ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 550

Il cinema racconta il diritto alla salute

Anche quest’anno  il Comitato per i diritti umani del Consiglio regionale, in collaborazione con Agiscuola, organizza in diverse sale cinematografiche del Piemonte la rassegna cinematografica Rights on the Movie. Giunta alla quarta edizione, l’iniziativa, dedicata agli studenti delle scuole secondarie di primo e di secondo grado, si focalizza quest’anno sul tema del “diritto alla salute”. La rassegna si apre lunedì 29 ottobre alle 10.30 al cinema Monterosa di via Brandizzo 65, a Torino con il film  “Dallas Buyer club”. “Quello che si sta per concludere è un anno importante – dichiara il presidente del Consiglio regionale e del Comitato Diritti umani, Nino Boeti –  Innanzitutto perché si è celebrato il 70esimo anniversario dalla promulgazione della nostra Costituzione, che all’art. 32 prevede il diritto alla cura come diritto essenziale dell’individuo e garantisce – unica Carta costituzionale a prevedere ciò – cure gratuite agli indigenti. Non solo, quest’anno ricorre anche e il 40esimo della legge 833 istitutiva del servizio sanitario nazionale. Un sistema universale che garantisce a ogni cittadino e a ogni cittadina pari diritti di accesso alle cure, a prescindere dal reddito e dalla condizione sociale. Si tratta di una straordinaria conquista che abbiamo il dovere di difendere, garantendone la sostenibilità economica, affinché anche le future generazioni possano godere di una sanità equa ed amica dei cittadini”.

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Questi i film e gli orari delle proiezioni:

– “Dallas Buyer club” che affronta il tema che affronta il tema   dell’ AIDS, lunedì 29 ottobre alle 10.30 al cinema Monterosa di via Brandizzo 65, a Torino;

– “La teoria del tutto” , che racconta la vita del grande scienziato e cosmologo Stephen Hawking , lunedì 12novembre, alle 10.30 al cinema Massaua di piazza Massaua 9, a Torino;

– “Wonder”, incentrato sulla storia di un bambino nato con una deformazione facciale, diventa uno sguardo allargato su cosa significa essere umani, lunedì 3 dicembre  alle 10.30 al cinema Reposi, via XX settembre 15, a Torino; al Cinema Verdi di Candelo (Bi); Ciema Vittoria di Bra (Cn); Cinema Nuovo Multisala di Borgomanero (No); Cinema Sociale di Omega (Vb) e Cinema Sottoriva di Varallo (Vc).  

 – “Ella & Jhon. The Leisure Seeker” è la storia di una coppia in lotta con i ricordi e la scomparsa della memoria. Lunedì 10 dicembre alle 10.30, al cinema Massaua di piazza Massaua 9, a Torino;

 

Migranti: “diritti, non privilegi”

La manifestazione per la Campagna ResistenzAsilo – Diritti, non privilegi!, coordinata da EuropAsilo, della rete nazionale per il diritto all’asilo, si è svolta ieri a Torino. “Diritti, non privilegi”, questo lo slogan del presidio  in piazza Castello, sotto la sede della Regione Piemonte. “Non  dobbiamo girare la testa di fronte alle leggi discriminatorie di questo governo. E vogliamo  dire che le migrazioni sono un fenomeno storico inevitabile, bisogna saperlo governare e non usarlo come arma contro chi non ha diritti passandoli per privilegi”, affermano i promotori.

