ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 653

Il suk e le competenze per spostarlo

suk dora1STORIE DI CITTA / di Patrizio Tosetto

Personalmente preferisco chiamarlo mercatino del’ usato . Altri lo chiamano suk e ogni volta che si parla di spostarlo produce discussioni e soddisfatte reazioni . Dipende da quale punto di vista si considera il problema . Contenti gli abitanti se il mercato cambia luogo ed arrabbiati i residenti limitrofi al luogo scelto . Banalmente nessuno lo vuole sotto casa . Difficile dargli torto .  Ma è la prima volta che il sito scelto non è nella piena disponibilità di chi lo ha scelto .L’area tra corso Giulio Cesare e Lungo Dora Firenze è di proprietà della Città metropolitana di Torino , l’exsuk nuovo2 Provincia . Tutto da rifare, dunque ? Dipende da chi dell’ente dovrà dare risposte in merito .  In altre parole chi ha autorizzato il Municipio nel dare le relative autorizzazioni . Per ora la riorganizzazione delle provincia in area metropolitana ha esordito un solo risultato : le deleghe delle province non sono state delegate ad altri enti come Regione o Comune . Con il tosettorisultato politico che Chiara Appendino è presidente in un consiglio con  maggioranza del pd che non vuole lo spostamento del Suk nell’area individuata dalla Giunta della Sindaca . Si prevedono tempi lungi . Consiglieri pentastellati hanno già dichiarato : vedremo . Speriamo di vedere qualcosa . Ad oggi vediamo una sola cosa: nulla

Librolandia apre al mondo no-profit con Cardioteam Foundation

Saranno donati per diffondere la cultura della prevenzione dell’infarto

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Un accordo fra Cardioteam Foundation Onlus e Salone Internazionale del Libro per permettere a mille persone di entrare gratuitamente al Salone, e al tempo stesso per aprire il Salone alla collaborazione organica con il mondo del no-profit.In un incontro avvenuto ieri presso la sede della Fondazione per il Libro, Cardioteam Foundation Onlus ha acquistato un pacchetto di mille biglietti a tariffa ridotta (6,00 €) del XXX Salone Internazionale del Libro di Torino, con l’obiettivo di donarli a persone meno abbienti che, da diversi studi, risultano essere a maggior rischio di infarto e ictus. Avranno così un accesso facilitato alla manifestazione dal 18 al 22 maggio 2017.

Il sindaco di Lauriano “Ambientalista dell’anno”

lauriano-12-sindacoÈ stato assegnato a Matilde Casa, sindaco di Lauriano, nella Città Metropolitana di Torino, il decimo premio “Luisa Minazzi – Ambientalista dell’Anno”. Il primo cittadino del paese torinese è stato premiato al termine di una cerimonia tenutasi venerdì 2 dicembre, nella Sala Consiliare del Comune di Casale Monferrato. Quasi tremila sono stati i votanti del concorso indetto da Legambiente, dal mensile La Nuova Ecologia e dal Comitato Organizzatore di cui fanno parte diverse associazioni monferrine insieme a Weleda, ed intitolato a Luisa Minazzi, casalese che si è battuta a lungo per i diritti delle persone esposte all’amianto.A comporre il comitato organizzatore del premio fanno parte, oltre a Weleda e al Comune di Casale Monferrato: Afeva, Agesci Casale, Associazione Comuni Virtuosi, Auser Casale, Avis Casale, Circolo Verdeblu di Legambiente, CAI Casale, Equazione, Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, L’Albero di Valentina, Fiab e Parco Fluviale del Po e dell’Orba. A presiederlo è Gian Paolo Minazzi, fratello di Luisa. Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente ha detto: «Non vogliamo eroi solitari, la battaglia per l’ambiente non si può combattere da soli, per questo c’è il premio». A fare la differenza per i votanti (che hanno espresso preferenze via posta, online e con speciali urne disseminate per Casale e il Monferrato nelle scorse settimane) è stato l’impegno intrapreso dalla Casa contro il consumo del suolo nel suo comune, restituendo all’agricoltura un terreno sul quale si sarebbero dovute costruire delle villette – e per questo subendo un processo penale, fortunatamente conclusosi in un’assoluzione con formula piena.

