ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 471

Trenitalia: conciliazione paritetica anche in Piemonte

Se i clienti del trasporto regionale piemontese ritengono di non aver trovato adeguata soddisfazione al proprio reclamo o a una richiesta di rimborso potranno ricorrere gratuitamente alla conciliazione paritetica

La novità,  già in vigore per i passeggeri di Frecce e Intercity, sarà estesa anche ai clienti del trasporto Regionale di Trenitalia permettendo ai viaggiatori di farsi rappresentare da un’associazione di consumatori per una mediazione con Trenitalia e una positiva risposta alla loro richiesta in maniera facile e senza ricorso a vertenze legali.

Uno nuovo servizio voluto da Trenitalia per essere sempre più vicina alle persone che viaggiano sui propri treni regionali accogliendo le richieste avanzate in tal senso da numerose associazioni dei consumatori.

Nel corso del 2020 Trenitalia promuoverà con l’Amministrazione Regionale e le rappresentanze locali dei consumatori e dei pendolari una serie  di incontri  per far sì che la procedura diventi operativa e accessibile a tutti i clienti regionali entro i primi mesi del nuovo anno.

Avviato nel 2009 nel comparto dei treni a lunga percorrenza e giudicato una best practice a livello europeo, l’istituto della conciliazione paritetica di Trenitalia ha visto crescere in maniera esponenziale (+15% medio all’anno) il numero di domande presentate e ammesse e ha raggiunto nel 2018 un 95% di esiti positivi, con l’accettazione delle proposte formulate dalla commissione di conciliazione. I tempi di risoluzione delle controversie si attestano a 38 giorni dalla presentazione della domanda.

Il decalogo per proteggere gli animali dai botti

Riceviamo e pubblichiamo da OIPA Italia Onlus -Organizzazione Internazionale Protezione Animali

Oltre a divieti e controlli, è cruciale il ruolo di campagne di educazione e responsabilizzazione dei cittadini sui livelli di rumorosità dei giochi pirotecnici e del loro impatto sugli animali

BOTTI DI CAPODANNO, APPELLO DELL’OIPA AI CITTADINI

Gli ultimi giorni dell’anno sono interessati da una grande apprensione per i danni che faranno i botti di Capodanno, causando feriti e vittime tra uomini e animali. Anche quest’anno l’OIPA ha iniziato la diffusione del decalogo con i consigli pratici per affrontare al meglio il problema, dando utili e pratici consigli per proteggere i propri amici a 4 zampe, come non lasciarli in giardino e tenere alto il volume della televisione per attutire i rumori provenienti dall’esterno. Ma non solo: l’appello alla cittadinanza è di essere attivi in prima persona contro l’utilizzo dei botti.

Come? Chiedere al proprio Comune di residenza di emettere un’ordinanza che vieti l’utilizzo di fuochi d’artificio e petardi sul territorio di competenza è il primo passo per sollecitare una presa di posizione da parte delle istituzioni.  È poi necessario segnalare tempestivamente le violazioni di tali disposizioni alle forze dell’ordine e richiedere un intervento per scoraggiare tali pratiche e rendere efficace l’ordinanza in questione. Ma non solo: tra le buone pratiche preventive non possono mancare l’educazione e la sensibilizzazione dei cittadini.

I Comuni dovrebbero organizzare incontri con la cittadinanza per spiegare i vari livelli di pericolosità dei giochi pirotecnici e l’impatto della rumorosità sugli animali, invitando all’utilizzo di quelli più silenziosi e sicuri – evidenzia Massimo Comparotto, presidente OIPA Italia Onlus – Istituzioni e forze dell’ordine si stanno attivando ogni anno di più contro questa pratica che trasforma il primo giorno dell’anno in un bollettino di guerra, ma si può fare ancora molto partendo proprio dalla consapevolezza delle persone riguardo le conseguenze che l’esplosione di botti ha sulla vita degli altri, animali e umani”.