Climathon premia l’albero urbano

Si è chiusa a Torino la maratona delle nuove soluzioni tecnologiche contro il cambiamento climatico. A Roma vince un moderno impluvium per rotatorie, Venezia punta a distribuire borracce anti-plastica

Un albero urbano, fatto di bambù e pneumatici usati, da installare nelle piazza dei centri urbani, che raccolga l’acqua piovana e offra riparo contro i raggi del sole estivi. Si chiama ArTree ed è il progetto vincitore del Climathon di Torino, che quest’anno è stato il main stage della maratona di idee e soluzioni a contrasto del cambiamento climatico presso l’Environment Park. “In questi due giorni Torino è stata capitale mondiale del clima ed Envipark il palcoscenico internazionale di Climathon 2018. Ma questa è solo la punta dell’iceberg, sotto la quale c’è una solida base di competenze, conoscenze, capacità e volontà, che finalmente vediamo riconosciute pubblicamente in un evento così importante – ha commentato Davide Canavesio, Amministratore Delegato di Environment Park, sede del Climathon Main Stage – . Abbiamo dimostrato, una volta ancora, di essere un laboratorio attrattivo di idee e progetti sui temi legati alla sostenibilità ambientale e di avere volontà e capacità di unire la sostanza all’innovazione”. Alla giornata conclusiva di Climathon è intervenuto il Sindaco di Torino Chiara Appendino, che ha ricordato l’impegno della città nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità. “Lavoriamo ogni giorno per coinvolgere cittadini e aziende su prevenzione e rischi. Per questo è stato creato un gruppo di lavoro che sta lavorando su una serie di azione a sostegno della resilienza e a promuovere uno stile di vita più green”. “Abbiamo affrontato il tema del cambiamento climatico – ha riassunto la due giorni Angelica Monaco, direttore Climate-KIC Italia – da prospettive diverse: chef, giornalisti e attivisti che hanno offerto uno spunto anche provocatorio, affiancati da scienziati e policy maker che hanno offerto una visione più tradizionale: un bel mix di punti di vista, coronati dall’intervento conclusivo di Stefano Caserini, docente del Politecnico di Milano che ha saputo mettere insieme scienza, musica e ironia”.

COS’è IL CLIMATHON
Climathon è un hackathon di 24 ore sui cambiamenti climatici che si svolge in contemporanea nelle maggiori città del mondo. La data di quest’anno è il 26 ottobre. I partecipanti collaborano nell’arco delle 24 ore in una maratona di idee dal basso – una sorta di brainstorming – durante la quale studiano come risolvere i problemi legati al clima in città. Innovatori e imprenditori di tutto il mondo hanno la possibilità di entrare in azione nel contesto urbano in cui vivono, mettendo a punto soluzioni innovative

Torino – Lione: la situazione è grave ma non è seria

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Parla Di Maio: “Da sempre siamo contrari alla Tav, e soprattutto questo  è nel contratto di governo. Io credo che in questo momento nessuno del governo a Roma abbia intenzione di foraggiare quell’opera”. Se il ministro per lo Sviluppo economico Luigi Di Maio sostiene la linea no-Tav, come la sindaca Chiara Appendino (la quale ha suscitato le ire del presidente del Piemonte Chiamparino), sembra non essere dello stesso parere il collega vicepremier Matteo Salvini che si dichiara favore di tutte le grandi opere che sono nell’interesse dei cittadini, Torino-Lione compresa. Mettersi d’accordo all’interno della compagine di governo forse non sarebbe male, sempre nell’interesse dei cittadini e dell’economia del paese che non sta attraversando momenti felici.

“Esageruma nen” versus “Ti esagera”

