ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 498

La Regione vuole tagliare leggi e burocrazia

Entra nel vivo, in Regione Piemonte,  dopo una prima fase di studio, l’opera di delegificazione e semplificazione amministrativa affidata all‘assessore regionale Roberto Rosso.

In questi giorni è stata ufficializzata la nascita di un gruppo di lavoro interdirezionale, denominato “Semplificazione“, composto da funzionari regionali e con il compito di razionalizzare i procedimenti e i processi amministrativi, per ridurre tempi e costi della burocrazia a vantaggio di tutti i piemontesi.

“Imprimere un‘altra velocità al Piemonte – spiega Rosso – vuol dire anche accelerare e facilitare l‘accesso dei cittadini, singoli e associati, a tutto ciò che la Regione può offrire, facendo in modo che venga sentita come un‘istituzione amica, che lavora per il bene comune e viene incontro alle reali esigenze della popolazione, e non come fonte di impedimenti, pastoie e problemi. Una sfida che il presidente Cirio ha lanciato in campagna elettorale e che come Giunta intendiamo vincere“.

Il gruppo sarà suddiviso in quattro tavoli tematici: ambiente e governo del territorio (compresa l‘edilizia); attività produttive e Sportello unico; sanità e welfare; agricoltura. Ciascuno di essi, per la propria materia, potrà avvalersi del supporto dei rappresentanti die principali fruitori delle norme e dei servizi della Regione. Associazioni di categoria, imprese, cooperative, terzo settore, ordini professionali saranno chiamati a partecipare attivamente ai lavori per fornire indicazioni concrete e segnalazioni su come rendere più snella la macchina burocratica. Coinvolti anche il Csi, Torino Wireless e UnionCamere, che agiranno come supporti operativi della struttura.

Non solo. L‘assessore ha in programma anche di agire per rendere più rapidi e semplici i controlli effettuati da enti sia regionali (Spresal, Arpa) sia nazionali (Vigili del Fuoco, Aipo, Anas), che spesso finiscono per bloccare le pratiche per tempi inaccettabili.

Blocchi traffico, Uncem: “Troppe differenze tra Torino e provincia”

“BENE AVER ELIMINATO 10 COMUNI DALLE MISURE RESTRITTIVE. MA LA DISTANZE  RESTANO TROPPO FORTI”

Uncem ritiene positivo che dai Comuni dove dovrà essere applicata l’ordinanza tipo (approvata oggi dalla Giunta regionale) per i blocchi del traffico in caso di eccessivi superamenti dei limiti di inquinamento atmosferico, siano stati esclusi numerosi centri della prima cintura torinese:  Alpignano, Trofarello, Santena, Carignano, La Loggia, Druento, Pino torinese, Cambiano, Candiolo e Pecetto. In altri 34 Comuni, Torino in primis, dal 1° ottobre potrà essere applicata l’ordinanza sulla base del “semaforo” che definisce i gradi dell’allerta. Secondo Uncem, come già ripetuto lo scorso anno, i blocchi del traffico sono comunque fortemente penalizzanti per chi deve raggiungere Torino e gli altri centri della prima cintura e del resto del Piemonte. La Città resta troppo distante dalle aree rurali e montane. Entrare e uscire sarà impossibile. E i mezzi pubblici non sono certo d’aiuto per chi scende da Ceresole, Moncenisio, Val di Chi o Balme, piuttosto che da Carrega Ligure o da Campertogno. Quando ci sono sforamenti, per più giorni, chi abita in questi paesi dovrà stare a casa. Ecco perché Uncem non ha mai condiviso i blocchi dei veicoli come non potrà condividere allargamenti di zone torinesi rese a traffico limitato per diverse ore al giorno. Non sono queste le soluzioni che riducono l’inquinamento. La conseguenza dei blocchi e delle misure restrittive è aumentare i divari, le distanze, complicando notevolmente il dialogo tra città e provincia

