ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 249

A Volpiano raccolta di cibo e beni di prima necessità per i profughi ucraini


Iniziativa del Comune in collaborazione con protezione civile, parrocchia e associazioni

Il Comune di Volpiano ha deciso di attivare, da martedì 8 marzo, un servizio per fornire aiuto alle popolazioni vittime della guerra in Ucraina. Si raccolgono cibi a lunga conservazione (pasta, riso, legumi, tonno, carne in scatola, biscotti, marmellate), prodotti per l’igiene (saponette, guanti in lattice, detersivi per la casa, pannolini per neonati), materiali sanitari (bende, cerotti, siringhe, stampelle, carrozzine) e materiale vario (biancheria intima nuova, coperte, passeggini). I punti di raccolta sono: al martedì dalle 10 alle 12 in piazza Italia (all’ufficio della polizia municipale e di fronte alla Conad), giovedì dalle 17 alle 19 di fronte al supermercato Coop (via Trento 135) e sabato dalle 10 alle 12 di fronte al supermercato Lidl (viale Partigiani 1). I prodotti raccolti vengono consegnati al Sermig e destinati al sostegno dei profughi in arrivo nella zona di Baia Mare, in Romania. Il progetto è gestito dal Comune in collaborazione con protezione civile, parrocchia e associazioni del territorio.

Commenta il sindaco di Volpiano Giovanni Panichelli: «Ringrazio tutte le realtà del territorio che, ancora una volta dopo due anni di impegno per la pandemia, si rendono disponibili per questa importante iniziativa di solidarietà».

L’amministrazione comunale informa, inoltre, che il Sermig ha attivato un conto corrente per donazioni in denaro, con le seguenti coordinate: IBAN IT29P0306909606100000001481, intestato a «Associazione Sermig Re.Te per lo Sviluppo Onlus», causale «Ucraina».

Si segnala che la Regione Piemonte ha pubblicato un avviso pubblico per raccogliere la disponibilità di famiglie e singoli all’accoglienza temporanea dei nuclei famigliari provenienti dell’Ucraina; informazioni sul sito web della Regione Piemonte (www.regione.piemonte.it).

Torna il Festival del giornalismo Alimentare

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IL 31 MAGGIO E L’1 GIUGNO IL MONDO DEL CIBO TORNA AL CENTRO DEL DIBATTITO

 

Punta sui contenuti la settima edizione del Festival del Giornalismo Alimentare che si terrà il 31 maggio e l’1 giugno al Centro congressi del Lingotto di Torino.

L’evento è unico nel suo genere e riunisce nel capoluogo piemontese il mondo dell’informazione e della comunicazione sul cibo insieme al mondo della ricerca, della salute alimentare, dell’economia e della politica legati all’alimentazione.

 

Nato nel 2016 da un gruppo di giornalisti e comunicatori torinesi è diventato, in questi anni, uno dei luoghi più apprezzati per raccogliere notizie, tendenze, analisi sull’universo alimentare e su un settore del giornalismo che, dalla recensione dei ristoranti si è allargato a tutti i grandi temi presenti nei media dimostrando che il cibo è un argomento trasversale ai generi giornalistici.

 

Molte le ricerche che verranno presentate all’edizione 2022 del Festival.

 

Il Festival inizierà con il report “Media & Food”, realizzato da l’Eco della Stampa, la più importante società di rassegne e analisi dei media, dedicato a come giornali e siti web hanno trattato l’alimentazione nel 2021 e in questi primi mesi tra il recedere della pandemia e lo scoppio della guerra.

L’Istituto Piepoli, specializzato in indagini demoscopiche, presenterà un sondaggio per comparare l’offerta di informazione sul cibo presente nei media alle aspettative dei cittadini-utenti.

Allo staff scientifico del master Cibo & Società dell’Università Bicocca di Milano il compito di realizzare un’analisi sulla trattazione da parte delle testate giornalistiche di alcuni macro temi che legano cibo e società.

Dall’Associazione italiana di comunicazione pubblica e istituzionale arriva la seconda edizione del rapporto su Infosfera e narrazioni mediatiche dedicato al cibo, realizzato con Fondazione Italiani, Media Lab dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e altri gruppi di ricerca.

