ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 581

15 mila cittadini abilitati al defibrillatore

 

Anpas Comitato Regionale del Piemonte, in qualità di agenzia formativa accreditata dalla Regione Piemonte, si conferma il primo ente per numero di persone abilitate all’utilizzo del defibrillatore semiautomatico esterno in ambiente extraospedaliero, con oltre 15mila cittadini certificati in tutta la Regione, la capienza di un intero palasport olimpico. In un sistema, quello piemontese, che conta quasi 100mila nominativi iscritti nella banca dati del Portale per la Formazione in Sanità della Regione Piemonte e 132 enti accreditati.

Tra i 15mila abilitati all’uso del Dae (Defibrillatore semiautomatico esterno) troviamo il personale dipendente delle otto circoscrizioni di Torino, 129 dipendenti Gtt – Gruppo Torinese Trasporti, numerosi vigili del fuoco volontari, polizia municipale, personale di palestre, società sportive, istituti scolastici e aziende. Un primato anche sotto un altro punto di vista, nel 2017 Anpas ha infatti svolto il primo corso Blsd (Supporto di base delle funzioni vitali e defibrillazione) in Piemonte destinato alle persone sorde, grazie alla collaborazione di interpreti della lingua dei segni italiana (Lis). Il corso si è svolto presso la sede di Ens Onlus, Ente Nazionale Sordi, sezione di Asti.

A oggi i 132 istruttori Anpas Piemonte, di cui 17 direttori di corso, hanno effettuato 800 corsi base e 364 corsi di refresh Blsd (vedi tabella con statistiche corsi Blsd Anpas divisi per provincia). Gianni Mancuso, responsabile della formazione Anpas Piemonte: «Anpas Piemonte, da sempre attenta alla formazione qualificata dei volontari e dei cittadini in ambito sanitario, a decorrere dal 2013 ha posto come impegno prioritario la capillarità della formazione sulle manovre di rianimazione cardiopolmonare con l’utilizzo del defibrillatore semiautomatico quale strumento insostituibile per il salvataggio di vite umane. Oggi grazie a questo impegno, ai 132 Istruttori AED e all’oltre 90 per cento dei nostri volontari abilitati in Regione Piemonte, Anpas si conferma al primo posto per numero di abilitati in Piemonte ribadendo con i fatti la propria attenzione sia alla prevenzione in campo sanitario e sia alla creazione di valore sociale». Andrea Bonizzoli, presidente Anpas Piemonte: «Importante traguardo raggiunto, 15mila cittadini formati all’utilizzo del Dae sono un segno tangibile dell’impegno costante che le nostre Associazioni, attraverso gli oltre 9.000 volontari piemontesi, mettono in campo tutti i giorni, non solo nel prestare soccorso, nell’assistere, ma anche nella formazione continua dei cittadini. Sicuro che questo non sia un punto di arrivo, ma solo un “traguardo volante” nel nostro cammino quotidiano al servizio della collettività».

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I corsi Blsd si tengono presso la sede di via Sabaudia 164 a Grugliasco (To) e sul territorio della Regione Piemonte, nelle sedi delle Pubbliche Assistenze Anpas, secondo un calendario di date consultabile sul sito dell’Anpas: www.anpas.piemonte.it.

 

 

Il corso ha una durata di 4 ore, l’80 per cento del tempo di lezione riguarda la parte pratica con defibrillatore trainer. I discenti vengono forniti di pocket mask riutilizzabile e di manuale multimediale Operatore Dae edito da Anpas Piemonte e Dipartimento Interaziendale Emergenza Sanitaria 118 Regione Piemonte in collaborazione con Simeup – Società italiana di medicina di emergenza ed urgenza pediatrica. Ad ogni partecipante che supera positivamente il corso viene rilasciato un attestato valido su tutto il territorio nazionale e il relativo tesserino.

