ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 475

“La Regione sempre più vicina alle famiglie che vivono la disabilità”

L’assessore Caucino: “La famiglia non deve mai sentirsi sola di fronte all’invalidità. La solitudine di queste persone deve essere combattuta sempre più tenacemente con il sostegno concreto da parte delle Istituzioni”

Chiara Caucino, Assessore alle Politiche della Famiglia, dei Bambini e della Casa, Sociale, Pari Opportunità è intervenuta al convegno “Anfass Torino: 1959-2019. Oggi come ieri pronti al futuro”, organizzato dall’Associazione nazionale di famiglie e persone con disabilità intellettiva e/o relazionale”.

La collaborazione tra Regione Piemonte e le associazioni più rappresentative che supportano le persone disabili e le loro famiglie ha prodotto l’attuazione di circa 300 progetti per la vita indipendente, gestiti direttamente da disabili.

Caucino ha ricordato come “al termine dei lavori del Tavolo regionale è stata ampliata la possibilità di accesso a progetti di vita indipendente, includendo anche le esigenze delle persone con disabilità intellettiva e relazionale oltre a quelle con deficit motorio”.

“Con l’applicazione delle nuove linee guida – ha proseguito Caucino – è ora possibile fornire strumenti concreti, studiati in base alle esigenze del singolo, per aiutare le persone in difficoltà a costruire e mantenere il proprio percorso autonomo: formazione, lavoro, famiglia, mobilità, socializzazione e abitazione sono gli ambiti coinvolti”.

“Qualunque possibilità di accesso al lavoro – ha concluso Caucino – è un passo verso l’indipendenza e l’integrazione e le Istituzioni hanno il dovere di concorrere a costruire un progetto condiviso con le realtà che sostengono le situazioni più delicate, perché questa è la vera sfida del futuro”.

Trasporti transfrontalieri, buone notizie

Ripresa dei lavori di raddoppio del tunnel di Tenda, deroghe per i mezzi pesanti nella Val Roya e treni più veloci sulla Cuneo-Ventimiglia. Questi i temi affrontati nei giorni scorsi alla Conferenza Intergovernativa italo francese a Roma, cui ha partecipato l’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte Marco Gabusi con i tecnici piemontesi Giovanni Ruberto, per il settore stradale, e Marina Veneziano, per il comparto ferroviario. 

«Siamo moderatamente soddisfatti – commenta l’assessore Gabusi – per lo sblocco del cantiere del Tenda. Dico moderatamente perché quest’opera è comunque in ritardo e il territorio sta soffrendo ormai da troppo tempo». Il cantiere per il raddoppio del tunnel stradale del Col di Tenda, bloccato a maggio 2017, quando risultavano eseguiti il 23% delle opere (poco meno di 31 milioni di euro del contratto iniziale pari a 133,1 milioni), è in attesa di riaprire a seguito del nuovo affidamento Edilmaco nel maggio 2019. L’ipotesi iniziale di riapertura a settembre 2019 è infatti slittata, ma sembrano esserci notizie positive. «I tempi ora sembrano essere più chiari – conferma l’assessore Gabusi – e ci sono tutti gli elementi per riaprire presto il cantiere. Anas sta infatti predisponendo con Edilmaco la perizia di variante ed entro una decina di giorni avremo la relazione. Inoltre, entro un mese e mezzo il consorzio inizierà la rimozione del materiale anidritico, indispensabile per poter riprendere i lavori. Ora che Anas ha ufficialmente sgombrato il campo dalle ipotesi di cambiamenti o ridimensionamenti del progetto trapelate nelle scorse settimane, presumiamo che lo scavo della galleria possa iniziare per la primavera 2020».

