ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 157

La Biblioteca di Babele

IL PUNTASPILLI di Luca Martina


Internet, il world wide web, la rete creata nel 1989 dall’informatico del CERN Tim Berners-Lee, che letteralmente avvolge il mondo delle comunicazioni, è una giungla non sempre così facile da esplorare.

Per fortuna esistono delle guide che ci aiutano a percorrerne i sentieri e che ci conducono alla nostra destinazione. 

Questi “sherpa” sono i motori di ricerca che, a partire dalla fine degli anni ’90, sono stati creati per consentire di rintracciare le pressoché infinite, e in perenne espansione, pagine di quella che assume sempre più le sembianze della biblioteca di Babele dell’omonimo racconto di Jorge Luis Borges. 

La battaglia che si è scatenata sin dagli albori dell’era digitale ha visto inizialmente competere AltaVista (creato dalla Digital Equipment Corporation di Palo Alto) e Yahoo (fondata da due studenti dell’università di Stanford, David Filo e Jerry Yang) ma è stato il terzo incomodo, Google, nel 1998, a rivoluzionare la appena nata ma già molto promettente industria. 

L’algoritmo elaborato dalla creatura di Larry Page e Sergey Brin ha sbaragliato in breve tempo la concorrenza grazie alla capacità di estrarre i risultati migliori tra tutti quelli possibili (sulla base del numero di link ricevuti da ogni pagina) per ogni domanda che gli veniva sottoposta. 

Non a caso il termine “Google” ha origine dalla parola inglese googol, che sta ad indicare 10 elevato alla centesima potenza e, per estensione, una grandezza incommensurabile, proprio come le informazioni presenti in rete.

Poco importa se, una volta deciso di utilizzare questo termine (coniato nel 1938 da Caroline, la nipote di nove anni del matematico americano Edward Kasner), al momento della registrazione fu erroneamente indicato come “Google”: la storia di uno dei più grandi colossi della tecnologia era iniziata. 

Il successo fu enorme e possiamo ben dire che è proprio grazie alla possibilità di muoverci in questo oceano pressoché infinito di pagine e di informazioni in modo rapido e senza il rischio di perdere la strada che internet è diventato così pervasivo nelle nostre attività quotidiane (lavorative e non). 

Basti pensare che in ogni singolo secondo di ogni santo giorno, Google processa circa 100.000 ricerche, più del 90% di quelle fatte nel web e il suo predominio non è stato mai seriamente messo a rischio nei 25 anni successivi alla sua nascita. 

Chi ci ha provato con più forza è stata la Microsoft, che nel giugno del 2009 ha lanciato il suo motore “Bing” riuscendo però a raccogliere, dopo quasi 14 anni, meno dell’8% delle ricerche della rete. 

Va anche detto, però, che non tutte le ricerche (gratuite per gli utilizzatori) sono ugualmente profittevoli: la benzina nei “motori” è versata generosamente dalle società che ricevono, grazie ai risultati suggeriti da Google & friends, la visita dei potenziali compratori. 

Si tratta degli introiti generati dagli annunci pubblicitari, tanto più preziosi quanto più precisamente indirizzati a coloro che sono potenzialmente più interessati (e che proprio per questo si trasformeranno con maggiore probabilità da ricercatori a compratori dei beni e dei servizi pubblicizzati) e questo è il lavoro che Google sa fare meglio di chiunque altro. 

Si stima che il 54% dei ricavi pubblicitari generati da tutti i motori di ricerca finiscano nelle casse di Google, in discesa dal 67% del 2016, erosi solo dalla crescita in questo settore di Amazon (con il 23% dei ricavi totali, generati dagli inserzionisti della sua enorme piattaforma di “eCommerce”). 

Quella di Jeff Bezos è un’altra storia di successo, in grado di produrre uno dei maggiori colossi di Wall Street, ma solo dopo avere cambiato il nome della sua azienda da “Cadabra”, dalla parola magica “abracadabra”, nome la cui assonanza con la parola “cadaver” non prometteva nulla di buono, a, per l’appunto, Amazon, dal Rio delle Amazzoni, il fiume con il più grande bacino idrografico del mondo. 

Tornando ai motori, ora la sfida sembra potrebbe davvero spostarsi ad un altro livello.

L’annuncio fatto nelle scorse settimane da Microsoft ha provocato forti scossoni nel settore: verrà presto lanciata una nuova versione di Bing che incorporerà “ChatGPT” (“Chat Generative Pre-trained Transformer”) e che dovrebbe consentire alla società di Redmond di fare quel balzo che per un decennio ha tentato inutilmente di fare.

Il nuovo e, per noi profani, criptico acronimo non è nient’altro che un avanzato “modello di linguaggio naturale” (che utilizza il nostro abituale modo di comunicare) che consente ricerche molto più elaborate e prive di quei vincoli che ancora limitano le potenzialità dei motori attuali e dei loro algoritmi.

