A cura di piemonteitalia.eu
Ecco alcuni degli appuntamenti in programma per Halloween a Torino e in Piemonte:
https://www.piemonteitalia.eu/it/eventi/dettaglio/halloween-piemonte-0
Ecco alcuni degli appuntamenti in programma per Halloween a Torino e in Piemonte:
https://www.piemonteitalia.eu/it/eventi/dettaglio/halloween-piemonte-0
Dopo mesi di caldo e afa arriva la tregua. Serate fresche, giornate gradevoli e godibili, sole si’ ma delicato e indulgente. I colori sono meravigliosi: gialli intensi, marroni e rossi decisi e ancora beige, verdi e arancioni annunciano una stagione meravigliosa che ci traghetta dolcemente a quella invernale.
La nostra regione con le sue colline foderate di vigneti, le vallate e le montagne ci regala un paesaggio autunnale straordinario dai toni romantici e poetici. I sapori della terra, l’aroma dei boschi e i colori fulvi sono un invito alle passeggiate e alla vita all’aria aperta. I luoghi da visitare per ammirare questo sorprendente spettacolo della natura sono diversi cominciando da Torino dove i parchi del Valentino, della Pellerina e Dora diventano una tavolozza colma di sfumature calde e lo scenario assomiglia decisamente ad un quadro di Monet.
Langhe e Monferrato sono le mete privilegiate dove assistere alla magia della stagione dorata. Alba, La Morra, Verduno si affacciano sui filari e vigneti, vere e proprie opere d’arte; il Sacro Monte di Crea, Cella Monte, Rosignano, Vignale, Trisobbio, Rocca Grimalda e ancora il sentiero da Olivola, Moleto e Frassinello con il suo castello. Nella zona di Biella, precisamente a Ponzone, troviamo l’Oasi Zegna, un parco naturale meraviglioso per tutti gli appassionati di foliage (fogliame in italiano) dove si puo’ praticare, tra i suoi castagni secolari, la forest terapy. E poi come non citare il Treno del Foliage con il suo viaggio lento, rilassante e incantato, quasi di altri tempi? La storica ferrovia Centovalli – Vigezzina, nata nel 1923 e considerata la piu’ bella d’Italia, da ottobre a novembre viaggia all’interno di paesaggi incantevoli e unici facendo scoprire una parte meno nota del Piemonte. Cinquantadue chilometri da Domodossola a Locarno, 83 ponti, 31 gallerie tra boschi, valli e borghi, due ore di pura meraviglia. I treni bianco blu attraversano “la valle dei pittori” cosi’ denominata per i suoi paesaggi incredibili ed emozionanti.
Oltre allo spettacolo creato dalle piante, c’e’ anche la meraviglia dei frutti della terra di questa stagione: castagne, frutti di bosco, uva, melograni, nocciole e mandorle. L’autunno e’ una stagione rigenerante, tutto si addolcisce, tutto torna possibile dopo mesi di calura. La natura ci regala uno spettacolo unico che molti artisti hanno ritratto. Van Gogh diceva “Finche’ ci sara’ l’autunno non avro’ abbastanza mani, tele e colori per dipingere la bellezza che vedo”.
MARIA LA BARBERA
MAGNIFICA TORINO / Successo in centro città per la rassegna Colioccolato’
Magie e camminate nel parco alla ricerca dei dolcetti
Fino al 1 novembre 2023
Halloween al Castello di Miradolo con le attività per famiglie |
Dalla caccia alle masche alla lettura di albi illustrati per inventare pozioni e formule magiche, alla camminata nel parco alla ricerca dei dolcetti nascosti: si festeggia Halloween in famiglia al Castello di Miradolo, da sabato 28 ottobre a mercoledì 1 novembre. Domenica 29 ci si inoltra nella foresta più scura, attraverso la lettura degli albi illustrati Babalibri: “Nella foresta misteriosa e silenziosa”, di Magdalena Guirao Jullien e Christine Davenier (Premio Nati per Leggere 2023), “Grat grat cirp splash!” di Kitty Crowther, “Cornabicorna”, di Pierre Bertrand e Magali Bonniol. Martedì 31 è in programma un’avventura in maschera nel parco: una serata spettrale tra indovinelli, prove, sfide e imprese per tutta la famiglia. Mercoledì 1 novembre la camminata nel parco tra i colori autunnali è accompagnata dalle storie e tema Halloween alla ricerca dei dolcetti nascosti da raccogliere nel proprio “cestino-zucchetta”.
