ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 434

Si può tornare a camminare in montagna?

Non ci sono solo “visite ai congiunti”, il take-away, riapertura dei parchi pubblici, riaperture di alcune categorie di imprese, celebrazioni funebri obbligo delle mascherine nei luoghi chiusi nel Dpcm del 26 aprile e nelle relative FAQ pubblicate oggi sul sito del Governo. D al 4 maggio si può tornare a effettuare l’attività motoria e quella sportiva, individualmente, anche distanti da casa.

Si potrà andare a fare passeggiate ed escursioni in montagna. È giustificata ogni uscita dal domicilio per l’attività sportiva o motoria all’aperto. “Al fine di svolgere l’attività motoria o sportiva – si legge nelle FAQ – è consentito anche spostarsi con mezzi pubblici o privati per raggiungere il luogo individuato per svolgere tali attività. Non è consentito svolgere attività motoria o sportiva fuori dalla propria Regione”. Si potrà andare in bicicletta! “È consentito utilizzare la bicicletta per svolgere attività motoria all’aperto”.

Inoltre “la coltivazione del terreno per uso agricolo o forestale e l’attività diretta alla produzione per autoconsumo sono consentite, a condizione che il soggetto interessato attesti, con autodichiarazione completa di tutte le necessarie indicazioni per la relativa verifica, il possesso di tale superficie agricola o forestale produttiva e che essa sia effettivamente adibita ai predetti fini, con indicazione del percorso più breve per il raggiungimento del sito”

Mancano ancora però delle risposte, chieste da Uncem. E Uncem le ha nuovamente avanzat stasera al Viminale. Ad esempio occorre dire con chiarezza che non ci si può spostare dal proprio comune per la spesa se al suo interno si trovano negozi o piccoli supermercati, ma non ipermercati e discount. I prezzi in molti piccoli negozi sono aumentati troppo. E anche nella GDO.

“Da lunedi si può trovare a fare escursioni e pratica sportiva nelle aree montane, sui sentieri, come Uncem e tanti altri, come il CAI, hanno chiesto negli ultimi giorni – spiega Marco Bussone – è un passo in avanti. Salvo eventuali ordinanze regionali. Occorre procedere verso aperture e opportunità per i territori, per le imprese, progettare l’estate e l’inverno, sostenere gli esercizi commerciali e le imprese, gli operatori privati. Servono ancora dei chiarimenti, ad esempio sulle seconde case e sulle manutenzioni dei sentieri e dei territori. Si vada avanti nell’unire tutela per la salute pubblica e aperture per attività e imprese”.

Morire suicidi invece che di virus

Alcuni ricercatori dell’Università di Washington stanno valutando i danni della crisi psicologica che si sta scatenando nelle nostre società. Il cambiamento epocale è sotto gli occhi di tutti: siamo passati da luoghi iper affollati, da una società consumistica, a strade vuote con poche figure che si aggirano. In coda ai supermercati troviamo gente con guanti e mascherine simbolo della persecuzione del virus in queste settimane. È visibile negli occhi di tutti il timore di toccarsi o semplicemente di incontrarsi…

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Morire suicidi invece che di virus. Sottovalutati gli aspetti psicologici della reclusione

Domicilioconsegne.it, entra in rete!

Domicilioconsegne.it è online dal 27 aprile

Dedicato alle piccole e medie imprese per far fronte all’emergenza Covid-19 e reinventarsi verso il futuro

Da oggi è disponibile online la  piattaforma, interamente gratuita, dedicata a promuovere le attività del territorio che forniscono un servizio di consegna a domicilio. Domicilioconsegne.it nasce dall’iniziativa di 5 ragazzi giovani professionisti, amici di università, colleghi di lavoro e appassionati di tecnologia, che per aiutare le attività del territorio a far fronte alle limitazioni imposte per contenere il contagio, decidono di proporre un servizio che possa venire incontro alle sopraggiunte esigenze. La piattaforma si pone l’obiettivo di supportare la creazione di un network di piccole e medie imprese locali che offrono un servizio di home delivery al fine di ridurre la distanza tra il consumatore e le attività commerciali. Il miglior modo per restare uniti anche da lontano,
attraversare questo periodo e creare una vetrina sul futuro. “Attraverso la nostra piattaforma – spiegano i promotori -le aziende avranno modo di promuovere la propria attività valorizzando il servizio di delivery e il consumatore avrà a disposizione un valido strumento per orientarsi tra le attività del proprio territorio che offrono questa opportunità nel rispetto delle norme adottate per il contenimento. Vogliamo tutelare le attività locali fortificando la loro presenza sul territorio e incrementarne così la competitività”.

