ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 741

Quando Garibaldi era torinese

garibaldi

 

Essendo la sua popolarità in crescente ascesa internazionale, gli venne concesso, nel 1859, di insediare in città il suo quartiere generale, fondando così il definitivo corpo militare

 

Miei cari amici lettori, eccoci giunti ad un altro (mi auguro) immancabile appuntamento con Torino e le sue opere. Se l’ultima volta abbiamo parlato di un monumento con una storia un po’ diversa dal solito e avvolta per certi aspetti da un alone di mistero, quest’oggi vorrei ritornare un po’ sul “classicheggiante” parlandovi del monumento dedicato ad un personaggio indimenticabile ed intramontabile che con le sue gesta ha contribuito a rendere l’Italia lo Stato che noi tutti conosciamo: sto parlando di Giuseppe Garibaldi e del monumento a lui dedicato. (Essepiesse)

 

Gli articoli precedenti sui monumenti torinesi sono pubblicati nell’archivio della rubrica ARTE

 

Collocato su corso Cairoli, precisamente sul marciapiede rivolto verso via dei Mille, Giuseppe Garibaldi è rappresentato eretto in cima ad un alto piedistallo, da cui affiorano delle rocce rappresentanti gli scogli dell’Isola di Caprera, mentre con le mani sostiene, sul ginocchio destro, la spada rinfoderata; indosso ha il caratteristico poncho ed il foulard annodato al collo. Sui lati opposti del piedistallo sono indicate emblematicamente, in scudi, le due anime del Risorgimento, per l’unità d’Italia: sul lato sinistro la scritta “I Mille” e sul lato destro il toro rampante, stemma di Torino. Sul sottostante basamento sono disposte due figure allegoriche.

 

Sul fronte, verso l’angolo sinistro, l’Italia è rappresentata da una figura femminile seduta, coronata d’alloro, nell’atto di reggere nella mano destra un fascio consolare e nell’altra la bandiera nazionale, mentre sul retro, verso l’angolo destro, il leone ruggente raffigura la forza popolare. Nato a Nizza il 4 luglio del 1807 e morto a Caprera il 2 giugno 1882, passato alla storia anche per il suo grido di battaglia <<Qui si fa l’Italia o si muore!>>, Giuseppe Garibaldi fu un generale, un patriota, un condottiero ed anche uno scrittore italiano. Noto anche con l’appellativo di “Eroe dei due mondi” per le sue imprese militari compiute sia in Europa, sia in America meridionale, è stato la figura più rilevante del Risorgimento oltre che uno dei personaggi storici italiani più celebri al mondo.

 

I suoi rapporti con la città di Torino furono analoghi rispetto a quelli con le altre città, data soprattutto la frequenza con cui si recava nella città per concertare proprio con la dinastia Savoia la costituzione dell’identità nazionale. Giunse a Torino per la prima volta nel 1848 (al ritorno dal suo esilio in Sud America), per schierarsi con le truppe di Carlo Alberto che, pur non condividendo gli ideali repubblicani, gli riconobbe il comando di una legione di volontari. Essendo la sua popolarità in crescente ascesa internazionale, gli venne concesso, nel 1859, di insediare nella città di Torino il suo quartiere generale, fondando così il definitivo corpo militare. Nonostante fosse osteggiato dall’ala conservatrice del Regno, nell’ottobre dello stesso anno venne accolto trionfalmente con il suo drappello di “camicie rosse”, al ritorno dalla guerra contro l’Austria.

 

Altre temporanee soste nella città vennero effettuate da parte dell’ormai Generale dell’Esercito Piemontese, per pattuire accordi con il Parlamento Subalpino attraverso l’intermediazione politica di Camillo Benso Conte di Cavour. L’esito conclusivo di tali avvicendamenti si ebbe nel 1860 con l’organizzazione della cosiddetta spedizione dei Mille (nei territori ancora occupati della penisola) e la proclamazione, nel marzo del 1861, del Regno d’Italia. La municipalità di Torino, quale prima capitale della neo istituita nazione, conferì a Giuseppe Garibaldi (sempre nello stesso anno), l’onorificenza del diritto di cittadinanza e gli dedicò appunto, postuma morte, l’opera monumentale che solennemente lo rappresenta.

