LIFESTYLE- Pagina 15

Medaglia d’oro alla “Freisa” del Pinerolese

Al “Mondiale dei Vini Estremi”, organizzato dal “Cervim”, l’alloro è andato alla “Freisa” della pinerolese “Cantina Dellerba”

Pinerolo (Torino)

Un’altra importante sfida vitivinicola finita in gran bellezza per il Pinerolese. Sul gradino più alto del podio, alla 32^ edizione, tenutasi quest’anno a Sarre, in Valle d’Aosta, del “Mondial des vins extrêmes” (l’unico concorso enologico internazionale espressamente dedicato ai vini prodotti da “viticoltura eroica”, organizzato dal “Cervim – Centro di Ricerca, Studi, Salvaguardia, Coordinamento e Valorizzazione per la Viticoltura Montana”) è infatti salita, per l’Italia, la “Cantina Dellerba” di Pinerolo. Ad aggiudicarsi la medaglia d’oro, il “Pinerolese Doc Freisa Brigit Neir 2022”, così chiamato proprio per omaggiare la collina di “Santa Brigida” sulla quale crescono le vigne coltivate dalla famiglia Dellerba, territorio a vocazione storica, già utilizzato in passato dalla famiglia Acaja. Per il “Pinerolese Doc Freisa Brigit Neir 2022” è, del resto, questo 2024 un vero e proprio “anno d’oro”: in questi giorni è anche stato inserito, infatti, nella sezione “Vini da non perdere” della Guida “Vinibuoni d’Italia”, raggiungendo la valutazione massima di quattro stelle “per la sua piacevolezza, corrispondenza al vitigno ed equilibrio”.

“Abbiamo unito – dicono i fratelli Alex Andrea Dellerba, rispettivamente 32 e 27 anni –  un grande territorio con un grande vitigno: questo connubio ha permesso di creare un grande vino che sicuramente è solo all’inizio e farà parlare di sé, ma c’é  ancora tanto da esprimere. La “Cantina Dellerba” fa parte dell’ Associazione “Più Freisa”, realtà aziendale importante che permette l’incontro e il confronto con i vari produttori di “Freisa”, vitigno che ha fatto la storia di Torino. “La Freisa – continuano i Dellerba –  ha un lato umano: ci ha fatto incontrare con altri produttori per fare promozione di questi vitigni. E’ un progetto in salita e ci va un pizzico di folliaNoi peraltro siamo lontani geograficamente dal fulcro enologico e l’adesione a questa associazione permette la giusta contaminazione, pur mantenendo un cammino originale”.

 Alla 32^ edizione del “Mondial des vins extrêmes” erano in lizza 1015 vini, presentati da 356 aziende provenienti da 25 paesi305 sono stati i vini selezionati. Cinquanta  degustatori internazionali hanno assegnato 64 “Grandi Medaglie” e 241 “Medaglie d’Oro”.

Ma attenzione. “Quando si parla di viticoltura, di enologia – tiene a precisare Paolo Dora, vicepresidente del ‘Consorzio Turistico Pinerolese e Valli’ – non si parla mai solo in termini privati, ma di territorio. Dietro al bicchiere c’è tutto un territorio, si degusta un vino e si rappresenta un territorio, anche a livello turistico: e sappiamo come questo tipo di turismo sia per noi uno dei più importanti traini forti.

Concetto ripreso, a ragione, dai Dellerba: “La nostra ‘medaglia’ è solo un altro attestato del fatto che il nostro territorio sta dimostrando grandi potenzialità: questi premi sono importanti perché fanno parlare del Pinerolese, è importante esserci per presentare i vini e far emergere le nostre peculiarità e non parlo della nostra cantina ma del territorio in generale. Come dire: si promuove una bottiglia, ma anche un territorio. Anche perché il Pinerolese non è nuovo a simili importanti imprese.

Lo scorso anno “Giro di Vite” – azienda agricola fondata nel 2018 da Luca Ciardossin, ex architetto classe 1989 che, dopo aver girato il mondo, è tornato a coltivare le vigne dei nonni, insieme alla sorella Elisa, classe 1987 – avevano ricevuto ben due medaglie d’oro allo stesso “Mondiale”, con il “Pinerolese Doc Ramìe Arcansiel” e il “Pinerolese Doc Barbera Scarpentà 2020”.

Con la famiglia Dellerba, Luca ed Elisa Ciardossin aderiscono ai “Vignaioli Esuberanti” che, come rivela il nome,“mettono insieme una serie di realtà dinamiche e coraggiose propositive per la zona del Pinerolese”.

g.m.