Le attività consegnano a domicilio, #iorestoacasa!
Per saperne di più:
https://domicilioconsegne.it/chi-siamo/
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Le aspettative del 4 maggio

Lasciato alle spalle il Primo Maggio si cerca di guardare avanti. Difficile, molto difficile. Primo Maggio  anomalo con le domande di ieri che sono e saranno per molto tempo quelle di oggi.

Domande anche di carattere esistenziale. Emergenza esistenziale e soprattutto emergenza povertà. Mancherà il lavoro e molti sostengono che non sanno bene come campare. Indubbiamente sarà dura. Conoscenti gestori di bar e ristoranti  sostengono che non ripartiranno.

O piccole coop di produzione lavoro e di servizi pressate per la riapertura del 4 maggio in difficoltà nel reperire mascherine o guanti per la sicurezza dei lavoratori. Poi una classe politica a più livelli decisamente confusa. Purtroppo Mauro Salizzoni ha rifiutato la proposta dell ex Ministro Fazio di entrare nell’unità di crisi anti covid del Piemonte. Peccato, veramente peccato, ma difficile biasimarlo. Dopo gli insulti leghisti, la proposta è arrivata troppo tardi. Direi proprio fuori tempo massimo e certamente passerà alla storia come un’ occasione mancata. Due mesi fa sarebbe stata un’ altra cosa ma qualcuno era troppo impegnato nel dire che la situazione era sotto controllo e l’Assessore Icardi era un genio della Sanità.

Mauro Salizzoni non accetta ma conferma che vuole collaborare con la maggioranza facendo il suo dovere di medico. Non ne avevamo dubbi ma ci sfugge il come. Salizzoni ha rinunciato a 100 mila dollari ad operazione negli States per rimanere in Italia. Con una media di tre operazioni al mese per 10 anni fate il conto di quanto ha economicamente perso. Ha rinunciato per convinzioni politiche, si intende. Non penso che ci siano molti altri al mondo come lui. Come capacità e come convinzioni. Difficile pensare che abbia dei retropensieri che lo abbiano indotto a questa scelta. Come è quasi impossibile pensare che l’abbia fatto per ordini di partito del PD. Un partito oggettivamente impossibilitato nel dare ordini a chicchessia. Ancorché fosse stato possibile Salizzoni risponde alla sua morale, alla sua etica. La sua vita testimonia la sua abnegazione per gli altri. Per questo speriamo in un suo ripensamento.

Gli ospedalieri hanno manifestato contro la giunta piemontese. Brutto segno. Vorrei rincontrare l ‘hostess del volo Torino Roma del  primo marzo. Sosteneva che quella chiusura parziale dell’Italia era una buffonata. Reduce dalla Spagna sosteneva che viceversa gli spagnoli, francesi ed inglesi avevano capito tutto non facendo inutili allarmismi. Poi tutti sono stati travolti. Incontrarla per sapere cosa pensa adesso. Positivo il contributo di 2000 2500 euro a fondo perduto della Regione Piemonte per attività commerciali. Basterebbe una sola Pec. Lo speriamo vivamente. La prossima settimana sapremo se il provvedimento ha funzionato. Per il 4 maggio apprensione e speranza, anche se, buttando l’occhio oltre l’ uscio di casa qualcosa mi sembra allentato tra la gente. Con la solita ed unica certezza: senza vaccino si naviga a vista sperando nel civismo delle persone e nella prontezza delle scelte successive.

Patrizio Tosetto

Non fermate il terzo settore

L’emergenza sanitaria in atto sta mettendo a dura prova la tenuta dell’intera economia globale. Finora i Paesi più colpiti sono sicuramente la Cina, cuore industriale del mondo, ma soprattutto l’Italia in Europa, potenza manifatturiera dell’Eurozona.