Massimo Iaretti

Boldrini anti-odio su Facebook

boldriniLa presidente della Camera, Laura Boldrini è intervenuta al campus Einaudi di Torino, per affrontare il tema della violenza nel web, alla quale “bisogna reagire”, ha detto.  Come è noto la presidente ha scelto di pubblicare i nomi degli autori dei messaggi oltraggiosi ricevuti a migliaia in rete. Ha inoltre proposto a Facebook di creare un’icona anti-odio vicino ai link inappropriati; un numero verde per l’assistenza alle vittime e l’apertura in Italia di una sede del social network con  un filo diretto con la Polizia Postale.

Nazionale Italiana Dell’Amicizia Onlus, il disco di Natale fa bene

La Nazionale Italiana dell’Amicizia Onlus nasce nel 2012 e aiuta bambini in difficoltà. Con tanto impegno, dedizione e trasparenza è riuscita a raccogliere negli anni circa 250mila euro coi quali ha aiutato più di mille bambini. I componenti dell’associazione organizzano partite di calcio in tutta Italia con ex calciatori, cantanti, attori e comici vari, visitano i reparti di pediatria degli ospedali vestiti da super eroi e principesse, portano natale-discoregalini ai bambine e bambini ricoverati, realizzano cene e banchetti per raccogliere i fondi necessari a sviluppare i loro progetti. Su Torino, la Nazionale Italiana Dell’Amicizia Onlus è una realtà molto importante: riesce a coinvolgere oltre 3mila persone alle partite più importanti e tanta tantissima gente alle feste organizzate. L’associazione sta lavorando da due anni con l’amministrazione comunale per poter avere in gestione un centro sportivo abbandonato che sarà utilizzato per far praticare sport ai tanti bambini reduci da più o meno gravi malattie. L’obiettivo è realizzare una struttura multifunzionale per ragazze e ragazzi diversamente abili e che possa offrire fisioterapia gratuita ai bambini malati e con famiglie in grave difficoltà economica. “Un progetto enorme unico nel suo genere sia in Europa e probabilmente al mondo – affermano i responsabili dall’associazione -, i cui costi di ripristino sono elevatissimi”.   Per concretizzare questo sogno la Nazionale Italiana dell’Amicizia Onlus si affida alla solidarietà di tutti e per Natale ha prodotto un CD con le più belle canzoni della tradizione interpretato sia da giovani artisti emergenti (Stefania Mancuso, Nila, Maria Vaccaro, Biro & Nux, i Serendip, Francesco Trimani, Dave, Nazario) sia dai bambini della NIDA tra cui la piccola Bea Naso (bimba torinese tristemente nota per la sua malattia, unico caso al mondo, per chi tutte le articolazioni molli del suo corpicino si sono calcificate, pietrificandola viva). Il risultato è un piccolo capolavoro. Il CD, con tanto di bollino SIAE, è stato stampato in 20mila copie e il costo è basato su un’offerta libera a partire da soli 9 euro. Per chi fosse interessato a partecipare al gesto di solidarietà la consegna del Compact Disc Digital Audio natalizio è a domicilio chiamando il numero 3339411394.

Cambiamento e resilienza  

Cambiamento e resilienza. Sempre più spesso ci capita di leggere o sentire persone che utilizzano questi due termini. Sembrano essere inscindibili, due concetti che viaggiano costantemente assieme e che si competano tra loro. Se fossero persone, potremmo definirle una sorta di Starsky & Hutch della filmografia degli anni ‘80. Noi stessi li usiamo con una certa frequenza quando parliamo di mercato e azienda. Ma cosa intendiamo realmente dire quando parliamo di Cambiamento e Resilienza? Il cambiamento cos’è? Un’importante ristrutturazione aziendale o un cambio di lavoro? E la Resilienza? Ormai tutti in azienda sanno che la resilienza è il vocabolo utilizzato in metallurgia per indicare la capacità di un materiale di resistere all’urto senza rompersi. Altre fonti, invece, per rendere la cosa ancora più affascinante, legano il termine resilienza al latino “salio” (salire) che, con il suo iterativo “resalio”, accostato all’immagine di una barca capovolta, indica l’azione di risalire sulla barca dopo che si è rovesciata. Una cosa è certa: per molti di noi il cambiamento è un qualcosa d’intangibile che ci spinge a modificare quello che abbiamo sempre fatto e, più abbiamo fatto, più dovremo lavorare per adeguarci al nuovo.

