ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 576

Il primo master per ingegneri dello sport

Il Master di II livello in Sport Engineering sarà dedicato alla formazione di una nuova generazione di tecnologi e manager per l’industria europea dello sport, in collaborazione con la Scuola dello Sport del CONI, Città Studi Biella e il Johan Cruyff Institute

 

 Per ottenere prestazioni eccezionali un atleta non può contare solo sulla sua performance ma ha bisogno del contributo di un’intera squadra e delle tecnologie più all’avanguardia per arrivare all’obiettivo: proprio in questa direzione si muove il nuovo Master di II Livello in Sports Engineering del Politecnico di Torino, in collaborazione con la Scuola dello Sport del CONI e Città Studi Biella, e certificato dal Johan Cruyff Institute, strutturato per formare i componenti di un team sempre più spesso composto anche da tecnici esperti di tecnologia.

 

Il Master rappresenta un luogo di confronto per professionisti con competenze multidisciplinari: un programma post-laurea che nasce dalla consapevolezza delle competenze, nell’insegnamento e nella ricerca, disponibili al Politecnico in diversi campi connessi e utili al mondo dello sport che rientrano nell’ingegneria sportiva. L’ingegneria dello sport è infatti una scienza con molte sfaccettature che richiede competenze in diversi campi: dalla scienza dei materiali alla meteorologia, dall’ICT alla biomeccanica, dallo sviluppo dei sensori alle statistiche, dall’alimentazione alla medicina sportiva.

 

In partenza a settembre 2018 con chiusura delle iscrizioni il 15 giugno prossimo, il Master si terrà a Biella nel moderno campus di Città Studi, progettato dal famoso Architetto Gae Aulenti: si tratta di un contesto sociale ed ambientale favorevole alla pratica sportiva, con facile accesso alle piste da sci, ai laghi e a circuiti di trekking e mountain bike. Un anfiteatro naturale inserito nella cornice delle prealpi biellesi, nodo formativo tessile di eccellenza, strategico per tutto il comprensorio.

 

Il master formerà la nuova generazione di tecnologi manager per l’industria europea dello sport attraverso un’ampia offerta formativa in lingua inglese: 10 corsi per un totale di 400 ore, basati su una didattica moderna con un approccio learning-by-doing che prevede attività in campo e in laboratorio; una settimana di attività al centro di preparazione Olimpica di Acqua Acetosa “Giulio Onesti” con i tecnici del CONI; 550 ore di stage in azienda o in federazione per mettere in pratica le competenze apprese in aula; un corso online della durata di 60 ore in “Sport Management Fundamentals”, certificato da “Johan Cruyff Institute”4 top seminar con testimonial di eccezione.

 

Al termine di questo percorso formativo, l’ingegnere sportivo sarà competente per tutto ciò che concerne l’attrezzatura, la scelta e lo sviluppo di materiali tecnici all’avanguardia, dall’abbigliamento agli strumenti sportivi, per migliorare le prestazioni degli atleti implementando anche l’aspetto sicurezza; e ancora sarà in grado di progettare sistemi di analisi e di gestione dei dati per supportare manager, allenatori e atleti con i sistemi di addestramento e allenamento più avanzati.

 

 

Il Master sarà presentato il 4 maggio 2018 alle ore 12.00 al Politecnico di Torino (Sala Consiglio di Facoltà); interverranno sui temi

 

L’Ingegneria dello Sport tra Didattica e Innovazione

 

Il Delegato allo Sport del Rettore del Politecnico di Torino, Marco Barla

Il Direttore della Scuola Master, Carlo Rafele

L’Assessore allo Sport del Comune di Torino, Roberto Finardi

La Direttrice della Scuola dello Sport – C.O.N.I., Rossana Ciuffetti

Il Presidente di Città Studi Biella, Pier Ettore Pellerey

L’e-learning Director Johann Cruyff Institute, Victor Jordan

La Vice-Direttrice del Master Sports Engineering, Ada Ferri

 

L’Ingegneria dello Sport tra analisi della prestazione e sviluppo dei materiali

 

Marco Galiazzo, Campione Olimpico Tiro con l’Arco, Il punto di vista dell’Atleta

Rossano Galtarossa, Campione Olimpico Canottaggio, Il punto di vista dell’Atleta

Marco Iazzetta, Analista di Performance – Nazionale Italiana Vela – Federazione Italiana Vela,

Il punto di vista del Tecnico

Alessandro Poggio, Arbitro Internazionale di Fioretto e Maestro di Scherma della Federazione Italiana Scherma, Il punto di vista del Giudice-Arbitro

Matteo Moncalero, Reponsabile Ricerca e Sviluppo Montura, Il punto di vista del Tecnico dei Materiali

 

Modererà l’evento Alessandro Pezzoli, coordinatore del Master in Sports Engineering nonché Meteorologo ed Analista Ambientale del Comitato Olimpico Svedese – Nazionale Olimpica Svedese di Vela.

 

Al lupo! Al lupo! Il grido degli agricoltori

Convegno con politici, tecnici e agricoltori sabato 5 maggio per affrontare l’emergenza delle predazioni

 

“Al lupo! Al lupo!”: il grido dei pastori delle valli braccate dal predatore più temuto dalle mandrie diventa il titolo dell’incontro organizzato dalla Confederazione italiana agricoltori di Torino, che sabato 5 maggio, alle 15, alle Casermette di Fenestrelle ha chiamato a raccolta politici, amministratori locali, tecnici e allevatori per fare il punto sulla situazione e chiedere conto delle politiche e degli investimenti fin qui attuati sui territori interessati dalle predazioni.

