Istituto Pellati di Nizza Monferrato e la UNISG di Pollenzo che si impegnano nella promozione dei prodotti enograstronomici del nostro bellissimo territorio ».
Stefano Chiarlo (presidente Associazione Produttori del Nizza: «Si apre una edizione de Il Nizza È sempre più ricca e che cresce in termini di prestigio nazionale e direi anche internazionale. quest’anno si sfioreranno le 130 etichette (contro le 110 della passata edizione) tra Nizza, Nizza Riserva e Cru. E l’incontro e il confronto con il Bolgheri rappresentano una straordinaria occasione di crescita per il nostro territorio in un momento in cui la nostra denominazione sta attraversando una fase storica di crescita ed evoluzione. Il Bolgheri ha tracciato una strada che per noi rappresenta un modello da seguire. E la presenza del professor Fino ci servirà da stimolo ulteriore per capire come lavorare sul fronte della comunicazione del vinolo».
Daniele Parri (direttore Consorzio per la Tutela dei Vini DOCBolgheri e Bolgheri Sassicaia): «Il nostro Consorzio è felice di aver accettato l’invito a partecipare alla manifestazione Il Nizza È, condividendo valori comuni di eccellenza, territorialità e cultura del vino. Sarà un’occasione preziosa per un confronto tra territori e per promuovere insieme il valore del vino italiano».
Chi è. Daniele Parri dopo la laurea in viticoltura ed Enologia all’Università di Pisa ha cominciato una serie di esperienze tecniche in Toscana, Piemonte, Francia e Nuova Zelanda. Per approfondire il lato commerciale del mondo del vino ha frequentato un Master e poi esperienza all’azienda Caiarossa di Riparbella per 7 anni. Dalla fine 2024 è direttore del Consorzio per la Tutela dei Vini DOC Bolgheri e Bolgheri Sassicaia.
Nizza e Bolgheri: i numeri
Il Nizza: un milione e 150 mila bottiglie vendute nel 2024 con 250 ettari in produzione e 140 produttori, di cui 96 riuniti nella Associazione Produttori del Nizza
Il Bolgheri: 7 milioni e 100 mila bottiglie vendute nel 2024, con circa 1400 ettari e 75 produttori (per la quasi totalità aderenti al Consorzio)

Borsa di studio. Il premio Tullio Mussa (giunto alla diciottesima edizione) dal 2025 il premio avrà una nuova formula: verrà conferito non più ad un personaggio ma bensì attraverso una borsa di studio, finanziata dall’Associazione Produttori del Nizza, dalla Enoteca Regionale di Nizza e da Slow Food Alessandria e Colline Nicesi APS. La borsa di studio riguarderà, ad anni alterni, l’Istituto Tecnico Statale Pellati di Nizza Monferrato e l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo .

Vino e letteratura. “Non me la bevo”, è il libro di Michele Antonio Fino articolato in 10 capitoli dedicati a svelare quello che spesso la narrazione dominante e il marketing tendono a nascondere o in qualche modo impediscono ai consumatori di conoscere. La convinzione alla base del libro è che soltanto dei consumatori che abbiano la possibilità di sapere che cosa sia il vino. Per questo, è molto importante conoscere le radici del vino oggi, che affondano nella retorica ottocentesca e che nel Novecento si sono giovati di apporti fondamentali come quelli di Luigi Veronelli e Mario Soldati.
Una grande attenzione è dedicata alla storia delle denominazioni di origine .
Non mancano curiosità riguardo al Prosecco fatto in Australia o ai dazi che non sono comparsi all’orizzonte solo quest’anno e naturalmente ci sono aneddoti sparsi riguardanti grandi territori vinicoli che influenzano il nostro immaginario, come quelli francesi, accanto a personalità che non ci si aspetterebbe di incontrare in un libro sul vino come quella degli americani Ancel e Margaret Keys.
L’autore. Michele Antonio Fino (Revello, 1973) è professore ordinario di Fondamenti del Diritto Europeo nell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Formatosi tra Torino e Ferrara, coltiva lo studio storico del diritto, con particolare attenzione per la storia degli istituti. Scrive su riviste tecniche di temi legati all’agricoltura, ha curato due guide alla etichettatura dei vini edite da Vignaioli Piemontesi, e su Instagram svolge divulgazione giuridica con lo pseudonimo di @ermezio. Collabora con Treccani, Vite e Vino, L’informatore agrario, Corriere della Sera – Cook, Linkiesta Gastronomika, Gambero Rosso.