Nelle foto:

–       La “Freisa” mondiale

–       La famiglia Dellerba

–       La collina di Santa Brigida a Pinerolo

Con Go Wine “Autoctono si nasce”

Lunedì 7 ottobre 2024
Turin Palace Hotel – Via Sacchi, 8 – TORINO

Go Wine ha ripreso l’attività in Hotel a Torino con l’appuntamento interamente dedicato ai vitigni autoctoni italiani.
Uno degli appuntamenti più importanti dell’anno in città, evento legato al tour di “Autoctono si nasce…” che Go Wine promuove in Italia in autunno.
Presso il Turin Palace Hotel alcune Cantine hanno incontrato direttamente il pubblico mentre altre cantine hanno partecipato presentando
i vini in una speciale Enoteca per valorizzare la biodiversità nel vigneto. In totale erano presenti 58 Cantine .
Come sempre la ricchezza del vigneto italiano, con tante realtà legate per storia e cultura a diversi territori  da nord a sud è stata protagonista della serata .
Oltre 65 le varietà rappresentate: un’occasione straordinaria di assaggio anche per il profilo complessivo delle cantine che partecipano.

Le cantine presenti ad incontrare il pubblico :

AI GALLI – Pramaggiore (Ve)
ASSULI – Trapani
CANTINA MARANZANA – Maranzana (At)
CASTELLO DI GABIANO – Gabiano (Al)
CUVAGE – Acqui Terme (Al)
FIORINI – Terre Roveresche (Pu)
CANTINA MOSCONE – Monforte d’Alba (Cn)
I VINI DI EMILIO BULFON – Valeriano (Pn)
L’AUTIN – Bibiana (To)
MANDIROLA – Casasco (Al)
MONTALBERA – Castagnole Monferrato (At)
PASETTI VINI – Francavilla al Mare (Ch)
RICOSSA – Castel Boglione (At)
SAPUTI – Colmurano (Mc)
TENUTA DEL MERIGGIO – Montemiletto (Av)
TENUTA DI PIETRA PORZIA – Frascati (Rm)
TENUTA LA MARCHESA – Novi Ligure (Al)
TENUTA MONTEMAGNO – Montemagno (At)
VICARA – Rosignano Monferrato (Al)
VILLA CAMBIASO – Serra Riccò (Ge)
ZACCAGNINI – Bolognano (Pe)

Le degustazioni in enoteca (in ordine alfabetico per cantina) :

CANTINA DEL MANDROLISAI – Sorgono (Nu)
Mandrolisai Rosso Kent’Annos 2022

CANTINA SANTADI – Santadi (Su)
Vermentino di Sardegna Cala Silente 2023
Cannonau di Sardegna Noras 2021
Carignano del Sulcis Superiore Terre Brune 2019

CANTINE DEL NOTAIO – Rionero in Vulture (Pz)
Basilicata Bianco Igt Il Preliminare 2023
Basilicata Bianco Igt L’Autentica 2022
Aglianico del Vulture La Firma 2017

CANTINE DI DOLIANOVA – Dolianova (Ca)
Nasco di Cagliari Montesicci 2023
Vermentino di Sardegna Prendas 2023
Cannonau di Sardegna Anzenas 2021

CARLIN DE PAOLO – San Damiano d’Asti (At)
Terre Alfieri Arneis 2023
Terre Alfieri Nebbiolo Superiore 2022
Barbera d’Asti Superiore Ad Libitvm 2021

CASA DIVINA PROVVIDENZA – Nettuno (Rm)
Nettuno Bianco Dop 200 Anni 2023
Nettuno Bianco Dop Cacchione 2023
Nettuno Bianco Dop Neroniano 2023

CASCINA CASTLET – Costigliole d’Asti (At)
Barbera d’Asti Superiore Litina 2020
Monferrato Rosso Policalpo 2019
Monferrato Rosso Uceline 2017

CIECK – San Giorgio Canavese (To)
Caluso Spumante San Giorgio 2020
Erbaluce di Caluso Vigna Misobolo 2022
Caluso Passito Alladium 2018

COLTERENZIO – Cornaiano (Bz)
Alto Adige Gewürztraminer Lafóa 2022
Alto Adige Schiava Menzen 2023
Alto Adige Lagrein Riserva Mantsch 2021

CONTI ZECCA – Leverano (Le)
Salento Igp Malvasia Bianca Calavento 2023
Salento Negroamaro Cantalupi 2023

MARISA CUOMO – Furore (Sa)
Costa d’Amalfi Furore Bianco 2023
Costa d’Amalfi Furore Rosso 2023

DELL’AQUILA – Cirò Marina (Kr)
Cirò Bianco Frandina Macerato 2021
Cirò Rosso Classico Superiore 2018
Cirò Rosso Classico Superiore Riserva 2018

DE TARCZAL – Isera (Tn)
Trentino Pinot Bianco 2023
Trentino Marzemino d’Isera Superiore 2020

FELLINE – Manduria (Ta)
Primitivo di Manduria Felline 2021
Primitivo di Manduria Zinfandel 2019
Salento Sussumaniello Igp Sum 2021