I commercialisti aumentano di numero

Rapporto 2019 Albo dei Dottori Commercialisti e degli esperti Contabili

PIEMONTE: I COMMERCIALISTI AUMENTANO DELL’1,2% RISPETTO ALL’ANNO SCORSO MA COMPLESSIVAMENTE CRESCONO DELL’8% NELL’ULTIMO DECENNIO

Una professione che si tinge di rosa: dei 6.616 iscritti, il 39,6% sono donne ( nel 2008 erano il 34%)

 

 

Piemonte: i commercialisti aumentano dell’1,2% (raggiungendo le 6.616  unità) rispetto all’anno scorso ma complessivamente crescono dell’8% nell’ultimo decennio (erano 6.128 nel 2008). Il dato emerge dal Rapporto 2019 sull’Albo dei Dottori Commercialisti e degli esperti Contabili pubblicato dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili e dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti. Dal rapporto risulta come a livello anagrafico le quote rosa rappresentino il 39,6% del totale, in aumento dal 2008 dove erano il 34%. I neo iscritti nell’ultimo anno sono 176, mentre gli under 40 coprono il 19% del totale. Il reddito medio è di 71.407 euro in calo dell0 0,4% e di gran lunga superiore al dato italiano pari a 59.429euro.

A livello nazionale l’anno scorso, gli iscritti all’Albo dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili sono aumentati di 306 unità pari ad una crescita percentuale dello 0,3% sul 2017, il più basso tasso di crescita dal 2008. In undici anni, gli iscritti all’Albo sono aumentati di 11.140 unità, +10,4% sul 2008. Nello stesso periodo, la popolazione italiana è aumentata dello 0,6%, mentre l’occupazione è diminuita dello 0,1% e le imprese attive sono diminuite del 3,2%. Ciò ha determinato un calo significativo del rapporto tra la popolazione e gli iscritti, passato in undici anni da 555 a 510 e del rapporto tra le imprese attive e gli iscritti che nello stesso periodo è passato da 50 a 43.

Prosegue il calo degli iscritti negli Ordini territoriali del Sud Italia che dopo il -0,2% del 2017, nel 2018 fanno registrare un -0,3%. Per la prima volta, il calo interessa anche la Campania (-0,1%) dopo che già la Calabria e la Puglia erano entrate in negativo nel 2017 e nel 2018 registrano un calo dello 0,5%.

La presenza di donne negli Ordini territoriali dei Commercialisti è piuttosto variabile e tende ad essere più elevata negli Ordini del Nord. In particolare, nel Nord-est raggiunge il 36,1% con una punta del 41% in Emilia-Romagna. Nel Sud la quota di donne scende al 30,2% con il valore più basso in Campania (26,3%). Analogamente per i giovani, nel Nord si registrano livelli più elevati (20,5%) rispetto al Sud (16,8%).  Nel 2018, il trend dei praticanti, contrariamente al 2017, è positivo al Nord (+2,4%) e negativo al Sud (-2,7%) ed è molto positivo al Centro (+5,3%).

Il rapporto integrale e la scheda di sintesi sono disponibili online sul sito della Fondazione Nazionale dei Commercialisti

(www.fondazionenazionalecommercialisti.it).

Arriva il parto in ipnosi all’ospedale Mauriziano di Torino

Dal prossimo autunno arriva il parto in ipnosi presso l’Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Mauriziano di Torino (diretta dalla professoressa Nicoletta Biglia).

A conclusione di un percorso formativo aziendale presso la scuola Ipnomed, alcune ostetriche (Antonella Padalino e Marina Frola, con la coordinatrice ostetrica Ilaria Bori) offriranno nell’ambito dei corsi di accompagnamento alla nascita la possibilità di apprendere la tecnica dell’autoipnosi per il controllo del dolore in travaglio di parto. Il parto in ipnosi è salito all’onore delle cronache dopo i lieti eventi nella Casa reale inglese, perchè, pare, che Kate e Meghan apprezzino molto l’approccio dolce al parto con ipnosi. Si tratta di una metodica basata su respiro e rilassamento, che dà autocontrollo e riduce il dolore in sala parto. Può essere un’alternativa all’epidurale. In ipnosi é addirittura possibile dimezzare la durata del travaglio rispetto alla media. Alcuni studi hanno rivelato che ne beneficia anche il nascituro, perchè durante il rilassamento profondo dell’ipnosi sono maggiori l’afflusso di sangue alla placenta e l’ossigenazione fetale. Insomma una tecnica per aiutare la donna a gestire il parto ed il travaglio in serenità ed autonomia.