«I nostri agricoltori riferiscono di condizioni a dir poco allarmanti, se non insostenibili – osserva il presidente di Cia Torino, Roberto Barbero -, abbiamo bisogno che si rimetta mano al più presto al Piano nazionale lupo e che, nel frattempo, il problema non venga irresponsabilmente strumentalizzato e sottovalutato a favore di posizioni demagogiche, puntualmente smentite dalla realtà dei fatti».

Nel mirino del presidente di Cia Torino c’è in primo luogo il progetto europeo di monitoraggio e conservazione del lupo, Life Wolfalps: «I conti non tornano – attacca Barbero -: questi signori che tre anni fa ci raccontavano che sull’intero arco alpino italiano c’erano appena 21 branchi di lupi, oggi hanno corretto il tiro e dichiarano 47 branchi, una progressione un tantino sospetta, se si pensa che in due anni sono stati trovati morti oltre sessanta lupi soltanto in Piemonte. Vuol dire che il numero di questi predatori, in realtà, è sempre stato molto più alto di quello registrato ufficialmente, come sanno bene i pastori, che assistono al massacro delle loro pecore e vacche, senza più denunciare il danno, che nella maggior parte dei casi non viene nemmeno riconosciuto, né risarcito».

Da qui, l’affondo sui costi a carico della collettività: «Oltre sei milioni di euro di soldi pubblici spesi da Life Wolfalps senza arrivare a nessuna conclusione pratica – sostiene Barbero -, con rilevazioni che non riflettono nel modo più assoluto la gravità del problema. Soldi che sarebbe stato molto meglio utilizzare per difendere chi vive e lavora in montagna, anziché per proteggere un animale come il lupo, che è diventato un pericolo pubblico non più solo per gli allevamenti, ma anche per l’uomo, come riferiscono le cronache dei giornali riguardo all’aggressione ai danni di un barista di Giaveno, rimasto ferito due anni fa».

Barbero cita Paesi come Spagna, Francia e Norvegia, dove i piani di contenimento del lupo sono ormai una realtà che non suscita alcuno scandalo: «In Norvegia, su una settantina di lupi censiti, è stato disposto l’abbattimento di 47 capi, l’incremento consentito è di due capi all’anno. Anche l’Italia deve correre ai ripari, il più presto possibile, a cominciare dalla rottamazione del carrozzone pubblico di Life Wolfalps, di cui nessun allevatore sentirà la mancanza».

Al tavolo di Fenestrelle sono stati invitati i parlamentari Daniela Ruffino (Forza Italia) e Mino Taricco (Partito democratico), i consiglieri regionali Elvio Rostagno (Partito democratico) e Gianluca Vignale (Movimento Sovranità), il vicesindaco della Città Metropolitana di Torino, Marco Marocco (Movimento Cinque Stelle), l’Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie, l’Asl To 1, il Comparto Alpino, oltre ad allevatori e operatori del settore, con la partecipazione dello stesso Barbero e del presidente regionale della Cia, Gabriele Carenini.

 

Primavera di solidarietà. Cattolici e musulmani insieme

 

 Giovani musulmani e giovani cattolici insieme per una iniziativa di solidarietà: avverrà a Torino sabato 5 maggio . Verranno raccolti fondi a favire del SEA, il servizio emergenza anziani . I gazebo per la raccolta fondi sorgeranno a Porta Palazzo ( tettoia dell’orologio), in piazza Castello, nei giardini davanti a Porta Nuova, i via Nizza  alla fermata Lingotto del Metrò, davanti alla chiesa di San Bernardino. L’iniziativa  è promossa dal Centro Federico  Peirone (il centro diocesano e il dialogo con l’Islam) d’intesa con la  Federazione Islamica del Piemonte.E’ la prima iniziativa del genere in Italia e vuole dimostrare , al si là di tutti gli integralismi, la possibilità  di un dialogo sul piano della misericordia, valore comune alle due religioni, dice il direttore del Centro Peirone don Tio Negri. E Walid, il rappresentante dei giovani della Federazione Islamica del Piemonte aggiunge “ è una opportunità per conoscerci, superare gli steccati, fare del bene nel nome dell’unico Dio.” In ogni gazebo ci saranno durante la giornata ( la raccolta avverrà dalle 10 alle 18) 3 giovani musulmani e 3 giovani cattolici. “Sono lieta che abbiano scelto noi per questo importante debutto”, dice Maria Paola Tripoli da sempre anima del Sea. “In trent’anni gli anziani a Torino sono quadruplicati”, aggiunge; “ lo scopo del Sea è permettere loro di vivere nelle loro case. Così i nostri volontari li accompagnano all’Asl, in Chiesa, al mercato, o fanno la spesa per loro,  vanno in farmacia, qualche volta li accompagniamo anche al cinema o a teatro. Vogliano essere ore loro come parenti. Questa raccolta di fondi è molto importante pe noi che vediamo allargarsi la platea di chi ha bisogno ma anche erchè mette insieme le generazioni e le fedi”. Oggi gli anziani soli sono a Torino oltre 45 mila.