FONTANAVECCHIA – Torrecuso (Bn)
Falanghina del Sannio Dip BjondoRe 2023
Aglianico del Taburno TabaRosso 2020

FRANCONE – Neive (Cn)
Langhe Nascetta 2023
Barbera d’Alba L’Amorosa 2022
Barbaresco Albesani 2020

GULFI – Chiaramonte Gulfi (Rg)
Cerasuolo di Vittoria Classico 2019
Terre Siciliane Igt Nerosanlorè 2018
Terre Siciliane Igt Pinò 2017

IL FEUDUCCIO DI SANTA MARIA D’ORNI – Orsogna (Ch)
Colline Teatine Igt Pecorino Feuduccio 2023
Montepulciano d’Abruzzo Feuduccio 2020

L”ASTEMIA – Barolo (Cn)
Langhe Nascetta 2023
Barbera d’Alba 2023
Langhe Nebbiolo 2022

LA STELLARA – Volpedo (Al)
Derthona Timorasso La Stellara 2022

LES CRETES – Aymavilles (Ao)
Valle d’Aosta Dop Petite Arvine 2023

L’OLIVELLA – Frascati (Rm)
Frascati Superiore Bio Racemo 2023
Lazio Rosso Igt Quaranta/Sessanta 2022
Lazio Rosso Igt Cesanese 2022

MARCHESI DI BAROLO – Barolo (Cn)
Barolo Cannubi 2018

MARENGONI – Ponte dell’Olio (Pc)
Gutturnio Superiore Migliorina 2023
Gutturnio Riserva Farosa 2020

MAURO VINI – Dronero (Cn)
Vino Rosso Drôné 2021 (da uve chatus o nebbiolo di Dronero)

MONTECAPPONE – Jesi (An)
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Ergo 2022
Verdicchio dei Castelli di Jesi Riserva Classico Utopia 2020

SCUBLA – Premariacco (Ud)
Colli Orientali del Friuli Friulano 2023
Colli Orientali del Friuli Malvasia Lo Speziale 2023
Colli Orientali del Friuli Refosco dal Peduncolo Rosso 2022

STANIG – Prepotto (Ud)
Colli Orientali del Friuli Friulano 2023
Colli Orientali del Friuli Malvasia 2023
Colli Orientali del Friuli Schioppettino di Prepotto 2020

TENUTA LA TENAGLIA – Serralunga di Crea (Al)
Grignolino del Monferrato Casalese 2023
Barbera d’Asti Giorgio Tenaglia 2020
Barbera del Monferrato Superiore 1930 una buona annata 2018

TENUTA SANT’ANTONIO – Mezzane di Sotto (Vr)
Soave Monte di Colognola 2023
Soave Monte di Colognola Vigna Monte Ceriani 2022
Valpolicella Nanfré 2022
Amarone della Valpolicella Campo dei Gigli 2018

TORREVENTO – Corato (Ba)
Castel del Monte Riserva Vigna Pedale 2017

VAJRA G.D. – Barolo (Cn)
Dolcetto d’Alba Coste & Fossati 2023
Langhe Freisa Kyè 2021
Barolo Albe 2020

VILLA SIMONE – Monte Porzio Catone (Rm)
Lazio Igp Malvasia del Lazio 2023
Lazio Igp Cesanese Rosso 2022

Tra vari assaggi ecco quelli che mi hanno particolarmente colpito:

KELLEREI COLTERENZIO
MANTSCH
LAGREIN RISERVA 2021
Affinamento per 12 mesi in Barrique per un terzo e due terzi in botte grande .
Al naso: pieno ,elegante, sentiri di viola , cannella e vaniglia
In Bocca: completo molto pieno, bella beva e soprattutto grandissima pulizia . selezione da vigne vecchie. sentori di amarena e di frutti di bosco rossi .

TENUTA MONTEMAGNO – Montemagno (At)
Mysterium
Barbera d’Asti Superiore 2019
Vigneti 85 anni, vinificato in acciaio , affinamento di 18 mesi in tonneaux misti, vendemmia semi tardiva
Al naso: fantastico e preciso sentori di Viola e di frutti rossi ,pepe nero e vaniglia
In Bocca: pieno ,elegante, un bel finale LT molto armonico.

FIORINI – Terre Roveresche (Pu)
ROY – Cannaiolo 2021
Una vinificazione senza totale diraspatura
ed un affinamento di 10 mesi in tonneaux
Al naso: molto semplice, immediato
In bocca: pulito, semplice da merenda, ma con una buona beva .

I VINI DI EMILIO BULFON – Valeriano (Pn)
UCELÙT 2022
Vino da dessert ottenuto dal vitigno antoctono UCELUT appartenente alle uve uccelline.
Sui graticci 4 mesi, 10 giorni sulle bucce , 1 mese in fermentazione poi in acciaio al caldo.
Al naso: semplice, poco erbaceo
In bocca : ruspante uva lunghe come sentore e finale fantastico .veramente un bel Passito inusuale.