L’ipnosi medica non ha nulla a che vedere con cosa ci hanno abituato a vedere in TV. E’ importante sottolineare che nessun individuo, in stato ipnotico, può essere costretto a fare nulla contro la propria volontà.

Non tutta la popolazione è ipnotizzabile: circa il 60% risponde positivamente, il 20% può raggiungere uno stato ipnotico così profondo da poter subire addirittura un intervento chirurgico senza l’utilizzo di tecniche anestesiologiche, mentre il restante 20% non è recettivo alle tecniche ipnotiche.

L’autoipnosi è la gestione consapevole e volontaria di risorse che, benché straordinarie, appartengono alla nostra mente ed al nostro corpo, rappresenta una condizione di potenziamento della persona rendendola più efficiente e performante del solito. E’ necessario essere addestrati da un professionista sanitario che conosca la tecnica specifica per poterla riprodurre ogni volta che se ne presenta la necessità

 

Il modello Spes alla Pernigotti

L’IMPRESA SOCIALE NELLA STORICA FABBRICA DI CIOCCOLATO

Gruppo Spes ha presentato  a Roma un preliminare per la reindustrializzazione della parte produttiva di cioccolato e torrone Pernigotti. L’impresa sociale cooperativa Gruppo Spes ha proposto un piano industriale che prevede un’esclusiva pluriennale di produzione e l’assorbimento occupazionale di circa 50 lavoratori già nel 2019, con una previsione di sviluppo di nuovi prodotti e mercati nel triennio 2020-2023.

Il modello di business che Spes vuole portare a Novi è quello dell’impresa sociale, cioè di un’azienda che ha obiettivi principalmente sociali e reinveste i propri utili a fini sociali, in azienda e nella comunità.

Se l’accordo venisse definitivamente siglato nel mese di Settembre si potrebbe parlare di una vera e propria ibridazione dei modelli di business tipici della cooperazione sociale con obiettivi di mercato.

“Come imprenditore sociale – dichiara Antonio Di Donna, Presidente del Gruppo Spes – vorrei creare valore per il territorio di Novi e per il Made in Italy. Pernigotti è un’opportunità unica di condividere il modello sociale all’interno in una grande azienda e per creare uno stretto legame tra valore economico e produzione di valore sociale. La strategia è dare centralità allo stabilimento di Novi per crescere nel mercato del cioccolato e del torrone di qualità facendo leva sul know how esistente. Il nostro obiettivo è mettere al centro le comunità, le persone, il territorio, perseguendo obiettivi di crescita commerciale e generando opportunità”.

I prossimi obiettivi di Spes, ferma restando la conferma di Pernigotti a concedere le garanzie per l’esclusiva decennale, sono:

  • cercare un accordo con Emendatori per una produzione unitaria del sito, anche attraverso la creazione di una NewCo impresa sociale
  • presentare il progetto di piano industriale alle parti sociali
  • concretizzare l’impegno delle istituzioni, in particolare Mise e Regione Piemonte, rispetto agli investimenti per la reindustrializzazione

Il Gruppo Spes è un’impresa sociale che si riconosce nei valori fondanti dell’Opera Torinese del Murialdo. Nasce a Torino nel 1970 come laboratorio artigianale di cioccolato.

Nel2018 è tra i soci fondatori dell’impresasociale GenerA-Azioni che riunisce ad oggi sette organizzazioni del terzo settore che vanno dalla produzione artistica al food, all’associazionismo, alturismo e all’educativa territoriale.

