ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 758

Il Veronese e i Bassano alla Reggia

La mostra comprende un importante nucleo di superbi dipinti dello stesso Veronese e di Jacopo, Francesco e Leandro Bassano, sempre di committenza ducale, per illustrare uno dei momenti più alti del collezionismo sabaudo

veronese

Sono esposte alla Reggia di Venaria le spettacolari tele, commissionate dal Duca Carlo Emanuele I di Savoia ai più celebrati maestri veneti del Cinquecento, raffiguranti “La regina di Saba offre doni a Salomone” e “Il ratto delle Sabine”. Le opere, dipinte rispettivamente dall’atelier del Veronese e da Francesco Bassano, sono presentate alla Reggia dopo un accurato intervento di restauro, realizzato dal Centro Conservazione e Restauro di Venaria e provengono dalle collezioni della Nuova Galleria Sabauda di Torino. La mostra comprende un importante nucleo di superbi dipinti dello stesso Veronese e di Jacopo, Francesco e Leandro Bassano, sempre di committenza ducale, per illustrare uno dei momenti più alti del collezionismo sabaudo. Infine, completa l’esposizione, un ampio apparato didattico, dedicato anche all’iconografia e all’intervento di restauro delle opere presentate. (Piemonte Italia)

Fino al 02-02-2014 – Reggia di Venaria

Renoir in prestito dal Musée d’Orsay

Con questa esposizione torinese, suddivisa in ben nove sezioni, si vuole percorrere la complessa evoluzione del percorso dell’artista francese

museo

Sono in mostra alla GAM di Torino, in prestito Musée d’Orsay e dal Musée de l’Orangerie, 60 capolavori di Pierre-Auguste Renoir (1841-1919), uno dei protagonisti, con Manet, Monet, Degas, Pissarro, Sisley, Cézanne, tra gli anni Settanta dell’Ottocento e il primo ventennio del Novecento, della grande stagione dell’Impressionismo francese. Con questa esposizione torinese, suddivisa in ben nove sezioni, si vuole percorrere la complessa evoluzione del percorso artistico di Renoir – attivo per oltre un cinquantennio tanto da produrre oltre cinquemila dipinti e un numero elevatissimo di disegni e acquerelli – evidenziando la grande varietà e qualità della sua tecnica pittorica e i diversi temi affrontati. (Piemonte Italia)

Fino al 23-02-2014  GAM Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea – Via Magenta, 31  Torino 

 

Il sogno raddoppia

“Doppio Sogno” è una passeggiata all’aperto tra sculture monumentali installate negli spazi del Polo Reale.  Una mostra che indaga immagini contrapposte e complementari attraverso linguaggi e simboli in relazione e opposizione: pittura e scultura, interno ed esterno, modernità e reminiscenza del classico

 

polo reale cavallo“Doppio Sogno” è il titolo scelto per il percorso tra scultura e pittura inaugurato il 14 novembre con la prima parte dedicata alla scultura negli spazi all’aperto del Polo Reale e proseguirà l’11 dicembre con la seconda parte rivolta alla pittura nei nuovi spazi espositivi del Polo Reale a Palazzo Chiablese, in piazzetta Reale. A cura di Luca Beatrice e Arnaldo Colasanti, “Doppio Sogno” è una mostra che indaga immagini contrapposte e complementari attraverso linguaggi e simboli in relazione e opposizione: pittura e scultura, interno ed esterno, modernità e reminiscenza del classico, realismo e onirico, figurazione e contemporaneità, immagine e parola scritta.

 

Dal 14 novembre al 9 marzo 2014, la prima parte del percorso si presenta come una passeggiata all’aperto tra sculture monumentali o di grandi dimensioni, installate negli spazi del Polo Reale. Il percorso tracciato dalle opere permette di conoscere e scoprire il Polo in tutte le sue componenti. Dalle figure femminili interpretate da Francesco Messina, Giuliano Vangi e Giuseppe Bergomi, allestite rispettivamente nel Cortile di Palazzo Chiablese, nella Sala degli Svizzeri di Palazzo Reale e nel Cortile di Palazzo Reale, si passa a soggetti d’ispirazione mitologica come il Teseo Screpolato di Mitoraj e l’Ulisse di Manzù, o ancora a temi biblici rappresentati da Fuga da Sodoma di Antonietta Raphaël Mafai.

 

Monumentali le opere di Giuseppe Maraniello e Marino Marini, le sculture di Augusto Perez – Crepuscolo e Crocifisso di Apollo del Belvedere – e le Black Hands di Patrizia Maïmouna Guerresi, collocate in Piazzetta Reale. Rivelano, infine, un impianto di matrice contemporanea i soggetti scelti dal canadese Wiliam Hadd McElcheran, con l’installazione Businnessman lungo lo Scalone di Palazzo Chiablese. Velasco Vitali presenta il Branco, allestito nell’area del Teatro Romano del Museo Archeologico, mentre un assemblaggio di strumenti a fiato è proposto nell’opera di Arman, Flon Flon, 1990 disposto lungo i portici di Palazzo Reale.