Programma ed eventi.
Sabato 4, domenica 5 e lunedì 6 ottobre dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 20 – per pubblico, stampa e operatori di settore

Le sfumature del Nizza DOCG:
i banchi d’assaggio con oltre 120 Nizza DOCG, di oltre 70 diversi produttori, in degustazione. Organizzati in 6 postazioni per conoscere e apprezzare le differenze tra le principali zone di terroir della DOCG, guidati dai sommelier AIS. Ingresso a turni – durata 3 h – prenotazione obbligatoria della fascia oraria

Le suggestioni del Bolgheri DOC. Con un banco d’assaggio dedicato, grazie alla collaborazione con il Consorzio per la Tutela dei Vini DOC Bolgheri e DOC Bolgheri Sassicaia

Il Nizza È…Roccaverano
Banco d’assaggio dedicato, grazie alla collaborazione con il Consorzio dei Produttori del pregiatissimo I Roccaverano Dop.

Mostra fotografica.
Si intitola “Dentro il vigneto” e raccoglie foto e immagini suggestive di Chiara Galliano, fotografa Fine Art e artista visiva, con paesaggi e vigne del Monferrato. Immagini che si sposano – dice l’autrice – con una suggestiva video installazione realizzata nell’azienda agricola
“Il Botolo”. La mostra dal 4 ottobre a Nizza.

Modalità di accesso alla tre giorni del Nizza
Ingresso al pubblico INTERO € 25 – calice di degustazione in omaggio https://shorturl.at/JkEj
Ingresso al pubblico RIDOTTO (esclusivo per SOCI AIS, FISAR, FIS, ONAV, ASPI e SLOW FOOD esibendo tessera associativa) € 15 – calice di degustazione in omaggio https://shorturl.at/nX6ju
Ingresso gratuito previa registrazione per operatori di settore e stampa https://shorturl.at/gWglz
Link pagina di atterraggio all’interno del sito di Enoteca del Nizza https://enotecanizza.it/eventi/il-nizza-e/

Partner e sostenitori. Il Nizza È un evento organizzato da Enoteca Regionale di Nizza, Città di Nizza Monferrato e Associazione Produttori del Nizza. Con il contributo della Regione Piemonte ed il supporto tecnico della delegazione astigiana di AIS Piemonte. In collaborazione con Banca di Asti, il Consorzio per la Tutela dei Vini Doc Bolgheri e Bolgheri Sassicaia, Consorzio dei Produttori del Roccaverano DOP, Valverde e Mario Fongo. Realizzato grazie al patrocinio della Provincia di Asti, della Comunità Collinare Vigne & Vini e dell’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe RTorna Il Nizza È
Appuntamento dal 4 al 6 ottobre
a Nizza Monferrato

Piemonte e Toscana, Monferrato e Maremma, il Nizza e il Bolgheri.
Due straordinarie DOC e DOCG che s’incontrano e confrontano a Nizza Monferrato, dove il 4-5-6 ottobre 2025 si svolgerà la SESTA EDIZIONE de Il Nizza È.
Sarà un’edizione extra lusso di un evento che fa del vino simbolo di due meravigliosi territori patrimonio dell’Umanità dell’universo enologico.