L’età minima per accedere è di 16 anni. L’autorizzazione all’utilizzo ha valenza dal compimento del diciottesimo anno di età. I corsi sono aperti a tutti, personale laico anche senza alcuna formazione sanitaria, incaricati al primo soccorso aziendale o presso centri sportivi, soccorritori, medici e infermieri. Per iscrizioni ai corsi a calendario o per qualsiasi altra informazione contattare telefonicamente la segreteria Anpas Piemonte al numero 011-4038090 o alla mail info@anpas.piemonte.it.

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L’Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze) Comitato Regionale Piemonte rappresenta 78 associazioni di volontariato con 9 sezioni distaccate, 9.471 volontari (di cui 3.430 donne), 6.635 soci sostenitori e 377 dipendenti. Nel corso dell’ultimo anno le associate Anpas del Piemonte hanno svolto 432mila servizi con una percorrenza complessiva di circa 14 milioni di chilometri utilizzando 382 autoambulanze, 172 automezzi per il trasporto disabili, 223 automezzi per il trasporto persone e di protezione civile.

 

 

Bollette luce, cosa c’e’ da sapere

Di Patrizia Polliotto*

I media hanno annunciato il presunto inserimento di un rincaro di 30-35 euro in bolletta, destinato a coprire gli ingenti ammanchi, per via delle morosità esistenti, delle società che erogano energia elettrica: una bufala circolata via Whatsapp. In Italia circa 1,2 milioni di persone non pagano le forniture domestiche, fatto che porterà inevitabilmente le compagnie a ipotizzare un aumento medio di circa 2 euro annui per il costo della luce, la cui entrata in azione è prevista a non prima di 12 mesi. Il buco lasciato dai disonesti, circa 300 milioni di euro, dovrebbe pertanto essere ingiustamente ripianato con l’inserimento, in bolletta, dei cosiddetti ‘oneri di sistema’: tasse mascherate per nulla legate alla fornitura propriamente detta. Come ‘Unione Nazionale Consumatori’ abbiamo già sottolineato l’illiceità di tale condotta, che equivale ad addossare ai cittadini il rischio di impresa di chi opera nel settore energia: fatto assurdo, e per giunta contrario al libero mercato che si vorrebbe far partire dal luglio 2019.

 

*Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

Il museo fuori dal museo

 

L’Ufficio Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino, nell’ambito dei programmi di formazione per garantire ai detenuti il diritto alla fruizione del patrimonio culturale della città, inaugura la collaborazione con il Museo Egizio, da anni impegnato in progetti di inclusione sociale.

Nell’ambito del programma “IL MUSEO FUORI DAL MUSEO” con cui l’Egizio si impegna a rendere accessibili i contenuti delle collezioni anche a coloro che non possono visitare il Museo di Via Accademia delle Scienze, è stato sviluppato un percorso didattico strutturato in due fasi a cura delle egittologhe Federica Facchetti e Alessia Fassone: dapprima, lezioni introduttive sulla storia e le tecniche costruttive e artistiche di alcuni manufatti in legno dell’antico Egitto, seguite poi da un’attività laboratoriale che coinvolgerà il corso di falegnameria dell’Istituto Plana e il Primo Liceo Artistico, già presenti all’interno della casa circondariale.

 

Le lezioni introduttive saranno aperte a tutti i detenuti mentre i laboratori coinvolgeranno solo a coloro che frequentano i percorsi scolastici interni al carcere. Oggetto della produzione saranno alcuni cofanetti lignei, preziosi reperti parte del corredo funerario della tomba dell’architetto Kha, uno dei maggiori capolavori della collezione, ritrovato intatto durante le campagne di scavo guidate da Ernesto Schiaparelli nel 1906. I partecipanti al corso di falegnameria si occuperanno della costruzione dei contenitori, mentre le decorazioni saranno realizzate secondo le tecniche pittoriche e i cromatismi dell’antico Egitto, dagli studenti del Liceo Artistico.

 

Gli oggetti prodotti diventeranno protagonisti di altri appuntamenti del programma “IL MUSEO FUORI DAL MUSEO” poiché saranno utilizzati per laboratori che l’Egizio svolge presso l’Ospedale Pediatrico Regina Margherita.