 

Un’esposizione en plen air, Doppio Sogno, che accompagnerà il pubblico torinese e non solo, nel cuore della città, in una promenade tra le opere di alcuni dei principali protagonisti della scultura del ‘900, nazionale e internazionale. La seconda parte della mostra, dall’11 dicembre al 9 marzo 2014, inaugura invece i nuovi spazi espositivi di Palazzo Chiablese (ingresso da Piazzetta Reale). Circa 1.000 mq che un tempo ospitavano la collezione e la biblioteca dell’ex Museo del Cinema, saranno dedicati a servizi e mostre. Organizzazione e catalogo: Silvana Editoriale Foto: Ernani Orcorte.

 

(Foto: il Torinese)

Oratorio ma non solo: i giovani hanno fatto Sinodo

L’Arcivescovo Nosiglia è riuscito a coinvolgere i giovani tra i 18 e i 30 anni di tutte le parrocchie, le associazioni, le congregazioni, i movimenti e i gruppi della Diocesi di Torino. Un particolare contributo è stato richiesto ai ragazzi delle comunità etniche, ai giovani disabili o in situazioni di difficoltà

 

oratorio“Sembra quand’ero all’oratorio, con tanto sole, tanti anni fa”. Così Paolo Conte nell’indimenticabile “Azzurro”. E’ un po’ quella l’atmosfera che si immagina quando, nel nostro mondo sempre più in preda al relativismo, si pensa ai giovani e all’ambiente cattolico. Spesso, infatti, i laici semplificano riducendo il tutto ad un clima da oratorio.  Non è solo questo il Sinodo dei Giovani, aperto ufficialmente il 18 novembre 2012 dall’Arcivescovo Mons. Cesare Nosiglia e giunto fino al 2014. L’iniziativa, infatti, ha rappresentato  l’orizzonte di riferimento entro cui collocare tutte le attività e le azioni di pastorale giovanile per il biennio previsto.

 

l’Ufficio Giovani della Diocesi è stato così chiamato ad un rinnovamento della sua organizzazione, per far fronte alle nuove esigenze del Sinodo. La struttura si é particolarmente impegnata nell’esercizio di ascolto e di conoscenza della ricca e variegata pastorale giovanile della nostra Arcidiocesi, dedicando maggior attenzione alla fascia 18-30 anni  e al ruolo svolto dall’Oratorio nella pastorale battesimale, come richiesto dalla Lettera Pastorale dell’Arcivescovo “Devi nascere di nuovo”. Il Sinodo ha coinvolto i giovani tra i 18 e i 30 anni circa di tutte le parrocchie, gli oratori, le associazioni, le congregazioni, i movimenti e i gruppi della Diocesi di Torino. Un’esperienza di aggregazione decisamente positiva e gratificante per i partecipanti.

 

Al centro dell’attenzione sinodale  sono stati posti ambiti della vita dei giovani quali:

  • Affettività & Cittadinanza
  • Studio & Lavoro
  • Cultura & Creatività
  • Gioco & Sport
  • Informalità & Festa
  • Natura & Viaggi

Un particolare contributo è stato chiesto ai giovani appartenenti a comunità etniche, ai giovani disabili o in situazioni di difficoltà (come negli istituti penitenziari). Anche il dialogo ecumenico ed interculturale tra giovani di appartenenze diverse ha rappresentato un aspetto integrante del percorso sinodale. L’esperienza si è rivolta innanzitutto ai giovani inseriti attivamente nella vita della Chiesa per aprirsi al coinvolgimento dei coetanei che vivono al di fuori o ai margini delle realtà ecclesiali.

Per i veri credenti ogni ambito del vissuto umano è interpellato dalla fede, così come la fede stessa è interpellata dalla vita e dai linguaggi concreti degli uomini. Ogni giovane credente è stato quindi chiamato “a coniugare una matura spiritualità e il senso di appartenenza ecclesiale con un amore appassionato per la città degli uomini e la capacità di rendere ragione della propria speranza nelle vicende del nostro tempo”(Conferenza Episcopale Italiana, Educare alla vita buona del Vangelo).