PROGRAMMA
Domenica 29 ottobre, ore 11 Attività per famiglie: Che paura! Lettura di “Nella foresta misteriosa e silenziosa” e “Grat grat cirp splash!” (Babalibri). Età consigliata: 2/5 anni. Costo: 6 euro a partecipante (comprensivo di attività e ingresso al parco).
Domenica 29 ottobre, ore 15 Cornabicorna, la strega delle streghe Lettura di “Cornabicorna” (Babalibri). Età consigliata: 6/10 anni. Costo: 6 euro a partecipante (comprensivo di attività e ingresso al parco).
Martedì 31 ottobre, ore 17 La giostra del grifone Età consigliata: 6/10 anni. Costo: 10 euro a partecipante (comprensivo di attività e ingresso al parco). In collaborazione con Palestra Sportica di Pinerolo.
Mercoledì 1 novembre, ore 10.30 La zucchetta porta merenda di Halloween Età consigliata: 2/5 anni. Costo: 6 euro a partecipante (comprensivo di attività e ingresso al parco). |
Edizioni del Capricorno
STORIE DI CIOCCOLATO A TORINO E IN PIEMONTE
Una raccolta di storie, curiosità e personaggi che
legano il cibo degli dei al territorio piemontese
di Clara e Gigi Padovani
Il cioccolato è di casa in Piemonte. È il primo tra i prodotti identitari di Torino. Già nel Seicento a corte si consumava il rito della cioccolata calda. Nel Settecento nascono i primi artigiani fornitori della Real Casa Savoia. L’industria delle tavolette e delle praline nacque prima a Torino che in Svizzera, visto che François-Louis Cailler imparò il mestiere nella fabbrica di Paolo Caffarelli, (italianizzazione di Caffarel) e poi fondò l’azienda che sarebbe diventata la Nestlé. E ai primi dell’Ottocento furono molti i ticinesi che dalla povera valle di Blenio calarono nel capoluogo piemontese per imparare la lavorazione del cacao, diventando prima garzoni delle botteghe locali e poi artigiani in proprio.
Un ruolo importante fu svolto dai valdesi. Dopo le Lettere patenti del 1848, un gruppo di intraprendenti artigiani si dedicò ad aprire attività nel campo dolciario: Gay & Revel, Prochet, Talmon (poi Talmone), ma soprattutto Paolo Caffarelli, che partendo da un opificio in Borgo San Donato fondò uno dei marchi più famosi nella storia del cioccolato. Il torrente Ceronda era un vero e proprio “canale della cioccolata”, lungo il quale si svilupparono i primi laboratori, come la «Fabbrica di cioccolata Landò» del ticinese Gio Martino Bianchini, arrivato a Torino nel 1819 per imparare il mestiere.
Il libro ricostruisce le vicende dei pionieri ottocenteschi del cioccolato, come Silviano Venchi, Beata & Perrone e Luigi Leone-per arrivare ai migliori artigiani di Torino e del Piemonte dei nostri tempi. Troviamo nomi famosi come Peyrano, Pfatisch, Stratta, Ziccat, Gobino, altri che non esistono più come Moriondo & Gariglio. Troviamo piccole botteghe diventate grandi imprese come Caffarel, Venchi, Baratti & Milano, Ferrero, Novi, Pernigotti, Domori.
Oggi circa il 40% del cioccolato italiano nasce in Piemonte. Nella nostra Regione vi sono 93 aziende di «Produzione di cacao, cioccolato, caramelle e confetterie»: 52 in provincia di Torino (tra le quali Caffarel, Streglio, Domori, Leone), 23 in quella di Cuneo (con Ferrero, Venchi, Baratti & Milano), 10 in quella di Alessandria (Novi), 2 in ciascuna delle altre province: Asti, Biella, Verbania e Novara.
Tante le curiosità: l’elenco delle specialità al cioccolato di origine piemontese; le schede delle imprese “storiche” non più in attività; gli indirizzi golosi con i nomi delle pasticcerie che, nelle diverse province piemontesi, servono specialità al cacao; i locali di Torino che offrono la cioccolata in tazza.
E poi i personaggi: il chocoholic Vittorio Alfieri; il finanziere biellese Riccardo Gualino e la sua UNICA, l’Unione Nazionale Cioccolato e Affini in cui confluirono cinque storici marchi dolciari edificando in Barriera di Francia il più imponente stabilimento dolciario italiano dell’epoca; gli artisti futuristi che realizzarono manifesti come Fortunato Depero, Marcello Dudovich e Sepo, ovvero Severo Pozzati (le famose Nougatine); il maestro decoratore d’alta classe, il siciliano Guido Bellissima, che con tecniche raffinate guarniva le uova di cioccolato con la “ghiaccia reale”; Pietro Ferrero e il “dolce degli umili”.
