ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 329

Futuro sospeso: la situazione ferroviaria piemontese

“A distanza di 10 giorni dall’evento tenutosi in diretta streaming lo scorso 20 maggio non si placano le reazioni di politici ed addetti ai lavori”

Un riassunto del convegno.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO  “Il Piemonte vanta il poco piacevole record di ben 15 tratte ferroviarie sospese”, ha rilevato Giorgio Prino, Presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta. “Riteniamo fondamentale riaffermare il ruolo del trasporto pubblico locale ed in particolare quella su ferro, in tutta Italia e soprattutto in Piemonte, una regione notoriamente afflitta dall’inquinamento atmosferico e in un momento storico in cui il tema della lotta ai cambiamenti climatici deve essere prioritaria ed al centro del dibattito politico” ha continuato Giorgio Prino “Oggi con il PNRR abbiamo un’occasione unica, che rischiamo di sprecare, come potrebbe accadere con l’idrogeno in qualche contesto o con lo sbilanciamento verso l’alta velocità dimenticando le linee locali”.

 

Tutte le 15 linee ferroviarie sospese in Piemonte devono quindi essere riattivate al più presto per il trasporto dei pendolari. Questa la principale conclusione del convegno nazionale online “Futuro sospeso – la situazione ferroviaria piemontese” di giovedì 20 maggio, una maratona ferroviaria durata più di tre ore organizzata dall’Alleanza per la Mobilità Dolce congiuntamente con Legambiente.

Tre gli importanti risultati operativi del convegno; oltre alla già citata richiesta di riattivazione al trasporto dei pendolari e degli studenti, la riapertura per i convogli turistici ove non siano disponibili le risorse economiche per la completa riattivazione e la chiusura totale a qualsiasi ipotesi di riconversione delle linee in piste ciclabili o busvie utilizzandone il sedime.

Al convegno, organizzato nell’ambito delle giornate delle Ferrovie delle Meraviglie per la presentazione di un report nazionale sulle numerose tratte ferroviarie sospese o con grandi difficoltà, hanno partecipato studiosi dei trasporti, rappresentanti dei territori piemontesi, enti ed associazioni, portando importanti contributi di conoscenza e confronti con storie di successo come la linea Merano-Malles.

Il tema è stato introdotto da Giorgio Prino, Presidente di Legambiente Piemonte e valle d’Aosta, che ha ricordato come il Piemonte vanti il poco piacevole record di ben 15 tratte ferroviarie sospese. Giorgio Prino ha rilevato come il webinar sia la naturale prosecuzione della campagna social “Futuro Sospeso”, di cui si è appena conclusa la prima fase in cui sono state presentate sei tratte raccontandone la storia e le motivazioni per la riapertura. “Riteniamo fondamentale riaffermare il ruolo del trasporto pubblico locale ed in particolare quella su ferro, in tutta Italia e soprattutto in Piemonte, una regione notoriamente afflitta dall’inquinamento atmosferico e in un momento storico in cui il tema della lotta ai cambiamenti climatici deve essere prioritaria ed al centro del dibattito politico” ha affermato il Presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta “Oggi con il PNRR abbiamo un’occasione unica, che rischiamo di sprecare, come potrebbe accadere con l’idrogeno in qualche contesto o con lo sbilanciamento verso l’alta velocità dimenticando le linee locali”.  Il Presidente Prino ha quindi introdotto la prima moderatrice, Alessandra Bonfanti, Responsabile nazionale Mobilità dolce di Legambiente.

 

Alessandra Bonfanti ha dato la parola a Luigi Cantamessa, direttore della Fondazione FS, che ha ricordato la lungimiranza di Cavour nel sostenere la rete ferroviaria piemontese, le opere di inizio secolo per ammodernarle, la bizzarra idea odierna di coprirne i sedimi per convertirle in piste ciclabili o busvie ed infine l’opera di riattivazione di numerose tratte sospese per permetterne la fruizione turistica, il ritorno del trasporto pubblico locale, l’intermodalità con la bicicletta, impendendone la dismissione.

Alessandra Bonfanti ha quindi presentato il dossier sulle 30 linee ferroviarie italiane da riattivare, di cui ben 12 in Piemonte, descrivendo i casi nazionali più significativi.

È quindi intervenuto Giulio Senes, dell’Università di Milano, Presidente della European Greenways Association, ponendo l’accento sul necessario recupero come ciclovie delle sole linee dismesse per preservarne l’unitarietà. Questo può accadere ad esempio per cambiamenti di tracciato, evitando che i sedimi vengano utilizzati per altri scopi e rendendo quindi possibile il successivo recupero a ferrovia quando ritenuto necessario.