VAJRA G.D. – Barolo (Cn)
Barolo Albe 2020
Blend di vigneti di Barolo tra 380- 480 mt versanti s/e e s/o
Sulle buccie per 27 gg
23 mesi in grandi botti di rovere di Slavonia da 50 e 75 ettolitri
Al naso: fantasticamente elegante e vegetale
In Bocca: equilibrato, pulito e con un finale lungo ed armonico

Eccellente professionalità e pazienza dei sommelier presenti in sala.
Molto alto il livello qualitativo dei vini presenti.

Alla prossima.

LUCA GANDIN

A Torino nasce il Nomad, lungo le sponde del fiume Po

Inaugurazione il 17 ottobre

A Torino nasce il Nomad, una realtà unica in Piemonte, lungo le sponde del fiume Po, in corso Moncalieri all’altezza del numero civico 308. Si tratterà di uno spazio per eventi, che rivoluzionerà il modo di vivere e l’intrattenimento dei torinesi. Il Nomad porterà anche a cento posti di lavoro, di cui almeno la metà nuove assunzioni, ad una riqualificazione di una zona abbandonata, business e entertainement. Il Nomad nasce da un’idea di Gianluca Angilella, ad del gruppo imprenditoriale Angilella, specializzato nella cucina di qualità e nell’entertainment, Azhar, Padel Club Ruffini, Kaula. Il Nomad sarà composto da tre locali, il restaurant, il live music bistrot & Club Experience, più la novità assoluta, il Club Studio 54, che si rifà all’omonimo Club di New York. L’inaugurazione è prevista per il 17 ottobre.

Mara Martellotta

Litigiosità in aumento

Chiunque frequenti aggregazioni umane di qualsiasi natura, dal traffico cittadino all’assemblea di condominio, dal consiglio di classe ad una manifestazione pacifica, avrà sicuramente notato come negli ultimi anni si assista a scene di litigiosità sempre più frequenti, quasi sempre per motivi futili, con reazioni esagerate rispetto alla portata del problema, spesso coadiuvate da mezzi (coltelli, catene o altri oggetti atti ad offendere) già in possesso dell’aggressore.

Quale potrebbe essere la causa? Sull’ultimo punto sociologi epsicologi attribuiscono la causa al clima di insicurezza dilagante che le persone percepiscono, sia per quanto riguarda la sicurezza personale (microcriminalità, disoccupazione) che quella economica (se dovessero rubarmi il portafoglio non potrei arrivare a fine mese).

Sulla litigiosità sono state avanzate diverse ipotesi: qualcuno attribuisce ad un cambiamento dei costumi (genitori assenti, metodi educativi che di educativo hanno solo il nome) la maggior aggressività soprattutto dei giovani (il bullismo è comunque litigiosità) che provano un forte senso di disagio e la loro violenza è in realtà una richiesta di aiuto; le minigang sono, di fatto, un gruppo all’intero del quale ci si sente accettati, integrati anche se le attività svolte sono criminali.

Qualcuno ha osservato come, negli ultimi 5 anni, cioè dalla manifestazione del Covid con il lockdown ed i cambiamenti di abitudine imposti per legge, le persone si siano sentite come leoni in gabbia e, da allora, sfoghino la rabbia anche se causa ed effetto riguardano soggetti diversi.

Le aule dei tribunali sono intasate da processi che si potrebbero evitare usando semplicemente il buon senso, l’educazione e l’umiltà di ammettere di essersi sbagliati; le recenti norme che impongono la mediazione come fase alternativa alla causa non sempre soddisfano il bisogno di vendetta che alcuni alloggiano in sé.

Un sorpasso altrui effettuato con criteri difformi dai nostri o una precedenza negata sembrano ottime ragioni per offendere (in senso giuridico) un altro utente della strada, come pure una domanda posta da un condomino in assemblea viene subito bollata come “stupida” da almeno un altro condomino, spesso più ignorante del primo.

Nella politica, poi, assistiamo quotidianamente a domande (e quelle sarebbero normali) e critiche effettuate da persone che non sanno cosa sia un consiglio comunale, che hanno la soluzione pronta per tutto (ovviamente irrealizzabile, stante la legislazione attuale) o che hanno saputo da Tizio a cui l’ha detto Caio che probabilmente Sempronio ha detto o fatto o visto qualcosa.

I leoni da tastiera, poi, meritano un capitolo a sé. Un tempo quando nell’osteria (le nostre amate “piole”) qualcuno cominciava a dire stupidaggini gli si levava il vino, avendolo a pochi centimetri da noi; ora, che ognuno combatte la sua guerra privata da casa propria o, comunque, in posizione difesa, diventa difficile combattere ad armi pari. Mi viene spesso da pensare che qualcuno sia pagato per scrivere sui social: non si spiega altrimenti come faccia a lavorare per guadagnarsi da vivere dedicando così tanto tempo ai social.