 Aperture al dialogo e convergenza anche sul fronte dei trasporti ferroviari. È infatti confermata la disponibilità per il rinnovo della convezione italo francese che consente la manutenzione e la messa in sicurezza della linea ferroviaria Cuneo-Ventimiglia. «La prospettiva per la firma di una nuova convezione è fissata entro l’anno 2020 – spiega l’assessore Gabusi –.  Immediatamente dopo la Regione Piemonte potrà chiedere l’aumento della velocità dei treni, che era stata ridotta dal gestore dell’infrastruttura francese per salvaguardare l’infrastruttura in assenza di garanzie sull’assunzione degli oneri di manutenzione da parte degli stati e così rendere più rapido il collegamento. Le tre Regioni interessate, Piemonte, Liguria e Auvergne-Rhône-Alpes hanno inoltre concordato di mettere in atto tutte le azioni utili per inserire la tratta nelle linee transfrontaliere». Questo consentirebbe di accedere ai fondi europei e avere così finalmente un polmone economico per il potenziamento della tratta. «Il percorso – commenta l’assessore – è senz’altro articolato, ma ritengo che si siano gettate le basi per una nuova stagione della Cuneo-Ventimiglia».

Ultimo punto all’ordine del giorno, il tema del traffico dei mezzi pesati lungo il confine italo francese. Pochi però i passi in avanti. È stato infatti chiesto alle istituzioni francesi di prevedere delle deroghe, anche limitate nel tempo, al limite di carico nella Val Roya di 19 tonnellate, imposto nel 2017. L’attuale situazione di precarietà dell’autostrada A6, che potrebbe chiudere nuovamente e improvvisamente, unita alla chiusura della Maddalena per rischio valanghe e alla condizione di fragilità delle strade dopo le alluvioni hanno portato ad un sostanziale isolamento del Cuneese nei suoi trasporti da e verso la Francia. «Le risposte di oggi sono state però ancora interlocutorie – spiega l’assessore Gabusi – e tutt’altro che concrete. In una simile situazione è chiaro che non ci basta la solidarietà a paroleCiò che vogliamo è una soluzione concreta e rapida. Ci impegneremo per ridare la possibilità di movimento al territorio, pensando soprattutto alle aziende, che hanno l’esigenza di trasporti importanti delle merci. Le imprese, che abbiamo anche visitato nei giorni scorsi, sono in grave pericolo, poiché le mancate consegne si stanno accumulando a causa delle numerose interruzioni stradali in Liguria dovute alle alluvioni, con la conseguente compromissione di commesse a dir poco vitali».

Il nuovo Day Hospital di Neuropsichiatria Infantile del Regina Margherita

E’ stato inaugurato il nuovo Day Hospital di Neuropsichiatria Infantile dell’ospedale Regina Margherita della Città della Salute di Torino (diretto dal professor Benedetto Vitiello)

 Avrà una funzione essenzialmente diagnostica, allo scopo di ridurre l’ospedalizzazione in casi affetti da patologie neurologiche e neuromuscolari. E’ differenziato in due sezioni: l’area neurologica e l’area psichiatrica. I locali (studio per colloqui, sala medica, cucina, due aule scuola, sala giochi) sono stati arredati, sulla base delle esigenze dei ragazzi, delle loro famiglie e dei clinici, grazie al contributo di “Io sto col Regina Margherita” Onlus.

La configurazione  attuale vede, nell’ambito di spazi  rinnovati ed arredati (circa 400 metri quadri), una duplice  articolazione: DH neurologico, DH psichiatrico con una ulteriore specializzazione, ovvero il DH psichiatrico  post-ricovero.

Negli ultimi anni si è assistito ad un progressivo e massiccio incremento degli accessi dei pazienti in DH che sono passati da circa 600 nel 2014, a 2730 nel 2016 fino a 3500 nel 2019. In particolare il trend di incremento della richiesta di cura è legato all’emergenza/urgenza nell’ambito della patologia psichiatrica dell’adolescenza, che ha coinvolto sia le strutture ospedaliere che quelle territoriali, con un importante abbassamento dell’età di esordio ed un drammatico ed esponenziale incremento della numerosità e della gravità della psicopatologia (circa 300 passaggi in DH Psichiatrico nel 2014 e 3100 passaggi nel 2019). E’ rimasta invariata la quota dei DH neurologici, con  un incremento di Day services per i bambini affetti da patologia neuromuscolare.

Si sottolinea  che i dati quantitativi devono poter essere interpretati alla luce della qualità della molteplicità degli interventi offerti, in rapporto alla complessità clinica dei pazienti seguiti.