L’importanza dell’innovazione uscita dai laboratori di OpenAi, società fondata nel 2015 da Sam Altman e Elon Musk, è tale che, secondo Bill Gates, il fondatore i Microsoft, potrebbe un giorno diventare potente quanto lo sono stati il Pc e lo stesso Internet. 

Nei soli primi due mesi dal suo lancio ChatGPT è stato utilizzato da più di 100 milioni di persone, diventando immediatamente l’applicazione con la crescita più veloce della storia, è stato valutato ben 29 miliardi di dollari (a fronte di ricavi che, ad oggi, sono pari a circa 80 milioni) e la stessa Microsoft ha investito 10 miliardi di dollari in OpenAi, la sua casa madre. 

La nuova creatura di “Elon Musk & friends” offrirà nelle prossime settimane il servizio in abbonamento a 20 dollari al mese ma c’è già chi si è sbizzarrito nell’interrogare la versione “jailbreak” (priva dei vincoli posti alla versione che sarà messa in commercio per limitarne i possibili utilizzi illegali) su quando avverrà il prossimo crollo dei mercati finanziari. 

E se la risposta fornita dalla versione ufficiale di ChatGPT era stata che “è impossibile prevedere un evento di questo genere” quella senza freni ha affermato, senza tanti complimenti, che il giorno del tracollo sarebbe stato lo scorso 15 febbraio (sospiro di sollievo e pericolo scampato, almeno per ora). 

La possibilità di navigare in modo più veloce, intuitivo, preciso e creativo ha sollevato dunque enormi interessi economici e morbose curiosità (sarà forse possibile un giorno delegare al software la scrittura di articoli, romanzi, poesie, barzellette, brani musicali ma già ora è in grado di svolgere compiti e sostenere le prove di molti esami universitari) e in pochi giorni sono state messe in campo le prime controffensive: Google ha annunciato di avere pronto al lancio il suo chatbot “Bard” mentre Baidu (la Google in salsa cinese) a marzo svelerà la sua creatura “Ernie”. 

Ma le opportunità che si svilupperanno potranno coinvolgere anche le piccole società, che spesso sono le prime a cavalcare le nuove tecnologie, e tra queste la Anthropic dell’italo-americano Dario Amodei, con il suo “Claude” 


Siamo solo all’inizio, ne sentiremo ancora molto parlare, e presto potremo sperimentare direttamente queste novità e capire se saranno davvero così rivoluzionarie e in grado di trasformare il mondo della rete. 

La ricerca, in fondo, non è altro che l’atto di percorrere i vicoli per vedere se sono ciechi… e, se non lo sono, per fare molti, molti soldi. 

Confartigianato imprese, migliora il clima di fiducia ma i valori economici non rassicurano

La prima indagine trimestrale congiunturale del 2023, redatta dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte, rileva un trend uniforme negli indicatori del clima di fiducia delle imprese artigiane piemontesi: i valori, seppur in lieve miglioramento rispetto all’ultimo trimestre dell’anno, mantengono dati ampiamente negativi.

Il dato relativo all’andamento occupazionale, nonostante il leggero miglioramento rilevato, mantiene un valore negativo, passando dal -4,78% al -2,02%.

Si osserva analoga dinamica nell’ipotesi di assunzione di apprendisti, dove il saldo passa da -21,82% a -18,82%.

 

Per quanto riguarda le previsioni di produzione totale, diventa meno marcata la negatività del saldo, variando da -17,27% a -5,88%.

Un andamento non dissimile riguarda il saldo relativo all’acquisizione di nuovi ordini, che cala dal -17,04% al -5,55%.

 

Passando invece all’analisi delle previsioni di carnet ordini sufficienti per meno di 1 mese, il dato cala da 38,41% al 34,96%; quelle di carnet da uno a tre mesi diminuiscono dal 44,09% al 41,01%; quelle di carnet superiore ai tre mesi compensano le precedenti dinamiche, salendo dal 17,50% al 24,03%.

 

Le proiezioni di investimenti per ampliamenti aumentano dal 7,95% al 10,23%; quelle per sostituzioni salgono lievemente dal 15,91% al 16,36%; infine, gli intervistati che non hanno programmato investimenti calano di più di 2 punti percentuali, passando dal 76,14% al 73,41%.

 

Per quanto riguarda le previsioni di acquisizione di nuovi ordini per esportazioni, la proiezione conferma il timido miglioramento rilevato nelle variabili sopracitate, con il saldo che passa dal -35,68% al -30,93%, confermando la prevalenza di imprese artigiane che non prevedono un aumento nell’acquisizione di nuovi ordini per esportazioni nell’immediato futuro.

 

Infine, le stime di regolarità negli incassi aumentano dal 64,32% al 68,07%, le previsioni di ritardi negli incassi diminuiscono dal 35,45% al 31,09%, mentre le previsioni di anticipi negli incassi permangono vicine allo 0% del campione, passando dallo 0,23% allo 0,84%.