Un’indagine sulla psicologia dei consumi tra l’uscita dalla percezione della pandemia e l’incertezza del futuro sarà presentata dal Monitor di EngageMinds HUB – Consumer, Food & Health Engagement Research Center dell’Università Cattolica di Cremona.

È previsto anche un rapporto di “sentiment analysis” dei consumi proiettato verso il futuro e curato dall’Università di Torino con il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria.

Altroconsumo contribuirà presentando il quadro delle nuove esigenze dei consumatori con rinnovati spunti per scelte consapevoli in un mercato ripensato, descrivendo tendenze che si consolideranno nei mesi a venire.

Dalla Borsa Merci Telematica Italiana arriverà un’analisi dell’andamento dei prezzi delle materie prime alimentari che influenzano in modo così evidente i prezzi dei beni al consumo ma anche l’autonomia di approvvigionamento del nostro Paese

Altre relazioni sono in preparazione, per un Festival ricco di spunti.

 

Per seguire tutti gli aggiornamenti visitare il sito www.festivalgiornalismoalimentare.it o i canali social del Festival.

FB e IG: @foodjournalismfest

 

Assegno unico, chi ha diritto alla ricezione fino a 2 mila euro in più

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Il Ministero dell’Economia ha reso note le prime stime relative agli importi che, a partire da marzo 2022, verranno riconosciuti alle famiglie grazie all’introduzione dell’Assegno Unico e Universale (AUU), a seguito della delega al Governo per riordinare, semplificare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico.
Per le domande presentate a gennaio e febbraio, i pagamenti cominceranno a essere erogati dalla seconda metà di marzo. Per le domande presentate dal 1° marzo in poi, il pagamento verrà effettuato alla fine del mese successivo a quello di presentazione della domanda. Per chi presenta la domanda entro giugno 2022, i pagamenti avranno decorrenza per le mensilità arretrate dal mese di marzo.
Grazie ad una nota pubblicata dal Dipartimento delle Finanze del Mef, però, sappiamo già oggi chi trarrà maggior guadagno. Utilizzando il modello di micro-simulazione TAXBENDF del Dipartimento delle finanze, gli impatti delle riforme Irpef e Assegno Unico sono stati valutati per famiglie distribuite per: decimi di reddito equivalente; tipologia di reddito prevalente; struttura familiare; classe di ISEE.
L’analisi si è quindi soffermata sugli effetti in termini di numero di famiglie coinvolte dalla riforma, i benefici medi annui calcolati in euro e l’incidenza percentuale degli stessi sul reddito lordo familiare. Tenendo conto dei nuovi scaglioni Irpef (qui la tabella aggiornata) e dei nuovi importi AUU, pertanto, è stato possibile individuale la fascia di reddito che – di fatto – guadagnerà di più da questo intervento legislativo.
Suddividendo in dieci gruppi di pari numerosità la popolazione ordinata in senso crescente sulla base di tale reddito si ottengono i “decimi di reddito equivalente”: al primo decimo appartiene il 10% più “povero” della popolazione, all’ultimo decimo appartiene il 10% più “ricco”.
Il reddito equivalente si ottiene rapportando il reddito familiare alla dimensione della famiglia in termini di adulti equivalenti (scala di equivalenza, si utilizza quella OCSE modificata) e consente di confrontare i livelli di reddito di famiglie di dimensione diversa. Ciascun individuo all’interno della stessa famiglia possiede il la capacità di redistribuzione ed equità e il relativo impatto sulla disuguaglianza.
Poiché gli individui appartenenti alle famiglie più numerose tendono a collocarsi nei decimi più bassi (scala di equivalenza maggiore: reddito equivalente inferiore), ne risulta che nei decimi più elevati tendono a collocarsi un maggior numero di nuclei (meno numerosi) rispetto ai decimi più bassi. Non a caso, sono gli appartenenti al gruppo I, le famiglie più povere e svantaggiate, che potranno contare su un beneficio medio per nucleo pari a 1.935 euro.
Le cifre si dimezzano poi per i gruppi di reddito a seguire, andando dai 624 euro per il gruppo II, fino ai 571 euro per il gruppo X (i più ricchi). Un dato interessante, infine, emerge comparando i gruppi VI, VII, IIX E IX che guadagneranno meno – in termini di beneficio per nucleo familiare rapportato al reddito equivalente – a confronto con i più ricchi, ovvero rispettivamente: 560 euro; 479 euro; 413 euro; e 446 euro.
Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

