ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 447

Un aiuto alla filiera lattiero – casearia

L’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte ha effettuato una ricognizione – presso le rappresentanze agricole e agro-industriali regionali – delle problematiche emerse a seguito delle disposizioni nazionali finalizzate al contenimento della diffusione del COVID-19.

L’analisi della situazione della filiera ha evidenziato la necessità di operare rapidamente su due aspetti:

  • l’utilizzo del latte prodotto alla stalla e non ritirato dalle aziende di trasformazione a causa dei cali delle vendite sul mercato interno ed estero, specie per il comparto dei prodotti lattiero-caseari freschi e freschissimi destinati al canale della ristorazione collettiva;

  • la raccolta del siero dai caseifici da destinare agli impianti digestori per la produzione di biogas.

Su richiesta dell’Assessorato e delle rappresentanze agricole e agroindustriali, si è avviata una collaborazione con Inalpi S.p.A.di Moretta (CN) che sta provvedendo al ritiro del latte di tutti i quantitativi proposti, in gran parte destinati alla produzione di latte in polvere. Laddove lo stabilimento piemontese non riesca ad utilizzare tutto il latte ricevuto, le eccedenze saranno trasferite ad un importante azienda nazionale. Per tutto il latte conferito presso lo stabilimento di Moretta, Inalpi S.p.A , in ragione dell’emergenza in atto,applicherà delle condizioni allineate a quelle degli accordi di filiera.

Relativamente alla problematica del siero, l’Assessorato regionale all’Agricoltura sta predisponendo una Deliberazione di Giunta che consenta temporaneamente l’invio di siero di latte, tal quale o concentrato, quale sottoprodotto, agli impianti di digestione anaerobica autorizzati ai sensi del D. lgs. 29 dicembre 2003, n. 387, in deroga alla composizione delle matrici in ingresso ai biodigestori contenuta nelle singole autorizzazioni e nelle more del riconoscimento sanitario previsto.

“Mi fa piacere vedere , specie in questi momenti di grande criticità, collaborazione tra la filiera della nostra Regione – afferma l’assessore regionale all’Agricoltura e cibo, Marco Protopapa – segno di particolare responsabilità delle nostre aziende. Venerdì mi sono fatto portavoce insieme agli altri colleghi delle Regioni italiane verso il ministro Teresa Bellanova , affinché il Ministero si faccia promotore presso la Commissione europea di interventi straordinari di ammasso e ritiro di prodotti a media-lunga conservazione da destinare ad aiuti alimentari”.

Alloggi Atc pronti per i medici che arrivano in Piemonte

Sono 16 gli alloggi messi a disposizione della Protezione civile da parte dell’ATC Agenzia Territoriale per la Casa del Piemonte Centrale per ospitare parte del personale medico proveniente da fuori regione per l’emergenza

«Un’iniziativa tanto utile quanto preziosa – sottolinea l’assessore regionale per la Protezione civile Marco Gabusi -. La Protezione civile ha preso in carico ieri sera dall’ATC otto piccoli alloggi nella zona dell’ospedale Molinette e altri otto in zona Mauriziano, che possono essere destinati al personale medico e paramedico che sta raggiungendo il Piemonte da altre regioni o altri Paesi. È essenziale dare uno spazio confortevole a medici e operatori al termine degli estenuanti e lunghissimi turni di lavoro che devono affrontare per curare i nostri malati. Appena ricevuta la comunicazione abbiamo immediatamente contattato gli ospedali per informarli della disponibilità e della possibilità di attrezzare gli spazi in pochissimi giorni. Ringraziamo di cuore l’ATC per la proposta, alla quale potrebbero seguirne di analoghe da parte di strutture ricettive e operatori del settore immobiliare, che stiamo valutando».