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Noi non condividiamo questa visione, però, a nostro avviso, il cambiamento altro non è che la vita di tutti i giorni, sia quella privata sia quella professionale. Panta Rei, (tutto scorre) diceva Eraclito, uno fra i più grandi filosofi greci presocratici, per indicare l’eterno divenire della realtà, paragonandola a un fiume che solo apparentemente rimane uno e identico, ma che, in effetti, continuamente si rinnova e si trasforma, per cui non è possibile tuffarsi in esso più di una volta, perché la seconda volta non è lo stesso fiume della prima. Se condividiamo questa visione, il cambiamento è qualcosa che ci accompagna durante tutta l’esistenza, nelle piccole cose come nelle grandi cose. Cambiare barbiere perché il nostro è andato in pensione non è forse cambiamento? Cambiare cliente perché quello precedente ha ceduto l’attività non lo è altrettanto?   Queste cose, però, non ci preoccupano perché il nostro cervello le cataloga al livello più basso di rischio mentre, invece, se in azienda si passa da un sistema informatico all’altro o se viene modificata l’organizzazione, ci carichiamo di ansia e stress. Tutto ciò è normale, anzi diremmo che è umano, però non ci deve bloccare. Passato il primo momento di destabilizzazione, dobbiamo subito vedere quali opportunità nuove si stanno per presentare. Per molti anni, nella quotidiana gestione delle cose, ci è capitato di definire quest’approccio mentale come la tecnica del “Cosa c’è di buono in ciò” perché è giusto dirlo : Guardando bene troveremo sempre qualcosa di positivo, anche dove non ci sembra proprio. 

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Ci sono due modi di porsi di fronte alla richiesta di cambiamento, che, spesso, non è una nostra scelta, ma una necessità; per cristallizzarli ci rifaremo a due grandi pensieri:

Chi ti vuole diverso, non ti vuole affatto. (Eracle) Approcciare le cose in questo modo è assolutamente da evitare. Significa pensare sempre in negativo e, oltre a non facilitare le cose, questo atteggiamento ci porterà a “ Tagliarci fuori da soli” perché, ci piaccia o no, le cose vanno avanti anche senza dii noi. Il secondo modo, invece, ce lo ha offerto un pensiero di Mahatma GandhiLa vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia. Un modo dolce, positivo e forse affascinante che ci porta a vedere le cose in modo diverso, da cacciatori di opportunità.

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Questo approccio probabilmente è quello che meglio definisce una persona resiliente, una persona che supera la destabilizzazione iniziale e si pone alla ricerca dell’esperienza, dell’insegnamento che da questa esperienza ne può derivare. La tecnica cioè del: ”Cosa c’è di buono in ciò”. Un atteggiamento positivo che ci aiuta ad affrontare meglio le cose vivendo la vita. Più volte siamo entrati in contatto con persone capaci, intelligenti e competenti che, pur di non affrontare il cambiamento, si erano accontentate di ruoli/situazioni “ inferiori” a quelle che realmente meritavano o che potevano raggiungere. Alcune di loro erano contente e questo era un risultato positivo perché, probabilmente avevano deciso di anteporre i propri valori personali a quelli professionali, e questo li rendeva comunque felici e vincenti. Altri, invece, giustificavano lo status quo con motivazioni legate alla sfortuna o ai torti subiti e questo non era buono nemmeno a livello salutistico perché “stavano male con se stesse”. La resilienza, quindi, potremmo definirla come la capacità di non essere troppo rigidi o troppo morbidi, ma semplicemente “flessibili”, capaci cioè di adeguarsi prendendo il controllo della situazione.

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Un esempio di resilienza

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Questo non significa nascere resilienti, ma allenati alla resilienza e l’allenamento non richiede situazioni “speciali”. E’ sufficiente affrontare la vita quotidiana ponendosi obiettivi misurabili e raggiungibili la cui asticella sarà alzata di volta in volta. Anche il notissimo atleta giamaicano Usain BOLT potrebbe confermare questa teoria se pensiamo che il 2016 l’ha visto vincitore della competizione dei 200 metri a Rio de Janeiro con il tempo di 19″78, mentre nel 2001,ai suoi primi esordi, il suo tempo era “solo” di 22″04 .Il secondo allenamento che possiamo fare è quello di uscire dalle nostre zone di comfort facendo cose che non abbiamo mai fatto o che non facciamo da molto tempo come ad esempio parlare con qualcuno che non abbiamo mai considerato oppure, prendere una seggiovia anche se un po’’ ci intimorisce. Scopriremo mondi nuovi semplicemente allargando il nostro campo visivo e sdrammatizzando le cose che ci capitano perché, come diceva il Saggio“Il mondo è nato prima di noi pertanto saremo noi a doverci adattare a lui, specialmente se poi vogliamo cambiarlo.”