Il fermo delle attività economiche, imposto nel nostro Paese dalle misure straordinarie di contenimento dell’epidemia, rischia di frenare ulteriormente la già fragile economia delle nostre piccole medie imprese. A maggior ragione perché le filiere di forniture delle Pmi sono inserite in un contesto internazionale…

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Non fermate il Terzo Settore

Lettera di un ristoratore in crisi per il decreto ammazzaimprese

Caro Direttore, mi perdoni se Le scrivo, ma dopo il discorso  del Presidente del Consiglio, mi sento profondamente preso in giro e sento la necessità di raccontare, utilizzando un episodio capitato al sottoscritto, qual è la vera situazione in Italia.

Sono un ristoratore, ho 54 anni, ho dipendenti assunti, un affitto per i muri del ristorante e un finanziamento bancario che ho acceso 3 anni fa per “aggiornare” il mio locale… a causa di questa pandemia, lo Stato mi obbliga a chiudere, io da buon cittadino, tiro giù la serranda… ma lo Stato, da buono Stato cosa fa per me? La cassa integrazione per i dipendenti? Ad oggi non è arrivata e io non ho la liquidità per anticiparla…

Il canone di locazione del ristorante purtroppo continuo a pagarlo (la mia padrona di casa si è rifiutata di applicarmi uno sconto anche perché il canone per lei è l’unica fonte di reddito)…

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Lettera di un ristoratore, in crisi per il decreto ammazza imprese

I trasporti nella Fase 2: più corse, mascherine, controllo degli accessi

“Il trasporto pubblico subirà un ulteriore cambiamento, dovendo passare da una fase di estrema riduzione del servizio ad una fase di graduale rispristino”. L’assessore ai Trasporti Marco Gabusi ha illustrato in Seconda Commissione regionale in videoconferenza, presieduta da Mauro Fava, le misure che si stanno studiando per far fronte alla Fase2 della pandemia Coronavirus.

“Le modalità del servizio di trasporto pubblico andranno di pari passo con la riapertura delle attività – ha proseguito – Abbiamo fatto incontri con le grandi aziende che riaprono, FCA ad esempio ha cambiato gli orari di lavoro: 8 turni con ingressi sfalsati ogni mezz’ora. Apriremo un tavolo con le aziende di tutti i territori, Anci e i mobility manager per coordinare le riaperture di uffici e aziende. L’organizzazione del trasporto seguirà le esigenze delle imprese e delle attività”.

Un primo step della riorganizzazione è previsto per la prossima settimana, dal 4 maggio. Per i treni l’assessore sta ragionando con Trenitalia per un ripristino del 45 – 50% delle corse ordinarie. Anche i servizi su gomma ripartiranno con un servizio minimo.

“Più complesso – ha proseguito Gabusi – il ragionamento sull’allestimento dei mezzi: le linee guida a livello nazionale consentono l’utilizzo di un posto su tre sia sui bus sia sui treni. Abbiamo immaginato di applicare queste indicazioni ad un bus cittadino: da circa 100 posti scendiamo a 13, un numero poco gestibile alla luce del traffico previsto. Nei prossimi giorni potenzieremo i sistemi di monitoraggio e cercheremo di dare anche un impulso maggiore alla digitalizzazione dei servizi. Per i rimborsi degli abbonamenti stiamo dialogando con il Governo per sbloccare la situazione. Quella in arrivo sarà una fase importante perché ci permetterà di calibrare le successive, fino a settembre, quando riapriranno le scuole e il flusso di passeggeri darà decisamente più corposo”.

Il consigliere Alberto Avetta (Pd) ha proposto anche di avviare una campagna di comunicazione per contrastare il crollo della domanda sul trasporto pubblico, che avrebbe un effetto negativo sia economico che per l’inquinamento dato dall’eccessivo uso dell’auto privata. I numerosi consiglieri intervenuti hanno posto domande all’assessore ed al direttore dell’Agenzia della Mobilità, ingegner Paonessa, sul distanziamento dei passeggeri, il numero delle corse dei mezzi pubblici, il rimborso degli abbonamenti non utilizzati e sui costi necessari per avviare e gestire tutta la fase 2 della pandemia dal punto di vista dei trasporti.