 

“Il 2023 ci pone davanti a diverse sfide che dobbiamo assolutamente vincere – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte. – L’anno passato ha infatti lasciato aperti molti punti interrogativi, strettamente legati alle dinamiche sovranazionali: la guerra in Ucraina, la crisi energetica e l’inflazione galoppante sono solamente alcune delle problematiche che il nostro Paese sta affrontando. Spesso, tuttavia, nelle crisi si annidano delle opportunità da saper cogliere e sfruttare per accelerare l’innovazione, il progresso e l’affrancamento dalla dipendenza esterna, soprattutto in materia energetica”.

“Nonostante gli interventi messi in campo negli ultimi mesi abbiano mostrato i primi timidi risultati – continua Felici – certificati da una revisione al rialzo delle stime sull’andamento del PIL rispetto a quanto prospettato a novembre 2022, è ad esempio necessario considerare che dobbiamo abituarci a dei prezzi del gas che rimarranno strutturalmente più elevati. Nella prospettiva di medio-lungo termine sarà quindi essenziale programmare un efficace piano fiscale di legislatura che sia strettamente legato al piano delle riforme, con una prospettiva strutturale e non più emergenziale. A questo dovrà essere senz’altro accompagnata una razionalizzazione della spesa pubblica a sostegno della produttività delle imprese e della crescita economica, con interventi volti alla crescita reale senza un ribaltamento sui prezzi”.

“Come in passato, – conclude Felici – i corpi intermedi dovranno farsi parte attiva nel percorso concertativo per strutturare interventi su misura dei nostri territori, perché non si assista ad una dispersione delle risorse che le imprese e le famiglie hanno messo a disposizione con sacrificio”.

L’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte ha redatto la prima indagine trimestrale 2023 utilizzando un questionario telematico rivolto ad un campione significativo di 2.250 imprese selezionate nei comparti di produzione e di servizi che rappresentano maggiormente l’artigianato della nostra regione.

Torino impoverita: Giachino scrive a Fornero

“Per la  trasformazione a opera delle Amministrazioni di sinistra. Alta disoccupazione giovanile, stipendi dimezzati e molti poveri in più”

  
Lettera aperta a Elsa Fornero 

Carissima Professoressa,

Le scrivo una lettera aperta perché il suo giudizio positivo espresso su La Stampa a proposito della trasformazione di Torino, e’ generoso e sbagliato.
La sensibilità umana e sociale è una base essenziale per chi in un modo o nell’altro si occupa della cosa pubblica sia esso la Città o il Paese in cui vive e non dipende dalla condizione sociale. Senza arrivare ai grandissimi Santi sociali, Don Bosco, Cottolengo e Cafasso, Giulia di Barolo e il marito erano ricchi ma ebbero una sensibilità sociale altissima che li portò a lanciare una iniziativa importante a favore dei più deboli. Donat-Cattin , con cui ho avuto l’onore di lavorare per sei anni, nella sua azione politica e di governo era mosso da una sensibilità sociale fortissima che stupiva chi gli stava vicino e che determinava e guidava la sua azione di governo. Dopo il fortissimo aumento del petrolio che portò  al raddoppio delle bollette della luce, Donat-Cattin , In soli trenta giorni, promulgò la tariffa sociale della energia elettrica che ne riduceva il costo per una fascia importante della utenza, mettendola a carico dell’Enel.
Questa sensibilità sociale mi pare molto diminuita soprattutto a sinistra e nella area intellettuale che in questi ultimi trent’anni ha amministrato Torino e ne ha governato la trasformazione . Torino da quasi trent’anni non cresce di meno solo rispetto a Milano , Bologna e altre Città da Roma in su ma cresce di meno della media nazionale . Ieri Unioncamere ha aggiunto un altro dato significativo. Gli stipendi a Torino sono la metà di quelli di Milano e sono inferiore a quelli di Città del Veneto e dell’Emilia che negli anni cinquanta e sessanta erano più povere di noi.
Le scrivo perché non concordo con il giudizio che a lei ha espresso stamane su La Stampa laddove scrive “Torino ha alle spalle una crisi da trasformazione produttiva non facile, è tutto sommato la Città ha saputo gestirla bene.”
Come aveva visto bene l’Arcivescovo Nosiglia, Torino ha almeno metà della Città che sta male, con pensioni basse, con tanta disoccupazione, cassa integrazione, con tanto lavoro a tempo determinato e a meno di 1000 euro al mese. A queste condizioni economiche si aggiunga il degrado dei Quartieri svantaggiati o di periferia in cui vivono. Certo che Torino nella sua parte centrale , da quella settecentesca a quella liberty , è molto bella e grazie ai suoi portici, alle sue piazze , ai suoi bei palazzi che piacevano tanto a Nietzsche.
Ma mse da corso Regina invece di voltare a sinistra verso il centro, vai a destra le cose cambiano molto. Non a caso i Parroci , che hanno una dose di sensibilità superiore ai politici di sinistra, a Gennaio 2022 incontrando Lorusso chiesero meno degrado e più sicurezza. 13 mesi dopo la situazione è peggiorata. Torino doveva difendere di più e meglio la propria industria dell’auto come hanno fatto tedeschi, francesi e spagnoli sia perché nell’industria vi è molta ricerca, molti servizi avanzati e stipendi più alti di quelli del commercio e del turismo. L’operaio FIAT riusciva a risparmiare e a far studiare i figli . Oggi con i grandi eventi , si diffonde la immagine della Città ma si genera lavoro a tempo determinato e meno retribuito . Un ragazzo mi ha detto che in tutto ha lavorato 3 mesi in un anno con contributi pensionistici che Lei conosce meglio di me.
Dalla trasformazione a cura delle amministrazioni di sinistra , che non a caso sono forti nella ZTL e in collina, la Città è impoverita e senza la prospettiva di ritornare in testa alle classifiche perchè tutte le cose , anche importanti, messe in moto non riescono a farci crescere più della media nazionale come ripeto ossessivamente dal 2008 quando mi accorsi che anche nel 2006 eravamo cresciuti meno della media nazionale. E ora se le cose non cambieranno Torino pagherà più di altre Città italiane la fine delle auto con motore endotermico e la crisi di tante aziende dell’indotto auto.
E meno male che noi, non altri, abbiamo salvato la TAV che ci potrà consentire,  soprattutto se cercheremo di allearci a Genova , Lione e Milano, di ritornare centrali nell’Europa del terzo millennio. Anche Genova con la trasformazione gestita dalla sinistra si era impoverita ma nel  2017 con la elezione di un nuovo Sindaco, Marco Bucci, ha saputo rilanciarsi partendo dal suo porto che genera direttamente e indirettamente tanti occupati quanto ne generava Mirafiori. A Genova nel porto hanno investito tutti i grandi operatori mondiali , come se nella Mirafiori avessero investito Renault , Volkswagen e Ford. Così oggi Genova si trova alleata ad Amburgo proprio mentre il PNRR le ha assegnato l’opera più importante , la nuova Diga che consentirà il raddoppio della sua potenzialità.
Siccome i suoi colleghi Docenti di Storia hanno insegnato male Cavour , Torino non riesce a capire che più si sviluppa il porto di Genova e più Torino e il Piemonte ci possono guadagnare.
A questo punto Io mi porrei la domanda su cosa vuol dire  definirsi progressista e di sinistra se amministrando la Città la si impoverisce ? Non a caso la gauche caviar parla molto di diritti e non parla più del lavoro, il diritto più grande e importante economicamente e socialmente.
Cara Professoressa, che seguo sempre con interesse, se Lei andasse una volta a Messa alla Domenica alla Madonna della Pace in corso Giulio Cesare 80 si renderebbe conto di come la trasformazione gestita dagli ultimi cinque Sindaci , Lorusso compreso, non sia stata quel successo tanto decantato dai giornali , cosiddetti indipendenti.
Con simpatia,
Mino Giachino
Responsabile Logistica FdI Piemonte
già sottosegretario alle Infrastrutture