“Specchio dei Tempi” 

Parole rosse / Di Roberto Placido

E’ proprio il caso di dirlo, è lo specchio dei tempi. La continua riduzione del personale, la superficialità e la minore attenzione ai particolari, l’affidarsi sempre di più all’automazione, in molti casi, fanno il resto. Dovevo capirlo ad inizio dicembre quando avevo avuto un segnale anticipatore. Per cambiare la batteria della Fiat 500L di mia moglie Alessandra andai da Angelo, l’elettrauto di Largo Borgaro a Torino, dove da molti anni, batteria a parte, nel mese di dicembre passo a prendere il calendario dell’anno nuovo. Un ricordo degli anni passati che affonda nella mia infanzia, di quando avevo sei-sette anni a Rionero in Vulture il mio paese natio, da garzone di Salone da Barbiere con i romantici calendari da tasca, profumati e con le donne, quasi, nude. Allora peccaminose, oggi sarebbero educande castigatissime. La prima occasione ci ritornerò con un articolo dedicato.

Tornando al calendario di Angelo l’elettrauto, cambiata la batteria, due battute sulla situazione politica ed economica e mi offre il calendario, uno di quelli anonimi con i giorni ed i numeri neri e le domeniche in rosso. Gli chiedo il “solito” calendario, quello del 2019 fa, ancora per pochi giorni, bella mostra nel mio garage, ma lui con grande imbarazzo mi risponde che quest’anno non li ha fatti. Alla mia domanda sul come mai ed alla battuta di uno dei clienti presenti, “sono tutti finocchi oramai”, politicamente scorretta ma normale in un quartiere popolare come Madonna di Campagna, mi rispose: non li prendevano più, si vergognano. Così con un po’ di tristezza prendo l’auto e vado via. Dimenticato il fatto a metà di questo mese vado all’ufficio de La Stampa per rinnovare l’abbonamento al quotidiano. Intestato a mio nome in realtà è per mia Madre. A quasi novantadue anni le sono rimaste poche certezze nella vita, a parte i figli ed i nipoti, il suo essere comunista, cattolica, juventina, sigh!, e lettrice de La Stampa. Oramai non solo informazione ma compagnia quotidiana immancabile al mattino, al Bar sotto casa, con cappuccino, croissant e il “suo” giornale. Dopo avere pagato prendo uno dei calendari distribuiti gratuitamente.

Lo faccio con piacere avendo il logo e la sigla di una delle ”istituzioni” de La Stampa e di Torino e cioè di Specchio dei Tempi. Vado da mia Madre, la informo che per il giornale è tutto a posto e gli lascio il calendario. Anzi glie lo sistemo al suo posto in cucina ed il pensiero va ai calendari dei decenni passati, Frate Indovino, il Barbanera. Questo di Specchio dei Tempi, un po’ meno fantasioso e colorato ma funzionale, lineare, con ai lati il mese precedente e quello successivo. Il giorno dopo passo a salutarla e mi dice: vabbè che sono vecchia e sto perdendo la memoria, ma non sono ancora rincoglionita! Le chiedo lumi e mi indica il calendario. Mi avvicino allo stesso ed incomincio a leggerlo con attenzione per scoprire, sempre più incredulo, che diversi giorni di quasi tutti i mesi , si salvano solo giugno e dicembre, erano sbagliati. Si inizia subito male a gennaio dove da venerdì 3 si passa a mercoledì 4 e giovedì 5 e di seguito fino a domenica 15 per riprendere, correttamente, giovedì 16 e ricadere il 19 con giovedì invece che domenica. Il mese di gennaio finisce poi il 30, lunedì, quando invece termina il 31 venerdì. E così più o meno gli altri mesi con il massimo a Febbraio, errori a parte, dove il mese invece che 29 giorni arriva a 31, sabato.

Sperando che questo 2020 non sia anno bisesto anno funesto ma, non saprei come chiamarlo, il 2020, con febbraio con 31 giorni: che sia un anno speciale. Senza nulla togliere all’opera meritoria e straordinaria della Fondazione di Specchio dei Tempi, alla sua azione eccezionale a sostegno degli anziani, con le tredicesime, dei bisognosi ed in occasione di tragedie e calamità naturali , con la capacità di raccogliere la generosità dei torinesi e dei piemontesi ed in verità di tutto il paese, un errore così non me l’aspettavo. Usando i classici luoghi comuni, non ci sono più le stagioni di una volta, si stava meglio quando si stava peggio e così via ,… non ci sono più i calendari di una volta. Il piacere di fare gli auguri, però, rimane sempre lo stesso, Buon Anno a tutti.