 

Da parco fuor del vento a metaverso: monopoli si trasferisce nel mondo virtuale

“Mi sono comprato un appezzamento accanto al rapper Snoop Dogg: un lotto mi è costato 70.903 SAND, ma presto sono sicuro che lo rivenderò a 200.000, c’è molta richiesta di gente che vuole vedere Dogg da vicino quando taglia l’erba nel suo giardino…”

 

Fermi tutti! Chi è Snoop Dogg? Cosa sono 70.903 SAND? Chi ha mai visto il giardino del rapper?
Chi mi ha parlato di questo favoloso affare non è un ragazzino col telefonino in mano e lo sguardo perso sul visore, ma uno stimato professionista, membro di un consiglio d’amministrazione di una società di medie dimensioni, apparentemente sano di mente.
Non oso chiedergli chi è questo Dogg, il Carneade del XXI secolo (ma scommetto che lui non sa chi sia Carneade…) e furtivamente lo cerco su Google, scoprendo che trattasi di un personaggio notissimo, che però, guarda guarda, da cinque giorni è stato denunciato per violenza sessuale compiuta su una ballerina.
E poi scopro che SAND non è una favolosa spiaggia ai Caraibi, ma una criptovaluta ricercatissima dai giocatori “play-to-earn” per usare Sandbox, “che combina tecnologia blockchain, DeFi e NFT in un metaverso 3D” (testuale su un sito Internet specializzato nello spiegare, con parole semplici, le novità del mondo virtuale…).
Allora provo a spiegarvelo io casa fa quel mio amico, e molti altri come lui che hanno soldi da buttar via.
Sandbox è un gioco. Permette ai giocatori di creare e personalizzare i propri giochi e risorse digitali con strumenti di progettazione gratuiti. I beni virtuali creati possono poi essere monetizzati come NFT (una specie di opera d’arte unica e non duplicabile) e venduti su The Sandbox Marketplace.
SAND è la criptovaluta necessaria per girare in questo mondo virtuale; può essere guadagnato giocando a giochi e concorsi in The Sandbox (e così lo si ottiene gratis, se si è capaci), o acquistato su piattaforme di negoziazione.
I giocatori possono crearsi una “vita parallela” attraverso degli avatar che girano il mondo visitando posti inesistenti abitati da altri fantasmi creati da altre persone.
Questo mondo è stato creato nel 2011 da Arthur Madrid e Sebastien Borget che nel 2018 hanno avuto la felice intuizione di concedere agli utenti di possedere le loro creazioni come NFT; in pochi mesi c’è stato un boom di adesioni, con un afflusso incredibile di richieste, che hanno fatto lievitare la quotazione di SAND da pochi centesimi fino ad un massimo di 7,5 euro!
E poi che si fa con quella roba?
Semplice, gli utenti possono comprare terreni, case, villaggi vacanze, creare vestiti alla moda, creare animali da compagnia, e così via. Una volta creati, gli oggetti possono essere venduti su Marketplace.
Inoltre, i titolari possono puntare SAND all’interno del gioco per guadagnare premi, inclusa una quota delle entrate derivanti da tutte le transazioni in token SAND.
SAND ha fatto un balzo nelle quotazioni nell’ottobre 2021, quando ha sfiorato i 7.5 euro di prezzo.
In quel momento i “maghi della finanza” si sono scatenati con le loro previsioni (c’è sempre chi si butta sull’affare, consigliando il “parco buoi” a comprare qualcosa facendo balenare affari strepitosi): come ricavato da un sito fra i più attivi nel leggere il futuro delle criptovalute, “Al momento della scrittura, gira intorno ai 6.5 euro di prezzo, ma SAND potrebbe ritentare l’assalto agli 8 e entro fine 2021. Ed i prossimi target price di SAND dovrebbero essere:
2021: 6-8 euro
2022: 8-14 euro
2023: 10-18 euro
2024: 15-21 euro
2025: 18-25 euro”
https://www.webeconomia.it/comprare-the-sandbox/
Forse sarebbe meglio se il mago si dedicasse alla lettura della mano, dei tarocchi o dei fondi di caffè: oggi (8 marzo alle ore 19:07) il SAND è scambiato al prezzo di 2,5 euro.
Vabbé vuol dire che il mio amico professionista ha comprato un terreno inesistente vicino a quello del mitico Snoop Dogg, lo avrà incrociato un paio di volte scambiando due parole sul tempo siccitoso che lo obbliga a dedicarsi un’ora al giorno ad innaffiare la pelouse, trovandosi con un valore ridottosi ad un terzo di tre mesi fa…

Forse ho fatto meglio io, che ho comprato per pochi soldi colorati quattro case ed un albergo a Parco della Vittoria; state attenti, che se passate di lì mi dovrete sborsare ben 200.000 lire.
Come dite?
Le lire non esistono più?
Ah, ah, ah, e allora SAND?