Il “salvatore delle madri”

Il Consolato Onorario di Ungheria in Torino con il supporto del Ministero degli Affari e del Commercio Esteri – Dipartimento di Diplomazia Scientifica e del Consolato Generale di Ungheria di Milano, in collaborazione con l’URP dell’ospedale Mauriziano di Torino, presenta la mostra storica “AERE PERENNIUS – DOTTOR SEMMELWEIS “SALVATORE DELLE MADRI” E LE INVENZIONI ED INNOVAZIONI DEGLI ULTIMI 150 ANNI NELLA MEDICINA UNGHERESE”, che si terrà presso la Sala delle Colonne (adiacente l’Aula Carle) fino al 21 maggio. L’inaugurazione si terrà mercoledì 2 maggio 2018 alle ore 15. Il dottor Ignác Fülöp Semmelweis, genio in parte incompreso, un simbolo, il “Salvatore delle madri”, negli anni 1930 fu considerato in tutto il mondo un medico modello, pieno di abnegazione e salvatore di migliaia di vite per la validità delle sue misure di asepsi sia nella partica chirurgica sia in ostetricia. La molteplicità della sua popolarità e del suo culto viene confermata da una serie di biografie, film, opere teatrali e raffigurazioni in tutti i generi dell’arte figurativa. La seconda parte della mostra presenta le invenzioni ed innovazioni scientifiche nel campo della Medicina ungherese degli ultimi 150 anni, che ebbero una notevole incidenza anche nel mondo scientifico internazionale e, basandosi su fonti della letteratura medica ungherese ed internazionale, riporta una breve descrizione dell’attività scientifica di 48 medici ungheresi (di cui 5 sono ancora in vita) di particolare rilievo, arricchendo l’esposizione con svariate ed interessanti illustrazioni.

I Talenti Neodiplomati di Fondazione CRT

59 scuole del Piemonte e della Valle d’Aosta parteciperanno al progetto Talenti Neodiplomati di Fondazione CRT, che offre agli studenti circa 400 tirocini di lavoro all’estero per tre mesi, subito dopo la maturità.

Con 24 nuove località, si estende la “mappa” dei “Talenti Neodiplomati” che, quest’anno, coprirà 112 città in 27 Paesi europei (Austria, Belgio, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Repubblica d’Irlanda, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Turchia, Regno Unito, Ungheria). Oltre a confermare città come Barcellona, Parigi, Berlino, Copenaghen, e, in aggiunta alle classiche mete irlandesi e britanniche come Dublino, Cork, Londra, il progetto offre nuove destinazioni, assenti negli anni precedenti, come Vienna, Amsterdam, Sofia. A questo link https://goo.gl/Rk71e5 la mappa completa delle destinazioni. “Talenti Neodiplomati” 2018 presenta novità anche sul fronte delle esperienze di tirocinio: oltre ad alberghi, ristoranti, boutique, charity shop, aziende informatiche e dell’automotive, musei e università, i prossimi partecipanti saranno i primi a lavorare all’interno di uffici turistici e nel campo del sociale in attività con bambini (anche ospedalizzati), anziani e persone con disabilità. Gli studenti che partiranno la prossima estate si aggiungeranno ai 3.300 “colleghi” che, finora, hanno varcato i confini dell’Italia. Dei 394 Talenti Neodiplomati di quest’anno, 197 provengono da 28 scuole di Torino e Provincia, nell’Alessandrino vi sono 22 ragazzi di 3 scuole, nel Cuneese 88 di 13 scuole, nel Novarese 54 di 9 scuole, nel Vercellese 21 di 4 scuole, nel Verbano Cusio Ossola 8 di 1 scuola; 4 ragazzi, inoltre, sono di una scuola di Chatillon (Aosta).

Ecco, in dettaglio, tutte le scuole vincitrici e gli studenti suddivisi per provincia di provenienza:

ISTITUTO

LOCALITÀ

PV

N. TIROCINI APPROVATI

ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE ‘RITA LEVI-MONTALCINI’

ACQUI TERME

AL

8

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE ‘SALUZZO-PLANA’

ALESSANDRIA

AL

8

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE ‘CIAMPINI-BOCCARDO’

NOVI LIGURE

AL

6

ISTITUTO SALESIANO ORFANOTROFIO DON BOSCO

CHATILLON

AO

4

ISTITUTO ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE ‘PIERA CILLARIO FERRERO’

ALBA

CN

8

ISTITUTO TECNICO STATALE COMMERCIALE E PER GEOMETRI L. EINAUDI

ALBA

CN

6

I.I.S. ‘E. GUALA’

BRA

CN

5

ISTITUTO PROFESSIONALE ‘VELSO MUCCI’

BRA

CN

4

LICEO SCIENTIFICO, LINGUISTICO E CLASSICO ‘G.GIOLITTI – G.B.GANDINO’

BRA

CN

5

ISTITUTO MAGISTRALE STATALE ‘EDMONDO DE AMICIS’

CUNEO

CN

9

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE ‘SEBASTIANO GRANDIS’

CUNEO

CN

8

ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE STATALE ‘BONELLI’

CUNEO

CN

7

ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE STATALE ‘MARIO DELPOZZO’

CUNEO

CN

5

ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE ‘GIANCARLO VALLAURI’

FOSSANO

CN

9

IIS ‘GIOLITTI-BELLISARIO-PAIRE’

MONDOVI’

CN

7

LICEO ‘G.B. BODONI’

SALUZZO

CN

7

ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE ‘SOLERI-BERTONI’

SALUZZO

CN

8

ISTITUTO TECNICO STATALE ‘LEONARDO DA VINCI’