Emodinamica sul territorio

La Giunta regionale del Piemonte  ha approvato l’articolazione della rete dei Centri

 L’ASSESSORE REGIONALE ICARDI (SANITA’): «PROMESSA MANTENUTA, LA RETE REGIONALE GARANTISCE IL SERVIZIO ESTESO A TUTTO IL TERRITORIO»

La Giunta regionale del Piemonte  ha approvato l’articolazione della rete dei Centri di Emodinamica per aree sovrazonali, ponendo formalmente termine alle ambiguità interpretative determinate dalla sovrapposizione dei provvedimenti degli ultimi anni.

«Il Servizio di reperibilità dei Centri di Emodinamica del Piemonte – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – viene esteso a 24 ore al giorno, sette giorni su sette. Fondamentale è garantire l’angioplastica primaria in modo uniforme a tutta la popolazione, senza penalizzazioni di collocazione geografica. La rete dei laboratori di emodinamica rispetta i requisiti strutturali e gli standard di attività in relazione al fabbisogno territoriale. L’angioplastica primaria è oggi universalmente considerata il trattamento di scelta dell’infarto miocardico acuto con una netta riduzione del tasso di mortalità, quando eseguita in tempi brevi, per cui il servizio di Emodinamica appare più che mai prioritario».

Nel nuovo provvedimento della Giunta è anche prevista l’attivazione di una Commissione tecnica, che avrà il compito di supportare la Rete per le emergenze coronariche.

«Avevamo promesso di riorganizzare il Sevizio di Emodinamica entro la fine dell’anno – commenta Icardi – e l’impegno è stato mantenuto, nonostante le diffidenze di alcuni sindaci, forse abituati a ricevere annunci più che risposte concrete».

AREA SOVRA ZONALE LABORATORI  DI EMODINAMICA
TORINO SUD EST  A.O.U.      Città delle Salute e della Scienza di Torino

ASL TO5   Ospedale  Moncalieri

TORINO NORD ASL Città di TO    Ospedale S. Giovanni Bosco

Ospedale Maria Vittoria

ASL TO 4              Ospedali Ciriè – Ivrea – Chivasso

TORINO SUD OVEST A.O.          Mauriziano di Torino

ASL TO5   Ospedale Rivoli

AOU          S. Luigi di Orbassano

PIEMONTE NORD EST AOU          Maggiore di Novara

ASL BI       Ospedale di Biella

ASL VC       Ospedale di Vercelli

ASL VCO    Ospedale di Domodossola

PIEMONTE SUD OVEST AO             S. Croce e Carle di Cuneo

ASL CN1    Ospedale di Savigliano

ASL CN2    Ospedale Alba-Bra /Verduno

PIEMONTE SUD EST  AO             SS. Antonio e Biagio Alessandria

ASL  AT       Ospedale di Asti

STRUTTURE ACCREDITATE Villa Maria Pia di Torino

S. Gaudenzio di Novara

Casa di  Cura Città di Alessandria

Intesa Sanpaolo e Sisal Group per la prossimità finanziaria

 La nuova Società offrirà servizi di proximity banking e di pagamento in oltre 50mila esercizi distribuiti sull’intero territorio nazionale