Di seguito una breve descrizione dei servizi nelle loro differenti declinazioni.

Il DH psichiatrico si rivolge prevalentemente a bambini ed adolescenti con psicopatologie complesse, in fase subacuta, che ad oggi vede una prevalenza, tra le altre patologie, di condotte distruttive, ideazione suicidaria con importante blocco evolutivo. Il DH psichiatrico inoltre è divenuto, negli ultimi anni, un dispositivo elettivo nelle condizioni di ritiro sociale e rifiuto scolastico gravi ed invalidanti, situazioni in cui i ragazzi operano un potente autosabotaggio, realizzando un vero e proprio suicidio sociale. Progressivamente il DH ha assunto una funzione prevalentamente terapeutica, sviluppata in modo flessibile, attraverso percorsi semi-intensivi di cura multidisciplinare, che consentono una presa in carico “su misura”, modulabile e personalizzabile, per bambini ed adolescenti con disagio e patologia psichiatrica varia. Accanto agli interventi più strettamente sanitari (offerti da medici NPI, infermieri pediatrici, psicologi psicoterapeuti, medici specializzandi in NPI), si realizzano preziose esperienze didattiche (grazie agli insegnanti della Scuola in ospedale), socializzanti, ricreative e creative (grazie agli educatori ed all’arteterapeuta), che facilitano e sostengono il reinserimento nel contesto sociale e di vita. Tali attività, fondamentali per consolidare i cambiamenti evolutivi dei ragazzi, sono stati possibili grazie alla Onlus “Io sto con il Regina Margherita”, che dal 2014  sostiene economicamente, con generosità e continuità, l’investimento relativo all’intervento educativo in day hospital.

Il consolidamento di queste strategie ha consentito al DH Psichiatrico di rappresentare per molti casi una tappa intermedia tra il ricovero in NPI ad alta intensità di cure ed una presa in carico territoriale a minor intensità di cure.  Flessibilità e personalizzazione degli  interventi “cuciti su misura” caratterizza ogni fase della  presa in carico,con attenzione alla fase di aggancio e svincolo. A questo proposito dal 2009, è attivo il progetto “Un ponte tra ospedale e territorio” col finanziamento della Compagnia di Sanpaolo, che vede in CasaOz, facente parte strutturale delle reti di supporto all’ospedale, l’opportunità di uno spazio diurno, intermedio transizionale, finalizzata al reinserimento sociale attraverso laboratori espressivi e sostegno scolastico.

L’attività del Day hospital neurologico consente di svolgere attività diagnostiche complesse con personale qualificato, può permettere di accorciare un ricovero ordinario, si offre altresì come alternativa al ricovero, soprattutto in rapporto alla necessità attuale di utilizzare i posti letto per la patologia psichiatrica. Si articola in accessi diagnostici con effettuazione di esami neurofisiologici (EEG, Potenziali evocati ed EMG) anche in sedazione, esami ematologici, consulenze e valutazioni multidisciplinari, rivolti a pazienti con encefalopatie epilettiche, patologie neurologiche complesse e disturbi del neurosviluppo (Disturbi dello Spettro Autistico); accessi terapeutici rivolti a pazienti con epilessie farmacoresistenti con recrudescenze acute (cicli terapeutici con ACTH i.m.) e pazienti con diagnosi di ADHD per inizio terapia specifica. Nel contesto del DH neurologico si inserisce anche l’attività di Day Service rivolta ai pazienti con patologia neuromuscolare.

 

 

 

A Biella gli Stati generali del Sociale

Dal Piemonte

L’ASSESSORE CAUCINO: “ORGANIZZERO’  QUI IL PRIMO FESTIVAL  D’ITALIA”

Gli stati generali del Sociale a Biella. Un Festival del Sociale per la precisione, quello nato ed ispirato dalla volontà dell’Assessore regionale alle Politiche sociali, Chiara Caucino:

Ho deciso di convogliare a Biella, la mia città, gli stati generali del Sociale. Un Festival, una festa, un evento a 360° che abbracci tutto il Piemonte e tutta Italia. È un esperimento ambizioso ed ho iniziato a condividerlo con il Sindaco della città e con tutti gli operatori regionali e nazionali”.