 

Gianluigi De Marchi 

demarketing2008@libero.it

Giachino: Pnrr ultimo treno per economia e lavoro

Intervenendo al Convegno in corso a Assolombarda sulla Logistica Italiana, la manifattura e il PNRR, il Presidente di SAIMARE spa , Mino GIACHINO ha sostenuto che il PNRR è l’ultimo treno per la economia e il lavoro italiano.
“Lo debbono assolutamente prendere per colmare il grave distacco accumulato negli ultimi vent’anni dalla economia e dalla Società italiana. 
L’Europa ha capito che la politica della austerity adottata nel 2011 ha frenato lo sviluppo e ha creato forti diseguaglianze sociali ha deciso di aiutare molto di più il nostro Paese che negli ultimi vent’anni ha perso oltre 20 punti di PIL procapite rispetto alla media europea con un’alta disoccupazione , giovanile in particolare.
I fondi del PNRRsono l’ultimo treno che dobbiamo assolutamente prendere realizzando le infrastrutture strategiche , dalla Nuova Diga di Genova alla TAV e contemporaneamente fare le riforme della logistica e degli interporti dopo gli ultimi dieci anni inconcludenti .
Il  Governo valuti di utilizzare il Metodo Genova per non sforare i tempi previsti. Il Ministero dei Trasporti insieme al MISE lavori a un PATTO LOGISTICA E INDUSTRIA che incentivi la vendita dei trasporti franco destino,  cosa che offrirebbe alla logistica italiana un mercato potenziale di 170 miliardi di euro. Il MIT sblocchi realmente lo Sportello dei controlli nei porti, ora sbloccato solo sulla carta.
 Infine Presidenza del Consiglio e MIT mettano tra le priorità , interventi per l’autotrasporto che non si deve assolutamente fermare se non si vuole strozzare la ripresa in atto. I trasportatori non sono figli di un Dio minore e ,come vediamo anche dai TIR che portano aiuti umanitari in Ucraina , sono essenziali come sono stati essenziali durante il COVID”.
Mino Giachino

La Città di Torino predisporrà il bilancio sociale e di genere

La Città di Torino procederà alla redazione del Bilancio di genere, declinandolo congiuntamente al Bilancio Sociale, in modo da acquisire un quadro dettagliato della situazione territoriale, dell’organizzazione interna e delle politiche in atto.

Lo prevede la mozione (prima firmataria: Elena Apollonio – Lista Civica per Torino) approvata il 7 marzo 2022 dal Consiglio Comunale all’unanimità (39 voti favorevoli su 39 consiglieri presenti).

Presentato nella seduta del 3 marzo 2022 delle Commissioni Diritti e Pari opportunità, Quarta e Prima, il documento chiede inoltre di valutare l’opportunità di definire possibili obiettivi di miglioramento delle proprie politiche di genere, dandone anche conto alla cittadinanza e a tutti i suoi interlocutori privati e pubblici in una dimensione di piena trasparenza

Nel dibattito in aula, la prima firmataria Elena Apollonio (Lista Civica per Torino) ha sottolineato l’importanza di ottenere dati disaggregati per genere per realizzare politiche più efficaci, maggiore trasparenza e performance dell’Amministrazione migliori, come richiesto anche dall’Unione Europea.

La consigliera Nadia Conticelli (PD) ha confermato che la redazione del bilancio sociale e di genere è già prevista dal Dup e ha evidenziato la necessità di praticare politiche quotidiane per la parità di genere.

Il bilancio con dati disaggregati in base al genere può essere utile anche per risparmiare risorse – ha affermato Ivana Garione (Moderati).