Sull’aspetto economico l’assessore ha detto: “Ci sono problemi di cassa per tutte le aziende di trasporto pubblico, stiamo centellinando le risorse cercando un equilibrio per tutti i soggetti interessati in modo da dare il servizio ai cittadini senza far crollare le aziende. Abbiamo chiesto al Ministro 600 milioni ma per ora non abbiamo certezze: vedremo se ci saranno buone notizie nel decreto di maggio”.

Ai lavori della Commissione hanno partecipato i consiglieri: Ivano Martinetti (M5s), Sean Sacco (M5s), Marco Grimaldi (Luv), Domenico Rossi (Pd), Alberto Avetta (Pd), Maurizio Marello (Pd), Raffaele Gallo (Pd), Paolo Ruzzola (Fi), Carlo Riva Vercellotti (Fi), Gianluca Gavazza (Lega), Valter Marin (Lega), Daniele Valle (Pd), Diego Sarno (Pd).

 

Bambini reclusi: la scuola a distanza genera disuguaglianze

Nessuno si occupa dei 10 milioni di bambini e ragazzi italiani chiusi in casa da settimane.

Già dal Dpcm dell’11 marzo non era inclusa alcuna attenzione specifica circa la condizione di alcuni minori, se non per confermare la chiusura di scuole e attività educative, avviando così formalmente la didattica a distanza.

Si tratta di una svista molto grave dal momento che in altre deroghe sono state tenute in considerazione categorie specifiche come i padroni di cani e gli amanti dello jogging…

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Bambini reclusi e la scuola a distanza genera disuguaglianze

Presto il Bonus a fondo perduto per ristoranti, bar, tassisti e parrucchieri

Un Bonus Piemonte per la Fase 2 dell’emergenza Coronavirus arriva dalla Regione a sostegno dell’economia.

La nuova misura, annunciata dal governatore Alberto Cirio,  prevede un contributo a fondo perduto per aiutare le aziende a riaprire.

L’importo è di  2.500 euro per ristoranti, gelaterie, catering, bar, estetiste, parrucchieri, sale da ballo e discoteche. La ristorazione senza somministrazione (gastronomie, piadinerie e pizza al taglio, e per le spa)  otterrà un  bonus di 2.000 euro. L’intervento ammonta a 88 milioni di euro complessivi e prevede l’accredito della somma direttamente sul conto corrente delle aziende, senza troppi passaggi burocratici. Altra iniziativa è rivolta ai tassisti e e alle auto a noleggio. Anche loro avranno un bonus, in questo caso di mille euro. In tutto sono 2280  i soggetti ai quali viene riconosciuto un aiuto, ha spiegato il governatore, poichè dovranno attrezzare le auto con separazioni di plexiglass. Presto più informazioni sul sito della Regione: www.regione.piemonte.it

 

