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Non c’è due senza tre. Ad aprile apre un nuovo Pizzium a Torino

Pizze regionali, ampia selezione di piatti sfiziosi, bruschette, Panuozzum  e altri piatti gustosi nel terzo punto vendita torinese

PIZZIUM, concept di pizzerie napoletane che conta attualmente 25 store, prosegue la sua espansione con l’apertura del suo terzo punto vendita a Torino. La nuova pizzeria in Corso Matteotti 3 (zona Portanuova) accoglie con i suoi 100 coperti e un dehor di circa 25 posti gli amanti della pizza all’interno del locale dallo stile partenopeo.

La posizione strategica, nei pressi della principale stazione ferroviaria del capoluogo piemontese, favorisce ulteriormente l’evoluzione del brand napoletano, che dal 2017 porta i suoi clienti tra i sapori d’Italia con una ricca selezione di pizze regionali realizzate con ingredienti DOP e IGP locali di alta qualità.

L’inconfondibile pizza napoletana realizzata con farina di tipo “0’’, garantisce un impasto digeribile e fragrante con un cornicione alto e ben alveolato, estremamente morbido e un condimento con ingredienti selezionati con cura. Le pizze e gli abbinamenti sono creati da Nanni Arbellini, maestro pizzaiolo napoletano di grande esperienza e socio fondatore, che propone un menu unico caratterizzato da sapori autentici, proponendo la pizza napoletana classica in abbinamento alle eccellenze gastronomiche italiane.

Lo stile di PIZZIUM resta unico e originale: un ambiente caldo e informale che sa di casa. L’utilizzo di colori caldi, pavimenti in maiolica, sedie di legno e lampadari di stoffa ricreano atmosfere intime e di altri tempi.

Inconfondibile anche l’offerta gastronomica con un’ampia selezione di bruschette sfiziose, Panuozzum e dolci regionali che spaziano dal babà napoletano al cannolo siciliano, in linea con la mission di PIZZIUM che tutela e valorizza le ricette della migliore tradizione italiana proponendole con un pizzico di originalità e innovazione.

Per i clienti che vorranno gustare la propria pizza comodamente a casa, sarà attivo il servizio delivery tramite l’app di Glovo o d’asporto anche con ordine online su ordina.pizzium.com. Infine, i clienti più appassionati potranno unirsi alla famiglia dei PIZZIUM Lovers e scaricare sul proprio smartphone la PIZZIUM Lovers Card, una carta fedeltà totalmente digitale disponibile nell’Apple Wallet per iPhone e in Google Pay per Android. Con la PIZZIUM Lovers Card si potranno accumulare punti pizza e ricevere tante sorprese dedicate.

 

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PIZZIUM

Nato nel 2017 a Milano da un’idea di Stefano Saturnino, Giovanni Arbellini e Ilaria Puddu, propone la pizza napoletana classica utilizzando il meglio della materia prima italiana.  Lo stile PIZZIUM è inconfondibile ma ogni locale è unico perché trae ispirazione dalla terra che lo ospita, senza rinunciare al meglio di Napoli e della Campania.

 

Grazie al suo approccio creativo e contemporaneo, PIZZIUM si sta affermando in Italia ed è arrivato a quota 25 con 7 locali a Milano, Serravalle, Gallarate, Como, Seregno, Varese, Busto Arsizio, Brescia, 3 a Torino, 2 a Roma, Bologna, Parma, Piacenza, Cesano Maderno, Novara, Reggio Emilia e Firenze.

SITO WEB: https://www.pizzium.com/it/

INSTAGRAM: https://www.instagram.com/pizzium/

FACEBOOK: https://it-it.facebook.com/pizzium/

Le “Grandi Langhe 2022” ritornano in presenza alle OGR

Le OGR sono la cornice d’eccellenza che ospita “Grandi Langhe 2022”, l’appuntamento con l’eccellenza vinicola delle Langhe, che ritorna finalmente in presenza, lunedì 4 e martedì 5 aprile.