BORGOMANERO

NO

6

LICEO SCIENTIFICO STATALE ‘GALILEO GALILEI’

BORGOMANERO

NO

6

ISTITUTO PROFESSIONALE DI STATO ‘G.RAVIZZA’

NOVARA

NO

8

ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE ‘GIACOMO FAUSER’

NOVARA

NO

6

ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE ‘GIUSEPPE OMAR’

NOVARA

NO

5

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE ‘P.L. NERVI’

NOVARA

NO

7

LICEO CLASSICO E LINGUISTICO STATALE ‘CARLO ALBERTO’

NOVARA

NO

4

LICEO ARTISTICO, MUSICALE E COREUTICO ‘F.CASORATI’

NOVARA

NO

6

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE ‘BIAGIO PASCAL’

ROMENTINO

NO

6

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE ‘CARLO UBERTINI’ L’AMBIENTE CARLO UBERTINI

CALUSO

TO

4

ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE ‘NORBERTO BOBBIO’

CARIGNANO

TO

8

I.I.S. ‘B. VITTONE’

CHIERI

TO

6

IISS BLAISE PASCAL

GIAVENO

TO

8

IIS ‘CURIE-VITTORINI’

GRUGLIASCO

TO

8

LICEO CLASSICO STATALE E INTERNAZIONALE ‘CARLO BOTTA’

IVREA

TO

6

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE ‘OLIVETTI’

IVREA

TO

5

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE ‘FEDERICO ALBERT’

LANZO T.SE

TO

7

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE STATALE ‘ERASMO DA ROTTERDAM’

NICHELINO

TO

8

IIS ‘AMALDI SRAFFA’

ORBASSANO

TO

8

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE STATALE ‘DES AMBROIS’

OULX

TO

7

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE ‘GIOVANNI DALMASSO’

PIANEZZA

TO

8

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE ‘MICHELE BUNIVA’

PINEROLO

TO

8

ISTITUTO SUPERIORE DI STATO PER L’ENOGASTRONOMIA E L’OSPITALITÀ ALBERGHIERA ‘ARTURO PREVER’

PINEROLO

TO

9

LICEO SCIENTIFICO STATALE ‘MARIA CURIE’

PINEROLO

TO

8

LICEO STATALE ‘G.F. PORPORATO’

PINEROLO

TO

7

LICEO ‘CHARLES DARWIN’

RIVOLI

TO

9

ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE STATALE ‘OSCAR ROMERO’

RIVOLI

TO

4

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE ‘SANTORRE DI SANTAROSA’

TORINO

TO

8

ISTITUTO TECNICO ECONOMICO STATALE ‘RUSSELL – MORO’

TORINO

TO

8

ISTITUTO TECNICO TECNOLOGICO STATALE ‘C. GRASSI’

TORINO

TO

8

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE ‘SELLA – AALTO – LAGRANGE’

TORINO

TO

7

ISTITUTO PROFESSIONALE DI STATO ‘GIUSEPPINA COLOMBATTO’

TORINO

TO

6

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE STATALE ‘VALENTINO BOSSO-AUGUSTO MONTI’

TORINO

TO

5

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE ‘AMEDEO AVOGADRO’

TORINO

TO

8

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE GIOVANNI GIOLITTI SERVIZI COMMERCIALI E TURISTICI

TORINO

TO

5

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE ‘PAOLO BOSELLI’

TORINO

TO

8

I.P.S. ‘J.B. BECCARI’

TORINO

TO

6

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE ‘ERMINIO MAGGIA’

STRESA

VB

8

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE ‘G. FERRARI’

BORGOSESIA

VC

7

ISTITUTO PROFESSIONALE DI STATO PER I SERVIZI ALBERGHIERI E DELLA RISTORAZIONE ‘G. PASTORE’

VARALLO

VC

6

ISTITUTO D’ISTRUZIONE SUPERIORE ‘D’ADDA’

VARALLO

VC

3

ISTITUTO D’ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE ‘GALILEO FERRARIS’

VERCELLI

VC

5

Venerdì 25 maggio, alle ore 10.30, alle OGR (Spazio Fucine), il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia presenterà il progetto Talenti Neodiplomati con i 400 studenti che partiranno subito dopo la maturità. Per ulteriori approfondimenti: www.fondazionecrt.it

Un brindisi all’Italia

Gran successo al 52^ Vinitaly che non è solo il santuario del vino, ma anche quello dell’olio e di altri prodotti gastronomici. Un appuntamento a cui non si può mancare. Una frotta di appassionati e gourmet, di Vip e politici lo hanno visitato.

Se il Vinitaly avesse pure compiuto il miracolo di far dialogare i leader politici che vi sono andati sarebbe stata troppa grazia e, del resto, nessuno se l’aspettava. Infatti, se Luigi Di Maio andava a destra, l’altro, Matteo Salvini, girava a sinistra pur di non incontrarsi e brindare all’Italia. Visto che Di Maio ha riscoperto la frase celebre di Andreotti sulla “politica dei due forni” riadattandola e reinterpretandola in modo distorto; ce ne viene in mente un’altra del leader democristiano Aldo Moro sulle “convergenze parallele” , ma più che convergenze sembrano divergenze parallele. Invece di avvicinarsi, pur legittimamente, conservando le proprie specificità si allontanano dalla visione del bene comune. Fanno di tutto per allontanarsi sempre di più senza smetterla di essere sempre in campagna elettorale. Detto questo, spot elettorali e vita reale, sono completamente differenti. Torniamo al Vinitaly, dal Piemonte alla Sicilia il buon vino migliora e regioni che non esistevano prima in campo vinicolo sono diventate produttrici di alta qualità: quindi non solo più Piemonte, Toscana, Sicilia e Veneto, ma anche Abruzzo e tutte le altre.