 

Stefano Maggi, storico specializzato nello studio del trasporto ferroviario per l’Università di Siena, ha ricordato i primati della rete ferroviaria piemontese dall’epoca di Cavour confrontata con l’idea odierna di considerare le ferrovie minori come puri rami secchi, sospendendone il traffico invece di valorizzarne le capacità turistiche. La ferrovia non è come il bus, in quanto è permanente e non deve condividere lo spazio con il traffico automobilistico e commerciale. Costruire una pista ciclabile sul sedime della ferrovia è un danno per il territorio, ci deve essere invece una collaborazione tra autobus e treno, con il biglietto unico. Oggi è arrivato il momento di una conversione ecologica verso il treno anche per i trasporti merci. Quattro i punti su cui si basa il ragionamento: ferrovia spina dorsale del territorio, pista ciclabile a fianco della ferrovia, bus raccordati ai treni come orari e tariffe, tariffe promozionali per usare il treno in gruppo o in famiglia.

Un altro importante intervento è stato quello di Massimo Gaspardo Moro, responsabile nazionale FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta) per il tema ferrovie e intermodalità, che ha ricordato la necessità di integrare il trasporto ferroviario con l’uso della bicicletta, e confermato la contrarietà di FIAB a trasformare linee ferroviarie sospese in ciclovie. La bicicletta ha bisogno del treno per ampliare i raggi di azione del turismo ciclabile, quindi la bicicletta ha bisogno del treno e il treno ha bisogno della bicicletta.

Alessandra Bonfanti ha quindi passato il testimone del moderatore ad Angelo Porta, vicepresidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta che ha brevemente introdotto la peculiare situazione del trasporto ferroviario in Piemonte, dove sono sospesi 483 chilometri di linee (un terzo dell’intera estensione regionale) che servono un bacino di 430.000 abitanti, elencato le principali tratte descritte nel rapporto e ricordato alcuni casi emblematici tra cui la linea Ivrea-Aosta, dove molte stazioni piemontesi sono state chiuse o sottoutilizzate con fermate previste solo per pochissimi dei convogli che collegano le due città .

Angelo Porta ha inizialmente dato la parola a Dimitri De Vita, Consigliere con delega ai trasporti della Città Metropolitana di Torino, che ha ricordato gli sforzi e le risorse economiche messe a disposizione dalla Città Metropolitana per migliorare il trasporto locale e si è unito nella richiesta di riattivazione delle linee piemontesi attualmente sospese.

Ed ha quindi coinvolto quattro esperti per presentare altrettanti casi emblematici:

 

Andrea Crocetta, del Circolo Legambiente Valpellice ha presentato il caso della tratta Pinerolo-Torre Pellice, sospesa dal 2012, la cui riapertura è inserita nel contratto di servizio siglato tra la Regione Piemonte e Trenitalia, ma mai riattivata e su cui è stato anzi commissionato al Politecnico uno studio per la trasformazione in busvia-ciclovia, con una spesa prevista di oltre 26 milioni di Euro per i soli costi di trasformazione e senza considerare l’acquisto dei mezzi a idrogeno e i costi di esproprio, mentre la Regione potrebbe finanziare il servizio con soli 1.5 milioni di Euro/anno.

Ha proseguito Giovanni Currado, consigliere dell’Agenzia per la Mobilità Piemontese, ricordando la storia delle ferrovie piemontesi con particolare sguardo alla Asti-Castagnole-Alba ed il ruolo fondamentale che hanno avuto nello sviluppo economico delle aziende vinicole. L’architetto Currado ha concluso affermando l’importanza della linea per uno sviluppo turistico ambientalmente sostenibile in relazione all’inclusione dei territori attraversati nei siti Unesco.

 

Helmuth Moroder, esperto di trasporti, già direttore della SBA – Infrastrutture Ferroviarie Alto Adige S.r.l., ha presentato il caso di successo della linea Merano Malles, la più grande opera di ripristino ferroviario mai realizzata in Italia: dismessa dalle Ferrovie dello Stato nel 1990, acquisita dalla Provincia di Bolzano, rimessa in esercizio nel 2005 con cadenzamento orario, ha raggiunto sin dai primi anni di esercizio 1.5 milioni di passeggeri/anno, arrivando a poco meno di 2 milioni negli ultimi anni. Questi risultati hanno imposto l’elettrificazione della linea con l’obiettivo di passare al cadenzamento di 30 minuti e in qualche caso ai 15 minuti.