La grande apertura
Ad inaugurare Il Nizza È sarà – sabato 4 ottobre alle 10, nei giardini di Palazzo Crova, nel cuore di Nizza Monferrato – una tavola rotonda sul tema “Denominazioni che hanno il nome del territorio: gli elementi fondamentali per la loro affermazione”, e la partecipazione di rappresentanti istituzionali, del mondo vitivinicolo e accademico.
Presenti :
Simone Nosenzo (Sindaco di Nizza Monferrato), e Mauro Damerio (Presidente Enoteca Regionale del Nizza),
Stefano Chiarlo (Presidente Associazione Produttori del Nizza),
Daniele Parri (Direttore del Consorzio Bolgheri e Bolgheri Sassicaia)
Professor Michele A. Fino (Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo).
Poi consegna delle borse di studio del premio “Tullio Mussa” e una conversazione con il professor Fino, autore del libro “Non me la bevo”.
L’incontro (moderato da Franco Binello) proseguirà con l’intervento di un rappresentante della Cassa di Risparmio di Asti e si concluderà, intorno alle 12 con un brindisi finale
Alcuni commenti :
Mauro Damerio (presidente Enoteca regionale di Nizza Monferrato): «Il Nizza È, unitamente al Giro del Nizza, è la nostra manifestazione di riferimento sul Nizza DOCG, da ormai 5 anni. La novità di quest’anno sarà il momento introduttivo dell’evento che, dato anche il periodo di incertezza mondiale che stiamo attraversando, è stato pensato sotto forma di tavola rotonda, con la partecipazione dello scrittore e professore Michele A. Fino e il direttore del Consorzio DOC Bolgheri Daniele Parri, al fine di capire quali potrebbero essere le strategie e gli elementi chiave fondamentali per l’affermazione di una denominazione territoriale come il Nizza DOCG nel prossimo futuro. Da quest’anno il premio Tullio Mussa sarà trasformato in una borsa di studio, destinata agli studenti più meritevoli, scelti ad anni alterni tra gli studenti dell’Istituto Pellati di Nizza Monferrato e la UNISG di Pollenzo che si impegnano nella promozione dei prodotti enograstronomici del nostro bellissimo territorio ».
Stefano Chiarlo (presidente Associazione Produttori del Nizza: «Si apre una edizione de Il Nizza È sempre più ricca e che cresce in termini di prestigio nazionale e direi anche internazionale. quest’anno si sfioreranno le 130 etichette (contro le 110 della passata edizione) tra Nizza, Nizza Riserva e Cru. E l’incontro e il confronto con il Bolgheri rappresentano una straordinaria occasione di crescita per il nostro territorio in un momento in cui la nostra denominazione sta attraversando una fase storica di crescita ed evoluzione. Il Bolgheri ha tracciato una strada che per noi rappresenta un modello da seguire. E la presenza del professor Fino ci servirà da stimolo ulteriore per capire come lavorare sul fronte della comunicazione del vinolo».
Daniele Parri (direttore Consorzio per la Tutela dei Vini DOCBolgheri e Bolgheri Sassicaia): «Il nostro Consorzio è felice di aver accettato l’invito a partecipare alla manifestazione Il Nizza È, condividendo valori comuni di eccellenza, territorialità e cultura del vino. Sarà un’occasione preziosa per un confronto tra territori e per promuovere insieme il valore del vino italiano».
Chi è. Daniele Parri dopo la laurea in viticoltura ed Enologia all’Università di Pisa ha cominciato una serie di esperienze tecniche in Toscana, Piemonte, Francia e Nuova Zelanda. Per approfondire il lato commerciale del mondo del vino ha frequentato un Master e poi esperienza all’azienda Caiarossa di Riparbella per 7 anni. Dalla fine 2024 è direttore del Consorzio per la Tutela dei Vini DOC Bolgheri e Bolgheri Sassicaia.
Nizza e Bolgheri: i numeri
Il Nizza: un milione e 150 mila bottiglie vendute nel 2024 con 250 ettari in produzione e 140 produttori, di cui 96 riuniti nella Associazione Produttori del Nizza
Il Bolgheri: 7 milioni e 100 mila bottiglie vendute nel 2024, con circa 1400 ettari e 75 produttori (per la quasi totalità aderenti al Consorzio)

Borsa di studio. Il premio Tullio Mussa (giunto alla diciottesima edizione) dal 2025 il premio avrà una nuova formula: verrà conferito non più ad un personaggio ma bensì attraverso una borsa di studio, finanziata dall’Associazione Produttori del Nizza, dalla Enoteca Regionale di Nizza e da Slow Food Alessandria e Colline Nicesi APS. La borsa di studio riguarderà, ad anni alterni, l’Istituto Tecnico Statale Pellati di Nizza Monferrato e l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo .

Vino e letteratura. “Non me la bevo”, è il libro di Michele Antonio Fino articolato in 10 capitoli dedicati a svelare quello che spesso la narrazione dominante e il marketing tendono a nascondere o in qualche modo impediscono ai consumatori di conoscere. La convinzione alla base del libro è che soltanto dei consumatori che abbiano la possibilità di sapere che cosa sia il vino. Per questo, è molto importante conoscere le radici del vino oggi, che affondano nella retorica ottocentesca e che nel Novecento si sono giovati di apporti fondamentali come quelli di Luigi Veronelli e Mario Soldati.
Una grande attenzione è dedicata alla storia delle denominazioni di origine .
Non mancano curiosità riguardo al Prosecco fatto in Australia o ai dazi che non sono comparsi all’orizzonte solo quest’anno e naturalmente ci sono aneddoti sparsi riguardanti grandi territori vinicoli che influenzano il nostro immaginario, come quelli francesi, accanto a personalità che non ci si aspetterebbe di incontrare in un libro sul vino come quella degli americani Ancel e Margaret Keys.
L’autore. Michele Antonio Fino (Revello, 1973) è professore ordinario di Fondamenti del Diritto Europeo nell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Formatosi tra Torino e Ferrara, coltiva lo studio storico del diritto, con particolare attenzione per la storia degli istituti. Scrive su riviste tecniche di temi legati all’agricoltura, ha curato due guide alla etichettatura dei vini edite da Vignaioli Piemontesi, e su Instagram svolge divulgazione giuridica con lo pseudonimo di @ermezio. Collabora con Treccani, Vite e Vino, L’informatore agrario, Corriere della Sera – Cook, Linkiesta Gastronomika, Gambero Rosso.

Programma ed eventi.
Sabato 4, domenica 5 e lunedì 6 ottobre dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 20 – per pubblico, stampa e operatori di settore

Le sfumature del Nizza DOCG:
i banchi d’assaggio con oltre 120 Nizza DOCG, di oltre 70 diversi produttori, in degustazione. Organizzati in 6 postazioni per conoscere e apprezzare le differenze tra le principali zone di terroir della DOCG, guidati dai sommelier AIS. Ingresso a turni – durata 3 h – prenotazione obbligatoria della fascia oraria

Le suggestioni del Bolgheri DOC. Con un banco d’assaggio dedicato, grazie alla collaborazione con il Consorzio per la Tutela dei Vini DOC Bolgheri e DOC Bolgheri Sassicaia

Il Nizza È…Roccaverano
Banco d’assaggio dedicato, grazie alla collaborazione con il Consorzio dei Produttori del pregiatissimo I Roccaverano Dop.

Mostra fotografica.
Si intitola “Dentro il vigneto” e raccoglie foto e immagini suggestive di Chiara Galliano, fotografa Fine Art e artista visiva, con paesaggi e vigne del Monferrato. Immagini che si sposano – dice l’autrice – con una suggestiva video installazione realizzata nell’azienda agricola
“Il Botolo”. La mostra dal 4 ottobre a Nizza.

Modalità di accesso alla tre giorni del Nizza
Ingresso al pubblico INTERO € 25 – calice di degustazione in omaggio https://shorturl.at/JkEj
Ingresso al pubblico RIDOTTO (esclusivo per SOCI AIS, FISAR, FIS, ONAV, ASPI e SLOW FOOD esibendo tessera associativa) € 15 – calice di degustazione in omaggio https://shorturl.at/nX6ju
Ingresso gratuito previa registrazione per operatori di settore e stampa https://shorturl.at/gWglz
Link pagina di atterraggio all’interno del sito di Enoteca del Nizza https://enotecanizza.it/eventi/il-nizza-e/

Partner e sostenitori. Il Nizza È un evento organizzato da Enoteca Regionale di Nizza, Città di Nizza Monferrato e Associazione Produttori del Nizza. Con il contributo della Regione Piemonte ed il supporto tecnico della delegazione astigiana di AIS Piemonte. In collaborazione con Banca di Asti, il Consorzio per la Tutela dei Vini Doc Bolgheri e Bolgheri Sassicaia, Consorzio dei Produttori del Roccaverano DOP, Valverde e Mario Fongo. Realizzato grazie al patrocinio della Provincia di Asti, della Comunità Collinare Vigne & Vini e dell’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato
Si invita al consumo responsabile delle bevande alcoliche