***

Le statistiche registrano l’aumento del turismo del vino che è salito del 9% e 1 viaggiatore italiano su 3 ha fatto turismo spinto dall’enogastronomia abbinandola, talvolta all’arte. Segno evidente che le motivazioni per viaggiare sono molteplici. Secondo le ricerche effettuate da IRI per conto di Vinitaly le cose vanno bene anche per le catene distributive che stanno realizzando un incremento delle vendite con un prezzo medio che aumenta di anno in anno. Fra le curiosità c’è “Authentico”, una startup che permette agli utenti di riconoscere i prodotti enogastronomici nati in Italia, contribuendo anche alla diffusione e alla conoscenza delle aziende di qualità. L’idea nasce a Napoli da tre professionisti: Pino Coletti, Giancarlo Panico e Gennaro Cirillo. Se sarà sufficiente a salvaguardare il Mady in Italy abbiamo qualche dubbio, ma quella dell’algoritmo per identificare i prodotti agroalimentari italiani è idea geniale Ovviamene sul Vinitaly non mancano quelli insoddisfatti, ma per la logistica e le code effettuate dall’autostrada sino a quelle nella Fiera stessa. La lamentala è stata così forte che all’ultimo giorno si entrava quasi senza biglietto e code. I vignaioli bresciani lamentavano “ore di coda e logistica insufficiente. Conseguentemente mettono in dubbio per il futuro la loro presenza a Verona”. Un titolo di prima pagina di un Giornale di Brescia aggiunge che fra gli scontenti ce ne sono molti altri, tra cui il consorzio Franciacorta. Malgrado la logistica e le code il costo del biglietto di 80 € è segno che la Fiera ha molti proseliti. La morale: bisogna lavorare sulla logistica che porterà ad un maggiore meritato meritato.

Tommaso Lo Russo

 

Turismo sostenibile con Unesco

Il 4 maggio prossimo, al Campus ONU di Torino, il Centro per l’UNESCO organizza la Giornata Conclusiva del Percorso Formativo  “Turismo Sostenibile in Piemonte, a partire dai Siti UNESCO: ambiente, patrimonio ed economia”

 

IL PROGRAMMA

GIORNATA CONCLUSIVA del Percorso Formativo “Turismo Sostenibile in Piemonte a partire dai Siti UNESCO: ambiente, patrimonio ed economia” CAMPUS ONU di TORINO – Padiglione Piemonte (Viale Maestri del Lavoro 10) L’evento sarà trasmesso in diretta live sulla pagina FACEBOOK “Centro per l’UNESCO di Torino” #TRAVELENJOYRESPECT 1000 STUDENTI ed INSEGNANTI da tutto il Piemonte, presenteranno le loro proposte per: ITINERARI TURISTICI, SITI WEB E MAPPE INTERATTIVE per un TURISMO SOSTENIBILE E RESPONSABILE presso i Siti UNESCO del Piemonte e non solo. Un viaggio alla scoperta de le Residenze Sabaude, i Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, i Sacri Monti, fino ad arrivare alle pendici della Riserva MAB UNESCO del Monviso. Il Tenente Colonnello Silvio Mele, Guido Curto, Marta Fusi, Paolo Castelnovi , Roberto Cerrato, che hanno collaborato alla realizzazione del Corso di Formazione sui temi: AMBIENTE, PATRIMONIO,ECONOMIA del Piemonte interverranno durante tutta la Giornata per una valutazione dei lavori degli studenti. La MOSTRA dei lavori : fotografie, poster, disegni e altre creazioni, realizzati dagli studenti partecipanti farà da cornice all’evento

Il Poli migliora le turbomacchine

15 dottorandi di tutto il mondo per 15 progetti paralleli e complementari, con l’ambizioso obiettivo di definire un sistema di virtual testing di una turbomacchina, cioè una simulazione dell’intera macchina e non dei singoli componenti , come avviene oggi solitamente. È questo l’obiettivo del progetto europeo EXPERTISE – models, EXperiments and high PERformance computing for Turbine mechanical Integrity and Structural dynamics in Europe, coordinato dal professor Stefano Zucca del Politecnico di Torino, che coinvolge un consorzio di ricerca composto da 11 enti beneficiari e 9 organizzazioni partner  da 8 Paesi.

 

Le simulazioni sono di fondamentale importanza per la progettazione delle turbomacchine, che oggi hanno numerosi ambiti di applicazione, come la produzione di energia, l’estrazione di gas o petrolio, la propulsione per l’aviazione civile e militare, la propulsione di navi, i turbocompressori per applicazioni automobilistiche.

 

I loro componenti rotanti sono elementi critici. Infatti, a causa dell’alta velocità di rotazione, il loro cedimento può mettere a rischio l’integrità strutturale dell’intera macchina e, in situazioni estreme, anche vite umane (ad esempio nel caso di avaria del motore di un aereo).

Per questa ragione, il processo di progettazione e di certificazione di questi componenti è molto costoso, dal momento che richiede complesse campagne di sperimentazione.  L’uso di simulazioni  accurate ed efficienti può quindi diminuire sensibilmente i costi di sviluppo e migliorare l’affidabilità del progetto finale, riducendo anche i tempi di commercializzazione.