 

Venerdì 16 marzo si è tenuto il primo appuntamento del percorso presso la Casa Circondariale, dove i detenuti potranno assistere alla conferenza sulla scoperta della Tomba di Kha, tenuta da Enrico Ferraris, curatore del Museo Egizio.

 

“Siamo molto orgogliosi di poter intraprendere questa preziosa collaborazione con la Casa Circondariale Lorusso Cotugno” dichiara il Direttore “il percorso didattico permette di favorire la conoscenza delle collezioni dell’Egizio e di aumentare il radicamento sul territorio e nella comunità delle persone che vivono a Torino e non possono visitare il Museo. Per questa ragione, ci è sembrato altrettanto urgente riservare una promozione speciale alla Polizia Penitenziaria impegnata nel carcere di Torino: da oggi potrà farci visita acquistando due biglietti al prezzo di uno”.

 

L’Ufficio Garante della Città di Torino inserisce tale collaborazione nell’ambito dei programmi realizzati in ottemperanza all’articolo 9 della Costituzione per promuovere lo sviluppo e la diffusione della cultura.

Italiaonline congela i licenziamenti per tre settimane

I 400 licenziamenti annunciati  sono stati congelati per 3 settimane. E’ l’esito dell’incontro tra il presidente della Regione Sergio Chiamparino con il ministro Calenda che ha ottenuto il congelamento del piano industriale dell’azienda. Nel frattempo si terranno altre riunioni  per cercare una soluzione. Erano presenti la sindaca Chiara Appendino e l’assessore al Commercio Alberto Sacco.

Ravensbrück, il lager delle donne

Quest’anno, alcuni dei gruppi di studenti distintisi nel Progetto di storia  contemporanea bandito dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte ( giunto alla 37° edizione) visiteranno Berlino e i lager nazisti di  Sachsenhausen e Ravensbrück, mentre altri si recheranno a Mauthausen, in Austria, e alla Risiera di San Sabba a Trieste. Ravensbrück, conosciuto come “il lager delle donne”, ha una storia molto particolare e terribile. Situato nella regione del Brandeburgo, 80 chilometri a nord est di Berlino, il campo venne costruito tra i primi del sistema concentrazionario nazista, nel 1939, allo scopo di internare le donne tedesche considerate asociali e le delinquenti comuni. Successivamente, nelle sue baracche e dietro ai suoi reticolati, finirono le donne deportate dai paesi progressivamente occupati dai nazisti: zingare, ebree, oppositrici al regime, lesbiche, testimoni di Geova. A Ravensbrück furono immatricolate 132.000 donne e decine di migliaia di loro persero la vita, fucilate o soffocate camere a gas con lo Zyklon B, il micidiale acido cianidrico, conosciuto anche come “acido prussico”. Tantissime altre morirono per malattia e stenti, sfiancate dal lavoro, dalla fame e dal freddo, oppure a seguito degli esperimenti medici di cui erano le cavie. La conoscenza e la Memoria di questo luogo, se pure negli anni ha conservato poco dell’originaria struttura concentrazionaria, può e deve essere un doveroso omaggio a tutte le donne che nel campo hanno sofferto e trovato la morte. Recentemente è stato presentato al Polo del ‘900 di Torino un libro di immagini su quel lager. Ovviamente un libro non può restituire qualcosa alla sofferenza patita da quelle donne  ma nel tentativo compiuto dall’autrice, Ambra Laurenzi , c’è l’impegno e la volontà di non dimenticarle e di non far dimenticare l’inferno di Ravensbrück. Con l’inserimento di fotografie realizzate negli ultimi dieci anni, l’autrice ha scelto di privilegiare non tanto l’immagine storica del campo, ma la sua contemporaneità attraverso le sensazioni che il luogo sollecita oggi. Una scelta che deriva dalla convinzione che un luogo della memoria debba essere percepito come testimonianza di una terribile pagina della storia, ancora in grado di interrogarci e di stimolare un viaggio interiore nella consapevolezza di ciò che è stato e che ci si augura non sia mai più. Una delle due sezioni conclusive di questo lavoro  è dedicata alle donne sopravvissute che, dopo aver creato nel 1948 un primo nucleo di ex-deportate appartenenti a quattro diverse nazioni, nel 1965 hanno costituito ufficialmente, con l’iniziale partecipazione di 11 Paesi, il Comitato Internazionale di Ravensbrück, che ancora oggi persegue i suoi obiettivi di tener viva la memoria di una delle vicende più atroci della seconda guerra mondiale e dei crimini nazisti.