Ha concluso questa parte del convegno Achille Chiari, dell’Associazione Ferrovia Internazionale Torino-Svizzera, presentando il caso della linea Santhià-Arona, ricordando che in passato era attivo un corridoio tra la Costa Azzurra ed il centro Europa passando proprio per questa tratta, di cui sono quindi evidenti le potenzialità in chiave turistica.

Angelo Porta ha quindi ceduto il testimone da moderatore ad Anna Donati, portavoce dell’Alleanza per la Mobilità Dolce.

Anna Donati ha moderato la tavola rotonda, in cui ha parlato per primo

 

Michele Torsello, Consigliere del Ministro delle Infrastrutture e mobilità sostenibili, che ha sottolineato l’impegno del Governo per l’attribuzione di ingenti risorse finanziarie derivanti dal PNRR non solo alle linee ad alta velocità, ma anche alle linee locali, e che per il Piemonte sono previsti 33 milioni di Euro per la riapertura a fini turistici di alcune linee piemontesi sospese.

Ha proseguito Alberto Sgarbi, Presidente Federazione Italiana Ferrovie Turistiche e Museali, ricordando che la ferrovia turistica nasce nell’Europa continentale per tutelare i sedimi dismessi, e che spesso la ferrovia turistica ha più successo del trasporto ordinario. In Francia alcune ferrovie turistiche sono ritornate attive per il trasporto passeggeri e merci, e che se anche la ferrovia turistica non è praticabile esiste la possibilità dei ferrocicli, quadricicli a pedali che producono reddito per le comunità ed i lavoratori locali.

 

Eraldo Botta, Presidente della Provincia di Vercelli, ricordando i risultati molto positivi ottenuti dalla riapertura ai treni turistici della linea Novara-Varallo, ed ha identificato nella riapertura delle linee sospese almeno a fini turistici un importante motore per promuovere i territori. La ferrovia rimane un mezzo di trasporto concorrenziale, le ferrovie devono essere riaperte e concorrere al trasporto pubblico locale.

 

Paolo Lanfranco, Presidente della Provincia di Asti, si è unito alla richiesta, ricordando la situazione del traffico e delle strade locali anche a fronte della sospensione delle linee ferroviarie. Ricordando il falso dilemma tra ferrovie e piste ciclabili, e l’emergenza strade nella provincia, ha sostenuto con forza che le ferrovie ritornino ad essere uno dei servizi che permettono la residenzialità fuori dalle città metropolitane. Dobbiamo ricostruire comunità vive e vivaci, e utilizzare anche nuove tecnologie per rendere nuovamente sostenibile il trasporto ferroviario, con una visione complessiva dei problemi del territorio.

 

Roberto Bava, delle Cantine Bava di Cocconato, ha affermato la valenza delle linee ferroviarie anche per il possibile traffico merci, ricordando come tutte le principali e più famose cantine vinicole piemontesi (comprese le cantine Bava) si trovino nelle immediate vicinanze delle stazioni (compresi i produttori di vermouth della cui associazione è presidente).

 

Roberto Colombero, Presidente di UNCEM Piemonte chiede un ritorno al futuro per rispondere alle necessità di comunità, con opportunità di residenzialità per mettere in pratica tutto quello che è stato affermato durante la pandemia. Scelte drastiche soprattutto da parte di chi ha la responsabilità politica ma anche da parte dei cittadini. Dalla valle Maira a Cuneo ad esempio per la frequenza scolastica, servono due ore di viaggio con l’attuale assetto del TPL, sono troppe. È necessario riattivare le linee ferroviarie sospese e forse realizzarne delle nuove. Ha ricordato infine i turisti (soprattutto stranieri) che non capiscono e non comprendono come non vi siano trasporti su ferro per raggiungere i luoghi di loro interesse.

Importanti le conclusioni di Diego De Lorenzis, membro della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, che, tornando alla sua abitazione in treno, ha ricordato le leggi sulle ferrovie turistiche e i fondi per il trasporto pubblico locale approvate nelle due ultime legislature. L’onorevole De Lorenzis ha ricordato inoltre che il criterio per l’eventuale trasformazione del sedime in una ciclovia è l’assenza dell’armamento: in caso contrario (quando sono presenti i binari e le traversine) sarebbe grave ricoprire il sedime con una pista ciclabile. De Lorenzis ha concluso affermando come sia necessaria una integrazione tariffaria per i diversi mezzi di trasporto locale, allargata all’ambito nazionale.