 

Il legame storico ed indissolubile che “l’eroe dei due mondi” stabilì con la monarchia sabauda per sancire l’Unità d’Italia, venne appunto evocato dalla scultura commemorativa che venne eretta nella città in suo onore. Per riconoscere i doverosi tributi dell’acclamato “uomo del Risorgimento”, il quotidiano La Gazzetta Piemontese promosse, il 3 giugno 1882 (all’alba del suo decesso nell’Isola di Caprera) una pubblica sottoscrizione, mentre il Consiglio Comunale promosse l’elezione di una Commissione per onorarne la memoria e successivamente deliberò di contribuire all’esecuzione di un’opera monumentale. Per selezionare l’opera da realizzare la municipalità provvide a bandire, nel giugno del 1883, un concorso artistico e nominò un’apposita giuria per valutare i disegni proposti dai vari artisti candidati.

 

Il primo premio fu conferito al noto scultore comasco Odoardo Tabacchi, docente presso l’Accademia Albertina di Torino. Il disegno del bozzetto premiato venne pubblicato sulla rivista Illustrazione Italiana unitamente ad una descrizione in cui si evidenziava l’espressione pacifica e riflessiva del condottiero.Nel ritrarlo non furono trascurati i dettagli che concorsero a definirne la popolare effige, come la folta barba, il poncho sul busto ed altri elementi, mentre nelle restanti parti del complesso scultoreo vennero rappresentati i simboli dei principali fautori del sodalizio politico per l’unificazione nazionale.

 

L’ubicazione dell’opera completata fu decretata presso il Borgo Nuovo lungo il viale alberato, in affaccio sul fiume Po. Il fronte principale della scultura fu volta, in modo allusivo e celebrativo, alla via rinominata in onore dei Mille, suoi sostenitori. Il monumento venne inaugurato il 6 novembre 1887, giorno della ricorrenza ( 27 anni prima) dell’ingresso in Napoli di Garibaldi, a fianco del re Vittorio Emanuele di Savoia. Il solenne evento si svolse alla presenza di autorevoli rappresentanze politiche, membri del Comitato promotore e diverse associazioni operaie e militari, inclusi i superstiti della spedizione dei Mille, richiamando anche una grande partecipazione di folla.

 

Per quanto riguarda il luogo di collocazione del monumento bisogna dire che l’opera celebrativa di Giuseppe Garibaldi si prospetta lungo il viale alberato di corso Cairoli, avendo come sfondo il suggestivo scenario paesaggistico delle sponde del fiume Po e della collina, fra la cui folta vegetazione si delineano edifici simbolo della storia di Torino. 

Le prescrizioni ottocentesche del “Plan Général D’embellissement” modificarono l’assetto della capitale barocca prevedendo, presso il Borgo Nuovo, l’espansione edilizia destinata al ceto borghese e la costituzione delle “promenade pubblique”, corrispondenti con gli attuali corsi titolati a Cairoli e Vittorio Emanuele II. A seguito di numerose proposte vagliate, il Consiglio Comunale stabilì che l’opera venisse collocata lungo il viale sul Po, soprastante il tratto di recente realizzazione dei Murazzi e rivolto alla via dei Mille; inoltre secondo uno specifico programma encomiastico, si decise oculatamente che lo sguardo del condottiero si volgesse alla prospiciente via, rinominata in onore dei suoi seguaci. Il viale Lungo Po oggi si presenta come un belvedere su cui si erge il monumento a Giuseppe Garibaldi che oltre a celebrare la memoria storica del personaggio rievoca, nell’immaginario collettivo, l’atmosfera affascinante dell’epoca.

 

 Anche per questa volta la nostra “passeggiata con il naso all’insù”, forse questa volta un po’ più lunga del solito, termina qui. L’ appuntamento è come sempre fissato alla prossima settimana dove scopriremo insieme altre meraviglie della nostra città.

 

(Foto: il Torinese)

Simona Pili Stella

Famiglie, futuro e integrazione con la Diocesi

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Interverrà il dott. Pietro Boffi, Direttore del Centro Internazionale di Studi sulla Famiglia

 

Famiglie e futuro – Occasione di conoscenza e integrazione tra culture: l’incontro si svolge   sabato 13 dicembre alle  ore 16, in via Cottolengo 22 a Torino.