E, naturalmente, ognuno è un tuttologo: oggi ti sanno dire, e smentire le tue affermazioni, sull’emergenza climatica, fra una settimana ti sanno prevedere la prossima eruzione del Vesuvio ma, ed è questa la vera rivoluzione, fra due settimane ti sapranno spiegare pregi e difetti delle auto elettriche, con dovizia di riferimenti all’estrazione delle materie prime, costi di smaltimento, tendenza del mercato dell’usato. E se non sei in linea col loro pensiero, ça va sans dire, vieni accusato senza mezze misure di essere schiavo del pensiero dominante, vittima del marketing o peggio.

In realtà queste persone, ad un occhio attento, risultano essere degli insoddisfatti, bisognosi di dire la loro e godersi qualche minuto di celebrità perché il loro carattere, la loro ignoranza di fondo, il loro modo ondivago di stare ora da una parte ora dall’altra, non permetterebbe altrimenti loro di essere minimamente considerati.

L’ultima categoria è quella di chi si preoccupa di questo o di quello, si arrabbia perché nessuno fa nulla ma, in realtà, è stato pompato da qualcuno a farlo, a dirlo e te lo fa notare quasi insultandoti: quando gli fai notare a tua volta che questo è stato fatto, su questo punto si è cambiato idea per i costi, perché sono cambiate le esigenze o per altro si stupisce e, ovviamente in silenzio, maledice chi l’ha mandato avanti facendogli fare la figura da abitante dello slip.

Ma presto tornerà con altre lamentele ed il gioco ricomincia. Basta non cadere dalla giostra.

Sergio Motta

Antico “bonet” alle nocciole

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E’ un dessert conosciuto soprattutto nella variante al cacao

Tipico dolce al cucchiaio della pasticceria piemontese, il “bonet” e’ un dessert conosciuto soprattutto nella variante al cacao, ricoperto di caramello goloso, delicato, particolarmente energetico. La versione piu’ antica dell’alta Langa, prevede l’utilizzo delle nocciole. Questa e’ la mia proposta. Delizioso!

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Ingredienti:

 

½ litro di latte fresco intero

100 gr. di nocciole tostate

180 gr. di zucchero

1 cucchiaio di caffe’ ristretto

2 cucchiai di rum

50gr. di amaretti

4 uova e 2 tuorli

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In uno stampo in alluminio caramellare 100gr. di zucchero con ½ bicchiere di acqua. Ridurre a farina le nocciole con lo zucchero rimanente. Ridurre in polvere gli amaretti, bollire il latte. Nel frullatore sbattere le uova e i tuorli, aggiungere  il caffe’, il rum, le nocciole, gli amaretti, versare il latte caldo a filo. Trasferire il composto nello stampo, cuocere a bagnomaria sul gas a fuoco bassissimo (l’acqua non deve mai bollire) per circa 1 ora. In alternative cuocere in forno a 180 gradi per 50 minuti circa. Lasciar raffreddare e conservare in frigo sino al momento di servire.

 

Paperita Patty

Alla scoperta della città sabauda fra luoghi nascosti e luoghi noti

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Scopri – To Alla scoperta di Torino