• Emilio Petrone, che ha fondato e sviluppato SisalPay, guiderà la nuova azienda
• I clienti Intesa Sanpaolo e Banca 5 vedranno più che raddoppiare il numero di esercizi
commerciali presso i quali poter disporre di prodotti e operazioni finanziarie di base, tra le
quali il prelievo contanti
Intesa Sanpaolo, attraverso Banca 5, e Sisal Group, attraverso SisalPay,
hanno costituito una NewCo che offrirà una gamma di servizi finanziari di prossimità – come prelievi e
bonifici – e di pagamento estremamente ampia, consentendo ai cittadini italiani di pagare e svolgere attività
finanziarie di base in modo semplice, veloce e sicuro. La nuova realtà servirà circa 20 milioni di clienti, sia
attraverso una capillare rete di oltre 50mila esercizi, presenti anche nei comuni e nelle frazioni più piccole
del nostro Paese, sia attraverso prodotti e servizi digitali particolarmente innovativi.
Il nuovo amministratore delegato Emilio Petrone, dopo aver fondato e sviluppato SisalPay, brand leader
nei servizi di pagamento, si focalizzerà sull’organizzazione e la crescita della nuova realtà. Il Consiglio di
Amministrazione ha inoltre nominato Paolo Fumagalli presidente della neonata società. Nel CdA entra a
far parte anche Fabio Gallia.
La NewCo, operativa da Gennaio 2020 e partecipata al 70% da Sisal Group e al 30% da Banca 5 (Intesa
Sanpaolo), rappresenterà il primo operatore italiano con modello di “proximity banking”, garantendo
grandi benefici ai consumatori ed alla rete degli esercizi interessati dall’accordo, tramite l’integrazione
dell’offerta di Banca 5 e SisalPay, i cui brand continueranno ad operare.
Emilio Petrone, amministratore delegato della NewCo ha dichiarato: “Grazie all’impegno e alla
determinazione di Sisal Group e Intesa Sanpaolo, oggi annunciamo la nascita del primo operatore italiano
di proximity banking. Attraverso un percorso di integrazione abbiamo creato l’offerta di servizi finanziari e
di pagamento più accessibile del nostro Paese, a beneficio di clienti, cittadini, imprese e Pubblica
Amministrazione. Si concretizzano così le strategie definite insieme al nostro azionista CVC Capital
Partners, volte a generare valore aggiunto per i nostri stakeholder”.
Stefano Barrese, responsabile della Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, ha commentato:
“L’accordo con SisalPay consentirà la nascita di un nuovo operatore leader nei servizi finanziari di
prossimità che, grazie agli oltre 50mila esercizi convenzionati in tutta Italia, consentirà ai 12 milioni di
clienti della divisione Banca dei Territori di poter disporre di prodotti e operazioni finanziarie di base in un
modo semplice e accessibile. Capillarità e complementarietà per noi di Intesa Sanpaolo significano
permettere ai nostri clienti e concittadini che vivono anche nei comuni e nelle frazioni più piccole e che oggi
sono rimaste senza una presenza bancaria diretta, di poter eseguire operazioni di base in modo semplice e
diretto, lasciando alle filiali in particolare l’importante compito della consulenza evoluta e dei servizi ad
alto valore aggiunto, come il risparmio, la protezione e il credito”.
Banca 5 è la banca di prossimità del Gruppo Intesa Sanpaolo, focalizzata sull’instant banking, che offre servizi di
incasso-pagamento, strumenti transazionali e prodotti bancari semplici per i cittadini, attraverso un’esperienza d’uso
unica che coniuga i punti fisici (oltre 17 mila tabaccherie convenzionate) con le piattaforme digitali della Banca.
Banca 5 è nata nel 2017 con l’obiettivo di sviluppare la “banca di prossimità” a supporto della strategia distributiva
del Gruppo Intesa Sanpaolo. In seguito al conferimento, Banca 5 continuerà a sviluppare prodotti e servizi in qualità
di open digital bank a supporto e beneficio della neonata rete distributiva e della sua clientela.
SisalPay è il brand che da oltre 10 anni semplifica la vita degli italiani, migliorando e rendendo più sicuri i
pagamenti di tutti i giorni. L’offerta di SisalPay, esclusivamente dedicata ai pagamenti, disponibile sia all’interno
di una capillare rete di punti vendita, sia online e da smartphone, rappresenta oggi un valore aggiunto per tutti i
consumatori che possono pagare utenze e tributi, ricaricare il cellulare e carte di credito prepagate comodamente e
in totale sicurezza. Oltre 15 milioni di clienti, più di 40.000 punti vendita, circa 200 milioni di transazioni all’anno,
500 servizi di pagamento e accordi con oltre 100 aziende partner: un modello che genera valore e migliora i livelli
di servizio ai cittadini. Lo conferma il fatto che SisalPay è oggi il canale preferito per i pagamenti verso la Pubblica
Amministrazione attraverso il sistema PagoPA.