Enoteca Regionale di Nizza Monferrato
Aperta da: Lunedì al Venerdì 9,30/13,00 – 15,00/19,30 Sabato e Domenica 9,30/13,00 – 14,30/19,00 Wine Shop e Uffici: Palazzo Crova, Via Crova 2 – 14049 Nizza Monferrato (AT) Nuovo recapito telefonico: 0141/439294 320 141 4335 segreteria@enotecanizza.it – www.enotecanizza.it – www.facebook.it/enotecanizza

About Associazione Produttori del Nizza
Dal 2002 l’Associazione Produttori del Nizza custodisce e valorizza il Nizza DOCG, espressione d’eccellenza del Barbera prodotto in un’area di 18 comuni nel cuore del Monferrato. Oggi l’Associazione conta 95 produttori e lavora per accrescere e consolidare l’identità del vino e del suo territorio, con l’obiettivo di attestarlo, in Italia e all’estero, al pari delle grandi denominazioni italiane.

Alla prossima !
LUCA GANDINoero e Monferrato
Si invita al consumo responsabile delle bevande alcoliche

Enoteca Regionale di Nizza Monferrato
Aperta da: Lunedì al Venerdì 9,30/13,00 – 15,00/19,30 Sabato e Domenica 9,30/13,00 – 14,30/19,00 Wine Shop e Uffici: Palazzo Crova, Via Crova 2 – 14049 Nizza Monferrato (AT) Nuovo recapito telefonico: 0141/439294 320 141 4335 segreteria@enotecanizza.it – www.enotecanizza.it – www.facebook.it/enotecanizza

About Associazione Produttori del Nizza
Dal 2002 l’Associazione Produttori del Nizza custodisce e valorizza il Nizza DOCG, espressione d’eccellenza del Barbera prodotto in un’area di 18 comuni nel cuore del Monferrato. Oggi l’Associazione conta 95 produttori e lavora per accrescere e consolidare l’identità del vino e del suo territorio, con l’obiettivo di attestarlo, in Italia e all’estero, al pari delle grandi denominazioni italiane.

Alla prossima !
LUCA GANDIN

“Se lo puoi immaginare, lo puoi fare!”

“Se lo puoi immaginare, lo puoi fare!” La frase attribuita a Walt Disney sembra quasi anticipare quello che ieri sera è accaduto al Circolo dei Lettori.