Il 4 aprile, riservata agli operatori del settore, è in programma la degustazione del DOCG e DOC Langhe e Roero dalle 10 alle 17.
Dalle 18.30 alle 21.30 è revista l’apertura ai soci AIS e agli appassionati del mondo del vino.
Martedì 5 aprile dalle 10 alle 17, riservata agli operatori del settore, si terrà la degustazione della DOCG e DOC di Langhe e Roero. Dalle 17 alle 19.30 avrà poi luogo un convegno dal titolo “CHANGES – Ambiente e Etica nelle Langhe del futuro”.
Per maggiori informazioni info@grandilanghe.com
L’ingresso è consentito previa prenotazione o invito.
OGR Torino, corso Castelfidardo 22, Torino

Mara Martellotta

Chic Charming Chef, l’associazione dalla parte dei cuochi

Chic significa elegante, charming significa affascinante. Nella ristorazione, spesso, sono aggettivi affidati alla descrizione di una cucina di alto livello, chiusa in una narrazione d’elite.

Non è sempre così: esiste un’associazione fatta di persone, addetti del settore e personalità esperte,  nata nel 2009 –  CHIC, Charming Italian Chef – che riunisce un centinaio di grandi professionisti, volti alla proposta di  una cucina creativa, nel rispetto delle materie prime di cui è ricca l’Italia. I soci, suddivisi per regione, danno vita a percorsi di dialoghi culturali, con la volontà di fare sistema, che cercano di trovare risposte alle esigenze attuali della ristorazione italiana e di proporsi come forte traino per lo sviluppo del settore, così duramente colpito a seguito delle varie chiusure a causa della pandemia.  Particolarità di CHIC, unica nel panorama associativo italiano, è la presenza nel gruppo di professionalità diverse, tutte di grandissimo profilo, quali chef di ristoranti, pizzaioli, pasticcieri, gelatieri, e panettieri e, soprattutto, imprenditori: il futuro della ristorazione guarda soprattutto all’ascolto verso coloro che hanno un occhio diretto alle dinamiche economiche che si sviluppano in Italia e non solo. Gli eventi organizzati da Chic, come cene e convegni, sono una preziosa occasione di confronto con la categoria.

Tre i principi che caratterizzano lo status dell’associazione e che i soci perseguono nello sviluppo della propria attività: la semplicità, intesa come umiltà nel proprio lavoro nel dare equilibrio ed emozione; la sostenibilità, promossa attraverso l’utilizzo delle risorse naturali insieme all’uso consapevole delle tecnologie e al loro impatto sull’ambiente; e la salubrità  concetto molte volte omesso, ma molto importante nel dare attenzione alle esigenze del cliente e che prevede la promozione di una corretta alimentazione, attraverso la proposta di ricette realizzate con i prodotti del del territorio regionale di appartenenza.

La volontà dei soci chic è quella di creare un punto di riferimento per il consumatore  con lo scopo di educarlo alla cucina di alta qualità, al suo gusto e a tutta la filiera culturale di cui si fa portatrice, arricchente e densa di narrazione del territorio. Il senso di amicizia e di collaborazione che anima in particolare gli chef, ha portato a riunirsi al congresso annuale, che quest’anno si è svolto il 29 e del 30 marzo a Roma presso il Crowne Plaza St.Peter’s Hotel, durante il quale i Referenti regionali si sono fatti portatori della volontà di migliorare la comunicazione dei principi fondanti dell’associazione e di dare maggior voce a tutti gli associati.


Durante la prima giornata di congresso, sono stati anche presentati i 27 nuovi soci, fra chef e imprenditori. Animati dal piacere di essere entrati a far parte di “ Chic” , si sono espressi in maniera particolarmente entusiasta a favore del focus di narrazione che parte dalla valorizzazione delle filiere agroalimentari e agricole tipiche della regione di appartenenza.

La seconda giornata, dedicata ai dibattiti sulla situazione attuale e futura della ristorazione, ha suscitato davvero molto interesse.

Andrea Petrini, guru della comunicazione gastronomica fin dagli anni 90, così si è espresso: “ Difficile dire dove sta andando il mondo, allo sbaraglio sembrerebbe. Ma proprio per questo, perché i giornalisti, i media e l’industria culturale sono in balia dei potenti, proprio perché non vi è più curiosità, occorre tornare a modelli di comunicazione semplici, nei quali il cuoco e i suoi piatti sono raccontati nella loro essenza più profonda. Il pubblico si aspetta questo e Chic ha tutte le carte in regole per poter lavorare in tal senso “ .