Fino alla nascita di Choco-Story, il Museo del Cioccolato che aprirà a Torino grazie all’iniziativa dell’imprenditore e collezionista belga Eddy Van Belle (il primo Choco-Story è stato creato a Bruges nel 2004). «Choco-Story Torino» è un viaggio immersivo nella meraviglia del cioccolato, che comincia dai portici di via Sacchi e si conclude all’interno di una delle più belle e antiche pasticcerie-cioccolaterie torinesi, Pfatisch. Il museo si dipana in diverse stanze sotterranee, su una superficie di oltre mille metri quadri, dove un tempo erano all’opera i macchinari dell’azienda, ora restaurati.
GLI AUTORI:
Clara e Gigi PADOVANI. Lui ha alle spalle una carriera da giornalista, lei da insegnante. Insieme sono la coppia del food writing e hanno pubblicato più di 30 libri, tradotti in sette lingue. Tra questi: “Mondo Nutella. 50 anni di innovazione” (Rizzoli, 2014), “Tiramisù. Storia, curiosità, interpretazioni del dolce italiano più amato” (Giunti, 2016), “Enciclopedia della nocciola” (Mondadori Electa, 2019), “Street food all’italiana” (Giunti, 2021) e “Plasmon” (Gribaudo, 2022).
In copertina un’opera di Ugo Nespolo.
180 pagine – € 14,00
Partiamo dal presupposto che per “Dio” intendo un qualsiasi ente (participio presente del verbo essere, cioè “ciò che è”) nel quale credere, al quale mostrare devozione, in nome del quale propugnare le proprie idee, e non quell’anziano con la barba bianca ed il forcone in mano o altre rappresentazioni analoghe.
Tutti gli uomini, da sempre, hanno bisogno di qualcosa in cui credere, qualcosa che ne giustifichi la presenza sulla Terra, che li gratifichi se si sono comportati in un certo modo e che, per contro, reprima le loro condotte deviate, agendo anche come deterrente.
Nella storia dell’uomo di fianco alla religione, o più spesso al posto di questa, abbiamo avuto fazioni schierate per questo o quel Dio, intendo con questo termine l’oggetto di devozione del singolo o di gruppi.
Ecco, dunque, che andiamo dall’adorazione del fuoco, che permetteva di scaldarsi, cuocere, difendersi dagli animali feroci e dai nemici e di illuminare l’ambiente a quella per l’acqua (il dio Poseidone) passando per Manitù, Giano, Giove, Anubi, Osiride e molti, molti altri.
Alcuni, vuoi perché scaturiti dall’immaginazione umana, vuoi perché considerati antropomorfi per assimilazione o perché vi sono state testimonianze dirette sono stati tramandati a noi attraverso icone, dipinti e sculture: Gesù, Buddha, Zaratustra e tutti gli altri; di altri sono più note le manifestazioni in loro onore: la pace, la non violenza, l’antifascismo, l’antisemitismo, la tifoseria sportiva, la new age e così via decine di altri oggetti di culto.
Anche se apparentemente lontani tra di loro, tutti i soggetti (anche astratti) citati sopra hanno in comune una cosa: raccolgono adepti che, nel nome di quella divinità, compiono atti e misfatti che poco li distinguono tra i seguaci complessivamente intesi.
Pensiamo, ad esempio, all’Inquisizione ed alle Crociate perpetrate dai seguaci di una Chiesa che predica amore e uguaglianza, salvo poi mettere sulla graticola l’ostetrica romana Finnicella ed elevare all’onore degli altari (è diventato Santo nel 1450) quel Bernardino da Siena che la fece arrostire; o, ancora, condannare per eresia quel Galileo Galilei che venne riabilitato soltanto dopo oltre 350 anni da Papa Giovanni Paolo II ma soltanto dopo che la Pontificia accademia delle scienze riconobbe che fu un errore condannarlo sulla base delle conclusioni alle quali pervenne un’apposita commissione di studio da lui istituita nel 1981; non bastava leggere un libro di geografia o di scienze delle superiori? Oppure pensiamo alle nefandezze compiute da alcune tifoserie, da estremisti politici di tutti gli schieramenti (vedi il comizio dell’On. Saccucci a Sezze, nel 1976).