L’assessore al Welfare Jacopo Rosatelli ha ribadito l’impegno dell’Amministrazione a predisporre il bilancio sociale e di genere per realizzare il principio di uguaglianza e pari opportunità, senza un predominio di un genere sull’altro. Non si tratta però di strumenti semplici – ha dichiarato – ma serviranno per migliorare le performance complessive dell’ente.

Il bilancio 2021 della Fondazione CRT è tra i migliori negli ultimi 5 anni

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Tutti i numeri registrano una forte crescita, in linea con i livelli pre Covid.

Il consuntivo si chiude con un avanzo di ben 89,2 milioni di euro (33,9 milioni in più rispetto ai 55,3 del 2020), facendo segnare un aumento del 61,2%, frutto dell’efficiente gestione operativa e della prudente ed equilibrata gestione del patrimonio, prioritariamente finalizzata a fornire risorse per l’attività istituzionale della Fondazione, anche rafforzando l’azione di Gruppo.
Sono i numeri del al progetto di bilancio 2021, varato dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione CRT, presieduto da Giovanni Quaglia, che sarà sottoposto all’esame del Consiglio di Indirizzo.
Si evidenziano, in particolare, l’incremento dei dividendi incassati (+55% sul 2020) derivanti da Cassa Depositi e Prestiti e dagli enti creditizi e assicurativi – tornati a distribuire utili dopo lo stop imposto dai regolatori nel 2020 – e l’incremento del risultato di negoziazione (+28% rispetto al 2020).
L’ottimo risultato di gestione rafforza ulteriormente la solidità e l’operato della Fondazione CRT, creando i presupposti per mettere a disposizione 52 milioni di euro per l’attività istituzionale del 2022 ed effettuare accantonamenti significativi: 17,8 milioni destinati alla riserva obbligatoria, 13,4 alla riserva per l’integrità del patrimonio, 2,5 al Fondo nazionale per il volontariato, 0,2 milioni al Fondo nazionale per iniziative comuni delle Fondazioni.
Il Fondo di stabilizzazione delle erogazioni sale a 158,3 milioni (a fronte dei 143,8 del 2020), continuando a garantire continuità e forza all’attività istituzionale futura della Fondazione.
Il patrimonio netto della Fondazione CRT arriva a superare i 2,3 miliardi di euro. Sempre ampiamente positiva la posizione finanziaria netta (328 milioni di euro).
Nel 2021 la Fondazione CRT ha attivato quasi 60 milioni di euro per l’attività istituzionale, rendendo possibili circa 1.300 progetti in molteplici ambiti: la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio artistico, architettonico, paesaggistico e il rilancio del settore culturale messo a dura prova dalla pandemia; lo sviluppo dell’innovazione e della ricerca scientifica e tecnologica, la formazione del capitale umano e dei giovani talenti, il rafforzamento delle competenze; la salvaguardia dell’ambiente, il sostegno al welfare, la tutela della salute pubblica, l’inclusione delle persone in difficoltà, la promozione dell’imprenditoria sociale, il consolidamento del sistema di primo intervento del 118 e della protezione civile. A queste tradizionali modalità di intervento, la Fondazione ha continuato ad affiancare ulteriori iniziative a prevalente contenuto sociale orientate allo sviluppo (social impact investments o mission related investments), mettendo complessivamente a disposizione del territorio oltre 62 milioni di euro.

“Nel trentennale della Fondazione CRT, questi eccellenti risultati di bilancio sono la dimostrazione che la nostra forza economico-finanziaria continua a crescere, nonostante le complessità e le incertezze del quadro nazionale e internazionale, evidenziando altresì la bontà di un modello di gestione diretta del patrimonio che, caso raro nel panorama delle fondazioni italiane, si avvale interamente della struttura finanziaria interna – afferma il Presidente Giovanni Quaglia –. Diamo oggi un nuovo, importante segnale di stabilità e fiducia al territorio, intessuto di persone, istituzioni, associazioni non profit e realtà del Terzo Settore che possono contare sulle risorse e sul supporto tangibile della Fondazione”.