È importante sottolineare che i 16 minialloggi non vengono sottratti alle assegnazioni previste per contrastare l’emergenza abitativa: si tratta di monolocali di piccola metratura che sono stati esclusi dal circuito delle assegnazioni perché troppo piccoli per le famiglie in graduatoria. Finita l’emergenza, saranno rimessi a bando per l’affitto come edilizia agevolata, da destinare quindi a categorie quali lavoratori in trasferta o studenti.

«Un sostegno importante – conferma l’assessore regionale alle Politiche abitative Chiara Caucino – a chi opera in prima linea in questa emergenza salvando la vita degli altri e rischiando ogni giorno la propria. È doveroso che anche la Regione, gli enti e il sistema Piemonte nel suo complesso, diano prova concreta del loro impegno verso che si sta adoperando senza sosta per la comunità piemontese e sono felice di poter sostenere in modo concreto questa iniziativa».

«Se l’emergenza dovesse perdurare – spiega il presidente di ATC Piemonte Centrale Emilio Bolla – siamo disponibili a implementare la collaborazione con la Regione, mettendo a disposizione ulteriori spazi o competenze specifiche del nostro ente, come tecnici, progettisti, call center o informatici, che potessero eventualmente rendersi utili».

Informateci ma non opprimeteci

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni     L’informazione televisiva continua ad essere concentrata quasi esclusivamente  sul virus in modo quasi  ossessivo. Poi si aggiungono le trasmissioni serali anch’esse principalmente, se non esclusivamente, dedicate  al Coronavirus. E’ ovvio che le altre notizie vengono escluse o minimizzate, senza fornire al telespettatore l’informazione a cui avrebbe diritto. Anche la televisione commerciale segue gli stessi criteri, se eccettuiamo le piccole televisioni che continuano con il solito palinsesto per mancanza di mezzi

  .
Possibile che in Rai e in Mediaset non venga in mente la necessità di rivedere i programmi inserendo dei film che consentano un minimo di svago durante la giornata trascorsa agli arresti domiciliari?
.
Quando c’è un film è quasi sempre di violenza, con morti, sparatorie e feriti, secondo i gusti  perversi che hanno invaso la tv da anni. Dai morti a causa del virus si passa a quelli provocati da omicidi di tutti i tipi. I giornali di carta sono anch’essi pieni di articoli angoscianti che non danno  una buona informazione, ma cavalcano l’onda e non rendono un servizio al lettore che, comprando il giornale, avrebbe diritto ad un’ informazione completa,  riguardante l’Italia, l’estero, la regione, la città dove si vive. Già prima le notizie erano lasciate alla scelta  discrezionale dei giornalisti e non commisurate al dovere di informare, ma oggi, nel tentativo di vendere qualche copia in più, i giornali rincorrono la Tv. Manca un equilibrio informativo, anche se i giornali rivendicano a sè  un ruolo di competenza  professionale che sinceramente si stenta a vedere. Il tutto potrebbe essere giustificato dalla necessità di far sì che la gente, spaventata, stia in casa e non vada a cazzeggiare, come fanno alcuni irresponsabili, vittime a loro volta  della minimizzazione da parte del governo e dei politici fino ad un mese fa del contagio. Adesso il governo minaccia provvedimenti severissimi a chi trasgredisce le norme non sempre chiare e univoche, emesse dal governo centrale e dalle regioni . A volte i Comuni vogliono dire anch’essi la loro.
.
Il problema che emerge gravissimo è la mancanza di senso civico da parte di troppi cittadini . Una società fondata sui consumi, sul possesso di tv, di elettrodomestici e di automobili , ha smarrito per strada i valori civici, indispensabili nelle grandi tempeste nazionali. Si evocano Caporetto e l’ 8 settembre , ma in quei frangenti c’era un senso nazionale che non c’è più da tempo, anche se dovrebbero soprattutto, in tempi pandemia, prevalere valori umanitari anch’essi oscurati da un individualismo nichilistico impressionante. La stessa Europa non ha saputo o non ha voluto affrontare insieme il virus, dimostrando una insipienza drammatica di cui stiamo pagando e pagheremo  i costi. C’è il rischio che la pazienza dei cittadini finisca e la tragedia si drammatizzi ancora in termini di conflitto  sociale. Sembra che a Roma  e a Bruxelles non ne siano pienamente consapevoli. Stiamo vivendo la pagina più terribile della nostra vita. Informateci, ma non opprimeteci. Sappiate governare con una comunicazione oculata. Lo chiedono milioni di  Italiani chiusi in casa anche a causa delle insipienze, delle sottovalutazioni e degli errori di alcuni. La classe politica, e non solo quella , si è rivelata davvero inadeguata di fronte alla prova difficile che stiamo vivendo.
Scrivere a quaglieni@gmail.com