 

Gli Uffici Famiglia e Migranti invitano le famiglie a partecipare. interverrà il dott. Pietro Boffi, Direttore del Centro Internazionale di Studi sulla Famiglia che aiuterà a riflettere sui temi legati all’incontro e al superamento di pregiudizi e paure.

 

(Foto: il Torinese)

L’innovazione di A.Muse gallery a Torino

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ARTE GALLERYSiamo a Torino, nello spazio innovativo (in via F. Romani 4/E) aperto a maggio da Paola Tournon che ha colto – e vinto – una sfida: creare un luogo in cui sviluppare un progetto espositivo dinamico, in grado di raccogliere varie tecniche creative

 

Potrebbe essere una galleria di quelle che fanno tendenza a Parigi o New York, un luogo cult in cui la creatività è a mille, declinata in tanti modi: dalle sculture ai gioielli, dalle fotografie ai quadri, passando per moda, design e art book.

 

Invece siamo a Torino, nello spazio innovativo di “A.Muse”, la gallery (in via F. Romani 4/E) aperta a maggio da Paola Tournon che ha colto -e vinto- una sfida: creare un luogo in cui sviluppare un progetto espositivo dinamico, in grado di raccogliere varie tecniche creative.

 

Ed ecco, all’ombra della Chiesa della Gran Madre, l’affascinante confronto tra generazioni, stili,  linguaggi, artisti e designer che qui espongono, insieme e in modo armonioso, il loro talento.

 

«A.Muse è uno spazio dedicato all’arte e al design, inteso come ideazione, progettazione di un oggetto prodotto dall’uomo» ci dice Paola Tournon. E con entusiasmo illustra il suo progetto: «Mi sta particolarmente a cuore poter dare visibilità e dignità a queste “creazioni” e forse proprio dal confronto e dalla convivenza di diverse forme creative nasce lo spirito di questo luogo».

 

A. Muse ha così  un’identità  in continua trasformazione, i cui contorni si evolvono attraverso la ricerca e il continuo dialogo armonico tra tanti linguaggi creativi.

 

Ed ecco il caleidoscopico palinsesto delle tante iniziative in programma a dicembre, perché da A. Muse ora potete trovare:

 

– Le tele “Landscapes” di Enrico Partengo

– Le sculture “Homini” di Emanuele Benevolo

– I disegni “Crowded places” di Alina Vergnano

– Le sculture “Sgabello lunare”, “Punto, linea e superficie” di Walter Visentin

– La stampa fine art “Si vous connaisez ma poule” di Michele Liuzzi

– Gli acquerelli di Gosia Turzeniecka

– Le fotografie di Stefania Olivetta, ovvero l’arte in un click

 

Inoltre, fino al  23 dicembre, le stiliste torinesi  Alessandra Codebò e Melina Benedetto sono le anime del progetto “Abitisumisura”: voi scegliete la stoffa e il vestito che volete …e loro, su ordinazione ve lo confezionano, per l’appunto, “su misura”.

 

E le iniziative continuano con:

– I gioielli di Troclì, Francesca Corradini, Lucia Odescalchi, Yoko Takirai, Minikami

– I libri-scultura di Crizù

– I vasi di Elo Ceramica

– Le foglie scolpite di Stefano Marcoz

– Le lampade Globe du Reve

– Le sculture di feltro di  Siba Sahabi

 

E allora, non resta che fare un salto da A.Muse, dove i denominatori comuni di tanta creatività, sono l’ingegno, la ricerca e la sperimentazione, anche con materiali e forme nuove.