“La Fondazione CRT conferma la propria capacità di value creation – direttamente e attraverso l’azione sinergica di ‘Gruppo’ con gli enti collegati – con effetti positivi sull’economia reale del nord-ovest in ottica Paese, ponendo le basi anche per l’attivazione degli interventi che saranno originati dall’esecuzione del PNRR – dichiara il Segretario Generale Massimo Lapucci –. Con un avanzo di oltre 89 milioni di euro, pari ad un aumento del 61,2% rispetto al 2020, e forti di una robusta posizione finanziaria netta attestata oltre i 320 milioni di euro, il bilancio 2021 consolida l’ottimo trend degli ultimi anni riportandoci ai livelli pre-pandemia ed evidenziando la correttezza delle scelte strategiche e operative improntate ad una visione di sostenibilità nel lungo periodo”.

Agricoltura, Carenini rieletto presidente Cia

Gabriele Carenini, 44 anni, orticoltore e cerealicoltore di Valmacca (Alessandria), è stato rieletto presidente regionale di Cia Agricoltori italiani del Piemonte. Si tratta del suo secondo mandato consecutivo, rimarrà in carica altri quattro anni, fino al 2026.


A confermare Carenini al vertice dell’Organizzazione è stata l’Assemblea dei delegati, svoltasi sabato 5 marzo alla Tenuta La Romana di Nizza Monferrato.

Alla sessione pubblica dell’incontro, sono intervenuti l’assessore regionale all’Agricoltura del Piemonte, Marco Protopapa e numerosi parlamentari, assessori e consiglieri regionali, sindaci e rappresentanti del mondo agricolo e dell’economia del territorio.

Le conclusioni sono state affidate al direttore generale di Cia Agricoltori italiani, Claudia Merlino.

«Sono grato ai soci che mi hanno confermato la fiducia – ha detto Carenini -, ci aspettano sfide molto impegnative, ma l’esperienza maturata in questi anni certamente sarà di aiuto a me e a tutta l’Organizzazione. Ho avuto la fortuna di lavorare a fianco di collaboratori straordinari, in Piemonte Cia Agricoltori italiani può contare su un tessuto associativo e una dirigenza molto qualificati e determinati. Siamo agricoltori a servizio degli agricoltori e questo fa la differenza. Rinnovo l’impegno ad agire all’insegna dell’ascolto e della vicinanza concreta ai soci, portando all’attenzione dei tavoli di Torino e Roma le emergenze che necessitano di interventi immediati e di programmazione a lunga scadenza e rafforzando il più possibile la rete di relazioni politiche e istituzionali dell’Organizzazione, con serietà e nel rispetto dei ruoli».

Nella relazione di fine mandato, Carenini ha ricordato le battaglie che più hanno caratterizzato l’attività dell’Organizzazione negli ultimi quattro anni, con in testa i temi dei lupi e della fauna selvatica, sui quali Cia Piemonte ha organizzato, tra l’altro, una manifestazione nella sede del Consiglio regionale del Piemonte; la devastazione dell’alluvione, affrontata coinvolgendo direttamente il Parlamento; i ristori conseguenti alla pandemia, con particolare attenzione ai comparti più danneggiati, come agriturismo e florovivaismo; l’emergenza delle risorse idriche, su cui è stato organizzato un confronto con tutti i soggetti interessati nella Sala Trasparenza della Regione Piemonte.

Guardando al futuro, il presidente rieletto ha focalizzato il suo intervento sui temi sintetizzati dallo slogan dell’Assemblea: reddito, sfida green e digitale.

«Territorio, cibo, ambiente, clima e welfare – ha osservato Carenini – hanno subito una profonda trasformazione, nella quale il settore agricolo è chiamato ad assumere un ruolo da protagonista. I meccanismi di intervento devono essere concertati con chi, come noi, abbia il polso vivo della situazione. Le molte risorse che l’Europa mette a disposizione, devono avere un’utilità effettiva, senza sprechi in step farraginosi e infruttuosi. Il futuro di imprese, cittadini e territori dipenderà dalla capacità di saper interpretare i modelli di sviluppo all’interno dei mutamenti del contesto in cui ci si trova, con duttilità e velocità di azione e decisione».

In primo piano, i nuovi orientamenti di Pac, Psr e Pnrr, il turismo e l’enogastronomia, la ricerca, l’innovazione e l’Università, l’acqua e irrigazione, la scommessa sui giovani e la capacità di fare squadra.