Antonio De Carolis

Presidente CDVM

Club Dirigenti Vendite e Marketing

www.cdvm.it

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Premiate le otto start-up a impatto sociale

Nella finale piemontese della StartUp Europe Awards Quattro delle 8 start-up selezionate presso la sede di Rinascimenti Sociali nella categoria Social Innovation parteciperanno alla finale nazionale del 6 dicembre a Milano

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aGrisù, GetWYS, Last Minute Sotto Casa, Net2Share, Progetto AgriLab, Synapta – Contratti Pubblici, Yeerida, WaterView: sono queste le magnifiche 8 start-up che si sono aggiudicate la finale regionale della StartUp Europe Awards (SEUA), l’iniziativa promossa dalla Commissione Europea – DG Connect e DG Growth – e dal Parlamento Europeo, implementata da Finnova e dal Country Manager per l’Italia X23 Srl , responsabile per il network e per il regolamento italiano. Nella finale di SEUA Piemonte per l’ambito Social Innovation, promossa e organizzata da SocialFare® con il Country Manager SEUA-Italia X23 Srl e tenutasi presso Rinascimenti Sociali a Torino, le 8 start up hanno avuto la meglio sulla temibile concorrenza aggiudicandosi la possibilità di concorrere per i 4 pass che daranno accesso alla finale nazionale del 6 dicembre a Milano. L’obiettivo comune per tutte le startup partecipanti al progetto a livello europeo è il raggiungimento delle finali che avranno luogo a Bruxelles in occasione delle settimane che la Commissione Europea dedica ai diversi ambiti in gara: Ambiente, Innovazione Sociale, Energia, Turismo, ICT, Innovazione Urbana, Industrie Creative e Acqua. SEUA rientra tra le iniziative di Startup Europe che si pongono l’obiettivo di determinare la nascita di un vero e proprio StartUp Continent, in grado di competere a livello globale e di diventare una leva determinante per la crescita del sistema imprenditoriale, sia a livello nazionale che europeo.

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Queste le 8 startup che hanno superato la finale regionale: aGrisù è la startup innovativa, e lo spin-off universitario, impegnata a creare strumenti per monitorare gli inquinanti ambientali. www.a-grisu.com GetWYS è la startup che ha sviluppato differenti strumenti innovativi a supporto del mondo charity, in particolar modo il Charitygram. www.getwys.com Last Minute Sotto Casa è la più grande community di negozianti e consumatori uniti nella battaglia allo spreco alimentare. www.lastminutesottocasa.it Net2Share è il nuovo modello di attivazione di reti di prossimità che permette di far circolare l’economia nelle comunità, aiutare le persone in difficoltà e premiare chi partecipa. www.net2share.org Progetto AgriLab è il progetto di inserimento in agricoltura sociale sviluppato dalla bio-farm “I Tesori della Terra Società Cooperativa Agricola Sociale Onlus”. www.cooptesoribio.it Synapta – Contratti Pubblici è lo spin-off del Centro Nexa per Internet & Società del Politecnico di Torino che si occupa di rendere più sostenibile e trasparente il sistema informativo di aziende e pubbliche amministrazioni, grazie ad un approccio Data Linked. www.synapta.it Yeerida è la piattaforma che consente di leggere in streaming gratuitamente. www.yeerida.com WaterView è la soluzione che permette in tempo reale la distribuzione spaziale e temporale della pioggia, offrendo numerose applicazioni utili ad agricoltura, viabilità e sport. www.waterview.it