 

Anna Donati ha concluso l’incontro ribadendo il senso e la convinzione che le tratte sospese in Piemonte e in tutta Italia vadano riattivate e che una fetta più importante di risorse del PNRR debbano essere spostate sul trasporto ferroviario locale. La portavoce di AMODO ha anche rilevato come l’assenza al convegno dell’Assessore ai Trasporti della Regione Piemonte, Marco Gabusi, dovuta a concomitanti impegni istituzionali, abbia purtroppo impedito il confronto e di veicolare direttamente le istanza dei territori e le nuove informazioni sul PNRR verso i vertici regionali.

La registrazione del convegno si può trovare sulle pagine Facebook di Legambiente Piemonte e di Amodo.

Legambiente Onlus: è l’associazione ambientalista più diffusa in Italia con 18 sedi regionali, 1000 gruppi locali, 115.000 tra soci e sostenitori. Un’associazione senza fini di lucro, fatta di cittadini e cittadine che hanno a cuore la tutela dell’ambiente in tutte le sue forme, la qualità della vita, una società più equa, giusta e solidale. Un grande movimento apartitico fatto di persone che, attraverso il volontariato e la partecipazione diretta, si fanno promotori del cambiamento per un futuro migliore. Ha fondato la propria missione sull’ambientalismo scientifico, raccogliendo dal basso migliaia di dati sul nostro ecosistema, che sono alla base di ogni denuncia e proposta. Da 40 anni si batte per un mondo migliore, combattendo contro l’inquinamento, l’illegalità e l’ingiustizia per la bellezza, la tutela, una migliore qualità della vita.

Amodo – Alleanza per la Mobilità Dolce: nasce dal desiderio delle più importanti Associazioni nazionali ambientaliste e di settore di collaborare e attivare azioni congiunte per promuovere e far crescere la mobilità dolce in Italia, recuperando i ritardi nella pianificazione sostenibile dei territori e del paesaggio e nel sostegno al turismo lento. Le Associazioni che formano l’Alleanza si riconoscono nel Manifesto per una nuova Alleanza per la Mobilità Dolce. Tra le principali associazioni sono presenti:

Gruppo Marazzato valorizza le risorse umane

L’azienda piemontese leader nei servizi ambientali capofila di un importante progetto pilota patrocinato da ‘Regione Piemonte’ e ‘Confindustria Novara Vercelli Valsesia’

‘Gruppo Marazzato’, leader nei servizi ambientali, prosegue sul cammino intrapreso da quasi 70 anni a oggi (li compirà infatti nel 2022) dell’attenzione preziosa ed efficace alle proprie risorse umane.

E lo fa in quanto parte di un’associazione temporanea d’impresa costituita insieme a dieci primarie aziende delle province di Novara e Vercelli per offrire un importante e concreto contributo al miglioramento della qualità della vita del dipendente e dei propri cari.

Un progetto pilota importante, nato prima della pandemia ma che in essa ha trovato piena e ottimale attuazione, patrocinato dalla Regione Piemonte e da ‘Confindustria Novara Vercelli Valsesia’ con capofila proprio ‘Marazzato’ e declinato su quattro macroaree di intervento, fra cui ‘Family Care’ (sostegno alla fruizione di servizi di cura di familiari anziani, o non autosufficienti e disabili), ‘Addetto al disbrigo pratiche’ (consegna in azienda o a domicilio di farmaci, spesa e svolgimento commissioni), ‘Assistenza Fiscale e Previdenziale’ (attivazione di uno sportello CAF e patronato in azienda) e ‘Supporto Psicologico e Media Education’ (Formazione e Supporto per il benessere dei lavoratori e dei loro familiari).

Si tratta di un progetto moderno di assistenza e servizi alla persona articolato e integrato – spiega Andrea Bedotto, Corporate Welfare Manager di ‘Marazzato’ – nato per rispondere in maniera concreta e puntuale alle esigenze dei professionisti impiegati nel ‘Gruppo’, incluse in special modo quelle di nuova concezione derivate dagli effetti di ricaduta della pandemia da Covid-19”.

Tra i punti salienti del programma, “l’attenzione alla consulenza fiscale e previdenziale, necessaria per orientarsi al meglio nel mare crescente di opportunità legislative presenti. Insieme a una mirata attività di coaching tesa a fornire a ciascuna risorsa gli strumenti per approcciare in misura corretta e producente il nuovo welfare aziendale, unitamente a preziose occasioni di ascolto preventivo, supporto psicologico e di attenzione alla persona per quanto concerne criticità e problematiche afferenti la sfera personale, professionale e familiare”.