Anche le fabbriche invecchiano E tra gli operai prevalgono i precari

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Il futuro dell’indotto auto è preoccupante, se si pensa alla decisione di abolire diesel e benzina nel 2035. Lo è soprattutto per Torino, dove la crisi dell’automotive è ormai realtà da anni e le imprese che gravitano attorno a quel mondo sono ancora molto diffuse, conseguenza della storia del Piemonte e del suo capoluogo da sempre legati alla Fiat e a quel (poco) che ne resta.

Ma ci sono anche altre preoccupazioni.  Anche le fabbriche invecchiano e tra gli operai  prevalgono i precari. Per questo la Fiom, la categoria della Cgil con più iscritti, vuole comunicare “con un nuovo linguaggio”, Lo dice all’Ansa il segretario generale Michele De Palma, confermato al congresso di Padova con il 97% dei voti alla guida dell’organizzazione. Chiede a Fim e Uilm “di avviare subito un percorso comune per presentare una piattaforma unitaria in vista del rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici” e di prestare attenzione sia al tema del salario, sia a quello della stabilizzazione dei precari. “All’interno delle  fabbriche non c’è solidarietà, ognuno si gestisce per sé. I ragazzi e le ragazze non sanno che esiste il sindacato e che esistono i diritti” osserva De Palma. “Andando avanti in questo modo – conclude –  noi rappresenteremo uomini e donne sempre più in là con l’età. Ci vogliono i giovani, ma dobbiamo andare a parlare con loro, usare un linguaggio diverso. La relazione con le nuove generazioni non va costruita solo su una politica generale, le grandi manifestazioni, o l’idea del cambiamento, ma su questioni  pratiche”.

(Foto IL TORINESE)

Change To: cambia il clima, cambia la città

Una foglia stilizzata che con le sue venature ricorda la mappa di una città che diventa via via sempre più verde, ma anche una goccia d’acqua, con riferimento all’impegno della Città di Torino nella ricerca di strategie e politiche per ottimizzare l’uso e la gestione delle risorse idriche a livello urbano: richiama il concetto di sostenibilità ambientale l’immagine scelta dall’Assessorato alla Transizione ecologica per la nuova campagna di comunicazione “ChangeTO: cambia il clima, cambia la città”.