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Da tempo si alzano voci più o meno autorevoli sulla necessità  da parte di Torino a collaborare con Milano. L’ultima , in ordine di tempo, quella del Presidente della Compagnia di San Paolo Francesco Profumo . Ma prima ancora vari politici , amministratori e personalità tra i quali il Presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino , in occasione della sciagurata gestione , da parte del Comune di Torino  e del Sindaco di Torino Chiara Appendino, della candidatura olimpica. La questione  è ritornata , come informazione da parte dei cronisti più attenti, durante il dibattito per  il Referendum della Provincia del Verbano-Cusio-Ossola ( VCO) sul passaggio della stessa dal Piemonte alla Lombardia. Ricordavano che il territorio del VCO divenne piemontese agli inizi del 1700 , prima era parte del Ducato di Milano come il Ticino ed altri territori. Lo confermano la parlata ed i modi così poco piemontesi , ma questa è un’altra storia. Tornando al tema sul “che fare?”  , segnalo alcuni momenti del quasi sempre difficile rapporto con la vicina Milano che mi ricordano un po’ quelli dell’Italia con la vicina Francia. Anni ’60-’70-’80 ,  con le due città in salute che con Genova formavano il famoso “triangolo industriale”,  un determinato Giovanni Agnelli , attraverso la Fiat e le sue finanziarie, acquisiva in vario modo tutti i simboli di Milano , l’Alfa Romeo, l’Innocenti-Autobianchi, il Corriere della Sera, la Rinascente , un’importante presenza nel “salotto buono” della finanza italiana e cioè Mediobanca . ” ricordo ancora bene cosa non diceva , irripetibile, l’avvocato Agnelli dei milanesi appena in auto attraversavamo il Ticino” cit. Inizi del terzo millennio , subito dopo le olimpiadi invernali del 2006 una vivace Torino ,  verso una mai così debole Milano ,  dà vita , per mancanza di risorse, ad una suicida collaborazione con Milano per Settembre Musica.

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Così uno dei “gioiellini” delle iniziative culturali torinesi diventa difatti milanese. Le cose continuano con la fusione tra Banca Commerciale, Cariplo e Istituto Bancario San Paolo di Torino, appunto di Torino, che diventando Intesa-San Paolo lascia a Torino un grattacielo ed , ancora per poco il Presidente della banca , mentre tutto il resto lo è già da allora. Nel frattempo Torino è sprofondata in un continuo ed inesorabile declino economico , industriale e di abitanti. Le olimpiadi da grande occasione sono diventate, insieme alle grandi opere, la zavorra di quattro miliardi di debito che ha , praticamente , affondato la città  costringendola, risolvendo solo in minima parte il problema , a vendere e svendere quasi tutti i gioielli di famiglia. Milano intanto, ripresasi dalle difficoltà dei primi anni del secondo millennio , grazie anche all’Expo, ha preso slancio diventando una delle più dinamiche città europee con grandi trasformazioni . Vi invito a leggere l’intervista al Sindaco di Milano Giuseppe Sala su la Repubblica di venerdì 26 ottobre , pagina 17. La capitale lombarda , che non ha venduto le sue società  , dalle stesse ricava oltre 400 milioni di euro di utili l’anno . Da un lato c’è un Sindaco, Sala, pragmatico e dinamico, dall’altra un Sindaco, Appendino, chiaramente inadeguata e imbarazzantemente  prigioniera della sua scombinata maggioranza comunale. Tornando alla domanda di leninista memoria sul  ” che fare? ” , penso che con Milano , pena la completa e totale emarginazione e subalternità , bisogna competere e battagliare. Torino è diventata grande ed è avanzata quando, con la città lombarda ha incrociato le spade e non quando ha ceduto parti o fatto accordi . Per fare questo, smentendo e ribaltando le due frasi classiche che rappresentano anche il modo di essere degli abitanti delle due città,  la sabauda  ” esageruma nen”  e la meneghina ” ti esagera” , è indispensabile cambiare la guida della Città di Torino coinvolgendo imprese, professionisti e tutte le intelligenze , insomma tutta la città in un grande progetto di rilancio di Torino. Per farlo ci sono  poco più di due a disposizione che saranno difficili e di sofferenza ma che devono servire a preparare l’operazione altrimenti la nostra città , Torino, diventerà un villaggio senza Asterix.