Prosegue Caucino: “Il periodo da segnare in agenda è l’autunno del 2020. Le porte del mio Assessorato sono aperte, siamo ricettivi tutti gli operatori del mondo del sociale. Inviterò docenti, esperti, organizzazioni del volontariato, rappresentanti delle comunità, delle Regioni, stileremo ovviamente una scaletta di temi che abbraccerà il mondo dell’assistenza in maniera globale. L’evento sarà aperto ai cittadini, il nostro pubblico più prezioso.”

Nel definire l’obiettivo l’Assessore Caucino ricorda come: “Le Politiche sociali non sono una ‘Cenerentola’. Oggi come non mai accolgo le necessità delle fasce più deboli, dei minori, degli anziani, di chi riscontra problemi nel trovare un alloggio, di chi l’alloggio non lo può manutenere. Abbiamo nel nostro splendido Paese delle persone ai margini della società. Ecco, mi piacerebbe rendere Biella una ‘Capitale del Welfare’. Non potremo fare miracoli forse, ma faremo tutto il possibile.”

L’evento sarà anche un ottimo volano per l’economia locale, per promuovere il territorio, ma soprattutto per stimolare un “turismo della sensibilità” che porti benefici, in senso più ampio, in ogni settore.

A.L.

www.regione.piemonte.it

Requiem per la Bosnia, un libro che porta sangue al cuore

Dal Piemonte

Mercoledì 4 dicembre alle ore 16 nella Sala Scimé di Mondovì (CN) è stato presentato il libro Requiem per la Bosnia di Barbara Castellaro (Infinito Ed., 2019). Oltre all’autrice, sono intervenuti Stefano Casarino, Presidente della Delegazione AICC di Cuneo e della Sezione ANPI di Mondovì; Gigi Garelli, Direttore dell’Istituto Storico e della Società Contemporanea di Cuneo, e Marco Travaglini, giornalista e scrittore

L’evento è stato organizzato dalle su ricordate Associazioni, assieme a Gli Spigolatori di Mondovì e al Centro Studi Monregalesi, e ha avuto il Patrocinio della Città di Mondovì. L’introduzione, affidata al primo relatore, ha messo in risalto il carattere intimistico e lo stile paratattico dell’opera, che non è, non vuole essere un saggio storico, ma un volumetto di riflessioni, come l’ha definito la stessa autrice: un testo intenso e delicato, certamente dolente (da qui nel titolo il Requiem: a giudizio di chi scrive, più il Requiem di Fauré che quello di Mozart o di Verdi), denso di ricordi, suggestioni, riflessioni. Barbara è affascinata dal “ponte”, un simbolo importante e salvifico in quest’età di “muri”, ma anche un posto ideale per riflettere, come scrive lei, su cosa può fare la guerra, su come un uomo possa, quasi per capriccio, cancellare intere generazioni di propri simili: la peggior guerra europea dal 1945 ad oggi, svoltasi vicino ai nostri confini orientali, nella colpevole inazione dei Caschi blu olandesi che pure erano presenti, un clamoroso fallimento dell’Occidente in generale e della Comunità Europea in particolare.Tutto ciò non va rimosso, anzi: è vero che la guerra di Bosnia Erzegovina (1992-5) non si studia a scuola nei libri di storia. Proprio per questo, dunque, sono importanti libri come quello di Barbara, che sconvolgono e inducono ad informarsi, a tentare di capire come siano stati possibili l’assedio di Sarajevo (il più lungo della storia, dal 5 aprile 1992 al 29 febbraio 1996) e la strage di Srebrenica (11 luglio 1995: Srebrenica, che significa “la città dell’argento”, prima della guerra contava 40.000 abitanti, oggi è ridotta a 9.000).