Oltre 2.500 spettatori per “Rights on the movie”

film cinemaSi è chiusa ieri, 28 novembre, la II edizione della Rassegna cinematografica sui diritti umani “Rights on the movie 2016”, dedicata quest’anno, ai temi dell’immigrazione. Gli spettatori che hanno assistito alle diverse proiezioni sono stati complessivamente 2.636: 1.916 alle proiezioni mattutine rivolte alle scuole superiori del Piemonte (1.794 gli alunni, 122 i docenti) e 720 alle proiezioni serali. La rassegna – promossa dal Comitato regionale per i diritti umani e organizzata in collaborazione con Agiscuola – ha preso il via il 3 ottobre con La nave dolce per celebrare la Giornata in memoria delle vittime dell’immigrazione, nel terzo anniversario della tragedia di Lampedusa, in cui il naufragio di un’imbarcazione libica usata per il trasporto di migranti causò 368 morti accertati e circa 20 dispersi. È poi proseguita, il 24 ottobre, con Samba, che descrive l’incontro fra il mondo di Samba, senegalese clandestino, e quello di Alice, ex dirigente d’azienda disoccupata, entrambi impegnati a uscire dal proprio inferno personale.Il 7 novembre è stato proposto – la sera per la cittadinanza e il mattino, in contemporanea in otto sale cinematografiche dislocate in tutte le province del territorio piemontese, a 1.122 studenti degli Istituti scolastici secondari di I e di II grado – il pluripremiato Fuocoammare di Gianfranco Rosi. Il 21 novembre è stata la volta del docu-film Tibet, che riporta le testimonianze di alcuni prigionieri politici, fotografa l’indigenza che caratterizza i cosiddetti “villaggi dei bambini” e propone una toccante intervista al Dalai Lama. Il 28 novembre, il gran finale con la pellicola La mia classe, in cui un attore veste i panni di un maestro, che insegna in una classe di extracomunitari, i quali vogliono imparare la lingua italiana per avere il permesso di soggiorno e integrarsi nella società che li ha accolti. A un certo punto il regista dà lo “stop” alle riprese e tutta la troupe diventa una cosa sola con la storia del film. Tutte le proiezioni hanno voluto focalizzare l’attenzione sulle drammatiche vicende dei profughi e dei rifugiati, vittime di guerre e carestie, fame e violenze, che comportano atroci violazioni dei diritti fondamentali.

 

Le Giornate della Blue Economy,

blue-economySuperare la crisi ripartendo dalle risorse presenti nel territorio e dall’imitazione della natura: è l’Approccio Sistemico proposto da Dipartimento Architettura e Design del Politecnico di Torino e Consulta Europea Regionale

Immaginare il rapporto tra le attività umane e naturali come una relazione, anziché come una competizione  e cercare di superare la crisi ripartendo dalle risorse presenti nel territorio e dall’imitazione della natura: è l’Approccio Sistemico proposto da Dipartimento Architettura e Design del Politecnico di Torino e Consulta Europea Regionale, che propongono un ciclo di incontri per discutere di questi argomenti e giungere, alla fine, all’elaborazione di piani di sviluppo basati sulla Blue Economy. Le Giornate della Blue Economy, organizzate a un anno dall’avvio del Protocollo d’intesa sottoscritto tra il DAD e la Consulta Europea Regionale, nascono dall’esigenza di mettere a confronto diversi attori su tematiche attuali relativamente ai temi della sostenibilità ambientale, economica e sociale, che coinvolgono e incidono sul territorio piemontese.

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La cosiddetta Blue Economy, di cui è fondatore l’economista Gunter Pauli, si ispira all’imitazione della natura e della sua capacità di non generare rifiuti, proponendo un modello che permette alla fine di generare profitti, nuova occupazione, qualità ambientale e cultura di sistema; esalta le qualità del territorio e aiuta a risolvere problematiche ambientali e sociali. Questa teoria economica contiene in sé il concetto di approccio/design sistemico sviluppato dal gruppo di ricerca di Design Sistemico del Politecnico di Torino, fondato dal professor Luigi Bistagnino: un nuovo modo di affrontare il progetto, i processi produttivi e ottenere anche prodotti sostenibili, in cui l’output di un sistema è sempre l’input di un altro. I principali obiettivi sono le cosiddette “emissioni zero”, la concretizzazione di un nuovo modello economico-produttivo e la nascita di una comunità fortemente relazionate e connessa consciamente al proprio territorio, nella quale l’esistenza dei singoli è relazionata a quella degli altri con i quali da vita ad una rete vitale fortemente attiva e resiliente. L’insieme valorizza le parti.