E tutto questo “In un’ottica di creare e migliorare un dialogo reciproco con l’intera popolazione aziendale, per far sì che fiorisca in ciascun dipendente una sana coscienza critica nell’impiego di queste opportunità, facendone così di fatto un segnalatore attivo utile e prezioso per migliorare costantemente qualità e quantità dello strumento anche sotto il profilo di eventuali, insorgenti nuove esigenze da contemplare e di cui tener conto”.

Per Andrea Bedotto, infatti, la forza del progetto “sta nell’aver creato, con una decina di altre rinomate imprese del territorio, un osservatorio comune in cui, al di là delle peculiari e specifiche necessità merceologiche di ciascuna, condividere, prevenire e risolvere in profondità le difficoltà di vario genere che normalmente abitano i contesti lavorativi e professionali. Con l’obiettivo primario di tesaurizzare al meglio e al massimo questa innovativa esperienza traendone elementi e spunti grazie ai quali potenziare gli aspetti diffusivi e gli effetti di ricaduta positiva su tutte le aziende coinvolte e i soggetti beneficiari che di esse fanno parte, recuperando su più fronti il valore dell’ascolto come forma di prevenzione del disagio”.

.

To Expo, approvato il protocollo

La  Giunta comunale, su proposta dell’Assessore all’Urbanistica Antonino Iaria, ha approvato due rilevanti delibere.

La prima riguarda li Protocollo di intesa fra la Città e il Politecnico di Torino per l’utilizzo del Padiglione 3a e 3b come aule e spazi didattici e la collaborazione con l’Ateneo per la nuova progettazione del masterplan del Valentino, recependo anche i risultati delle prove strutturali in corso. Questo Protocollo è collegato al Progetto Valentino inserito nel PNRR.

La seconda delibera riguarda il progetto esecutivo di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza delle coperture delle ex “Pagliere” e delle maniche del cortile della Cavallerizza Reale di via Verdi, per un importo di 500.000 euro.

Intervista a Toradio del Presidente del CAAT Marco Lazzarino

Martedì primo giugno alle 8.40 su TOradio, la nuova radio di Torino e del territorio, sarà intervistato Marco Lazzarino, Presidente del CAAT (Centro Agroalimentare di Torino).

Sarà una preziosa occasione per fare il punto sui risultati raggiunti dal CAAT durante il mandato in corso del Presidente Lazzarino,avviato nel 2017 e all’indomani dell’approvazione del bilanciopositivo del 2020, avvenuta lo scorso 14 maggio.

Diversi i temi che verranno trattati, a partire dai progetti che il CAAT ha già in cantiere per poter fruire delle risorse previste dal Recovery  Plan per i mercati all’ingrosso, cui il PNRN ha rivolto un’attenzione particolare.

Il CAAT, uno dei poli logistici più  importanti del territorio nazionale, si vuole fare trovare pronto non appena saranno disponibili le risorse del PNRR e sta approntando progetti su diversi fronti, dal settore della sostenibilità ambientale e lotta allo spreco, alla logistica sostenibile, fino alla digitalizzazione.

In quest’ultimo campo il progetto che verrà illustrato dal Presidente Marco Lazzarino coinvolge tutti gli operatori presenti, con l’intento di trasformare il CAAT in una realtà in cui siano operanti piattaforme digitali tali da renderlo il CAAT 4.0

Ultimo ma non meno importante tema che verrà affrontato sarà quello della solidarietà alimentare, che vede il CAAT operare a stretto contatto con associazioni di volontariato, che si occupano del recupero e della selezione di tonnellate di prodotti agroalimentari da destinare alle fasce più svantaggiate della popolazione.

 

Mara Martellotta

Biraghi e Banca del Vino insieme per promuovere il Piemonte

Nel negozio Biraghi di Piazza San Carlo sono disponibili da oggi oltre 150 etichette di vini piemontesi provenienti da oltre 100 produttori

 

 

Oltre 150 etichette di vini esclusivamente piemontesi, organizzati in dieci macro categorie: Barbaresco, Barbera, Barolo, Vini Bianchi, Bollicine, Dolci, Monferrato e Dolcetto, Nebbiolo, Roero, oltre ai vini di “Altra Langa” e “Altro Piemonte”: è questo l’eccezionale assortimento che il negozio Biraghi di piazza San Carlo, nel salotto storico di Torino, è da oggi in grado di proporre al pubblico grazie ad un accordo in esclusiva con Banca del Vino, la società cooperativa no-profit nata nel 2001 in partnership con Slow Food.