 

Marco Travaglini

Maurizio Cheli in vetta con Cosmobserver

Si chiama “EVEREST EXPEDITION 2018”, la nuova sfida che vedrà impegnato l’astronauta italiano Maurizio Cheli nei prossimi mesi


Era il 1996, quando Maurizio Cheli, a bordo dello Space Shuttle Columbia in orbita attorno alla Terra per la Missione STS-75, ha fotografato la catena dell’Himalaya e il Monte Everest. Già allora aveva espresso il desiderio di scalare quella vetta per vedere il pianeta dal “Tetto del mondo”. Quel desiderio trova posto nella realtà nel 2018. Dopo mesi di preparazione e di allenamento, Maurizio Cheli partirà il prossimo mese di aprile per tentare questa sfida sotto la guida dell’alpinista Marco Camandona. Per raccontare la EVEREST EXPEDITION 2018, l’astronauta italiano ha scelto il sito di divulgazione scientifica COSMOBSERVER. Fondato alla fine del 2014 dal divulgatore scientifico ed esperto di marketing e comunicazione Emmanuele Macaluso, in pochi anni, il sito – dedicato ai temi dell’astronomiaastrofisica e astronautica – è diventato un riferimento credibile nel panorama della divulgazione scientifica italiana. La redazione di COSMOBSERVER, seguirà “da vicino” la scalata di Cheli e sarà aggiornata in tempo reale sui suoi spostamenti grazie a tecnologie satellitari. L’accordo prevede anche l’aggiornamento dei profili social dell’astronauta e l’attività di coordinamento tra tutti i partner dell’impresa da parte di Emmanuele Macaluso. “È per noi un grande piacere seguire Maurizio in questa impresa – dichiara Emmanuele Macaluso, che continua – Siamo al lavoro per gestire le attività media e di Relazioni Pubbliche, mettendo il protagonista di questa sfida nelle migliori condizioni per prepararsi a questa esperienza. Un’esperienza che condivideremo attraverso i molti canali a disposizione in tempo reale. Questo incarico, oltre ad essere molto stimolante, è l’ennesima prova della bontà delle nostre scelte strategiche, operative e redazionali. Siamo orgogliosi di questa opportunità e faremo il nostro lavoro al meglio. Maurizio non sarà mai solo”.

 Di seguito i canali per seguire la EVEREST EXPEDITION 2018:

COSMOBSERVER

Web: www.cosmobserver.com

Facebook: www.facebook.com/cosmobserver

Twitter: https://twitter.com/thecosmobserver

Blog: http://thecosmobserver.blogspot.it/

EVEREST EXPEDITION 2018

Web: www.mauriziocheli.com

Facebook: www.facebook.com/MaurizioCheliEverest2018

Instagram: www.instagram.com/mauriziocheli

Territorio, Fondazione Crt per i Comuni del Piemonte

Novantatré Comuni del Piemonte e della Valle d’Aosta riceveranno complessivamente dalla Fondazione CRT un milione di euro (quasi il doppio rispetto allo scorso anno) per le attività di Protezione civile e salvaguardia del territorio. Le risorse, assegnate ai Comuni con meno di 3.000 abitanti, sono destinate agli interventi di tutela del suolo e riassetto idrogeologico: in particolare, opere di messa in sicurezza e mitigazione dei rischi naturali quali, appunto, alluvioni, frane, smottamenti, incendi, ripristino dell’alveo dei corsi d’acqua, difesa e consolidamento dei versanti dei fiumi, azioni di prevenzione degli incendi.