Negli anni ha conseguito una duplice evoluzione, elevando la qualità delle lavorazioni e creando una filiera composta da altri enti sociali, al fine di alimentare una rete solidale che renda i prodotti buoni e giusti. Spes sostiene attività ad alto valore etico, agevolando i giovani e le persone socialmente fragili nel mondo del lavoro tramite percorsi di formazione, didattici ed esperienze lavorative, senza rinunciare alla qualità del servizio e dei prodotti.

Accordo per il rimpatrio volontario assistito dei migranti

È stato siglato un protocollo con il Ministero dell’Interno e le Prefetture piemontesi.

Così il Piemonte ha a avviato un progetto sperimentale per il rimpatrio volontario assistito dei migranti.

E’ previsto un contributo al singolo immigrato di 2.000 euro maggiorato del 50% se accompagnato da un familiare e del 30% se c’è un figlio.

Il Piemonte è la seconda regione, dopo il Friuli Venezia Giulia, a sottoscrivere questo tipo di sperimentazione, che sarà finanziata per il 50% con risorse europee (Fondo Asilo Migrazione e Integrazione – Fami) e per il 50% dal Ministero degli Interni.

Il documento sancisce un modello innovativo di intervento a regia regionale, in partenariato con Prefetture, Enti Locali, organizzazioni internazionali ed enti di riferimento del settore.

La Regione Piemonte coordinerà un Tavolo di concertazione territoriale per incentivare i rimpatri volontari dei migranti presenti in Piemonte, attraverso progetti che ne consentano il concreto reinserimento nel tessuto sociale e produttivo dei paesi di origine. Il sostegno economico, infatti, non sarà assegnato al singolo individuo, ma per sostenere l’avvio di una attività lavorativa.

Il tema dell’immigrazione è prioritario per la nostra regione e oggi abbiamo avviato un progetto che ci permetterà di incentivare il rimpatrio dei migranti presenti in Piemonte” – sono le parole del presidente della Regione Alberto Cirio, in carica dal 6 giugno 2019 per il centrodestra.

In Prefettura a Torino ha siglato il protocollo insieme al sottosegretario del Ministero agli Interni Nicola Molteni, il capo Dipartimento per Libertà civili e l’Immigrazione Michele di Bari e i sette Prefetti piemontesi.

È importante come nel caso dell’ex Moi sgomberare le occupazioni abusive, ma allo stesso tempo servono misure concrete per gestire la situazione anche dopo, altrimenti si rischia solo di spostare il problema da un posto all’altro- ha aggiunto il presidente Cirio – Questo progetto è una sperimentazione importante perché non dà un sussidio economico fine a se stesso, ma crea le condizioni perché un migrante possa tornare a casa e poi avere realmente le opportunità per restarci. Diciamo spesso “aiutiamoli a casa loro”, ma poi non lo facciamo. Questa volta invece alle parole seguono i fatti, anche attraverso le risorse di quell’Europa che troppo spesso ha lasciato solo il nostro Paese nel gestire un problema che, però, non è solo italiano. Il Piemonte è una terra solidale, ma la solidarietà deve sempre andare di pari passo con la legalità”.

Con questa firma cambia il paradigma utilizzato fino a oggi sul tema della gestione dell’immigrazione: non più soldi per far restare gli immigrati sul nostro territorio ma incentivi per farli tornare nel loro Paese – ha affermato l’assessore alla Sicurezza Fabrizio Ricca – Il rimpatrio volontario, insieme ad altri strumenti, può essere un tassello in più per mettere ordine in una crisi migratoria che per troppo tempo non è stata gestita. Il caso delle palazzine dell’ex-Moi, definitivamente liberate nelle scorse settimane, può essere un banco di prova interessante per sperimentare questo tipo di approccio innovativo, coinvolgendo gli ex occupanti”.