 

L’obiettivo, quindi, è ambizioso, ma l’altra caratteristica interessante del progetto EXPERTISE è la metodologia con la quale si vogliono raggiungere questi risultati: 15 progetti individuali  affidati ad altrettanti giovani ricercatori (ESR- Early Stage researchers), selezionati e supervisionati dai membri del consorzio di ricerca, creeranno uno scambio tra giovani studiosi che favorirà la crescita di una nuova generazione di ricercatori più internazionali e più abituati a lavorare in squadra. Inoltre, i dottorandi reclutati nell’ambito del progetto riceveranno un training multi-disciplinare nei settori della meccanica strutturale e delle tecnologie informatiche di calcolo parallelo, in modo da accrescere ulteriormente le loro competenze e prepararli per le sfide più attuali nel campo delle simulazioni numeriche a supporto della progettazione meccanica.

 

Il Consorzio di ricerca del progetto Expertise è composto da 11 Enti beneficiari e 9 organizzazioni partner:

 

Enti beneficiari Expertise

Organizzazioni partner Expertise

Politecnico di Torino (Italia, coordinatore del progetto)

Samara University (Russia)

Imperial College of Science Technology and Medicine (Gran Bretagna)

Rolls-Royce PLC (Gran Bretagna)

Universitaet Stuttgart (Germania)

NEC Deutschland GmbH (Germania)

University of Oxford (Gran Bretagna)

Doosan Skoda Power (Repubblica Ceca)

Ecole Centrale de Lyon (Francia)

SAFRAN Aircraft Engines (Francia)

Middle East Technical University (Turchia)

General Electric Deutschland Holding (Germania)

Technische Universitaet Muenchen (Germania)

Nuovo Pignone srl (Italia)

Barcelona Supercomputing Center (Spagna)

SAFRAN (Francia)

Technicka Univerzita Ostrava (Repubblica Ceca)

University of Bristol (Gran Bretagna)

Cray UK Limited  (Gran Bretagna)

Mavel AS (Repubblica Ceca)

 

Maggiori informazioni sul sito web del progetto: http://www.msca-expertise.eu/

 

Famiglie bisognose, ecco il bonus gas

Di Patrizia Polliotto*

In tempo di crisi, sono disponibili utili strumenti legislativi messi a disposizione dall’Esecutivo per arginare la difficoltà all’accesso ai cosiddetti beni di primo consumo. Si tratta di Bonus previsti per diversi settori. Uno di questi riguarda il gas. Che cos’è, e come funziona? E’ disponibile uno speciale bonus per le famiglie bisognose e numerose. L’agevolazione si applica al consumo del gas naturale distribuito attraverso la rete nazionale, e non mediante i distributori di bombole o di GPL. Il bonus Gas e il bonus Luce rientrano nel pacchetto di misure definite bonus Energia, previsto dal Decreto Ministeriale 28 del Dicembre 2007, e la sua applicazione è resa disponibile grazie alla collaborazione delle amministrazioni comunali e delle regioni italiane. Il decreto ministeriale prevede che, per poter disporre del bonus energia, le famiglie devono soddisfare dei requisiti di reddito e di numero: e, una volta certificato il diritto ad ottenere la riduzione, questa viene applicata direttamente nella bolletta del gas. Altro requisito specifico per ottenere il bonus, oltre a presentare una DSU o un ISEE validi, è che esso deve essere fruito per l’utenza attivata nell’abitazione di residenza, altrimenti non è richiedibile. Per presentare la propria richiesta al Comune, occorre semplicemente adire lo sportello abilitato. I moduli da compilare li si possono trovare sui siti del Ministero del Tesoro e del Ministero dello Sviluppo economico.

.

*Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

La visita ai luoghi della memoria del confine orientale

Si è concluso il viaggio-studio  a Trieste di studentesse e studenti piemontesi, accompagnati da dieci docenti e dal prof. Gigi Garelli dell’Istituto storico della Resistenza di Cuneo. La visita ai luoghi della memoria del confine orientale era il primo dei tre appuntamenti riservati agli studenti distintisi nella 37° edizione del progetto di Storia Contemporanea, promosso dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico regionale. Le principali mete sono state la Risiera di San Sabba a Trieste, la foiba di Basovizza e, nel Goriziano, il memoriale di Redipuglia, dedicato ai caduti della Prima guerra mondiale.

Trieste, “pensosa e schiva”

 

Mediterranea e insieme nordica, i colori smorzati come sul Baltico ma d’improvviso sfavillanti più che nel sud; scogliosa, ventosa, selvatica”. Trieste, sul finire degli anni ’50, venne così descritta  da Guido Piovene nel suo Viaggio in Italia. Città con un passato tormentato e battuto dai venti della storia, fin dall’antichità ha sempre rappresentato un importante e strategico porto ( oggi il più grande e importante d’Italia mentre ai tempi dell’ Impero austro-ungarico fu il principale sbocco marittimo degli Asburgo). Trieste, città irridenta e contesa,  “pensosa e schiva” – come scrisse Umberto Saba –  ha saputo, nei secoli, mescolare con fascino ed eleganza i caratteri mediterranei con quelli mitteleuropei.  Per l’Italia si tratta del confine orientale, più volte immaginato e vissuto come un confine “mobile”, sottolineando la complessa dinamica di conflitti e contese nazionali che, a partire dall’Impero austro-ungarico e attraverso la Grande guerra, si intrecciano poi con il fascismo, il nazismo e il comunismo jugoslavo.