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Quando si visita Torino, una delle tappe fondamentali è sicuramente la nota piazza Statuto di Torino, una piazza neoclassica edificata nel 1946 che vede al centro la statua in onore dei progettisti del traforo del Frejus. In pochi però sanno che a pochi passi da quest’ultimo vi è il Rondò della Forca, un luogo in cui tra il 1835 e il 1853 avvenivano le esecuzioni dei condannati a morte, all’epoca non vi era nulla attorno se non alberi e fossi, questo per ospitare il maggior numero di persone possibile per vedere l’esecuzione che doveva essere pubblica in modo da mostrare ai cittadini come venivano puniti coloro che compivano omicidi o semplicemente accusati di cospirazione politica. Adiacente al Rondò della Forca viveva Piero Pantoni l’ultimo boia di Torino, oggi al posto del patibolo troviamo una statua dedicata a San Giuseppe Cafasso, considerato l’apostolo dei carcerati.
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TRA I LUOGHI MENO CONOSCIUTI.
villaggio LeumannmUn altro luogo molto particolare ma meno noto è il quartiere “Cit Turin” che, in dialetto piemontese, significa “piccola Torino”; ne fanno parte le vie adiacenti all’inizio di Corso Francia, qui troviamo tantissime ville e palazzine in stile Liberty progettate da Pietro Fenoglio, fu il primo luogo costruito fuori dalle mura della città ed è considerato, ancora oggi, una delle zone più belle di Torino, dove vi è anche il rinomato mercato di Piazza Benefica.
Alle porte di Torino, più precisamente a Collegno troviamo il Villaggio Leumann, costruito a fine 800 per volere di Napoleone Leumann, un imprenditore che fece costruire un complesso residenziale molto particolare nei pressi del suo cotonificio, negli anni 70 l’azienda chiuse, ma ancora oggi le palazzine sono abitate e con numerosi lavori di restauro sono rimaste intatte come appena edificate. Numerosi sono gli eventi e le iniziative organizzate in questo piccolo villaggio ricco di negozi, case fiabesche e giardini, un posto da non perdere.Per coloro che amano riscoprire la storia vi è il rifugio antiaereo della Seconda Guerra Mondiale, un tempo posto sotto il Castello di Mirafiori, dove oggi ne rimangono solo i ruderi ma scendendo sottoterra il rifugio è rimasto intatto e permette di comprendere come si viveva la vita nel rifugio per sfuggire ai pericoli della guerra.
Sempre in zona Mirafiori vi è il Mausoleo della Bela Rosin, ovvero il Pantheon di Torino, in stile neoclassico, creato sulla base del Pantheon romano. Questo edificio fu costruito nel 1888 per volere dei figli di Rosa Vercellana la seconda moglie del primo Re d’Italia.
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TRA I LUOGHI PIU’ CONOSCIUTI
Spostandoci poi al quadrilatero romano, una delle zone più frequentate dai giovani torinesi troviamo il mercato di Porta Palazzo, il Balòn ovvero il mercato delle pulci e i Musei Reali, il Santuario della Consolata, un capolavoro del Barocco piemontese, la Cattedrale di San Giovanni Battista definita “il Duomo di Torino”,  in stile rinascimentale che ospita la “Sacra Sindone*.
Poco distante sorge da duemila anni la Porta Palatina, definita spesso anche al plurale perché in origine le Porte Palatine erano quattro e servivano per proteggere la città, il nome deriva da Palatium, ovvero l’antica sede del senato che sorgeva nelle vicinanze. Torino essendo stata creata dai Romani urbanisticamente segue il modello classico dell’epoca con le mura di cinta, quattro porte, un centro da cui venivano tracciati due assi principali il cardo e il decumano e da lì si diramavano le vie.
Questi sono solo alcuni dei tanti luoghi noti e meno noti di Torino ma, con un pò di tempo a disposizione, sia i residenti che i visitatori possono scoprire sempre nuovi luoghi storici e caratteristici che la nostra città sabauda mette a disposizione.
NOEMI GARIANO

Campari lancia la Negroni Room Experience

Campari porta a Torino la “Negroni Room Experience” , la prima esperienza immersiva dedicata all’iconico cocktail Negroni.

Dall’11 al 25 ottobre Campari lancia a Torino la Negroni Room Experience, un’innovativa iniziativa itinerante che coinvolgerà numerose città italiane per celebrare il Negroni, l’icona dell’aperitivo italiano, attraverso un’esperienza immersiva.

Il tour, partito a settembre da Firenze, approda ora a Torino e successivamente toccherà le città di Napoli e Roma, offrendo l’opportunità di vivere e scoprire la storia e l’evoluzione del celebre cocktail, coinvolgendo arte, cultura e miscelazione contemporanea.

Un viaggio tra tradizione e innovazione che celebra l’eccellenza italiana del bere miscelato e rende omaggio a Negroni, nato a Firenze nel 1919 al caffè Casoni e divenuto icona dell’aperitivo in tutto il mondo.

Creato da Carico Milano, il format ‘Negroni Room’ ha raggiunto la sua massima espressione grazie alla collaborazione con Campari che ne ha elevato l’esperienza a un nuovo livello.

Si tratta di un vero e proprio percorso multisensoriale che unisce arte e passione, valori cardini del Brand, all’interno di una degustazione raffinata ed emozionante, non solo per il palato.

Dopo il grande successo riscosso a Milano, Campari e Carico Milano portano così “Negroni Room Experience “ in giro per l’Italia attraverso eventi temporanei, una serie di luoghi pop-up che offriranno l’atmosfera immersiva e l’eccellenza nel servizio che hanno reso la Negroni Room un punto di riferimento per gli appassionati, portando l’unicità del progetto ad un pubblico più ampio.

Con questa iniziativa Campari conferma il suo impegno nel coinvolgere i propri consumatori e ospiti in esperienze uniche e innovative, all’insegna dell’eleganza e di quel gusti raffinato che da sempre lo contraddistinguono. La Negroni Room Experience debutta a Torino. L’esperienza è arricchita dal contributo dei cocktail bar locali di Torino Bar Cavour, Puntosette, Otium, the Goodman, i cui bartender proporranno interpretazioni uniche del celebre cocktail .