Barbara ha parlato e ha pianto con le madri bosniache, ha raccolto testimonianze strazianti, si è sentita dire che gli Italiani sono un popolo che non nega mai un sorriso, che è sempre pronto ad aiutare: è ancora vero oggi, in questo momento di sovranismo e di “Prima gli Italiani”? Un interrogativo che chi scrive ha voluto rimarcare con preoccupazione. Nel secondo intervento, Gigi Garelli ha parlato di quella guerra come del primo laboratorio di artificiosa costruzione del “nemico”: lì e allora si portarono alle estreme conseguenze le deliranti ideologie della “nazione monoetnica” e della conseguente “pulizia etnica”, passando in brevissimo tempo dalla plurisecolare convivenza di religioni diverse (Sarajevo come nuova Gerusalemme) all’incubo del vicino visto con altri occhi, il “diverso”, il “nemico” appunto. Quella guerra smentisce il rassicurante convincimento che l’Europa ha garantito più di settant’anni di pace, ne rivela in pieno la debolezza. Ma anche oggi quel territorio (quegli spazi balcanici che, secondo Churchill, contengono più storia di quanta ne possano consumare) ha un’importanza straordinaria, è lo snodo delle nuove ondate migratorie e lo scenario di nuove forme di intolleranza e di sopraffazione, anche qui senza che l’Europa analizzi e affronti, o almeno imposti, il problema in maniera chiara. Marco Travaglini ha commentato le immagini che scorrevano alle spalle dei relatori, le bellissime foto di Paolo Siccardi, e ha rimarcato il fatto che a Sarajevo per più di quattrocento anni le tre religioni monoteiste avevano convissuto pacificamente: quella non fu, come vollero farci credere, una guerra di religione, uno scontro di culture. Fu lì che nacque lo “psiconazionalismo”, come segnalato dal libro di Angelo Lello, Il sentiero dei tulipani. Psiconazionalismo in Bosnia Erzegovina, (Infinito Ed. 2011) e come perfettamente definito dal Dr. Domenico Campogrande: quando si utilizza l’armamentario della paura e dell’angoscia a protezione di un gruppo o di una etnia, l’effetto è la distruzione del presupposto dell’eguaglianza degli uomini. Il conflitto in Bosnia e Erzegovina rappresenta il paradigma esemplare del disconoscimento dell’altro come persona, gruppo e nazione.

 L’indicibile orrore di quella guerra ha fatto scaturire l’urgenza della normalità e il bisogno del perdono: come scrive Barbara, questo lavoro parla di grandi dolori, ma anche di perdono, di rinascita e di speranza. Proprio di questo hanno discusso Gigi Garelli, nel ruolo di competente intervistatore, e l’autrice nella seconda parte del pomeriggio: del racconto pudico e commosso delle mille facce del dolore in cui si è imbattuta Barbara; del suo bisogno di raccontare, anzitutto per sé (per conservare i propri ricordi); del valore catartico sia del dolore che del racconto. Ѐ su questa nota che vorrei concludere: può esserci catarsi, a mio giudizio, solo se c’è empatia e comprensione. E ravvedimento e volontà di restare vigili, e di bloccare sul nascere, prima che sia troppo tardi, ogni velleità e ogni delirio nazionalistico.

Stefano Casarino

Filiera bosco-energia: il 12 dicembre convegno a Torino

Quali  interventi e opportunità?

Il 12 dicembre, dalle 9 alle 13, presso Casa Ugi, in corso Unità d’Italia 70 a Torino, si terrà il convegno organizzato da Regione Piemonte e Ires Piemonte“Filiera bosco – energia: interventi e opportunità”.

In quest’occasione saranno presentati i risultati della ricerca condotta dall’Ires Piemonte sulla filiera bosco–legno-energia, in cui, partendo dall’analisi del quadro normativo che disciplina la filiera forestale, sono stati analizzati alcuni casi esemplari di centrali termiche già realizzate o in fase di realizzazione. L’obiettivo della ricerca era quella di raccogliere le considerazioni utili sulla politica della filiera: l’organizzazione, la regolamentazione e quali azioni intraprendere.

A seguire, verrà ospitata una tavola rotonda, in cui gli imprenditori piemontesi presenteranno le iniziative realizzate con i finanziamenti del Programma PAR FSC 2007-2013 e le opportunità riscontrate.