Il secondo momento, forse quello più coinvolgente a livello evocativo per gli appassionati di sport, è stato quello – condotto in maniera puntuale dal critico enogastronomico Marco Colognese – dove, a salire sul palco, è stato l’ex allenatore di calcio Alberto Malesani, oggi produttore di vini di grande qualità in Valpolicella. Per descrivere le caratteristiche sulle quali l’associazione deve puntare perché si possa parlare di un futuro di qualità nel settore enogastronomico, dice il Mister , “ bisogna confidare nello spirito di squadra e nella forza di ogni elemento che la compongono. Ognuno, col proprio contributo e con la propria professionalità, può contribuire al raggiungimento degli obiettivi desiderati. La cucina e un’associazione non sono poi così realtà diverse nelle modalità di raggiungimento di un obiettivo: il rispetto dei valori e la definizione dei ruoli, sono elementi fondamentali che accomunano le due realtà nel loro operato”

La due giorni si è conclusa con un brindisi finale di augurio da parte di tutti e per tutti, rivolto al comparto della ristorazione: ripartire insieme dopo anni di difficoltà lavorative, economiche ed emotive. Sempre sotto il segno di Chic.

Per informazioni sulle modalità di associazione e sugli eventi organizzati charmingitalianchef.com

Dal 9 aprile tour guidato alla scoperta di Pinerolo

 
Sabato 9 aprile si inaugura il Welcome Tour® Pinerolo, il tour guidato della cittadina condotto da Theatrum Sabaudiae – operatore iscritto al Registro Incoming dell’ATL – che si è aggiudicato il servizio a seguito del bando promosso dall’ATL. L’iniziativa è stata realizzata da Turismo Torino e Provincia in accordo con il Comune di Pinerolo, socio dell’ATL.
Pinerolo – conosciuta soprattutto per essere la patria della Cavalleria e dell’equitazione oltre che del panettone ”classico piemontese”– potrà essere scoperta attraverso una passeggiata guidata nel suggestivo centro storico, tra vie medievali che hanno conservato intatto tutto il loro fascino, tra i palazzi del potere, conventi e monasteri ripercorrendo inoltre il periodo francese ricco di aneddoti primo fra tutti quello della Maschera di ferro, misterioso personaggio fatto imprigionare da Luigi XIV, scortato dai Tre Moschettieri.

Un percorso attraverso lo spazio e il tempo che culmina sul colle di San Maurizio, da cui godere di un panorama mozzafiato: la vista spazia dalla collina circostante, con le sue ville signorili e i suoi vigneti, alla città di Torino, dalla pianura pinerolese alle Alpi dove svetta, imponente, il Monviso.

Per Francesca Costarelli, Assessora al Turismo del Comune di Pinerolo: “Welcome Tour è un’occasione per raccontare le meraviglie di Pinerolo ai cittadini temporanei che ancora non ne conoscono il fascino, soprattutto a un pubblico di fruitori di lingua francese che ci auguriamo cresca sempre di più. Allo stesso tempo, con queste visite anche tanti pinerolesi avranno la possibilità di sentirsi viaggiatori in casa propria, per conoscere vie, palazzi e strade con uno sguardo nuovo. Un grande grazie a Turismo Torino e Provincia per la definizione di questo servizio che arricchisce l’offerta culturale e turistica della città“.

Welcome Tour® Pinerolo si svolge ogni secondo sabato del mese, a partire dal 9 aprile, alle ore 10.30. La visita guidata, in italiano e francese, dura circa due ore e può essere prenotata su www.turismotorino.org.
La partenza è dall’Ufficio del Turismo di via del Duomo 1.  Costi: €14 intero, €11 ridotto per over 65, studenti under 25, Torino+Piemonte Card, Abbonamento Musei, MUPI card. Per informazioni: info.pinerolo@turismotorino.org – +39 0121.795589

Siamo orgogliosi – sottolinea Marcella Gaspardone di Turismo Torino e Provincia – di aver contribuito alla definizione di un servizio di visita guidata per la città di Pinerolo, Comune nostro socio; tale iniziativa rappresenta un importante segnale per il nostro territorio ma anche, e soprattutto, per i nostri operatori turistici affinché il turismo ritorni a valorizzare il nostro tessuto economico-sociale legato a cultura e commercio“.

Cascina Faletta, sulle colline di Casale Monferrato ospitalità ed un’osteria di alta qualità

DI AUGUSTO GRANDI

Chi pensa che un agriturismo debba essere un luogo dalla pulizia improbabile, caratterizzato da un servizio approssimativo e con cibo genuino ma preparato senza professionalità ai fornelli, si ritroverà completamente spiazzato arrivando alla Cascina Faletta, in regione Mandoletta 81 nel comune di Casale Monferrato.