L’esperienza è a pagamento e prevede l’accesso per piccoli gruppi. I biglietti sono disponibili su wwww.negroniroom.com selezionando città di interesse cocktail bar delle varie tappe.

Mara Martellotta

“Calici e Forchette” a Mondovì

“Calici e Forchette” è l’evento culturale gastronomico di richiamo della città di Mondovì che, per l’edizione 2024, cambia look consacrando la città a capitale delle eccellenze del territorio. Si svolgerà dal primo al 3 novembre ed è stato presentato al TTg Travel Experience di Rimini, allo stand Piemonte. Per uniformare la manifestazione, offrendo la stessa visibilità ai quartieri di Piazza e Breo, è stato studiato un percorso espositivo che si avvicina di più al concetto di fiera di prestigio piuttosto che a quello di sagra locale.

“L’autunno monregalese è storicamente impreziosito da tanti prodotti enogastronomici di eccellenza – dichiara Luca Robaldo, Sindaco di Mondovì – e non può quindi mancare una vetrina promozionale che ne sottolinei le qualità organolettiche e le tipicità di lavorazione. Calici e Forchette ambisce a diventare una manifestazione di carattere internazionale, capace di intercettare un pubblico eterogeneo sensibile alle produzioni di qualità”.

Organizzata dal comune di Mondovì, con il patrocinio della Provincia di Cuneo e della Regione Piemonte, con il supporto della Fondazione CRC e Intesa Sanpaolo, la kermesse verrà inaugurata venerdì 1 novembre alle ore 11. Le principali piazze di Breo (piazza Ferrero, piazza Cesare Battisti, piazza Santa Maria Maggiore, piazza Roma, piazza Moizo e piazza Maggiore) ospiteranno gli espositori che presenteranno i loro prodotti enogastronomici raccontandone le tradizioni. Tra questi, alcune De.C.O. (denominazione comunale di origine), marchio identificativo per dare risalto alla tipicità territoriale di prodotti agroalimentari gastronomici caratteristici del territorio. Si rinnova anche per il 2024 la collaborazione con il Centro Nazionale Studi Tartufo, al fine di diffondere la conoscenza del tartufo come prodotto di nicchia, un prodotto con un forte ruolo strategico per lo sviluppo del turismo enogastronomico. Le vie del centro si trasformeranno nelle vie della solidarietà, in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Sociali di Mondovì e il CSV Società Solidale ETS, centro di servizio per il volontariato della provincia di Cuneo, dove tutte le associazioni del territorio potranno, a titolo gratuito, avere una postazione da cui mostrare i propri progetti e le proprie attività. Il coinvolgimento delle associazioni di volontariato rappresenta un contributo importante per la buona riuscita dell’evento: il terzo settore svolge un ruolo chiave non solo nel sociale, ma supporta anche il senso di appartenenza, creando sinergie che contribuiscono a una maggiore visibilità e una promozione più autentica e sostenibile della città di Mondovì e dell’intero cuneese. Per tre giorni, passeggiando tra i rioni con un calice in mano, sarà possibile godere delle bellezze della città grazie alla collaborazione dell’ATL del cuneese e con diverse realtà culturali che, da sempre, animano il territorio della città di Mondovì. Non mancheranno talk, approfondimenti e laboratori inerenti alle antiche tradizioni, all’arte del buon cibo e del vino, che sottolineeranno ancora di più quanto la città sia un luogo speciale da vivere e da gustare.

“Una seconda edizione, maggiormente identificata nella tradizione – spiega Alessandro Terreno, Assessore alle Manifestazioni del comune di Mondovì – con Piazza e Breo unite da due offerte enogastronomiche variegate ma complementari, capaci di amalgamare territori, laboratori, degustazioni, mostre ed esposizioni”.

Per l’occasione l’artista monregalese Giovanni Gastaldi ha realizzato un’immagine guida che racchiude l’essenza della manifestazione: in alto piazza Maggiore, con un calice di Alta Langa che svetta al centro, accompagnato dalla Torre Civica, dalla chiesa della Missione, da un tappo e dalla risola, il dolce tipico monregalese. In basso, collegata dalla funicolare progettata da Giugiaro, una piazza rappresenta il quartiere Breo, con il Moro che svetta sulla chiesa dei Santi Pietro e Paolo, il tartufo nero, la mela della Garzegna, la toma e il salame. Al centro della scena una forchetta inforca un plin, con sullo sfondo le bandiere di Mondovì, Regione Piemonte, Italia e Europa.

 

Mara Martellotta

Phubbing, stare al cellulare può essere antisocial

Di recente creazione, il termine inglese phubbing è la fusione tra phone (cellulare) e snubbing (snobbare).

Nella sostanza, invece, questo neologismo corrisponde alla poco gradevole attività, e in alcuni casi anche nociva, che molti compiono stando ininterrottamente al cellulare, ignorando gli altri in loro compagnia e sminuendo di fatto il valore delle relazioni concrete e tangibili.