Nuovo pronto soccorso pediatrico

È stato inaugurato il nuovo Pronto Soccorso Pediatrico dell’ospedale Regina Margherita della Città della Salute e della Scienza di Torino: un nuovo eccezionale risultato per la sezione Piemonte dell’associazione Adisco, presieduta da Maria Teresa Lavazza, ottenuto con il fondamentale contributo di Compagnia di San Paolo

 

Al taglio del nastro hanno partecipato Sergio Chiamparino (Presidente della Regione Piemonte), Guido Montanari (Vice Sindaco della Città di Torino), Antonio Saitta (Assessore alla Sanità della Regione Piemonte), Silvio Falco (Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino), Maria Teresa Lavazza (Presidente dell’Associazione Adisco – Sezione Piemonte), Anna Maria Poggi (Comitato di Gestione della Compagnia di San Paolo), Franca Fagioli (Direttore Dipartimento di Pediatria e Specialità Pediatriche, e Antonio Urbino (Direttore S.C. di Pediatria d’Urgenza Presidio O.I.R.M.) Questo nuovo traguardo di Adisco – Sezione Piemonte, è stato reso possibile grazie alla solidarietà dei cittadini che hanno voluto contribuire alla raccolta fondi finalizzata alla realizzazione di interventi mirati e concreti per l’Ospedale Regina Margherita: dapprima nel 2013 il Day Hospital di Oncologia Pediatrica, 600mq per ospitare oltre 26 bambini, poi nel 2016 l’apertura del nuovo reparto “L’Isola di Margherita” – pensato per accogliere bambini e ragazzi affetti da patologie rare e incurabili – e ancora l’acquisto di strumentazioni e apparecchiature, l’allestimento di camere sterili per il reparto di Oncoematologia Pediatrica e borse di studio. Il Pronto Soccorso Pediatrico dell’Ospedale Regina Margherita, diretto dal Dott. Antonio Urbino, è il più grande del Nord Italia, a cui accedono circa 45.000 piccoli pazienti all’anno. Centro di riferimento in Piemonte per tutte le patologie più gravi, si impegna quotidianamente nel dare risposte cliniche adeguate in un contesto di centralità del paziente. “Il PS dell’OIRM presta la massima attenzione alla multiculturalità, alla disabilità ed a tutti gli aspetti psicologici che coinvolgono non solo il paziente, ma anche i loro genitori, i loro fratelli / sorelle e le comunità di cui fanno parte. La ristrutturazione appena eseguita ci permette un impiego degli spazi più razionale e a misura di bambino, che si sentirà al centro delle nostre attenzioni. Un ambiente più adeguato, inoltre, sarà più confortevole per i parenti che accompagnano i piccoli pazienti e per gli operatori sanitari che tante ore e tanto impegno dedicano all’accoglienza ed alla cura dei bambini”, ha dichiarato Antonio Urbino, Direttore Pediatria d’Urgenza Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino.

 

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Parte integrante del Pronto Soccorso è l’area dedicata all’Osservazione Breve Intensiva, che gestisce in media 4500 bambini all’anno (circa il 10% degli accessi) e che si avvale di 10 posti letto. Le funzioni di questa area sono l’osservazione clinica per un massimo di 36 ore, la terapia a breve termine di patologie a complessità moderata; la possibilità di approfondimento diagnostico terapeutico. Questa attività ha lo scopo di migliorare l’appropriatezza dei ricoveri e la sicurezza delle dimissioni. Il tasso di ricovero degli ultimi anni è di circa il 7%, il più basso tra gli ospedali Pediatrici italiani. “Il rinnovato Pronto soccorso è l’ennesima dimostrazione di eccellenza dell’ospedale Regina Margherita di Torino, che si conferma al top in Italia in campo pediatrico. Un vero e proprio fiore all’occhiello all’insegna della professionalità e dell’umanizzazione. Ringraziamo Adisco – Sezione Piemonte e Compagnia di San Paolo per l’impegno ed il lavoro svolto. Il tutto nell’ottica della presa in carico dei piccoli pazienti, non solo dal punto di vista medico sanitario, ma soprattutto dal punto di vista della persona a 360°”, afferma Silvio Falco, Direttore Generale Azienda Ospedaliero Universitaria Città della Salute di Torino. Affinché il Pronto Soccorso e l’area di Osservazione Breve Intensiva possano lavorare al meglio sono necessarie alta tecnologia, elevata professionalità, utilizzo ottimale degli spazi e dei servizi: il nuovo Pronto Soccorso risponde proprio a queste necessità. La ristrutturazione appena eseguita, permette infatti un impiego degli spazi più razionale ed a misura dei bambini e dei ragazzi, nel rispetto delle differenti età ed esigenze.