Respira Torino, un aiuto per superare l’emergenza

Riceviamo dalla Fondazione Caterina Farassino e pubblichiamo / “Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi ” è la frase che Brecht nella Vita di Galileo fa pronunciare al grande scienziato, subito dopo l’umiliante abiura alla quale fu costretto di fronte al Tribunale dell’Inquisizione in risposta ad un’ingenua osservazione del suo interlocutore, A. Sarti, il quale aveva definito “sventurata la terra che non ha eroi”

In questo drammatico periodo storico che stiamo attraversando a causa della diffusione del Covid-19, il
pianeta Terra tutto e anche la nostra città si trovano nella sventurata condizione di aver bisogno di quegli
eroi che da sempre combattono quotidianamente in prima linea per garantire la salute di tutti noi, di
accudire e curare i contagiati e continuare in ogni caso la cura e le terapie per i malati generici e
intensivi. Questi eroi sono i nostri medici ed il personale infermieristico dei reparti di terapia intensiva,
lunga degenza e pronto soccorso. Purtroppo l’emergenza alla quale bisogna fare fronte in questi giorni
ha evidenziato, da parte degli operatori sanitari impegnati alacremente senza requie, la carenza di alcuni
dispositivi di sicurezza indispensabili al contenimento del contagio quanto mai subdolo ed
indiscriminato.

Sovente i gangli della burocrazia e la carenza materiale sanitario impongono tempistiche e prassi che si
scontrano con la drammatica urgenza contingente. Non possiamo permetterci di attendere oltre.
Bisogna agire subito! Il momento richiede uno sforzo unanime e rapido da parte di tutti. Di noi e voi che
lavoriamo da casa, che stiamo giustamente rispettando le norme e i divieti imposti dal Decreto
Ministeriale -DPCM 11 marzo 2020 – di non uscire di casa ed avere comportamenti individuali etici e
responsabili.

Per questo motivo la Fondazione Caterina Farassino ha deciso all’unanimità, su proposta della sua
Presidentessa Valentina e del Comitato Scientifico tutto, di fare una deroga allo Statuto fondativo che
prevede interventi mirati di raccolta fondi con la finalità del sostegno e della tutela dei bambini – come
era nel sogno incantato che vedeva attraverso gli occhi di Caterina – e di destinare i proventi delle
raccolte fondi del 2019 e di aprire oggi – con delibera di massima urgenza – un crowdfunding specifico
chiamato RESPIRA TORINO mirato all’acquisto immediato ed urgente, con consegna immediata ed
urgente, dei dispositivi di profilassi e sicurezza:

• Visor
• Occhiali
• Tute in Tyvek
• Mascherine FPP3
• Termometri auricolari con copri sonda monouso

Ad oggi sono state consegnate 380 tute in Tivek al reparto Covi2 dell’Ospedale Molinette, 80 tute
in Tyvek al reparto Covid dell’Ospedale di Rivoli . Abbiamo ordinato15 termometri auricolari
per l’Ospedale “Umberto I” Mauriziano e verranno consegnati tra circa 7 giorni. 500 mascherine
FPP3 sono in arrivo per gli Ospedali Torinesi e la consegna è stata stimata in 7-10 giorni.