 

Sono oltre 100 i produttori rappresentati e distribuiti a Torino grazie a questa collaborazione, di dimensioni molto diverse fra loro: da aziende con 120 ettari di vigne di proprietà e circa 8 milioni di bottiglie prodotte all’anno a cantine con 8 ettari e circa 45.000 bottiglie prodotte all’anno. Negli scaffali del negozio Biraghi sono dunque rappresentate oltre 38 diverse denominazioni piemontesi: da quelle di alto profilo, blasonate e famose in tutto il mondo, come il Barolo e il Barbaresco, a quelle meno conosciute ma di grande qualità, interesse e potenziale come il Carema, un vino presidio Slow Food, 100% nebbiolo, prodotto in un piccolo comune di 800 abitanti posto al confine con la Valle d’Aosta, espressione di un terroir distinto, peculiare e unico. Sono poi presenti i vitigni autoctoni più noti e diffusi come Nebbiolo, Barbera o Dolcetto, ma anche quelli più rari come il Grignolino, Pelaverga, Ruchè o Timorasso.

 

Tutte le cantine selezionate si caratterizzano per la cura e l’attenzione verso la terra e la vigna e per la scelta di pratiche sempre più sostenibili. Nello specifico, delle 100 cantine selezionate 31 producono vino biologico certificato e di queste 2 vino biodinamico certificato, mentre 1 ha una parte del parco vigneti in regime biodinamico; 6 hanno una parte dei vigneti a regime biologico e 7 stanno convertendo la loro produzione al biologico.

 

Numerosi, inoltre, gli appuntamenti e le collaborazioni in programma tra le due realtà: Banca del Vino e il negozio Biraghi si stanno, infatti, muovendo per riproporre le attività di degustazione, già organizzate in passato, insieme ai produttori e al personale qualificato di Banca del Vino per far conoscere la selezione di vini piemontesi presenti nel punto vendita.

 

«Banca del Vino, parallelamente alle sue attività di degustazione, di organizzazione di eventi e di vendita al pubblico, cerca sempre di promuovere la cultura del vino e le eccellenze enologiche del Piemonte e di tutta Italia – ha dichiarato Federico Piemonte, Amministratore Delegato di Banca del Vino –. La collaborazione con Biraghi ci permette di svolgere più intensamente e in modo capillare la nostra funzione su una piazza di prestigio come quella di Torino, fornendo un’importante vetrina alle cantine del nostro circuito e una rilevante visibilità alla nostra realtà. Essere presenti nel negozio Biraghi ci ha consentito, inoltre, di creare una delle più grandi vetrine di vini piemontesi nel capoluogo sabaudo, dando vita a una prestigiosa enoteca con una selezione senza pari».

 

«Da sempre Biraghi è attenta a promuovere attraverso il proprio negozio di Piazza San Carlo le eccellenze enogastronomiche del Piemonte – dichiara Claudio Testa, Direttore Marketing e Strategie Commerciali di Biraghi SpA –. L’accordo con Banca del Vino ci consente di diventare il punto riferimento a Torino per i vini della nostra regione. Qui i consumatori e i turisti possono trovare il meglio dei vini piemontesi in un assortimento unico nella sua varietà, frutto dell’esperienza pluriennale maturata in questo settore da Banca del Vino».

Tumori sul lavoro, strutture dedicate nelle Asl

“È intenzione della Regione introdurre all’interno delle Asl strutture sanitarie deputate a valutare la sicurezza dei luoghi di lavoro, anche per il rischio oncologico, mediante il rilancio di attività di medicina del lavoro. L’obiettivo è quello di disporre di valutazioni omogenee sul territorio regionale e di consentire la raccolta di dati che possano essere utilizzati pure per orientare gli interventi di controllo sulla base di una effettiva valutazione del rischio lavorativo”.