 

 Laura Goria

Le fanfare militari a sostegno di Telethon

 

tattoo grandeSabato 13 Dicembre dalle ore 14.30 alle ore 17.30, con ingresso aperto a tutti, presso il palazzetto dello sport – Parco Ruffini, un’amichevole di hockey in carrozzina elettrica della Dragons WHC VS Magic Torino

 

l’Associazione culturale non profit « Italian Military Tattoo » sostiene TELETHON nella raccolta fondi per la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare. Nell’ambito delle varie iniziative, Sabato 13 Dicembre 2014 dalle ore 14.30 alle ore 17.30, con ingresso aperto a tutti, presso il palazzetto dello sport – Parco Ruffini – Torino, si svolgerà un’amichevole di hockey in carrozzina elettrica della Dragons WHC VS Magic Torino. Animeranno le varie attività, la Historia Subalpina con i suoi balletti in costume storici originali, la Fanfara del Comando 1^ Regione Aerea, la Fanfara  del  III Battaglione  Carabinieri “Lombardia”  la  Fanfara   dell’Associazione  Nazionale Bersaglieri Sezione  “A. LA MARMORA” e la Fanfara della Croce Rossa Militare.

 

Info:  http://www.militarytattoo.it/  (bacheca dell’Associazione Italian Military Tattoo – www.itamilitarytattoo.org) e https://www.facebook.com/events/748830625172600/?pnref=story  

 

Ecco la nuova Galleria Sabauda, scrigno d’arte della città

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SABAUDA4SABAUDA3SABAUDA5Nella Manica Nuova di Palazzo Reale, edificata tra la fine dell’ 800 e l’inizio del ‘900 da Emilio Stramucci, sono circa 500 le opere esposte (circa il 90% delle opere, che dopo un’accurata selezione, potevano essere esposte) in un area espositiva di circa 9 mila metri quadrati (quasi un 30% più vasta di quella della vecchia sede)

 

Oggi 4 dicembre 2014 il cuore della cultura torinese torna finalmente a pulsare. Con l’inaugurazione della Nuova Galleria Sabauda viene ultimato un grande progetto che restituisce al pubblico una delle maggiori pinacoteche pubbliche italiane e permette di giungere al compimento del Polo Reale che, insieme appunto alla Galleria Sabauda, riunisce (in uno straordinario complesso aulico nel centro della città) alcune delle più prestigiose realtà museali cittadine quali Palazzo Reale, l’Armeria Reale, il Museo Archeologico, la Biblioteca Reale e lo spazio mostre di Palazzo Chiablese.

 

Con il trasferimento della Galleria Sabauda dalla storica sede nel Collegio dei Nobili, avvenuto nel 2012, si è realizzato un nuovo e rinnovato allestimento, rivoluzionario non solo per le innovative soluzioni museografiche, ma anche per i più ampi e funzionali spazi espositivi. Nella Manica Nuova di Palazzo Reale, edificata tra la fine dell’ 800 e l’inizio del ‘ 900 da Emilio Stramucci, sono circa 500 le opere esposte (circa il 90% delle opere, che dopo un’accurata selezione, potevano essere esposte) in un area espositiva di circa 9 mila metri quadrati (quasi un 30% più vasta di quella della vecchia sede).

 

L’innovazione fondamentale, oltre ai nuovi criteri di allestimento definiti dalla soprintendente ai Beni storico-artistici del Piemonte Edith Gabrielli con lo studio Albini di Milano, è quella che prevede l’allestimento non più per nuclei collezionistici dinastici, ma secondo la cronologia, accostando in questo modo le testimonianze di aree diverse. Accade così che le opere di maestri piemontesi ( nel Palazzo dell’Accademia delle Scienze radunate insieme e spesso “snobbate” dai visitatori) possano dialogare anche con quelle prodotte nel resto dell’Europa, sottolineando così la caratteristica del Piemonte come “terra di confine”- cit. Enrico Castelnuovo- aperta a molteplici influssi.

 

Il percorso si articola su quattro livelli a partire dal pianterreno: dalle tavole tre-quattrocentesche di Bernardo Daddi, Iacopo Bellini, Mariotto di Nardo e Macrino d’Alba, a cui sono accostati lavori dei fiamminghi Hans Memling, Pedro Ispano, per poi imbattersi piacevolmente nelle tele sei-settecentesche del Borgognone, del Guercino, di Tiepolo, di Van Dyck e di molti altri. La visita si conclude con il laboratorio di restauro a vista e l’importante collezione di Riccardo Gualino ispirata a Lionello Venturi. I quattro piani della Galleria Sabauda sono così organizzati in un percorso ad anello, che scorre fluido nelle stanze esterne dell’edificio e che consente al pubblico una visione anche ravvicinata delle opere.