 

IL MESSAGGIO DELL’ARCIVESCOVO DI TORINO PER IL SINODO DEI GIOVANI

Carissimi Giovani, ho pensato di invitarvi a fare Sinodo, a camminare insieme per rivitalizzare la pastorale giovanile diocesana, a confrontarci su tali problemi, per scambiarci opinioni e suggerire rimedi, per superare le stanchezze e le delusioni e puntare a una stagione nuova di maggiore entusiasmo e impegno comune. “Sinodo” è una parola che richiama a noi pastori e ai laici adulti un evento ecclesiale di grande importanza ma, per certi versi, anche complesso e faticoso, che esige un supplemento di impegno da parte di tutti. Per voi giovani, invece, il termine “Sinodo” non suscita tutto ciò, perché forse non ne avete esperienza. È un termine però suggestivo, se spiegato nel suo senso anche letterale: “Sinodo” vuol dire “camminare insieme”. Non un evento dunque chiuso nel tempo, non un’esperienza forte ma passeggera. Il Sinodo, come l’ho pensato, intende innestare nella pastorale giovanile un percorso di stile sinodale, sorretto dallo Spirito Santo, in cui i protagonisti siate voi giovani, che via via lo orientate nel suo farsi. Non c’è dunque un progetto preconfezionato, ma un percorso condiviso… quasi un “sogno”. L’icona del Sinodo esprime bene questo percorso: è l’immagine usata da Gesù nel Vangelo di Giovanni (15,1-8), la vite e i tralci, che richiama la necessità di rimanere uniti a Cristo, di formare tanti tralci una sola vite, per portare a tutti i frutti che ne derivano. «Senza di me non potete fare nulla… rimanete nel mio amore… Siate tralci uniti alla vite e dunque uniti agli altri tralci per formare una sola cosa. Così porterete molti frutti non solo per voi ma per il mondo…». Che ne dite? Camminiamo insieme?

 

Mons. Cesare Nosiglia

 

(Foto: il Torinese)

Il lato positivo della crisi: calano i rifiuti

Cala di quasi 100mila tonnellate la produzione complessiva dei rifiuti urbani che, rispetto al 2011, segna un -4,7%. Nella raccolta differenziata il Piemonte si attesta  al quarto posto tra le Regioni avendo raggiunto la percentuale del 52,8%

 

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La crisi fa scendere di quasi 100mila tonnellate la produzione complessiva dei rifiuti urbani che, rispetto al 2011, segna un -4,7%; una diminuzione che si registra anche per i rifiuti avviati a smaltimento (77mila tonnellate, -7,5%) e per la raccolta differenziata (24mila tonnellate, -2,2%): è quanto emerge dagli ultimi dati elaborati dell’Osservatorio regionale sui rifiuti, relativi all’anno 2012, presentati  in Giunta dall’assessore all’Ambiente, Roberto Ravello. In particolare, la produzione di rifiuti nel 2012 si è attestata a circa 2.030.000 tonnellate; di queste 1.070.000 sono state raccolte in modo differenziato ed avviate ad operazioni di recupero, 960.000 sono state invece portate allo smaltimento.

 

In termini di quantità pro capite, ogni abitante piemontese ha prodotto circa 464,5 kg di rifiuti, di cui 245,1 sono stati raccolti in modo differenziato e 219,4 avviati in discarica. Dati che hanno permesso di raggiungere, con largo anticipo, l’obiettivo che la Giunta si era posta già nel 2010 di ridurre la produzione di rifiuti urbani a 500 kg pro capite l’anno entro il 2015. Una riduzione da imputare alle numerose azioni di prevenzione attivate sul territorio ed alla contrazione dei consumi imposta alle famiglie piemontesi dalla crisi economica. Sebbene il Piemonte non sia ancora riuscito a raggiungere la quota del 60% di raccolta differenziata, così come indicato dalla normativa nazionale, si attesta comunque al quarto posto tra le Regioni più virtuose avendo raggiunto la percentuale del 52,8% (51,4% nel 2011). Su base provinciale, Alessandria ha registrato il 47,47%, Asti il 60,7%, Biella il 51,4%, Cuneo il 50, 9%, Novara il 64,4%, Torino il 50,3%, il VCO il 64% e Vercelli il 62,5%.

 

“Per diverse realtà provinciali i dati confermano un trend positivo ed in continuo miglioramento sul fronte della raccolta differenziata – commenta Ravello – Alcune province hanno già superato l’obiettivo del 60% richiesto dalla norma statale, nelle altre l’impegno e gli sforzi testimoniano comunque dei miglioramenti. Tra tutti, sicuramente significativi sono i dati che provengono da Vercelli, che ha notevolmente incrementato la percentuale di rifiuti raccolti in modo differenziato. Diversi sono i punti di forza del Piemonte: la buona sinergia dei sistemi, la raccolta differenziata diffusa e in fase di estensione, un’impiantistica che, seppure da perfezionare, finora ha garantito l’autosufficienza per la gestione dei rifiuti urbani. Ora è fondamentale che le Province, insieme ai Comuni, diano finalmente piena attuazione alla riforma della governance dei rifiuti prevista dalla legge regionale 7/2012, per garantire continuità e miglioramento nei servizi al cittadino. Nonostante il Piemonte mantenga salda l’ambizione di crescere ancora – prosegue l’assessore – le Regioni, per nostra voce, hanno sollecitato il ministro Orlando a rivedere gli obiettivi per la raccolta differenziata, poiché persiste, ancora in molte realtà, un forte contrasto tra i requisiti normativi e l’effettiva pratica di gestione”.

 

(Ufficio stampa Giunta regionale del Piemonte)