L’unico elemento in comune è la genuinità dei prodotti utilizzati in cucina. Dai vini prodotti dalla famiglia Rosso (che è anche la proprietaria dell’agriturismo) a tutta la materia prima del territorio, interpretata magistralmente dallo chef Paolo Viviani, novarese di nascita ma veneto di origine (Venezia e Rovigo).

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La Rocca di Arignano, cena di beneficenza per l’Ucraina con Women in Coffee

Giovedì 7 aprile alle ore 20, nella Locanda della Rocca di Arignano, si terrà una cena benefica per l’Ucraina a tema caffè, curata dall’executive chef Fabio Sgrò e organizzata in collaborazione con Caffè Vergnano e l’azienda vitivinicola Tenuta Tamburnin.

Parte del ricavato della serata andrà nelle casse della Croce Rossa e tutti i commensali riceveranno, come omaggio simbolico, una confezione contenente una tazzina da caffè della Linea Women in Coffee, progetto di sostenibilità sociale di Caffè Vergnano, e una lattina di caffè della linea Pink Collection.
“Dopo aver collaborato in occasione della mostra Arte è donna di inizio marzo, nella quale Caffè Vergnano aveva illustrato il proprio progetto Women in Coffee, siamo molto felici di poter collaborare nuovamente con l’azienda, per un progetto di questo genere” ha dichiarato la direttrice della Scuola di Cucina e proprietaria insieme al marito Luca Veronelli, della Rocca di Arignano, Elsa Panini, che poi aggiunge “nello specifico la serata e l’iniziativa nascono dal desiderio di fare qualcosa di concreto per aiutare chi è meno fortunato di noi, chi, suo malgrado, è finito all’interno di un conflitto al quale nessuno mai avrebbe voluto assistere”.
“Women in Coffee nasce da un sogno, il mio sogno, quello di supportare le donne coltivatrici di caffè in tutto il mondo” ha dichiarato la CEO di Caffè Vergnano, Carolina Vergnano. “Oltre a questo obiettivo virtuoso, Women in Coffee è diventato un contenitore più ampio che porta avanti messaggi legati all’empowerment, all’inclusione e alla comunione che oggi più che mai sono drammaticamente attuali. Women in Coffee, nel suo piccolo, si schiera al fianco delle donne ucraine per aiutarle a vivere e superare un momento buio del nostro tempo affinché tutto questo cessi il prima possibile e dalla storia si impari a fare meglio”.

I quattro piatti pensati per la cena – dall’antipasto al dolce – sono stati tutti costruiti dallo chef Fabio Sgrò intorno al caffè dell’azienda chierese. Si parte dalla Quaglia scottata, insalatina di erbe spontanee e sedano e perle di caffè, “in cui il caffè che va ad aromatizzare il fondo di quaglia contrasta la dolcezza delle erbe e della carne”, si continua con gli Gnocchi arrostiti croccanti con fave crude e mousseline di cipolla e caffè, “in cui quest’ultimo va ad aromatizzare una zuppa di cipolle, insieme all’aceto”, si prosegue con il Petto d’anatra, radici e salsa al pane profumata al caffè, “dove la salsa viene realizzata con pane raffermo prodotto con lievito madre e fondo aromatizzato al caffè”, e si termina con un Parfait alla liquirizia e tuile croccante al caffè, “piatto nel quale il caffè è presente nella sottilissima tuile, quasi dello spessore di un’ostia, assieme all’alga nori”.
Tutti i piatti saranno abbinati ai vini di Tenuta Tamburnin, azienda vitivinicola situata a Castelnuovo Don Bosco, nell’astigiano, che possiede 9 ettari di terreno a un’altitudine di circa 300 m.s.l.m., dove vengono coltivati i vitigni locali Freisa, Malvasia, Bonarda, Barbera e Nebbiolo e gli internazionali Chardonnay, Sauvignon Blanc e Merlot. La cena avrà un prezzo di 70 € e parte del ricavato sarà devoluto alla causa dell’Ucraina, attraverso l’importante e fondamentale contributo di Women in Coffee e della Croce Rossa.
Due sono le modalità di prenotazione possibili per la cena: telefonare al +39 011 4031511 o inviare una mail all’indirizzo info@roccadiarignano.it.