 

Con un’area di circa 46 mila metri quadrati ai quali si aggiungono i 69 mila di area verde, il progetto del Polo Reale di Torino rappresenta un’ operazione di grande spessore culturale, avente la finalità di creare un sistema museale unico e organico nella realtà cittadina, attraverso un’adeguata pianificazione e programmazione strategica che consentirà la valorizzazione del patrimonio culturale della città.

 

Una data, questa di oggi, di fondamentale importanza, definita entusiasticamente durante la conferenza stampa di questa mattina, sia dal Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, che dal sindaco Piero Fassino, “una giornata storica”. Un progetto finanziato con 35 milioni di euro ( 17 milioni dalla Compagnia San Paolo, 8 milioni da ARCUS S.p.A, 5 milioni dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e 5 milioni dalla Regione Piemonte) e che ha visto coinvolto l’impegno di migliaia di lavoratori provenienti da diversi “settori” ( dalla restaurazione dell’edificio al restauro e alla catalogazione delle opere).

 

Dopo momenti di sconforto e di forte crisi a livello turistico e culturale, la città di Torino torna finalmente a risplendere, ritrovando nel Polo Reale e nel suo organo di governo, un tassello fondamentale per continuare a rilanciare quella vocazione culturale e turistica, che si spera trasformerà la Regione Piemonte e soprattutto la Città di Torino in un punto di attrazione di livello internazionale.

 

Simona Pili Stella

 

(Foto Essepiesse – Il Torinese)

Cahier de Voyage e Torino si avvicina a Berlino

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ARTE SUSA33La mostra sarà visitabile fino a domenica 11 gennaio, nei giorni di venerdì, sabato e domenica

 

Si è tenuta sabato 6 dicembre, alle ore 18.30, presso il palazzo dell’ex Tribunale di Susa (via Palazzo di Città, 36 – Susa), l’inaugurazione della mostra d’arte contemporanea, giunta ormai alla sua quarta edizione,  prodotta dall’Associazione NEKS: Viaggio in Germania, Cahier de Voyage. Hanno fatto da preludio alla mostra i saluti di benvenuto del Sindaco Plano e dell’Assessore alla Cultura Fonzo presso la Sala Consiliare del Comune di Susa.La mostra è realizzata grazie al contributo e al sostegno della Regione Piemonte, del Consiglio Regionale del Piemonte, della Fondazione CRT e dello stesso Comune di Susa.

 

La premessa da cui trae origine questa mostra è il gemellaggio culturale che Torino si appresta ad avviare, nel 2015, con la capitale tedesca: Torino e Berlino sono due città universitarie, capitali europee per l’arte contemporanea, che guardano con grande interesse alla musica contemporanea d’avanguardia e condividono altresì la medesima attenzione urbanistica verso le aree urbane in disuso. Sullo sfondo del sodalizio tra queste due città, il Vernissage – che è ormai diventato un appuntamento “tradizionale” di fine anno, nella splendida cornice di Susa – vedrà esposte le opere di artisti tedeschi, che hanno tratto beneficio dal passaggio nel Bel Paese, e di artisti italiani, che hanno rivolto il loro sguardo a Berlino per elaborare il proprio linguaggio: Anna Capolupo, Michele Guaschino, Julia Krahn, Paolo Maggis, Simon Pfeffel, Antje Rieck, Elke Warth.

 

Tra coloro che hanno reso possibile la realizzazione del progetto, ringraziamo Michele Bramante, curatore della mostra, Valentina Ruospo, art promoter e il Presidente dell’Associazione Neks, Paolo Facelli, che ne ha curato l’organizzazione, al quale abbiamo rivolto qualche domanda. La mostra sarà visitabile fino a domenica 11 gennaio, nei giorni di venerdì, sabato e domenica, con i seguenti orari: dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.00.

 

         Qual è la mostra che ti ricordi con maggiore emozione?

Sicuramente Gran Torino, una mostra che definirei – passatemi il termine enologico – una “verticale” sull’Arte Contemporanea torinese e piemontese dagli anni Sessanta a oggi. Se vogliamo fare dei nomi, basti pensare a Mario Merz, Pistoletto, o Penone, tre artisti esposti in alcuni dei più prestigiosi musei mondiali.