“Io sto con papa Francesco”

Egregio Direttore,

                            nel giorno di Natale ho ascoltato con attenzione il discorso dell’Angelus di Papa Francesco.

Quello che sto per scrivere potrà stupire chi mi conosce, e sa quanto sia cresciuto lontano dal profumo delle candele, dalle sacrestie e dalle cotte,.

Quel discorso lo sottoscrivo in pieno dalla prima all’ultima parola.

Non sono un cattolico né praticante, né militante, né tantomeno un convertito fanatico dell’ultima ora.

Sono solo una persona che, dopo aver ricevuto dalla famiglia un’educazione cattolica equilibrata ed averne assorbito i valori, è da anni alla Ricerca, perché ritiene che la Fede, sia un qualcosa di grande ed estremamente serio e non un qualcosa che si trova in un pacchetto di patatine o è un qualcosa da ostentare, magari in contrasto con il proprio agire.

Le parole di Papa Bergoglio, argentino di origine piemontese e gesuita sono state per gli Ultimi, per coloro che soffrono per la guerra, la fame, le carestie, gli sconvolgimenti climatici, in tutte le parti del Pianeta.

Sono tutte cause di cui noi, Europei Occidentali, siamo consapevoli ma facciamo finta che non esistono, problemi che toccano solo ‘Gli Altri’.

Francesco non è un Papa comunista come qualcuno – dentro e fuori la Chiesa – sussurra, mormora, dice a mezza vota, ma per questa sua sensibilità occorre rifarsi alla sua origine. Nipoti di migranti (Piemontesi e, a questo proposito, non dimentichiamo che a Cordoba in Argentina c’è un lettorato di Lingua Piemontese all’Università che manca a Torino) il Papa viene da un Paese dove la ricchezza è di pochi, da un Continente dove la Fame è un problema con la F maiscuola., da uno Stato che venne colpito da una dittatura sanguinaria e bieca. E logico che questi retaggi gli siano rimasti anche a capo della Cristianità.

Il messaggio di Francesco, a mio umilissimo modo di vedere, è stato chiaro, si cerchino vie diplomatiche e socio-politiche per risolvere le crisi, si facciano silenziare le armi (e gli immensi interessi che ci sono dietro di queste), l’Europa riprenda il suo ruolo di faro della civiltà, nel rispetto delle altre culture, invece di perdersi nel nichilismo e nel materialismo.

Questo non vuole dire che la Chiesa debba intromettersi nelle politiche nazionali, ma come capo della Chiesa Cattolica, Romana ed Apostolica in un mondo multiculturale, multietnico, multireligioso, ha tutto il diritto di suggerire (non, ovviamente, di imporre) delle linee.

E quando dice che l’Uomo deve ripensare il suo rapporto con l’Ambiente, il Creato, la voce del Papa è la voce con cui tutte le persone dotate di buonsenso dovrebbero parlare, senza che una Greta costruita in laboratorio lo ricordi tutti i giorni sui media, attraversando l’Atlantico in barca (chi ha pagato ?) o a bordo di una vettura elettrica.

So che questa parole faranno rizzare i capelli a qualcuno. Aggiungo solo per i Cattolici più intransigenti, per coloro che rimpiangono Papa Ratzinger, che è stato proprio Benedetto XVI, con le sue dimissioni, gesto coraggioso e ben lontano dal ‘gran rifiuto fatto per viltade’ anzi,  a fare saltare un certo banco, e ha tuttoggi un ottimo rapporto con il Papa gesuita. E sempre gli stessi Signori di cui ho detto poc’anzi vorrei soltanto rivolgere una domanda, preventivamente: se si è Credenti, la linea della Chiesa non la detta il Papa ?

Se la risposta fosse negativa mi parrebbe che si potrebbe fare confusione tra la Chiesa Cattolica Romana Apostolica ed un vecchio congresso della Democrazia Cristiana, con tutto il rispetto per il ruolo che questo grande partito popolare ha avuto nella storia dell’Italia Repubblicana.