La meraviglia del “Camelieto” al Castello di Miradolo

La “Fondazione Cosso” presenta il progetto di recupero e salvaguardia di oltre cento esemplari di una pianta fra le più raffinate, riscoperta in Italia solo alla metà del Novecento

Sabato 2 aprile, ore 14,30

San Secondo di Pinerolo (Torino)

Della famiglia delle “Theaceae”, la camelia è originaria delle zone tropicali dell’Asia e il nome, scelto nel ‘700 dal medico e botanico svedese Linneo, deriva dal nome latinizzato del missionario gesuita Georg Joseph Kamel (1661 -1706) che, per primo, importò la pianta dal Giappone. Assurta agli onori letterari e resa celebre dal romanzo di Alexandre Dumas figlio “La signora delle camelie” (1848), il fiore è da allora simbolo di costanza in amore, di grazia, di bellezza e devozione. Se bianca, significa “stima” e “ammirazione”. Se rosa, “amore” e “speranza”. A metterla in scena come merita (ricordiamo che, rigorosamente bianca, divenne anche il simbolo di Coco Chanel e della sua celebre “Maison”) sarà, sabato 2 aprile (ore 14,30) la “Fondazione Cosso” che al “Castello di Miradolo” presenterà ufficialmente il piano di recupero, tutela e valorizzazione del suo “Camelieto”, realizzato in collaborazione con “Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA)” e “Società Italiana della Camelia” di Verbania, con il contributo di “Fondazione Compagnia di San Paolo”.  “Nell’ambiente protetto del Parco del Castello – spiegano Maria Luisa Cosso e Paola Eynard, presidente e vicepresidente della Fondazione – si trovano oltre 130 giovani esemplari di camelie propagate da piante vetuste appartenenti a due tra le collezioni più antiche e pregevoli d’Italia, provenienti dal giardino dell’ex ‘Albergo Eden’ di Verbania Pallanza e dal Parco di ‘Villa Durazzo Pallavicini’ di Genova Pegli. Alle camelie ottocentesche introdotte dalla Contessa Sofia Cacherano di Bricherasio, ultima discendente della famiglia e proprietaria della dimora fino al 1950, si affiancano così le nuove ‘cultivar’, recuperate e salvate dall’abbandono”. Il progetto di piantamento diffuso ha preso il via nel 2019 con l’obiettivo di mantenere e far sopravvivere un ingente patrimonio botanico formato per il 50% da esemplari unici in Italia. Nel 2020 è stato avviato lo studio e la caratterizzazione dei giovani esemplari introdotti nel Parco del Castello e di quelli già esistenti, da parte di un gruppo di esperti dell’ “Università degli Studi” di Torino guidati da Valentina Scariot, con la collaborazione dell’agronomo Andrea Corneo, presidente della “Società Italiana della Camelia”. Strano destino però quello del prezioso fiore orientale. Portato in Europa grazie agli Inglesi, che sul finire del Seicento esplorarono le “Indie Orientali” alla ricerca di territori da conquistare, conobbe negli anni un enorme successo. Anche in Italia, dove una vera e propria esplosione di “cameliomania” si ebbe solo nell’Ottocento, quando il fiore assunse anche segreti significati politici ( “fiore del Risorgimento” ) e, più apertamente, letterari (“La Dama delle Camelie” e “La Traviata”). Sennonché, dopo anni gloriosi in cui in ogni giardino dell’Ottocento la presenza di piante di camelia era d’obbligo, sul finire del secolo l’interesse per questo fiore si è affievolito fino quasi a scomparire. “Molti vivai sono stati chiusi, la nomenclatura si è persa, anche nelle collezioni e nei giardini botanici. L’assenza di profumo, che accomuna quasi tutte le camelie, fu additata come la causa principale della perdita di interesse verso questa specie. Solo a metà degli anni ’60 del Novecento, grazie ad alcuni studiosi ed esperti floricoltori della ‘Società Italiana della Camelia’, l’attenzione per questa pianta rinasce in un’ottica di tutela della biodiversità”. E fu alla fine degli anni ’90 che l’“Assessorato alla Cultura” della Regione Piemonte, con il sostegno del “Ministero per le Politiche Agricole e Forestali”, avviò un articolato programma per il recupero del “germoplasma” locale sul cui solco si inserisce per l’appunto il progetto sviluppato a Miradolo e presentato ufficialmente sabato 2 aprile, in un incontro (a tema “La camelia nella storia tra Oriente e Occidente”) che darà il via ad un mese di iniziative e di incontri che si concluderanno sabato 30 aprile.