L’impiego delle energie rinnovabili – dichiara l’assessore allo Sviluppo delle attività produttive e delle piccole e medie imprese – Andrea Tronzano – è un obiettivo strategico della politica energetica dell’Unione Europea e, in questo ambito, il ruolo giocato dalle biomasse legnose per la produzione di energia termica e per la cogenerazione è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi. Le emissioni che derivano dalla combustione delle biomasse legnose sono però un problema per la qualità dell’aria quando non si tengono il considerazione la qualità del combustibile, le prestazioni degli apparecchi e i comportamenti gestionali necessari”.

“La filiera bosco-energia – aggiunge l’assessore alle Foreste, Fabio Carosso – realizzata nel rispetto delle esigenze di sostenibilità ambientale è strumento di politica energetica, ambientale, di sviluppo socio economico locale con importanti ricadute positive sulla sempre più necessaria gestione del territorio. Per gli operatori (proprietari, gestori, imprese) del settore forestale tale situazione rappresenta una importante opportunità e uno stimolo verso la scelta della tracciabilità e sostenibilità delle forniture, della qualità dei combustibili, dell’affidabilità degli impianti, della drastica riduzione delle emissioni e di una moderna offerta commerciale. Questa evoluzione si accompagna alla costituzione di accordi locali tra proprietari e gestori del bosco e produttori di energia. Le esperienze maturate rappresentano un patrimonio importante cui fare riferimento nelle opportunità offerte dagli incentivi (conto termico e certificati di efficienza energetica) oggi esistenti per lo sviluppo di nuove iniziative”.

Casa, il 25,7% delle compravendite riguarda l’investimento

L’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa ha analizzato un campione di compravendite effettuate attraverso le agenzie affiliate Tecnocasa e Tecnorete nel primo semestre del 2019. L’analisi si focalizza sul motivo dell’acquisto delle abitazioni ed interessa tre diverse realtà territoriali: Torino città, Torino provincia (escluso il capoluogo) e l’intera regione Piemonte.

A Torino città si evidenzia che il 25,7% delle compravendite riguarda l’investimento, mentre il 74,3% delle compravendite riguarda l’acquisto dell’abitazione principale. Un anno fa, nel primo semestre del 2018, la percentuale di acquisti per investimento era inferiore e si attestava al 20,2%.

 

La percentuale di acquisti per investimento è più bassa in provincia di Torino (escluso il capoluogo), dove solo il 11,1% delle compravendite ha questa finalità, il 4,4% è per casa vacanza, mentre l’84,5% degli acquisti riguarda l’abitazione principale.

Infine, analizzando l’intera regione Piemonte, si evince che la percentuale di acquisti per investimento si attesta al 15,7%, il 4,5% è per compravendite di casa vacanza e il 79,8% delle transazioni riguarda l’abitazione principale. Nel primo semestre del 2018 la percentuale di acquisti per investimento si attestava al 14,1%.

Ospedale Sant’Anna, l’assessore: “Eccellenze sanitarie non andranno disperse”

 «LA DECISIONE NON E’ ANCORA PRESA, ASCOLTEREMO TUTTE LE PROPOSTE, PURCHE’ COSTRUTTIVE»

«E’ mio dovere ascoltare i professionisti della Sanità ed in particolare i sanitari dell’ospedale Sant’Anna di Torino, così come sto facendo, oltre agli esperti qualificati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). Il nuovo Parco della Salute, nei suoi 1049 posti letto finanziati, non sarà fermato, perché la Sanità regionale e la città di Torino hanno bisogno di quest’opera. Cercheremo di migliorare il progetto. Non permetterò che nessuna delle nostre eccellenze sanitarie venga dispersa per vizi ed errori di programmazione, in particolare quando si tratta di assistenza ai bambini e alle donne. Se dal flash mob di oggi, così come dalle altre iniziative promosse dagli operatori del settore arriveranno delle proposte serie e costruttive, saremo disponibili a valutarle, per giungere ad una decisione che, come ho già detto, al momento non è ancora stata presa».

Così l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, in merito al flash mob e alle iniziative spontanee sul futuro dell’ospedale Sant’Anna di Torino.