Così ha risposto l’assessore alla Sanità Luigi Icardi in una nota letta dall’assessore Fabrizio Ricca, all’interrogazione presentata dalla consigliera Francesca Frediani (Mo4) che ha chiesto di conoscere quali siano le iniziative previste dalla Regione al fine di istituire un sistema di valutazione della storia lavorativa dei pazienti affetti da tumori occupazionali a bassa frazione attribuibile.
La Regione Piemonte, ha precisato l’assessore, d’intesa con la rete oncologica piemontese, ha già promosso un’iniziativa per aumentare la consapevolezza dei diritti dei pazienti. Gli specialisti che operano all’interno dei Gic (Gruppi Interdisciplinari Cure) acquisiranno nel corso delle visite oncologiche alcune semplici informazioni aggiuntive sull’esposizione lavorativa dei pazienti ai quali viene posta una diagnosi di tumore al polmone o alla vescica.
Nel modello attuale, nel caso emergesse una possibile correlazione con l’attività lavorativa, gli operatori informeranno i pazienti sulla possibilità di rivolgersi gratuitamente a un ente di patronato che provvederà a valutare, attraverso il ricorso di specialisti, circa la possibilità di avviare le pratiche necessarie per il riconoscimento e il risarcimento del danno da parte di Inail.
Le principali cause di tumore sono state identificate nell’esposizione a stili di vita dannosi per la salute e fattori ambientali, sia di tipo occupazionale che non-occupazionale. In particolare per i fattori occupazionali sarebbe attribuibile circa il 4/5% dei tumori maligni con forti differenze tra generi e tra sedi tumorali.
Nel corso delle interrogazioni e interpellanze è stata fornita risposta agli atti ispettivi di Silvio Magliano (Moderati): sui defibrillatori semiautomatici (DAE) perché siano davvero utili (e dunque salvino vite umane) devono essere capillarmente diffusi, opportunamente mantenuti e rigorosamente mappati e sulle Case Atc, la legge regionale numero 6/2015 sia finalmente applicata.

Il Covid travolge i consumi: meno 5 mila euro a famiglia

A causa di  pandemia e restrizioni, nel 2020 la spesa è scesa di circa  10 miliardi, 5.000 euro a famiglia, mai così male

Lo afferma Confesercenti su elaborazioni di dati Istat, La quota più rilevante dei consumi perduti è quella di  alberghi e ristoranti, con un calo pari a  3,5 miliardi euro,  10 milioni di euro al giorno in meno. I trasporti  registrano il secondo calo per entità (2,6 miliardi). scendono anche ì ricreazione e cultura (1,3 miliardi).

Con il telelavoro e lo stop alle cerimonie, i piemontesi hanno ridotto  i consumi di abbigliamento e calzature di circa  1 miliardo.

Cala  anche la spesa per la salute (200 milioni) e gli investimenti in istruzione (circa  un miliardo in meno). Aumentano le spese legate alla permanenza a casa con un aumento dei consumi di prodotti alimentari  di 240 milioni di euro.

Polliotto, UNC: “Come il Covid ha cambiato le esigenze dei consumatori”

Le parole della Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Covid e consumatori, un rapporto difficile e denso di cambiamenti”. Lo afferma Patrizia Polliotto, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, dal 1955 a oggi la prima, più antica e autorevole associazione consumeristica italiana.

Durante il lockdown, le persone hanno dedicato maggior tempo a controllo e verifica degli importi in bolletta per quanto riguarda le utilities, essendo aumentati anche i consumi di luce e gas per via dell’isolamento forzato. E, con essi, le domande di rateazione e piani di rientro per chi si è trovato in grave difficoltà economica per via della pandemia”.

Ma c’è di più. “In aumento, in generale – approfondisce il noto legale – i contenziosi legati ai reclami per ottenere rimborsi su ampia e vasta scala: dai trasporti non fruiti in ambito automobilistico, aereo e ferroviario, ai contratti di noleggio a breve, medio e lungo termine che sono stati oggetto di discussione vista l’impossibilità manifesta di spostarsi per lavoro e per piacere. A ciò si aggiungano anche quelli legati ad abbonamenti a piscine, palestre, cinema e teatri che vivono uno stop forzato e prolungato da un anno e mezzo a questa parte”.

Sul fronte delle abitudini di consumo, “Gli italiani preferiscono ora maggiormente abitazioni con giardino o grandi terrazzi per via degli effetti dell’isolamento domestico prolungato. Inoltre crescono gli acquisti on line e, purtroppo consequenzialmente, anche le truffe a essi legati per via di beni comprati e mai consegnati, specialmente sul versante dei cosiddetti DPI, i dispositivi di protezione individuale anti-Covid di cui ampie partite degli stessi sono risultate fallate e per nulla in regola con gli adempimenti di legge. Un fenomeno importante, che comprende anche la salita vertiginosa delle transazioni con pagamenti elettronici che in molti casi riservano qualche amara sorpresa all’acquirente in buona fede. Idem per quanto riguarda il boom dei conti correnti on line, aperti da moltissimi italiani per far fronte all’impossibilità di potersi agevolmente e normalmente recare in banca per la gestione ordinaria del proprio denaro”, conclude l’Avvocato Patrizia Polliotto.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.itcompilando l’apposito format.