Siamo in contatto con un fornitore Ospedaliero che la prossima settimana ci darà notizie riguardo
l’acquisto di “Invertitori di flusso” e proprio questa mattina abbiamo contattato un’azienda che si
potrebbe occupare di stampare in 3D le valvole dei respiratori in modo da riuscire a sdoppiarli.
Riguardo a questo ultimo punto stiamo però aspettando il parere dei medici dei reparti Covid.
Il ricavato della raccolta fondi, lanciata oggi tramite tutti i canali di comunicazione a nostra
disposizione, sarà devoluto ai Reparti Covid della Città di Torino.

L’obiettivo della donazione è l’acquisto dei dispositivi di sicurezza e prevenzione elencati in
favore di chi, eroicamente sta svolgendo un ruolo fondamentale a livello locale, nazionale ed
internazionale nel cercare di limitare la diffusione di Covid-19 e di curare chi risulta positivo
al contagio. Un aiuto non solo per Torino, per l’Italia ma per tutti i Paesi e gli esseri umani
colpiti da questa emergenza sanitaria.

Si potrà fare una donazione attraverso il portale di Crowfunding Gofundme al seguente link:
https://www.gofundme.com/f/respira-torino
oppure all’Iban della Fondazione Caterina Farassino : IT43P0608501000000000020300

Sempre Brecht affermava che «Ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi, altri che lottano
un anno e sono più bravi, ci sono quelli che lottano più anni e sono ancora più bravi, però ci sono
quelli che lottano tutta la vita: essi sono gli indispensabili».

I nostri medici ed infermieri non sono degli eroi, fanno semplicemente e con devozione il loro
lavoro, ma sono qualcosa di più: sono gli indispensabili.

Diventa un po’ indispensabile anche tu: sostieni con noi RESPIRA TORINO!

Valentina Farassino – Presidente Fondazione Caterina Farassino
Il Comitato Scientifico Fondazione Caterina Farassino

Per maggiori informazioni: info@fondazionecaterinafarassino.it

I dipendenti dei supermercati chiedono sicurezza per sé e per i clienti

Il sindacato  Uiltucs Piemonte, l’organizzazione del commercio della Uil, sulla base delle segnalazioni dei lavoratori, “sempre più spaventati” sostiene che diverse  aziende della grande distribuzione non rispettano le misure di sicurezza prescritte dalla normativa

Inoltre vi sarebbero carenze nel rispetto delle procedure della sanificazione dei locali e difformità nei comportamenti previsti in caso di positività al Covid-19. 

“Abbiamo delegato le organizzazioni territoriali e le Rsa/Rsu a dichiarare lo sciopero, anche nella giornata di domenica ma non solo, nelle realtà produttive in cui le lavoratrici e i lavoratori siano stati sottoposti a carichi di lavoro eccessivi  o a orari di particolare disagio. I lavoratori garantiscono un fondamentale servizio alla collettività, ma devono poter tutelare la propria salute, quella delle loro famiglie e dei clienti con i quali entrano a contatto”, commenta il segretario regionale Giannantonio Pezzetta.

Quanto vale una vita per l’Europa che sputa sugli aiuti russi e cinesi

/

Di fronte ai numeri terribili che anche oggi hanno flagellato l’Italia, con altri 712 cittadini deceduti e 4.492 positivi in più, imperversano le polemiche sugli aiuti che stanno arrivando dalla Cina e dalla Russia

Si moltiplicano gli articoli che il mainstream sforna per fomentare i sospetti sull’autenticità di questi soccorsi e per suscitare negli italiani l’idea che essi siano solo il paravento per perseguire certi interessi geopolitici. È la solita odiosa macchina del fango che viene attivata per far dimenticare che i nostri principali alleati – pardon, coloro che tali si definiscono – e cioè i membri dell’Unione Europea e della NATO, compresi dunque gli Stati Uniti, per settimane non hanno mosso un dito per aiutarci concretamente. Noi a soffrire, loro a deviare i percorsi delle mascherine, a requisirle, ad acquistarle, a fare calcoli sulla nostra solvibilità. Sembravano i parenti-serpenti intorno al letto dello zio moribondo col pezzo di terra e due appartamenti da spartirsi.