 

Salgono così a 4 milioni e 200 mila euro i contributi erogati dalla Fondazione CRT con il bando “Protezione civile piccoli Comuni”, per un totale di 440 interventi dal 2011 a oggi.

 

“Protezione civile piccoli Comuni” dà una pronta risposta alle esigenze del territorio: rispetto al piano nazionale – dove il 7% dei cantieri individuati in Piemonte è pronto a partire (fonte“Rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano” dell’Ispra 2017) – tutti i 93 progetti finanziati quest’anno con il bando della Fondazione CRT sono “cantierabili” nel brevissimo termine e l’85% degli interventi finanziati nelle passate edizioni è già concluso.

 

“Nell’ambito degli stanziamenti destinati a contrastare le tante fragilità presenti in Piemonte e Valle d’Aosta, il sostegno ai piccoli Comuni per la realizzazione di interventi di messa in sicurezza del territorio rappresenta un contributo importante per mitigare le fragilità ambientali – afferma il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia –. Con il progetto ‘Protezione civile piccoli Comuni’ la Fondazione CRT non intende certo sostituirsi all’ente pubblico, ma, nell’ottica di una continua sinergia con le istituzioni locali, offrire alle stesse, spesso dotate di risorse scarse o non utilizzabili, l’opportunità di dare risposte tempestive alle varie criticità, anche coinvolgendo le risorse del volontariato presenti nelle comunità”.

 

“La Fondazione CRT ha innovato le proprie modalità di intervento sul fronte della Protezione civile per rispondere in modo sempre più adeguato alle esigenze del territorio – sottolinea il Segretario Generale della Fondazione CRT Massimo Lapucci –. L’ultimo bando ha dato particolare rilevanza sia alla capacità dei Comuni di adottare tecniche di ingegneria naturalistica nelle opere da realizzare, sia all’impatto sociale degli interventi, come il coinvolgimento delle associazioni di volontariato e l’attivazione di borse-lavoro per favorire l’impiego dei giovani o delle persone in condizione di disagio socio-economico”.

 

Questa la ripartizione territoriale dei contributi erogati dalla Fondazione CRT in base alle necessità del territorio:

PROVINCIA/REGIONE

NUMERO CONTRIBUTI

VALORE CONTRIBUTI (euro)

Alessandria

23

218.900,00

Regione Valle d’Aosta

3

30.000,00

Asti

13

145.000,00

Biella

6

73.000,00

Cuneo

23

272.000,00

Torino

12

118.000,00

Verbano/Cusio/Ossola

6

71.000,00

Vercelli

7

61.000,00

TOTALE

93

988.900,00

Ema, Vivaldi e le sregolatezze dell’Unione Europea

Il caso di Ema, l’Agenzia del farmaco dell’Unione Europea, è emblematico di come l’Unione Europea non funzioni e di come sia un po’ boemienne. Se, per la misura delle banane c’è tanto di protocollo, in caso di assegnazione di una sede importante come Ema, le procedure utilizzate sono state, a sommesso dire, alquanto discutibili. Ma il caso di Ema la dice lunga anche su come l’Italia non abbia un senso di appartenenza, in altre parole di “italianità” che invece tutti gli altri Paesi hanno. Per quelle strane combinazioni della vita, la nuova sede di Ema, l’Agenzia del farmaco dell’Unione Europea che quasi certamente sarà trasferita dall’Inghilterra in Olanda, sarà ospitata nel palazzo che si chiama “Vivaldi“. Quasi una beffa intitolare un edificio al compositore italiano Antonio Vivaldi per ospitarvi Ema e scippare una sede. In attesa dell’esito del ricorso proposto dall’Italia che dirima la controversia e chiuda la vicenda, i lavori dell’edificio vanno avanti (a rilento), ma noi restiamo scettici sul risultato positivo dell’accoglimento di tale ricorso. Salvo un miracolo sia la sede provvisoria che quella definitiva saranno ad Amsterdam. Infatti gli eurodeputati hanno dato un sì condizionato ad Amsterdam che equivale ad un si definitivo. Inoltre il Parlamento europeo ha chiesto al Consiglio e alla Commissione di essere incluso nel processo di decisione sull’assegnazione delle agenzie dell’Unione dando così il via libera alla concertazione ripartita a tre. Vale a dire, per la prossima volta le cose si faranno per benino, per ora…. I risultati delle votazioni, sono pure la riprova di quanto poco contino gli italiani: i favorevoli sono stati 507, i no 112 e 37 gli astenuti. Che altro dire? Si diceva un tempo che l’Italia è un Paese di santi, navigatori e poeti. Forse il proverbio dovrebbe esser integrato, con “e masochisti e privi del senso di unità e gioco di squadra” che le altre nazioni hanno: Francia, Spagna, Germania fino ad arrivare, appunto all’Olanda, ma anche Romania, Ungheria e via di seguito.