Dalla Consulta regionale un aiuto ai Comuni per i fondi UE

Un aiuto pratico a favore dei Comuni piemontesi, specie quelli di piccole dimensioni, per accedere ai bandi e quindi ai finanziamenti europei. È questa una delle novità principali del programma 2020 della Consulta regionale europea del Piemonte, presentato nei giorni scorsi a Palazzo Lascaris dal consigliere delegato Michele Mosca: “Il lavoro svolto dalla Consulta è encomiabile – ha sottolineato – è mia intenzione e quella di tutto l’ufficio di presidenza del Consiglio regionale incrementare l’attività, rendendola sempre più pratica, pragmatica e utile per i cittadini piemontesi che intendano o debbano raffrontarsi con le istituzioni europee”.

In particolare, il progetto “Capacity building” persegue il miglioramento della capacità di progettazione europea delle amministrazioni locali piemontesi. Si intende aumentare la consapevolezza degli amministratori locali sulle opportunità offerte dall’Unione europea e sul ruolo potenziale degli enti che rappresentano nell’accesso i finanziamenti. Il progetto è stato illustrato dall’Anci: prevede workshop dedicati agli amministratori locali nelle province piemontesi e nella Città metropolitana di Torino, ma rivolti anche ai funzionari degli enti locali interessati. Verrà anche elaborata la guida “La Programmazione 2021 – 2027: i finanziamenti europei per gli enti locali” per facilitare l’orientamento tra le diverse fonti e la comprensione delle opportunità, dedicata specificatamente alla partecipazione degli enti locali.

All’incontro, cui ha partecipato anche Ivano Martinetti (M5s), sono stati illustrati i tanti progetti che Mosca ha definito nel loro insieme degni di grande attenzione e ai quali verrà quindi dato seguito nel 2020. Come “Diventiamo cittadini europei” con le conferenze nelle scuole piemontesi, il corso di aggiornamento per insegnanti, i viaggi studio per i vincitori, il Seminario di Bardonecchia e la partecipazione all’evento Europe Day organizzato dall’Ufficio del Parlamento Europeo e dall’Ufficio della Commissione Europea di Milano.

Ma anche il Protocollo d’intesa tra il Consiglio regionale e il Politecnico di Torino sulla divulgazione delle opportunità di sviluppo derivanti dall’applicazione del Design Sistemico/Blue Economy in Piemonte.

Si collaborerà al Corso di Laurea Magistrale in Scienze Internazionali dell’Università di Torino, mentre con Cgil, Cisl e Uil è previsto il progetto “Valorizzazione percorsi formativi degli studenti incoming in Erasmus nelle Università piemontesi”. Con l’associazione Acmos “Meridiano d’Europa”, un programma per favorire la partecipazione dei giovani al processo di integrazione europeo attraverso un percorso educativo fondato sui valori della tolleranza e della multiculturalità.

In collaborazione con il Movimento federalista europeo di Torino è in programma il progetto “Tavola rotonda sulla Conferenza sul futuro dell’Europa” e il ciclo seminariale “Le sfide dell’UE dopo le ultime elezioni del Parlamento Europeo”; con il Sioi il progetto “L’Europa a scuola – Formazione per i docenti del territorio del Piemonte”. Con l’associazione Anqui, poi, il progetto “Il futuro dei Quadri direttivi in Piemonte e Europa”.

Welfare aziendale, ci pensa “Passepartout Salute”

Torino Castello, Agenzia Principale di Reale Mutua Assicurazioni, offre una nuova linea dedicata al welfare privato ed aziendale con Mynet, e la possibilità di effettuare il test del DNA

 