È incredibile vedere accusare Russia e Cina di esercitare il loro soft power per ingraziarsi l’opinione pubblica italiana e mondiale, quando in realtà hanno semplicemente risposto a un invito partito dal Governo italiano a prestare aiuti umanitari al nostro Paese, visto l’isolamento in cui eravamo incastrati. Qualcuno si ricorda quando è esploso nel lodigiano il primo focolaio di coronavirus? Ebbene, in Europa eravamo diventati subito gli untori da accusare e sbeffeggiare. L’Austria chiuse unilateralmente il Brennero, la Slovenia mise i blocchi di cemento alla frontiera, Parigi minacciava di farlo, mentre l’emittente televisiva Channel Plus ci derideva con il suo vergognoso video sulla “nuova specialità italiana, la pizza corona”. E le 200mila mascherine “prese in ostaggio” dalla Turchia? E quelle fermate alla dogana dalla Germania e dalla Repubblica Ceca? Che razza di solidarietà era stata dimostrata all’Italia dai “fratelli europei” fino a quando il Conte non ha dovuto chiamare i Presidenti delle grandi potenze?

Intorno a noi solo un silenzio assordante, rotto dalle risatine delle èlite europee: “Eccoli i soliti italiani, che si lamentano e che non vogliono lavorare” era il pensiero che attraversava i palazzi di cristallo di Bruxelles. Quando poi l’emergenza è deflagrata, vi ricordare l’uscita di Christine Lagarde sullo spread? Qualcuno l’ha giustificata come “un’uscita ingenua”, ma crediamo che una signora con tale esperienza sappia sempre esattamente quello che dice e sappia qual è l’effetto delle sue parole: in quel caso è stato appena di 68 miliardi di capitalizzazioni perse dall’Italia e l’affondamento della Borsa di Milano con il -16,9%, la maggiore perdita della sua storia. E lo spread volava quasi a quota 300. Ecco la solidarietà europea che non si smentisce neppure in queste ore, in cui Olanda e Germania si stanno mettendo di traverso rispetto alla richiesta del Governo italiano di mettere sul mercato gli Eurobond.

E a fronte della fraterna e meravigliosa solidarietà europea, stridono gli aiuti rapidi e concreti dei “cattivissimi” Cina e Russia. La narrazione ufficiale per ora resta sempre la solita: l’Unione Europea è la nostra unica possibile salvezza, mentre fuori di essa ci attende la schiavitù alla quale bramano di soggiogarci le dittature euroasiatiche. Soltanto il Washington Post ammette che “la Cina e la Russia sono scese in campo per aiutare le nazioni colpite. Un ruolo svolto dagli USA sin dai tempi della Seconda Guerra Mondiale, ma a cui ora la Casa Bianca ha abdicato”. Il dramma è che questa propaganda sta ostacolando la solidarietà di questi Paesi. La Polonia ha vietato agli aerei provenienti da Mosca di attraversare il proprio Paese, e così hanno fatto le Repubbliche Baltiche, costringendo gli aerei russi ad allungare il tragitto di 2mila chilometri. Il materiale proviene dai ministeri dell’Industria, della Difesa, della Sanità russi e da numerosi donazioni private, e include circa 600 ventilatori polmonari, 326 mila mascherine FFP2, mille tute protettive, 10mila tamponi a risposta veloce, 100mila tamponi standard e due macchinari in grado di analizzare 100 tamponi in due ore. A questo si aggiungono otto squadre composte da dieci medici ciascuna, tra cui un epidemiologo, un terapeuta e un anestesiologo, oltre che personale tecnico e traduttori. Tutto a titolo gratuito.