Già apparsa sui cartelloni luminosi ‘mupi’ in tutta la città, nei negozi in forma di ‘cartolona’ e nei ristoranti sulle tovagliette di carta Sugonews, la campagna – che rimanda agli interventi che un’amministrazione attenta e responsabile sul tema del cambiamento climatico è chiamata a implementare – nei prossimi giorni sarà diffusa anche negli spazi di affissione del Comune e visibile sui bus del trasporto pubblico.


Scopo della campagna è informare i cittadini sugli “Interventi di adattamento per una città più vivibile” avviati dall’Assessorato alla Transizione ecologica, importante progetto di adattamento del tessuto urbano in risposta alle esigenze dettate dai cambiamenti climatici, che porterà sul territorio un investimento di un milione di euro derivanti dai fondi europei del programma PON METRO 2014-2020 REACT-EU.


“Insieme agli interventi fisici abbiamo pensato di lanciare una diffusa campagna di sensibilizzazione alla cittadinanza” dichiara l’assessora alla Transizione ecologica Chiara Foglietta. “Il claim ‘Cambia il clima, cambia la città’ sta a indicare la traiettoria entro cui ci muoviamo. Torino vuole diventare una città resiliente e climaticamente neutra, obiettivi che possiamo raggiungere solo se tutti siamo consapevoli e lavoriamo nella stessa direzione”.

Un cantiere è già stato avviato in via Stradella, dove all’interno di un parcheggio saranno piantumati 82 nuovi alberi e sostituiti 1400 mq di asfalto con una pavimentazione in grado di riflettere la radiazione solare. Nei prossimi mesi 15 fermate del trasporto pubblico e un tratto di binari della linea 4 rinverdiranno, contribuendo a contrastare il fenomeno delle isole di calore e degli allagamenti e ad aumentare il numero di piante di Torino, che può già vantare 340mila alberi di proprietà pubblica.

I benefici ambientali a lungo termine derivanti da questo e altri interventi sono mostrati attraverso immagini e dati dalla campagna ChangeTO. Il cittadino troverà ulteriori dati e approfondimenti visitando il sito internet www.torinovivibile.it indicato nei manifesti, accessibile in pochi click anche tramite QR code.

Umanizzare la pena. Una mostra a Torino sull’articolo 27 della Costituzione

Lunedì 20 febbraio alle ore 11, nella sala conferenze dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico del Consiglio regionale (via Arsenale 14/G), si svolge la conferenza stampa di presentazione della mostra “Art. 27”, in riferimento all’articolo della Costituzione che recita: “La responsabilità penale è personale. L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.
Intervengono: Paola Baldovino Difensore civico della Regione Piemonte, Ylenia Serra Garante per l’Infanzia, Bruno Mellano Garante per i detenuti, Juri Nervo associazione EssereUmani, Pierpaolo Rovero Professore Accademia Albertina di Belle Arti corso Arte del Fumetto.
L’esposizione – composta da pannelli con grafiche e strisce di fumetti – invita ad approfondire il contenuto e il significato dell’art. 27 della Costituzione. Il progetto di sensibilizzazione è stato realizzato dall’associazione EssereUmani onlus con gli studenti dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino – Corso di Arte del Fumetto.
La mostra rimarrà esposta nelle vetrine dell’Urp di via Arsenale fino a martedì 28 febbraio 2023.

Gli atenei e la Regione insieme per un Piemonte sostenibile

Nel Palazzo della Regione in piazza Castello a Torino , Bartolomeo Biolatti, Rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Gian Carlo Avanzi, Rettore dell’Università del Piemonte Orientale, Guido Saracco, Rettore del Politecnico di Torino, e Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino, hanno firmato l’Accordo della Rete delle Università Piemontesi per lo Sviluppo Sostenibile – RUS Piemonte, con cui le quattro Università confermano di essere allineate agli obiettivi della Strategia Regionale di Sviluppo Sostenibile (SRSvS) e di essere disponibili per un lavoro a fianco della Regione per portare il Piemonte sul percorso di transizione verso un nuovo modello di sviluppo. Era presente Matteo Marnati, Assessore della Regione Piemonte, con specifica delega ad Ambiente, Energia e Ricerca, con i connessi rapporti con Atenei.

Negli anni 2020-2022, le Università piemontesi sono state impegnate congiuntamente nel progetto PASS – Piemonte e Accademia per lo Sviluppo Sostenibile, finanziato dal Ministero per la Transizione Ecologica. I quattro atenei piemontesi fanno parte della Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS), che si propone la diffusione della cultura e delle buone pratiche di sostenibilità, sia all’interno che all’esterno degli atenei italiani (a livello urbano, regionale, nazionale, internazionale). A conclusione del progetto PASS, le quattro Università piemontesi hanno voluto definire un coordinamento delle attività svolte su scala regionale nell’ambito della RUS nazionale, dando così vita alla RUS Piemonte.