La nota della Regione Piemonte

RIPARTI PIEMONTE: BONUS A FONDO PERDUTO DI 2500 EURO PER PUBBLICI ESERCIZI, PARRUCCHIERI E CENTRI ESTETICI
Il presidente della Regione Cirio:  “Questa misura è uno dei principali pilastri del nostro Piano  da 800 milioni per sostenere le famiglie e le imprese”  
Un contributo a fondo perduto alle categorie commerciali e artigianali maggiormente penalizzate dalla sospensione dell’attività per l’emergenza Coronavirus: è il  “Bonus Piemonte” , misura che costituirà uno dei pilastri di  Riparti Piemonte.
Il  Piano da 800 milioni di euro  con cui la Regione sosterrà la ripartenza di imprese e famiglie sarà presentato nel suo complesso lunedì prossimo.
A beneficiare del Bonus Piemonte, per un valore complessivo di  oltre 88 milioni di euro ,saranno più di  37 mila aziende  piemontesi che riceveranno un  contributo a fondo perduto tra i 1.000 e i 2.500 euro  in base alla tipologia di attività.
In particolare Bonus da  2500 euro  per  bar, gelaterie, pasticcerie, catering, ristoranti e agriturismi ; da  2000 euro  per la  ristorazione da asporto  e da  1300 euro  per la  ristorazione non in sede fissa.
Bonus da  2500 euro  anche per i  centri estetici e i saloni di barbieri e parrucchieri  e da  2000 euro per i centri benessere.
Bonus da  2500 euro , inoltre, per le  sale da ballo  e le  discoteche  e da  1000 euro  per i  taxi  e i servizi di  noleggio con conducente.
Per regolarne la modalità di assegnazione, questa mattina, è stato siglato un accordo tra la  Regione Piemonte  e le  Associazioni di categoria . A firmare il documento insieme al presidente della Regione  Alberto Cirio  e gli assessori al Commercio  Vittoria Poggio  e alle Attività produttive  Andrea Tronzano , erano presenti anche il presidente di CasArtigiani Piemonte  Francesca Coalova , CNA Piemonte  Fabrizio Actis , Confartigianato Piemonte  Giorgio Felici , Confcommercio Piemonte  Maria Luisa Coppa , Confesercenti Piemonte  Gian Carlo Banchieri.
La Regione, inoltre, abbatterà gli oneri e semplificherà le procedure di autorizzazione su suolo pubblico per la  creazione o  l’ ampliamento  dei  dehor , in modo da sostenere i pubblici esercizi nell’affrontare le misure di contenimento e distanziamento sociale previste per la Fase 2.
Un  Bonus semplice, concreto ed immediato : da metà di maggio  tutti gli interessati riceveranno da Finpiemonte una comunicazione via pec  per indicare il conto corrente su cui ricevere il contributo a fondo perduto, che verrà accreditato nell’arco di qualche giorno.
«Erogheremo queste risorse subito  – spiega il presidente Cirio –.  Abbiamo eliminato tutta la burocrazia perché il danno c’è stato ed evidente, così come è evidente che dobbiamo aiutare le nostre imprese a ripartire. E nel Bonus Piemonte la garanzia sei tu. Cioè i nostri imprenditori, in particolare quelli colpiti più duramente dalla crisi che stiamo vivendo e per cui la riapertura rischia di tardare ancora diverse settimane. La nostra priorità è intervenire per evitare la perdita di posti di lavoro e aiutare il nostro Piemonte a ripartire».
«È stato fatto un grande lavoro di squadra tra la Regione e le associazioni di categoria  – sottolinea l’assessore al Commercio Poggio –  che oggi ci permette di dare risposta al bisogno di sostegno e liquidità delle attività più compromesse dalla chiusura di questi mesi.  Conosco e lavoro per le imprese del commercio da oltre 30 anni e mai come oggi è fondamentale essere al loro fianco, perché in gioco c’è il futuro di uno dei pilastri del nostro tessuto economico e sociale».
«I contenuti dell’accordo  – aggiunge l’assessore alle Attività Produttive Tronzano –  rappresentano il frutto del dialogo intercorso, nelle scorse settimane, con le categorie che rappresentano quasi 40 mila aziende del nostro territorio e migliaia di famiglie di tutto il Piemonte».

Coronavirus, il gruppo di lavoro: “misure differenziate in Piemonte”

Adottare misure differenziate per aree omogenee e non per il Piemonte intero. E’ il suggerimento di maggiore attualità contenuto nel primo report del Gruppo di lavoro Fazio consegnato ieri all’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, che ha immediatamente provveduto a sottoporlo  all’Unità di crisi per la predisposizione dei piani operativi consequenziali.

AREE DI CONTAGIO

L’applicazione della strategia preventiva che verrà individuata per la Fase 2 dell’emergenza coronavirus, si legge nel documento, “dovrà necessariamente basarsi sull’analisi della distribuzione delle intensità di contagio sul territorio del Piemonte”.

In analogia terminologica con altri contesti di controllo delle malattie da infezione (ad esempio, la malaria), verrebbero quindi individuati diversi “strati” od aree, assimilabili e classificabili per omogeneità dei parametri considerati e/o della natura ed intensità degli interventi.