Per info e programma: Castello di Miradolo, via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (Torino); tel. 0121/502761 o www.fondazionecosso.com

g.m.

Nella foto di copertina Maria Luisa Cosso e Paola Eynard

I migliori posti dove fare colazione in Vanchiglia a Torino 

Un fragrante cornetto, l’aroma inconfondibile di un caffè bollente oppure la dolcezza di una torta fatta in casa accompagnata con una spremuta di arancia. Il rito della colazione.

Sia che essa sia dolce, salata, abbondante, sana oppure assaporata di fretta prima di recarsi al lavoro oppure degustata con tutta la calma necessaria per iniziare con il piede giusto la giornata. Sono molti i torinesi che scelgono di consumare tranquillamente, seduti ad un tavolino di un bar o in una caffetteria, questo importante momento della giornata, mentre la città intorno a loro si risveglia.

 

Del resto Torino con i suoi caffè storici e l’allure un po’ bohémienne che si porta addosso è una delle città in cui quello che può rappresentare un semplice pasto della giornata può diventare un momento unico ed estremamente delizioso.

 

E tra le migliori colazioni che si possono consumare nella città sabauda vi sono alcuni posti assolutamente da provare e da non perdersi proprio nel quartiere di Vanchiglia.

 

Ecco quali sono i posti dove fare colazione in Vanchiglia a Torino.

 

  1. Cereal’s Queen –  Corso Regina Margherita, 66 

Cereal’s Queen è il primo store di Cereali in Italia e tra le varie particolarità di questo estroso locale torinese vi è anche il fatto che si possono scegliere e poi consumare tra i più originali, bizzarri e golosi cereali in vendita in ogni parte del mondo.

 

Le papille gustative di chi ama degustare una tazza di latte e cereali all’ora della colazione ( ma anche a merenda e perché no a pranzo) non potranno che rimanere piacevolmente sorprese: non solo perché da Cereal’s Queen è possibile scegliere tra una numerosa varietà di cereali (prodotti sia nazionali ma soprattutto di importazione) ma anche perché si possono abbinare diverse tipologie di latte (e quindi anche i vegani o gli intolleranti al lattosio potranno rimanere piacevolmente soddisfatti) sperimentando anche l’extra di “tingere” il proprio latte dei colori dell’arcobaleno.

 

Unico neo il fatto che non si può prenotare un tavolo e per degustare una tazza di cereali al gusto caramello immersi in una latte di colore rosa sarà necessario per forza fare un po’ di coda.

 

  1. Locanda Leggera –  Via Giovanni Francesco Napione, 32

 

“Locanda leggera” è da sempre sinonimo di green ed eco sostenibilità grazie alla politica che lo contraddistingue dello “zero waste” . Ma oltre ad essere un punto di riferimento per chi desidera ed ama acquistare prodotti sfusi (sia alimentari che non) questo locale green è anche uno dei luoghi dove consumare una perfetta colazione, sana e gustosa nel cuore di Torino.

 

Merito sicuramente della scelta delle materie prime, che sono sempre rigorosamente di qualità e fresche. Chi ha la fortuna di capitare vicino a questo locale in Vanchiglia nell’ora della colazione potrà scegliere tra una “breakfast” dolce a base di croissant, torte fatte in casa, pancakes, biscotti e muffin oppure salata propendendo per una versione british della prima colazione a base di uova e bacon.

 

Da sottolineare che Locanda Leggera è anche un locale vegan friendly e si possono scegliere tra numerosi dolci completamente senza latte, burro e derivati.

 

  1. Share Wood – Piazza Santa Giulia, 1e

 

Un albero all’interno di un locale. Che idea bizzarra! Eppure allo “Share Wood” di Torino si può trovare anche questo: un maestoso albero che abbraccia l’intero locale e che con i suoi rami colorati arreda questa “caffetteria artistica” accogliendo i suoi visitatori per colazioni golose e fuori dall’ordinario.

 

L’originalità di questo luogo si riflette infatti anche all’interno del menù e oltre ai tradizionali prodotti di caffetteria in questo variopinto locale in Vanchiglia si possono trovare anche dolci inusuali per un classica colazione torinese come il brownie al cocco o l’american pie.