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Il Protocollo d’intesa prevede anche l’applicazione di un Disciplinare dell’Approccio Sistemico, con ricadute sul territorio, sulla comunità e sui prodotti o servizi. Un modello economico e produttivo sistemico necessita di nuovi parametri di valutazione, non più basati sulla quantità ma sulla qualità dei processi e dei prodotti. Il Disciplinare fornisce i criteri di valutazione su cui basare i rapporti tra le varie attività produttive.La produzione si svolge in un contesto locale e di rete, in una collaborazione virtuosa tra processi produttivi (agricoli e industriali), sistema dei regni naturali, contesto territoriale e comunità. Da questo legame nasce un progetto più allargato e complesso, che abbraccia non solo tutta la filiera produttiva ma anche tutte le attività con essa relazionate.  L’applicazione del Disciplinare dell’Approccio Sistemico propone che tutto questo processo venga valutato e regolamentato da un Comitato Scientifico di riferimento composto da membri esperti di Design Sistemico e componenti di enti che rappresentano il sistema produttivo, che attribuiranno il livello di appartenenza al sistema a ciascuna attività che ne vorrà far parte.

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Il Primo appuntamento del ciclo “Le Giornate della blue Economy” si terrà mercoledì 30 novembre 2016 ore 11.00 al Castello del Valentino – Sala dei Gigli; all’incontro di presentazione dell’iniziativa, dal titolo La Blue Economy in Piemonte, ad un anno dalla firma dell’accordo di programma tra Consulta Regionale Europea e Dipartimento di Architettura e Design, Politecnico di Torino, interverranno:

Daniela Ruffino, Vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte e Presidente della Consulta Regionale Europea

Silvia Barbero, Politecnico di Torino

Luigi Bistagnino, Systemic Approach foundation

Acotel Net ufficializza l’accordo con Iren Mercato

Per comunicare questo prodotto per la prima volta Iren Mercato ha scelto di essere presente nei grandi luoghi di aggregazione nella città di Torino: dal Teatro Regio al Pala Alpitour fino a Piazza Castello dove realizzerà un grande evento il prossimo 3 dicembre

toro regio teatroEntra nel vivo l’operazione lanciata da Iren Mercato per la promozione della soluzione My Energy Meter di Acotel Net. L’iniziativa, rivolta alla clientela residenziale del gruppo energetico, è il risultato di un accordo siglato recentemente a Barcellona in occasione dell’European Utility Week e rende disponibile una soluzione innovativa per il controllo puntuale dei consumi domestici di energica elettrica. A renderlo possibile è lo Smart MEM, un dispositivo evoluto e di facile utilizzo che, applicato direttamente al contatore elettrico, legge in tempo reale i consumi e consente l’accesso online ai propri dati di utilizzo per una verifica semplice e puntuale.

Per comunicare questo prodotto per la prima volta Iren Mercato ha scelto di essere presente nei grandi luoghi di aggregazione nella città di Torino: dal Teatro Regio al Pala Alpitour fino a Piazza Castello dove palaalpitour madonnarealizzerà un grande evento il prossimo 3 dicembre.

Grazie alla collaborazione tra i due Gruppi, il primo passo verso la Smart Home IoT è avviato. La clientela residenziale Iren Mercato potrà usufruire del servizio attraverso il nuovo dispositivo Smart MEM con installazione Plug&Play, per ricevere quotidianamente i consumi della propria abitazione individuando sprechi di energia o consumi anomali, migliorando le abitudini di consumo energetico per utilizzare l’energia in maniera intelligente.

Grazie ad Acotel Net ha dichiarato Gianluca Bufo, CEO di Iren Mercato mettiamo a disposizione dei nostri clienti un servizio, My Energy Meter, per il controllo intelligente dei propri consumi, in bundle con le nostre offerte. Il servizio, piazza castelloutilizzabile da web e mobile (iOS e Android), ha riscosso nei primi giorni di offerta un notevole interesse che ci fa ben sperare per il futuro: ci sono ottime basi per estendere il prodotto anche su altre commodity, diverse dall’energia elettrica”.

Per conoscere i consumi dell’abitazione – ha dichiarato invece il CEO di Acotel, Claudio Carnevale i clienti residenziali Iren Mercato avranno accesso a un insieme di informazioni utilissime nella gestione della propria casa: scoprire l’incidenza sulla bolletta degli elettrodomestici always-on, avere evidenza di picchi anomali di consumo e adeguare la potenza contrattuale alle proprie esigenze, consultare i propri consumi in base alle condizioni metereologiche al fine di migliorare la propria efficienza energetica domestica”.

(foto: il Torinese)