 

         Com’è nata l’idea della mostra di quest’anno?

Viaggio in Germania, Cahier de Voyage è nata sposando le linee programmatiche del Comune di Torino, che si appresta ad avviare nel 2015 un vero e proprio “gemellaggio culturale” con Berlino. In funzione di questa sinergia, l’Assessorato alla Cultura della città di Torino ha creato un calendario che declinerà tutti i grandi eventi che avranno luogo nella nostra città – dal Salone del Libro, al Torino Jazz Festival, al Torino Film Festival – cui saranno invitati numerosi artisti berlinesi. Mi sono così ispirato e ho pensato di creare una sorta di “anteprima”.

La mostra, infatti, ha inaugurato il 6 dicembre 2014, ma si concluderà nel gennaio 2015: dunque sarà un’anteprima del 2014 e ci accompagnerà in questo nuovo anno.

 

         Com’è andato il Vernissage?

Anche quest’anno l’inaugurazione ha visto la presenza di un centinaio di persone e, come tradizione vuole, si è concluso con un pranzo all’insegna della convivialità da Daniele alla Marchesa. La prolusione ha visto l’intervento del Sindaco Plano e dell’Assessore Fonzo nonché, come nostra abitudine, del curatore Michele Bramante. Una tradizione questa, per inciso, tipica delle gallerie nordiche e poco usata in Italia e aggiungerei purtroppo.

 

         Quali sono i tuoi progetti futuri?

Il mio principale sogno nel cassetto è far sì che il progetto Gran Torino possa trovare nuove sedi internazionali dove esporre. Su questo punto, stiamo cercando un incontro con il Sindaco Fassino, per una serie di motivi: primo fra tutti è che ha voluto porre un forte accento sull’internazionalizzazione dell’Arte Contemporanea, e quale occasione più ghiotta, dunque, che una vetrina sull’Arte Contemporanea torinese per far parlare di noi nel mondo così come ben si fece negli Stati Uniti; e poi c’è un secondo motivo, tra il serio ed il faceto, che come ha ricordato Il Fatto Quotidiano la sua campagna elettorale titolava prendendo spunto dalla nostra mostra, Gran Torino appunto. Sicuramente involontariamente.

Per queste ed altre ragioni, ci auguriamo di poter lavorare insieme.

 

La Neks ha, infatti, due diversi registri di mostre: Il primo è “glocal”, come dicono quelli che parlano bene, volta cioè a portare la conoscenza dell’Arte Contemporanea nella Regione. Si pensi alla nostra storia recente: dall’Imbiancheria del Vajro a Chieri al Castello dei Marchesi Cavour di Santena, fino al Castello della Contessa Adelaide di Susa); il secondo è un registro, dal respiro internazionale, caratterizzato principalmente dalla mostra Gran Torino.

La corsa dei rottami, solidarietà per l’Unicef

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Una corsa fuori dai canoni, senza classifiche e soprattutto senza vincitori

 

“La corsa dei rottami” promossa dal  Torino è giunta ormai alla quarta edizione e ogni anno riscuote sempre più simpatia per la formula goliardica. Ma la corsa dei rottami, che si è svolta questa mattina nel parco della Pellerina su una distanza di 7,5 km e che come base logistica si è avvalsa della Cascina Marchesa sede della Turin Marathon, non è solo corsa.

 

Sono infatti quattro anni, che la manifestazione collabora e devolve il ricavato all’Unicef di Torino. In 350 hanno risposto all’appello e sono stati raccolti 1.665 euro che sosterranno i progetti per l’assistenza dei bambini nel mondo. Lo start dell’evento é stato dato alle 9.30 dalla bocciofila situata vicino ai campi da tennis e i primi a presentarsi al traguardo, che hanno ricevuto come tutti il diploma di Rottame ufficiale sono stati rispettivamente Bruno Santachiara del Running Team ’99 e Laura Rao Polisportiva Atletica ’71.

 

Un ricco ristoro e una premiazione a sorteggio hanno concluso la corsa non competitiva, per una volta senza l’assillo del cronometro. Nell’occasione i giudici hanno voluto premiare due atleti come migliori podisti dell’anno per la loro carriera sportiva: Rita Pulvirenti del Borgaretto ’75 e Giuseppe Bagnolesi del Cedas Fiat, perché ad ogni competizione sono gli ultimi ad arrivare ed è giusto dare anche a loro un riconoscimento per l’assiduità e la tenacia.