Ecco perché io, laico (non laicista, non di sinistra)alla ricerca della Fede in Cristo sto con Bergoglio

 

Massimo Iaretti

Treni, programmare il prossimo decennio

Proseguono gli incontri con Trenitalia per l’affidamento dei servizi per i prossimi 10 anni. L’assessore Gabusi incontra i responsabili territoriali di Trenitalia.

 

«Vogliamo entrambi arrivare ad un accordo che possa finalmente dare una svolta al servizio ferroviario regionale. Oggi sono state gettate le basi per farlo». Così l’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte Marco Gabusi al termine dell’incontro dei giorni scorsi con Trenitalia. «Ho voluto incontrare il direttore regionale Piemonte di Trenitalia Marco Della Monica e il direttore Divisione Passeggeri Regionale Sabrina De Filippis oggi, giornata di previgilia natalizia, per non perdere nemmeno un giorno nel percorso della definizione del contratto di servizio per i prossimi anni. Ogni giorno più di 100.000 viaggiatori utilizzano 500 treni del Servizio Ferroviario Regionale: 13 milioni di chilometri, di cui 6,4 milioni per i collegamenti Regionali Veloci che connettono i principali centri del Piemonte e i capoluoghi delle regioni vicine e 6,6 milioni per i servizi regionali che dai poli principali connettono tutte le stazioni piemontesi. Cifre che fanno capire facilmente come i pendolari e gli utenti del trasporto ferroviario regionale non possano attendere oltre. Da parte nostra l’impegno a proseguire sul piano contrattuale anche durante il periodo festivo».

Da sottolineare la disponibilità di Trenitalia a modulare l’offerta in maniera differente rispetto alla prima proposta. «Abbiamo ricevuto – conferma l’assessore Gabusi – da Trenitalia la proposta di alcune soluzioni, che andranno certamente approfondite e valutate, ma che rappresentano comunque un passo importate per sottoscrivere, spero rapidamente, il nuovo contratto di servizio».

Giunge infatti al termine del ‘contratto ponte’ triennale la necessità di un nuovo contratto di lungo periodo per il servizio ferroviario regionale e regionale veloce. «Il nuovo contratto – sottolinea l’assessore Gabusi – avrà una durata di 10 anni: un arco di tempo importante, che consente a Trenitalia di affrontare con serenità gli impegni contrattuali. Ora occorre trovare punto di incontro per consentire un miglioramento globale del servizio per il Piemonte sia per l’offerta di trasporto sia per il rinnovo materiale rotabile. Come dimostrato più volte in questi mesi puntiamo ad una progettazione condivisa, che metta al centro la qualità del servizio. Abbiamo ereditato una situazione difficile e abbiamo l’ambizioso obiettivo di invertire la marcia per dare un servizio degno di questo nome a tutti i passeggeri dei treni piemontesi. Abbiamo trovato disponibilità al dialogo da parte di Trenitalia e ci siamo seduti intorno al tavolo per ragionare insieme su investimenti, sviluppo e miglioramento dei servizi per i viaggiatori».

Natale solidale a Borgo Vittoria

Riceviamo e pubblichiamo

 

Con l’avvicinarsi del Natale, come l’anno scorso, uno dei numerosi concerti ed eventi a scopo benefico devolverà il ricavato ad un progetto didattico nel vicinato

La serata musicale con finalità solidali organizzata dalla Chiesa di Scientology di Torino è andata in scena giovedì 19 dicembre presso l’associazione ricreativa e culturale Impresa&Territorio, in via Cesalpino, nella Spina di via Stradella.
Concerto intitolato “Canzoni in Bianco&Nero” con Alessandro Esposito (percussioni), Massimiliano Brizio (pianoforte), Cico Cicogna (voce) e la partecipazione straordinaria di Giovanni Licari in arte Cass, giovane artista residente nel quartiere della periferia torinese che è stato un po’ il filo conduttore dell’iniziativa.
La serata infatti è stata presentata da Elena Aloise presidente dell’associazione “Laboratorio delle Donne” e membro attivo del Tavolo di Borgo Vittoria.
Dopo i saluti istituzionali da parte di Simone Tosto, consigliere della Circoscrizione 5 che ha patrocinato l’iniziativa, il prof. Luciano Morra coordinatore del progetto “Service Audio e Musica” dell’IIS G. Peano, cui il ricavato della serata verrà devoluto, ha illustrato il lavoro dei ragazzi.
Toccanti i saluti di Giulia Lu, portavoce a Torino della Chiesa di Dio Onnipotente, religione oggetto di violenta repressione in Cina, che ha ringraziato Torino per l’accoglienza e la collaborazione.
Nell’alternarsi tra brani della musica leggera italiana d’altri tempi e canzoni dei giorni nostri Cico e Cass hanno improvvisato un duetto su “Solo me ne vo” dedicata a Nella Colombo, cantante celebre nel dopoguerra vissuta a sua volta in Borgo Vittoria. Per questo motivo le verrà intitolato il giardino di Cascina Fossata.
E proprio a Borgo Vittoria è stata dedicata l’omonima canzone RAP scritta e interpretata da Cass, Raven e Nikos.
Generi, generazioni e culture diversi, ma uniti dalla musica e dal desiderio di condividere una cooperazione che, prendendo slancio dallo spirito Natalizio, durerà per tutto l’arco dell’anno.