Perché sì, senza parole non c’è pensiero, e i filosofi del linguaggio ce lo ricordano: conoscere il significato delle parole è la condizione necessaria per astrarre, comprendere, creare.
Ma c’è’ di più se lo puoi nominare lo puoi cambiare! La parola e la conoscenza della parola, inteso come processo di consapevolezza e  motore di cambiamento sociale e perché no politico. Soltanto Parole? No…
Ieri, però, la parola è diventata anche oggetto d’asta. Un’asta vera e propria, battuta con competenza e brillantezza da Vanessa Carioggia AD di Case d’Aste Sant’Agostino e Vice Presidente di ISI. In palio: l’adozione di una parola. Un paradosso? Non proprio. Perché dietro c’era molto di più. Con l’offerta più alta, l’aggiudicatario si portava a casa un poster artistico con la parola prescelta racchiusa tra due parentesi graffe, e, soprattutto, il diritto di utilizzare per 18 mesi la definizione tratta dal Dizionario di Genere di Marzia Camarda. Un’opera monumentale: il primo e più ampio censimento internazionale dei fenomeni sociali legati al genere. Numeri impressionanti: 2.417 lemmi, 12 macrotemi, oltre tre milioni di battute.
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Ieri sera, Marzia  Camarda ha compiuto un piccolo miracolo: ha coinvolto l’élite dell’associazionismo e dei corpi intermedi torinesi — dall’Unione Industriali ad Apid e Federmanager, dagli Ordini professionali al Politecnico, dall’Universita’ e la SAA alle Fondazioni Bancarie — insieme a intellettuali, imprenditrici, professionisti, associazioni di empowerment femminile come Fondazione Bellisario.
Non solo donne.Con ironia e spirito, molti uomini hanno rilanciato per aggiudicarsi parole “caratterizzate” come manel, mansplaining (o, con più colore, in italiano il bellissimo minchiarimento), drama queen, e toy boy. La forza del Dizionario di Genere non è solo quella di offrire una definizione, soddisfare la curiosità intellettuale, ma di costruire connessioni logiche tra i lemmi, offrendo un percorso di conoscenza unico e utilissimo. Lo confesso: anch’io ci ho perso delle ore, scoprendo spiegazioni chiare non solo di parole straniere, ma anche di concetti giuridici, economici e sociali.
E a cosa servirà il ricavato dell’asta?Ce lo racconta Marzia Camarda, con gli occhi che ieri brillavano di passione e di soddisfazione a coronamento di un lavoro davvero enciclopedico: “Realizzeremo una piattaforma digitale partecipativa, accessibile a scuole ed enti formativi, con contenuti del Dizionario e materiali creati ad hoc: schede didattiche scaricabili, strumenti per docenti e professionisti, uno spazio per connettere territori e colmare carenze educative. L’obiettivo è farne la più ampia mappatura internazionale partecipativa.” Non basta: il progetto guarda lontano. Non solo traduzione del dizionario in altre lingue, ma anche arricchimento con parole e concetti specifici delle varie culture, per una rete linguistica globale. Ieri era presente anche l’editrice e  di Settenove Monica Martinelli, fondatrice della prima realtà editoriale italiana interamente dedicata alla prevenzione della violenza e della discriminazione di genere. Le parentesi graffe del suo logo non sono casuali: simboleggiano libertà di espressione, l’uscire dalle gabbie culturali, l’aprirsi a un altrove, all’altro, all’inesplorato ed inedito. Come il primo Dizionario di Genere!
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IRMA CIARAMELLA

Buonissima, più di 120 appuntamenti al Festival della grande cucina

Torino celebra ancora una volta la migliore cucina internazionale, in tutte le sue forme, attraverso la quinta edizione di Buonissima, la manifestazione gastronomica tra le più importanti d’Italia, che si terrà nel capoluogo piemontese dal 22 al 26 ottobre prossimo. L’evento gastronomico, ideato dai giornalisti Stefano Cavallito e Luca Iaccarino e dallo chef Matteo Baronetto, torna ad animare la città dopo la straordinaria edizione estiva organizzata in occasione della cerimonia torinese della “The World’s 50 best restaurants”.

Un appuntamento diventato imperdibile per tutti gli appassionati di cultura gastronomica e non solo, un motivo d’orgoglio per Torino e l’Italia. Buonissima 2025 promette un’edizione ricca e innovativa con numeri ancora più importanti rispetto al passato, che vogliono ribadire il ruolo centrale che la città riveste nel panorama enogastronomico italiano e internazionale. Un festival che si propone l’intento di far vivere intensamente la città tramite eventi di alta qualità e diffusi in alcuni luoghi iconici torinesi, seguendo l’incremento sempre maggiore di turisti che, visitando la città, vengono affascinati dall’accoglienza e dalla cura enogastronomica proposte.

“Cibo, arte e bellezza sono le tre parole di riferimento per questa edizione – ha dichiarato il giornalista Luca Iaccarino – una manifestazione diffusa capace di creare movimento e bellezza in città attraverso la commistione e la fusione tra il cibo e l’arte, andando a confluire in un senso incredibile di bellezza, un evento e un sentimento in cui ritrovarsi come comunità”.

“Non chiedere quello che può fare il tuo Paese per te, ma chiediti cosa puoi fare tu per il tuo Paese, disse J.F. Kennedy nèl lontano 1961 – ha dichiarato il giornalista Stefano Cavallito – questo è lo spirito che ha animato Buonissima fin dalla sua prima edizione. Buonissima è stata concepita per esprimere il suo spirito proprio nella città di Torino, e abbinare la bontà dell’offerta enogastronomica alla bellezza del luogo dove viene respirata. La bellezza del luogo è fondamentale a livello di attrattiva per ospitare e richiamare i più grandi interpreti della cucina internazionale”.