Vivere il territorio, è il tema di “Parlaconme” in onda oggi

Protagonista della puntata  è  Rossana Turina, imprenditrice agricola e Presidente del Consorzio Turistico Pinerolese e delle Valli

 

Rosanna Turina, Presidente del Consorzio Turistico Pinerolese e Valli, imprenditrice agricola, sarà l’ospite della puntata di mercoledì 9 marzo prossimo della trasmissione PARLACONME sulla Radio web Radiovidanetwork condotta da Simona Riccio, founder e social Media Manager del CAAT.

Titolo della puntata  sarà  “L’importanza di far conoscere il nostro territorio attraverso chi lo vive”.

Rossana Turina è già stata ospite di Simona Riccio e insieme hanno avuto modo di condividere anche il palco della Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola, che ha riscosso un ottimo successo.

Nella puntata del 9 marzo il fil rouge della trasmissione sarà  dato dal legame tra il settore agricolo e agroalimentare e il turismo. Rossana Turina è, prima di tutto, un’imprenditrice agricola che guida la sua azienda agricola di kiwi e lavanda con annessa ospitalità agrituristica. Da anni si è  fatta portavoce della promozione del territorio e del turismo attraverso un canale di eventi che consentono di far conoscere meglio questa terra e le tradizioni gastronomiche locali.

Tra tutte le iniziative da lei ideate molto originale e di successo è  stato l’evento realizzato lo scorso anno, che ha previsto un pomeriggio  sensoriale nella lavanda all’interno della sua splendida azienda. Sono stati organizzati  piccoli giochi sensoriali alla scoperta dei profumi e dei sapori della lavanda, affiancati da esperienze pratiche di assaggio dei prodotti dell’agriturismo. È stato un pomeriggio in cui i partecipanti  hanno potuto intraprendere un viaggio esperienziale per scoprire le caratteristiche e le peculiarità del fiore viola più  famoso al mondo. Il percorso emozionale non poteva che concludersi con un picnic serale tra i filari di kiwi e le splendide  piante di lavanda.

Rossana Turina è  anche la fondatrice del format #Aspassoconme, che ha trovato spazio già nella precedente edizione di PARLACONME.  Si tratta di un format nato durante la fase del lockdown e che accompagna l’ascoltatore alla scoperta delle bellezze che circondano l’agriturismo in Val Pellice. Questo è un territorio tutto da scoprire,  di cui si possono cogliere le più piccole sfumature e i particolari della natura. Rossana Turina è  poi diventata la Presidente del Consorzio Turistico Pinerolese delle Valli, che nasce con l’obiettivo di promuovere questa terra e attrarre nuovi flussi turistici, attraverso un’offerta integrata, capace di prevedere azioni di marketing territoriale, di promozione e commercializzazione di prodotti turistici.

La parola chiave è  quella di “turismo sostenibile”, un elemento che guida i passi del nuovo consorzio,  rivolgendo una grande attenzione al turista come persona, con le proprie caratteristiche e esigenze. Nella puntata di PARLACONME, partendo dalla storia dell’azienda agricola di Rossana si approderà alla promozione dei prodotti, del territorio, del turismo e dello sport, con un’attenzione particolare rivolta alle persone, rese protagoniste della scoperta di un territorio dove emergono le eccellenze agricole italiane.

MARA MARTELLOTTA

La trasmissione viene trasmessa in diretta web Radio da Radiovidanetwork sul sito www.vidanetwork.it  e tramite App Radio Vida Network.

Dal giorno dopo sarà  possibile seguire la puntata senza interruzioni sul sito www.parlaconmeofficial.it

GasPutin

IL PUNTASPILLI di Luca Martina

 

L’Europa è sempre stata considerata dagli Stati Uniti un po’ come il proprio cortile di casa, dove scendere solo quando il troppo rumore che ne proveniva non consentiva di riposare.

 

Ad oggi i tragici eventi europei stanno provocando modesti problemi agli inquilini della “casa” che però non possono certamente ignorare la minaccia posta loro dalla “risovietizzazione” della Russia di Putin.

 

Il signore del gas (il 17% di quello mondiale) e del petrolio (l’11% del totale) sta scuotendo con le sue azioni (e le reazioni/sanzioni generate) i mercati finanziari ma quello statunitense rimane quello meno impattato (pur dopo un inizio d’anno che si ascrive per Wall Street come il peggiore da molti anni a questa parte).

 

Uno dei fattori di maggiore destabilizzazione, dal punto di vista economico, è stato finora l’aumento del prezzo del gas (e del petrolio) ed è qui che l’Europa è stata pesantemente impattata, a differenza del continente americano.