Fooding compie un anno

I primi dati di un progetto unico a livello torinese

 

Arrivano i primi dati del progetto Fooding che, archiviato il suo primo anno di vita, non si ferma ma ricomincia. Un’iniziativa unica nel suo genere, promossa dal Comitato Arci Torino: quattro mense popolari aperte a pranzo in altrettanti circoli Arci e due centri di raccolta e distribuzione dell’invenduto, realizzati nell’ambito dei Progetti a Rilevanza Locale del 2018 della Regione Piemonte e finanziati con fondi del Ministero del Lavoro e del piano Emergenza Freddo del Comune di Torino. Non solo uno strumento di lotta alla povertà, specie in questi mesi freddi, nato proprio in collaborazione con l’Associazione Italiana Persone Senza Dimora (altra peculiarità dell’iniziativa), ma anche un contrasto al fenomeno allo spreco alimentare e un tentativo di inclusione: si mangia, infatti, nei circoli Arci, ci si può fermare per viverli, giocando, leggendo un giornale, parlando con le persone che li frequentano, si conoscono nuove persone, si riceve assistenza sui propri diritti. Molto più facile, anche, l’accesso alle mense stesso.

Il progetto è partito a dicembre 2018. Sono stati creati due nuovi centri di raccolta e distribuzione del cibo invenduto: uno in via Moretta 55bis (Quartiere San Paolo, Circoscrizione Tre, gestito dall’Associazione Diskolè: qui è attivo anche uno sportello di segretariato sociale) e uno negli spazi dell’Associazione Minollo-Spazio Alkadia (gestito dall’Associazione Minollo in via Foligno 14, per i quartieri Borgo Vittoria e Madonna di Campagna), nella Circoscrizione Cinque, pensando soprattutto all’invenduto del mercato di Borgo Vittoria e corso Cincinnato. Tutto il cibo raccolto viene distribuito sullo stesso territorio. Quattro le mense popolari. Tre in provincia: a Chieri (Reciproca Mensa gestita dalla Cooperativa Patchanka), a Moncalieri (Circolo Arci Dravelli) e a Carmagnola (Mensa Popolare di Casa Frisco gestita da Karmadonna APS).  A Torino, invece, la mensa è al Circolo Arci La Cricca, la più antica bocciofila della città, aperta nel 1872: un circolo che ha fatto la storia dell’Arci e della città (del suo direttivo fece parte anche De Amicis) che oggi è anche sede operativa e di coordinamento del progetto. I giovani che, la sera, frequentano la Cricca per partecipare ai concerti e alle serate culturali, poi, sono stati gli stessi che, con le loro donazioni, permettono al Circolo di essere mensa.

Ma veniamo ai dati ufficiali relativi ai primi 9 mesi, un primo quadro dei risultati. «L’avvio di Fooding è stato per Arci Torino un passaggio fondamentale, frutto dell’esperienza maturata negli anni scorsi. A partire dai bisogni esistenti, abbiamo voluto strutturare una risposta concreta al tema della povertà e della sua componente alimentare, condizione in cui vivono più di 2,7 milioni di persone in Italia – spiega Andrea Polacchi, presidente del Comitato Arci Torino – Partiamo dal cibo per parlare delle disuguaglianze e delle solitudini che la nostra società produce, per questo Fooding non si limita a fornire un pasto caldo ma crea luoghi inclusivi, rete solidali, strumenti per intraprendere percorsi di autonomia».