Vito Piepoli

Polliotto (UNC): danno da vacanza rovinata, come ottenere il rimborso

Parla la Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori del Piemonte. Le procedure da adottare per far valere anche in tal caso i diritti dei consumatori

Estate, tempo di ferie, sole e mare, ma anche di vacanze rovinate. “Ogni anno, giunti a fine stagione, si ripete il rituale: numerose le segnalazioni di decine di consumatori che si rivolgono alle associazioni di categoria, chiedendo per mail e posta tradizionale consigli e lumi su come ottenere un risarcimento per non aver goduto della vacanza tanto attesa a causa di anomalie e disservizi turistici. Ci giungono segnalazioni di disservizi da varie regioni, per quelle marittime specialmente Toscana, Emilia Romagna e Liguria, province di Imperia e Savona in particolare”, dichiara l’Avvocato Patrizia Polliotto, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, dal 1955 a oggi la prima, più antica e autorevole associazione consumeristica italiana.
“Ed ecco riemergere i consueti problemi: bagagli smarriti, voli cancellati, inadempienza dell’agenzia di viaggio, strutture alberghiere e ricettive fatiscenti. In tali casi, ricordiamo sempre ai consumatori di verificare che il soggiorno si svolga esattamente come previsto, e documentare gli eventuali disagi subiti tramite fotografie, dichiarazioni scritte di altri turisti trovatisi nelle medesime condizioni, fatture di spesa, nonché di rivolgersi subito ai rappresentanti dell’organizzazione di soggiorno presenti sul posto onde segnalare tutte le difformità rispetto al contratto di viaggio”, spiega nel dettaglio l’Avvocato Patrizia Polliotto, che aggiunge: ”E’ bene altresì, soprattutto, ricordare ai consumatori che, una volta avvenuto il rientro a casa, si hanno a disposizione 10 giorni lavorativi per inviare un reclamo con richiesta di rimborso a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno indirizzata all’agenzia di viaggi o tour operator che dir si voglia, e per conoscenza al Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori con sede in Torino, via Roma 366, oppure richiedendo informazioni in orario d’ufficio allo 011 5611800”.

E, precisa infine l’Avvocato Polliotto: “Per chi viaggia e utilizza autovetture a noleggio, verificare sempre la qualità delle aziende cui ci si affida, facendo segnare i danni già presenti al ritiro della vettura e fotografandola alla riconsegna facendosi dichiarare per iscritto l’assenza di nuovi danni, controllando altresì che in fattura o ricevuta vi siano correttamente addebitati gli importi relativi ai soli servizi realmente fruiti”.

Alle donne vittime di violenza i beni confiscati alla criminalità

DAL PIEMONTE

Uno dei beni confiscati alla criminalità organizzata in Novara e attribuito al Comune , sarà presto oggetto di un intervento di ripristino e destinato all’accoglienza di donne vittime di violenza.

 

NOVARA <<La Giunta – spiega l’assessore alla Cura della Città Mario Paganini – ha stabilito di intervenire con alcune migliorie all’interno dell’appartamento in corso XXIII Marzo 177: quando questo era diventato parte del patrimonio dell’Ente, nel 2017, era stato verificato che i locali non erano subito utilizzabili a causa di problemi di carattere strutturale, impiantistico e di conformità edilizia. Nel frattempo il nostro Ufficio tecnico ha elaborato un progetto di recupero che ha partecipato a un bando della Regione Piemonte e ottenuto un finanziamento massimo del cinquanta per cento delle opere previste, pari a 34.000 euro. Gli interventi prevedono l’esecuzione di opere manutentive di natura straordinaria per il recupero, l’adeguamento funzionale alle normative tecniche vigenti e la riqualificazione di due beni immobiliari, un’unità abitativa e una commerciale. Il recupero dell’immobile, come previsto dal bando regionale e dalla legge nazionale sui beni confiscati, è legato al suo riutilizzo per scopi sociali di presidio territoriale: nell’unità commerciale sarà creato un centro di monitoraggio e presidio per azioni di contrasto alle infiltrazioni mafiose sul territorio, gestito da un’associazione attiva in questo campo, mentre l’appartamento sarà dedicato alla creazione della prima “casa rifugio” del territorio novarese di emergenza abitativa per donne vittime di violenza>>.