 

La sua vicinanza a Palazzo Nuovo e una sorta di quiete che avvolge naturalmente questo posto lo rendono uno dei luoghi per la colazione maggiormente frequentati dagli studenti dell’Università di Torino.

 

  1. Caffetteria degli Angeli – Via Vanchiglia 13 

 

L’eleganza fa da padrona in questa caffetteria considerata uno dei posti migliori dove poter fare colazione nella zona di Vanchiglia a Torino.

 

Sarà per gli arredi di gusto un po’ retrò che abbracciano il barocco piemontese, sarà per gli ottimi prodotti di pasticceria sempre freschi e di qualità oppure sarà per la gentilezza e l’accoglienza offerta dai proprietari che da oltre 20 anni gestiscono il locale, ma la Caffetteria degli Angeli è sicuramente uno dei luoghi maggiormente scelti in questa zona di Torino per la colazione.

 

Appartato e sicuramente molto apprezzato da chi ama sorseggiare un caffè o un cappuccino lontano dalla folla del mattino è il dehor interno, creato ad hoc in questo stabile storico del centro di Torino.

 

  1. Mia’s Bakery Torino –  Via Giulia di Barolo 25 

 

Chi prova per la prima volta i croissant sfogliati e ripieni sfornati da questa “bakery” di quartiere non può che rimanere piacevolmente sorpreso dalla loro bontà.

 

Pasticceria fresca, cake design e farcitissimi cornetti rendono questa micro e coloratissima pasticceria nel cuore di Vanchiglia una delle mete preferite dei torinesi all’ora della colazione.

 

Sicuramente le dimensioni ridotte del locale, nonostante la presenza di un dehor esterno multicolore, sono una piccola nota negativa ma possono essere dimenticate presto soprattutto dopo aver visto la generosa quantità di farcitura delle brioche.

Rossella Carluccio

Il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato si presenta in Danimarca

I NUOVI EVENTI DI E4QUALITY

 

COPENAGHEN

29-30-31 MARZO 2022

PROTAGONISTI LA BARBERA D’ASTI, IL RUCHÈ E I GRANDI  FORMAGGI PIEMONTESI

 

UN PROGETTO DEL CONSORZIO BARBERA D’ASTI E VINI DEL MONFERRATO NELL’AMBITO DEL PROGRAMMA EUROPEO E4QUALITY IN COLLABORAZIONE

CON ASSOPIEMONTE DOP E IGP

 

 

Dopo il successo dell’evento del 12-14 Marzo a Berlino e Amburgo, E4quality riparte alla volta della Danimarca, per completare il programma di appuntamenti esteri nell’ambito dell’ambizioso e innovativo progetto E4Quality, sostenuto dall’Unione Europea e ideato dal Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato. Scopo del progetto è promuovere in mercati chiave europei la conoscenza e la cultura dei grandi vini autoctoni del Monferrato, dalla Barbera d’Asti al Ruchè di Castagnole Monferrato, e dei grandi formaggi piemontesi, come il Castelmagno e la Toma Piemontese, incentivando la creazione di nuovi network e opportunità di relazione per i produttori del territorio.

L’appuntamento è previsto il prossimo 29, 30 e 31 Marzo a Copenaghen, un mercato da sempre strategico per i produttori piemontesi che necessita di attività di promozione dopo la parentesi pandemica.

 

IL PROGRAMMA DELLE TRE GIORNATE

 

L’evento avrà inizio martedì 29 Marzo con una cena con importatori, sommelier, ristoratori in due diverse location di Copenaghen. I due eventi si terranno al Ristorante La Rocca e presso la Trattoria Sud, entrambi i ristoranti ubicati nella centrale zona di Nørreport, vicino ai caratteristici “Laghi” di Copenaghen. Gli ospiti della cena saranno importatori, ristoratori, sommelier e professionisti del settore del vino e dell’hospitality danese. In ogni ristorante sarà servito agli ospiti un menù di cinque portate, dove, oltre ad assaggiare i formaggi Piemontesi DOP Castelmagno e Toma Piemontese, si potranno degustare le denominazioni Ruchè e Barbera d’Asti dei produttori partecipanti.