“Buonissima sta progredendo in modo importante – ha affermato lo chef Matteo Baronetto – penso che la cucina debba mettersi al servizio della bellezza e della cultura al fine di ampliare il respiro internazionale. Sono felice di poter contribuire attivamente a questa edizione proponendo due eventi nel format Chef Table, a cui sono affezionato e che parla un poco del mio passato. La prima cena si svolgerà negli ambienti magici della Libreria Luxemburg, nella sua nuova sede della galleria Subalpina, e la seconda nei locali di Dispensa, dove dopo 10 anni tornerò a cucinare con il mio amico Carlo Cracco, proponendo qualcosa del nostro passato che porti, però, un profumo nel futuro”.

Martedì 21 ottobre, dalle ore 20, alla Libreria Luxemburg, ci sarà appunto l’intima cena a quattro mani in cui lo chef Matteo Baronetto cucinerà con lo chef del ristorante Glam, Donato Ascani. I libri lasceranno spazio a un’atmosfera unica, la cucina prenderà il posto delle parole e due protagonisti della scena gastronomica si incontreranno per creare un menù irripetibile.

Cinque sono i giorni dedicati alla manifestazione  che ospiterà oltre 15 format gastronomici per  un totale di più di 120 appuntamenti diffusi in tutta la città, con il coinvolgimento di oltre 70 location e 100 chef provenienti da ogni angolo del pianeta. La kermesse negli anni scorsi ha ospitato chef del calibro di Massimo Bottura, Alain Ducasse, Ferran Adrià, Enrico Crippa, Virgilio Martinez e Renè Redzepi, e conferma anche quest’anno la duplice, inconfondibile anima che l’ha contraddistinta fino ad ora. Da un lato il carattere pop delle trattorie e dei Bistrot, dall’altro spirito top delle mete di Fine Dining, ristoranti unici in cui gli chef propongono una filosofia visionaria e originale nella scena gastronomica internazionale. L’inaugurazione ufficiale di Buonissima avverrà alla centrale Nuvola Lavazza mercoledì 22 ottobre dalle 16 alle 18, e in quell’occasione si terrà il Premio Bob Noto, nato in seno alla manifestazione in omaggio al gastronomo e fotografo torinese scomparso nel 2017. Ogni anno la giuria è composta dalla moglie Antonella Fassio, dagli chef Ferran Adrià e Paolo Griffa, dall’editore Marco Bolasco, da Sara Perone di Lavazza e dagli editori di Buonissima e consegna il premio a un personaggio del mondo dell’enogastronomia che si è distinto in una virtù cara a Bob. Quest’anno il tema del premio riguarda il talento. Per questa edizione l’evento inaugurale di Buonissima sarà mercoledì 22 ottobre, a partire dalle 19.30, fino alle 23.45, a Palazzo Madama, presso il Museo Civico d’Arte Antica e firmato da 10 grandi chef provenienti da alcuni dei più rinomati ristoranti italiani che daranno estro alla loro creatività riproponendo piatti iconici e nuove creazioni ispirati alla mostra che farà da cornice alla serata: “Vedova Tintoretto in dialogo”, un elogio al cibo e all’arte all’interno della bellezza dello storico palazzo torinese. Ad accompagnare la proposta gastronomica, una selezione  dei migliori vini piemontesi. Dal 22 al 26 ottobre si svilupperanno anche le Cene in Osteria, dal titolo Piolissima. Per Buonissima l’anima delle tipiche trattorie torinesi prende vita tra le strade e i vicoli della città, con 21 piole, dalle più tradizionali alle più contemporanee, che sorprenderanno con piatti speciali pensati ad hoc per celebrare la grande cucina piemontese. Si potranno scoprire menù originali nello stile della piola, respirando l’atmosfera autentica della convivialità. Piazza Castello, dal 23 al 26 ottobre, dalle 10 alle 19.30 sarà teatro di 4 giorni di esperienze gastronomiche e culturali di “Casa Buonissima”.