Il mercato del gas è estremamente regionalizzato: non esiste un vero e proprio mercato mondiale, a causa gli elevatissimi costi sostenuti per trasportare (tramite nave) la materia prima da un continente all’altro.

 

Questo non aveva comunque impedito ai prezzi del gas di muoversi all’interno di una banda relativamente stabile e di allinearsi su livelli simili sino all’inizio del 2010 quando lo si poteva acquistare tra i 5 dollari negli Stati Uniti, i 7 in Asia e in Europa e i 10 in Giappone.

 

Da allora in poi il mondo del gas non sarebbe più stato lo stesso.

 

Lo sviluppo delle tecnologie per l’estrazione e la salita del prezzo del greggio al di sopra dei 100 dollari, all’inizio del decennio scorso, hanno reso conveniente lo sfruttamento degli enormi giacimenti di petrolio e di gas di scisto (estratto a 2-4.000 metri di profondità da uno strato di rocce argillose) sul territorio americano.

 

Per effetto della nuova produzione, gli Stati Uniti hanno così acquisito nel giro di pochi anni una virtuale indipendenza energetica (producendo internamente quanto loro necessario) ed il prezzo del gas sul mercato domestico è sceso al di sotto dei 3 dollari.

 

Nello stesso periodo i prezzi del gas si muovevano in direzione opposta, al rialzo, sia in Europa, fino a 12-13 dollari, a causa della liberalizzazione del mercato e dell’inizio dello smantellamento delle centrali nucleari tedesche, ed in Asia, sfiorando i 20 dollari, dove alla chiusura degli impianti nucleari giapponesi (similmente alla Germania, dopo l’incidente di Fukushima) si aggiungevano i problemi alle stesse in Corea e la rapida (e molto energivora) crescita economica cinese.

 

Quello che è successo negli ultimi anni non ha fatto altro che ampliare a dismisura la forbice tra il costo del gas naturale negli Stati Uniti (tornato ai 5 dollari, gli stessi livelli dell’inizio del 2010) ed il resto del mondo.

 

A soffrire maggiormente è, come i tragici eventi di questo periodo ci stanno insegnando, principalmente il nostro continente.

 

Il prezzo del gas è passato da noi dai circa 50 dollari dell’anno scorso ai 255 dollari (per le consegne di aprile) di oggi (7 marzo).

E’ probabile ancorché auspicabile, che la salita parabolica degli ultimi giorni si riveli una fiammata violentissima ma temporanea.

 

Il prezzo è estremamente volatile e prontissimo ad adeguarsi alle mutate condizioni economiche e geopolitiche: già a dicembre dopo essere raddoppiato (a 130 dollari) si era dimezzato (a 63 dollari) nella, sfortunatamente vana, speranza che i venti di guerra si stessero allontanano.

 

Il rischio che, ancora una volta, ad accendere la miccia di una recessione economica sia una crisi energetica non è certamente da escludere.

 

La situazione evoca, infatti, preoccupanti dejà vu con quanto avvenuto nel 1973 (la guerra dello Yom Kippur tra i Paesi Arabi ed Israele), nel 1979-80 (la rivoluzione iraniana e la guerra Iran – Iraq), nel 1989 (la prima guerra del Golfo, iniziata con l’invasione irachena del Kuwait) e nel 2001-2003 (l’attacco delle torri gemelle dell’11 settembre 2001 e poi l’esplosione della seconda guerra del Golfo).

 

Come ricordava il celebre economista statunitense Jeremy Rifkin “Il regno dei cieli potrà anche essere fondato sulla giustizia ma quelli terrestri sono fondati sul petrolio”.

 

La durissima lezione che stiamo ancora una volta subendo noi europei è che l’eccessiva dipendenza dalla “benevolenza” dei nostri fornitori di energia costituisce un enorme costo economico, un insostenibile svantaggio competitivo (rispetto alle aziende statunitensi) ed una seria minaccia geopolitica.

 

Speriamo che la lezione che stiamo subendo possa insegnarci qualcosa e consentirci così di prepararci meglio ad un futuro sempre più incerto.

 

Perché, purtroppo, la guerra è vecchia quanto l’uomo e la pace è solo un’invenzione moderna…ancora tutta da perfezionare.