Non si tratta di guardare ogni tanto il telefono o di rispondere alle chiamate di lavoro, ma di una attenzione permanente nei confronti dello strumento più usato del secolo che promette una vita social in costante aggiornamento, ma che spesso ci fa trascurare le persone vicine che con noi condividono spazi e tempo; con questa condotta si attua una vera e propria mancanza di considerazione nei confronti di coloro che ci vorrebbero vivere, ascoltare e parlare ed è molto probabile che si perda il contatto col mondo reale.

Al bar con un amico, a casa con i figli o anche durante un incontro di lavoro a chi non è capitato di stare con persone che dovrebbero rivolgerci l’attenzione ma che invece fissano ipnotizzati il cellulare, consultano i vari profili social, controllano ossessivamente le email o fanno shopping online? E’ molto frustrante essere in competizione con un mini aggeggio che ha il potere di annullare una conversazione, lo scambio tra individui e persino una sana discussione, ma purtroppo questa abitudine disfunzionale è sempre più frequente. Io per conto mio se capisco che la situazione sta prendendo una piega non tollerabile comincio con l’emettere piccoli sospiri, proseguo con manifestare facce seccate e, infine, con una scusa mi congedo sperando che il messaggio “ci sono anche io” arrivi diretto.

Questo non saper fare a meno di attenzionare il cellulare di continuo è a tutti gli effetti una dipendenza causata dall’ansia di essere tagliati fuori dalle notizie, dagli aggiornamenti e in generale dal circuito di internet e dei social network; si tratta di una vera e propria paura, la Fomo, in inglese “fear of missing out”. Ci sono anche altre cause per cui si ignora il mondo circostante dedicandosi quasi esclusivamente allo smartphone, per esempio la noia e, in alcuni casi più gravi, alcuni tratti della personalità che rimandano al neuroticismo che provoca instabilità emotiva e disadattamento.

“La buona notizia è che l’intelligenza sociale si può imparare, attraverso l’esperienza, l’ascolto attivo o una riflessione sugli errori compiuti o osservati negli altri”. E’ importante, facendo un passo per volta, riabilitare quella fondamentale capacità che ci rimette in sintonia con gli altri, quella attitudine sociale che ci fa connettere realmente con gli altri ponendoci in modalità di ascolto e di empatia. Un telefono per quanto smart sia non può sostituire le persone, la rete con tutti i suoi ammalianti contenuti è un luogo fittizio e limitante. Senza voler togliere i meriti a sistemi che hanno rivoluzionato la nostra vita in maniera decisamente positiva facilitando molte delle nostre attività, nulla può prendere il posto delle conversazioni in presenza, niente può sostituire lo stare insieme condividendo sensazioni, emozioni ma anche

gli scenari e l’ ambiente circostante. Qualsiasi macchina per quanto potente non può sostituire l’essere umano.

MARIA LA BARBERA

 

Fonte: Focus

Lingotto Fiere apre i suoi spazi a QuattroZampeInFiera

Colori e luci natalizie si accendono nel Lingotto Fiere dal 9 al 10 novembre in occasione della manifestazione dedicata al mondo degli animali “QuattroZampeInFiera- versione natalizia”, facendo battere il cuore a tutti gli appassionati degli amici a quattro zampe.L’evento, che aprirà alle 10 e chiuderà alle 19, offrirà un’esperienza unica tra attività, formazione e divertimento, una vera e propria immersione nel mondo degli animali domestici che darà occasione ai partecipanti di vivere momenti di svago e ottenere informazioni utili al  benessere dei propri animali.

Le attività proposte sono a titolo gratuito e aperte a tutti, compresi gli amici a quattro zampe.

Cani e gatti potranno cimentarsi in sfilate, shooting fotografici ed altre attività pensate per farli sentire protagonisti dell’evento. La fiera ospiterà numerose aziende leader del settore, pronte a presentare le novità in fatto di alimentazione, accessori, salute e benessere.

QuattroZampeInFiera è pensata per le famiglie e per chiunque ami gli animali.

I più piccoli potranno divertirsi nelle aree tematiche ad essi dedicate attraverso attività ludico educative che li avvicineranno al mondo degli animali in modo sicuro e divertente.

Un evento imperdibile per chiunque voglia trascorrere del tempo di qualità con il proprio animale e conoscere in modo approfondito il mondo del proprio amico a quattro zampe grazie al coinvolgimento di aziende, veterinari, esperti cinofili, allevatori e influencer.

QuattroZampeInFiera vi aspetta il 9 e 10 novembre al Lingotto Fiere di Torino, dalle 10 alle 19, per trascorrere due giornate indimenticabili.

Biglietti intero euro 12 o scontati acquistabili online.

Info@quattrozampeinfiera.it

 

Mara Martellotta