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Il progetto è stato realizzato dagli architetti Sabra Miroglio e Giorgio Lupica dello studio Miroglio + Lupica Architetti Associati con il contributo dello studio Luca Ferrero & Laura Franco Architetti Associati. Il progetto grafico è curato dall’art director Luisella Cresto con le illustrazioni di Antonio Cau. In tutto l’ambiente ospedaliero i bambini sono accompagnati da 6 personaggi (la marmotta Caldotta, la rana Panzarana, il pipistrello Raffreddello, lo scoiattolo Rodidente, il gufo Allocchio e il coniglio Origlio) che attraverso scenografie colorate rappresentano una costante rassicurante. L’ampliamento della sala d’attesa, la nuova area di triage, la costituzione di una zona per pazienti barellati, le sale visita più razionali, le camere di degenza in OBI più confortevoli, i disegni e le storie che decorano gli ambienti: sono tutti elementi che permettono di far sentire il bambino al centro dell’attenzione. Un ambiente più adatto, inoltre, sarà più confortevole per i parenti che accompagnano i piccoli pazienti e per gli operatori sanitari che tante ore e impegno dedicano all’accoglienza ed alla cura dei bambini. Maria Teresa Lavazza, Presidente di Adisco – Sezione Piemonte dichiara: “Questo è il terzo reparto che l’Associazione dona all’Ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute e della Scienza di Torino. Con questo rinnovato reparto, l’ospedale Regina Margherita potrà essere ancora più centrale per la nostra comunità, e questo è stato reso possibile grazie alla volontà dei soci di Adisco – Sezione Piemonte e alla solidarietà di tutte le persone che hanno voluto sostenere questo importante progetto. La sfida è stata poter rinnovare gli spazi situati su due piani, pur mantenendo operativa la struttura. Questo è stato reso possibile in tempi molto brevi – sette mesi dall’inizio lavori all’inaugurazione – grazie al lavoro sinergico tra Ospedale, lo studio di architettura e l’impresa che hanno progettato e realizzato gli interventi, e al lavoro dell’Associazione”.

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“L’intervento della Compagnia di San Paolo, da sempre attenta agli aspetti relativi all’umanizzazione della cura, in modo particolare quando si tratta di piccoli pazienti, è volto alla riqualificazione strutturale e organizzativa del DEA al fine di  consentire all’ospedale Regina Margherita, polo di eccellenza della sanità regionale in ambito pediatrico, di rispondere in modo appropriato alla crescente richiesta di assistenza” – ha dichiarato Anna Maria Poggi, componente del Comitato di Gestione della Fondazione torinese Franca Fagioli, Direttore Dipartimento di Pediatria e Specialità pediatriche Città della Salute di Torino, ha sottolineato il rapporto pluridecennale tra la struttura ospedaliera e le due associazioni:   “Un grazie di cuore va all’associazione ADISCO – Sezione Piemonte, con i suoi encomiabili volontari, ed alla Compagnia di San Paolo, che hanno reso possibile questa meravigliosa opera, dedicata ai bambini ed alle loro famiglie, ed in particolare a quei bambini che vivendo un momento difficile ne hanno maggiore bisogno”. L’inaugurazione del rinnovato Pronto Soccorso all’Ospedale Regina Margherita è un risultato che ha richiesto importanti investimenti pari a due milioni di euro, di cui un milione e mezzo erogato da Adisco – Sezione Piemonte e cinquecentomila euro da Compagnia di San Paolo.