 

I risultati di questi primi nove mesi di attività hanno confermato l’efficacia delle strategie individuate: in questo periodo, sono stati distribuiti più di 13mila pasti gratuiti a persone senza dimora e/o in condizioni di difficoltà socioeconomica, grazie all’attività delle quattro mense. Quattrocentocinquantuno le persone che ne hanno beneficiato.

Più di 22mila sono, invece, i chili di eccedenze alimentari recuperate e redistribuite a 317 nuclei familiari in difficoltà o utilizzate nelle mense: «Sono numeri che ci indicano la necessità di proseguire su questa strada». Molti sono stati coloro che, dopo il pranzo, hanno chiesto consulenze e accompagnamenti nell’accesso ai diritti. Ad esempio, al Circolo Arci la Cricca sono stati servite 250 persone (5250 i pasti in nove mesi): ben 50 di queste, hanno chiesto consulenze per cercare un lavoro o ricevere servizi, iniziando in questo modo un percorso di reinserimento sociale, mentre 30 sono state le ore dedicate al benessere psicologico.

Dopo la prima fase di attività il progetto proseguirà anche quest’anno, grazie al contributo da parte di Regione Piemonte e Città di Torino, alla collaborazione con il Banco Alimentare e Forst s.p.a. Un’occasione per consolidare l’esperienza di Fooding e per arricchirla con nuove collaborazioni che ampliano ulteriormente lo spettro di intervento, come Cre.Attiva, che ha integrato il progetto con attività volte al benessere psicologico dei beneficiari, e RadioOhm, che sarà media partner del progetto.

Fooding – Alimenta la solidarietà è un progetto promosso dal Comitato Arci Torino, grazie al contributo di Regione Piemonte, Ministero del Lavoro, Comune di Torino e Forst s.p.a, in collaborazione con una fitta rete di soggetti pubblici e privati:  Circolo Dravelli, Cooperativa Patchanka, Diskolè, Karmadonne, La Cricca Bocciofila, Magazzino sul Po, Minollo – Cooperazione sociale nella città, ReciprocaMensa, Vol.To, AIPSD – Associazione Italiana Persone Senza Dimora, i comuni di Torino e Moncalieri, le Circoscrizione 1, 3 e 5 del Comune di Torino.

Sostegno e solidarietà alle famiglie con disabili

Dalla Regione Piemonte

L’assessore Caucino: “cardini su cui le Istituzioni devono puntare”

“Sto lavorando da mesi, con i colleghi della Giunta, per sostenere e supportare le famiglie con disabili, perché ogni cittadino ha diritto a vivere una vita il più normale possibile, anche in situazioni più svantaggiate. È necessario infatti che la voce delle Istituzioni sia forte e concreta”. Così Chiara Caucino (nella foto), assessore alle Politiche della famiglia, dei bambini e della casa, sociale, pari opportunità ha commentato la visita di questa mattina all’Anffas (Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale) di Gaglianico (Bi).

L’assessore ha incontrato i responsabili della struttura dove viene offerta assistenza diurna per il mantenimento delle abilità e per lo sviluppo delle capacità potenziali, garantendo il benessere della persona, lo svago e la possibilità di integrarsi con l’ambiente sociale.

“Sempre più spesso – ha proseguito Caucino – chi vive la disabilità si sente solo e discriminato, noi vogliamo puntare sulle famiglie, perché sono il cuore della nostra società, il punto fermo anche per chi è maggiormente svantaggiato. La Regione Piemonte prevede oggi fondi per più di 45 milioni di euro, per l’anno 2019, da destinare ai non autosufficienti: è un traguardo che abbiamo raggiunto con impegno e convinzione e su cui continueremo a puntare per garantire sempre più adeguatezza dei servizi offerti, migliorando la qualità della vita e accompagnando le famiglie in un percorso in cui non si sentano mai sole ma sostenute, in modo concreto, dalle Istituzioni”.