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Pur plaudendo al presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani che aveva scritto una “nota di rimprovero” al presidente lussemburghese della Commissione europea Jean-Claude Juncker per non aver assolto al meglio il dovere di “giudice terzo” ed effettuato le necessarie verifiche e proposte da inviare ai rispettivi governi e agli eurodeputati, l’amaro in bocca rimane e anche nella votazione in Europarlamento che ha sancito lo spostamento della sede da Londra ad Amsterdam gli italiani hanno votato alla rinfusa. Ormai tutti sanno che un sorteggio ha favorito l’Olanda nell’assegnazione della sede dell’Agenzia per il farmaco. Non tutti conoscono ancora che Jean-Claude Juncker accettò di secretare su richiesta del governo olandese parte della documentazione inviata. Praticamente si è barato al gioco. In altre parole, provate a partecipare ad un concorso, ad una selezione, senza avere i titoli per parteciparvi. I requisiti dovete averli al momento della candidatura e non in futuro, dopo la domanda.

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Se non fosse stato apposto il segreto (di Stato!) l’Olanda sarebbe stata scartata subito e non ammessa alle selezioni. In questo modo si è nascosta la difficoltà di rispettare i tempi previsti per garantire il trasferimento dell’Ema, all’uscita del Regno Unito dall’Ue a fine marzo 2019, tanto che si è proposta pure una sede provvisoria (Spark) favorendo chi non poteva esser ammesso. Il presidente Tajani ha chiesto a Juncker di consegnare all’Europarlamento tutti i dettagli dell’offerta olandese per ospitare l’agenzia e la valutazione della Commissione, chiedendo di includere anche le parti “riservate”. Juncker – bontà sua – ha risposto alle richieste, il voto definitivo è previsto per la prossima sessione di marzo a Strasburgo. Se una gaffe tira l’altra, noi pensiamo che Junker non ce ne risparmierà altre! Intanto tutti gli “step” per arrivare all’assegnazione definitiva stanno per essere accolti. Siamo dell’idea che lamentarsi dopo è sempre estenuante; mentre per contro, far valere i propri interessi e diritti prima sia molto più produttivo e agevole. In questo caso, specifico, il ricorso al sorteggio era assurdo, iniquo e illegittimo, perché i requisiti non c’erano per tutte le squadre. Registriamo pure che la commissione Affari costituzionali del Pe ha bocciato l’emendamento della relatrice Mercedes Bresso (Pd), che chiedeva di eliminare dal testo del nuovo regolamento dell’Ema, proposto dalla Commissione Ue, ogni riferimento alla città di Amsterdam come nuova sede. Su un altro fronte, Germania e Francia, sulle banche, si sono fatte accordare una deroga, ancor prima che la normativa di giugno entri in vigore. Vogliamo stare nell’Unione, ma le leggi devono valere per tutti. Tanto per concludere, Embraco, per delocalizzare in Polonia, dovrebbe prendere fondi dall’Unione Europea? In attesa del miracolo, resta la certezza dell’assegnazione ad Amsterdam di Ema!