I quattro Atenei piemontesi, unendo le forze nella RUS Piemonte, avranno la possibilità di realizzare azioni congiunte di coinvolgimento della popolazione (la cosiddetta terza missione delle Università), che potranno impattare su una comunità di oltre 140.000 persone, considerando l’insieme di studenti, collaboratori, staff tecnico-amministrativo e docenti. Queste azioni saranno rivolte a far crescere la “conoscenza, formazione e coinvolgimento” delle nuove generazioni, in un’ampia riflessione sullo sviluppo sostenibile del territorio.

Le sfide poste al 2030 e 2050 dall’Agenda Globale e dalla Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile impongono sistemi di governance collaborativi e transdisciplinari, che creino le condizioni per significativi salti di qualità nell’implementazione di politiche per la sostenibilità. Attraverso il progetto PASS e sul modello della RUS nazionale è stata definita e avviata una modalità operativa innovativa, nel contesto regionale, fondata sulla collaborazione tra le quattro Università piemontesi – Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Università del Piemonte Orientale, Politecnico di Torino e Università di Torino – e la Regione Piemonte, volta alla condivisione, all’elaborazione e all’attuazione delle politiche regionali per la SRSvS.

Attraverso il perseguimento degli obiettivi prefissati, il progetto PASS ha facilitato le condizioni per la promozione di una governance collaborativa, innovativa e duratura, tra Regione Piemonte e Atenei piemontesi, volta a valorizzare le sinergie del territorio e accelerare i tempi della transizione allo sviluppo sostenibile. È stato così possibile procedere all’individuazione di un sistema di collaborazione Regione-Atenei, attraverso la definizione delle modalità di cooperazione e di coinvolgimento del personale, unitamente all’attivazione di un primo nucleo di cooperazione tra RUS Piemonte e Regione Piemonte. L’esperienza del progetto PASS rappresenta il punto di partenza per la creazione di un rapporto strutturato fra la Regione e gli Atenei, tale da diffondere la cultura e le buone pratiche di sostenibilità, sia all’interno che all’esterno delle Università piemontesi, e promuovere lo sviluppo sostenibile delle comunità locali.

Parallelamente, valorizzando i rapporti di collaborazione tra Università e Regione nell’ambito di progetti di ricerca finanziati dalla Regione stessa, si è costituito un quadro delle competenze universitarie piemontesi in materia di sviluppo sostenibile, definendo gli strumenti per orientare la ricerca sui temi prioritari e potenziando gli stimoli per la diffusione degli studi di natura transdisciplinare sul tema.

Sotto il profilo del governo del territorio, attraverso l‘individuazione e il rafforzamento delle sinergie tra ambiti di pianificazione regionali e tra questi e le Università, si è poi attivato un processo di revisione concertato degli strumenti regionali unitamente alla co-definizione di una visione collaborativa della pianificazione, capace di identificare elementi di innovazione. Tutte queste azioni sono state improntate ad un’ottica evolutiva pluriennale, ovvero volta ad una collaborazione duratura tra Atenei e Regione oltre il termine progettuale stesso, proponendosi di estendere tale collaborazione a tutti i campi della sostenibilità (i.e. istituzionale, sociale, economica e ambientale).

“La decisione del Piemonte di puntare allo sviluppo sostenibile del territorio è una scelta fondamentale che può dare buoni frutti solo se condiviso e realizzato con tutti i soggetti istituzionali che presidiano le frontiere del cambiamento e di cui le Università sono senz’altro alfieri imprescindibili – dichiara il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio -. “L’accordo che viene siglato oggi conferma l’alto livello di sintonia e di collaborazione che esiste e che ha l’obiettivo di garantire al Piemonte di poter crescere e di farlo in equilibrio con il suo prezioso patrimonio di risorse naturali”.

Quelle particolari feste bianche

Da alcuni anni, in particolare sui siti di incontri, è facile incontrare annunci che recitano, più o meno, così: “Bel ragazzo porco festaiolo raggiunge solo ospitali no mercenari per fare porcate tutta la notte.oppure “Questa sera ospito coppia anche con amico per divertimento. Portare festa bianca. [..]

Ma cos’è questa festa? Chi sono in festaioli? Questo tipo di festa, chiamata chemsex, non ha conosciuto pause neanche durante la pandemia e, anzi, possiamo dire che durante lo stop forzato ad ogni incontro umano i chemsex siano stati una forma di interazione sociale che quasi non ha conosciuto interruzioni,proprio perché basata su qualcosa di proibito, di illecito, da nascondere, e sappiamo quanto il proibito istighi a compiere ciò che proibisce (vedi il Proibizionismo negli anni ’20 del secolo scorso).

I chemsex sono feste organizzate in case private o in appartamentiaffittati a ore o giorni, dove più persone si ritrovano per praticare sesso (in Italia sono in prevalenza maschi gay) sotto l’effetto di stupefacenti di vario tipo; tra questi vanno per la maggiore GHB, crack, cocaina, crystal meth, MDPV oltre al viagra e altri farmaci contro la disfunzione erettile, per rimediare agli effetti anafrodisiaci di alcuni di quegli stupefacenti.