 

(Foto: archivio)

Con la webcam dalla Torre Littoria Torino è Reale

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www.realeimmobili.it/webcam.html

 

Quale migliore visione se non dalla Torre Littoria? L’edificio più alto della città, di proprietà del Gruppo Reale Mutua, ha puntato una webcam fissa su Torino, per una visuale unica sul centro della città e sulla collina. Il video è ad alta definizione, ed è visibile via internet all’indirizzo www.realeimmobili.it/webcam.html, L’iniziativa è frutto della collaborazione tra il Gruppo Reale Mutua e Csp nell’ambito di un progetto di innovazione sui temi dell’«Internet delle Cose».

 

(Foto: il Torinese)

La Provincia premiata a Venezia per la rete ecologica

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L’obiettivo è accompagnare la pianificazione e la realizzazione di una vera e propria Rete Ecologica Provinciale

 

Nell’ambito del Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume, che si è riunito a Venezia, la Provincia di Torino ha ricevuto una menzione speciale per il progetto “La rete ecologica che vogliamo: il fiume, il paesaggio, la biodiversità”. Il documento era stato presentato nella sessione “Esperienze significative” ed era stato curato dal Servizio Pianificazione e gestione Rete Ecologica, Aree protette e Vigilanza ambientale e dal Servizio Risorse Idriche. Alla stesura hanno collaborato l’Enea, il Dipartimento interateneo di scienze, progetto e politiche del territorio del Politecnico di Torino e lo studio Sferalab.

 

“Sovente, – spiega l’Assessore provinciale ai Parchi e Aree protette, Marco Balagna – la tutela dell’ambiente e della biodiversità viene considerata in una certa misura incompatibile con le attività economiche e sociali umane. La Provincia di Torino ha lavorato concretamente negli ultimi anni per smentire questo luogo comune, attraverso lo stumento dei Contratti di fiume e, dal 2013, con il progetto della Rete Ecologica dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea e di sensibilizzazione dei portatori di interesse locali sulla gestione a lungo termine delle aree naturali”. Il progetto è stato finanziato dalla Regione Piemonte, nell’ambito del bando relativo alla misura 323 del Piano di sviluppo rurale 2007-2013, con l’obiettivo di accompagnare la pianificazione e la realizzazione di una vera e propria Rete Ecologica Provinciale, intesa come interconnessione tra aree naturali e come strumento per il contenimento del consumo di suolo, uno degli obiettivi prioritari del Piano Territoriale di Coordinamento provinciale adottato nel 2012.

 

Sono stati inoltre realizzati diversi altri interventi nelle Aree protette provinciali e in quei Siti di Interesse Comunitario appartenenti alla Rete Natura 2000, che erano stati individuati come “nodi” della Rete Ecologica Provinciale. L’elenco degli interventi comprende il monitoraggio e contenimento del Gambero della Louisiana e del Loto nel Parco del Lago di Candia, la realizzazione di rospodotti e corridoi ecologici arbustivi, il monitoraggio e ripristino dell’habitat per il Gambero nostrano nello Stagno di Oulx, la rigenerazione dell’habitat del Castagno alla Rocca di Cavour, la riproduzione dell’Euforbia gibelliana al Colle del Lys per evitarne l’estinzione, il ripristino degli habitat di tutela del Pelobate fosco insubrico nei SIC degli stagni Poirino, dei 5 laghi di Ivrea a Chiaverano e della Serra di Ivrea a Burolo.

 

Per accompagnare la progettazione degli interventi sono stati organizzati incontri informativi per ogni sito, per illustrare ai cittadini le finalità perseguite, realizzati filmati e stendardi informativi da utilizzare durante gli incontri con la cittadinanza, organizzate sessioni di inanellamento ornitologico a scopo didattico a Candia con la partecipazione di esperti del Gruppo ornitologico Piemontese.