“In tal senso, è prevedibile che, ad esempio, l’area urbana di Torino rappresenterà uno strato autonomo, così come, per motivi diversi, potrà essere considerato uno strato unico quello comprensivo delle valli del Piemonte. La divisione in strati o aree omogenee avrà evidentemente anche lo scopo della destinazione selettiva e commisurata delle opportune risorse umane, materiali ed organizzative, che si svilupperà in funzione del volume e dell’intensità degli interventi previsti, quindi tarata in funzione della popolazione, dell’intensità di trasmissione dell’infezione e delle articolazioni logistiche necessarie”.

TRACCIAMENTO DEI CONTATTI

Quanto al tracciamento dei contatti, la relazione del Gruppo Fazio osserva che “la strategia necessaria per una fase di uscita dal lockdown deve prevedere obbligatoriamente la previsione di un rimbalzo generale dei contagi, numericamente diverso rispetto al tipo di riaperture e di scalabilità nell’uscire dal lockdown, con le necessarie predisposizioni di sicurezza messe a sistema e con la possibilità che si creino dei nuovi macro-focolai o “cluster”: occorre pertanto che il sistema di risposta della Sanità Regionale si collochi in modalità di “tracciamento attivo” dei contagi, senza attendere il peggioramento o il ricovero in ospedale, ma intercettandoli all’inizio per impedire che si diffondano ulteriormente su altri loro contatti, oppure che diventino più gravemente malati e prevalentemente ospedalizzabili”.

DISPONIBILITA’ DEI TAMPONI

Fondamentale, a questo proposito, la disponibilità dei tamponi: “Al momento attuale – si legge nella relazione – la produttività massima teorica realizzabile (calcolata imputando per ciascun laboratorio la produzione massima realizzata) è pari a circa 9.000 tamponi al giorno. Considerato che non è ipotizzabile che ogni laboratorio realizzi ogni giorno il suo massimo teorico (per problemi tecnici e di approvvigionamento di reagenti), si sottolinea che la produzione massima ottenuta (realizzata il 23 aprile 2020) pari a 7.330 tamponi (81% del massimo teorico) appare un’ottima performance”.

Considerando che “le iniziative presentate a mezzo di relazione dall’Unità di crisi, recentemente annunciate, porteranno a raggiungere un numero massimo teorico di 13.000 test al giorno, pari a circa 9.000-10.000 test al giorno effettivamente realizzabili (70-80% del teorico), il sistema, a regime nel mese di maggio, permetterebbe quindi di attuare una strategia di “contact tracing and testing” se un nuovo picco epidemico sarà inferiore o al massimo uguale a quello che il Piemonte ha sperimentato”, tenendo conto che “sono comunque pianificabili ulteriori iniziative che permetterebbero di raggiungere un numero massimo teorico di circa 20.000 test al giorno, pari a circa 14.000-16.000 test al giorno effettivamente realizzabili (70-80% del teorico)”.

TEST SIEROLOGICI

Sull’impiego dei test sierologici, il Gruppo di lavoro Fazio rileva che “l’interpretazione a fini diagnostici, clinici ed epidemiologici, deve avvenire in un contesto specialistico, senza il quale la lettura di qualsiasi risultato rischia di esporre il soggetto ad incauti provvedimenti, come l’incongrua attestazione di guarigione”.

In particolare, la raccomandazione è che l’eventuale applicazione dei test in ambiti aziendali “sia effettuata sotto la supervisione di un medico competente”, cosi come si raccomanda la supervisione e/o l’autorizzazione da parte delle Asl per i test sulla popolazione.

MODELLO MEDICINA TERRITORIALE

Sulla base di queste prime constatazioni e considerazioni, il Gruppo di lavoro Fazio si propone, come obiettivo prioritario, di “predisporre un modello di assistenza sanitaria territoriale che trovi il proprio fulcro nei medici del territorio, in primis i medici di medicina generale, valorizzando, al contempo, tutte le risorse che, in ambito sanitario sul territorio già operano (ad es. le farmacie), ovvero che potrebbero essere opportunamente attivate (ad es. l’infermiere di comunità e altri operatori sanitari) al fine di migliorare la qualità dell’assistenza territoriale anche per la gestione delle cronicità, in un rapporto integrato con la rete ospedaliera, sfruttando altresì le potenzialità delle nuove tecnologie negli ambiti della telemedicina”.