Il livello della festa è estremamente variabile, a seconda dell’età, del ceto sociale, delle etnie presenti e delle sostanze utilizzate, fattore quest’ultimo che determina il mood della festa.

Sorgono immediate diverse considerazioni, alcune di ordine sociale, altre di ordine medico e criminologico.

In primis, alcuni dei partecipanti considerano tali feste niente più che un puro svago, come andare al privè o ad un concerto, ma molti altri ne diventano dipendenti non riuscendo più a concepire un rapporto sessuale se non è con più partners e grazie all’aiuto degli stupefacenti. Già questo dovrebbe far riflettere sull’opportunità per la nostra società di modificare alcuni comportamenti o avremo, nel giro di pochi anni, un gran numero di persone che non sapranno relazionarsi senza aiuti chimici e, come altro fattore, future generazioni concepite da organismi strafatti di droga.

Leggendo qua e là alcune interviste e parlando direttamente con chi partecipa a questi festini, esce un mondo variegato sia di motivazioni che spingono a partecipare alle feste sia di esperienze vissute. Si va dal ragazzo che partecipa perché solo a queste feste trova il coraggio di osare, di lasciarsi andare, all’altro ragazzo che partecipando può ottenere gratuitamente le sostanze che usa abitualmente; si arriva alla ragazza che, dipendente dal crack, riesce solo in questo modo ad avere orgasmi soddisfacenti, al marito voyeur che, da quando porta a queste feste la moglie e la vede intrattenersi con altri partners, ha riscoperto l’innamoramento per lei.

E’ evidente che questo genere di feste rappresenti, per sua natura, una fonte di rischi.

Partiamo dalla dipendenza dalle sostanze psicotrope che non è mai positiva; intanto perché è una dipendenza patologica e poi perché, nell’assunzione di tali sostanze, è implicito un rischio enorme per la salute (ipertermia, tachicardia, dispnea, allucinazioni, psicosi, convinzione di essere immortali) che possono portare chi ne faccia uso a compiere gesti pericolosi (camminare su un cornicione, nuotare in condizioni psicofisiche inadatte, essere convinto di poter volare o che, semplicemente, non si regge in piedi e rischia di finire investito quando uscirà di lì).

Non tralasciamo la perdita di controllo che porta un individuo a dimenticare le più banali norme di prevenzione nei confronti dellepatologie a trasmissione sessuale e delle gravidanze; ecco in parte spiegato come, dopo anni relativamente tranquilli circa la diffusione di tali malattie, vi sia stato  nuovamente un aumento dei casi e non soltanto per quelle più famose (HIV, epatite, sifilide) ma anche per le patologie considerate meno pericolose (clamidia, papillomavirus, candida) che, in un organismo debilitato dagli stupefacenti, trovano il tappeto rosso ad attenderle.

Non dimentichiamo, inoltre, che gli artt. 71 e 72 della L. n. 685/1975 puniscono la cessione, a qualsiasi titolo (quindi anche gratuitamente) della sostanza stupefacente e che, specie per i giovani, non è bello essere oggetto di una segnalazione in Prefettura quale assuntore abituale di stupefacenti.

Per ultimo, attenzione a non porvi alla guida di un veicolo dopo aver fatto uso di stupefacenti perché, oltre a mettere a rischio la vita di chi incontrate e la vostra (di cui però vi importa evidentemente poco), rischiate sanzioni salate oltre alla reclusione(artt. 186-187 C.d.S.).

Resta da determinare cosa non funzioni più nel sesso tradizionale e perché.

Sergio Motta

La tecnologia diagnostica e il rapporto tra ospedale e territorio

Gabbrielli (ISS): “Mettere in campo le migliori competenze in questo settore per sfida PNRR”

Il nostro servizio sanitario ha di fronte importanti sfide per continuare a garantire la migliore presa in carico del paziente, il miglior percorso di cura e di assistenza, e la gestione delle risorse del PNRR sarà decisiva per lo sviluppo di grandi opportunità offerte dalla tecnologia digitale. La tecnologia diagnostica e il rapporto tra ospedale e territorio: come facilitarne l’uso a beneficio di tutte le professioni sanitarie è stato il focus approfondito durante la Winter School 2023 di Motore Sanità, a Pollenzo, con Carlo Tomassini e Valerio Biglione, Direzione Scientifica Motore Sanità;  Francesco Gabbrielli, Direttore Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali, ISS; Pietro Giurdanella, Componente del Comitato Centrale FNOPI e Presidente OPI di Bologna; Giovanni Gorgoni, Direttore Generale ARESS Puglia;  Loredana Pau, Vice Presidente e Coordinatrice Associazioni Europa Donna Italia.