Ream Sgr cresce nonostante il Covid. Quaglia riconfermato alla guida

L’Assemblea degli Azionisti di REAM SGR ha approvato il bilancio al 31 /12/2020 e ha proceduto al rinnovo delle cariche.

 

Giovanni Quaglia (Presidente Fondazione CRT) è stato confermato Presidente di REAM SGR S.p.A., società di gestione del risparmio partecipata da Fondazioni di origine bancaria piemontesi.

L’Assemblea dei Soci in data odierna ha eletto il nuovo Consiglio di Amministrazione, che resterà in carica per tre anni, ed ha approvato il bilancio al 31/12/ 2020. Un bilancio molto positivo, nonostante le difficoltà in cui versa gran parte del mondo economico-produttivo a causa della pandemia. Si è chiuso, infatti, con un Ebitda pari a 6,3 milioni Euro (+54,3%) e con un utile netto di Euro 4,4 milioni, in forte aumento rispetto all’utile 2019, che era stato di Euro 2,2 milioni, in crescita anche rispetto al budget (+9%). REAM SGR, nel corso del 2020, ha distribuito ai quotisti dei Fondi immobiliari da essa gestiti proventi per Euro 48,5 ml ed ha effettuato rimborsi di equity per Euro 46,2 ml, con un effetto finanziario complessivo di Euro 94,7 ml.

 

“Voglio innanzitutto ringraziare il Consiglio di Amministrazione, e gli uscenti in modo particolare, per l’impegno profuso e per l’apporto di grande professionalità dato”, ha detto il Presidente Quaglia, che ha sottolineato: “L’ottimo risultato è stato conseguito in un anno pesantemente condizionato dall’emergenzada Covid-19 e ha determinato un incremento del già solido patrimonio. Questo risultato consentirà di effettuare gli investimenti necessari per l’avvio delle iniziative su cui si sta lavorando: in particolare nel campo socio assistenziale e ricettivo con i Fondi GERAS e GERAS 2. Sarà possibile anche avviare nuovi investimenti nell’ambito dell’abitare sostenibile (housingsociale, senior living, student housing.) e di riqualificazione di aree urbane dismesse in collaborazione con CDP (Cassa Depositi e Prestiti). REAM SGR conferma la propria attenzione ai settori del no-profit e del social housing”.

“Posso dire che REAM SGR è una realtà in espansione – ha detto il Direttore Generale, Oronzo Perrini negli ultimi 5 anni la massa gestita è cresciuta del 25%, e questo in un mercato sempre più difficile e competitivo”.

“Nel 2020 – ha aggiunto – REAM SGR ha avviato una nuova importante iniziativa con il gruppo Lendlease: è stato istituito un fondo da 260 milioni di Euro per la riqualificazione di un complesso alle porte di Milano. Ad aprile 2020 si è inoltre completato il percorso del Fondo Core Multiutilities, con un risultato di grande soddisfazione sia per gli investitori sia per Iren, che ha comprato l’intero portafoglio immobiliare dalla stessa condotto in locazione, e anche per REAM SGR, che ha registrato un importante risultato economico”.

Per quanto riguarda gli investimenti futuri, Perrini ha detto: “La Società sta lavorando su progetti di grande interesse, con importanti ricadute sui territori di riferimento ed in particolare sulle città di Torino, Genova e Novara. Non escludiamo investimenti anche in altre regioni italiane.”

Con il Presidente Quaglia il nuovo Consiglio di Amministrazione di REAM SGR risulta così composto: Vicepresidenti Mario Sacco (Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Asti) e Maurizio Irrera (Vice Presidente Fondazione CRT), Consiglieri Alberto Francesco Anfossi (Segretario Generale della Compagnia di San Paolo), Aldo Casalini (Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli), Sergio Ebarnabo (Fondazione Cassa di Risparmio di Asti), Luciano Mariano (Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria), Gianfranco Mondino (Presidente Cassa di Risparmio di Fossano) ed Ezio Raviola (Vice Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo), Consigliere indipendenti Attilio Befera, Annalisa Pescatori e Francesca Spitale.

 

REAM SGR ha istituito e gestisce dodici fondi di investimento alternativi immobiliari chiusi, tutti riservati a investitori professionali per un totale di massa gestita di circa un miliardo e 400 milioni, fra fondi immobiliari sociali e di mercato.