Tra i mattoni rossi della Risiera

A Trieste, tra il colle di Servola e quello di San Pantaleone, si trova la Risiera di San Sabbaunico esempio di lager nazista in Italia. Già all’entrata s’avverte, incombente, il “peso” della vicenda consumatasi tra le mura del grande complesso di edifici dello stabilimento per la pilatura del riso, costruito nel 1898. Campo di prigionia provvisorio per i militari italiani catturati dopo l’8 settembre 1943 , poi centro di smistamento dei deportati in Germania e in Polonia, in seguito luogo di eliminazione di ostaggi, partigiani, detenuti politici, ebrei.  La Risiera, dal 1965, è monumento nazionale e, dieci anni dopo,venne ristrutturata diventando  Civico Museo. Nel primo stanzone posto alla sinistra  prima di entrare nel cortile e dopo aver attraversato lo stretto e inquietante “budello” tra le mura di cemento alte undici metri, s’incontra la “cella della morte” e più avanti le 17 micro-celle in ciascuna delle quali venivano ristretti fino a sei prigionieri. Erano luoghi di detenzione riservati a partigiani, politici e ebrei destinati all’esecuzione. Le prime due venivano usate per la tortura o la raccolta di materiale prelevato ai prigionieri: vi sono stati rinvenuti, fra l’altro, migliaia di documenti d’identità, sequestrati non solo a detenuti e deportati, ma anche ai lavoratori inviati al lavoro coatto. Quasi tutti i documenti, prelevati dalle truppe jugoslave che per prime entrarono nella Risiera dopo la fuga dei tedeschi, furono trasferiti a Lubiana, dove sono attualmente conservati presso l’Archivio della Repubblica di Slovenia. Le porte e le pareti dei locali della Risiera erano ricoperte di graffiti e scritte.  L’occupazione dello stabilimento da parte delle truppe alleate, la successiva trasformazione in campo di raccolta di profughi, sia italiani che stranieri, l’umidità, la polvere, l’incuria degli uomini hanno in gran parte fatto sparire graffiti e scritte. Ne restano a testimonianza i diari dello studioso e collezionista Diego de Henriquez , conservati dal “Civico Museo di guerra per la pace” a lui intitolato, che ha sede al 22 di via Cumano, a Trieste. Nei diari  è stata riportata l’accurata trascrizione delle scritte, offrendo una testimonianza drammatica di quanto accadde tra le mura della Risiera. Nel successivo edificio a quattro piani venivano rinchiusi, in ampie camerate, gli ebrei e i prigionieri civili e militari destinati per lo più alla deportazione in Germania: uomini e donne di tutte le età e bambini anche di pochi mesi. Da Trieste venivano inviati a Dachau, Auschwitz, Mauthausen, verso un tragico destino che solo pochi hanno potuto evitare. Nel cortile interno, proprio di fronte all’area contrassegnata dalla piastra metallica (dove si pensava sorgesse l’edificio destinato alle eliminazioni) si trovava il forno crematorio. L’impianto era interrato. Sull’impronta metallica della ciminiera sorge oggi una simbolica Pietà costituita da tre profilati metallici a segno della spirale di fumo che usciva dal camino. La struttura del forno crematorio venne distrutta con la dinamite dai nazisti in fuga, nella notte tra il 29 e il 30 aprile 1945, per eliminare le prove dei loro crimini, secondo la prassi seguita in altri campi al momento del loro abbandono. Tra le macerie furono rinvenute ossa e ceneri umane raccolte in tre sacchi di carta, di quelli usati per il cemento. Calcoli effettuati sulla scorta delle testimonianze danno una cifra tra le tre e le cinquemila persone soppresse tra quelle mura di mattoni rossi.

Il litorale Adriatico

Dopo l’8 settembre 1943  la Venezia Giulia cessò di fatto di far parte dello Stato italiano e, con la costituzione della zona di operazione dell’Adriatisches Küstenland (Litorale Adriatico), diventò un territorio direttamente amministrato dal Reich. Il ”Litorale Adriatico”, comprendente le province di Udine, Trieste, Gorizia, Pola, Fiume e Lubiana, sancì l’annessione di fatto alla Germania di un’ampia area gravitante sull’Alto Adriatico e sul bacino della Sava. Prefetti e podestà operarono sotto il controllo tedesco e le milizie collaborazioniste locali – italiane, slovene e croate – furono poste al servizio degli occupanti. Passano così alle dipendenze delle SS le formazioni della milizia fascista, che sul Litorale non si trasformarono nella Guardia Nazionale Repubblicana di Salò ma assunserò il nome di ”Milizia Difesa Territoriale” e i vari reparti di polizia vennero impiegati anche nelle operazioni di rastrellamento, repressione della guerra partigiana e controllo della classe operaia nelle grandi fabbriche. Il braccio operativo e repressivo divenne tristemente nota come ”banda Collotti”, dal nome del suo comandante, il commissario Gaetano Collotti che continuò il suo ”servizio” dopo l’8 settembre fornendo ai tedeschi piena collaborazione contro gli antifascisti e nella cattura degli ebrei che, a Trieste, erano moltissimi. Il “Litorale” fu l’ultima conquista territoriale del regime nazista che voleva costruire una piattaforma economica e politica per il suo disegno espansionistico nell’area mediterranea.