IL PNRR impone dei ritmi molto rapidi su base nazionale e anche regionale per i progetti di sviluppo e questa è una grande sfida per il sistema Paese, una sorta di sliding doors- ha spiegato Francesco Gabbrielliperché per la prima volta siamo chiamati a rispondere allo sviluppo di sistemi di telemedicina sui vari territori, rispettando diverse esigenze, e soprattutto provando a farlo in maniera coordinata su tutto il territorio nazionale per offrire i migliori servizi. Per farlo al meglio e in breve tempo abbiamo la necessità di mettere in campo le migliori competenze in questo settore, in un momento in cui le Regioni guardano verso l’autonomia, anche sanitaria”. È possibile prevedere delle difficoltà nell’applicazione dei provvedimenti nelle singole regioni? Ci sarà disomogeneità? “Potrebbero esserci. La diversità tra le soluzioni organizzative nei vari territori non è di per sé un problema. Diventa un problema quando le regioni agiscono come se non esistesse nessun altro intorno a loro, come se fossero delle monadi. E invece nell’ambito della sanità digitale occorre condividere gli standard, la modalità di applicazione e l’interoperabilità dei dati dei sistemi. La telemedicina, se costruita sulle esigenze del territorio, funziona molto meglio, ma nello stesso tempo va costruita tenendo presente dei punti di riferimento fissi, uniformi e coerenti sul territorio nazionale, in modo che tutti i servizi siano uguali per garantire in maniera equa l’accesso a tutti i cittadini. Il fascicolo sanitario elettronico è un grande punto di riferimento. Per questo occorre fare un grosso lavoro di armonizzazione delle banche dati e del modo con cui vengono utilizzate nella pratica”.

La tecnologia digitale impone il ricorso a nuovi processi e occorre anche considerare dei casi in cui è necessario un supporto diverso, ad esempio nel settore oncologico. “Difendere i diritti delle donne che hanno avuto un tumore al seno è il nostro scopo. Per raggiungerlo alcune cose è possibile farle da remoto, altre come una mammografia, non è possibile farle– ha detto Loredana Pau-. Al momento chi ha ad esempio una metastasi può leggerlo direttamente dal fascicolo elettronico sanitario, ecco noi pensiamo che non sia il modo giusto, né lo è ricevere una diagnosi oncologica via e mail, per questo pensiamo che bisogna trovare dei sistemi di protezione in queste circostanze”.

L’evoluzione dei bisogni dei cittadini – ha concluso Pietro Giurdanellaci impone di rivedere i modelli e prendendo i dati del Piano nazionale di cronicità vediamo che è necessaria una riorganizzazione dei processi di lavoro e delle modalità interoperative, riorganizzazione  che si scontra con una filiera normativa che tarda ad adeguarsi al bisogno di cambiamento”.

 

TEDxTorino. Un incondizionato amore per l’essere umano

Domenica 19 febbraio 2023. Ore 14.30 | Torino, Lingotto Fiere – Via Nizza 294

L’evento è anche visibile in diretta streaming su https://virtualvenue.stream/event-TEDxTorino al costo di 5 euro

È tutto pronto per il primo TEDxTorino del 2023, il TEDx più grande d’Italia per numero di volontari che, domenica 19 febbraio al Lingotto Fiere di Torino, porterà sul palco l’Amore, quello con la A maiuscola. L’amore per le persone. L’amore per l’umanità.

Per celebrare l’evento, domani sera la Mole Antonelliana si illuminerà con il logo della manifestazione.

Una grande arena, quasi 100 volontari, più di 1500 spettatori, migliaia di collegamenti in streaming e 15 speaker, tutti con qualcosa di molto interessante da raccontare.

Dallo scrittore Giudo Catalano all’influencer Marcello Ascani, dal fotografo Luca Bortolato all’attivista Serena Mancini, passando per Giulia Musso di Fondazione Paideia e Alessandro Messinadi Banca Etica, i 15 relatori che calcheranno il palco di TEDxTorino – Un incondizionato amore per l’essere umano sono persone comuni e, allo stesso tempo, rivoluzionarie, con una “storia d’amore per l’umanità” da raccontare.

Ognuno di loro ha tra i 5 e i 14 minuti per salire sul palco e parlare della propria idea. Innovativa, controcorrente, sorprendente, il bello è che anche argomenti che sembrano distanti e poco comprensibili, sul palco di TEDx hanno la capacità di apparire semplici e alla portata di tutti. Il modello, ormai diffuso, è quello di TED, l’organizzazione no profit americana nata nella Silicon Valley per andare alla “ricerca di idee che meritano di essere diffuse” e condividerle.

In un periodo di sfiducia diffusa, di distanze, di conflitti e antagonismi, TEDxTorino ha cercato idee che uniscano, includano e restituiscano alle persone l’orgoglio e la meraviglia di appartenere al genere umano. Per ripartire da queste, con uno sguardo di fiducia e di speranza nei confronti dell’umanità.

TEDxTorino

Domenica 19 febbraio 2023. Ore 14.30

Torino, Lingotto Fiere – Via Nizza 294

Informazioni e biglietti su: www.tedxtorino.com

L’evento è anche visibile in diretta streaming su https://virtualvenue.stream/event-TEDxTorino al costo di 5 euro.