Ci vorrebbe un po’ di real politik, in questo momento così delicato. Apriamo gli occhi: la Cina ha aiutato l’Italia anche perché Croce Rossa e Stato italiano avevano inviato i loro dispositivi di sicurezza per medici e infermieri quando era scoppiata l’epidemia a Wuhan. Alla solidarietà ha risposto con la solidarietà. Invece nell’Unione Europa e negli USA chi vive e chi muore lo decide la grande finanza. Pensiamo alla lentezza con cui l’OMS ha dichiarato la pandemia, a causa dei Pandemic Bond emessi dalla Banca Mondiale con sede a Washington. Era palese da settimane che si fosse di fronte a una potenziale catastrofe, ma hanno cercato in tutti i modi di non dichiarare l’emergenza, per evitare le perdite ai grandi fondi di investimento e agli stessi USA, i quali tengono in pancia questi titoli ora diventati tossici, ma che dal 2017 ad oggi hanno assicurato interessi dal 7 al 15%. Viene spontaneo domandarsi quanto valga una vita in Occidente…. e forse un’idea del suo valore ce l’ha suggerita il premier britannico Boris Johnson, che voleva rallentare la pandemia invocando l’immunità del gregge. Per carità, alla fine ha fatto un passo indietro, ma che fatica gli è costata mettere da parte il Dio Denaro.

Marco Fontana

Le risposte individuali e collettive faranno la differenza

Che botta ci siamo presi ! Una gigantesca sberla all improvviso, minimamente non prevista. E non è finita, e non finirà a breve. Mi sa proprio che chi ha minimizzato, cercando di far rientrare tutto nella normale amministrazione ha toppato decisamente

Come non dare ragione al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che i partiti debbono essere uniti come lo sono stati nel primo dopoguerra, come lo dovranno essere per la ricostruzione del dopo virus.

Anche chi era contrario ai vaccini è stato spazzato via da dirompenti fatti. C’ è chi ha avuto
tragicamente ragione e chi tragicamente torto. In tutti, penso proprio tutti  alberga la domanda: perché?
La scienza, studi epidemiologici e statistiche si incaricheranno nello stabilire il come e perché è avvenuto.

Capiremo fino in fondo come si è scatenato il virus, anzi capiranno e ci spiegheranno. E quasi
ovviamente ci saranno più interpretazioni sulla quantità e qualità dei numeri. Avere diverse
interpretazioni è il sale della democrazia. Ci sono e ci saranno quelli che dicono: piove governo
ladro. Depistatori seriali. Conte qualcosa ha toppato, come del resto alcuni governatori. 150
provvedimenti diversi dal’ inizio della crisi lo testimoniano. Io direi non per cattiveria o malafede.
Più per un problema di quasi totale impreparazione sul come combattere il nemico. Nemico subdolo
ed invisibile.

Più di un milione di virus possono stare sulla testa di uno spillo. Il virus non conosce confini,
distanze,  ceti e ruoli sociali. Colpisce dai Principi al sottoproletariato. Poi c’è chi, nella
tradizione gattopardesca sostiene che nulla cambierà. Anzi i ricchi saranno sempre più ricchi
ed i poveri sempre più poveri. Non ne sono convinto. Cambierà moltissimo, se in meglio ed
in peggio questo (evidentemente) si capirà nel mentre. E nel mentre avverrà e come avverrà,
daremo un senso esistenziale al perché è avvenuto. Cerco di spiegarmi. Sono e saranno le
nostre individuali e collettive risposte che faranno la differenza dando un significato a quello
che è avvenuto. Insomma, dobbiamo metterci testa oggi come domani che la paura è lecita e
comprensibile. Guai se non ci fosse. La paura è nostra compagna di vita, ma non può essere e
non deve essere la nostra padrona.