E’ evidente che, pur con motivazioni diverse e finalità molto distanti tra di loro, tutti questi comportamenti, queste appartenenze hanno in comune un dato: chi vi aderisce ha bisogno di un qualcosa (o, astrattamente, qualcuno) in cui credere, per il quale compiere determinati gesti, attraverso il quale realizzarsi e sentirsi così a posto con sé stessi piuttosto che con gli altri.
Chi di voi era già almeno adolescente negli anni ’70 ricorderà i cortei e le manifestazioni contro la guerra in Vietnam, per la riforma dell’istruzione contro il Ministro Malfatti, prima ancora nell’autunno caldo del 1969 dal quale nacque lo Statuto dei lavoratori e potrei citare molti altri esempi.
Va notato che tutti questi idoli hanno in comune, troppo spesso, il fanatismo: chi si schiera da una parte inevitabilmente lotterà strenuamente contro chi è schierato sul fronte opposto mentre quasi sempre lascerà senza considerazione chi non è, almeno ufficialmente, schierato anziché scambiare con altri le proprie opinioni e, soprattutto, ascoltare le ragioni altrui: solo gli stolti, infatti, non cambiano mai idea.
Sembra insito nell’animo umano non tollerare dissensi o contraddizioni arrogandosi il diritto di essere seduti dalla parte della ragione, una specie di pregiudizio della convenienza sempre identico.
Io sostengo sempre che è meglio sedersi dalla parte del torto perché vi sono più posti liberi, visto che tutti vogliono sedersi dalla parte della ragione; credere di avere sempre ragione si manifesta in molti modi diversi, ma mai costruttivi: dai litigi condominiali alle separazioni coniugali, alle cause civili fino alle guerre dove ogni parte sostiene che è il suo diritto ad essere stato violato, e non il contrario.
Sono convinto che se ognuno di noi agisse secondo la propria coscienza, in totale umiltà, accettando che non sempre la ruota giri a tuo favore molte divinità cesserebbero di avere senso.
Sergio Motta
Abbiamo finalmente deciso di accogliere a casa un nuovo amico, un cagnolino o un gattino, ce ne piacciono tanti, ma non sappiamo decidere che tipo di razza faccia per noi. E’ assolutamente consigliabile rivolgersi al professionista prima di decidere per un nuovo pet a casa. Il veterinario saprà consigliarvi al meglio, sulla razza o sulla tipologia, se doveste scegliere un meticcio al canile.
Esistono davvero molte razze, con caratteri e bisogni molto diversi. Scegliere la razza o la tipologia di pet più adatta al nostro stile di vita, alle nostre aspettative, alla nostra casa, è molto importante. Se siamo persone sedentarie, cittadine e poco interessate a passare ore della nostra giornata a giocare all’aria aperta, non sceglieremo un border collie o un cane da caccia. Se invece ci piace correre o andare in montagna, non prenderemo un bulldog.
I cani piccoli sono più comodi, ma questo non vuol dire che siano più tranquilli, pensiamo ai jack russel, sono piccoli, ma sono terrier!
Alcune razze sono decisamente più delicate di altre, la scelta deve essere fatta anche riguardo alla provenienza del cucciolo, ci sono infatti allevatori molto seri, che lavorano sulla selezione genetica di qualità, e altri … meno. La selezione è importante non solo per l’estetica, ma soprattutto per le patologie su base ereditaria e sul carattere.
Anche la scelta dell’età è importante, un cucciolo non è adatto alle persone anziane. Ricordiamo anche sempre che i canili sono pieni di bisognosi di coccole, ma anche in questo caso facciamo delle scelte con criterio. Purtroppo molti cani hanno subito maltrattamenti, sono traumatizzati e avranno bisogno di molto tempo e pazienza per ritornare ad avere fiducia nelle persone. Bisogna tenerne conto quando decidiamo di adottare.
Nel mondo dei gatti, esistono razze più tranquille, come i persiani, e altre decisamente più feline, tipo i bengala.
In questo senso la moda purtroppo fa dei danni, scegliere la razza più vista o più in voga, non sempre è un bene.
La conclusione è che la scelta che faremo ci accompagnerà per gli anni a venire, quindi è importante valutare bene tutti gli aspetti e affrontarli nel modo giusto, e ben seguiti. Rivolgersi al medico veterinario prima della scelta serve proprio a ponderare bene tutte queste cose, per poi non avere dubbi dopo.