Nasce a Torino una nuova linea di servizi dedicati al welfare aziendale e personale dal nome emblematico di “Passepartout Salute”. Ad averla creata è stata Torino Castello, l’Agenzia Principale di Reale Mutua Assicurazioni, da sempre attenta alla qualità di vita dei propri soci. È stata presentata di fronte ad un pubblico interessato e selezionato giovedì 5 dicembre scorso, presso la sede della Turin Tower in piazza Castello 111/113.
“Risulta fondamentale – spiega il board di TORINO CASTELLO – nella società contemporanea fare prevenzione attraverso l’education e la ricerca di servizi innovativi, anche non assicurativi, capaci di favorire una sempre maggiore consapevolezza di quelli che sono i comportamenti a rischio e di come poter compiere scelte sane, che permettano di ottenere benefici immediati e a lungo termine.
Passepartout Salute rappresenta una soluzione chiara nell’ambito del welfare, in grado di garantire un elevato livello di servizio nei casi di necessità di tipo sanitario.
La linea prevede, attraverso l’assegnazione di un codice personale identificativo del gruppo familiare (sino ad un massimo di cinque persone), la possibilità di avvalersi di un network sanitario privato di Fascia TOP, quando si è alla ricerca di una prestazione dentistica, diagnostica o fisioterapica. Il tutto con un tariffario chiaro che offre risparmi importanti in termini economici (fino al 70%) e, soprattutto, uniti all’opportunità di avvalersi di una rete di professionisti e studi medici composta da circa 3000 centri odontoiatrici, cliniche, poliambulatori e fisioterapisti convenzionati sull’intero territorio nazionale. Passepartout Salute si configura, così, un modo semplice ed innovativo per avvalersi della sanità privata, con un servizio qualificato on demand, vale a dire utilizzato al momento del bisogno, anche in occasione delle visite di routine o di controllo, non solo in caso di infortunio o malattia”.
La qualità di questo servizio è garantita da Reale Mutua che, attraverso la controllata Blue Assistance con il servizio Mynet, è in grado di offrire un selezionato network di professionisti e strutture, grazie a vent’anni di esperienza nella ricerca della qualità del servizio sanitario da offrire ai propri associati.
Questo network sanitario convenzionato è, però, solo il programma “base” di un insieme di altre prestazioni, perché nasce con lo scopo di offrire servizi innovativi in grado di anticipare i tempi e fare prevenzione attraverso le ultime conquiste della medicina.
Primo fra questi è il TEST DNA per il welfare. Si tratta di un esame assolutamente non invasivo, che consente di ottenere un quadro dettagliato delle predisposizioni del singolo individuo rispetto ai principali campi del welfare. Un esame più che mai di attualità, in quanto il prossimo anno coincidera’ con il settantesimo anniversario della scoperta della struttura chimica del DNA, avvenuta nel 1950, per opera di un team composto da Francis Crick, James D. Watson, Maurice Wilkins e Rosalin Franklin, una squadra innovativa di origine britannica, che ha condotto alla Fondazione di una nuova area scientifica chiamata “biologia molecolare”.
Attraverso l’acquisto di un semplice KIT sarà possibile, infatti, individuare la correlazione tra DNA e nutrizione e tra metabolismo e performance fisica. Il test DNA WELFARE permette di scoprire, inoltre, il modo in cui ciascuno metabolizza le vitamine, i minerali e i nutrienti, e come le proprie predisposizioni genetiche possano interagire con le performance e la prevenzione dei traumi.
In particolare il test genetico DNA Welfare analizza l’espressivita’ nell’alimentazione, ossia il grado di assorbimento delle vitamine e dei sali minerali, e le intolleranze alimentari, come la celiachia; il metabolismo, ovvero la costituzione (indice di massa corporea, rischio di obesità …), gli ormoni (testosterone, leptina …) e il metabolismo lipidico (trigliceridi, LDL …); l’espressivita’ nelle performance, che si basa su segni vitali, traumi o patologie, quali la tendinopatia o i danni muscolari.
La procedura di utilizzo del test genetico del DNA è estremamente semplice; una volta acquistato il KIT, è possibile effettuare il test in pochissimi minuti, servendosi del tampone buccale. Grazie alle buste preaffrancate fornite, la consegna del campione al laboratorio è facile e veloce; chi vorrà potrà, infatti, lasciare la busta al più vicino ufficio postale o, in alternativa, telefonare al numero verde del corriere che verrà a ritirare il tutto direttamente a casa, a costo zero. Dopo circa un mese gli esiti saranno disponibili nella propria area RISERVATA del sito www.dnapro.it, dove saranno consultabili, in quanto espressi in chiave discorsiva o scaricati in chiave scientifica per essere consegnati al proprio medico di fiducia.

 

Mara Martellotta