E gli untori seriali continuano e si perfezionano. Il video RAI
del 2015 fatto girare per dimostrare il complotto. E scienziati che si sono incaricati di spiegare che
i due virus sono diversi. Razionalità scientifica contro il terrore irrazionale. Nel mentre Conte
fa sapere all’ Europa che non ci sta e quello che hanno deliberato è insufficiente. È gravemente
e colpevolmente insufficiente. E subito la solita domanda: stiamo imparando la lezione di
questi mesi? Mi sembra che la maggioranza degli italiani  l’abbia capito. Non la maggioranza
dei politici europei, come viceversa in Cina, mi pare, l’ abbiano capito e la loro solidarietà verso il
nostro Paese lo dimostra. Io non sono ottimista. Io voglio essere ottimista, cosa radicalmente
diversa.

Molto bella la storia della foresta che bruciava:  il leone che
scappava chiede al piccolo colibrì cosa stesse facendo .
Vado al lago per prendere acqua e spegnere l’incendo. Il leone: cosa credi di ottenere con le cinque
gocce? Spegnere  l’incendio? Il colibrì: io faccio la mia parte. Stupendo. Stupendo per oggi e
stupendo per domani. Se non abbiamo fatto prima  il nostro dovere lo stiamo facendo oggi e dovrà
continuare. E magari saremo un po’ migliori di ieri e di oggi.

 

Patrizio Tosetto

Testimoni di Geova tra coronavirus e persecuzione

Riceviamo e pubblichiamo / I Testimoni di Geova di Torino dell’area metropolitana, noti per la loro opera di evangelizzazione di casa in casa e per la consistente presenza alle riunioni di studio biblico settimanali nelle Sale del Regno delle rispettive zone, hanno accolto con molta serietà e attenzione i recenti decreti governativi per arrestare il propagarsi dell’epidemia in atto

È stata adottata la sospensione di riunioni di culto e l’annullamento delle attività di evangelizzazione a diretto contatto con la popolazione. Attraverso lettere, posta elettronica e social, è rivolto l’invito ad accedere al sito ufficiale JW.ORG, da cui è possibile scaricare video, pubblicazioni e leggere la Bibbia online.
Non meno preoccupazione suscita nei Testimoni locali le notizie provenienti dalla Federazione Russa . Secondo fonti autorevoli, oltre 300 loro confratelli sarebbero sotto processo per estremismo, 163 già agli arresti, di cui alcuni condannati da tre a sei anni; 200, fra i 18 e gli 89 anni, inseriti nell’elenco dei sospettati. Alcuni sarebbero stati picchiati selvaggiamente e torturati. Agli arresti si aggiunge la perquisizione in circa 900 abitazioni, da parte di agenti armati e incappucciati, licenziamenti e revoche della pensione.
Le ragioni di un tale trattamento? Riferisce Luca Brocchin anziano della congregazione di Volpiano, “ La Chiesa Ortodossa Russa e il governo si sono alleati per eliminare tutto quello che è percepito come antagonista. Dopo aver varato nel 2016 una discutibile legge che consente di bollare come “estremista” tutto ciò che contraddice gli insegnamenti delle religioni tradizionali, è stata messa in atto una persecuzione “legalizzata”; anche se quella dei Testimoni è, finora, l’unica comunità religiosa cristiana colpita. Centinaia di migliaia di persone pacifiche possono essere ora considerate sgradite e addirittura pericolose.”
CONGREGAZIONE CRISTIANA DEI TESTIMONI DI GEOVA
Ufficio Stampa di Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta

“No a sciacallaggio su latte e allevatori”

“Ad oggi non vi è alcun parametro che possa giustificare un abbassamento del prezzo del latte acquistato dalle stalle”

CORONAVIRUS, CIA PIEMONTE: «NO A SPECULAZIONI E SCIACALLAGGIO SU LATTE E ALLEVATORI. CHIEDIAMO ALL’ASSESSORE PROTOPAPA DI VIGILARE»

«Ad oggi, non vi è alcun parametro che possa giustificare un abbassamento del prezzo del latte acquistato dalle stalle. Ci risulta, però, che si stiano verificando situazioni poco chiare, con alcune aziende che ritirano il prodotto a prezzi più bassi di quelli concordati. I nostri allevatori continuano a garantire una produzione costante e sana e non vanno penalizzati».