La Foiba di Basovizza

La Foiba di Basovizza si trova sull’altopiano del Carso. Pozzo minerario in disuso, scavato all’inizio del XX° secolo per intercettare una vena di carbone e presto abbandonato per la sua improduttività, nel maggio 1945 fu teatro di esecuzioni di civili e militari italiani, arrestati dalle truppe jugoslave d’occupazione. In gran parte le vittime vennero gettate dentro le foibe, voragini naturali disseminate sull’altipiano del Carso triestino e in Istria. Quella di Basovizza , nel tempo, è diventa il principale memoriale, dotato da una decina d’anni di un Centro di Documentazione. Nel 1992 il presidente della Repubblica italiana Oscar Luigi Scalfaro lo dichiarò monumento nazionale a testimonianza e ricordo di tutte le vittime degli eccidi del 1943 e 1945. Un dramma, quello delle foibe, che va inserito nel lungo periodo della storia giuliana che parte dal “fascismo di confine” e si snoda attraverso gli avvenimenti della guerra in Jugoslavia e nella Venezia Giulia, fino alla creazione del Territorio Libero di Trieste. Nel 1943 e dopo la fine della guerra, tra il maggio e il giugno 1945, migliaia di italiani della Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia vengono uccisi dall’esercito jugoslavo del maresciallo Tito e molti di loro venenro gettati nelle “foibe”, voragini naturali disseminate sull’altipiano del Carso triestino e in Istria, che si trasformarono in grandi fosse comuni. Un dramma, quello delle foibe, che va inserito nel lungo periodo della storia giuliana che parte dal “fascismo di confine” e si snoda attraverso gli avvenimenti della guerra in Jugoslavia e nella Venezia Giulia, fino alla creazione del Territorio Libero di Trieste. Stragi, queste, che colpirono tutti coloro che si opposero all’annessione delle terre contese alla nuova Jugoslavia: furono così barbaramente uccisi collaborazionisti e militi fascisti ma anche membri dei comitati di liberazione nazionale, partigiani combattenti, comunisti contrari alle cessioni territoriali e cittadini comuni.

L’esodo e il trattato di Osimo

Il dramma della popolazione italiana nelle regioni orientali italiane non finì con la fine della guerra ma solo con il trattato di pace di Parigi, firmato il 10 febbraio 1947. La loro sorte venne decisa dalle potenze alleate che avevano vinto la guerra. Decisero l’annessione alla Jugoslavia di città come Fiume e Zara, di tutta l’Istria e le isole della Dalmazia. Come se non bastasse, tutti i beni dei cittadini italiani di quelle regioni vennero confiscati. Questo trattato diede origine ad un esodo forzato degli italiani da quelle regioni, che abbandonando praticamente tutto ciò che avevano. Una tragedia per circa 300mila persone che, a differenza dei migranti che partono nella speranza di un futuro migliore e con la prospettiva di tornare, questa speranza fu negata. E a decine di migliaia si  dispersero in 109 campi profughi sparsi per l’Italia mentre altri emigrarono in paesi stranieri. L’Italia riprese il controllo amministrativo della città di Trieste solamente il 26 ottobre 1954, quando la città cessò di essere territorio internazionale (ossia amministrata dalla comunità internazionale e dalla Iugoslavia) e tornò a fare parte dell’Italia. Il trattato di Osimo, firmato il 10 novembre 1975, sancì lo stato di fatto di separazione territoriale venutosi a creare nel Territorio Libero di Trieste a seguito del Memorandum di Londra (1954), rendendo definitive le frontiere fra l’Italia e l’allora Jugoslavia, oggi Slovenia.

Redipuglia, il sacrario “dei Centomila”

Il Sacrario sorge sul versante occidentale del Monte Sei Busi che durante la Prima guerra mondiale fu aspramente conteso perché, pur se poco elevato, consentiva dalla sua sommità di dominare per ampio raggio l’accesso da ovest  alle asperità del Carso. Con una superficie totale di circa 52 ettari di terreno, Redipuglia è il più grande sacrario italiano dedicato ai caduti della Grande Guerra. Realizzato su progetto dell’architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni, fu inaugurato ottant’anni fa, il 18 settembre 1938 dopo dieci anni di lavori. L’imponente opera, conosciuta anche come il sacrario “dei Centomila”, custodisce i resti dei soldati caduti nelle zone circostanti, in gran parte già sepolti inizialmente sull’antistante Colle di Sant’Elia. Al culmine della scalinata e sulla sommità  dei  22 gradoni (alti 2,5 metri e larghi 12) che, in ordine alfabetico, custodiscono le spoglie dei 39857 soldati identificati, due grandi tombe coperte da lastre di bronzo raccolgono i resti di oltre 60 mila soldati ignoti. Nell’anniversario dell’inizio della Prima guerra mondiale, Papa Francesco scelse proprio il sacrario per pronunciare un’omelia dai toni molti forti e decisi.”Qui, in questo luogo, trovo da dire soltanto: la guerra è una follia“. Così il Papa quel giorno a Redipuglia. “La guerra distrugge. Distrugge anche ciò che Dio ha creato di più bello: l’essere umano. La guerra stravolge tutto, anche il legame tra fratelli. La guerra è folle, il suo piano di sviluppo è la distruzione!“. Un messaggio universale che vale oggi più che mai.

 

Marco Travaglini