Volontari, oppositori, minoranze religiose nella Grande Guerra

Il seminario, organizzato dalla Fondazione Fabretti e dalla Società per la cremazione (SOCREM) di Torino, in collaborazione con Istoreto, si inserisce nell’ambito delle iniziative previste per il centenario della fine della prima guerra mondiale, e approfondirà il rapporto tra la città di Torino e la Grande Guerra

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Torino, 1915-1918.
Volontari, oppositori, minoranze religiose nella Grande Guerra
presso Istoreto
Sala Memoria delle Alpi
Via del Carmine 13, Torino 

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Il seminario, organizzato dalla Fondazione Fabretti e dalla Società per la cremazione (SOCREM) di Torino, in collaborazione con Istoreto, si inserisce nell’ambito delle iniziative previste per il centenario della fine della prima guerra mondiale, e approfondirà il rapporto tra la città di Torino e la Grande GuerraNell’analisi delle interrelazioni tra la complessa e dinamica realtà torinese d’inizio Novecento e il primo conflitto mondiale, verrà dato spazio ad alcuni gruppi sociali per così dire ‘minoritari’ – minoranze religiose, movimento femminista e socialismo intransigente, massoneria e associazionismo cremazionista – che incarnano lo spirito e le contraddizioni del paesaggio civile della Torino dell’epoca.Si cercherà di osservare la storia sociale della Grande Guerra da angolature alternativeinconsuete, attraverso le quali restaurare le vicende di uomini e donne, indagare i perché e icome di allora, accertare come la guerra sia stata, a seconda dei casi, voluta o temuta, appoggiata o contestata, celebrata e ricordata.

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INTRODUCE E MODERA

Giovanni De Luna

RELATORI

Valentina Colombi – Collaboratrice Istoreto
Torino in conflitto: scosse e fratture della città in guerra

Gabriella Ballesio – Direttore Archivio Tavola Valdese
Fedeltà, perseveranza e abnegazione.
Il Comitato di Assistenza ai Militari Evangelici (CAME) di Torino (1915-1918)

Barbara Berruti – Vicedirettrice Istoreto
Emilia Mariani, una donna nella Torino della Grande Guerra 

David Sorani – già insegnante di Storia e Filosofia presso il Liceo Classico e Musicale C. Cavour, assessore alla Cultura della Comunità Ebraica di Torino
Gli ebrei italiani e l’ambigua promessa.
La partecipazione ebraica alla Grande Guerra come culmine dell’identificazione nazionale e la Grande Guerra come premessa al tradimento dello Stato

Marco Novarino – Professore di Storia Contemporanea – Università di Torino
Tra cosmopolitismo e nazionalismo.
La massoneria italiana durante la Grande Guerra

Giacomo Felicioli – Borsista presso Fondazione Fabretti
Archivi e memoria.
La Società per la Cremazione di Torino nella prima guerra mondiale

Ingresso libero e gratuito

Linea 2 Metro? “Lavori conclusi entro il 2028”

Il progetto preliminare della linea 2 della metropolitana torinese  sarà presentato entro maggio del 2019, così da accedere al finanziamento statale. Secondo l’assessore comunale  Maria La Pietra, ascoltata oggi in audizione dai componenti della Commissione Trasporti del Consiglio regionale, i lavori dovrebbero partire entro il 2021 ed il completamento dell’opera è previsto per il 2028.  Il progetto illustrato in Commissione ha evidenziato diversi aspetti della nuova linea che si estenderà da San Mauro e Orbassano, connettendosi con la linea 1 in piazza Bengasi. Il possibile tracciato sarà lungo circa 30 chilometri, particolare attenzione è stata posta dai progettisti alla zona centrale della città che potrebbe custodire resti archeologici. Lungo il percorso saranno predisposti parcheggi di interscambio auto-metro mentre ci saranno due depositi principali: uno a nord a San Mauro – Pescarito e uno a sud fino al centro di Orbassano. Verrà valutato in seguito se i lavori per la realizzazione della nuova linea di metropolitana partiranno dalla zona nord o da sud della città.