Così Gabriele Carenini, presidente regionale di Cia Agricoltori italiani del Piemonte, sulla questione legata al ritiro del latte.

«Chiediamo all’assessore regionale Marco Protopapa di vigilare sui comportamenti scorretti che si stanno mettendo in atto. Da parte nostra, denunceremo ogni singola condotta sleale. Speculare sulle cifre in un momento di grave crisi – conclude Carenini – è una forma di sciacallaggio che non possiamo tollerare. E’ necessario che vengano rispettati gli accordi di filiera, nell’interesse di chi produce senza sosta un prodotto indispensabile».

Il video-consiglio regionale seguito da 80 mila

Oltre 80 mila visualizzazioni su sito, Facebook e Youtube durante le 10 ore di dibattito sul bilancio: la seduta in videoconferenza del Consiglio regionale piemontese, primo in Italia a sperimentare questa modalità, ha registrato grande interesse anche tra i cittadini

Il sistema, messo a punto dal Csi Piemonte, dal Consorzio Top-Ix e dai Sistemi Informativi dell’Assemblea, ha visto collegati contemporaneamente il presidente della Giunta Alberto Cirio, 48 tra consiglieri e assessori, e venti funzionari.

La seduta di martedì arriva dopo diversi giorni di test: due prove tecniche, 3 riunioni di Commissione e 5 riunioni di capigruppo.

“Il Consiglio regionale non si ferma mai – spiega il presidente del Consiglio, Stefano Allasia – la seduta in videoconferenza, la prima in assoluto in Italia e in 50 anni di Regione Piemonte, è stata una bella prova di tutti i consiglieri regionali che, di fronte alla crisi sanitaria e all’isolamento nelle proprie abitazioni, hanno comunque cercato di esercitare il loro ruolo con responsabilità. È stato anche un modo per stringerci tutti in un caloroso abbraccio virtuale. Ringrazio i dipendenti del Consiglio regionale, in particolare i nostri sistemi informativi, i tecnici del Csi Piemonte e del Consorzio Top-Ix con cui abbiamo lavorato in grande sinergia, e tutti coloro che con il loro impegno quotidiano, permettono di svolgere correttamente le nuove modalità di lavoro in remoto”.
La seduta si è svolta garantendo anche quanto previsto dal regolamento interno sull’invio dei documenti in via telematica e non cartacea.
Sarà la volta del Consiglio per le Autonomie Locali e nei prossimi giorni si riuniranno nuovamente diverse Commissioni.
Ma non è l’unico ambito innovativo su cui si è concentrato il Consiglio.

Da inizio marzo, dopo le direttive del ministro alla Pa sullo smart working (o lavoro agile), il settore Sistemi Informativi ha dedicato a tempo pieno 12 dipendenti, ai quali si sono aggiunte 7 persone dal Csi, per organizzare e supportare le nuove modalità. È stato inoltre creato un gruppo di coordinamento di otto persone delle due direzioni.
Dall’avvio dello smart working sono stati predisposti e consegnati 90 nuovi pc e router per il collegamento internet, che si aggiungono ai 50 già assegnati in precedenza, oltre a quelli per tutti i consiglieri regionali e il personale dei gruppi. A oggi 141 dipendenti sono dotati di pc portatile di servizio e 130 hanno dato la disponibilità a utilizzare propri strumenti.
Infine sono state attivate 250 licenze di Remote Desktop, un sistema che permette l’accesso sicuro alla rete interna da connessione privata per garantire la continuità di alcune procedure (ad es. protocollo, supporto aula, stipendi).

Il personale dell’helpdesk e dei sistemi informativi ha gestito oltre 600 richieste di assistenza a settimana in remoto per permettere di svolgere correttamente le nuove modalità di lavoro.
In totale il 90% dei dipendenti dell’Assemblea oggi è in lavoro agile, escluse le categorie a cui, per la loro particolarità, è richiesta la presenza fisica (personale tecnico, autisti, centralinisti, centro stampa e altri).