Tommaso Lo Russo

 

“Panini tour up!”, c’e’ Intesa

Nei giorni scorsi a Milano, nella filiale di piazza Cordusio, Intesa Sanpaolo ha fatto il punto sul mondo dei giovani, insieme alla società di ricerca Ipsos e al Gruppo Panini. Dal mondo del grande calcio era presente Andrea Pirlo, che ha rivissuto con il pubblico il suo sogno di ragazzo.


La collaborazione con il Gruppo Panini nasce con le nuove iniziative lanciate dalla Banca per gli under 18: il nuovo conto che la banca dedica ai più piccoli prevede infatti in omaggio un album Calciatori 2017-2018 e 500 figurine, oltre all’opportunità di vincere un pallone da calcio. Un’iniziativa che piace ai ragazzi, ma anche ai genitori, tanto che, dall’inizio di gennaio ad oggi, sono state raccolte ben 18.000 adesioni. Da sabato 24 febbraio, Panini e Intesa Sanpaolo daranno vita al “Panini Tour Up! 2018” che farà tappa in 30 città italiane: giochi, quiz e premi per migliaia di collezionisti piccoli e grandi.  A Torino l’appuntamento è nel weekend del 17 e 18 marzo, in piazza Vittorio Veneto. Per partecipare, basta registrarsi online sul sito www.paninitourup.it.

Polis Policy, a Torino si parla di welfare

Torna “Polis Policy – Accademia di Alta Formazione”, che punta allo sviluppo della coscienza del vivere nella collettività tramite gli strumenti della preparazione e dell’approfondimento. La seconda delle tre Sessioni in programma (17 febbraio, 17 marzo e 14 aprile) è dedicata al tema “L’essere al centro: welfare per tutti o per pochi?”. Informazioni sul sito www.PolisPolicy.it. L’evento è accessibile alle persone con disabilità motoria. Nella II Sessione, in programma dopodomani (sabato 17 marzo 2017), si affronterà la questione della sostenibilità del welfare sul lungo periodo, provando a rispondere a un quesito fondamentale: ci saranno ancora le risorse per mantenere i nostri attuali livelli di benessere, la nostra sanità e i nostri stili di vita?

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PROGRAMMA DELLA II SESSIONE – Sabato 17 marzo 2018, presso la Scuola di Amministrazione Aziendale (SAA), in via Ventimiglia 115 a Torino.

Ore 9:00 Registrazione dei partecipanti

Ore 9:30 Vision – Isabella Mastrobuono, Prof.sa di organizzazione sanitaria presso la Business School dell’Università Guido Carli-Luiss di Roma; Franca Maino, Prof.sa presso il Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università degli Studi di Milano e Direttrice del Laboratorio Percorsi di secondo welfare

Ore 13:00 Speaking lunch – Gian Paolo Zanetta, Commissario dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino

Ore 15:00 Agorà – Elsa Fornero, Università di Torino; Fiorella Lunardon, Università di Torino; Vincenzo Scudiere, già Segreterio Confederale CGIL

Ore 18:00 Another Vision – cortometraggio Punto di vista, con l’attore/regista Francesco Apolloni; incontro con Omar Pedrini, cantante, già leader della band Timoria

Ore 19:00 Apericena di fine sessione

L’evento è accessibile alle persone con disabilità motoria.

Polis Policy è un progetto fondato sulla convinzione del fatto che solo attraverso la (ri)scoperta dei valori dell’approfondimento e dell’analisi si possa supportare la persona nello sviluppo di una necessaria consapevolezza come parte di una collettività e di una società. L’Associazione Difendiamo il Futuro propone questo nuovo percorso in una fase storica di grandi cambiamenti sociali, culturali ed economici. Il programma della scuola si sviluppa in tre Sessioni, ognuna organizzata nel corso di un’unica giornata (sabato). Il format è finalizzato a favorire non soltanto l’approfondimento e l’analisi, ma anche l’interazione tra relatori e platea.

Sito web: www.PolisPolicy.it