 

(foto: il Torinese)

Il patrimonio culturale come sistema di valori

Nelle economie del nostro tempo, la produzione dei contenuti è diventata la vera materia prima che genera il valore economico…

Pier Luigi Sacco, Ordinario di Economia della Cultura alla IULM di Milano

Nell’anno europeo per il patrimonio culturale, in Sala Viglione del Consiglio Regionale del
Piemonte presso Palazzo Lascaris – Via Alfieri, 15 a Torino, giovedì 8 novembre 2018, con inizio alle 9,30,  si svolgerà il Convegno:

IL PATRIMONIO CULTURALE COME SISTEMA DI VALORI
PER LO SVILUPPO SOCIALE ED ECONOMICO DEL TERRITORIO

Il convegno è la sessione Piemontese di ‘Il Filo d’Arianna – Arte come identità culturale’ giunto, nel 2018, alla sua XV  Edizione nell’ambito del programma dell’European Ardesis Festival 2018 – Art Design Innovation as Social network.
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Saluto istituzionale

Il tema della CULTURA, a servizio della ECONOMIA trattato da:

– Guido Bolatto, Segretario Generale della Camera di Commercio di Torino, con la relazione:
LE IMPRESE CULTURALI NEL TORINESE E IL RUOLO DELL’ARTIGIANATO
– Massimo Corcione, dottore di ricerca DRASD, presso Università degli Studi del Piemonte
Orientale Amedeo Avogadro sul tema
DALLE CONVENZIONI UNESCO ALL’ORDINAMENTO ITALIANO
– Andrea Longhi, Politecnico di Torino con
PATRIMONIO RELIGIOSO: PROSPETTIVE DI RIUSO TRA SACRALITA’ E CREATIVITA
– e da Valeria Dinamo, di Imprese Culturali in Hangar Piemonte, con la presentazione della missione:
A SERVIZIO DI NUOVI PROGETTI E START UP.

La sessione che tratta il tema dei valori UNESCO, argomento portante del Convegno, comprende
tre interventi che presentano alcuni riconoscimenti di valori sociali, culturali ed economici espressi da
uomini e Comunità del nord Italia:

IVREA, CITTÀ INDUSTRIALE DEL XX SECOLO
SOCIALE & IMPRESA: UN BINOMIO DI VALORE
Renato Lavarini, Coordinatore “Ivrea città industriale del XX secolo” nella World Heritage List –
riconoscimento luglio 2018
Matteo Olivetti, Fondazione Adriano Olivetti