 

(www.provincia.torino.gov.it/territorio/strat_strumenti/misura323/presentazione)

 

IL COINVOLGIMENTO DELLE SCUOLE: IL CONCORSO DI IDEE “LA RETE ECOLOGICA CHE VOGLIAMO”

 

Nelle attività di progettazione partecipata sono state convolte alcune classi di istituti scolastici dell´area dell´Anfiteatro Morenico. Dopo incontri di informazione in classe, condotti da alcuni tecnici dei Servizi Pianificazione Territoriale e Risorse Idriche della Provincia di Torino, le classi partecipanti hanno predisposto elaborati e proposte relative alle aree naturali che da tutelare o riqualificare. Al concorso “La rete ecologica che vogliamo”, hanno aderito le classi I G e II B del liceo scientifico “Antonio Gramsci” di Ivrea e le classi IV A e IV B dell’istituto professionale per l’agricoltura e l’ambiente “Carlo Ubertini di Caluso”.

 

Gli allievi hanno proposto interessanti interventi di riqualificazione, tutela e valorizzazione di aree con valenza naturalistica ed ambientale nei Comuni di Ivrea e Caluso. La proposta della classe I G del liceo scientifico “Gramsci” riguarda la realizzazione della “passeggiata lungo il fiume” Dora Baltea nei pressi dell’istituto scolastico: un percorso ludico-sportivo accompagnato da sei pannelli illustrativi con testi in italiano, inglese, francese e braille. L’area di studio della classe II B del “Gramsci” ha riguardato invece le zone comunemente conosciute come “lago di città” (oggi adibite ad area mercatale della città di Ivrea) e la vicina palude, proponendo la creazione di un parco che diventi luogo ideale per la socializzazione, il relax, l’attività fisica e la contemplazione della natura. La proposta, attenta anche alla pubblicizzazione del nuovo Parco, ha previsto la realizzazione di poster e volantini come strumenti promotori di “Ivrea all’aperto”.

I social media e i rischi per i minori

TELEFONINI

Una maggiore cooperazione nella gestione dalla rilevazione del caso, fase cruciale per la protezione e la cura delle vittime minorenni di abuso sessuale, alla segnalazione, alle fasi di ascolto in ambito giudiziario

 

Le nuove tecnologie e i social media sono un’opportunità per i giovani, ma espongono bambini e adolescenti a forti rischi, che sempre più devono essere conosciuti e prevenuti. Grazie al progetto Dicam II, c’è oggi uno strumento in più, le “procedure operative in caso di abuso sessuale online a danno di vittime minorenni”, un vero e proprio manuale pratico a disposizione degli operatori dei servizi sociali, sanitari, della scuola, del privato sociale, delle forze dell’ordine e dell’autorità giudiziaria.

Il progetto – cofinanziato dalla Direzione Generale Giustizia, Libertà e Sicurezza della Commissione Europea e coordinato da gennaio 2013 da Save the Children Italia in partenariato con il Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia (CISMAI) e il Centro per il Contrasto della Pedopornografia su Internet Polizia Postale e delle Comunicazione (C.N.C.P.O.) – è stato presentato il 1° dicembre nell’Aula di Palazzo Lascaris.

Al seminario, cui è seguita una tavola rotonda, hanno partecipato, tra gli altri, Silvia Allegro, coordinatore progetto Dicam II, Save the Children Italia; Augusto Ferrari, assessore regionale alle Politiche Sociali; Anna Maria Baldelli, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei Minori; Patrizia Torretta, psicologa della Polizia di Stato, Centro per il contrasto della Pedopornografia su Internet della Polizia Postale e delle Comunicazioni; Gloria Soavi, presidente del CISMAI, Coordinamento italiano dei Servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’Infanzia.

Le procedure operative hanno come obiettivo l’aumento delle conoscenze e delle competenze dei professionisti del settore sugli aspetti specifici che le nuove tecnologie introducono nel tema dell’abuso “tradizionale” e una maggiore cooperazione interprofessionale nella gestione dei casi in tutte le loro fasi, dalla rilevazione del caso, fase cruciale per la protezione e la cura delle vittime minorenni di abuso sessuale, alla segnalazione, alle fasi di ascolto in ambito giudiziario, sino alla presa in carico clinica e psicosociale, in un lavoro che deve essere multidisciplinare, tempestivo ed adeguato.

(emaccanti – www.cr.piemonte.it)