 

Mercoledì 30 Marzo alle ore 10.30 presso la location Moltkes Palæ – palazzo  storico nella centralissima Dronningens Tværgade 2 – sarà organizzata una masterclass a cura di Antonio Doni (affermato sommelier, ristoratore e importatore da oltre 25 anni) con oltre 50 invitati selezionati tra importatori, professionisti, giornalisti e winelovers, che avranno modo di degustare i vini, conoscere le cantine partecipanti e assistere a una presentazione del territorio del Monferrato e dei grandi formaggi piemontesi. A seguire, intorno alle ore 13.00, è previsto un pranzo a buffet presso al location, durante il quale verranno presentati gli innovativi video in tecnologia immersiva 3D Oculos dedicati al Monferrato e ai formaggi, realizzati dal video maker e scenografo torinese Lucio Diana.

Alle ore 14.30 avrà inizio il walk around tasting, dedicato a oltre 100 professionisti e wine lovers, come vuole il Progetto E4Quality, selezionati tra i più prestigiosi e influenti. In questo momento aperto al pubblico gli invitati potranno degustare i vini e i formaggi piemontesi e confrontarsi direttamente con i produttori presenti, per approfondire la conoscenza della Barbera d’Asti, del Ruchè, del Castelmagno e della Toma piemontese.

I prodotti saranno presenti anche durante le due  cene conclusive della giornata, alle ore 18.30, presso il ristorante Plin e il ristorante San Giorgio alla presenza di circa 50 professionisti del mondo Wine and Food danese. La cene saranno a cura degli chef Luca Zelante e Achille Melis.

 

Giovedì 31 Marzo durante la mattinata è prevista la visita a Distinto e ad altri significativi importatori del mercato danese e ad alcuni wineshop che trattano vino e prodotti italiani.  Dopo il pranzo con gli operatori, alle ore 13.00, seguirà lo spostamento nella città danese di Helsingor che si trova a circa 40 km a nord di Copenaghen e conosciuta come la città del Castello di Amleto (Kronborg Slot),  dove alle 16.00 avrà luogo un nuovo Walk Around Tasting dedicato ai formaggi piemontesi Castelmagno e Toma e ai vini del Monferrato Ruchè e Barbera d’Asti presso il Ristorante D’Angelo, dedicato a operatori, buyer, sommelier, giornalisti della città. A seguire, alle ore 18.00, una cena finale con circa 40 operatori del settore wine and food di Helsingor.

Antonio Doni è uno dei più importanti Sommelier Danimarca, specializzato nella conduzione di Masterclasses e Seminari incentrati sul vino italiano. Dal 1995 al 2005 ha lavorato come importatore di vino in Danimarca, affermandosi tra i più prestigiosi del paese, e dal 2005 al 2012 è stato tra i più importanti wine consultant, prima di riorganizzarsi come agenzia indipendente di consultancy e importazione, fondando la  A.D. Wine Agency. L’attività più importante di questa azienda – piccola ma molto prestigiosa e attiva nel mondo del vino – è aiutare altre aziende più o meno affermate nel mondo del vino a trovare nuovi mercati, coadiuvando la scelta delle etichette e della tipologia di prodotti anche attraverso l’organizzazione di wine tasting, seminari, masterclass, “cene didattiche con i produttori” e così via.  Questa attività si rivolge specialmente al settore HoReCa, come wine shops, piccole aziende e wine club e talvolta anche al settore dei collezionisti privati.

 

Il progetto E4QUALITY Engagement Experience Exclusivity Emotion

 

Creare emozioni, creare identità. Conoscere significa andare a vedere con i nostri occhi, assaggiare, capire.

E4Quality vuole raccontare in modo nuovo e innovativo i prodotti agroalimentari di qualità della regione Piemonte, le loro tipicità organolettiche e le peculiarità in fatto di sicurezza alimentare e attenzione alle tematiche ambientali. Grazie al know-how dei Consorzi di tutela, all’indagine condotta sui trend di mercato, al coinvolgimento di giovani creativi ed esperti internazionali, per tutti i settori di attività del progetto, E4Quality risponde alle esigenze di un mercato sempre più globale ed eterogeneo.

L’identità del Progetto E4Quality è profondamente radicata nel patrimonio culturale, materiale e immateriale dei territori di produzione dei vini e dei formaggi d’eccellenza del Piemonte. Un patrimonio di conoscenze e valori secolari che il Progetto vuole raccontare combinando un approccio esperienziale, attraverso strumenti multimediali d’avanguardia, incoming e percorsi immersivi nelle terre di produzione, con un approccio relazionale didattico e formativo con produttori ed esperti del settore, rivolgendosi ad un ampio pubblico di professionisti, comunicatori e potenziali clienti generici.