Sabato 25 ottobre, presso Palazzo Saluzzo Paesana, un grande evento è atteso dalle 19, dal titolo “A taste of Alchemist”, una cena spettacolo in cui il grande protagonista della serata sarà lo chef danese Rasmus Munk, insignito del premio come Miglior Chef al mondo per la classifica The Best Chef Awards 2024. Mente visionaria e chef patron del ristorante Alchemist di Copenaghen, due stelle Michelin e una stella Verde, quinto ristorante al mondo per The World’s 50 Best Restaurants 2025. Munk proporrà una cena riservata e ideata soltanto per Buonissima e dedicata esclusivamente alla Città di Torino.

Un’altra novità riguarda l’innovativo format Bistromania, la festa dei bistrot che si svolgerà alla centrale Nuvola Lavazza sabato 25 ottobre dalle ore 19. Quest’anno i riflettori si accenderanno sulla partnership tra Piemonte e Catalogna: 5 bistrot catalani saranno ospiti speciali e si uniranno ai protagonisti piemontesi per una notte di sapori, storie e contaminazioni uniche. Standing dinner e materie prime scelte con cura si accompagneranno a vini che testimonieranno artigianalità e passione.

“Come Gallerie d’Italia e Banca Intesa Sanpaolo sosteniamo il progetto di Buonissima 2025 – ha dichiarato Michele Coppola, Executive Director Arte Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo -le Gallerie d’Italia saranno un importante teatro per la quinta edizione di Buonissima, evidenziando la passione e l’interesse verso un progetto che, di anno in anno, cresce attraverso il cibo, la cultura e la bellezza”.

Mara Martellotta

Serranos: il buono della Spagna nel cuore di Torino

Tapas, paella, jamón, tortilla. Ma anche “croquetas, pulpo alla gallega, patatas bravas, pimientos e alioli”. C’è la Spagna intera nel menu di Serranos, autentico ristorante spagnolo nel cuore di Torino.

A garantirla è Enrique, uno dei soci fondatori di Serranos che, forte delle sue origini spagnole e della sua passione per l’abitudine nazionale a “tapear”, supervisiona la scelta delle materie prime e degli ingredienti, importando abitudini, riti e piatti tipicamente iberici, come le “aceitunas rellenas de anchoa” (le olive ripiene di acciughe, immancabili in ogni aperitivo che si rispetti) o l’autentica conserveria spagnola del Cantabrico.

Il risultato è un menu divertente, fatto di piatti e piattini “para compartir” e di ricette gustose, di mare e di terra, che portano a Torino i veri sapori della migliore tradizione spagnola. Il tutto, in un luogo che celebra la convivialità, l’incontro tra culture e il piacere dello stare insieme. Elementi distintivi di ogni tavola spagnola, che Serranos ripropone nell’atmosfera e nell’accoglienza, prima ancora che nei suoi piatti. Le ricette sono quelle della tradizione, prima tra tutte la paella (disponibile ogni mercoledì con il 50% di sconto), proposta in diverse versioni, compresa l’originalissima e quasi introvabile “Fideuà de Marisco”.
Ad accompagnare la proposta gastronomica di Serranos, poi, ci sono le “cañas y jarras de cerveza San Miguel”, insieme alle birre artigianali del birrificio piemontese Soralamà, della stessa proprietà, e, naturalmente, l’immancabile Sangria (entrambe con una formula al 50% ogni giovedì sera, “los Jueves Locos”). Inoltre, Serranos propone  una discreta selezione di vini spagnoli (Rioja e Ribera del Duero in primis) e una varietà di Gin Tonic per chiudere in bellezza una serata iberica.

L’idea non è solo quello di un ristorante adatto per una cena che celebri i sapori e le tradizioni gastronomiche iberiche, ma anche un luogo per un aperitivo simpatico, con la proposta, valida tutti i giorni entro le 19.30, delle formule con tre Tapas e un drink a 5 euro a persona o 9 Tapas e un drink a 12 euro a persona.

Serranos – via S. Massimo 11, 10123 Torino TO

Mara Martellotta