 

Gli interventi sono stati inseriti nel Programma delle Opere pubbliche 2019-2021, <<già approvato nel 2018 – ricorda l’assessore – dal Consiglio comunale per un importo complessivo di 68.000 euro. Una parte sarà finanziata dal Comune, mentre l’altra, , come detto, attraverso il contributo regionale in quanto che il progetto, redatto dal Servizio Lavori pubblici del Comune, rientra nella più ampia attività dell’assessorato alle Politiche per la Famiglia della Regione Piemonte per la creazione di nuovi centri anti-violenza e di soluzioni di accoglienza in emergenza e di secondo livello per le donne vittime di violenza, sole e con figli e figlie>>.

Calano i prezzi delle case in montagna

Riceviamo e pubblichiamo

MERCATO IMMOBILIARE IN SALITA. E CON LA BANDA ULTRALARGA, VALORI IN AUMENTO DEL 10%. MA NON VOGLIAMO NUOVE CASE DI HEIDI 

L’arrivo della fibra ottica a casa, con la modalità Ftth (fiber to the home), farà crescere del 10 per cento il valore degli immobili nei Comuni delle Alpi e degli Appennini. Il Piano della banda ultralarga, secondo le analisi Uncem, sarà importante non solo per superare il divario digitale, ma anche per dare maggior valore e anche mercato a case singole e appartamenti nelle località montane italiane. Perché il servizio che Open Fiber sta realizzando con i fondi europei, statali e regionali, è un vettore di sviluppo al pari dell’arrivo di una strada. Così, il valore degli immobili cresce e lo stesso mercato potrà subire una scossa. “Si tratta di alcuni primi indicatori che possono indurci a lavorare meglio e di più affinché il Piano banda ultralarga venga accelerato – spiega Marco Bussone, Presidente Uncem – A oggi è lento, in ritardo. Ma non appena concluso avrà effetti anche sul valore degli immobili, non solo nelle località turistiche. Essere connessi oggi è determinante, anche per chi acquista una casa o un appartamento“.

Le compravendite nel 2018 sono cresciute in montagna del 4%, secondo l’ultima rilevazione di Fimaa (l’associazione di agenti immobiliari aderente a Confcommercio) e Nomisma. Il prezzo medio è 2.122 euro al metro quadro in montagna. In crescita anche i borghi alpini: Ravascletto (UD) +3,4%, Tarvisio (UD) +3,3%, Sauris (UD) +3,2%, Forni di Sopra (UD) +3,1%.

“Il tema non è solo comprare più o meno seconde case – aggiunge Bussone – bensì le modalità di abitare, restare, fare impresa, essere parte di quel luogo. Anche il tema architettonico è per noi determinante. Fanno sorridere certe foto di immobili tipici, legno e pietra tradizionali, fatti nuovi, case di heidi delle quali proprio non sentiamo bisogno. Oggi l’architettura contemporanea trova nuovi stili e modelli di intervento su aree edificabili e in particolare sul recupero. Ridurre, fermare il consumo di suolo è decisivo. In montagna, vogliamo agevolare il recupero dei borghi. Puntiamo sull’innovazione e la banda ultralarga è decisiva anche rispetto ai valori degli immobili. Puntiamo su un’abitare, anche temporaneo, che fa crescere nuove comunità, dove chi arriva porta idee e nuovi percorsi che si intrecciano con chi vive i territori montani da sempre. In questo snodo sta la nostra attenzione a politiche, prezzi, valori delle case in montagna. Anche rispetto al mercato turistico, che è ancora un pezzo determinante dell’economia della montagna. Sempre se chi arriva nel proprio appartamento non si sia portato tutto da Torino o Milano, con quella tappa al centro commerciale di periferia dove ha comprato anche l’acqua. Questo non è certo il turismo nel quale Uncem crede. Scegliere la montagna e il turismo nelle località alpine e appenniniche vuol dire anche ‘comprare in valle’ affinché la montagna non si desertifichi ulteriormente”.