HERITAGE IMPRENDITORIALE E VALORE UNESCO PER IL TERRITORIO

Gli architetti ripensano la Neonatologia del Sant’Anna

L’umanizzazione degli ospedali passa anche dalla progettazione degli interni. Questa è la sfida del workshop Spazi neonati. Progettazione partecipata per il co-living nel reparto di Neonatologia, di cui sono stati presentati pubblicamente gli esiti  all’ospedale Sant’Anna di Torino: gli architetti torinesi hanno proposto 4 concept per il reparto di Neonatologia universitaria dell’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino (diretto dal professor Enrico Bertino); tra questi, è stata selezionata la proposta del gruppo composto da Silvia Battistini, Gianni Cagnazzo, Anali Cantoral Ripas, Grazia Giulia Cocina, Monica Taverniti e Irene Vignati che sarà utilizzata come base per ridisegnare gli spazi. Questa la motivazione della giuria composta da Roberto Albano (Fondazione per l’architettura / Torino), Enrico Bertino (Reparto di Neonatologia Universitaria Ospedale Sant’Anna di Torino), Anita Donna Bianco (DEAR – Design Around Onlus), Sabra Miroglio (architetto) e Catterina Seia (Fondazione Medicina a Misura di Donna): Il gruppo ha sviluppato una perfetta analisi rispetto alle esigenze in quanto emerge un profondo ascolto, una buona filosofia di progetto e un’ottima metodologia di approccio. Appare la soluzione in grado di fornire i migliori spunti e la migliore definizione di concept complessivo, presupposti per un successivo sviluppo progettuale che tenga conto delle esigenze e dei vincoli imposti. Il progetto Spazi neonati, che vede i genitori dei neonati prematuri, i medici e gli infermieri della Terapia Intensiva Neonatale lavorare insieme agli esperti di architettura e design, nasce dalla volontà di riflettere sull’importante contributo che il disegno degli interni riveste per la vivibilità degli spazi di cura. Illuminazione, colori e comfort acustico sono alcuni dei tasselli che possono costituire un valore aggiunto all’impiego delle più avanzate tecnologie assistenziali e agli sforzi dei medici e infermieri impegnati nella cura di questi fragili bambini e nel sostegno delle loro famiglie. Il reparto di Neonatologia universitaria del Sant’Anna di Torino, al centro del workshop, è un reparto al terzo piano del complesso ospedaliero di via Ventimiglia, le cui attività si integrano con quelle dei vicini reparti universitari di ostetricia. Negli spazi della Terapia Intensiva si trovano a convivere anche per periodi di tempo prolungati genitori, infermieri e personale medico come in una seconda casa in cui l’accesso è aperto 24 ore. È emerso sempre di più negli ultimi anni l’effetto dell’ambiente sulla maturazione cerebrale soprattutto in questi neonati che sono in una fase molto critica del loro sviluppo neuroevolutivo. 24 progettisti, tra architetti, studenti e laureati in architettura, hanno lavorato all’umanizzazione degli ambienti ospedalieri a partire dall’analisi delle necessità di chi abita gli ospedali: pazienti e loro famiglie, medici e infermieri. Tra le esigenze, solo per fare qualche esempio, c’è la richiesta di spazi che consentano di poter trascorrere più tempo possibile vicino al bambino, che siano accoglienti, che facilitino l’orientamento, il supporto reciproco tra i genitori e che agevolino l’integrazione tra le attività di cura medica con le pratiche di umanizzazione. Ma c’è anche il bisogno di ambienti che facilitino il rilassamento e la rigenerazione fisiologica ed emotiva dei genitori in questo percorso molto difficile.Il gruppo vincitore è partito da un’attenta analisi della situazione attuale, mettendo in luce e valorizzando il fatto che all’interno del TIN (reparto di Terapia Intensiva Neonatale) convivano istanze contraddittorie e che aspetti solitamente negativi in questo ambito assumano invece una valenza positiva: il buio che protegge il bambino imitando l’utero materno, l’artificialità rappresentata dalle macchine che tengono in vita i neonati, la separazione che aiuta i genitori a distaccarsi e ad allontanarsi dalle difficoltà del momento. La vision del concept è sintetizzata nell’immagine di un bozzolo sospeso dalle tensioni tra polarità contrastanti. Il lavoro di riprogettazione ha privilegiato le istanze e gli spazi dei genitori: la sala a loro riservata, che attualmente è laterale, viene ricollocata in posizione centrale; attraverso l’eliminazione di alcuni setti murari infatti viene creato un unico ambiente che unisce diverse funzioni (relax, socializzazione, confronto con i medici, tiralatte,…) che sono differenziate attraverso pareti curve e arredi che consentono utilizzi flessibili e che garantiscono la privacy o la vicinanza delle altre persone a seconda delle necessità.L’iniziativa è promossa da Fondazione per l’architettura / Torino, DEAR – Design Around Onlus, Associazione che si occupa di umanizzazione degli ospedali intrecciando design, architettura e tecnologia, il reparto di Neonatologia universitaria ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino, NextAtlas, piattaforma innovativa di data intelligence esperta nello studio di trend di mercato e non solo, Fondazione Medicina a Misura di Donna, che da anni si occupa di progetti di umanizzazione della cura e dei suoi luoghi partendo dal Sant’Anna e Piccoli Passi Onlus, Associazione di genitori che sostiene il reparto di terapia intensiva della clinica universitaria ospedale Sant’Anna di Torino.

(foto archivio)